Palermo, incendi dolosi alle porte del capoluogo

PALERMO – Sono dolosi gli incendi che hanno devastato decine di ettari di boschi intorno a Palermo. Quella trascorsa è stata una notte di inferno.

Molti sfollati sono stati accolti nella scuola Antonio Veneziano di Monreale e per fortuna non ci sono stati feriti nel rogo, visibile dal capoluogo siciliano, che ha interessato monte Caputo e contrada Buttafuoco, nel territorio di Monreale, dove ancora stamane i Canadair effettuano lanci per spegnere gli ultimi focolai.

A Palermo le fiamme sono arrivate a ridosso delle abitazioni in contrada Falsomiele e alle pendici delle colline nel quartiere Villagrazia.
In provincia, roghi ad Altofonte Altro incendio ad Altofonte, Cerda (in contrada Rina), Trappeto (contrada Badiellla) e Montelepre (contrada Cippi). Tra Termini Imerese e Trabia sono state evacuate 20 famiglie. Altro rogo a Petralia Sottana, in contrada Sant’Elia. La prefettura ha coordinato gli interventi.

“Gli incendi a Monreale e San Martino delle Scale sono certamente dolosi. Sono stati trovati quattro punti di fuoco distanti tra loro”, ha dichiarato Filippo Principato, dirigente generale del Corpo forestale della Regione Sicilia che insieme all’assessore al Territorio Totò Cordaro ha trascorso la notte nei luoghi degli incendi. “E’ quanto meno sospetto – aggiunge – che attorno a Palermo, nello stesso momento, siano divampati gli incendi. Alla luce di quanto stiamo accertando, pare possa esserci stata una regia”.
“Sessanta ettari di terreno, due case e un numero ancora imprecisato di auto è il primo bilancio dei danni causati dagli incendi che questa notte hanno accerchiato Monreale e che hanno portato allo sgombero temporaneo di 70 persone, le quali, in parte, sono già rientrate nelle proprie abitazioni. Mentre sono ancora in corso di accertamento i danni riportati dal patrimonio boschivo, che ha colpito in modo rilevante la zona di Monte Caputo”, afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Salvatore Cordaro




Un reddito di cittadinanza per due fratelli disoccupati: litigano e vengono alle mani. Arrestato il più piccolo

ACIREALE (CT) – Due fratelli litigano per il “Reddito di Cittadinanza”. Un Arresto. I Carabinieri della Stazione di Acireale hanno arrestato un 43enne del posto per lesioni personali aggravate. Da settimane due fratelli conviventi litigavano per la gestione della somma di 700 euro accreditata da parte dell’I.N.P.S. nella “Carta di Cittadinanza” intestata al maggiore dei due.

Entrambi avevano presentato la domanda poiché disoccupati da tempo ma l’Istituto Nazionale aveva consegnato loro una sola Carta, accreditando la somma totale spettante ai due.

Recatisi presso un Patronato e all’I.N.P.S. per chiedere chiarimenti, avevano avuto conferma che quanto percepito era da dividere proprio perché conviventi, ma il fratello titolare del documento non sentiva ragione, ritenendo che l’importo spettasse solo a lui.

Questa situazione era la causa di quotidiani litigi, fino a quando i due, alcune giorni orsono, sono arrivati alle mani. Il minore dei due spingeva verso una porta finestra la vittima che, dopo aver perso l’equilibrio, frantumava il vetro procurandosi diverse lesioni al corpo ed, in particolare, nel collo, a causa di un frammento di vetro ivi conficcatosi.

Soccorso immediatamente da un terzo fratello loro convivente, veniva allertata un’autoambulanza che trasportava il ferito all’ospedale dove per la particolarità della lesione veniva ricoverato in prognosi riservata.

Il fratello minore, riconosciuto colpevole, veniva arrestato e, dopo le formalità di rito, tradotto presso il Carcere di Catania Piazza Lanza.




Regione Lazio, dopo 20 anni approvato il Piano Territoriale Paesistico Regionale

Approvato da parte del Consiglio regionale del Lazio il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR): si chiude un iter iniziato venti anni fa.

Si tratta di uno strumento fondamentale per garantire regole chiare nella gestione del territorio con attraverso cui coniugare paesaggio e patrimonio.

“La nostra è la quinta regione italiana ad approvare in Consiglio il Piano paesaggistico a dimostrazione dell’impegno di tutti quanti per raggiungere gli importanti obiettivi prefissati in questi cinque anni di governo –parole del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: nel Lazio si volta pagina compiendo un salto di qualità in un settore strategico per lo sviluppo del nostro territorio consentendo di soddisfare le richieste di amministratori locali, operatori economici, associazioni ambientaliste e cittadini. E allo stesso tempo portiamo a compimento uno dei punti programmatici più importanti che avevamo prefissato all’inizio di questa legislatura”.

“Al termine di una lunga seduta, questa mattina abbiamo approvato il Piano paesaggistico del Lazio. Uno strumento atteso da oltre venti anni, che disciplina in modo chiaro e univoco l’uso del territorio regionale. Una grande soddisfazione aver guidato nel corso di questi mesi la redazione e la condivisione di un atto fondamentale voluto dell’Amministrazione Zingaretti per la tutela e lo sviluppo sostenibile del Lazio. Siamo tra le cinque regioni italiane ad aver approvato il Ptpr. Un grande traguardo per tutti i Comuni, gli operatori del settore e i cittadini” – è il commento di Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica.




Anguillara, Consiglio Comunale rinviato in seconda seduta per assenza della maggioranza. Fioroni: “Spesa stellare di 840 mila euro in 10 mesi per le classi container”

Il consigliere comunale di Anguillara Antonio Fioroni fa i conti di spese salatissime che il Comune dovrà affrontare, si parla di 840.000 euro per 10 mesi di presunto noleggio di container per ospitare gli alunni della scuola via Verdi dichiarata inagibile.

Per la seconda volta consecutiva a causa dell’assenza della maggioranza – solo 4 presenti – la seduta di Consiglio Comunale è rinviata in seconda convocazione.

“Il Consiglio – spiega Fioroni – voterà la variazione di bilancio per stanziare i fondi necessari al noleggio dei containers fino a giugno 2020 utilizzati come sistemazione alternativa alla chiusura della scuola di Via Verdi.
Un’operazione che costerà ai contribuenti la cifra monster di 840.000€ e ancora non si sa cosa succederà quando i prefabbricati dovranno essere restituiti.

La variazione proposta causerà l’impossibilità di realizzare qualsivoglia intervento sulle strade, salvo nuove variazioni, in quanto sono stati prelevati tutti i fondi stanziati per la viabilità.

Inoltre, per ripianare il bilancio, ci si affiderà alla provvidenza.
È stato affidato un incarico professionale ad un architetto per riscuotere i proventi da 250 pratiche di condono edilizio. Incasso previsto di 1 milione e 50 mila euro in due anni.
Il problema è che il parere tecnico del capo area Dott. De Rose – riportato anche nel parere dell’organo dei revisori – solleva forti dubbi nel loro effettivo incasso.

Non dimentichiamoci che da nessuna parte l’ingegnere aveva disposto la chiusura del plesso, nonostante questo tipo di indicazioni fosse riportato all’interno nell’affidamento dell’incarico professionale.

La maggioranza – conclude Fioroni – approverà anche il pagamento di tantissimi debiti fuori bilancio (spese sostenute in via emergenziale o senza formale impegno) per un valore totale di 436.000€

La somma in questo caso è semplice: 840.000 + 436.000 = 1.276.000€

Buone ferie Anguillara”.




Lazio, rifiuti: approvato il Piano Regionale 2019 – 2025

Approvato oggi il Piano Rifiuti del Lazio 2019-2025. Ora scatteranno i 60 giorni per le osservazioni e altri 30 giorni per le controdeduzioni per poi approdare all’esame definitivo della Commissione e del Consiglio regionale. Questi gli obiettivi principali con cui viene definito il sistema dei rifiuti del Lazio nei prossimi 6 anni: sviluppo dell’economia circolare, riequilibrio territoriale del fabbisogno impiantistico, introduzione del sub-ambito di Roma Capitale, innovativo presidio industriale di Colleferro e raccolta differenziata al 70% nel Lazio entro il 2025, legalità e investimenti regionali per sostenere Comuni e aziende pubbliche nella realizzazione di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

Sono previsti cinque ambiti territoriali ottimali, uno per ogni provincia

Per contribuire a colmare il gap impiantistico la Regione nel 2019 stanzierà circa 6 milioni di euro, che verranno messi a disposizione di Comuni e aziende pubbliche del settore, attraverso un bando pubblico, per la realizzazione di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti.

Politiche attive e nuovi investimenti permetteranno di favorire la riduzione della produzione di rifiuti e lo sviluppo dell’economia circolare: accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la riduzione degli imballaggi, contrasto del consumo della plastica monouso, introduzione della tariffa puntuale, secondo il principio “che meno si inquina e meno si paga”, contributi per la creazione di isole ecologiche e centri di compostaggio nei Comuni del Lazio (che negli ultimi anni hanno già ricevuto oltre 87 milioni di euro dalla Regione).

Sarà incentivata la promozione dei centri per il riuso alla realizzazione dell’innovativo compound industriale di Colleferro, dove verranno trattati i rifiuti indifferenziati con processi di lavorazione a freddo, permettendo il recupero di materie prime secondarie, senza alcun impatto ambientale, che potranno essere rimesse sul mercato.

L’approvazione in Giunta del Piano rifiuti del Lazio rappresenta un fondamentale passo in avanti su una grande sfida di civiltà e sviluppo che stiamo conducendo assieme ad altre istituzioni, a partire dal Ministero per l’Ambiente e alla rete dei Comuni del Lazio, ma che coinvolge anche il tessuto produttivo, le associazioni, e naturalmente i cittadini.

Una grande alleanza tra Stato, istituzioni locali, imprese e cittadini per affermare un modello di sviluppo incentrato sulla sostenibilità, sul rispetto dell’ambiente, sull’uso consapevole delle risorse.

“Non ci saranno più discariche come quella di Malagrotta perché il piano lo esclude e non ci saranno più luoghi dove verranno interrati i rifiuti. Si tratta, casomai, di individuare dei siti per conferire materiali trattati e non sono quelli che abbiamo conosciuto ai tempi di Malagrotta – così il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: la novità del piano è che possiamo dire con certezza che in questa regione non ci saranno mai più discarica di rifiuti tal quale. Quello di cui c’è bisogno sono siti di conferimento di materiali trattati e quindi inerti. Materiali trattati in impianti come quello di Colleferro”.

“O gli impianti necessari vengono realizzati dai soggetti pubblici oppure nelle aree compatibili individuate dalle Province, le cosiddette aree bianche, essi potranno essere realizzati dai privati – così Massimiliano Valeriani, assessore al ciclo dei rifiuti, che ha aggiunto: per garantire però un concreto e doveroso equilibrio impiantistico è necessario definire un sub-ambito di Roma Capitale, nel quale prevedere l’autosufficienza impiantistica per il trattamento e lo smaltimento”.




Carcinoma mammario: eccezionale trapianto di fegato al San Camillo Forlanini di Roma

ROMA – Al San Camillo Forlanini eccezionale trapianto di fegato effettuato per la prima volta in Italia su una paziente già colpita da metastasi epatiche da carcinoma mammario trattate attraverso radioterapia e chemioterapia. Un nuovo eccellente risultato del Polo Interaziendale Trapianti dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini e IRCSS L. Spallanzani dove dall’inizio dell’anno sono stati effettuati 19 trapianti di fegato, 13 di reni e 2 di pancreas. L’intervento ha richiesto la collaborazione di più aziende ospedaliere e più province della nostra Regione

Un nuovo eccellente risultato del Centro POIT (Polo Interaziendale Trapianti dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini e IRCSS L. Spallanzani) dove dall’inizio dell’anno sono stati effettuati 19 trapianti di fegato, 13 di reni e 2 di pancreas.

L’intervento rappresenta la prima esperienza in Italia di trapianto di fegato per questo tipo di patologia, ovvero su pazienti con metastasi causate da carcinoma mammario, che non possono essere trattate chirurgicamente.

La paziente è stata sottoposta a trapianto di fegato da donatore cadavere la paziente L.B. di anni 50, affetta da insufficienza epatica terminale causata d a trattamenti curativi di metastasi epatiche da pregresso carcinoma mammario.

La storia clinica della paziente si intreccia con il lavoro l’impegno e l’alta professionalità espresse da differenti strutture del sistema sanitario della Regione Lazio.

Il fegato è organo “bersaglio” nel 10% dei pazienti metastatici

Questo studio valuterà gli esiti del trapianto epatico in pazienti con insufficienza epatica a seguito di ripetuti trattamento delle metastasi da carcinoma della mammella, che abbiano dimostrato una stabilità della malattia oncologica ad esclusiva localizzazione epatica.

L’eccezionalità di questo trapianto come accaduto per la paziente LB, permetterà a molte donne di avere una progettualità di vita anche in presenza di malattia metastatica. Si dovranno attendere poi i risultati sul lungo termine per validare la procedura e non considerarla più “sperimentale”. Si tratta di un trapianto unico al mondo di sostituzione di fegato colpito da metastasi epatiche controllate con chemioterapia sistemica e radioembolizzazione con microsfere di Yttrio-90. Le condizioni della paziente – operata il 12 luglio – sono al momento ottimali.
“Un’ operazione che potrà aprire nuove chance di trattamento per una categoria di pazienti che altrimenti non avrebbero altra possibilità di cura – così Alessio D’Amato, assessore alla sanità, che ha aggiunto: l’intervento effettuato all’Ospedale San Camillo-Forlanini è un grande esempio di collaborazione. Essere qui ci riempie di orgoglio. Siamo fieri del lavoro che svolgete tutti i giorni e che, in questo caso, ha coinvolto più aziende ospedaliere e più province della nostra Regione. Senza la collaborazione non sarebbe stato possibile”.

“Sono commossa e non posso che dire grazie, perché per me, dopo il trapianto, è iniziata una seconda vita. Il 12 luglio, giorno dell’operazione, e’ diventato il mio secondo compleanno –sono le parole della paziente, che ha aggiunto: lo studio, la ricerca che c’è stata prima dell’intervento – ha proseguito al margine della conferenza stampa tenutasi oggi al San Camillo – hanno avuto un valore fondamentale, ma questo epilogo non me lo aspettavo, è stato incredibile. E questo grazie a un’equipe affiatata che ha lavorato in sinergia, in ogni momento”.




Bari, 29enne uccide il marito con una coltellata al torace

BARI – Una 29enne è stata arrestata dai carabinieri ad Acquaviva delle Fonti, nel Barese, dopo aver ucciso con una coltellata il marito, il 30enne Francesco Armigero.

Al momento del litigio erano presenti diversi familiari sia del marito sia della donna, che hanno chiamato i soccorsi

Il personale del 118 ha trasportato l’uomo all’ospedale, dove è morto poco dopo, mentre la donna è stata arrestata in flagranza e ha poi confessato il delitto. L’episodio è avvenuto nel vano scale dello stabile in cui entrambi abitavano. L’uomo conviveva con una nuova compagna al primo piano del medesimo edificio. Al termine della discussione, la donna avrebbe raggiunto l’uomo al fianco con un’unica coltellata, uccidendolo.

Tutto sarebbe iniziato da un litigio fra la moglie non convivente del 30enne e l’attuale compagna per un rimprovero fatto da quest’ultima alla figlia minore della coppia. Si sarebbe quindi accesa una discussione tra le due donne, nella quale l’uomo è intervenuto finendo colpito dalla moglie, con un coltello da cucina, al lato destro del torace.




“Ci vediamo a via Veneto”: all’Harry’s Bar l’ultima puntata della stagione con una grande firma del cinema italiano: Marco Tullio Barboni

Marco Tullio Barboni, grande firma della televisione e del cinema italiano, sarà ospite del salotto romano dell’Harry’s Bar il prossimo sabato 3 agosto alle 18 per la trasmissione in diretta web su Youtube e Facebook “Ci vediamo a via Veneto” condotta dalla giornalista Chiara Rai.

La trasmissione potrà essere seguita anche su questa pagina a partire dalle ore 18 di sabato 3 Agosto

Extralarge (1992-1993), L’ispettore Giusti (1999), La squadra (2003-2007), Doc West (2009) alcuni grandi titoli firmati da Barboni per il piccolo schermo in qualità di co-autore dei soggetti e delle sceneggiature.
E per il grande cinema ricordiamo titoli come “Lo chiamavano Trinità…”, “ …continuavano a chiamarlo Trinità”, “Ciao nemico”, “Nati con la camicia”, “Non c’è due senza quattro”, “Renegade – Un osso troppo duro”, “Un piede in paradiso”, “Trinità & Bambino… e adesso tocca a noi!”, “Cuori perduti” dove Barboni ha ricoperto il ruolo di aiuto regista, autore e co-autore dei soggetti e delle sceneggiature.

Marco Tullio Barboni vanta una famiglia importante per il Cinema italiano, basti pensare che Anna Magnani adorava suo zio Leonida, noto direttore della fotografia. E il padre Enzo, prima operatore alla macchina poi direttore della fotografia ed infine regista con lo pseudonimo di E.B. Clucher, è ricordato per aver inventato il filone dei “fagioli western” con gli indimenticabili film che hanno visto come interpreti la coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill.

Dal 1981 comincia a firmare i soggetti e le sceneggiature che scrive, prima per la TOTA (seguendo in quei casi tutta la lavorazione, dall’ideazione al missaggio) poi anche per numerose altre produzioni. Dopo aver scritto una quarantina tra film ed episodi televisivi, il desiderio di affrontare tematiche diverse e di farlo in maniera totalmente libera, lo induce ad una incursione “free lance” nella regia. Avvalendosi della collaborazione di alcuni amici di straordinaria professionalità, come,ad esempio, Roberto Andreucci ed il maestro Franco Micalizzi, organizza, scrive e dirige i due cortometraggi ed un videoclip musicale anch’esso diretto da lui.

Frequentatore di set fin da ragazzino, Barboni è stato da sempre in contatto con volti indimenticabili del nostro Cinema ed ha proseguito la carriera familiare con tenacia ed indubbio talento.

Oggi possiamo definire Barboni soprattutto un intellettuale prestato alla Letteratura, che sembra pero’ destinata ad essere la sua destinazione definitiva.




Castelli Romani, incontro tra direttore generale Asl Roma6 e presidente comitato on. Giulio Santarelli

ALBANO LAZIALE (RM) – Positivo l’incontro tra il Direttore Generale della ASL RM 6 dottor Narciso Mostarda e il Presidente del Comitato per la riorganizzazione per l’offerta sanitaria pubblica dei Castelli Romani On. Giulio Santarelli.

Un colloquio cordiale e fruttuoso e dai contenuti molto significativi e qualificati, ha consentito di verificare la sostanziale convergenza sulle questioni di fondo che negli anni hanno determinato il verificarsi di alcune criticità che di fatto riducono la possibilità per la ASL Roma 6 di intercettare sempre più efficacemente e dare piena soddisfazione ai bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana e quindi complessa; convergenze peraltro già chiaramente emerse negli incontri avuti con il vice presidente della Regione Leodori.

Tali criticità sono, tra l’altro, all’origine del significativo fenomeno della mobilità passiva, che induce il 50% dei residenti ad andare a curarsi fuori della ASL 6 determinando per i malati e le loro famiglie disagi anche di natura economica.

Nonostante la consistenza di questo fenomeno, permangono lunghe liste di attesa ed il ricorso sempre più frequente alle strutture private a pagarsi le cure con mezzi propri.

Questo stato di cose, unitamente ad una non ancora adeguata assistenza territoriale e domiciliare può e deve essere corretto.

L’On. Santarelli ha tenuto a ribadire che la bussola del Comitato, che sta predisponendo gli atti per la sua trasformazione in associazione del terzo settore, è rivolta unicamente a ricostruire le condizioni per garantire il diritto alla salute dei cittadini nel proprio territorio con esclusione di qualsiasi tendenza di carattere protestatario. Santarelli ha anche insistito sulla necessità di disporre dei dati analitici sull’emigrazione sanitaria riguardanti le patologie e le località prescelte dai malati per curarsi fuori della ASL 6.

Nella nuova strategia, volta a recuperare le capacità di assistenza sanitaria pubblica nel territorio di competenza della ASL Roma 6, appare di fondamentale importanza l’apporto che potrebbe assicurare l’Università di Tor Vergata, consideratane la prossimità territoriale con la ASL Roma 6, con il trasferimento di reparti per la cura, la didattica, la formazione professionale.

In sintesi si possono adottare misure riconducibili alle seguenti direttrici:
-1) rafforzamento della presenza dell’Università al S. Sebastiano di Frascati e trasferimento di suoi reparti nelle adeguate strutture dell’Ospedale di Marino;
-2) consolidamento delle attività svolte dal presidio ospedaliero di Marino;
-3) rafforzamento delle attività ambulatoriali esistenti;
-4) rafforzamento dell’assistenza territoriale domiciliare, anche in ragione dell’invecchiamento della popolazione;
-5) possibile istituzione di un pronto soccorso diurno nel presidio di Marino, tenendo anche conto di essere sede delle ambulanze della ASL;
-6) istituzione di conferenze periodiche di cittadini per una corretta informativa sulle prestazioni fornite dai presidi pubblici.

Il dott. Mostarda ha molto apprezzato lo spirito di grande disponibilità e apertura con cui l’On. Santarelli ha formulato le proprie proposte, peraltro in gran parte condivisibili nella loro impostazione generale; ha anche anticipato che il nuovo ospedale, entro un anno andrà a regime con 340 posti letto con l’inserimento di reparti di alta specializzazione.

I dirigenti degli uffici della Direzione Generale, presenti all’incontro, nei prossimi giorni forniranno i dati richiesti dal comitato sulla mobilità passiva dell’intera ASL 6.

Il dott. Mostarda ha assunto l’impegno di promuovere un nuovo incontro a settembre per formulare le proposte operative, auspicando l’uscita della Regione dal commissariamento.

L’On. Santarelli ha ringraziato il dott. Mostarda per il clima cordiale e costruttivo dell’incontro e per la disponibilità di adottare le misure necessarie per accrescere l’offerta sanitaria pubblica e rivitalizzare le funzioni del presidio ospedaliero di Marino a beneficio del supremo interesse della comunità locale alla promozione e tutela di un bene fondamentale come la salute individuale e collettiva.

                                                                                              Il Presidente del Comitato
                                                                                                 On. Giulio Santarelli



Roma, misero a segno 9 rapine a mano armata tra gennaio e aprile: identificati e arrestati i due banditi

ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Quadraro hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due cittadini romani, di 41 e 28 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica – Sezione Reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, coordinata dalla Dr.ssa Lucia Lotti.

Le indagini sviluppate dai Carabinieri, che fanno parte di una più ampia attività investigativa finalizzata al contrasto delle rapine disposta dalla Compagnia Carabinieri Roma Casilina hanno consentito di far luce su 9 episodi di rapine, verificatesi tra il mese di gennaio ed il mese di aprile 2019, nel quadrante sud-est della Capitale.

Obiettivi dei malviventi erano attività commerciali quali supermercati, sale slot, distributori carburante e negozi. Nel corso delle rapine, i complici non avevano esitato a fare uso delle armi, esplodendo anche, in più di una circostanza, colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio. In un episodio, durante la rapina ad un distributore di via Santa Maria del Buon Consiglio, lo scorso 4 marzo, è rimasto ferito anche un cliente, colpito al collo da un colpo di pistola esploso dai malviventi.

I Carabinieri sono riusciti a risalire ai due rapinatori attraverso l’analisi approfondita dei filmati dei circuiti di videosorveglianza, dei luoghi in cui si sono verificate le rapine, dall’esame del medesimo modus operandi. L’esito della comparazione balistica effettuata dai Carabinieri del RIS di Roma ha consentito di evidenziare le similitudini tra i bossoli rinvenuti nel corso dei sopralluoghi effettuati a seguito di diverse rapine, e la relazione tra i bossoli dei colpi esplosi ed una pistola modello Glock Smith&Wesson calibro 23, rinvenuta e sequestrata nel corso delle indagini.

Gli arrestati sono stati portati nel carcere di Regina Coeli.




L’appello della Fast-Confsal: “Caso umano in Cotral, la Regione ci aiuti a trasferire Angelo”

“Questa
Segretaria da tempo rimarca, facendo proprie le rimostranze della maggioranza
dei dipendenti, un utilizzo improprio delle contestazioni disciplinari da parte
della Soc. Cotral SpA, il cui scopo
sembrerebbe per lo più quello di reprimere e intimidire. Un meccanismo nel
quale incappano, purtroppo, anche quei lavoratori che svolgono le proprie
mansioni con solerzia e abnegazione”. Inizia così la lettera di Renzo Coppini, Segretario SLM Fast-Confsal Lazio, indirizzata al
Presidente Zingaretti, all’assessore
alla Mobilità Alessandri, ai Capigruppo
e ai membri della Commissione ai Trasporti della Regione. Due pagine fitte che portano
all’attenzione della politica “l’incresciosa vicenda dell’O.E. [Operatore di Esercizio, ndr] Angelo Palombi. Un caso di coscienza”.

Secondo la
ricostruzione, l’autista è stato oggetto da parte della Compagnia di un “provvedimento
sanzionatorio” in seguito “a un incidente contestato inizialmente in data
15.06.2015, giustificato dal lavoratore in data 26.06.2015 e riattivato, tardivamente,
in data 14.12.2016”. Che disponeva “l’immediato trasferimento punitivo
dall’impianto di assegnazione di Civitavecchia
(il Palombi risiede a S. Marinella) all’impianto di Colleferro e, successivamente, la retrocessione al livello
inferiore con lettera del 08.03.2017”.

L’esponente
sindacale nel proseguire, tiene inoltre a evidenziare che questo provvedimento “veniva
applicato malgrado la tempestiva richiesta di arbitrato e della contestuale
richiesta del tentativo di conciliazione” avanzate dal diretto interessato e “respinte
dall’Azienda, la quale a sua volta ricorreva presso il Tribunale Ordinario
territorialmente compente, al fine di ottenere il pagamento per intero dei
danni cagionati al mezzo coinvolto nel citato sinistro”.

Una decisione che
ha “provocato il congelamento dell’intera vicenda, considerata la lentezza dei
Tribunali per le note criticità, e ulteriormente sconvolto la vita quotidiana
di Palombi e della sua famiglia (dall’inizio del procedimento giudiziario,
siamo arrivati al quinto rinvio dell’udienza)”. E qui il colpo di scena. “Il
nostro collega, infatti, fruisce della Legge
104/92
riferita alla madre, allettata da anni per una grave malattia, la
quale richiede continua assistenza, e, contestualmente, deve accudire la sua
consorte alla quale è stata riconosciuta un’invalidità del 50%”.

Una situazione
oggettivamente drammatica in cui “malgrado le continue richieste di avvicinamento”,
scrive ancora Coppini, “la Dirigenza Cotral si mostra ostinatamente e
clamorosamente insensibile a tutto, nonostante nei social affermi che i
dipendenti sono al centro della sua attenzione. La realtà sembra essere ben
diversa”. Poi cita, per rafforzare il suo ragionamento, l’articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/70): “non può tenersi conto ad alcun effetto delle
sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loro applicazione
”.

“Nel recente
passato la Magistratura Ordinaria del Lavoro ha dichiarato illegittimi alcuni
trasferimenti punitivi effettuati da Cotral, specificamente in relazione alla
citata Legge 104; al punto da costringere la medesima Società a emanare la
Disposizione Organizzativa n. 4 del 27.03.2019 con la quale, invitata il
personale, oggetto di tali trasferimenti da almeno tre mesi, a presentare
istanza per rientrare al deposito di assegnazione. Ma neppure in questo caso,
la domanda di Palombi è stata presa in considerazione, come, ugualmente, non ha
sortito l’effetto sperato l’incontro avvenuto tra l’Azienda e le RSU del Bacino
Aurelio, nel corso del quale è stato chiesto, nuovamente, il reintegro del
collega”.

“Di quale
delitto si sarebbe macchiato mai Palombi? Un incidente può giustificare tale
accanimento? Come può una Società pubblica rimanere inamovibile dinanzi a un
caso drammatico come quello appena esposto?”, sono i quesiti posti da Coppini ai
vertici della Regione Lazio. “Fermiamoci un momento a riflettere, per favore.
Lavorare non può comportare sacrifici abnormi nella vita degli individui, non
può scardinare quelli che sono i valori morali e umani alla base della nostra
esistenza. Chiediamo, facendo appello alla vostra coscienza, un intervento
risolutorio presso la Soc. Cotral; un piccolo gesto di solidarietà, almeno per
riportare il nostro collega al deposito di appartenenza, quello di
Civitavecchia, vicino ai suoi cari e alla sua Famiglia”.

“Le regole
vanno rispettate, senza alcun dubbio, ma un conto è una equa e legittima
sanzione, un conto è l’intimidazione e la vessazione”, ha commentato a margine
il Segretario, “nel nostro lavoro gli incidenti, gli errori in trenta anni di
servizio possono capitare, essere ripresi è corretto, vivere nella paura di
poter sbagliare è un’altra cosa”.