Strage di Erba, riforma del processo: la Cassazione accoglie la richiesta e rinvia alla Corte di Assise di Como

La suprema Corte di Cassazione ha accolto la richiesta degli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per la strage di Erba avvenuta l’11 dicembre del 2016, quindi ha disposto di trasmettere alla Corte di Assise di Como la richiesta della difesa di nuovi accertamenti.

I giudici di Como, lo scorso mese di aprile, si erano opposti alle istanze di accesso ai server delle intercettazioni, e a quelle di acquisire un cellulare Motorola ed esaminare dei reperti biologici. Ma la decisione era stata emessa “de plano”, senza contraddittorio tra le parti.

Adesso la Corte di merito dovrà rivalutare le istanze convocando le difese. Secondo i giudici di Como, le richieste dei legali della coppia omicida erano però immotivate e inutili “a distruggere l’impianto su cui è fondata” la condanna definitiva. A quel punto, i difensori di Romano e Bazzi, avevano deciso di impugnare in Cassazione la decisione dei giudici.

Il pubblico ministero Massimo Astori aveva fatto presente che che i dati sulle intercettazioni erano nella disponibilità della Procura e che i difensori erano già in possesso. In particolare la Corte aveva specificato che il telefonino – che Azouz Marzouk aveva negato essere della moglie davanti alla Corte d’appello di Brescia – era invece “appartenuto pacificamente a Raffaella Castagna” dato che contiene messaggi fra lei e il marito. La sentenza dei giudici di Como, in applicazione dell’orientamento della Cassazione su ciò che attiene le attività di investigazione difensiva, aveva inoltre ribadito che non può essere ammessa una finalità “meramente esplorativa” nella richiesta di rinnovare l’istruttoria e che non possono essere consentite “quelle investigazioni che appaiono all’evidenza superflue o inidonee a determinare modificazioni sostanziali del quadro probatorio”. La prima istanza inoltre era già stata in parte presentata alla Corte d’appello di Brescia, che aveva dichiarato inammissibile la richiesta di incidente probatorio e nella parte restante era stata ritenuta “del tutto immotivata”.

La condanna ai due coniugi per aver massacrato con coltelli e spranghe Raffaella Castagna, il figlioletto di due anni Youssef Marzouk, la mamma Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, accorsa con il marito Mario Frigerio, ferito gravemente, per capire cosa stesse accadendo nell’appartamento di Raffaella, era passata per 3 gradi di giudizio davanti a 26 giudici. La difesa aveva comunque tentato più volte invano di far riaprire il caso, passando pure dalla Corte di giustizia europea. Nel 2018 la stessa Cassazione aveva riconfermato il no ad altre analisi su reperti che i legali degli assassini vorrebbero esaminare. Questa volta invece, le istanze di revisione presentate dagli avvocati sono state accolte e la Corte di Como dovrà fissare un’udienza pubblica per procedere in contraddittorio con le parti (difesa e pubblici ministeri) alla valutazione delle istanze presentate.




Monza, medici a giudizio: avevano asportato per errore lo stomaco a una 53enne

Le è stato asportato lo stomaco “per errore”, dopo una “diagnosi di tumore maligno” che si è rivelata “totalmente sbagliata”. E’ accaduto nel 2016 ad una 53enne e per quell’operazione non necessaria, secondo la Procura di Monza, che le ha provocato una “malattia certamente o probabilmente insanabile”, la perdita di un organo, sono finiti a processo 2 chirurghi dell’Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni.

La donna è parte civile, assistita dall’avvocato Francesco Cioppa

Il pm di Monza Alessandro Pepè ha disposto, infatti, la citazione diretta a giudizio per lesioni colpose gravissime di due medici, in qualità rispettivamente di “primo” e “secondo” chirurgo all’epoca, e la prossima udienza del processo in corso a Monza, davanti al giudice Angela Colella, è fissata per il 17 settembre.

La Multimedica spa è stata citata nel dibattimento come responsabile civile dal legale della donna

L’avvocato Cioppa ha evidenziato “insieme all’inaudita gravità del comportamento negligente ed imperito mantenuto dagli imputati, l’incomprensibile ed inaccettabile indifferenza mostrata sia da questi, sia soprattutto dalla struttura sanitaria in cui questi operavano ed operano, nei confronti delle sorti della paziente e delle immani sofferenze a lei inferte”.

Secondo l’imputazione, la 53enne, che per circa dieci mesi, dopo l’intervento di gastrectomia totale del 4 aprile 2016, non riuscì più ad avere una vita normale (“ha perso 30 kg da allora”, spiega il legale), diede il “consenso informato” a quell’asportazione per una “diagnosi di tumore maligno dello stomaco rivelatasi totalmente sbagliata e priva di qualsiasi riscontro”.

I due medici, “componenti l’equipe che ha prescritto, programmato, gestito ed effettuato l’intervento”, tra le altre cose, come scrive il pm, hanno “interpretato in maniera completamente errata la Egds (esofago-gastro-duodenoscopia,ndr) e la Tac addominale del 31 marzo 2016”. E hanno “formulato un’errata diagnosi di carcinoma gastrico” senza “attendere l’esito delle biopsie eseguite”. Assenza di esiti di cui non hanno informato, sempre secondo l’accusa, la donna. Né le avrebbero spiegato “le ragioni della scelta di eseguire un’asportazione totale rispetto alla possibilità di procedere ad una asportazione parziale dell’organo”. In più, sempre come ricostruito dal pm, nel corso dell’intervento non hanno eseguito biopsie per “acquisire ulteriori elementi di valutazione”. E non hanno nemmeno rispettato le “linee guida in materia che impongono, ove possibile, di privilegiare un’asportazione parziale”.




Usa, Trump vince alla Corte Suprema su nuove regole migranti che limitano il diritto di asilo

Donald Trump incassa una vittoria sull’immigrazione. La Corte suprema, a maggioranza repubblicana dopo le sue due nomine, ha ribaltato la decisione di una Corte d’appello e deciso di far entrare in vigore la nuova normativa governativa che vieta a gran parte degli immigrati centroamericani di chiedere asilo in Usa se durante il loro viaggio hanno attraversato Paesi terzi sicuri dove potevano avanzare la stessa istanza. I giudici della Corte Suprema hanno permesso l’applicazione dei nuovi regolamenti in attesa dell’esito delle battaglie legali in corso.

In base alle nuove regole, solo i migranti a cui è stato negato asilo in un terzo Paese o che sono vittime di “grave” traffico di esseri umani possono richiedere asilo negli Stati Uniti. In seno ai nove membri della Corte suprema Usa, composta da 6 uomini e 3 donne, solo le due giudici liberal Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor hanno dissentito rispetto alla legittimità delle restrizioni sulle richieste d’asilo. “Ancora una volta il potere esecutivo ha promulgato una regola che cerca di sovvertire le pratiche di lunga data relative ai rifugiati che cercano protezione rispetto alle persecuzioni”, ha scritto Sotomayor.

Trump esulta: grande successo “Grande vittoria alla corte suprema degli Stati Uniti per la frontiera sulla questione dell’asilo”: così Donald Trump dopo la decisione dei giudici di far entrare in vigore – finché prosegue la battaglia legale nel merito – la normativa che vieta a gran parte degli immigrati centroamericani di chiedere asilo in Usa se non l’hanno fatto in uno degli altri Paesi attraversati durante il loro viaggio.




Crispiano, violenta aggressione: 17enne picchiato e derubato

Brutta e violenta aggressione quella subita da un 17enne di Crispiano.
Il ragazzo è stato trasportato presso il pronto soccorso di Martina Franca dai propri genitori, dove il personale del Commissariato di Martina Franca è intervenuto per far luce sull’accaduto.
Il ragazzo, con il volto tumefatto ed il setto nasale rotto, ha inizialmente raccontato ai medici di essere stato coinvolto in un incidente stradale, dopodiché, i poliziotti hanno guadagnato la fiducia del malcapitato e sono riusciti a risalire alla verità dei fatti.
Il giovane ha raccontato che mentre tornava a casa nella sua abitazione a Crispiano, è stato aggredito da un giovane da lui conosciuto, che dopo averlo brutalmente picchiato, gli ha anche rubato il telefono cellulare, minacciandolo di infierire ancor di più se avesse dato notizia dell’accaduto alle Forze dell’Ordine.
Il 24enne, dopo essere stato rintracciato, è risultato incensurato. Quest’ultimo, dinnanzi alle domande della polizia, non ha potuto far altro che ammettere di essere stato lui a compiere l’aggressione e il furto del cellulare.
In seguito, gli agenti sono stati accompagnati sul posto dell’accaduto, dove erano presenti notevoli tracce di sangue.
Il 24enne è stato denunciato per lesioni personali aggravate, minacce e rapina.
Il minore, vittima della violenza, dopo le cure, è stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di 20 giorni.

Giampiero Laera




Apple lancia tre modelli di iPhone 11

L’attesissimo evento Apple di presentazione dei nuovi iPhone
ha portato con se una valanga di novità: tre nuovi smartphone di ultima
generazione, iPad, Apple Watch 5 e servizi Tv e videogiochi. Il primo argomento
trattato durante la conferenza del colosso di Cupertino sono stati i nuovi
servizi: Apple Arcade per i giochi e Tv Plus per i contenuti originali in
streaming. Quest’ultimo sarà in diretta concorrenza con Netflix, Amazon Video e
tra poco anche Disney. Apple Arcade, invece, è il servizio in streaming per i
videogiochi e sarà disponibile dal 19 settembre in 150 paesi nel mondo a 4,99
dollari al mese e prevede un mese di prova. Nell’offerta iniziale sono presenti
in catalogo ben 100 giochi. Apple Tv Plus, servizio in streaming di contenuti
originali per cinema e tv, sarà invece disponibile dal 1 novembre a 4,99
dollari al mese in 100 paesi nel mondo. E chi acquista uno fra i tre nuovi
modelli di iPhone 11 avrà Apple Tv gratis per un anno.

https://www.youtube.com/watch?v=2rbBirL1OHk

Per quanto riguarda gli attesissimi iPhone 11, si può dire
che essi sostanza replicano la “line up” dello scorso anno. Tutti hanno al loro
interno il processore A13 Bionic un processore così potente in grado di
eseguire 1 trilione di operazioni al secondo e realizzato utilizzando la
tecnologia a 7 nanometri, in grado di ottimizzare i consumi energetici. Per
quanto riguarda l’iPhone 11 “base”, il dispositivo sarà venduto a un prezzo di
partenza più basso rispetto allo scorso anno (699 dollari). Per quanto riguarda
le specifiche tecniche il device possiede un display da 6,1 pollici, liquid retina
con true tone e due fotocamere posteriori racchiuse in un quadrato. Inoltre la
fotocamera anteriore è in grado di “girare” video in slow motion per i selfie
lenti, gli “slofies”. Il melafonino potrà essere acquistato in sei nuovi
colori.

https://www.youtube.com/watch?v=YWnuHYzNJK8

Nel corso della conferenza Apple ha inoltre presentato iPhone
11 Pro e l’iPhone 11 Pro Max. Questi ultimi due hanno un display Oled
rispettivamente da 5,8 e 6,5 pollici e un comparto fotocamera potenziato con
tre fotocamere sul retro racchiuse in un quadrato con ultra-grandangolo,
grandangolo e teleobiettivo. Ogni fotocamera del sistema registra video 4K con
una gamma dinamica estesa e una stabilizzazione “di livello
cinematografico”. A livello tecnico ecco che la nuova CPU possiede due
core per le prestazioni, quattro core per l’efficienza e un motore neurale a 8
core. Tutto questo è solo consumo? Assolutamente no perché il nuovo iPhone 11
Pro durerà addirittura 4 ore in più rispetto al passato iPhone Xs mentre la
versione iPhone 11 Pro Max addirittura 5 ore in più rispetto alla versione Xs
Max. Oltretutto viene fornito con un adattatore da 18W per la ricarica rapida
già nella confezione. Con iOS 13, poi, tutti hanno accesso a strumenti di
editing video, per ruotare, tagliare, aumentare l’esposizione e applicare
filtri all’istante.

https://www.youtube.com/watch?v=cVEemOmHw9Y

I nuovi smartphone arrivano dal 20 settembre anche in Italia
ad un prezzo di partenza rispettivamente di 999 e 1099 dollari (1189 e 1280
euro). Nello specifico: iPhone 11 Pro da 64GB sarà disponibile a un prezzo di
1.189€, iPhone 11 Pro da 256GB a 1.359€ e iPhone 11 Pro da 512GB a 1.589€. Invece
il modello topo di gamma costerà qualcosina in più: iPhone 11 Pro Max da 64GB sarà
acquistabile a un prezzo di 1.289€, iPhone 11 Pro Max da 256GB a 1.459€ mentre l’iPhone
11 Pro Max da 512GB, il top della gamma, costerà 1.689€. Ricordiamo che i nuovi
modelli di iPhone sono preordinabili già a partire da questo venerdì.

L’azienda statunitense ha anche lanciato un nuovo iPad che a
partire da adesso ha un sistema operativo proprio, per renderlo più
indipendente dall’iPhone. Il dispositivo di settima generazione ha un display
più grande e la compatibilità con la Smart Keyboard di dimensioni standard, è
un Retina da 10,2 pollici e la compatibilità con Apple Pencil, il chip A10 Fusion,
fotocamere e sensori evoluti. Può essere ordinato a partire da oggi e sarà
disponibile nei negozi da lunedì 30 settembre, a partire da 389 euro.

https://www.youtube.com/watch?v=5bvcyIV4yzo

 Novità in arrivo
anche per gli amanti degli orologi intelligenti della Mela, arrivano infatti
anche i nuovi Apple Watch series 5 con display always on, Retina, e un “Low
Temperature Polisilicon display”, in grado di fare il refresh dinamicamente per
risparmiare energia. C’è anche un nuovo sensore per la luce ambientale, che
insieme ad altre innovazioni nel software dovrebbero garantire una durata della
batteria per tutto il giorno. Gli schermi sono ottimizzati per tutti i tipi di
workout e sarà presente un compasso che rileverà la direzione come avviene
sugli iPhone. Ci sarà un modello con il case in titanio e uno in alluminio
ricilcato al 100%. Il prezzo di partenza è di 399 dollari, sarà disponibile negli
store dal 20 settembre e ordinabile da oggi. Insomma, anche per quest’anno
Apple si è presentata a settembre con una carrellata di novità. Riuscirà fra
prezzi più bassi, dispositivi sempre più potenti e servizi innovativi a
conquistare ancora di più consensi fra gli appassionati di tecnologia? Non
resta altro che attendere qualche giorno per capirlo.  

Di seguito, per i più interessati o per chi se la fosse persa, vi proponiamo la conferenza Apple per intero. Buona visione.

Francesco Pellegrino Lise




Huawei presenta il chip 5G all’Ifa di Berlino

Huawei presenta le sue novità all’Ifa di Berlino, fra queste
spiccano un processore per la connessione 5G veloce, il Wi-Fi domestico di
nuova generazione, nuovi auricolari e nuove colorazioni per la serie di
smartphone P30. Il processore Kirin 990 è la variante che supporta le reti 5G,
sarà disponibile per la nuova serie di smartphone Mate 30 che l’azienda cinese
presenterà il 19 settembre e a Monaco. “Consente agli utenti di accedere
ad una straordinaria e avanzata esperienza di connettività 5G, nel primo anno della
implementazione della rete” ha dichiarato Richard Yu, CEO Huawei Consumer
Business Group “Per offrire esperienze 5G avanzate, Kirin 990 (5G) è stato
completamente aggiornato in termini di prestazioni ed efficienza energetica, AI
computing e ISP, per portare l’esperienza di telefonia mobile ad un nuovo
livello”. Presentato anche il router Q2 Pro. Il dispositivo è invece
dotato del chip modem PLC Gigahome 5630 gigabit di Huawei e dell’innovativa
tecnologia PLC Turbo, “migliora notevolmente l’anti-interferenza della
rete PLC per assicurare trasferimenti dati veloci e bassa latenza, ponendo le
basi per l’adozione diffusa di nuove tecnologie, come la banda larga 200 Mbps e
l’ancora più veloce fibra ottica”. Da Huawei arrivano anche i nuovi
auricolari FreeBuds 3 che grazie al chip Kirin A1 inaugurano l’era del suono
intelligente con “sonorità superiori abbinate a eccezionali tecniche di
elaborazione del suono digitale”. Infine, Huawei ha lanciato due nuove
colorazioni per la serie di smartphone P30 Pro: sono Mystic Blue e Misty
Lavender. Inoltre, il dispositivo include anche nuove funzioni di editing foto
e video ed è pronto per EMUI10, l’interfaccia utente basata su Android 10. Il
prossimo appuntamento importante con Huawei è adesso, lo ripetiamo, il 19
settembre a Monaco. In molti infatti non aspettano altro che il lancio del
nuovo Mate 30.

F.P.L.




Man of Medan, il videogame in cui ogni scelta ha una conseguenza

Vi siete mai trovati al cinema a vedere un bel film horror e
di dire fra voi e voi: “io avrei agito così”, oppure di pensare: “Ma cosa sta
facendo? Scappa”. Bene, In Men of Medan, primo capitolo di un’antologia dell’orrore
per Pc, Xbox One e Ps4, sarà possibile decidere le sorti dei protagonisti,
instaurare rapporti solidi o antipatie che porteranno alla salvezza o alla
morte. Ogni dialogo è cruciale, ogni decisione importante, ogni dettaglio non
trascurabile. Insomma, Men of Medan è un vero e proprio horror movie da giocare
da soli, in coppia con un altro giocatore online o in 5 seduti sul divano di
casa. Prima di esaminare il software nello specifico però è bene spendere
qualche parola sul team di sviluppo. Supermassive Games non è un nome
particolarmente famoso presso il largo pubblico videoludico. La software house
inglese, fondata nel 2008, ha lavorato per vari anni a piccoli giochi o come
team di supporto nell’ecosistema PlayStation, trovando poi uno spazio sotto i
riflettori grazie ad Until Dawn (PS4, 2015), avventura narrativa
cinematografica dal taglio horror. Dopo di che, il gruppo si è dedicato di
nuovo a produzioni minori, perlopiù per la VR. Ora, Supermassive torna alla
ribalta con un nuovo progetto che è praticamente figlio di Until Dawn: The Dark
Pictures Anthology. Quest’ultimo non è un gioco ma, come il nome fa
perfettamente intuire, una raccolta di opere indipendenti che condividono lo
stesso stile. Il 30 agosto è uscito il primo titolo di questa antologia: Man of
Medan ed è proprio di questo capitolo che vi andremo a parlare in questa
recensione. A livello di trama il gioco si propone subito in maniera
intrigante, dopo un breve prologo ambientato subito dopo la seconda guerra
mondiale, che funge da tutorial ci si trova immersi nel presente, vero tetro
del gioco. I relitti sommersi, si sa, hanno sempre esercitato un certo fascino
nell’immaginario collettivo, attirando gli esploratori più avventurosi che
cercano di svelarne i segreti. Ed è proprio uno di questi relitti ad attrarre
un gruppo di amici: i ricchi fratelli Conrad, interpretato dall’attore Shawn
Ashmore, Julia, il fidanzato di quest’ultima Alex e suo fratello Brad. I
quattro si avventurano con la capitana polinesiana Fliss su una barca per
immersioni verso alla posizione di un vecchio aereo affondato, determinati a
scoprirne i segreti. E’ esplorando questo relitto che vengono a conoscenza
delle coordinate dell’Oro della Manciuria, quello che sembra essere un tesoro a
sole due ore di navigazione dalla loro posizione. Un obiettivo irresistibile
per il gruppo… e non solo per loro. Man of Medan è un’avventura narrativa che
segue la storia dei cinque protagonisti e che, da semplice escursione
esplorativa nel Pacifico meridionale, degenera velocemente trasformandosi in un
vero incubo per tutto il gruppo.

Come già vi abbiamo detto, il nuovo titolo di Supermassive
games è un’avventura fortemente ramificata, in cui ogni scelta, operata tramite
dialoghi (completamente doppiati in italiano) e azioni, può portare a
evoluzioni della vicenda molto diverse. Alcune delle scelte fatte nella prima
ora di gioco potrebbero avere impatti importanti non solo sul finale, ma
sull’intero svolgimento della trama. Anche la formazione dei vari
“gruppi” all’interno della storia può cambiare in base alle scelte
fatte; i protagonisti non sono infatti sempre insieme e spesso si separano in
due o tre gruppi la cui composizione dipenderà dalle azioni, influenzando di
conseguenza il resto della storia. Inutile dire che quest’alta possibilità di
situazioni porta ad un gran numero di eventi, dialoghi ed esiti diversi in base
alle scelte fatte. Di tanto in tanto nel corso della storia, poi, la narrazione
si interrompe portando i giocatori nella biblioteca del Curatore, un uomo
misterioso che sembra sapere tutto di quello che potrebbe o meno accadere. Il
Curatore ogni tanto fa la sua comparsa commentando le scelte fatte e mettendo
chi gioca in guardia su quello che il futuro potrebbe riservare. Questo sarà
l’unico personaggio ricorrente e filo conduttore che si troverà anche nei
futuri giochi della serie “The Dark Pictures”. Parlando di Gameplay,
Man of Medan si presenta come un’avventura in terza persona con ambienti a
telecamera fissa, quindi legata alla regia degli sviluppatori, in cui di volta
in volta si controllano le azioni dei vari personaggi mentre si dipana l’intera
storia. Nei panni del personaggio di turno sarà possibile esplorare l’ambiente,
interagire con alcuni oggetti raccogliendoli ed esaminarli oppure tirando leve,
aprendo porte e così via, o anche scegliere come condurre i dialoghi scegliendo
tra due risposte da dare entro un tempo massimo, oppure non dicendo nulla.
L’esplorazione si conduce in gran parte camminando più o meno lentamente,
talvolta accompagnati da uno o più personaggi, in ambienti prevalentemente
scuri, e senza grandi possibilità di deviazione. In buona parte degli ambienti
esplorabili è possibile trovare stanze opzionali per scoprire segreti ed
informazioni rilevanti sulla storia sotto forma di diari, lettere e telegrammi,
ma di fatto l’esperienza è totalmente lineare al netto delle scelte compiute
nei momenti chiave. Per quanto riguarda la componente horror, Man of Medan
gioca molto sull’atmosfera, sempre molto cupa e misteriosa. Essa aiutata anche
da un ottimo sound design, tiene sempre sulle spine. Inoltre a condire il tutto
non mancano ovviamente moltissimi “jumpscares” a base di teschi, morti e teste
mozzate, che avvengono nei momenti più inattesi provocando più di un sussulto.
Nei momenti più “concitati” ci sono poi le classiche sequenze di
tasti da premere col giusto tempismo, la cui corretta esecuzione può fare la
differenza tra la salvezza e la morte di un personaggio, e sui quali non si può
tornare indietro visto che il gioco salva istantaneamente le azioni compiute.
In alcuni momenti particolarmente tesi, quando ad esempio ci si stà nascondendo
da un pericolo mortale, interviene infine una sequenza “mantieni la
calma” che consiste nel premere un tasto a ritmo con il battito cardiaco
del personaggio, il fallimento di tale evento porterà il giocatore ad essere
scoperto con tutto ciò che ne consegue. Questi meccanismi fanno quindi sì che si
debba stare sempre ben attenti a quello che avviene sullo schermo, senza mai
mollare il pad; una distrazione qualunque o uno sguardo al telefonino possono
infatti modificare irrimediabilmente la storia per il resto della partita, con
l’unica possibilità di ricominciare dall’inizio oppure ricaricare il singolo
capitolo, opzione questa però disponibile solo dopo essere arrivati alla fine
della trama. Avviso per i “furbetti”, chiudere velocemente il gioco per poi
riavviarlo e ricaricare la partita non funziona, perché ogni azione sarà
salvata istantaneamente.

Il gioco non deluderà nemmeno gli appassionati di
esplorazione, infatti Man of Medan offre una buona dose di segreti
collezionabili, 50 in tutto, e 13 dipinti da cercare in giro per l’ambiente.
Questi quadri sono molto importanti in quanto offrono brevi visioni di quello
che potrebbe accadere in futuro. Ovviamente il condizionale è d’obbligo in
quanto il futuro dei protagonisti dipenderà solo ed esclusivamente dalle scelte
fatte da chi gioca. Ovviamente una singola partita non basterà per vedere ogni
singolo filmato o epilogo, quindi se si vuole vedere tutto è necessario
svolgere più di una “run”. Giocare più partite dall’inizio alla fine servirà
infatti non solo per raccogliere tutto ma anche per scoprire le varie
diramazioni della storia, cercare di salvare tutti o anche di trovare il finale
più negativo possibile. Arrivare dall’inizio alla fine della storia richiederà
ogni volta dalle 4 alle 6 ore e la rigiocabilità è molto alta grazie alle tante
variabili in gioco, per cui è necessario rigiocare il tutto almeno due o tre
volte, magari anche in compagnia di amici, se si vuole puntare a scoprire ogni
cosa. Come vi dicevamo all’inizio, Man of Medan vi dà la possibilità di
affrontare l’avventura da soli o in compagnia, il menu principale del gioco presenta
infatti due opzioni iniziali, “Non giocare da solo” e “Gioca da
solo”; mentre la seconda porta alla classica esperienza single player,
selezionando la prima si avrà la possibilità di accedere alle modalità
“Storia condivisa” e “Serata al cinema”. La prima permette
di giocare online con un amico, controllando ognuno un personaggio diverso:
quando i due personaggi sono insieme nella stessa scena, si potrà interagire e
portare avanti insieme la storia, ma poi se/quando si divideranno ognuno
continuerà la storia dalla propria prospettiva, raccontandosi a vicenda quello
che accade e dandosi consigli. La modalità “Serata al cinema” invece
permette ad un massimo di 5 giocatori di seguire l’intera storia davanti alla
TV, passandosi il controller quando è il momento di controllare il proprio
personaggio, o i propri, visto che i personaggi vengono spartiti tra i
giocatori presenti se sono meno di 5 e contribuendo così alle decisioni per
portare avanti la trama. Insomma, con Man of Medan c’è davvero molto con cui
divertirsi. A livello audio il gioco è impeccabile, infatti il titolo offre un
fantastico doppiaggio in italiano e una serie di effetti spaventosi e musiche
sempre consone con ciò che avviene sullo schermo. Anche a livello grafico Man
of Medan regala un buon colpo d’occhio. Gli ambienti di gioco sono ben
realizzati e particolarmente curati, i volti dei protagonisti sono espressivi e
assolutamente credibili. Peccato per il movimento dei ragazzi che a tratti può
apparire legnoso, ma nulla di eccessivamente grave. Durante la nostra prova
(avvenuta su Xbox One X) il titolo in alcuni rari frangenti è risultato
scattoso, però fortunatamente si è trattato solo di fenomeni sporadici. Tirando
le somme, l’ultimo lavoro di Supermassive Games è in generale un titolo che
merita di essere giocato. Parlando del team che ha sviluppato il bellissimo
Untill Dawn, il risultato non tradisce le aspettative, infatti Man of Medan è
un’avventura narrativa/esplorativa assolutamente ben riuscita ed estremamente
divertente. Ovviamente tale titolo non è consigliato a chi cerca un videogame
di azione o uno sparatutto. Lo ripetiamo ancora, Man of Medan è come vedere un
film al cinema con la differenza che saranno il o i giocatori a decidere come
andrà a finire la pellicola.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise




Brescia, tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione: tre nigeriani in manette

La Polizia di Stato di Brescia, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia, ha tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, tre cittadini nigeriani ritenuti responsabili dei reati di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione. L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile bresciana attraverso intercettazioni telefoniche ha permesso di individuare in provincia di Brescia i terminali (un uomo e una donna) di una organizzazione con base in Libia e Nigeria dedita a favorire l’ingresso di giovani donne da avviare alla prostituzione. Il terzo arresto riguarda, invece, una donna, che operava nella città di Torino ed attualmente domiciliata nel mantovano. Attraverso la collaborazione del Servizio Centrale Operativo ed i canali di cooperazione con la polizia nigeriana, è stato compiutamente identificato anche uno dei componenti del sodalizio operante all’estero, con il compito di trasferire le vittime di tratta dalla Nigeria alla Libia, dove venivano imbarcate per farle giungere sulle coste italiane. L’attività investigativa ha confermato le caratteristiche tipiche delle organizzazioni nigeriane dedite alla tratta di esseri umani finalizzate allo sfruttamento sessuale ed in particolare il ricorso a riti magici (juju) e le minacce ai danni dei familiari in patria, strumenti volti a coartare la volontà delle vittime, costrette a versare ai loro aguzzini somme variabili tra i 20 e i 30 mila euro, quale riscatto per affrancarsi dalla madame. Proprio per garantire alla sfruttatrice una rendita per un apprezzabile periodo di tempo, le ragazze, prima di essere avviate alla prostituzione entravano nel sistema di accoglienza e formalizzavano la richiesta di protezione internazionale. Tale escamotage le rendeva di fatto in espellibili fino al termine della procedura per il riconoscimento dello status di rifugiati, che ha una durata molto lunga. Una volta formalizzata la domanda di asilo le vittime venivano indotte a scappare dal centro di accoglienza e costrette a prostituirsi, iniziando a pagare l’oneroso debito. Nel corso dell’indagine, nella quale risultano complessivamente indagati 6 soggetti, tutti nigeriani, è stata raccolta la drammatica denuncia di tre vittime, che dopo aver deciso di affrancarsi dai loro sfruttatori, hanno raccontato tutte le fasi del loro reclutamento e le angherie che hanno dovuto subire durante il viaggio, costituite da violenze fisiche, abusi sessuali e restrizioni forzate presso centri di detenzione libici.




La “neve” a Cefalù: tre persone in manette

I Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Cefalù dalle prime ore dell’alba, hanno dato esecuzione all’ordinanza delle misure cautelari  emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Termini Imerese, su proposta di quella Procura della Repubblica, nei confronti di :

1.    D’ANTONI Ignazio, classe 1967, di Cefalù (PA),  sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico;

2.    MARSALA Marco, classe 1979, palermitano, destinatario della custodia cautelare in carcere;

3.    MARSALA Giuseppe, classe 1976, palermitano, destinatario della custodia cautelare in carcere,

tutti volti noti alle forze dell’ordine, ritenuti responsabili del reato di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “Cocaina”, ex art. 73 D.P.R. 309/90, reati commessi a Cefalù, Campofelice di Roccella e Palermo, da febbraio a luglio 2018.

L’indagine è stata avviata nel febbraio del 2018, quando Marsala Marco, malgrado sottoposto al tempo alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Palermo, veniva sorpreso dai Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Cefalù sulla SS 113 in direzione Cefalù a bordo della sua autovettura mentre trasportava 15 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, avvolta in un cellophane occultato all’interno del copri bullone della ruota posteriore destra. Gli accertamenti esperiti nell’immediatezza dei fatti consentivano di inserire l’episodio dell’arresto in un contesto illecito di più ampia portata, in particolare emergevano le cointeressenze tra MARSALA Marco e D’ANTONI Ignazio nella distribuzione di sostanza stupefacente del tipo cocaina lungo la tratta Palermo – Cefalù.

Da quel momento ha avuto origine una complessa ed articolata attività d’indagine che ha consentito di far luce su un pericoloso sodalizio criminale dedito allo spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina a Cefalù; individuare i canali di rifornimento nel quartiere Villagrazia di Palermo, per il tramite dei due fratelli MARSALA che, in concorso tra loro, assicuravano l’illecito canale di rifornimento nel quartiere “Villagrazia di Palermo”, mentre un terzo complice provvedeva allo smercio della droga sul territorio di Cefalù, per un cospicuo giro d’affari di oltre 10.000 euro al mese durante il periodo estivo.

Nel corso dell’attività d’indagine sono state tratte in arresto in flagranza di reato n. 7 persone e sequestrati complessivamente oltre 150 grammi di Cocaina che venduta al dettaglio avrebbe fruttato un illecito guadagno di oltre 25.000,00 euro.




Torino, smantellata banda della droga: guadagnavano 20 mila euro al mese

Rifornivano di cocaina, hashish e marijuana le Vallette, quartiere alla periferia di Torino, guadagnando fino a 20 mila euro al mese. E, ai clienti che chiedevano il servizio a domicilio, facevano pagare un sovrapprezzo per il carburante. I carabinieri del Comando provinciale di Torino hanno smantellato una banda di spacciatori italo-albanesi tra i 25 e i 50 anni; cinque persone sono finite in carcere, due ai domiciliari e sei sono state sottoposte all’obbligo di firma.
I militari della compagna di Venaria (Torino) hanno individuato i componenti del sodalizio dopo pedinamenti, intercettazioni e riprese video. Il gruppo, che con i clienti fingeva di vendere libri, cassette e bottiglie di vino, si avvaleva di vere e proprie ‘vedette’ che, durante gli scambi di droga, controllavano la zona con i binocoli, per segnalare l’arrivo dei carabinieri. Durante le indagini, scattate nel novembre 2017, i carabinieri avevano già eseguito 8 arresti e sequestrato oltre sei chili di stupefacente.




Roma-Viterbo, nuovo orario: il Comitato Pendolari chiama in causa Regione e Atac

Il Comitato Pendolari RomaNord fa quadrato intorno al nuovo
orario
della ferrovia Roma-Viterbo
presentato da Atac SpA in occasione
della riunione del 4 settembre in Regione, alla presenza dei Sindaci del
viterbese e dell’asse Flaminia. E non mancano le perplessità. “Non possiamo fare
a meno di notare che la nostra ferrovia assume sempre più le sembianze di una gommovia”, attacca Fabrizio Bonnani, nella nota
inviata questa
mattina all’assessorato e alla direzione regionale ai
trasporti, all’Azienda e ai Sindaci stessi.  

“L’orario pubblicato dal Comune di Riano è riferito all’extraurbano”,
recita il documento, “ci chiediamo dove siano finiti i riferimenti sui treni
urbani in vigore dal 16 settembre. Riportiamo l’impietoso confronto, in
allegato, con l’orario invernale precedente, che alleghiamo anch’esso. Si
evidenzia infatti una forte diminuzione dei treni in totale, un corrispondente
aumento delle corse bus sostitutive, un accorciamento delle percorrenze (quindi
tanti km in meno da verificare sul contratto di servizio attuale) e addirittura
bus diretti da catalano a Montebello, sembra senza fermate intermedie, in
fascia alta”.

“Per questo vorremmo conoscere i
razionali che hanno portato alla stesura e condivisione di questo nuovo orario,
nel rispetto della normativa vigente di ANSF”.
Una volta esaurite le considerazioni iniziali, la lettera entra nello specifico,
con quesiti che richiedono risposte. “C’è la riattivazione degli incroci? Perché
sono state cancellate corse che prima erano in fascia di entrata/uscita da
scuole? Tra le ore 12.21 e le 18.21 ci sono solo 4 treni da Viterbo, mentre nel
precedente orario tra le 12.40 e 18.16 ce ne erano 6 disponibili e con partenze
differite di 20 minuti (12.40 invece di 12.21) in modo da raccogliere un bacino
di utenza maggiore, soprattutto all’uscita delle scuole. Dopo le 18.21 non ci
sono più treni da Viterbo”.

E ancora, “quali sono i criteri
adottati per la distribuzione dei bus sostitutivi lungo tutta la giornata?
Perché ci sono corse bus da Montebello a Catalano (es. in partenza ore 9) che
non hanno le indicazioni di fermata nei comuni, ma hanno una “X”? Sono bus
diretti? Se così fosse, a cosa servono? Avete tenuto presente che questo
aumento di trasporto su gomma su vie di comunicazione già ‘affollate’ porta
conseguentemente a un aumento di traffico, tempi di percorrenza, stress e
inquinamento? Questa è l’intermodalità ecosostenibile che si intende
perseguire?”

“Se l’orario proposto entra in
vigore nella versione in cui è stato diffuso ci saranno, secondo noi, grossi problemi:
tanti pendolari e anche tanti genitori sono anche molto preoccupati per gli
spostamenti dei loro figli tra gli istituti dei comuni nella parte alta, che
non si riesce a gestire con l’offerta di trasporto appena comunicata. Vi
chiediamo quindi di analizzare nel dettaglio la tabella degli orari, anche
confrontandola con la proposta a voi pervenuta tramite l’associazione TrasportiAmo e alcuni Sindaci nella
riunione del 4 settembre scorso, per rivederla al fine di fornire un servizio
pubblico adeguato alla domanda e al contratto vigente e di integrarla con i
treni relativi al servizio urbano da Montebello a Roma-Flaminio”.

“Inoltre”, conclude la nota, “vorremmo sapere se le stazioni extraurbane verranno riaperte la mattina e soprattutto in orario di passaggio dei treni poiché spesso questa estate erano inesorabilmente chiuse, come segnalato da più utenti in transito”. Qualcuno si prenderà la briga di rispondere nell’interesse dei cittadini? Sono aperte le scommesse.