Palermo, Caramanica (RA): “Morti sospette e ambiguità al canile. Denunciamo Orlando”

PALERMO – Riceviamo e pubblichiamo la nota della segretaria nazionale del partito Rivoluzione Animalista, Gabriella Caramanica.

“Morti sospette, cani malati o stipati alla meno peggio, rischio emergenza ambientale ed igienico-sanitaria, una gestione mediocre e ambigua, conditi da un silenzio istituzionale imbarazzante e un ostruzionismo politico allarmante. Benvenuti al canile comunale della Palermo, governata dal sindaco Orlando che, nonostante denunce mediatiche e richieste di chiarimento, continua a fare il pesce in barile e non si pronuncia sull’annosa condizione della struttura municipale. Un comportamento vergognoso, che Rivoluzione Animalista condanna con forza, nella speranza che il primo cittadino si ravveda e risponda alle nostre sollecitazioni animaliste e a quelle dei cittadini. Intanto, vale la pena rinfrescare la memoria ad Orlando. Sindaco, vorremo sapere: quanti cani ci sono all’interno del canile di Palermo? Che associazioni vi operano e se sono iscritte all’albo regionale della Sicilia? Questi volontari, a suo giudizio, operano con professionalità e competenza? Con quale criterio e quali autorizzazioni vengono spostati i cani presso altre strutture del Nord Italia: con adozione, affido o stallo? E ancora: è vero che all’interno del canile di Palermo sono stati riscontrati casi di parvovirus? Come è possibile che i cuccioli si ammalino di questo virus, se sono vaccinati? Inoltre, nulla viene detto dall’amministrazione comunale in merito alla sanificazione, alle mancate sterilizzazioni dei cani e alla pulizia degli ambienti, al rispetto dei requisiti minimi di assistenza medico-veterinaria, e alle condizioni igienico-sanitarie del canile, le cui segnalazioni sono tutt’altro che rassicuranti. Ricordando, dunque, che il sindaco Orlando è l’autorità massima preposta alla tutela dei diritti animali, vorremmo sapere cosa sta facendo per adempiere al suo dovere istituzionale. Torniamo a rinnovare la nostra richiesta di incontro e stiamo studiando la possibilità di procedere con una denuncia penale nei confronti del primo cittadino, del delegato comunale al randagismo e di tutti coloro che si stanno rendendo protagonisti dello scempio in atto nel canile di Palermo”.




A Genzano di Roma Live-writing de “Lo Stato Sociale” alla Mondadori: così la ‘vita’ diventa ‘storia’

Esilarante live-writing alla Mondadori Bookstore di Velletri con la band bolognese “Lo Stato Sociale”. Di fronte ad un pubblico composto da tanti giovanissimi, il noto gruppo musicale ha dato vita ad una esilarante presentazione del libro uscito il 19 settembre, “Sesso, droga e lavorare”, che proprio in questo mese di settembre ha compiuto un tour in varie città italiane (Bologna, Torino, Milano, Firenze, Roma, Bari, Napoli e Velletri). Il volume, pubblicato da “Il Saggiatore”, racchiude diverse storie che, come hanno spiegato gli artisti, partono dalla verità e degenerano nella fantasia. Ed è proprio una lettura ad aver inaugurato la serata: un corteggiamento, un amore strano, un rapporto controverso e poi le delusioni e le emozioni di un ragazzo quasi sorpreso di se stesso. Il capitolo VIII del libro è uno dei più vicini alla realtà giovanile, racconta con parole semplici ed espressive un mondo che tutti gli adolescenti e i ragazzi vivono. Ma l’evento andato in scena alla Mondadori ha puntato forte sul coinvolgimento del pubblico, così “Lo Stato Sociale” ha chiamato alcuni dei presenti a raccontare le loro esperienze sui tre temi portanti del libro: sesso, droga, lavoro. Naturalmente, tra imbarazzi e sorrisi, il risultato è stato scoppiettante. Tutto è stato messo agli atti e scritto, per la grande chiusura finale. Non sono mancati gli intervalli musicali, applauditi dal pubblico, che ha accompagnato con applausi e cori l’esibizione. Al termine delle “interviste” fatte dagli artisti al pubblico, sono uscite fuori le storie raccontate e romanzate durante il “writing”: “Abbiamo rubato un po’ di spunti e questo è quello che ci viene in mente”, ha detto Ludovico Guenzi, voce della band. L’esasperazione e l’umoristica connotazione data alle testimonianze portate dal pubblico veliterno hanno dato vita a interpretazioni grottesche, forti e accattivanti, proprio come è nello stile del libro “Sesso, droga e lavorare”. Prima del lunghissimo firma-copie inevitabile l’esecuzione del pezzo “Una vita in vacanza”, che nella sua profondità e mai banale trama mette d’accordo giovani e meno giovani. Per la Mondadori Bookstore dopo il successo di “Velletri Libris” un inizio in grande stile per la “stagione autunnale” e sono già fissati i prossimi appuntamenti con Dulce Maria Cardoso (1 ottobre, ore 18.30) a Velletri, Sveva Casati Modigliani (3 ottobre, ore 18.30) sempre a Velletri e Marco Buticchi (4 ottobre, ore 18.30) a Genzano.




Prato, scoperta piantagione di cannabis

Scoperta piantagione di cannabis, due arresti.
Prosegue l’azione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Prato quotidianamente impegnati nel controllo del territorio finalizzato a garantire sicurezza e rispetto della legalità. E nel mirino dell’Arma c’è sempre la lotta alla droga. In tale contesto, un’altra importante attività è stata condotta dai militari della Tenenza di Montemurlo che sabato sera hanno tratto in arresto due italiani di 47 e 52 anni ritenuti responsabili
del reato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, molto probabilmente destinata ai giovani delle province di Prato e Pistoia in concomitanza con il rientro dalle vacanze estive ed il ritorno a scuola. L’indagine è iniziata qualche settimana fa quando i Carabinieri della Tenenza di Montemurlo, scandagliando gli ambienti degli assuntori di stupefacenti, hanno appreso la notizia di un presunto giro
di marijuana fai da te coltivata in larga scala nelle campagne tra Montemurlo e la limitrofa provincia di Pistoia. Nello specifico, i militari della Tenenza di Montemurlo, nel corso di un servizio mirato, hanno quindi sorpreso i due a coltivare una piantagione di canapa indiana in un terreno occultato nella fitta vegetazione nei pressi della strada Statale nel comune di Quarrata, composta da circa 10 piante in pieno stato vegetativo e pronte per la raccolta, di altezza variabile tra 2 e 3 metri nascoste all’interno di una serra. Entrambi gli arrestati sono stati sorpresi dai militari mentre innaffiavano le piante. Sul posto è stato rinvenuto tutto il materiale necessario per il confezionamento, la pesatura, la suddivisione delle dosi, la cura e l’irrigazione della piantagione. Nel corso della successive perquisizioni personali e domiciliari presso le abitazioni dei due, i militari hanno rinvenuto ulteriori foglie marijuana con svariate infiorescenze essiccate e marijuana già pronta per essere immessa sul mercato. I due arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni in attesa di comparire davanti all’autorità giudiziaria pistoiese.




Caso Meredith, semilibertà per Rudy Guede

Il tribunale di Roma ha respinto l’istanza con la quale Rudy Guede (che sta scontando nel carcere di Viterbo 16 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia) ha chiesto di essere affidato ai servizi sociali. I giudici gli hanno però concesso la semilibertà, consentendogli di collaborare con il Centro studi criminologici di Viterbo per alcune ore al giorno rientrando in carcere la sera.

Il provvedimento scaturito dall’udienza che si è tenuta il 20 settembre davanti al tribunale è stato notificato oggi a Guede. I giudici hanno così in parte accolto un’istanza del suo legale, l’avvocato Fabrizio Ballarini. Secondo i pareri degli operatori e gli psicologi della casa circondariale di Viterbo presso la quale è già stato detenuto per 12 anni, esaminati nel procedimento davanti ai giudici romani, Guede – apprende sempre l’ANSA dalla sua difesa – si è sempre comportato “in maniera esemplare” e il tribunale ha “preso atto” della qualità del percorso didattico e umano dell’ivoriano. Pertanto il tribunale ha stabilito che possa collaborare con il Centro studi criminologici di Viterbo. Cosa per altro che già avveniva ma in base all’articolo 21 del regolamento carcerario




Tor Bella Monaca: carabinieri di Frascati sgominano piazza di spaccio

ROMA – Nel pomeriggio di ieri, al termine di una attività investigativa, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Frascati hanno arrestato un romano di 33 anni, nullafacente e incensurato, con l’accusa di detenzione e coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I Carabinieri dopo aver effettuato dei mirati servizi di osservazione e pedinamento hanno eseguito una perquisizione presso l’abitazione dell’uomo al termine del quale hanno rinvenuto e sequestrato 40 dosi di hashish, per un peso di circa 100 grammi, 20 dosi di marijuana, per un peso di circa 20 grammi e una dose di cocaina. In una stanza dell’appartamento i militari hanno anche rinvenuto una serra artigianale con al suo interno 6 piante in fluorescenza dell’altezza di circa un metro, nonché vario materiale per il confezionamento delle dosi, un bilancino di precisione e varie lampade.

Dopo l’arresto, il 33enne è stato portato in caserma. Tutto il materiale rinvenuto unitamente alla droga è stato sequestrato.

Successivamente su disposizione dell’Autorità Giudiziaria l’uomo è stato condotto presso il proprio domicilio, in regime di arresti domiciliari, in attesa del rito direttissimo.




Cassia bis, rifiuti. Cangemi in prima linea per la lotta agli incivili: “Presto le piazzole saranno protette dalla videosorveglianza”

Tempi duri per gli incivili che abbandonano i rifiuti sulla Cassia bis. Presto le piazzole prese di mira per abbandonare rifiuti di ogni genere saranno protette da sistemi di videosorveglianza grazie al protocollo d’intesa promosso dal Consiglio regionale del Lazio, insieme al responsabile Anas-Area compartimentale Lazio, il presidente del Municipio XV, al sindaco del Comune di Formello e che coinvolge anche il Parco di Veio.

“Si tratta di un provvedimento importante – ha detto il Vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Cangemi – frutto di una sinergia che permetterà di dare risposte celeri e concrete.”

L’intervista di Chiara Rai all’On Giuseppe Cangemi

Cangemi, insieme ai consiglieri comunali di Formello Giancarlo Zuccheri e Domenico Cagnucci, e il consigliere del Municipio Roma XV Giuseppe Mocci sono intanto scesi in campo in prima persona per fare pulizia dopo che i soliti incivili avevano riabbandonato rifiuti sull’arteria stradale.
“Ancora una volta gli incivili hanno colpiti abbandonando decine di sacchi di rifiuti urbani lungo la Cassia bis, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ripulito la strada. Un gesto di educazione civica perché non vogliamo arrenderci al malcostume che sembra non avere fine. I soliti mascalzoni che pensano di farla franca hanno sporcato di nuovo dopo che Anas aveva pulito le piazzole e a bordo strada. Presto le aree che qualcuno ha scambiato per discariche, saranno protette da un sistema di videosorveglianza”.




“La mia libertà-Note in Carcere”, Cangemi: “Stiamo lavorando per ripetere l’iniziativa a dicembre”

I grandi successi di Enrico Ruggeri hanno chiuso la prima edizione del progetto ‘La mia liberta’-Note in Carcere’, nato da un’idea di Franco Califano per portare la musica nelle carceri, promosso dal vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi, e realizzato insieme all’agenzia Joe&Joe.

Enrico Ruggeri e’ stato accolto nel teatro della casa circondariale di Civitavecchia, ristrutturato dai detenuti e inaugurato con l’esibizione del cantautore italiano. In platea insieme a detenute e detenuti, il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Giuseppe Cangemi, il direttore del carcere Patrizia Bravetti, rappresentanti dell’amministrazione comunale e delle tante associazioni che sostengono le attivita’ dell’istituto penitenziario.

La rassegna ‘La mia liberta’-note in Carcere’, partita a luglio, ha coinvolto le strutture penitenziarie Rebibbia femminile, Casa circondariale di Velletri, Regina Coeli, Rebibbia Nuovo Complesso, Casa Circondariale di Civitavecchia dove si sono esibiti oltre ad Enrico Ruggeri, Paolo Vallesi, Dolcenera, Marcello Cirillo e Mario Zamma.

“A Civitavecchia termina la prima edizione del progetto che ha riscosso grande apprezzamento negli istituti – afferma Cangemi – Volevamo esaudire il desiderio di Franco Califano, di portare, attraverso la musica, serenita’ e sostegno nelle carceri, non solo ai detenuti ma a tutto il personale impegnato ogni giorno nella gestione della vita carceraria.

Stiamo lavorando per ripetere l’iniziativa a dicembre, durante il periodo natalizio – prosegue Cangemi – particolarmente delicato per chi si trova in stato di detenzione. Ringrazio i direttori che hanno accettato di condividere con noi questa esperienza e gli artisti per la disponibilita’, l’impegno e l’intensita’, davvero tanta, con cui hanno affrontato questo cammino negli istituti penitenziari”.




Lazio, politica a confronto: Luca Andreassi (PD) e Marco Cacciatore (M5s) su piano rifiuti 2019-2025

La giunta regionale del Lazio
ha approvato ad agosto il Piano rifiuti 2019-2025, che prevede
l’autosufficienza di Roma nella gestione della spazzatura con impianti per il
trattamento e lo smaltimento, ovvero con una discarica di servizio. Inoltre è
previsto l’innovativo presidio industriale di Colleferro, la raccolta
differenziata al 70% nel Lazio entro il 2025, legalità e investimenti regionali
per sostenere Comuni e aziende pubbliche nella realizzazione di impianti per il
trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.

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Piano Rifiuti 2019-2025: le posizioni del professor Luca Andreassi (Facoltà di Ingegneria all’Università di Tor Vergata ed esponente del partito Democratico e del Consigliere regionale del Lazio Presidente della X Commissione Urbanistica-Politiche Abitative e Rifiuti Marco Cacciatore 

Nel Piano rifiuti regionale è
ricompresa anche la dismissione del termovalorizzatore di Colleferro,
assegnando a LazioAmbiente la progettazione di un nuovo presidio industriale.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 26/09/2019

Il nuovo complesso vedrà la luce nel 2021

In pratica sarà incentivata la promozione dei centri per il riuso alla realizzazione dell’innovativo compound industriale di Colleferro, dove verranno trattati i rifiuti indifferenziati con processi di lavorazione a freddo, permettendo il recupero di materie prime secondarie, senza alcun impatto ambientale, che potranno essere rimesse sul mercato. Ma ci sono dubbi sulla sua fattibilità e finalità.

Inoltre, per contribuire a
colmare il gap impiantistico, la Regione stanzierà circa 6 milioni di euro, che
verranno messi a disposizione di Comuni e aziende pubbliche del settore,
attraverso un bando pubblico, per la realizzazione di impianti di trattamento e
smaltimento dei rifiuti.

È di qualche giorno fa infine
la notizia che la Giunta regionale abruzzese ha autorizzato, su proposta
dell’assessore Nicola Campitelli, il trattamento di ulteriori 16 mila
tonnellate di rifiuti negli impianti di Aielli (Aciam) e Chieti Scalo (Deco
Spa), in base ad un accordo sottoscritto tra Regione Abruzzo e Regione Lazio,
dopo aver verificato la compatibilità ambientale e gestionale. Si tratta di
rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Roma capitale.

Nel frattempo lo scorso 17
settembre è stata approvata in Consiglio Regionale del Lazio la proposta di Legge
113, a prima firma del consigliere Marco Cacciatore (M5S) volta a incentivare
le pratiche di compostaggio aerobico di comunità, di prossimità,
l’autocompostaggio e il compostaggio domestico. Come verrà digerita dai
cittadini del Lazio?




Omicidio Alpi – Hrovatin, i giornalisti: “Noi non archiviamo”

“Noi non archiviamo” il sit-in per chiedere di non archiviare l’indagine sull’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin avvenuto il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio in Somalia, quello organizzato lo scorso venerdì 20 settembre sotto l’ingresso del Tribunale di piazzale Clodio a Roma dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana insieme all’Unione Sindacale Giornalisti Rai, al Comitato di redazione del Tg3, ad Articolo 21, a Libera e Libera Informazione, ad Amnesty International Italia, all’Ordine dei giornalisti del Lazio e dalla Rete NoBavaglio.
Le persone intervenute al raduno hanno chiesto con forza di continuare le indagini per individuare gli esecutori e i mandanti dell’omicidio di Ilaria a Miran e di accertare le responsabilità di chi ha depistato le indagini.

Il sit in è stato organizzato a seguito della seconda richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Elisabetta Ceniccola dopo che nel giugno del 2018 il Gip, accogliendo un’istanza dei legali della famiglia Alpi, aveva disposto ulteriori accertamenti dai quali, però, a detta del pm, non sono emersi elementi tali a proseguire le indagini. Ora si attende l’esito della decisione che prenderà il Gip di Roma che si è riservato di decidere in merito alla richiesta di archiviazione, avanzata dalla Procura. Una cosa è però certa: i giornalisti non archiviano.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 26/09/2019



Puglia, allarme batterio Xylella: nuovi ulivi contagiati

Il batterio della Xylella va diffondendosi in maniera non indifferente in diverse zone della Puglia. In seguito al monitoraggio avvenuto lo scorso mese di agosto, sono stati ritrovati ben 61 nuovi alberi d’ulivo infetti, nelle province di Taranto e Brindisi. Un risultato alquanto preoccupante, che testimonia come il batterio sia diventata una concreta minaccia per gli agricoltori.
“Da sempre sosteniamo che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della politica, della burocrazia e della giustizia”. – sottolinea il vicepresidente della Cia Agricoltori Italiani di Puglia, Giannicola D’Amico– aggiungendo che “i nuovi focolai ritrovati a Montemesola e San Marzano, purtroppo, confermano come anche in provincia di Taranto vi sia un consolidamento delle infezioni.”
A riguardo si è espresso anche il Presidente della Commissione Regionale bilancio, Fabiano Amati: “Per evitare la diffusione del batterio, auspico che i sindaci dei comuni interessati, a cui sono stati notificati gli atti d’estirpazione, collaborino con la Regione Puglia, assistendo i proprietari delle piante infette nella più rapida e preferibile esecuzione volontaria dei provvedimenti”.
Il procedimento per abbattere la minaccia prevede l’estirpazione volontaria degli alberi infetti, previo compilazione di un modulo scaricabile da internet, per autorizzare l’estirpazione degli alberi; effettuazione dei trattamenti fitosanitari preventivi autorizzati; infine, distruzione in loco della parte frondosa dell’albero, separata dal tronco, mediante trinciatura o (se consentito) bruciatura.

Giampiero Laera




Mafia nigeriana, tra le più pericolose organizzazioni criminali presenti in Italia [prima puntata]: la “Costa degli Schiavi” e la religione Voodoo

Un quadro inquietante sulla mafia nigeriana presente nel nostro paese quello che emerge dall’ultimo rapporto stilato dalla Direzione Investigativa Antimafia riferito al 2 semestre 2018. Una relazione alla quale la DIA ha dedicato ben 34 pagine in cui viene effettuato un dettagliatissimo focus su quella che rappresenta un’organizzazione criminale in forte espansione, ormai da anni, sul nostro territorio. Iniziamo quindi un viaggio sulla mafia nigeriana partendo da quelle che sono le radici che si affondano nella religione, nelle tradizioni, nelle usanze e nei riti che fanno parte delle popolazioni di quel tratto di costa africana che si affaccia sul Golfo di Guinea, che per antica memoria conserva ancora oggi il nome di “costa degli schiavi”. Un’area che ha visto svilupparsi nel corso di alcuni secoli una delle religioni più strutturate e complesse di tutto il continente africano: la religione Vudù tutt’oggi ancora diffusissima.

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IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA DEL 26/09/2019

Ma cos’è esattamente il Vudù? A spiegarlo è padre Bruno Gilli missionario comboniano laureato in etnologia, una delle massime autorità per quanto riguarda lo studio e la conoscenza di questa religione e che ha svolto per diversi decenni attività di evangelizzazione in Togo presso la popolazione Ouatchis.

I vudù si nutrono di sangue e quindi il sacrificio di animali è un elemento costante in tutti i riti e in tutte le cerimonie in cui si voglia sollecitare un intervento diretto del Vudù o placare la sua collera.

Tra gli Ouatchis i sacrifici vengono compiuti normalmente in determinati luoghi adibiti al culto Vudù e quindi sacri dove a nessun estraneo è permesso l’accesso se prima non ha ottenuto in un’apposita udienza l’autorizzazione del capo villaggio a cui nessuno può opporsi nemmeno lo stesso ministro del culto con tutta la sua autorità.

L’aspetto che più caratterizza questa religione è rappresentato dal lungo e complesso procedimento di iniziazione che gli adepti devono seguire all’interno di appositi recinti sacri o conventi prima di poter essere considerati Vudussi cioè persone sacre a tutti gli effetti.

Drappi bianchi o bianchi e rossi segnalano sempre questi luoghi sacri dove per la durata di circa tre anni un gruppo di fedeli, sotto la guida di un ministro del culto, si sottopone ad un austero regime di vita. Solo attraverso il distacco dal mondo esterno la stretta osservanza delle rigide norme comportamentali e l’apprendimento della lingua sacra è possibile entrare in intima comunione con la divinità. I tre anni di iniziazione si concludono poi con la funzione del tudedè o della soppressione degli interdetti. Con questo rito gli iniziati vengono sciolti dai divieti imposti loro durante il periodo del convento e possono nuovamente parlare la lingua profana, quindi vengono reintegrati nella società come individui sacri portatori di nuovi valori etici.

Durante queste pratiche vudù si può assistere a scene dove gli iniziati perdono il controllo delle loro azioni, a significare che il vudù è entrato nel loro corpo impossessandosene, con la conseguenza che da questo momento non sono più padroni di loro stessi in quanto le azioni sono controllate dal vudù che li possiede. E lo stato di possessione non gli fa temere ne’ il pericolo ne’ il dolore. Durante queste cerimonie si possono vedere questi nuovi vuduni salire sul tetto di una capanna e iniziare a ferirsi con il machete o con un oggetto tagliente senza mostrare il minimo segno di dolore.

In questo clima di esaltazione, dietro la simbologia ingenua e primitiva di queste ritualità, si percepisce il profondo misticismo dell’anima africana. Resta comunque un aspetto oscuro e controverso di questa religione ovvero l’ipotesi inquietante dei sacrifici di umani.

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Da sinistra: Luca Andreassi (PD), Marco Valerio Verni (Avvocato espero in mafia nigeriana), Roberto Cuccioletta (FDI) ospiti di Chiara Rai (Giornalista) nella puntata di Officina Stampa del 26/09/2019 hanno parlato dei fenomeni legati a questa organizzazione criminale