“Io e mia nonna”, un cortometraggio che parla di Alzheimer

‘Io e mia Nonna’ nasce dall’idea di Filippo Piluso e di Christian Negroni di voler raccontare la quotidianità di una nonna malata di Alzheimer tra scene da copione e scene improvvisate.

I protagonisti del Cortometraggio sono gli stessi della vita reale

Dal Corto promana tutta la difficoltà nel vedere accanto a sè una persona con una memoria atrofizzata, dai comportamenti infantili, accudita da badanti difficilmente in grado di reggere a lungo termine la durezza del lavoro. Da qui il fulcro della storia: sfogare la nostra frustrazione sulle persone che più amiamo perchè non riconoscono più i nostri volti, sottoporli a domande incalzanti per ricordare il poco che ancora hanno in memoria. Ma tutto ciò aiuta la loro malattia? Le neuroscienze dicono di no. E a prescindere dalle dovute differenze tra demenza senile e Alzheimer, solo la percezione di un ambiente amorevole e pacifico aiuta realmente queste persone, che nel loro inconscio sono così portate a vivere con più serenità. È fondamentale quindi domandarsi come gestire la convivenza.

Questo è il tema del corto

Mentre l’obiettivo è quello di dare una visione diversa: una revisione. Rendere migliore la vita del malato (la nonna) e di chi gli sta vicino (suo nipote Filippo Piluso).

Il progetto che per completarsi ha impiegato 3 anni è stato elaborato inizialmente da due ragazzi che successivamente sono diventati una troupe di dieci membri. I giovani coinvolti si dividono tra tirocinanti e professionisti del settore. L’attrezzatura è stata fornita dall’Istituto Rossellini di Roma.

Il primo fotografo Ludovico Paiela era ancora studente dell’Istituto all’inizio delle registrazioni, il secondo fotografo Michelangelo Fratianni si è laureato al Dams di Roma tre, il co-sceneggiatore Christian Negroni viene da Storia del Cinema alla Sapienza, così come il montatore-colorist e aiuto alla regia Gabriele Tramontozzi, coadiuvati da un professionista del settore, addetto all’audio Gianluca Tomei. La colonna sonora di William Correale, talentuoso musicista dei Fil the Wild Nichilism e studente di Medicina, e degli Amsterdam Klezmer Band, gruppo klezmer-balkan di Amsterdam, noto nello scenario musicale indipendente europeo.

Il Corto è stato candidato nel mese di aprile in diversi Festival di alcune città italiane tra cui Lenola, Grosseto e Sessa Aurunca e Visciano.

Essendo stato realizzato con un budget totale di 150 euro, il documentario non voleva avere delle pretese tecniche da grandi Festival ma lasciare comunque un contenuto forte da poter suscitare l’interesse dei vari soggetti nel settore delle malattie neurodegenerative.




La consegna dei premi al MIA Market chiude l’edizione record del più importante evento di mercato in Italia

La quinta edizione del MIA, Mercato Internazionale Audiovisivo che si è tenuta a Roma, dal 16 al 20 ottobre 2019 si è chiusa con un successo senza precedenti e forti consensi da parte degli oltre 2500 operatori del settore partecipanti.

Domenica 20 ottobre, nel corso della cerimonia di chiusura, sono stati consegnati due premi da parte di partner di primo piano del MIA come Eurimages e Natinal Geographic. Riconoscendo Roma come uno dei mercati di coproduzione europea di maggior successo, Eurimages, il Fondo Europeo del Consiglio d’Europa, ha affidato alla giuria del 2019, composta da Fiorella Moretti, Ewa Puszczynska e Tobias Pausinger, il compito di selezionare il vincitore dell’Eurimages Co-Production Development Award: un premio in denaro di 20.000 euro per lo sviluppo del progetto che meglio riflette i criteri di collaborazione e coproduzione che ispirano Eurimages.

La Giuria ha assegnato l’Eurimages Co-Production Development Award a Triumph di Kristina Grozeva e Petar Valchanov prodotto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov per Abraxas Film, Il premio è stato consegnato da Susan Newman, Project Manager di Eurimages, durante la cerimonia finale di premiazione del MIA, che si è tenuta domenica 20 ottobre presso il cinema Quattro Fontane. National Geographic tornava anche quest’anno a sponsorizzare il Premio per il Miglior Pitch, confermando la vocazione del MIA|DOC nell’individuare progetti capaci di combinare grandi qualità artistiche e produttive e significative potenzialità commerciali. Il vincitore dell’edizione 2019 è ‘I diari segreti del Papa – Gli Archivi Segreti Vaticani della WWII’, documentario-evento di Simona Ercolani e Cosetta Lagani, prodotto da Stand by Me con Vatican Media. Il progetto, dal forte interesse internazionale, prende spunto da una decisione storica di Papa Francesco: a marzo 2020 gli Archivi Segreti del Vaticano, contenenti i documenti della Seconda Guerra Mondiale, verranno aperti e i 16 milioni di documenti, sinora secretati, saranno rivelati. In occasione del 75° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, il documentario svelerà per la prima volta la verità sulla posizione della Chiesa, in particolare del Pontificato di Pio XII, in relazione al Nazismo e all’Olocausto, attraverso le evidenze che emergeranno dai documenti sinora secretati, da testimonianze inedite e immagini esclusive. Nel corso della cerimonia, è stato consegnato inoltre Il Premio Carlo Bixio, giunto all’8a edizione. Scopo dell’iniziativa – che il MIA ha ospitato per il terzo anno consecutivo – oltre a ricordare il grande e lungimirante produttore, è quello di premiare ed incoraggiare sceneggiatori di serie televisive di età compresa tra i 18 ed i 30 anni. Come è ormai tradizione Rai e Mediaset ad anni alterni consegnano il Premio, e quest’anno è stato RTI a riconoscere 5.000 euro al miglior concept e 10.000 euro alla migliore sceneggiatura, oltre alla possibilità di firmare un contratto per la realizzazione dei testi vincitori. A questi premi, si aggiunge il premio ‘SIAE Idea D’Autore’, di 3.000 euro, consegnato a chi ha proposto lo spunto di scrittura più originale. Merito quindi a SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, sponsor del Premio, ad APA, che dalla prima edizione si è presa carico dell’organizzazione, al comitato promotore (Eleonora Andreatta/Direttore RaiFiction, Francesco Nardella/Vice Direttore RaiFiction, Daniele Cesarano/Direttore Fiction Mediaset, Giancarlo Scheri/Direttore Canale 5 e Chiara Sbarigia/Direttore Generale APA), e ai giurati (Francesca Galiani per RTI, Leonardo Ferrara per RAI, Ivan Cotroneo, Graziano Diana, Francesco Vicario e Monica Rametta), che insieme a Gabriella Campennì Bixio, presidente del Premio, hanno selezionato i lavori e scelto i più meritevoli. Ecco i tre lavori vincitori:

Ingannamorte & Figli, di Vincenzo Cascone, Eleonora Galasso, Lorenzo Ongaro ha vinto il Premio Carlo Bixio per la migliore sceneggiatura, per l’originalità della proposta che riesce ad affrontare temi scomodi e spinosi con ironia e sarcasmo. Una commedia immersa nel territorio vesuviano dove due famiglie, una di becchini e l’altra di camorristi si fanno la guerra, e che grazie ad una scrittura brillante gioca con abilità con gli stereotipi del genere, muovendosi tra i toni dell’umorismo nero, raggiungendo a volte picchi di vero divertimento.

Fiele, di Dario Ascolese, ha vinto il Premio Carlo Bixio per il miglior concept per la sapienza romanzesca con cui in una Napoli violenta e contemporanea ci accompagna nel drammatico percorso del protagonista: un’anima divisa in due tra riabilitazione e crimine.

In Trap, di Elia Andreotti e Luigi Cervellati ha vinto il Premio SIAE – Idea d’Autore per l’originalità che mette in scena la musica e l’ambiente Trap come elemento di crescita e formazione, in un racconto teen potenzialmente fuori dagli schemi.

Il Premio Carlo Bixio anche quest’anno ha avuto l’onore di ricevere la medaglia del Presidente della Repubblica, riconoscimento importante per chi, come in questa occasione, dà ascolto alla voce dei giovani.

Anche quest’anno, la Regione Lazio ha assegnato il Premio Lazio Frames al titolo che più valorizza il territorio della Regione, a un’opera presente nelle sezioni del MIA – What’s next italy, Greenlit e Italians doc it better – il cui contenuto, impatto produttivo, possibili sviluppi internazionali e il coinvolgimento di risorse del territorio possono rappresentare al meglio le potenzialità produttive del Lazio, mettendo in evidenza i talenti e le location del territorio. Il premio è stato vinto da Simone Isola e Fausto Trombetta per Se c’è un Aldilà Sono Fottuto. Vita e Cinema di Claudio Caligari.




Sibelius e l’Italia, a Roma e Bologna la presentazione del libro

Il volume, in presentazione a Roma, costituisce un prezioso contributo di nuovi studi su Jean Sibelius, il grande compositore finlandese, con una messa a fuoco sulla statura dell’artista, sul suo contesto familiare e socio-culturale, attraverso nuove prospettive sul rapporto privilegiato e fruttuoso che il maestro ebbe con l’Italia, percepita come terra ideale, sorgente di natura e arte figurativa, di cui conservò per tutta la vita un’impressione straordinaria.

Dall’amicizia con Ferruccio Busoni al confronto storico- artistico con compositori come Mascagni, Puccini, Respighi, ai viaggi tra Venezia, Firenze, Foligno, Rapallo, Napoli, Capri e Roma, della quale scrisse “Di tutte le città che ho visto Roma è la più bella e la più aristocratica”. Dopo il primo concerto nel 1904 a Bologna, diretto da Arturo Toscanini, le sue musiche furono spesso eseguite in Italia; egli stesso, nominato nel 1916 accademico di Santa Cecilia, diresse nel 1923 all’Augusteo un concerto monografico di proprie composizioni e, nel luglio 1929, il Governo Italiano gli conferì l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Corona d’Italia. Un paese, il nostro, che ha influenzato profondamente l’orizzonte spirituale e lo stile di questo compositore, punto di riferimento di una giovane nazione, la Finlandia, che ha essa stessa verso l’Italia, Roma, la lingua latina e la nostra civiltà una particolare ammirazione, considerazione e devozione.

I saggi – quattro dei quali in lingua inglese – trattano argomenti interdisciplinari e anche inconsueti: il ‘paesaggio sonoro’ dell’Italia conosciuta da Sibelius, attraverso incisioni discografiche d’epoca; le musiche di Sibelius nel cinema e nei media; lo stato di avanzamento della pubblicazione dell’edizione critica delle sue opere; il suo rapporto con la canzone napoletana e le frequenti visite all’isola di Capri; un confronto tra gli itinerari di viaggio in Italia degli artisti e degli architetti del Romanticismo nazionale finlandese con l’esperienza italiana di Jean Sibelius per indagare i riflessi della classicità e delle atmosfere mediterranee sulle scelte compositive e linguistiche del musicista; le scelte di repertorio e l’interpretazione da parte dei più affermati direttori d’orchestra italiani; la ricezione delle composizioni sibeliane da parte della critica coeva. Segno della pur lenta, ma progressiva maturazione degli studi sibeliani in Italia, il libro parla ai musicisti, agli studiosi, agli addetti ai lavori ma anche agli appassionati e al grande pubblico, e corona degnamente la serie di iniziative con cui l’Italia ha celebrato nel 2015 la nascita di Sibelius, le cui composizioni sono ovunque eseguite da importanti interpreti ma del quale è ancora necessario nel nostro paese diffondere e approfondire la conoscenza. Nella stessa serata del 24 ottobre, alle ore 19.30, all’ Auditorium Parco della Musica di Roma è prevista nel programma della serata l’esecuzione del Concerto per violino di Sibelius con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Mikko Franck e la violinista Anna Tifu. Da segnalare al riguardo che attualmente nell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra e il Coro si avvalgono della presenza di un Direttore Ospite Principale: appunto il finlandese Mikko Franck, classe 1979, uno dei dirigenti più importanti della sua generazione, affermatosi a livello internazionale sui palcoscenici sinfonici e operistici. Nel suo incarico triennale a Roma, Mikko Franck dirigerà almeno tre produzioni in ogni stagione concertistica di Santa Cecilia e una tournée nazionale o internazionale.

Presentazione del libro curato da Annalisa Bini, Flavio Colusso e Ferruccio Tammaro presso Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Museo degli Strumenti Musicali, Roma, Parco della Musica, viale Pietro de Coubertin, alle 17,30 del 24.10.2019, ingresso libero.

Lo stesso volume, sarà presentato il 19.12.2019 alle 11, a Bologna presso il Museo internazionale e biblioteca della musica tel 051 2757711,fax 051 2757728, ‘Sibelius e l’Italia’, Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2019, (L’Arte Armonica n.18, Serie III, Studi e testi), 584 pp. / Euro 35,00.




Roma: tanti appuntamenti per la settimana della Famiglia

“La famiglia al centro… dal centro alla periferia” è il tema che farà da filo conduttore alla Settimana della famiglia 2019, in programma dal 24 al 27 ottobre, chiamata quest’anno “reloaded”, cioè rinnovata. Saranno infatti concentrati in quattro giorni gli eventi della quarta edizione della manifestazione, promossa dal Forum delle associazioni familiari del Lazio e dal Centro diocesano per la pastorale familiare, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale. Quarantatré le associazioni coinvolte in tavole rotonde, workshop, laboratori, spettacoli.

Il via con un importante anniversario: il venticinquesimo di fondazione del consultorio familiare diocesano “Al Quadraro”. Per l’occasione, giovedì alle ore 17.30, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense si terrà un incontro dedicato alla struttura di via Tuscolana, al quale interverranno il cardinale vicario Angelo De Donatis e la presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio Alessandra Balsamo, nonché il direttore sanitario del consultorio Roberto Grande, il supervisore dell’area psicopedagogica Raffaele Mastromarino, e il direttore del consultorio “Centro La Famiglia” padre Alberto Ferretti.

«Questa Settimana si inserisce perfettamente nel piano pastorale diocesano di quest’anno – osserva il vescovo ausiliare Gianrico Ruzza, delegato diocesano del Centro per la pastorale familiare –, che intende porre l’attenzione del cuore al grido della città, raccogliendo le difficoltà e le fatiche delle famiglie, offrendo inoltre stimoli e strumenti d’azione». Il tema scelto, osserva il direttore del Centro per la pastorale familiare don Dario Criscuoli, indica «la centralità della famiglia all’interno della Chiesa e della società. Vogliamo accogliere l’invito del cardinale vicario ad ascoltare il grido della città e in modo specifico delle famiglie, che vivono tante situazioni contraddittorie e complicate, che si riescono a superare grazie alla fede». Ma si è deciso anche di «dedicare una particolare attenzione alle periferie, spesso note per il forte disagio sociale – aggiunge Alessandra Balsamo, presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio –, diffondendo un messaggio di speranza e di bellezza della famiglia che va messa al centro, sostenuta, orientata e tutelata in ogni contesto sociale».

Venerdì 25 si terrà, alle ore 10, una tavola rotonda su “Famiglia: da laboratorio a prima impresa”, nella sala Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica (piazza Capranica, 72). Lo stesso giorno, alle 16, nella parrocchia di San Marco Evangelista in Agro Laurentino (piazza Giuliani e Dalmati, 18) è in programma un incontro su “Bene comune: per un’economia a misura di famiglia”. Il 26 l’appuntamento è invece al Centro culturale Elsa Morante (piazza omonima), alle ore 10.30, per un dialogo tra il quartiere, le istituzioni e le associazioni. Sempre sabato, si terranno diversi workshop progettuali nella parrocchia di San Giuseppe da Copertino (via dei Genieri, 12). Il 27 la conclusione, con la Messa celebrata dal vescovo Ruzza alle 10 a San Mauro Abate (piazza omonima), a cui seguirà l’approfondimento spirituale di don Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, nella stessa sede.




Caos italico tra futuro e passato

Per descrivere la vita attuale, il titolo dell’articolo avrebbe dovuto essere “Torre di Babele”, ma parliamo di un arco temporale più ampio. Il futuro ed il passato, oggigiorno, hanno delle similitudini inimmaginabili, semplicemente ignorate, causa la mediocrità intellettuale della società moderna, che vive soggettivamente, avendo perso quella giusta e santa morale della civiltà.

Se  dovessi rappresentare
con un quadro lo stato attuale, disegnerei un gregge che si disperde senza la
propria guida, o una mandria allo sbaraglio. Si parla impropriamente di
razzismo, di odio, di violenze, di degrado completo, senza rendersi conto che
tutto ciò che accade è figlio del nostro menefreghismo generale, che
inevitabilmente porta e ci incanala in un canyon negativo senza ritorno.
Vediamo dalle cose più piccole, delle storture che si ingrandiscono
esponenzialmente, ma che egoisticamente riguardano sempre gli altri, e stupidamente
non riflettiamo che gli altri siamo noi. Il passato, mi ritorna in mente con la
violenza che si vede e che subiamo ogni giorno, finendo per assuefarci
chiudendo gli occhi, e pensando o sperando che tutto riguardi il prossimo.

 Davanti ai miei occhi
allora passa un film di quando giravo il mondo negli anni sessanta, momenti
duri e crudi di popoli che per povertà e cultura erano dediti alla violenza,
dove la vita dell’uomo non aveva (ed ha tutt’ora in certi luoghi) nessun
valore. Pensavo allora di essere molto fortunato come italiano, e che, col
passar del tempo anche quelle varie popolazioni retrograde, avrebbero avuto un
percorso di crescita verso una convivenza civile. Invece, constato amaramente,
che l’onda lunga del mare non è andata avanti positivamente, ma è tornata
indietro pericolosamente. Quelle popolazioni, che negli anni avrebbero dovuto
progredire civilmente, uscendo dai propri confini, non hanno subito
positivamente la trasformazione, ma, al contrario, allargandosi a macchia d’olio,
hanno influenzato negativamente nell’ambito delle società ospitanti, esportando
violenza, paura e inciviltà. Ovviamente, si parla di una parte negativa, poiché
ci sono tante realtà di giusta e onesta integrazione. Qualsiasi forma di
accoglienza, deve essere regolarizzata, affinché possa non esserci una
destabilizzazione sociale, causata dagli arrivi di persone con culture diverse.
Questo, purtroppo, in Italia non è avvenuto, ed è per questo che all’inizio
dell’articolo, ho fatto riferimento alla torre di Babele. Decine di filmati si
possono vedere sui social, dove, con inaudita violenza, vengono perpetrati
episodi da parte di immigrati, una volta salvati ed accolti e poi prepotenti,
con la loro cattiveria e prestanza fisica, aggredire persone innocenti. Ma in
che stato viviamo, quando siamo testimoni di forze dell’ordine aggredite,
insultate e derise, che non possono difendersi ed imporre la giustizia,
mettendo a rischio la propria incolumità, causa le critiche e le denunce dei
cosiddetti buonisti, fino a quando non verranno coinvolti loro stessi o i
familiari. Immigrati consapevoli delle leggi permissive italiane che colpiscono
spesso le persone per bene e favoriscono l’aggressore. Una nazione nella quale,
chi viene fa i propri comodi, e, ne abbiamo le prove di telefonate fatte da
questi stranieri ai loro paesi di origine, invitando a venire nel paese dei
balocchi. Pretendono di viaggiare sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto,
e se vengono contrastati dagli autisti o controllori, reagiscono con estrema
violenza e spesso con armi bianche proibite, causando tragedie e la rovina di
famiglie oneste. E’ questa la civiltà che i buonisti pretendono? Il patto
europeo per l’accoglienza è stato una farsa a discapito degli italiani, che
devono continuare a subire ogni tipo di ingiustizia. Le bugie dei politici sono
all’ordine del giorno, ma vogliono farci credere che tutto fa parte del gioco,
ma in questo gioco, si divertono e ci guadagnano soltanto loro. Nei prossimi
miei sfoghi di cittadino onesto, ho intenzione di affrontare argomenti
specifici, così, da poter essere più preciso nei dettagli e rappresentare ancor
meglio questo caos italiano.




Finnair, l’europea più asiatica che ama l’Italia: l’intervista a Mikko Turtiainen

All’imbarco a Fiumicino del volo Finnair AY 1762 per Helsinki, una
domenica post Ferragosto, si sarebbe potuto credere che i passeggeri in attesa
all’imbarco, in una lunga fila, fossero diretti in Asia più che in Finlandia,
poiché erano, al 90%, tutti asiatici. Ma questa costituiva una prova evidente
della ormai consolidata strategia di una media compagnia aerea europea che, a
96 anni, dalla sua creazione, ha ben saputo navigare nelle turbolenze della
globalizzazione e delle low cost.
Infatti, questa compagnia aerea di un piccolo paese nordico è ora quella che
meglio collega l’Europa all’Asia, anche grazie alla conformazione della sua
rotta, pur con un cambio ad Helsinki.

Ed è di questo ‘miracolo’ imprenditoriale,
che non finisce di stupire, che, nella luminosa sede centrale del gruppo, il
palazzo HOTT, a lato dell’aeroporto di Helsinki, parliamo con un esperto
dirigente della compagnia, l’affabile Mikko
Turtiainen
, responsabile del settore Vendite Globali, ovvero il cuore
economico di questa storia di successo. Turtiainen è da oltre vent’anni in
Finnair.

Una media compagnia come Finnair, come è riuscita a mantenere la sua posizione nel mercato mondiale?

Se consideriamo il numero di passeggeri trasportati, 13 milioni nel 2018, o la dimensione della flotta, oltre 80 velivoli, si ha una idea della nostra collocazione. Non siamo dimensionalmente una grande compagnia ma abbiamo una strategia solida che sta funzionando bene. Consideriamo per esempio il Giappone: allo stato, Finnair è la compagnia aerea europea con più collegamenti sul Giappone. Attualmente  operiamo su 5 città giapponesi, ed il prossimo inverno, a metà dicembre e fino a marzo,vi aggiungeremo Sapporo, nell’isola di Hokkaido, una importante destinazione per sport invernali. In complesso, disponiamo ora di 34 collegamenti settimanali col Gippone (41 con il partner Japan Airlines). Ma anche la Cina e la Corea sono destinazioni importanti: sulla Cina abbiamo 32 voli settimanali e in Corea apriremo la rotta per Busan, dopo quella su Seoul. In breve, possiamo dire che Finlandia, Giappone e Cina sono i mercati ora più produttivi per la Finnair e siamo fortunati per il fatto della posizione del nostro Paese sulla carta geografica, poiché la rotta transiberiana ci offre un grande vantaggio commerciale.

Quindi la strategia asiatica procede a gonfie vele…

Certo, e facciamo in modo che i voli dispongano anche di una sufficiente capacità per i transiti, ovvero per viaggiatori che, per esempio, si rechino dall’Asia in Italia o viceversa, od altrove, con Helsinki come snodo principale. Si tratta direi di incastrare bene i tasselli di un puzzle, un puzzle studiato ed aggiornato da uno specifico gruppo di lavoro, formato da ventina di addetti, suddiviso in due sezioni: quella che analizza le possibilità di programmazione a breve termine sulla rete, le sue caratteristiche e possibilità, ed una sezione che si occupa di programmazione; successivamente le sue proposte vengono vagliate ed eventualmente messe in opera dal consiglio di amministrazione.

Come mai avete inserito una nuova destinazione in Corea, Busan?

È una destinazione interessante, la seconda città della Corea per importanza, centro portuale e cantieristico con un buon mix di attività industriali, opportunità di affari ed anche turismo. Ed anche per il mercato coreano è di rilievo, perché Finnair è l’unica compagnia ad offrire una connessione diretta con l’Europa. Siamo alquanto ottimisti sugli esiti che questa nuova destinazione produrrà sul mercato.

La citata rotta transiberiana, così utile per la rete Finnair, transita sulla Russia. Come si pone il mercato russo sulla vostra pianificazione?

La Russia è ben posizionata nella nostra strategia in quanto Helsinki è uno snodo utile per il traffico che origina dalla Russia verso gli Stati Uniti e viceversa. Negli ultimi 2-3 anni abbiamo aumentato la capacità transatlantica e ciò ha notevolmente sviluppato anche i flussi russi verso le città americane che serviamo. Registriamo un forte incremento da e verso Mosca e S. Pietroburgo.

Quali sono le sfide più pressanti che Finnair si trova ad affrontare?

Tra gli elementi di maggior impegno che Finnair affronta oggi possiamo citare i costi del carburante, concorrenza, fattori climatici e cambiamenti climatici

Quali le prospettive della vostra partecipazione nell’alleanza OneWorld?

Facciamo parte da anni della OneWorld, dal 1999, e questa collaborazione beneficia le compagnie aderenti, con rapporti più stretti con alcune compagnie sulle rotte nordatlantiche e verso il Giappone, mentre sulla Cina abbiamo avviato una collaborazione con la China Southern.

A proposito della Cina, le agitazioni avvenute in Hong Kong vi hanno causato problemi?

Non più di tanto, ed è sempre nostra cura prestare attenzione e rispetto verso tutte le disposizioni che in questi casi forniscono le varie autorità proprio per la massima sicurezza dei nostri utenti. Peraltro, la cultura della sicurezza è fondamentale in tutti i settori organizzativi ed operativi di Finnair, direi la priorità numero uno continuativa……

E per quanto riguarda la cura degli elementi ambientali?

Siamo stati tra le prime compagnie aeree ad avere sensibilità su questi aspetti: abbiamo un settore che si occupa dell’impatto ambientale delle operazioni e già negli anni Ottanta abbiamo cominciato a redigere rapporti ambientali. Siamo stati tra i primi a testare voli con bio carburanti, già nel 2011, e ci occupiamo con cura dello smaltimento dei vari materiali di residuo prodotti da ogni volo, riducendo anche gli imballaggi del catering a bordo, del 48%, e riciclando tutto il possibile.

In tema di fatturato, quanto influisce il vostro processo di digitalizzazione dei servizi?

Da anni abbiamo posto una notevole enfasi nelle procedure di internetizzazione dei nostri servizi. Al momento, il 25% del fatturato dei biglietti proviene da servizi digitali, e anche il 50% dei servizi accessori. Abbiamo e sviluppiamo una rete internet specifica per 30 paesi, facilitando al massimo le operazioni commerciali per la clientela. Nella nostra rete internet è anche possibile prenotare per il nuovo, secondo aeroporto di Pechino, Daxing, il più grande al mondo e che sarà inaugurato il 30 settembre.

Come vi collocate in termini dimensionali tra le compagnie aeree europee, verso il mercato asiatico?

Possiamo senza meno affermare di essere il vettore europeo con più frequenze verso il Giappone e sicuramente tra quelle con più frequenze sulla Cina. Quest’estate abbiamo avuto un record complessivo di 104 frequenze settimanali verso l’Asia. Solo 8 anni fa, per esempio, eravamo soddisfatti ad averne otto settimanali! Da novembre Finnair volerà 3 volte la settimana su Daxing per un totale di 10 volte la settimana su Pechino, mantenendo i 7 voli settimanali attuali. Se Finnair non è una grande compagnia, i mercati che serviamo sono indubbiamente più grandi delle nostra dimensioni. Il 50% ca. del nostro fatturato proviene da traffico di trasferimento tra Europa ed Asia, il che evidenzia la rilevanza del mercato asiatico, affiancato dal mercato europeo.

L’Italia rimane un mercato solido ed in crescita

Come si pone il mercato italiano nella vostra programmazione?

Finnair opera regolarmente da molti anni sull’Italia e funziona molto bene sia come destinazione che come origine: ai finlandesi  piace molto l’Italia, tradizionalmente, e la più recente destinazione, stagionale, aggiunta a quelle italiane, Bologna, ha riscontrato un notevole successo, per cui la ripeteremo nell’estate 2020. A loro volta, agli italiani continua ad interessare sempre più la destinazione Lapponia, non solo per la natura o gli sports invernali, ma per il crescente desiderio di osservare da vicino lo splendido fenomeno astronomico delle aurore boreali, tipico delle latitudini artiche. Il potenziamento delle strutture ricettive ed aeroportuali a Rovaniemi ed altre destinazioni lapponi, come Ivalo, fa registrare numeri crescenti di visitatori italiani. Ma notiamo anche un crescente interesse di viaggiatori italiani ad usare Finnair verso le nostre destinazioni sulla costa occidentale degli Usa, come Los Angeles e San Francisco. Inoltre molti giapponesi si recano in Italia con Finnair. L’Italia resta un mercato stabile con buone potenzialità, e le città servite, o tutto l’anno o stagionalmente, sono Roma, Milano, Catania, Napoli, Pisa, Bologna, Venezia. Abbiamo una flotta moderna di circa 80 velivoli, di cui la gran parte Airbus, che serve 100 destinazioni in Europa ( di cui 16 in Finlandia), 20 in Asia e 8 in Nord America (di cui 5 negli USA e 3 nei Caraibi), ed ogni giorno, nei cieli del mondo, volano 14 Airbus A350 ed 8 A330 sulle destinazioni a lungo raggio……




Polizia penitenziaria, si deve indossare una divisa o un camice bianco?

Una situazione che appare come disperata quella dei poliziotti penitenziari che si trovano a gestire i detenuti delle varie carceri sparse sul territorio nazionale. Poliziotti che secondo i dati aggiornati a ottobre del 2018 risultano essere sotto organico di 4.661 unità: 35.599 uomini in forza anziché i 40.260 previsti.

Un contesto organico che a settembre 2019, sempre secondo i dati, risulta peggiorato di altre 993 unità presentando dunque conto di 5.654 agenti in meno rispetto quelli previsti.
I detenuti, sempre al 30 settembre 2019, risultano invece in esubero di ben 10.409 persone, ben 60.881 ospiti dei vari istituti penitenziari, di cui un terzo rappresentato da stranieri (20.225), rispetto i 50.472 della capienza regolamentare.

E se da una parte si assiste a una crescita esponenziale degli ospiti penitenziari, con un costo giornaliero per lo Stato di circa 140 euro per persona, dall’altra, anziché assistere a un rafforzamento relativo l’organico di polizia penitenziaria, si assiste addirittura ad un depotenziamento di organico.

Garantire la sicurezza in questi luoghi, per questi poliziotti è divenuto ormai un compito arduo

Ogni giorno gli agenti si recano sul proprio posto di lavoro consapevoli degli innumerevoli rischi che corrono, da quelli di carattere sanitario dovuti al rischio di contrarre patologie infettive non disponendo, tra l’altro, di strumenti protettivi come guanti o mascherine, a quelli di doversi trovare a fronteggiare situazioni come quelle di intervenire su detenuti che aggrediscono il personale. Fenomeno quest’ultimo che ultimamente sta aumentando di giorno in giorno.

A titolo di esempio, di situazioni giornaliere da gestire, che potrebbero degenerare in peggio, quello dei controlli alle celle che i poliziotti devono fare quotidianamente, controlli per i quali i detenuti vengono invitati a uscire dalle camere per permettere agli agenti di svolgere il loro compito istituzionale. Succede che, nel caso di detenuti di religione islamica, questi controlli possano capitare mentre pregano e a nulla valgono le richieste e gli inviti a uscire dalla cella che restano ignorati per proseguire nella preghiera.
Una fra le tante situazioni giornaliere a rischio che devono affrontare i poliziotti penitenziari, decidendo all’istante su come è meglio comportarsi, non potendo contare su specifici protocolli, al fine di evitare il degenerarsi di situazioni di pericolo.

E ancora, sempre a titolo di esempio, capita che uno o più detenuti non si ritengano soddisfatti del menù giornaliero evidenziando quindi un atteggiamento di insoddisfazione e a volte di protesta. Atteggiamenti che devono essere gestiti da questi servitori dello Stato, sempre di iniziativa, al fine di smorzare immediatamente qualsiasi focolaio che possa originare episodi di pericolo. E riguardo i pasti l’amministrazione penitenziaria garantisce menu’ personalizzati a seconda dei “gusti” dei vari detenuti. E così gli ospiti di quelle che una volta venivano definite come patrie galere oggi possono contare sul menu’ vegetariano o quello per i musulmani. Ci sono i pasti in bianco e quelli per diabetici. Sembra quasi quasi l’offerta in volo delle compagnie aeree. Nello storico carcere romano di Regina Coeli è stata addirittura stilata, con la collaborazione di alcuni nutrizionisti, una lunga e dettagliata lista di differenti menu che copre le varie esigenze degli oltre 700 detenuti.

Poliziotti penitenziari abbandonati dalla politica

“La politica si sta occupando dei detenuti ma non credo assolutamente che si stia occupando della polizia penitenziaria”. Queste le parole del presidente del Sindacato di Polizia Penitenziaria – SIPPE – Alessandro De Pasquale che accende ancora una volta i fari sulle numerose criticità che devono affrontare quotidianamente gli appartenenti al corpo della Polizia Penitenziaria. Lavoratori che quotidianamente devono garantire la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari e che si trovano a dover gestire delle situazioni, per le quali non è previsto nessun protocollo e che potrebbero rivelarsi pericolose per questi uomini.

“Quando c’era la possibilità di trasformare in reato l’introduzione di cellulari all’interno degli istituti penitenziari – ha detto De Pasquale – qualcuno che ricopre lo scranno più alto della Camera dei Deputati – il riferimento è indirizzato al pentastellato Roberto Fico Ndr. – ha probabilmente ritenuto, ma questo non lo dico io ma lo ha detto il sottosegretario Morrone in commissione Giustizia qualche giorno fa, dove pare che sia stato ritenuto inammissibile, perché il provvedimento doveva essere inserito nel decreto sicurezza bis. Quindi che succede oggi? L’introduzione di un cellulare all’interno degli istituti penitenziari è considerata una cosa normale? Ma noi sappiamo – prosegue De Pasquale – quanto sia grave introdurre all’interno di un carcere dei cellulari, perché la malavita, la mafia, può relazionarsi con l’esterno e comandare il territorio. E allora vogliamo mettere mano alla sicurezza del nostro Paese? Vogliamo spiegare all’attuale politica di sinistra che in questo momento storico c’è un problema di sicurezza? La nostra organizzazione sindacale – prosegue ancora De Pasquale – è apartitica e apolitica, però possiamo dire tranquillamente che quando c’è stata la Lega al governo noi abbiamo immaginato un futuro diverso per le forze di polizia. Noi siamo servitori dello Stato – conclude il presidente del SIPPE – ma non siamo i servi dello Stato.”

I suicidi in carcere

Una situazione, quella degli istituti penitenziari che assiste anche al tragico fenomeno dei suicidi con una media nazionale di quattro/cinque suicidi su base mensile.

Nel 2018 ci sono stati 64 casi di suicidio, in crescita rispetto al 2017, quando erano stati 50, e sono stati quasi mille i tentativi di suicidio sventati dai poliziotti, cioè, per ogni suicidio messo in atto, ce ne sono almeno 25 tentati. Dal 2000 a oggi, i suicidi nelle prigioni italiane sono stati più di mille, mentre i morti in totale sono stati quasi tremila.
Ma anche suicidi che avvengono tra il personale che lavora in carcere. Nella Polizia Penitenziaria il fenomeno dei suicidi registra percentuali preoccupanti e mediamente ogni anno si suicidano sette poliziotti penitenziari.

“Prendiamo come esempio il carcere di Velletri, una realtà che rispecchia quello che succede in tutti gli altri istituti penitenziari” A parlare è Carmine Olanda Segretario Generale del SIPPE che presta servizio nel carcere castellano. Olanda spiega che la struttura ospita regolarmente 411 detenuti divisi in due padiglioni: quello nuovo e quello vecchio e che attualmente i detenuti sono 588, ben 177 ospiti in più di quelli previsti contro un personale di polizia penitenziaria che dovrebbe essere di 277 unità mentre al momento ne risultano 209, quindi un sotto organico di 68 poliziotti. Una situazione, spiega il Segretario Generale del sindacato di Polizia Penitenziaria che comporta più stress, più turni di lavoro e che assiste anche alla carenza di figure professionali, come nel caso degli educatori che a Velletri sono 3 anziché i 7 previsti con la conseguenza che se un detenuto fa una richiesta specifica, in assenza di uno specialista, a rispondere al detenuto sarà il poliziotto penitenziario.

L’appello alle Istituzioni

“Ministro è giunta l’ora che lei ci dica che ruolo deve avere la Polizia Penitenziaria negli istituti penitenziari: se deve indossare una divisa o un camice bianco” Con queste parole il Segretario Generale del SIPPE ha inteso rivolgere un appello al Ministro della Giustizia.

Alessandro De Pasquale ricorda infine che non si parla mai delle continue aggressioni giornaliere ai poliziotti penitenziari. “Questo è il vero dramma. – ha detto il Presidente del SIPPE – E allora – ha proseguito De Pasquale – la politica come ha voluto introdurre il reato di tortura verso i detenuti, inasprisca le pene nei confronti di quei soggetti che creano disagio psico fisico agli uomini delle forze di polizia. Perché gli uomini e le donne delle forze di polizia subiscono aggressioni continuamente. Allora caro legislatore è arrivato il momento che tu valuti attentamente cosa realmente vuoi dalle forze di polizia. Io dico – ha concluso il Presidente del SIPPE – che occorre sicurezza. E la sicurezza è un bene comune, è un bene bipartisan.” .

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Alessandro De Pasquale (Presidente Nazionale del Sindacato Polizia Penitenziaria – Sippe) e Carmine Olanda (Segretario Generale – Sippe) ospiti a Officina Stampa del 17/10/2019 dove hanno parlato delle condizioni in cui si trovano a lavorare gli agenti di Polizia Penitenziaria



Anbi, consorzi di bonifica: “L’inchiesta di Foggia conferma le ingerenze di settori deviati della politica”

“Non abbiamo mai difeso l’indifendibile, né mai lo faremo, ma quanto sta accadendo da tempo in Puglia ha dell’inverosimile. L’inchiesta della magistratura, che ha portato all’arresto di Angelo e Napoleone Cera, sta facendo emergere un diffuso sistema clientelare, di cui avrebbe dovuto essere vittima anche il Consorzio per la bonifica della Capitanata, un’eccellenza a livello internazionale ed i cui vertici, di fronte al ricatto della malapolitica, hanno saputo mantenere la schiena diritta: hanno detto no ad alcune assunzioni pilotate, nonostante il ricatto  di vedere trasferite le funzioni principali del Consorzio ad altro ente. Al Presidente, Giuseppe De Filippo, al Direttore Generale, Francesco Santoro ed al Dirigente, Luigi Nardella, va il grazie di un sistema, di cui sono, oggi ancora di più, un orgoglio nazionale.”

E’ stato questo il primo commento di Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, all’inchiesta della Procura di Foggia.

“L’azione della magistratura – ha proseguito  Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – conferma che avevamo visto giusto nel denunciare il tentativo di sostituire l’autogoverno dei Consorzi di bonifica con gli interessi di una società di capitali; va infatti sempre ricordato che, aldilà di qualsiasi facile congettura sull’efficienza del servizio, scopo di tali aziende è l’utile d’impresa per remunerare i soci; ben diverso è l’atteggiamento dei Consorzi di bonifica che, applicando il principio della sussidiarietà, privilegiano il servizio al territorio, il cui unico scopo, in un quadro di semplice equilibrio economico, è favorire lo sviluppo dell’agricoltura, salvaguardando il reddito delle imprese. E’ questa la cornice, nella quale collocare il Mezzogiorno, dove ambiente, agroalimentare, cultura devono essere asset di sviluppo economico ed occupazionale.”

“Cogliamo l’occasione – ha aggiunto il Presidente  ANBI – per ribadire la necessità di riportare, al più presto, all’ordinaria amministrazione democratica, i 4 Consorzi di bonifica commissariati da anni e la cui gestione economica venne definitivamente minata da una mal interpretata funzione della politica che, all’epoca della Giunta del Presidente, Fitto, volle sostituirsi all’autogoverno degli enti consortili, abolendo i contributi di bonifica; il mancato rispetto degli impegni assunti, addirittura aggravato da parziali provvedimenti riparatori assunti nelle legislature successive, ha condannato alcuni degli enti consortili al dissesto dei bilanci, cui bisogna ora dare soluzione in un’ottica di riforma e rilancio del settore nel rispetto dell’Accordo Stato-Regioni del 2008.”

“La trasparenza gestionale, di cui i Consorzi di bonifica sono esempio, ogni qual volta possono applicare  i principi di autogoverno e sussidiarietà – conclude Gargano – deve essere patrimonio di un Paese, che non vuole arrendersi e che deve avere, come perno economico centrale, la valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze, del reddito delle imprese e dell’occupazione.”  

BONIFICA A PORTE APERTE: LA PIANA DEL SELE VISITATA DA GALLINELLA, PRESIDENTE COMAGRI CAMERA

“Il credito, che chiediamo alle Istituzioni  ed alla comunità, non è mai sulla semplice fiducia, ma sulla concretezza dei progetti realizzati e delle opere quotidianamente gestite. Per questo siamo orgogliosi quando autorità o cittadini organizzati ci onorano della loro visita.”
E’ con queste parole che Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, ha commentato  la visita del Presidente, Filippo Gallinella e di alcuni componenti  della Commissione Agricoltura  Camera  Deputati (Maglione, Gagnarli, Acunzo e Cioffi) alla realtà della Piana del Sele, trasformata dalla disponibilità irrigua, gestita da locale Consorzio di bonifica, nella “capitale” italiana della “quarta gamma ortofrutticola”, in particolare della rucola, collocando la provincia di Salerno al primo posto italiano per P.I.L. (Prodotto Interno Lordo) agricolo. La coltivazione di rucola della Piana del Sele, si estende su 3.600 ettari per una produzione di 400 milioni di chilogrammi, pari al 73% di quella nazionale per un valore complessivo di circa seicentottanta milioni di euro. L’areale di produzione interessa 7 comuni della provincia di Salerno (Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Monte! corvino Pugliano, Bellizzi, Capaccio-Paestum), dove operano 430 aziende agricole, per il 60% guidate da giovani e che danno lavoro a 5.000 addetti più altri 4.000 nell’indotto.
“Ringrazio il Presidente del Consorzio di bonifica Destra Sele, Vito Busillo ed i vertici ANBI per avermi fatto conoscere una realtà del Mezzogiorno molto efficiente – dichiara Filippo Gallinella, Presidente  Commissione Agricoltura Camera Deputati –  e che, non ho difficoltà a dirlo, dovrebbe essere presa come modello da tanti altri. Il solo fatto che agricoltori e Consorzio, collaborando sul “progetto della rucola”, abbiano raggiunto oltre seicento milioni di fatturato, denota il grande lavoro e gli straordinari risultati raggiunti.”

La visita della delegazione  parlamentare, accompagnata dai vertici ANBI,  ha interessato anche alcune opere idrauliche, tra cui la diga di Persano, bacino artificiale realizzato dal Consorzio di bonifica Destra Sele (con sede a Salerno) per scopi irrigui ed oggi anche oasi naturalistica.
“L’esempio della Piana del Sele – ha affermato  Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – dimostra la capacità di fare anche nelle regioni meridionali del Paese. Per riuscire, però, è necessario garantirne le condizioni; in questo caso, sono la disponibilità d’acqua e la sistemazione idrogeologica del territorio, assicurate dal locale Consorzio di bonifica.”
“Il nostro impegno – ha proseguito  Vito Busillo, Presidente dell’ente consortile ospite – è abbattere, anno dopo anno, i costi energetici della distribuzione irrigua attraverso l’autonoma produzione di energia rinnovabile, che già oggi ammonta a 8 milioni di kilowattora annui. La nostra rucola sarà sempre più un prodotto a piena sostenibilità ambientale.”

“L’agricoltura nella Piana del Sele –  ha concluso Vincenzi – è un esempio di compatibilità fra aspetti  produttivi ed ecosistema; è quel nuovo modello di sviluppo, sostenuto dai Consorzi di bonifica e per il quale hanno un parco progetti a disposizione del Paese.”
 

ANBI HA FIRMATO MANIFESTO SYMBOLA SU CRISI CLIMATICA

Anche il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, hanno firmato il manifesto “Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”, redatto dalla Fondazione Symbola e cui si può aderire sul sito www.symbola.net .

Il preambolo del documento recita: “Affrontare con CORAGGIO la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di FUTURO. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la PARTECIPAZIONE dei cittadini. Importante è stato ed è in questa direzione il ruolo dell’ENCICLICA LAUDATO SI’ di Papa Francesco”.
Il manifesto (primo firmatario: Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola) conclude: “ Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un MONDO PIÙ SICURO, CIVILE, GENTILE”.
 

#GIORNATA MONDIALEALIMENTAZIONE

ANBI: NON C’E’ CIBO SENZA ACQUA DETERMINANTI LE SCELTE DELLA PROSSIMA PAC

La lotta alla fame nel mondo non può prescindere dalla disponibilità d’acqua, perché anche  le risorse idriche non sono distribuite in modo omogeneo sulla superficie terrestre; secondo i dati dell’ONU, su una popolazione mondiale di oltre sette miliardi e mezzo di persone, circa un miliardo non ha accesso all’acqua potabile e circa due miliardi e mezzo non ne dispone a sufficienza per le pratiche igieniche ed alimentari: a ricordarlo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, è stata l’ANBI.
“L’agricoltura fuori suolo dimostra come si possa coltivare senza terra, ma mai senza acqua – ha evidenziato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – Se vogliamo che la terra continui ad essere un luogo ospitale per tutti, occorre agire, prevedendo soluzioni contro le precipitazioni eccessive, ma  contestualmente attuando piani per creare e tutelare le riserve idriche, fondamentali per ogni forma di vita.”
Per continuare ad agire sulla produttività, l’agricoltura deve continuare ad evolversi, puntando sullo sviluppo di sistemi che, a partire dall’irrigazione, consentano di ottenere risultati uguali o maggiori, utilizzando la medesima o una minore quantità di risorsa idrica. Questo può avvenire, solo implementando le tecnologie attualmente disponibili per ridurre le risorse utilizzate ed  aumentare le produzioni, continuando a garantire un reddito adeguato alle imprese: investire nell’innovazione e nella ricerca risulta quindi imprescindibile. L’irrigazione collettiva consente certezze alle filiere produttive, provvede alla ricarica delle falde sotterranee, assicura il mantenimento degli agrosistemi, riduce la subsidenza e l’intrusione salina nelle falde, assicurando il presidio del territorio. Per questo è  importante l’opportunità di riforma della Direttiva Quadro Acque, che costituisce l’o! ccasione per adeguarla anche alle necessità degli Stati mediterranei, dove l’irrigazione è fondamentale per le necessità dell’agricoltura e quindi dell’alimentazione.
E’ lo scopo che si è prefissata  ANBI, unitamente alle omologhe realtà di Spagna, Portogallo e Francia, costituendo l’associazione Irrigants d’Europe, punto di riferimento tecnico della Commissione Europea per  la complessa normativa, che riguarda, oltre alla Direttiva Acque, temi  fondamentali, nella prospettiva alimentare, come il riuso delle acque reflue depurate ed il cosiddetto “global gap”, che affronta la questione della qualità della risorsa idrica L’Italia è ricca d’acqua, in quanto l’afflusso medio annuo, costituito dalle precipitazioni meteoriche, corrisponde a  1.000 millimetri,  superiore alla media europea (circa seicentocinquanta millimetri) ed a quella delle terre emerse (mm. 730); il problema è che piove in modo diverso rispetto alle esigenze colturali con la paradossale alternanza di emergenze alluvionali nel periodo autunno/inverno e scarsità di precipitazioni in primavera/estate.
“E’ in un tale scenario – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – che riteniamo si debbano fare, nella prossima Politica Agricola Comune, scelte fondamentali per i territori più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici perché, come cita un nostro affermato slogan,  il cibo è irriguo.”

MARCHE: LOTTA ALLE MICROPLASTICHE: PROGETTO EUROPEO  SUPERA PRIMO STEP AMMISSIBILITA’

Anche il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) è impegnato per ridurre le microplastiche nei fiumi e nei mari; grazie ad un progetto Life, di cui l’ente consortile è capofila e che coinvolge 7 Regioni italiane e 3 Stati europei , si intendono studiare soluzioni  innovative per catturare le microplastiche  presenti nelle acque: dall’utilizzo di alghe particolarmente efficaci  a sistemi meccanici di intercettazioni, cui si andranno a sommare altre strategie da implementare. Per questo, l’ente consorziale  ha coinvolto eccellenze locali: dall’Università di Camerino  alla Politecnica delle Marche fino all’Università di Urbino. 
Secondo uno studio della Fondazione Ellen MacArthur, ogni anno finiscono in mare 8 milioni di tonnellate di plastica, pari ad 1 camion al minuto e nel 2050 gli oceani potrebbero contenere più plastica che fauna ittica, in termini di peso. Il problema, che crea maggior allarme, è quello delle microplastiche, che non vengono intercettate dai depuratori, finiscono direttamente in mare ed attraverso i pesci entrano nella nostra catena alimentare. Il progetto Life guidato dall’ente consorziale ha già superato il primo step sull’ammissibilità in Commissione Europea; il budget complessivo  ammonta a 12 milioni di euro.

TOSCANA: CONTRO I RIFIUTI NEI FIUMI, VIA A PROGETTO DIDATTICO EDUCATIVO

Il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) ha aderito al manifesto “Toscana Pulita”, annunciando l’impegno per combattere un fenomeno, che rischia di compromettere la qualità dell’habitat fluviale  e la sicurezza del territorio. Durante gli interventi di manutenzione idraulica, infatti, vengono recuperati quintali di rifiuti,  che poi devono essere correttamente conferiti negli appositi siti; queste operazioni sono costose e rallentano i lavori programmati per migliorare lo scorrimento delle acque.
Non solo: gli oggetti, che si accumulano lungo le sponde ed in alveo, in caso di eventi meteorologici estremi, possono trasformarsi in ostacoli improvvisi e contribuire al collasso del sistema idraulico. Per questo, l’ente consortile sarà nelle aule del comprensorio per dimostrare praticamente i pericoli creati da comportamenti irresponsabili, superficiali o scorretti. Il progetto AMICO CB2 darà agli studenti la possibilità di imparare, attraverso un percorso didattico esperienziale; negli incontri sono previsti anche laboratori per promuovere comportamenti ed iniziative “plastic free”.
Il progetto ha ottenuto un alto indice di gradimento e molte scuole si sono prenotate per aderire all’iniziativa.

LOMBARDIA: WATER ALLIANCE: TAVOLO DI LAVORO ACQUA E AGRICOLTURA

“Water Alliance”, una rete di imprese costituitasi tra 8 aziende pubbliche, che gestiscono il servizio idrico integrato in Lombardia, ha promosso a Lodi il tavolo di lavoro “Acqua e Agricoltura”; vi hanno preso parte stakeholders  del settore, rappresentanti istituzionali, amministratori locali e dei Consorzi di bonifica, che hanno messo in a fuoco le principali questioni riguardanti il rapporto tra acqua ed  agricoltura, lo studio dei consumi idrici, il riutilizzo dell’acqua per uso industriale, urbano ed agricolo in una logica di economia circolare.
ANBI Lombardia ha illustrato Centro Dati (CeDATeR), progetto  finanziato da Regione Lombardia e che sta attuando per la raccolta, l’elaborazione di dati finalizzati alla conoscenza, gestione, migliore efficienza del sistema irriguo. E’ stato inoltre  sottolineato il contributo che ANBI Lombardia sta dando alla programmazione del Piano Sviluppo Rurale 2021-2027 attraverso la partecipazione ai tavoli tematici “Agricoltura”, “Ambiente”, “Aree rurali”, con proposte concrete di interventi ed azioni mirate all’uso sostenibile della risorsa acqua ed alla tutela dell’ambiente.

LAZIO: INCONTRO CON ORGANIZZAZIONI AGRICOLE: NUOVI CONSORZI  DI BONIFICA  PRONTI AL RITORNO ALLE ELEZIONI

Nell’ambito del nuovo corso di ANBI Lazio si è tenuto un incontro con i rappresentanti  delle Organizzazioni Professionali  Agricole (O.P.A.). I temi affrontati  hanno permesso anche di illustrare lo stato dell’arte del riordino regionale del settore, che vede le strutture del Litorale Nord (Consorzio di bonifica Tevere e Agro Romano, con sede nella Capitale; Consorzio di bonifica Maremma Etrusca,  con sede a Tarquinia nel viterbese; Consorzio di bonifica Pratica di Mare, con sede ad Ardea,  in provincia di Roma), di Etruria Meridionale e Sabina (Consorzio di Bonifica Val di Paglia Superiore con sede ad Acquapendente, in provincia di Viterbo; Consorzio di bonifica Reatina! con sede a Rieti) verso la fine del commissariamento e con le elezioni consortili già programmate per il prossimo 9 febbraio 2020. Negli altri territori  sarà invece necessario attendere ancora qualche tempo per tornare all’amministrazione ordinaria.
La salvaguardia ambientale ed idrogeologica dei territori consortili, insieme alla garanzia dell’irrigazione per gli imprenditori agricoli rappresentano, oggi più che in passato, i punti chiave sui quali i Consorzi di bonifica laziali, insieme alle O.P.A., deve guardare per attività nuove e virtuose, tese al reperimento di risorse finanziarie ed umane al passo coi tempi. Le Organizzazioni Professionali Agricole regionali hanno sottolineato positivamente il nuovo corso di ANBI Lazio.

VENETO: NUOVA SEDE OPERATIVA

Il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) ha inaugurato la nuova sede operativa a San Pietro di Legnago; situata su un terreno di 11.500 metri quadri è composta da 2 edifici: uno più ampio destinato alla manutenzione ed allo stoccaggio dei mezzi di lavoro, l’altro posizionato accanto e adibito al personale della manutenzione, nonché  ad uno sportello dedicato all’utenza.

L’ente consortile può contare su circa cento mezzi tra trattori, escavatori, camion, macchine movimento terra, motobarche, gru, autoveicoli e bracci decespugliatori, la cui manutenzione potrà essere effettuata dal personale consorziale nella nuova officina di Legnago, oltre che a Palazzolo di Sona, nella zona nord del comprensorio.

EMILIA ROMAGNA: LAVORI TERMINATI

Terminati i lavori di regimazione idraulica del Rio Cavallo, a monte dell’abitato di Pianello Val Tidone, a cura del Consorzio di bonifica Piacenza (con sede nella città emiliana). Con gli intensi fenomeni atmosferici degli ultimi anni, il comprensorio montano è stato interessato da diffusi dissesti idrogeologici, a seguito dei quali sono stati registrati danni alla viabilità rurale ed allagamenti di centri abitati nella “fascia pedecollinare” come nel caso del comune di Pianello.
A segnalare la situazione di dissesto è stata l’Amministrazione Comunale, a seguito della cui nota, l’intervento è stato inserito nella programmazione annuale dell’ente consortile. Dal sopralluogo era emerso che in diversi tratti del rio era presente una fitta vegetazione, che ne comprometteva la funzionalità idraulica; con l’aiuto di una ditta specializzata, sono stati puliti e risezionati circa seicento metri del rio Cavallo, regimandolo  mediante la realizzazione di 14  piccole traverse in legname, poste in alveo.

VENETO: CHIUSA STAGIONE IRRIGUA

Si è conclusa la stagione irrigua del Consorzio di 2° grado L.E.B. – Lessinio Euganeo Berico (con sede a Cologna Veneta, nel veronese) iniziata lo scorso 15 Marzo. In questi mesi, il canale L.E.B. ha distribuito 360 milioni di metri cubi di acqua in un territorio di 83.000 ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Verona, servendo ben 102 comuni. Ora l’attività dell’ente sarà dedicata alla manutenzione ordinaria e straordinaria del canale, in preparazione della prossima stagione irrigua ed all’attività di mantenimento delle portate a salvaguardia dell’ambiente e della difesa del suolo.

TOSCANA: FORTEZZA D’ACQUA

Alla mostra “Fortezza d’acqua” di Pistoia si aggiungono una serie di proposte didattiche, promosse e finanziate dal Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) e realizzate da “Artemisia” e “Eta Beta onlus”, facenti parte dell’offerta didattica comunale “Pistoia Ragazzi”: si tratta di un viaggio alla scoperta del territorio pistoiese,  di come l’azione dell’acqua e dell’uomo lo abbiano disegnato nel tempo.
Dalle visite dialogate alla mostra ai laboratori creativi con l’argilla, dalle simulazioni di scavo archeologico ai laboratori di esplorazione del paesaggio agrario, passando per la storia dell’invenzione della ruota: le scuole avranno a disposizione un’ampia scelta di percorsi ; sarà inoltre possibile mettersi alla prova con Flumina, uno speciale tavolo di simulazione fluviale, grazie al quale è possibile affrontare  le problematiche del dissesto idrogeologico, mostrandone l’origine in una cornice di gioco. Visite e laboratori sono gratuiti.
Le scuole, che si prenotano attraverso il Servizio Educazione e Istruzione del Comune di Pistoia entro il 31 ottobre p.v., potranno usufruire del servizio di trasporto gratuito (entro i limiti delle disponibilità del servizio). Il depliant con le proposte didattiche e tutte le informazioni utili sono reperibili sul sito www.fortezzadacqua.it .

VINCENZI A CREMONA

E’ annunciato il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, a conclusione della sessione di “Watec Italy”, dedicata al tema “Irrigazione: utilizzo dell’ agricoltura”; l’appuntamento, organizzato da ANBI Lombardia, si terrà venerdì 25 Ottobre p.v., a partire dalle ore 9.00 nell’Area Conferenze di Cremona Fiera.




Salute in Umbria: rischio cardiovascolare per 4 persone su 10

Sono diversi i dati interessanti emersi dal report
delle USL in Umbria
, che hanno permesso di tratteggiare uno spaccato della situazione
sanitaria in regione. Dai dati è ad esempio emerso che il 70% delle persone
dichiara di sentirsi bene, anche se in realtà le evidenze dicono tutt’altro. Dal
rapporto, infatti, si scopre che in questa regione la percentuale di consumo di
alcool e sigarette è superiore rispetto alle medie nazionali. Viceversa,
abitudini considerate positive per la salute, come l’attività fisica e il
movimento, non vengono tenute in grande considerazione dai cittadini umbri.
Specialmente se si parla dei bambini e dei ragazzi, spesso sedentari (uno su
sei), un discorso che vale anche per gli anziani (uno su tre). A completare il
quadro, arrivano i rischi portati dall’eccesso di peso, che in Umbria
riguardano indistintamente adulti, anziani e minori. Tutti fattori che, se
sommati, portano a un preoccupante aumento del rischio di contrarre patologie
cardiovascolari.

Gli umbri
corrono un alto rischio cardiovascolare

Poco sopra abbiamo anticipato una serie di vizi che in
Umbria superano le medie italiane e che portano a delle conseguenze negative
abbastanza ovvie. Fra queste si trovano soprattutto i danni portati al cuore e
alla circolazione sanguigna: fenomeni che aumentano il rischio di divenire
vittime di patologie di natura cardiovascolare. La propensione al bere, che in
questa regione è davvero molto forte, spicca in cima alla lista delle cattive
abitudini e riguarda il 25% dei quindicenni in Umbria. L’alta percentuale di fumatori
non migliora di certo la situazione: qui si scende al 22% dei quindicenni, ma
si tratta comunque di dati molto preoccupanti. Il motivo lo abbiamo già
anticipato più volte: il pericolo di insorgenza di diverse malattie
cardiovascolari, con 4 persone su 10 che presentano almeno tre fattori di
rischio. Se poi si parla della fetta di popolazione umbra esente da rischi, la
percentuale è bassissima, e non supera il 3% del totale.

La
prevenzione delle malattie cardiovascolari

Visti gli alti livelli di rischio in Umbria, è
importante scoprire come prevenire queste patologie, così da poter aumentare le
aspettative di vita. In realtà questo consiglio vale a prescindere, dunque
tutti noi dovremmo fare attenzione agli aspetti visti poco sopra, imparando ad
avere maggior rispetto della salute del nostro cuore. Il primo consiglio è di
sottoporsi a una visita presso un cardiologo, il quale se lo riterrà necessario
potrà prescrivere l’assunzione di appositi prodotti per la salute
cardiovascolare, da
ordinare anche nelle farmacie online
. Naturalmente, per tutelare la propria
salute, sarebbe saggio evitare di fumare e ridurre la quantità di alcool assunto.
In secondo luogo, l’attività fisica è essenziale per poter prevenire
l’insorgere di queste malattie, perché consente di perdere peso e di mettere in
moto il cuore. Meglio fare attenzione anche a tavola: qui si suggerisce di limitare
i consumi di carne rossa
e di aumentare quelli di legumi. Vietato anche l’abuso
di zucchero e di sale, insieme ad alimenti come gli insaccati e i formaggi, che
non fanno bene né al cuore, né alla circolazione. Infine, ricordatevi
dell’importanza di mangiare alimenti ricchi di Omega 3, come il pesce azzurro.




Scarpe eleganti e casual: i modelli che ogni uomo dovrebbe avere

Al giorno d’oggi l’immagine conta moltissimo e l’eleganza
nel vestire, di conseguenza, diventa un elemento fondamentale per dare agli
altri un’impressione positiva. Nel lavoro ma anche nella vita privata, dunque,
diventa estremamente importante avere cura nel vestirsi. In questo contesto, le
scarpe non possono fare eccezione: delle calzature ben curate e di ottima
fattura comunicano infatti serietà e affidabilità, ed è per questo che oggi
scopriremo tutte quelle che ogni uomo dovrebbe avere a disposizione.

Per gli eventi
formali

Nelle occasioni che richiedono maggiore formalità, come le
cerimonie o gli eventi di lavoro che prevedono incontri con i vertici
dell’azienda, ad esempio, sarà necessario indossare delle scarpe che siano
all’altezza della situazione. L’idea che nessuno faccia davvero caso alle
scarpe in queste occasioni è completamente errata: il modello e la cura delle
calzature in questione daranno un’idea ben precisa di voi al vostro
interlocutore, che avrà un’impressione positiva o negativa a seconda dei casi.
Quali sono le scarpe che più si addicono alle occasioni formali? Le più
indicate sono senza ombra di dubbio le Oxford
(note anche come Balmorals, francesine o inglesine): lisce e in vernice,
queste scarpe sono perfette con lo smoking o per dare quel tono di eleganza in
più anche a dei completi meno “rigidi”. Anche delle Blucher sono adatte agli eventi serali, mentre le Brogue risultanno già meno impegnate
delle Oxford, in quanto si adattano a un look elegante ma leggermente più
sportivo.

Per le occasioni più
informali

Un’occasione informale non richiede un outfit
particolarmente rigido, dando maggiore libertà di scelta per l’abbigliamento e
gli accessori da indossare. Questo però non vuol dire che ci si debba
presentare sempre in jeans e sneakers: meglio conservare sempre un minimo di
cura verso la propria immagine, per dare un’ottima impressione a chi ci
circonda. In questo senso, le Derby
rientrano tra le calzature da avere assolutamente nell’armadio: le cugine delle
Oxford, infatti, permettono di avere un look casual ma sempre curato e
impeccabile; essendo uno dei trend più gettonati degli ultimi anni, queste
stringate sono facilmente reperibili anche online nelle sezioni
dedicate alle scarpe Derby da uomo
dei maggiori e-shop di abbigliamento.

Un altro tipo di stringate molto amate negli ultimi tempi
sono le polacchine: in pelle o in
suede, queste scarpe sono calde, versatili e comode, ideali per le occasioni
meno impegnative; con qualche accorgimento è possibile indossarle anche in
contesti meno informali, ma bisogna fare attenzione ai giusti abbinamenti per
non apparire fuori luogo. Anche i mocassini
sono adatti alle occasioni informali, essendo un ottimo completamento per un
look casual ma allo stesso tempo molto personale; ancora più delle polacchine,
però, i mocassini richiedono estrema attenzione per quanto riguarda la scelta del
modello giusto
e gli abbinamenti da fare.




Messico, sparatoria a Culiacan per liberare il figlio di “El Chapo”. Lui è l’erede del cartello di Sinaloa

Una vera e propria ‘battaglia’ a colpi di armi automatiche è scoppiata a Culiacan, capoluogo dello Stato messicano di Sinaloa, quando una pattuglia di agenti ha individuato Ovidio Guzmán López, figlio ventenne di Joaquin “El Chapo” Guzman, il leader narco in carcere in Usa. Il figlio è l’erede del cartello di Sinaloa. Uomini armati legati al cartello sono intervenuti, ingaggiando una sparatoria con le forze di sicurezza per liberare il giovane. Lo riferisce la Bbc. Secondo l’emittente britannica, il figlio di El Chapo, ricercato per traffico di droga, è stato rilasciato e l’operazione “interrotta”, mentre secondo altre fonti sarebbe ancora nelle mani delle autorità.

Il ministro della Sicurezza messicano, Alfonso Durazo, ha confermato l’arresto Ovidio Guzmán López, figlio del narcotrafficante El Chapo. Il ragazzo, uno dei dieci figli di Joaquín avuti con tre diverse mogli, è stato catturato in un’abitazione a Culiacán con altre tre persone.

A proposito di El Chapo

È lungo l’elenco dei capi d’accusa a carico di Joaquín Guzmán, il Signore della droga messicano, a capo di un impero da 14 miliardi di dollari, divenuto leggendario per le sue fughe rocambolesche dai penitenziari attraverso tunnel sotterranei. Durante il processo del secolo, in corso a New York, le testimonianze hanno evidenziato torture, omicidi sanguinari, episodi di corruzione a tutti i livelli del governo messicano, avventure con “narco-amanti”, fucili mitragliatori Ak-47 placcati d’oro e pistole con le iniziali tempestate di diamanti. Dopo tre mesi di udienze, oltre 200 ore di deposizioni, 56 testimoni, i membri del jury l’hanno condannato all’ergastolo. Dieci i capi d’accusa del 61enne: impresa criminale continuata, riciclaggio di denaro, distribuzione internazionale di cocaina, marijuana, eroina e altre droghe e uso di armi da fuoco.