Bari, arrestati i componenti della banda dei tir

BARI – Nelle prime ore di questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, supportati dai reparti speciali  “Cacciatori di Puglia”, Nucleo Cinofili e 6° Elinucleo CC di Bari, hanno eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare e diverse perquisizioni nei confronti di un gruppo criminale dedito alle rapine ai TIR, ritenuti responsabili di rapine, ricettazione e porto illegale di armi.

Le
misure restrittive sono state concesse dal G.I.P. del Tribunale di Trani, su
richiesta della locale Procura, a seguito di una specifica attività d’indagine
condotta dalla Compagnia Carabinieri di Barletta.




Giorno della Memoria, Francesco Tagliente: “Celebro all’Altare della Patria”

Il prefetto Tagliente riflette sulla deportazione, la prigionia e le atroci sofferenze subite dagli oltre 650 mila militari italiani internati nei lager nazisti

Il 27 gennaio ricorre, e da 20 anni si celebra, il “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

“La Repubblica italiana – recita l’art 1 della legge 20 luglio 2000, n. 211 – riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah
(sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

L’art 2 della stessa legge aggiunge che “In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in
modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Per questa ragione, il 27 gennaio, è diventato un giorno di importanza internazionale che ha come obiettivo quello di non dimenticare ciò che avvenne all’interno dei lager.

Anche nel 2020 in Italia non mancano le iniziative e gli eventi per dar memoria a ciò che avvenne in quel periodo. Il Comitato di Coordinamento per le iniziative in ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha previsto una serie di eventi, volti a diffondere la conoscenza della Shoah e degli altri crimini perpetrati dal nazifascismo prima e durante la seconda guerra mondiale.

“Tra gli italiani che hanno subìto la deportazione – scrive il prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB – ci sono anche oltre seicentomila militari deportati e internati nei lager nazisti”.

“E’ una pagina rilevante, anche per i gesti eroici dei nostri soldati a lungo purtroppo trascurati benché fosse noto a tutti che dopo la proclamazione dell’Armistizio, l’8 settembre del 1943, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento – prosegue Tagliente- accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati prigionieri di guerra. In seguito cambiarono status
divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie delle Convenzioni di Ginevra), e infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, lavoratori civili, in modo da essere utilizzati come manodopera coatta senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti”.
“Tra quei deportati – dice il prefetto – c’era mio padre. Per celebrare il “Giorno della Memoria” e rendere omaggio a mio padre e agli altri militari catturati e deportati e detenuti nei lager fino alla fine della guerra, a contribuire a tenere viva la memoria del tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese. Sono andato all’Altare della Patria dove è stata dedicata una sala alla resistenza dei 650.000 militari internati, 60.000 dei quali non tornarono”.




Roma-Giardinetti, c’è attesa per la Commissione Mobilità di questa mattina

Mozione ritirata e discussione sulla ferrotramvia Roma-Giardinetti sospesa fino a questa mattina, lunedì 27 gennaio, giorno in cui la commissione mobilità, presieduta da Enrico Stefàno, tratterà la delicata questione. Venerdì pomeriggio l’accordo – a distanza – maturato durante l’Assemblea Capitolina, tra l’esponente cinque stelle e la consigliera civica Svetlana Celli (RomaTornaRoma), firmataria del documento. Una tregua più che un accordo, infatti quest’ultima chiarisce subito a chiusura del Consiglio: “Sono pronta a presentarla di nuovo, se non venissero affrontati tutti i punti che chiedevamo e che sui quali i cittadini aspettano risposte”. Chiaro il messaggio.

Nel preambolo
spiega che “la mozione è stata presentata il 18 dicembre scorso e recepisce le
istanze e le preoccupazioni dei cittadini, delle associazioni e dei lavoratori
della linea, limitata a Centocelle dal 3 agosto 2015”. Un provvedimento contro
il quale la Celli esprime un giudizio negativo, “perché tale sospensione ha
annientato il commercio, la percorrenza e la vita sociale nei quartieri come Torre Maura e Giardinetti. E perché quella stessa tratta, che potrebbe sembrare un
doppione della Metro C, è stata poi
sostituita con servizio bus. Cioè, si tiene chiuso un sistema con un impatto
ambientale minimo e contestualmente si attiva un servizio integrativo con bus a
diesel, meno rapido, capiente e sostenibile rispetto al treno”. Un controsenso,
considerati i divieti alla circolazione per i veicoli emanati a ripetizione negli
ultimi giorni.

In Aula le
associazioni RomaMobilitaRoma, TrasportiAmo e UTP-Assoutenti, capitanate da Andrea
Ricci
dell’Osservatorio Regionale
sui Trasporti
, che coordina il tavolo congiunto sulla ferrovia. Composto inoltre
da Legambiente Lazio, Sferragliamenti dalla Casilina-Odissea
Quotidiana
e dai Comitati di Quartiere di Tor Pignattara e Torre Maura,
presieduto da Alfredo Trebbi che, presente
insieme ad altri attivisti, il giorno prima aveva lanciato un appello, lapidario,
proprio dalle colonne de L’Osservatore: “toglieteci
dall’isolamento
”.

È un “argomento
sentito quello della Roma-Giardinetti”, rimarca la consigliera a microfoni
aperti, “conosciuto da questa maggioranza che si è adoperata, non lo metto in
dubbio, per presentare il progetto di potenziamento e di prolungamento, da un
lato verso Termini dall’altra verso Tor Vergata, di inserire il progetto nel
PUMS e di chiedere i finanziamenti al Ministero dei Trasporti. Un lavoro
lodevole, considerevole e condivisibile. Ma la maggioranza si è dimenticata del
presente; si è dimenticata di affrontare il quotidiano. Ci troviamo oggi
davanti a una infrastruttura diventata, purtroppo, l’ombra di se stessa –
affonda -, abbandonata, soffre in maniera pesante, si trascina a stenti e va
avanti solo grazie alla professionalità dei lavoratori aziendali, che
dovrebbero ricevere l’encomio per quello che fanno. Ma ora i loro sforzi non
bastano: il materiale rotabile è quel che è, anche tecnicamente superato,
adatto a un museo ferroviario”.

“Volete
parlare del potenziamento, ma allo stesso tempo questa Amministrazione deve
ancora definire l’acquisizione di questa infrastruttura da parte della Regione Lazio. E si sta perdendo tempo.
Ho visto, dopo la presentazione della mozione la convocazione, da parte del consigliere
Stefàno, di una commissione su questo tema. Che ringrazio anche. La Regione si
è resa disponibile alla cessione, lo ha dichiarato oramai in tutte le salse,
sta aspettando un segnale di Roma Capitale”.

“Ma al di là
del dibattito politico, che interessa a pochi, vorrei soffermarmi sul valore
reale di questa linea per il Municipi V e VI, convinta che i sistemi su ferro
vanno mantenuti, che la Roma-Giardinetti lavori in perfetta sintonia e armonia
con la metro C. E quindi, non chiediamo con forza alcuni punti strategici:
acquisire la linea dalla Regione, prevedere la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti
e prolungare, nell’attesa, l’esercizio della Giardinetti a Parco di Centocelle,
in modo da creare appunto un nodo di scambio con la metropolitana, avviare gli
interventi di revisione generale su cinque elettrotreni e i stituire un
Osservatorio permanente presso Roma Capitale, aperto alle associazioni,
comitati e ai cittadini, insieme alle Organizzazioni Sindacali per monitorare i
lavori, come la Regione ha fatto con la ferrovia Roma-Viterbo, e di adoperarsi
con il Ministero dei Trasporti per finanziare il progetto, così com’è stato
presentato”.

“Si è costituito
un tavolo per questo di lavoro tra l’Osservatorio Regionale sui Trasporti,
Legambiente e le altre associazioni del settore, si sono incontrate lo scorso
14 gennaio: condivido le loro osservazioni, questa linea mantiene le sue
potenzialità se resta tale, se il tracciato resta quello attuale. Il loro
slogan è ‘nonunchilometrodimeno’ e hanno ragione, perché alternative a quel
tracciato non ce ne sono, smantellare il presente farebbe aumentare i costi e
rischia di allungare i tempi. C’è bisogno di ferrovie, tram e metropolitane.
Roma ha bisogno di ferrovie, tram e metropolitane, di una rete di trasporto
sostenibile e integrata alla mobilità dolce. Ricordo infine che questa mozione
è necessaria anche per dare un futuro ai lavoratori”.

Dalla
maggioranza è il presidente della commissione mobilità Stefàno a prendere la
parola: “Chiedo alla consigliera Celli di ritirare la mozione, in caso
contrario il nostro voto sarà negativo. E spiego il perché: mozioni con il
medesimo contenuto, con le stesse indicazioni ne abbiamo votate in Assemblea
circa una decina. Abbiamo fatto di più, parte di quanto scritto nel documento
lo abbiamo scritto nel PUMS, approvata lo scorso agosto, nel frattempo c’è
stata anche un’evoluzione. Il Ministero dei Trasporti sulla Roma-Giardinetti ha
detto che ci piace la vostra idea, però dovete portare la vostra infrastruttura
a scartamento ordinario, come gli altri tram, prescrivendo l’aggiornamento del
progetto. Ne parleremo in commissione”.

La proposta viene accolta dalla Celli, dopo un breve consulto con gli esponenti delle associazioni e del Comitato di Quartiere, però a condizioni che “i temi della mozione saranno discussi in commissione”, sottolinea. “Il problema è che voi in tre anni e mezzo avete cambiato l’assessore ai trasporti, e se effettivamente l’assessore precedente Meleo avesse fatto quello che bisognava fare, cioè parlare del presente della linea, parlare almeno del vostro cavallo di battaglia, ovvero la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti, le cose sarebbero andate diversamente. Lo ripeto siamo disposti a collaborare ai progetti futuri, ambiziosi, ma c’è da vedere il presente: la riattivazione è punto prioritario. Molte associazioni si sono unite insieme e lo stanno chiedendo alla politica, che sta governando questa città, quindi a voi, di riattivare quella tratta così com’è, perché lì il trasporto è congestionato. E se voi volete chiudere le orecchie per non ascoltare, noi non lo facciamo. Lunedì in commissione occorre trattare questi temi, Roma Capitale può scegliere”.

La discussione è aggiornata alla seduta in commissione di questa mattina (ore 11.30). Ma sono numerosi gli elementi che rafforzano i concetti espressi dalla esponente delle opposizioni e, indirettamente, delle associazioni nel documento congiunto. E per quanto riguarda il servizio attuale.

Riattivazione Centocelle-Giardinetti. C’è l’ordine del giorno 7 del 26 luglio 2016, presentato dal Pd capitolino e votato all’unanimità dall’Assemblea Capitolina, maggioranza compresa. Che impegna l’Amministrazione ad “attivare tutte le iniziative volte a ripristinare l’attuale tratto temporaneamente sospeso da Centocelle a Giardinetti e rendere nuovamente usufruibile dai cittadini la linea tranviaria da Roma Laziali a Giardinetti”. Ancora prima, c’è un analogo Ordine del Giorno (n. 290) presentato dai cinquestelle, allora opposizione, licenziato a maggioranza nella seduta del 16 aprile 2015. E c’è, infine, la relazione della divisione ingegneria di Atac SpA del 2016 aggiornata nel 2017, che individua i provvedimenti propedeutici necessari alla riapertura: “rinnovi di TE ormai obsoleta e verifiche sull’armamento”. Spontanea la domanda: cos’è che ha impedito all’Amministrazione di dare seguito alla riapertura?

Nodo di scambio con Metro C. Anche per tale istanza sono stati predisposti progetti, sempre in questi tre anni e mezzo. Il nodo di scambio era stato individuato a Parco di Centocelle e la sua realizzazioni sarebbe dovuta avvenire, secondo i rumors, in breve tempo. Invece, tra rimpalli, scuse e altro ancora, sconosciuto ai più, la cosa è rimasta ferma, penalizzando l’utenza. Come mai?

Gli elettrotreni Et81 in attesa di revisione generale

Rifacimento treni. Altro argomento trattato dalla Celli, e come gli altri rimasto lettera morta. Nel 2015 Atac aggiudica la gara del 2012 (n. 82/2012) per “gli interventi di revisione generale” di 5 elettrotreni a tre casse serie ET81, contraddistinti dai numeri aziendali ET 820, 822, 823, 824 e 824. “L’importo presunto dell’appalto è pari ad euro 2.498.398,00″ e “i lavori sono finanziati – recitava l’avviso a firma di Middei – con Fondi Regionali, residui anni 2001-2003 e 2004-2007 di cui alla Legge 297/78 e del triennio 2007-2009” sempre della medesima. La gara se l’è aggiudicata, in forma temporanea il 9 maggio 2013 e in via definitiva l’11 marzo 2015 (provvedimento n. 13), la FD Costruzioni srl (capogruppo) e la Idroelettrica SpA (mandante), per un valore complessivo di euro 1.481.415,00 (ribasso del 17%). A che punto si trova la gara? E perché l’ETR 821, convoglio della stessa serie ma rifatto anni prima con altri investimenti, è ancora fuori servizio?
Che quei convogli sono in attesa di revisione, nonostante gli anni e i chilometri effettuati, si evince dalla stessa relazione di ingegneria. In quelle pagine, infatti, si evidenzia un “forte decremento a partire dal mese di settembre 2016” con una perdita di produzione media del 35%. “La tendenza del livello di servizio erogato è destinata a peggiorare per causa delle condizioni del materiale rotabile in quanto le unità con percorrenza inferiore al milione di chilometri sono solamente 8 di cui solo 3 di età inferiore ai 20 anni e le rimanenti 5 hanno età media di 84 anni. Se ne deduce che l’argomento materiale rotabile non è più differibile ed inoltre è strettamente legato all’erogazione dell’attuale servizio di trasporto”.

Situazione materiale rotabile

A conti fatti si profila una commissioni intensa, date le argomentazioni da trattare, tanto sul presente quanto sul futuro della linea. Con le associazioni, riunite nel tavolo coordinato dall’Osservatorio, che faranno sicuramente sentire il proprio disappunto sulla scelta del Ministero di condizionare il finanziamento del progetto a patto della modifica dello scartamento.




Regionali, raddoppiano i votanti in Emilia Romagna rispetto il 2014

Raddoppiano le persone che si sono recate al voto in Emilia Romagna per le elezioni del Presidente e dell’Assemblea legislativa rispetto la precedente tornata elettorale del 2014, mentre in Calabria il dato di affluenza è pressoché simile a quello delle precedenti regionali.

Così alle 19 il dato registrato dal Ministero dell’Interno è del 58,82% di votanti per l’Emilia Romagna, rispetto il 30,89% delle scorse elezioni mentre in Calabria si è registrato un 35,52% contro il 34,80% della precedente tornata.




Regionali, Emilia Romagna: alle 12 è boom di voti rispetto il 2014

BOLOGNA – Affluenza alle urne nel capoluogo del 24,7 percento, alle elezioni del Presidente e dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, dove hanno votato 75.344 elettori. Questo il dato rilevato alle ore 12.

Il totale degli aventi diritto nel Comune di Bologna è 304.243 persone, di cui 143.577 maschi e 160.666 femmine.

Un vero e proprio boom di voti, nell’intera regione, quello registrato alle 12 pari al 23,44%. Quasi 13 punti percentuali in più del medesimo arco di tempo alle regionali del 2014.




Rieti, spaccia nel parco pubblico vicino a una scuola: arrestato 24enne con precedenti

RIETI – Nel pomeriggio di ieri gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato E.F.,  ventiquattrenne nigeriano, sorpreso a spacciare sostanza stupefacente in un parco di Rieti.

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Rieti hanno costatato la presenza sospetta del giovane nigeriano all’interno del parco pubblico di via della Cavatella, area verde frequentata da numerosi giovani e nei cui pressi si trova anche un istituto scolastico.

I poliziotti hanno quindi osservato i movimenti del giovane nigeriano sorprendendolo poi all’interno del parco mentre cedeva una dose di eroina ad in giovane tossicodipendente noto alle forze di polizia.

L’extracomunitario è stato quindi subito bloccato, arrestato e sottoposto a perquisizione personale che ha permesso di rinvenire e sequestrare 36 involucri di eroina, che teneva nascosti dentro un calzino, pronti per essere spacciati. All’interno dell’altro calzino venivano rinvenute e sequestrate varie banconote di vario taglio, per un totale di 290 euro, costituenti il provento dello stupefacente già spacciato.

Il nigeriano, che soggiorna irregolarmente sul
territorio nazionale e che è gravato da precedenti di polizia per estorsione,
lesioni personali, rissa, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, dopo
l’arresto è stato accompagnato presso la casa Circondariale di Rieti a
disposizione della locale Procura della Repubblica.




Tuscania, pensionato preso a pugni e derubato da malvivente in pieno centro

TUSCANIA (VT) – Un pregiudicato di Tuscania ieri in serata ha aggredito a pugni un pensionato del luogo, per rapinarlo del suo telefonino.

Il fatto è accaduto in piazza Mazzini, dove il malvivente ha aggredito violentemente l’anziano strappandogli il telefonino.

Immediatamente i carabinieri della stazione di Tuscania, avvertiti dalla centrale operativa della compagnia che aveva ricevuto la richiesta di soccorso, sono intervenuti.

I militari si sono attivati immediatamente e sono riusciti a risalire al malvivente. Dopo averlo rintracciato quest’ultimo ha tentato di opporre resistenza cercando di scappare, ma i carabinieri della stazione lo hanno bloccato e messo in sicurezza.

L’uomo è stato quindi immediatamente arrestato e portato presso la propria abitazione in regime di detenzione domiciliare.

Nel frattempo i sanitari del 118, avvertiti dai militari, hanno trasportato la vittima della rapina presso l ‘ospedale di Viterbo dove il pensionato è entrato in codice giallo a causa delle lesioni riportate.




Bari, sequestrate sei biciclette elettriche modificate: 4 utilizzate da pregiudicati

BARI – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile e delle Compagnie di Bari San Paolo, Bari Centro e Modugno, nel corso dei controlli alla circolazione stradale effettuati nei giorni scorsi, hanno sottoposto a sequestro con la finalità della successiva confisca, 6 biciclette elettriche dotate di potenza superiore a quella consentita, aventi caratteristiche tecniche tali da essere considerate dei veri e propri ciclomotori.

Una volta modificate alcune
biciclette elettriche sono in grado di raggiungere anche i 60 Km/h, perdendo
così le caratteristiche della biciletta cosiddetta “a pedalata assistita” e
rientrando nella categoria dei ciclomotori per i quali la vigente normativa
prevede: l’immatricolazione, il certificato assicurativo, la targa, l’obbligo
per il conducente di indossare il casco protettivo e, non per ultimo, la patente
di guida. Tutte violazioni che sono state contestate ai
contravventori.

I controlli dei Carabinieri
continueranno in questo settore anche perché l’uso di biciclette “modificate”
potrebbe  agevolare i soggetti sottoposti a misure limitative della libertà di
movimento che, utilizzando tali mezzi come dei veri e propri ciclomotori,
potrebbero riuscire così a spostarsi autonomamente in città, raggirando le
prescrizioni a loro imposte ed eludendo più facilmente gli accertamenti da parte
delle Forze dell’Ordine.

Nell’ambito dei controlli, due
pregiudicati su due bici elettriche, dopo essere stati fermati dai militari
operanti, si sono dati alla fuga per non farsi sequestrare il mezzo e sono stati
sanzionati ai sensi dell’art. 192 del C.d.S. “Obblighi verso funzionari,
ufficiali e agenti”  e denunciati penalmente ai sensi dell’art. 650 del C.P.
“Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”.

I sequestri delle biciclette hanno
comportato l’elevazione di verbali al Codice della Strada per oltre 30 mila
euro.




Sistema elettorale maggioritario, la Corte costituzionale dice no al referendum leghista

Il referendum sul sistema elettorale maggioritario è stato dichiarato “inammissibile” dalla Corte Costituzionale, che lo scorso giovedì 16 gennaio si è espressa, dopo otto ore di camera di consiglio.

Il referendum era stato proposto dalla Lega e sostenuto anche da otto Consigli regionali, fra cui quello ligure, con il presidente Giovanni Toti in testa.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020

Il referendum mirava a
proporre ai cittadini di esprimersi a favore o contro l’abrogazione delle norme
sulla distribuzione proporzionale dei seggi elettorali.

La Corte ha motivato il
respingimento del referendum per una “assorbente ragione dell’eccessiva
manipolatività del quesito referendario”.

Una decisione che ha
scatenato le ire del leader leghista Matteo Salvini, che ha chiaramente parlato
di una “difesa del vecchio sistema, con Pd e 5 Stelle che restano attaccati
alle poltrone”.

Il ministro delle Riforme
Federico D’Incà ha subito annunciato che il Governo andrà avanti “per superare
il Rosatellum e dare al paese una legge elettorale proporzionale con soglia
alta”.

E il proporzionale trova
soddisfatti anche il pentastellato Luigi Di Maio e il segretario del Pd Nicola
Zingaretti. Per Giovanni Toti, invece, la decisione della Corte Costituzionale,
“ci riporta indietro alla Prima Repubblica, in quanto con il sistema
maggioritario, gli elettori avrebbero finalmente potuto scegliere i propri
parlamentari, le alleanze, il Governo del Paese prima del voto”. Ora, sempre
secondo Toti, “il rischio è che la maggioranza parlamentare voti una legge
proporzionale, che ci riporterà alla Prima Repubblica, consentendo ai partiti
di accordarsi dopo il voto, alle spalle dei cittadini, mandando a Roma una
serie di raccomandati, senza nessuna esperienza sul territorio”.




Piano bar e spettacoli di musica dal vivo, il permesso Siae non basta più: il direttore commerciale Soundreef spiega le nuove regole

Aperte nuove frontiere per gli operatori del settore musicale italiano dopo la sottoscrizione di un accordo, dello scorso 10 aprile, tra SIAE e SOUNDREEF-LEA.

Un accordo arrivato a seguito del recepimento della Direttiva Barnier e dopo alcune battaglie legali tra le due società riguardo la liberalizzazione dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore.

A spiegare nel dettaglio come funziona oggi la procedura relativa la richiesta dei vari permessi per quei utilizzatori che operano nel settore della musica dal vivo, il Direttore commerciale della SOUNDREEF dr. Massimo Scialò.

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L’intervista di Chiara Rai al dr. Massimo Scialò Direttore commerciale della SOUNDREEF trasmessa a Officina Stampa del 23/01/2020

In Italia con il Decreto legislativo 35/2017, è stata infatti riconosciuta agli autori la libertà di scegliere l’organismo di gestione collettiva a cui affidare le proprie opere.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020

Un accordo che ha visto terminare dopo oltre un secolo il monopolio della
SIAE per la gestione dei diritti d’autore e che ha assistito quindi alla
nascita di SOUNDREEF, società di diritto anglosassone, che in Italia riscuote i
diritti d’autore dei propri associati attraverso l’associazione senza fini di
lucro LIBERI AUTORI EDITORI (LEA).

L’accordo, per quanto riguarda le esecuzioni musicali dal vivo, prevede l’obbligo
per gli organizzatori di munirsi di doppia licenza, SIAE e SOUNDREEF-LEA qualora
durante l’evento siano eseguiti brani del repertorio tutelato da SIAE e quelli del repertorio
tutelato da LEA-SOUNDREEF.

Ma il problema per gli organizzatori è quello di non poter sapere in anticipo cosa suoneranno i musicisti durante un evento

Non si può infatti prevedere durante una serata di piano bar, a titolo di esempio, se sarà suonato solo repertorio tutelato da SIAE oppure tutelato solo da SOUNDREEF/LEA o se tutelato da ambedue le società.

Molti brani musicali, infatti, sono tutelati sia da SIAE che da SOUNDREEF/LEA

Così come la famosa canzone cantata da Umberto Tozzi “Ti Amo” che è stata composta dallo stesso Tozzi iscritto SIAE insieme a Giancarlo Bigazzi il cui repertorio è tutelato da SOUNDREEF/LEA.

Così come altri brani che rappresentano dei veri e propri evergreen e che sovente si ritrovano nelle scalette musicali dei piano bar sparsi lungo la nostra penisola. Brani come “Gloria”, “I migliori anni della nostra vita”, “Almeno tu nell’universo”, “Quello che le donne non dicono” tanto per citarne alcuni, ma lista è molto più ampia ed è destinata a crescere esponenzialmente viste le ultime acquisizioni di grandi successi interpretati da celebri artisti come Laura Pausini, Vasco Rossi, Andrea Bocelli, Gianni Morandi, Ligabue, Francesco Renga, Eros Ramazzotti, Jennifer Lopez, Marco Masini, Gianna Nannini, Marco Mengoni, Robert Miles e molti altri.




Cancro, individuate cellule killer in grado di sconfiggere qualsiasi tipo di tumore

Alcuni ricercatori dell’Università britannica di Cardiff hanno individuato le nuove cellule immunitarie grazie alla tecnica che taglia e incolla il Dna, la Crispr. Queste cellule sono capaci di colpire a colpo sicuro ogni forma di tumore, risparmiando le cellule sane: si tratta delle nuove cellule immunitarie sulla cui superficie si trova un recettore potenzialmente in grado di riconoscere cellule tumorali di tipo diverso.

Si aprono dunque
“interessanti opportunità” per forme di immunoterapia
“globali” finora ritenute impossibili.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020

Queste cellule killer
appartengono alla famiglia del sistema immunitario, i linfociti T, e grazie al
recettore che si trova sulla loro superficie, si riescono a distinguere le
cellule sane da quelle tumorali al punto da uccidere soltanto quelle cattive.

Nessuna discriminazione,
invece, per le cellule tumorali in generale: il recettore è in grado di colpire
tumori solidi e liquidi. I primi esperimenti condotti in laboratorio sono
interessanti: le nuove cellule T hanno dimostrato di riuscire a riconoscere e
uccidere i tumori di polmoni, pelle, colon, seno, ossa, prostata, ovaie, reni e
cervice uterina. In tutti gli esperimenti, inoltre, hanno aggredito
esclusivamente cellule tumorali, ignorando completamente quelle sane. Positivi
anche i risultati preliminari ottenuti nei topi modificati con cellule tumorali
umane e sistema immunitario umano.