Ai nastri di partenza la BTO di Firenze: alla Stazione Leopolda il 12 e 13 febbraio

È stato presentato a Roma, durante un’affollata conferenza stampa, il programma dell’edizione 2020 di BTO: due giornate di incontri e workshop dedicati agli operatori del settore, ispirati quest’anno dall’Onlife Manifesto della Commissione Europea, con protagonisti le nuove tendenze in materia di ricerca scientifica e innovazione tecnologica applicate al viaggiare.

Tra gli interventi, le presentazioni dell’evento da parte di Stefano Ciuoffo, assessore al Turismo della Regione Toscana, Claudio Bianchi, membro Giunta della Camera di Commercio, Francesco Palumbo, direttore Toscana Promozione Turistica e Francesco Tapinassi, direttore BTO202.

Da sin:_Palumbo, Ciuffo, Bianchi, Tapinassi

Il BTO 2020 si svolgerà alla Stazione Leopolda il 12 e 13 febbraio

Legati al Manifesto diversi appuntamenti dedicati al rapporto tra
tecnologia e dimensione umana tra cui la tavola rotonda Travel onlife e la
civiltà delle (nuove macchine) con Giovanni Boccia Artieri e Stefano Quintarelli.
BTO2020 si presenta come un
viaggio tra innovazione e ospitalità che porterà a Firenze alcuni tra i più
importati operatori del settore:
da Google a Booking.com.
Confermati anche marchi di
riferimento nel mercato nazionale e internazionale come Best Western Italia, Marriott,
Accor Hotel insieme alle più importanti associazioni italiane. Forte presenza
di eccellenze in campo formativo e nella ricerca come: Fondazione IBM Italia,
Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università Statale di Milano, Luiss, Ciset,
Università Iulm, Università di Firenze, Campus Lucca, Università Parthenope,
Università di Sassari. BTO è un marchio di proprietà di Toscana Promozione
Turistica e Camera di Commercio di Firenze. L’organizzazione è affidata a
Toscana Promozione Turistica, PromoFirenze – Azienda Speciale della Camera di
Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana.

Quattro i percorsi tematici di BTO2020:

Hospitality, dedicato all’hotellerie, indipendente e di catena; Destination, percorso pensato per le destinazioni, dalla governance al marketing territoriale; Digital Strategy & Innovation, contenuti trasversali, di supporto a manager del turismo, consulenti e web agency; Food & Wine dedicato agli operatori del settore della ristorazione e dell’agroalimentare. Grande spazio è dedicato al tema della sostenibilità applicata al viaggiare con un focus sugli strumenti digitali di gestione, su cui i più importanti marchi si stanno impegnando in prima persona. Ad esempio il main sponsor di BTO2020, BWH Hotel Group – con i suoi marchi World Hotels, Best Western e Sure Hotel – illustrerà i suoi progetti Stay for the Planet e StayPlasticLess, quest’ultimo si è già concretizzato con l’installazione di Seabin in alcune località balneari italiane il cui obiettivo è raccogliere fino a 2 tonnellate di rifiuti di plastica e microplastica in 12 mesi. Sullo stesso tema Accor parlerà di Planet 21, progetto con cui sensibilizza i propri ospiti verso un’esperienza di soggiorno sempre più attenta al pianeta (grazie al risparmio su acqua e corrente, la catena francese si è impegnata a piantare un albero ogni minuto). Non ultimo, il motore di ricerca Skyscanner ha deciso di abbracciare la sostenibilità partendo dal restyling green del proprio logo e convincendo 10 milioni di viaggiatori a scegliere voli a minor impatto di CO2. A raccontarlo il vicepresidente della gestione prodotto, Piero Sierra.

BTO giornata 1

Per la sezione Hospitality riflettori puntati sul fallimento del più longevo tour operator al mondo, nell’incontro La distribuzione del dopo Thomas Cook, un’occasione per riflettere sui futuri scenari della distribuzione internazionale. I pagamenti digitali (by face recognition, in modalità vocale e sottopelle) saranno al centro dello slot Meet the future of payment systems dove è atteso Jowan Österlund, fondatore e Ceo della svedese Biohax. Una ricerca della stessa Biohax rivelerà se gli italiani sono pronti a farsi impiantare id e sistemi di pagamento sottopelle. James Kay global corporate communication di TripAdvisor, sarà tra i protagonisti dell’incontro dedicato alla Reputazione mentre, tra le sessioni più operative, si segnala la “cassetta” sul revenue, tenuta da Luciano Scauri (SKL International Hotel Consulting) e Silvia Cantarella (Revenue Acrobats). Nel programma Digital Strategy & Innovation, tra gli appuntamenti clou: Internazionalizzazione e SEO per il tuo hotel e Web Usability per il turismo con Jacopo Romei, Daniele Radici e Rodolfo Baggio.

La sezione Destination quest’anno è dedicata agli esempi virtuosi di strategie digitali e di innovazione nei processi organizzativi dell’offerta. Si parlerà di ospitalità non convenzionale nel panel Quando l’ospitalità ‘fa destinazione’, un viaggio alla scoperta di strutture ricettive uniche: dall’esperienza più spirituale di Eremito nei colli umbri fino all’emozione di una tenda sospesa fra gli alberi.

Undertourism

proporre e commercializzare esperienze uniche di un’Italia nascosta è il titolo dell’incontro dedicato alle strategie per promuovere le destinazioni “off the beaten track”. Inoltre, tra gli esempi virtuosi di collaborazione tra destinazioni e Online Travel Agency, si parlerà di Wonder Grottole, progetto nato in un piccolo borgo lucano e diventato un successo anche grazie al supporto di Airbnb.

Nella sezione Food & Wine riflettori puntati su case history internazionali di successo. Nel panel Qual è la ricetta del successo del turismo enogastronomico? spazio alle esperienze realizzate in Scozia con il progetto “The year of food & drink”, e in Francia con il Museo Citè du Vin nella città di Bordeaux. Verrà poi affrontato il tema del Food Delivery nel b2c (Daniele Contini, Just Eat) ma anche nel b2b: un cambiamento che genera altri cambiamenti nel mondo della ristorazione.

A FutureBrand e al Consorzio Parmigiano Reggiano, si affronteranno invece le potenzialità della gastronomia e del cibo italiano nella promozione, non solo dei prodotti ma anche del turismo. Di evoluzione delle PR, sempre più digitali anche per i grandi chef, si parlerà nel panel Chef e web reputation: tutte le ricette con Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e i social media manager di importanti ristoranti italiani. Food-Image & Cervello.

Le neuroscienze applicate alla fotografia digitale del cibo è il titolo dell’incontro dedicato alle più recenti ricerche nel campo della percezione del cibo. Tra gli appuntamenti più attesi: l’incontro curato da Barbara Sgarzi, Dai social in cantina e viceversa, e il panel La blockchain è un fine o uno strumento? Tra le case history anche il progetto regionale di Vetrina Toscana che da 20 anni promuove tipicità e identità territoriali, attraverso storytelling e narrazione digitale.

BTO giornata 2

Nella seconda giornata grande attenzione al fattore umano nell’offerta turistica. In Hospitality focus su personalizzazione dei servizi di viaggio. Si parlerà di design emozionale nel panel Alla ricerca del benessere nell’ospitalità e non mancherà un approfondimento sulle opportunità “rainbow” del mercato LGBT.

In Digital Strategy & Innovation, tra gli appuntamenti più attesi

Lo Human Intelligence dell’AI: strategie conversazionali . Altro momento molto atteso su Facial Recognition and Travel. Da segnalare poi: il panel su Innovazione e Blockchain al servizio del pubblico esercizio e l’intervento di Giovanna Manzi, Ceo di Best Western Italia, Reinventare il management nel turismo partendo dalle persone. Di futuro parlerà Mauricio Prieto, imprenditore della Silicon Valley e già co-fondatore di Edreams che, insieme a Giorgio Ventre, direttore scientifico Apple Academy, parlerà di scenari internazionali nel campo dell’innovazione tecnologica nel turismo.­ Due le cassette degli attrezzi imperdibili: il mini corso Google per il travel e il doppio appuntamento sui segreti dell’influencer marketing. 

Diversi i temi al centro della sezione Destination

si parte con una riflessione sul valore dei dati che fotografano il comportamento online dei turisti nel panel From big to meaningful data. Spunti di riflessione per le DMO ai tempi del data driven marketing. Si passa poi all’analisi dei contenuti generati dagli utenti con Trasformare il destination marketing attraverso i contenuti generati dagli utenti insieme a Adam Lacombe (Crowdriff), Vappu Mänty (MyHelsinki), Elia Frappoli (consulente di turismo). I millennials sono protagonisti dell’incontro La destinazione vista dai millennials tra top things to do ed esperienze uniche . Smart destination: la destinazione del futuro, oltre il digitale è il titolo del panel con Giacomo Costantini, architetto specializzato in smart building e sustainable design, Maria Elena Rossi, direttrice marketing ENIT, István Ujhelyi, rappresentante della Commissione Europea e referente del progetto europeo Smart Tourism Capital.

Il tema dell’innovazione gioca un ruolo importante anche nella sezione Food & Wine: nell’incontro Online restaurant reservations due grandi aziende leader come OpenTable e TheFork, con le quali si indagheranno le dimensioni del mercato e le strategie in atto. Dalle App a sistemi di management sempre più complessi dove la tecnologia aiuta il cliente e favorisce ulteriori sviluppi. Altra novità le cryptovalute: se ne parla in una delle cassette degli attrezzi dal titolo Crypto Menu: i pagamenti innovativi nella ristorazione. All’interno di BTO sarà ospitata l’istallazione “Sound of the Crowd” che, attraverso il riconoscimento facciale genererà un’esperienza visiva e acustica davvero unica.




Bologna, blitz in via Stalingrado: persone ammassate, ratti, droga e auto rubate

I Carabinieri della Stazione Bologna, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, Nucleo Radiomobile di Bologna, 5° Reggimento Emilia Romagna, Nucleo Elicotteri di Forlì e dagli agenti della Polizia Municipale di Bologna, hanno sequestrato un terreno situato in via Stalingrado a Bologna che era stato concesso in comodato d’uso al presidente di un’associazione culturale nigeriana, con specifiche finalità pertinenti alla cura del verde e alla manutenzione dell’area. L’attività nasce da un’indagine dei Carabinieri della Stazione Bologna che erano venuti a conoscenza che gli stabili di pertinenza dell’area, tre in totale, erano stati occupati abusivamente da numerosi soggetti, alcuni dediti ad attività delinquenziali.

In particolare, durante il blitz, i militari hanno rilevato che il fabbricato più grande era stato adibito ad alloggi abusivi, il secondo a deposito di materiali elettrici e velocipedi di dubbia provenienza, mentre il terzo ad alloggi di fortuna. Quest’ultimo presentava il tetto parzialmente danneggiato a causa di un incendio divampato qualche tempo fa. L’aspetto più grave del controllo è emerso quando gli operanti si sono trovati di fronte decine di persone ammassate sopra materassi sporchi, in condizioni igienico-sanitarie preoccupanti. Erano, inoltre senza un idoneo sistema di areazione, eliminato dalla scelta di sigillare le finestre, col rischio di morire soffocati a causa delle esalazioni di monossido di carbonio provocate dai numerosi bracieri accesi, alimentati da bombole di gas e utilizzati per cuocere le pietanze o scaldare l’acqua, data l’assenza di un impianto idrico. E’ stata rilevata la presenza della corrente elettrica, utilizzata attraverso la realizzazione d’impianti artigianali, privi delle basilari norme di sicurezza, con il rischio di corto circuiti, sovraccarichi e conseguenti incendi, come successo in passato. La corrente elettrica non era presente ovunque e alcuni punti di passaggio erano bui, come i corridoi e le scale, prive dei parapetti e delle protezioni per accedere ai piani superiori. Alcuni spazi, utilizzati come ripostiglio, recavano masse di panni, valigie, effetti di varia natura, tanto da occludere completamente l’accesso, in particolare ad una stanza posta al primo piano del fabbricato centrale, risultata del tutto inaccessibile. Non erano presenti i servizi igienici, fatta eccezione per un unico water a uso esclusivo di una sola persona. I bisogni erano espletati all’esterno dell’area, dove erano state realizzate delle latrine a cielo aperto. L’area non presenta alcuna tipologia di raccolta rifiuti solidi urbani, che sono quindi dispersi all’interno dei locali adibiti a dormitorio. Sempre all’interno dei locali, specificatamente nei pressi dei fornelli, sono state rilevate diverse batterie di auto con perdita di acidi e olii motore esausti. Le scarse condizioni igieniche hanno favorito la proliferazione di numerosi ed enormi ratti. Va ricordato che i ratti possono essere affetti da una trentina di malattie trasmissibili all’uomo, come il tifo, la peste o la leptospirosi. Le circostanze, molto critiche, hanno imposto un intervento urgente dei Vigili del Fuoco e del personale sanitario dell’ AUSL per documentare e attestare, secondo le specifiche competenze, l’effettiva pericolosità dei luoghi, così come per altri aspetti legati al carico di materiali potenzialmente infiammabili. Nell’area recintata all’esterno dei fabbricati, invece, sono stati rinvenuti 30 autoveicoli targati, di cui uno marca Fiat, modello 600, risultato oggetto di furto, 4 autoveicoli privi di targa, 10 veicoli tra motocicli e ciclomotori, di cui solo uno munito di targa, cumuli di masserie edili, diversi motori smontati e poggiati sul terreno, penumatici, apparecchiature elettriche in stato di abbandono e un centinaio di biciclette di provenienza sospetta, alcune imballate e pronte per essere spedite in Africa, come affermato dal presidente dell’associazione che ha in comodato d’uso l’area in questione. Almeno tre biciclette sono rubate e l’accertamento è stato fatto grazie alla collaborazione con i gestori di una pagina Facebook che si occupa del censimento delle biciclette rubate a Bologna.

I Carabinieri hanno sequestrato l’area che il presidente aveva il dovere di utilizzare in maniera diversa, come indicato nel contratto che aveva stipulato. Questo stabiliva che la zona fosse abbellita e trasformata in laboratori per la manutenzione e l’abbellimento del verde, come ad esempio il taglio dell’erba, le seminature di fiori e siepi, l’allestimento di un orto urbano, l’installazione di un magazzino per il riparo dei materiali dell’associazione e le attivazioni di piccola falegnameria in collaborazione con i servizi sociali del Quartiere San Donato. Il contratto, inoltre, stabiliva il divieto di mutare la destinazione d’uso dell’immobile. Nessuna delle prescrizioni contrattuali era stata rispettata. Le violazioni sono consistite nell’adibire i luoghi suddetti all’ospitalità di persone, in gran parte dietro compenso di denaro, come pattuito mensilmente tra il presidente dell’associazione e i singoli occupanti. 43 persone sono state denunciate perché irregolari sul territorio nazionale, violando le prescrizioni delle norme di legge sull’immigrazione clandestina, di cui lo stesso presidente dell’associazione è consapevole, rendendosi autore del reato di favoreggiamento, immigrazione clandestina e sfruttamento, considerato che lo stesso riceveva denaro per l’ospitalità. I luoghi peraltro sono colmi di materiale di ogni genere, accatastato ovunque e fra questo vi sono anche oggetti di provenienza illecita per cui è stato ipotizzato il reato di ricettazione. Durante le fasi del controllo sono stati trovati 2 kg di marijuana e alcuni grammi di cocaina. Un 22enne gambiano è finito in manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.




DepSure: un talento molisano in corsa verso il successo

Lui, diciannovenne che a essere giudicato da “persone senza onore” non ci sta. Il suo riscatto, forse ne è consapevole, risiede nel suo talento.

DepSure è un ragazzo fermamente convinto che lontano dalla sua terra, il Molise, potrà essere giudicato per quello che vale.

Un ragazzo del Sud che ama il Sud ma non le persone che lo inquinano e impediscono lo sviluppo e crescita dei talenti. E allora si sposta.

Scommette su Milano, si mette a studiare in una grande realtà e intanto incassa i primi grandi successi.

Quei successi che avrebbe voluto iniziassero nella sua Campobasso, ma lì per lui, non c’è stato posto per esibizioni neppure in occasioni delle feste natalizie: “Mancano i fondi”, gli hanno risposto.

A gennaio dello scorso anno, si è esibito al Palafiori si Sanremo ed è stato ammesso tra i 100 semifinalisti.

DepSure con il suo nuovo singolo “OGGI (Va Così)” ha veramente superato qualsiasi aspettativa. Ha la voce morbida e calda, i ritmi pieni e coscienti. DepSure è un artista a tutto tondo: scrive, compone e interpreta. Sicuramente farà parlare di lui in futuro.

Alessio De Pasquale, in arte DepSure, classe 2000, di Campobasso

Fin da piccolo mostra un grande interesse per la musica. All’età di 8 anni inizia a suonare la chitarra, studia lo strumento ed acquisisce nel tempo la cultura della musica Classica e musica Metal. Inoltre, approfondisce i suoi studi musicali con altri strumenti come marimba, timpani e vibrafono.
L’altra grande passione è il canto, all’età di 10 anni carica le prime Cover su YouTube. Negli anni 2014/2015 l’attenzione si sposta anche su altri generi musicali, soffermandosi in maniera particolare sull’Hip-Hop. Nel luglio 2016 Alessio sceglie come nome d’arte “DepSure” (essere sicuro di se stesso) ed il 2 Settembre 2016 pubblica su YouTube il suo primo singolo “POTPOURRI”. Inizia cosi a farsi conoscere nella realtà locale, con la pubblicazione di una serie di singoli che riscuotono sempre maggior successo, esibendosi in serate e partecipando a diverse competizioni locali. Nel Maggio del 2018 pubblica su tutte le piattaforme digitali il suo primo EP “8 ~ Reasons”, composto da 8 brani, scritti e prodotti da lui stesso. Ad Agosto 2018 partecipa e supera il secondo step della competizione musicale nazionale di “Casa Sanremo Tour”, guadagnandosi l’accesso tra i 100 semifinalisti al Palafiori di Sanremo a Gennaio 2019. Mentre in data 4 febbraio 2019, è stato ospitato presso la sala Teatro Luigi TENCO del Palafiori di Sanremo, dove si è esibito. Oggi la sua musica oscilla tra R&B/Soul – HipHop e HipHouse. Attualmente sta lavorando a nuovi progetti.




Acea Ato 2, nuove bollette e nuovi parametri di calcolo: ecco chi ci perde e… chi ci guadagna

Il nuovo sistema di calcolo del gestore ACEA opera una redistribuzione del peso tariffario. Le fasce deboli e poco avvezze ad internet penalizzate in un desolante silenzio in cui si premia chi consuma di più.

A Guidonia Montecelio, come negli altri comuni, stanno arrivando come fulmini a ciel sereno le lettere di Acea Ato 2

112 Comuni, quattro milioni di utenti sono gli interessati a cui Acea Ato 2 ha inviato una lettera per confermare che entro il 28 febbraio dovranno aggiornare sul sito MyAcea i componenti del nucleo familiare.

Si chiama TICSI il testo integrato per i corrispettivi dei servizi idrici che con delibera n. 4/19 dell’11 novembre 2019 ha approvato la nuova articolazione tariffaria, in applicazione della deliberazione ARERA n. 665/2017.

La nuova tariffa partirà a marzo 2020

Vecchie tariffe a confronto con le nuove

Una delibera governativa di tre anni fa che porta la firma di Gentiloni, transitata attraverso l’Autorità Regolazione per Energia Reti e Ambiente già denominata Autorità per Energia e Gas istituita nel 95, che regola e controlla i settori energetici e idrici del nostro Paese.

Una autorità amministrativa indipendente: l’ultimo organo collegiale fu nominato nel luglio del 2018 su proposta di Di Maio, dal ministro Costa.

E’ presieduto da Besseghini unitamente a Castelli, Guerrini, Poletti e Saglia, con risorse di funzionamento che non provengono dal bilancio di Stato ma da contributi sui ricavi degli operatori, con stipendi da 240 mila euro all’anno oltre le spese di trasporto che dalla trasparenza non sono mai inferiori a 40/45 mila euro sempre cadauno. Roba da far impallidire Mattarella.

“La lettera non firmata inviata da Acea Ato 2 SpA – conferma Giovanna Ammaturo, consigliere di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio, ben rappresenta la supponenza della burocrazia e la vessazione nei confronti delle fasce più deboli ed anziani. Solo tramite internet sarà possibile indicare il numero dei componenti del nucleo familiare per l’applicazione della nuova tariffa retroattivamente dal primo gennaio 2019. Superato il 28 febbraio la modifica avrà effetto dalla data della comunicazione. Questo perché dal 2020 cambia il calcolo del consumo d’acqua.

La Prima novità: le utenze saranno divise in domestiche e non domestiche. Seconda, importantissima novità: alle utenze domestiche, per la parte variabile del servizio di acquedotto verrà applicata una tariffa sulla base del numero di componenti del nucleo familiare. Ecco come funzionerà: Oltre alla quota variabile proporzionale al consumo procapite la tariffa sarà composta anche da una quota fissa, che riflette “gli oneri inerenti la sicurezza degli approvvigionamenti” (in altre parole: la gestione delle infrastrutture e l’insieme delle attività necessarie per garantire il servizio). Come accade per l’energia elettrica ed il gas che costa più il trasporto che il consumo.

La quota variabile del servizio di fognatura e depurazione non sarà articolata in scaglioni, ma calcolata secondo il volume. Le utenze non domestiche di cui fino ad oggi si riconoscevano 1.700 tariffazioni diverse saranno private del minimo impegnato e ricondotte a sei nuove categorie d’uso. Avranno invece una tariffa differente a seconda del fatto che conferiscano nella fognatura pubblica solo reflui assimilabili agli usi domestici ad es. uffici, oppure reflui industriali autorizzati. Per le utenze condominiali continuerà ad essere applicata la tariffa domestica residenziale con scaglione di consumi modulati in funzione del numero degli appartamenti per cui non sarà necessaria nessuna comunicazione da parte dell’amministratore. L’Autorità ha stabilito anche la gestione della morosità del servizio idrico arrivando alla sospensione dopo un anno tutelando gli utenti vulnerabili. Per i condomini l’acqua non potrà essere staccata se l’amministratore dopo la messa in mora paga in una unica soluzione la metà e il restante in 12 mesi. Un sistema di calcolo , conferma Ammaturo, che sulla carta dovrebbe offrire equità, ma che di fatto fa aumentare i costi per i consumi più contenuti mentre diminuisce per quelli alti, in osservanza del principio che è garantito l’utilizzo di 50 litri d’acqua al giorno cadauno. Rispetto al passato il nucleo familiare al di sotto dei tre componenti avranno un aumento di tariffa, con tre persone ci sarà il mantenimento e diminuirà con nuclei superiori. In assenza di uffici locali Acea in molti Comuni o di presenza rada sarà anche difficile chiedere il bonus sociale idrico già dal primo febbraio che per una famiglia tipo di 3 persone, come stabilito dall’Autorità, con consumo di 150mc/anno potrà coprire 1/3 della spesa. Tutti i nuclei familiari in stato di bisogno potrebbero chiederlo con Indicatore di Situazione Economica Equivalente ( ISEE) non superiore a 8.265 euro che sale a 20.000 con tre figli a carico. La stessa famiglia in un condominio non potrà avanzare medesima richiesta. Un eccesso di potere ( Art. 3 Costituzione) per disparità di trattamento tra i cittadini tra condomini e singoli utenti e soprattutto non premia chi risparmia l’acqua. Singolare a Guidonia Montecelio l’assoluta mancanza di comunicazione e trasparenza abbandonando i cittadini a se stessi. Il sindaco Barbet a cui abbiamo rivolto una circostanziata interrogazione ha mancato per l’ennesima volta in chiarezza e vigilanza oltre a non cautelare i più anziani e altri che non hanno dimestichezza con internet. Comuni come Manziana fino al 28 di febbraio terranno aperto l’URP per due giorni a settimana per offrire una mano ai cittadini. Occorre una forza morale per cambiare le cose non gli slogan grillini. I silenzi di Barbet non danno speranze ai cittadini. Chi ha proposto e chi ha approvato ha il dovere di spiegare ai cittadini come cambia e cosa comporta. Anche nella conferenza dei 52 sindaci con Acea a dicembre del 2018, Barbet, fu tra i nove che votò a favore mentre altri 27 insieme a 16 astenuti dissero no a questo accordo. In tempi di coronavirus avremmo voluto parlare d’altro ma la fumosa burocrazia e la mancanza di trasparenza sono peggio.”




Colleferro, in manette due topi d’auto con numerosi precedenti

COLLEFERRO (RM) – Sono stati individuati dai Carabinieri della Compagnia di Colleferro i responsabili di vari furti commessi a Labico, Colleferro e Valmontone con la tristemente famosa tecnica della “gomma forata”, approfittando della disattenzione delle vittime, intenti ad armeggiare con cric e bulloni, i ladri riuscivano a intrufolarsi negli abitacoli e portare via borse o oggetti di valore.  

Il luogo preferito dai malviventi
per mettersi all’opera erano i parcheggi di bar e centri commerciali, mentre le
vittime erano generalmente persone anziane.

A finire in manette sono stati un
50enne e un 45enne, entrambi italiani e con numerosi precedenti anche specifici,
che dopo aver danneggiato gli pneumatici delle auto delle vittime designate,
approfittando dell’intervento di riparazione, si avvicinavano all’autovettura
dal lato opposto e con particolare destrezza, rubavano gli oggetti lasciati
momentaneamente incustoditi nell’abitacolo.

A scovarli sono stati i Carabinieri
della Stazione di Labico che, nei quotidiani servizi di controllo del
territorio, hanno fermato i due malviventi proprio in un centro commerciale
della cittadina labicana.

Controllati, avevano appena messo a
segno un furto a Valmontone dove, dopo aver danneggiato l’autovettura di due
coniugi e mentre l’uomo era intento a procedere alla sostituzione del
pneumatico, hanno rubato la borsa della moglie.

I militari hanno rinvenuto tutta la
refurtiva, che è stata restituita ai coniugi valmontonesi, nonché gli attrezzi
del mestiere dei truffatori: vari taglierini utilizzati per forare
pneumatici.

Al vaglio dei Carabinieri di Labico
altri episodi verificatisi nelle città circostanti.

I “topi d’auto” sono stati arrestati
e portati nel carcere di Velletri.




Roma, autista aggredito e poi licenziato: l’associazione TrasportiAmo lancia la petizione online

Una petizione in sostegno alla causa di Federico Maruca (l’ex) autista di Autoservizi Troiani, parte del consorzio RomaTpl, rimasto vittima di una brutale aggressione durante il servizio, licenziato in tronco il 10 gennaio scorso “per giusta causa”.

Una tipica storiaccia italica, balzata agli onori della cronaca nazionale per singolarità e controversia. A lanciarla in rete, sulla piattaforma change.org, l’Associazione TrasportiAmo: “È un piccolo ma grande gesto per dimostrare la nostra solidarietà a Federico, che oltre al danno ha subito una grande beffa”.

Teatro del grave episodio, avvenuto nell’ottobre 2017, la linea periferica 055, che mette in collegamento il capolinea della Metro C Pantano con Ponte di Nona, passando per Finocchio, l’Osa, Castelverde e Lunghezza.

È importante quanto tristemente nota, insieme allo 051, 056 e il 20 di Atac, tanto per rimanere nel territorio del Municipio VI, per gli atti di violenza perpetrati nei confronti dei conducenti. “Non può passare questo tipo di concetto – riprende l’Associazione -, sarebbe un incredibile precedente. Licenziato perché infortunato durante lo svolgimento del lavoro? Assurdo, e poi in che modo”.

Quella sera voleva calmare i bollenti spiriti, e proteggere la vettura e i passeggeri

Ma la risposta dell’uomo in stato di ebbrezza, infastidito dai rimproveri del conducente, si è tramutata in violenza estrema. In pochi attimi Federico è stato raggiunto da calci e pugni, sferrati ripetutamente, e sfibrato da una serie di bottigliate, assestate sulla testa. Non ha avuto neanche il tempo di respirare o cercare di difendersi, tanto era l’impeto nevrotico dell’aggressore. Era una maschera di sangue, sfinito e debilitato.

Dai primi accertamenti sanitari emerge un trauma facciale, che compromette
la funzionalità dell’occhio sinistro. È l’inizio dell’odissea. “Mesi in
ospedale, aspettativa, infortunio INAIL e ferie forzate”, recita la petizione. “Poi
la terribile notizia – prosegue – quella che non si aspettava davvero. Alle
visite mediche risulta inidoneo alla guida dei bus e la società, incredibile,
che percepisce corrispettivi da Roma Capitale, invece di ricollocarlo in altre
mansioni, come giusto che fosse, lo ha sbattuto fuori”. È il 10 gennaio, una
data indelebile, un altro primato, negativo, registrato nel flebile mercato del
lavoro, reso ancora più amaro dal fatto che Autoservizi Troiani ha sempre
negato il collegamento tra l’aggressione, subita durante l’espletamento del
servizio, e il danno cagionato all’occhio. “Non mi sono fatto male in casa”, tuona
Federico, “mi è stata riconosciuta un’invalidità del 25% ma io voglio lavorare”.

Appena pubblicata, la petizione è iniziata a correre, tanti i commenti di
sdegno rilasciati, a corredo delle condivisioni. “Questo licenziamento è uno
schifo”, scrive Michele, mentre Anna aggiunge: “trovo assurdo che un
ragazzo che lavora dopo essere stato picchiato e mandato in ospedale venga
licenziato”. “È semplicemente vergognoso”, commenta Mario, “non tutelare un dipendente infortunato durante lo
svolgimento del proprio lavoro! Condizione aberrante d’insicurezza e non tutela
di chi svolge le proprie mansioni”. E Marco
sottolinea: “Com’era la storia del privato che funziona? TPL è l’esempio
didattico di come il pubblico, Atac, può non funzionare e sappiamo bene che non
c’entra con la natura della proprietà, ma il privato è quanto di peggio possa
capitare su un bene comune come il trasporto pubblico, che non deve fare utili
ma migliorare e rendere possibile la vita delle persone. Se esistesse un
sindacato, e se i tranvieri fossero degni della loro storia domani Roma
rimarrebbe a piedi”. L’attacco è forte, giustamente, dato il tema trattato. “Ecco
che significa lavorare per un azienda privata”, affonda Paola, “il settore trasporti di Roma deve tornare ad essere gestito
dal Comune”.

Pesante le reazioni politiche. “È un paradosso”, afferma il consigliere
regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio
Ghera
, “la sindaca Raggi ha il compito di fare di tutto per salvaguardare
il posto di lavoro di chi ha subito un’aggressione mentre cercava di difendere
gli utenti del trasporto pubblico”. D’accordo i consiglieri comunali del PD Giovanni Zannola e Ilaria Piccolo: “Roma non può accettare questa grave ingiustizia, è
inaccettabile che un lavoratore intervenuto per difendere passeggeri del bus da
un’aggressione, da un uomo violento, oltre ad aver subito una menomazione
fisica, ci rimetta la salute e il posto di lavoro. Presenteremo una mozione
urgente affinché il Comune prenda provvedimenti per salvaguardare il posto di
lavoro. Contro una decisione ingiusta e crudele esprimiamo tutta la solidarietà
alla vittima dell’aggressione”. “Il Campidoglio faccia fino in fondo la propria
parte e chieda con autorevolezza il reintegro immediato”, dichiara la
consigliera Svetlana Celli,
capogruppo di RomaTornaRoma in Assemblea Capitolina. “Siamo certi che non siano
necessarie azioni legali, che mi sento per prima di voler sostenere, ma che
siano sufficienti piuttosto il buon senso e la volontà delle istituzioni”.

“Non possiamo entrare nelle dinamiche del rapporto di lavoro tra
un’azienda privata e un suo dipendente”, scrive l’assessore alla mobilità Pietro Calabrese, “ma non rimarremo in
silenzio di fronte a quella che appare un’ingiustizia. Ci auguriamo che il buon
senso conduca a una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti e che
consenta a un padre di famiglia di continuare a svolgere il suo lavoro e poter
mantenere la sua famiglia”. Per quanto ci riguarda cercheremo, nel rispetto
delle regole e delle normative, di fargli sentire la nostra costante vicinanza
umana oltre che verificare tutte le strade previste dalla legge”.

Risposta ritenuta insufficiente dalla SLM-Fast-Confsal
Roma e Lazio, sindacato al quale Federico è iscritto. “Pretendiamo che
l’assessorato si faccia carico della situazione e prenda provvedimenti contro
queste società”, chiosa il Segretario Provinciale Daniel Di Martino, “dove non esiste né trasparenza né trattamento
equo tra i lavoratori. Troviamo inaccettabile che un conducente, dopo aver
subito una aggressione durante il turno di lavoro oltre ad aver subito dei
danni fisici permanenti venga licenziato perché non si ha voglia di trovare
altra collocazione all’interno dell’azienda”. “Bisogna cambiare le regole nella
gestione del tpl”, rincara il Segretario Regionale Renzo Coppini, “le società come Troiani srl hanno finanziamenti
pubblici ma non sono soggette alle regole delle società pubbliche, trasparenza,
imparzialità e pubblicità, nella gestione del personale, nel pagamento degli
stipendi, dei fondi pensioni, delle cessioni del quinto, nelle assunzioni,
negli avanzamenti di carriera, nell’orario di lavoro. Nella RomaTpl e Consorzio
Cotri, quando gli è servito hanno passato il personale da una società all’altra
da un giorno all’altro, sono migliaia i casi, ora per tutelare un autista
aggredito in servizio non ci sono possibilità. Chi non ha rispetto per la
persona non può continuare a gestire il Tpl con i soldi pubblici”.

“Chiediamo la massima condivisione della petizione”, commenta infine TrasportiAmo, “proprio per sensibilizzare l’intervento dei Campidoglio. Occorre far sentire la nostra indignazione. Al riguardo c’è un grande precedente che risale al 2015, quando l’ex-assessore ai trasporti Stefano Esposito intervenne su Atac e fece reintegrare un autista, ingiustamente allontanato. RomaTpl e il Cotri percepiscono corrispettivi pubblici, pertanto sarebbe fuori luogo fare delle distinzioni. Sarebbe un’altra ingiustizia. Firmate, #noistiamoconfederico”. https://www.change.org/p/virginia-raggi-revoca-licenziamento-autista-romatpl-aggredito-iostoconfederico




Carceri italiane, escalation di aggressioni: l’appello del sindacato di Polizia Penitenziaria SIPPE

Lo scorso venerdì a Sassari
un detenuto al 41 bis ha conficcato la penna in faccia a un poliziotto
penitenziario. Al carcere di Petrusa di Agrigento un altro detenuto ha
aggredito un medico e un ispettore di polizia penitenziaria e nel carcere
napoletano di Poggioreale un detenuto ha cercato di strangolare un agente della
Penitenziaria.

Questi alcuni dei fatti degli ultimi giorni che hanno interessato i lavoratori della polizia penitenziaria.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 30/01/2020

Una situazione, quella delle carceri italiane ormai afflitta dal sovraffollamento dei detenuti, dalle continue aggressioni agli agenti penitenziari, dai suicidi, anche tra gli operatori della penitenziaria e dalle carenze nelle strutture sanitarie per gli ospiti delle case circondariali.

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Da sinistra: Ciro Borrelli (Dirigente Sindacato Polizia Penitenziaria Sippe), Carmine Olanda (Segr. Gen. Sindacato Polizia Penitenziaria Sippe), Alessandro De Pasquale (Pres Naz. Sindacato Polizia Penitenziaria Sippe) ospiti a Officina Stampa del 30/01/2020

Il garante dei detenuti,
Mauro Palma ha spiegato che le aggressioni sono sempre più in aumento e sono la
conseguenza dello stato di abbandono che si respira nelle carceri.

Intanto è atteso il nuovo
rapporto, sui dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, in
programma il 17 aprile in Senato. Già nel 2020 si devono registrare 41
aggressioni in carcere ai danni di agenti penitenziari, più altri 5 contro
personale amministrativo.

Molti anche i suicidi

nel 2019 sono stati 53 tra i detenuti. Degli ultimi 8 casi avvenuti lo scorso dicembre 4 riguardavano persone senza dimora e 3 in attesa di primo giudizio.

Ma il dramma dei suicidi
coinvolge anche e soprattutto il personale di Polizia penitenziaria: c’è stato
un picco, con 9 casi, secondo le fonti ufficiali e 11 secondo gli Osservatori.

Il sovraffollamento registra
un indice del 129,40%. Vale a dire che a fronte dei 50.692 posti a disposizione
negli istituti penitenziari italiani, sono presenti 60.885 detenuti.

Di questi, il 67% è di
nazionalità italiana, il 5% è comunitario e il 28% è composto da
extracomunitari.

Il sovraffollamento colpisce
alcune regioni più delle altre: quelle con maggior presenza di detenuti risultano
essere Lombardia (8.560 detenuti a fronte di una capienza di 6.199), Campania
(7.440 a fronte di 6.164 posti), Lazio (6.675, mentre la capienza regolamentare
è pari a 5.247) e Sicilia (con 6.443 detenuti e 6.497 posti). La tendenza
registrata nel 2019 è stata sempre superiore alle 60mila. Ma quali sono i
motivi?




Riforma della prescrizione e presunti innocenti in carcere: Bonafede, i dati ministeriali e… quelle prese di posizione

Il ministro Alfonso Bonafede
continua a collezionare molte critiche per le sue “uscite” e prese di posizione
riguardo un mondo che a volte sembra essere lontano dalla sua comprensione.

Soltanto lo scorso 24 gennaio,
durante il programma de La7 “In Onda” ha detto che “gli innocenti non finiscono
in carcere”, dimostrando quindi di ignorare i dati del suo ministero.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 30/01/2020

Nelle carceri italiane, infatti, il 34,5% dei detenuti è oggi in attesa di giudizio, cioè presunti innocenti. Dal 1992 alla fine del 2017, 26.412 persone hanno subito una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva.

Quindi oltre 26 mila innocenti ristretti nelle patrie galere

Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro. Ma non è tutto. A stigmatizzare il comportamento del Guardasigilli è stato anche il Garante dei detenuti, Mauro Palma, che ha criticato il video “postato dal ministro della giustizia e pubblicato sulla rivista online ministeriale”, che “si aggiunge a quel riferimento al ‘marcire’ che il ministro dell’Interno ha più volte espresso in suoi video, riferimento che indica una finalità della pena detentiva opposta a quella voluta dalla nostra Costituzione”.

Ma non è finita perché ci
sono le palesi proteste contro la legge Bonafede sulla riforma della
prescrizione.

In sostanza, da quest’ anno
la prescrizione dei reati si interromperà dopo la sentenza di primo grado, sia
di condanna sia di assoluzione.

Oltre a non snellire i tempi
della giustizia, secondo molti questa riforma metterà a dura prova gli uffici
giuridici, portando il sistema italiano al collasso totale




Roma, riqualificazione del Tevere. Gargano (Anbi): “Mutuare l’esperienza dei consorzi di bonifica sui navigli a Milano e l’Arno in Toscana”

La necessaria manutenzione straordinaria del fiume Tevere, cui va affiancata un’azione di educazione ambientale, mirata a garantire il rispetto quotidiano del corpo idrico, può diventare esempio di un rinnovato rapporto tra il corso d’acqua e le comunità rivierasche, perso nel corso dei secoli dall’Impero Romano ai giorni nostri.”

A proporre la
suggestione è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale
dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio (ANBI),
commentando
la pubblicazione del libro “Tevere Nostrum” di Erasmo D’Angelis, Segretario
dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale.

“Nell’epoca
della globalizzazione l’Italia vince, se valorizza le eccellenze, che la fanno
unica nel mondo; per questo – prosegue il DG di ANBI – insistiamo su
un nuovo modello di sviluppo, incentrato sulla promozione del territorio e delle
sue peculiarità, come le risorse idriche.
Il Tevere può rappresentare,
sul modello di quanto già realizzato dai Consorzi di bonifica per i Navigli
milanesi o il fiume Arno a Firenze,
un asset fondamentale per un diverso
sviluppo turistico ed economico dei territori attraversati. Su questo, il libro
di D’Angelis ha il merito di aprire il dibattito.”

Sul fiume
Tevere, i cui apporti idrici urbani sono oggi depurati al 99% grazie a 4 grandi
depuratori e 28 impianti minori, è stata infatti proposta l’istituzione del 26°
parco nazionale italiano.

“D’altronde –
conclude Gargano – la potenza di Roma è cresciuta e decaduta in simbiosi
con il suo fiume e si può affermare che l’imperatore, Augusto, sia stato la
prima authority pubblica sull’acqua
. Oggi c’è bisogno di guardare alla
storia per tornare a dire grazie al fiume, recuperando un positivo, quanto
moderno rapporto con la comunità.”




Milano, disarticolata la banda dei predatori di farmaci

MILANO – Perquisiti gli uffici e i domicili, tra le province di Milano, Monza Brianza e Varese, di 17 dipendenti di un grosso distributore farmaceutico della provincia di Milano.

L’operazione, portata avanti dai carabinieri del N.A.S. di Milano, assistiti da militari dei N.A.S. di Alessandria, Torino e Cremona è scattata su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e disposta dal Procuratore Aggiunto dottoressa Laura Pedio e dal Sostituto Procuratore dottoressa Francesca Crupi.

Le indagini sono state avviate nel mese di novembre 2019 a
seguito della denuncia presentata dai responsabili del deposito che avevano
riscontrato grossi ammanchi di presidi farmaceutici come conseguenza di
attività predatorie poste in essere da alcuni dipendenti non meglio
individuati.

Gli ammanchi documentati dalla società erano stati stimati
in oltre 3.000 confezioni di varie tipologie di medicinali – tra le quali
spiccavano quelle ad effetto anabolizzante e farmaci ad alto costo – ed il
danno economico emerso era stato quantificato in oltre 500mila euro.

L’immediata attività investigativa, avviata dal N.A.S. di
Milano e coordinata dalla locale A.G., ha consentito di identificare e
denunciare in stato di libertà per furto aggravato 17 dipendenti sorpresi,
grazie al ricorso di attività di monitoraggio tecnico, ad asportare medicinali
destinati alla successiva vendita sul mercato illecito.

Il dispositivo dei Carabinieri per la Tutela della Salute ha permesso agli inquirenti di evitare ulteriori conseguenze delle attività predatorie. In tale contesto, infatti, nella sola mattinata dello scorso lunedì, 6 dipendenti sono stati sorpresi in flagranza di reato mentre erano intenti a rubare vari tipi di farmaci;

I 17 decreti di perquisizione personale e locale, disposti
dalla magistratura milanese, sono stati disposti al fine di rinvenire e
sequestrare le varie specialità medicinali asportate dal predetto deposito
farmaceutico nel corso del tempo, le quali, oltre ad essere provento di reato,
sono da considerarsi potenzialmente dannose per la salute pubblica qualora non
correttamente conservate secondo i criteri stabiliti dal produttore.

L’attività investigativa condotta ha consentito di
disarticolare un gruppo le cui protratte attività di furto hanno non solo
creato un rilevante danno economico all’azienda di cui erano dipendenti, ma,
attese le modalità di successiva collocazione dei prodotti nei mercati
clandestini, hanno soprattutto contribuito a sottrarre, dai canali ufficiali, i
presidi medici destinati alle esigenze sanitarie dei cittadini.




Nel 2020 basta sprechi: come tagliare gli eccessi

Il 2020, dopo le festività e gli stravizi iniziali, dovrà essere un anno all’insegna del risparmio. Le nuove sensibilità ambientaliste hanno di fatto instillato in molte famiglie la voglia di combattere gli sprechi, specialmente sul piano energetico, vero e proprio tallone d’Achille dei mesi invernali. Nei giorni più freddi dell’anno, non bisogna dimenticare i buoni propositi per il 2020 che dovrebbero guidare la maggior parte degli italiani.

Combattere lo spreco energetico

Tutti gli anni, durante i mesi invernali, le bollette di gas e luce
raggiungono picchi spesso inaspettati. Durante il periodo delle festività
appena concluse, i consumi energetici sono già aumentati di circa il 30%,
andando a gravare sia sulle bollette delle famiglie che sull’inquinamento
ambientale. Sarebbe, quindi, auspicabile adottare comportamenti più
ecosostenibili, anche solo preferendo le lampadine a led a quelle a
incandescenza, visto che consumano l’80% in meno.

Partiamo da un consiglio base: intanto bisogna muoversi per tempo e con la
giusta programmazione per ottenere un maggior risparmio in bolletta. In periodo
di sprechi e picchi di consumo, bisogna trovare un’offerta luce adatta, magari
cercandola online, ad esempio sul
sito di Acea
: ancora meglio se, a tutela dell’ambiente, si opta per le
proposte con “garanzia di origine” da fonti rinnovabili.

Con la speranza che le decorazioni natalizie siano state riposte negli
scatoloni e non gettate, in casa, conviene evitare di riscaldare ambienti di
passaggio (es. corridoi) e spegnere i caloriferi nei momenti della giornata in
cui di certo non si è in casa (es. di mattina per i lavoratori). Massima
attenzione agli sprechi per quanto riguarda i grandi elettrodomestici: sarebbe
opportuno limitare, per quanto possibile, con un po’ di intelligenza la
frequenza d’uso di lavatrici e lavastoviglie.

Stoppare lo spreco alimentare

Lo spreco alimentare è un altro fronte su cui combattere dopo  il Natale, perché ogni anno, in Italia, si
perdono circa
17 miliardi di euro di cibo
solo per le festività, e ogni italiano ne butta
via 800 grammi a settimana. Esistono diversi metodi per evitare questo spreco,
a partire dall’organizzazione delle cene e dei pranzi. Innanzitutto, sapere sempre
con certezza il numero dei commensali e controllare cosa offre già la dispensa;
se si va al supermercato, evitare di comprare un’eccessiva quantità di cibo e,
una volta in cucina, soppesare bene le quantità, in modo tale da non far
avanzare troppe cose. Se ciò dovesse comunque accadere, sarebbe importante
condividere eventuali ospiti gli avanzi oppure usarli per nuove ricette il
giorno dopo. Infine, differenziare sia gli avanzi stessi che gli imballaggi del
cibo.

Fermare gli acquisti inutili su
Internet

Non solo, il 2020 potrebbe essere un buon anno per limitare lo shopping
estremo, specialmente online.  Difatti
ogni acquisto mette in moto una macchina logistica immensa, che spesso si
traduce in maggior inquinamento. Ogni anno, migliaia di italiani ricevono pacchi
non necessari che poi chissà che fine fanno. Per evitarlo, bisogna prendere
poche e semplici precauzioni: creare una lista di quello che si vuole
acquistare ed è veramente necessario, stabilire un tetto massimo di spesa e
ricordarsi che un acquisto deve essere, prima di tutto, utile. Non bisogna
pensare al capriccio del momento o alle mode, ma, in caso di acquisti online,
spesso i marchi offrono opzioni ecosostenibili: dal trasporto alle lavorazioni
green, si possono scegliere brand o capi di abbigliamento che abbiano un minor
impatto ambientale. Non bisogna dimenticare che ogni acquisto dovrà essere
davvero necessario, e non all’insegna del consumismo sfrenato.