Emergenza COVID-19 e le pratiche commerciali scorrette

L’emergenza sanitaria in corso, definita pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sta comportando l’adozione di misure restrittive tanto rigide quanto necessarie a contrastare gli effetti dilaganti del virus COVID-19.

Mentre i governi europei ed extra europei si impegnano nella complessa opera di bilanciamento di tutti gli interessi coinvolti dai provvedimenti adottati, non manca chi cerca di trarre giovamento dalla delicata situazione in corso, lucrando sulle paure dei consumatori e vendendo prodotti quali mascherine e disinfettanti per le mani a prezzi esorbitanti, più che decuplicati. “Spregevoli pratiche commerciali del genere non sono fortunatamente sfuggite alla lente della nostra autorità Antitrust che, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha avviato un procedimento istruttorio contro un sito web che commercializzava un farmaco antivirale a più di 600 euro” ha dichiarato Maria Pisanò, Direttore del Centro Europeo Consumatori Italia “ed ora le autorità nazionali a tutela dei consumatori di tutta Europa, coordinate dalla Commissione Europea, hanno avviato un’ azione comune per tutelare i consumatori dalla disonestà di alcuni commercianti”.

A tal proposito si è pronunciato Didier Reynders, commissario per la Giustizia e i Consumatori, il quale ha assicurato che Commissione e Stati Membri adotteranno tutte le misure in loro potere per evitare che condotte disoneste possano essere messe in atto e ha invitato e incoraggiato le piattaforme di vendita online a seguire l’esempio di Amazon e Facebook che hanno autonomamente e volontariamente adottato provvedimenti contro pratiche commerciali scorrette.

“Il commissario Reynders ha annunciato anche che sarà presto pubblicata una guida per identificare meglio le pratiche da censurare e per fornire un valido ausilio alle autorità nazionali” aggiunge Monika Nardo, consulente legale del Centro Europeo Consumatori Italia; proprio il Centro, che da sempre costituisce un valido interlocutore della rete CPC*, è investito della funzione di effettuare le cosiddette “segnalazioni esterne”, nell’ambito del meccanismo recentemente introdotto dal Regolamento (UE) 2017/2394, in vigore dal 17 gennaio 2020. Il nuovo testo legislativo espande e rafforza i poteri delle autorità nazionali per coordinare e rendere più incisi i propri interventi di sorveglianza del mercato al fine di contrastare in modo più efficace le violazioni transfrontaliere del diritto dei consumatori, in particolare nei contesti digitali.




Paliano, Covid-19: ulteriore giro di vite per gli spostamenti delle persone

PALIANO (FR) – Il Sindaco Domenico Alfieri, infatti, nella giornata di domenica 22 marzo, ha firmato l’ordinanza che impone a chiunque debba spostarsi  per attività motoria o per l’uscita con l’animale di compagnia per le sue necessità fisiologiche, a rimanere nelle immediate vicinanze della residenza o dimora e comunque a distanza non superiore a 500 metri, con obbligo di documentazione agli organi di controllo. Disposizione questa che, al fine di contenere il rischio di diffusione del COVID-19 nell’ambito del territorio comunale in via provvisoria e cautelativa, sarà efficace fino alla data del 3 Aprile 2020.

“La presenza di un tasso di contagi sempre crescente, ci impone ancora altre restrizioni. Purtroppo è facile rilevare che, nonostante le misure restrittive adottate e il costante monitoraggio del territorio operato dal personale del Comando di Polizia Locale, l’attività motoria risulta comunque svolta con modalità che non consentono di garantire il rispetto del distanziamento, né un efficace controllo da parte degli organi preposti. Oltre a ciò è stato constato che  molti proprietari di cani ed animali da compagnia, in occasione delle uscite necessarie per consentire agli stessi lo svolgimento delle proprie necessità fisiologiche, percorrono distanze ragguardevoli dalle proprie abitazioni. Per cui nonostante le regole già in vigore sugli spostamenti, i dati dei contagi ci dimostrano che questo non è ancora sufficiente ad arginare l’epidemia. Non possiamo permetterci di mantenere la situazione attuale. Questo è un ulteriore messaggio ai cittadini tutti, ancora più chiaro e inequivocabile: dobbiamo limitare gli spostamenti superflui. La situazione è grave e la nostra libertà personale va usata con responsabilità da parte di tutti. Il controllo da parte delle Forze dell’Ordine sul territorio verrà intensificato per scoraggiare chi non avesse capito che le passeggiate e le ore di svago nei luoghi pubblici non sono consentiti”. Queste le parole del Sindaco Alfieri.




Asl Rm5, sanitari e cittadini in guerra… a mani nude

Il disorientamento generato da altalenanti e pasticciate azioni governative oltre ad una mancanza di comunicazioni esaustive è aggravato dalla mancanza di generi sanitari necessari.

Dove sono le mascherine? Dove i cosiddetti DPI? I Dispositivi di Protezione Individuale che insieme all’alcool, le sovrascarpe, i guanti, gli occhiali e le tute sanitarie monouso gli stessi che tutti i cittadini verrebbero acquistare: sono introvabili.

Dai filmati dei TG si vedono sanitari in Cina bardati da assomigliare all’omino Michelin, ben altro i nostri. Sui social c’è chi invita ad usare in bagno le ultime mascherine fornite dalla Protezione Civile. Ancora prima dei Sindacati di categoria e senza allarmismi, diversi operatori sanitari della ASL RM5, tra le più grandi d’Italia, avevano denunciato già l’11 marzo di essere costretti a visitare gli assistiti privi di guanti e mascherine e come definiscono centinaia di titoli sui giornali “a mani nude”.

La Asl aveva risposto: “La Direzione provvede quotidianamente all’invio in Regione Lazio dei fabbisogni di DPI comprensivi di quelli destinati al MMG/PLS secondo le vigenti indicazioni regionali. Si deve tuttavia evidenziare che le scorte sono, come è noto, contingentate e che i quantitativi ed i tempi di consegna sono dettati da Istituzioni diverse. Per il semplice motivo che sono introvabili.”

Sebbene fosse stato diffuso da parte dell’Azienda Sanitaria un documento relativo ai comportamenti da tenere nella gestione dell’emergenza (Protocollo 218196 del 11.03.2020) con relativi allegati; nell’allegato B del documento è esplicitamente indicato che “La modalità distributiva dei DPI e dispositivi medici monouso legati all’emergenza è competenza della Direzione Regionale”.

Ad oggi ancora nessuna traccia di detti materiali e dispositivi, né comunicazione di dispensazione è giunta agli operatori sanitari. La Medicina Generale/Medicina di Famiglia è la branca specialistica che si occupa in modo specifico di medicina di comunità, cure primarie e gestione delle patologie sul territorio in ambiente extraospedaliero. I medici di medicina generale sono figure da non confondere con il “medico generico”, che identifica il laureato in medicina senza formazione post laurea. I medici hanno nei loro studi dei dipendenti, nei confronti dei quali hanno degli obblighi relativi alla sicurezza sul luogo di lavoro. Oltre ad una particolare posizione lavorativa di medici convenzionati con il SSN non li pone in dipendenza diretta, ma si fa presente che la Direzione Generale della ASL ROMA 5 ha nei confronti delle responsabilità di tutela della salute. Una esposizione ad un concreto pericolo, che mette nelle condizioni di essere inibiti nel normale svolgimento della professione, limitando nella possibilità di visitare in sicurezza i pazienti affetti da sintomatologia respiratoria.

Colpa di una spending review sanitaria che alla fine fa pagare il conto a tutti gli Italiani. Dal 2011 con Monti ogni Governo ha pensato di risparmiare sulla sanità anzi che sul superfluo. Bene lo ribadisce un dossier intitolato “La spending review sanitaria”, risalente allo scorso 4 marzo e pubblicato dagli uffici della Camera.

Dai tagli sui posti letto ai tempi di ospedalizzazione, spese per dispositivi e aumentando ogni due anni i metri quadrati da mettere a disposizione per i pazienti che hanno fatto chiudere decine di cliniche private. Tutti gli esecutivi hanno fatto il possibile per risparmiare quasi che la sanità fosse superflua, eccedente ed inutile. Di queste ore la denuncia dei quattro sindacati dei camici bianchi contro Zingaretti che con i soldi che ci sono, oggi in piena emergenza covid 19, sta pensando bene di acquisire una App, chissà a quali costi, per monitorare a distanza i pazienti in quarantena. Troppi gli errori di valutazioni e della burocrazia che mette a nudo la irrazionalità di una nazione che non ha fabbriche capaci di creare certi prodotti a scapito di centinaia di maestranze che ben sarebbero capaci ma non a disdegnare l’acquisto in Ucraina ed in Cina dove nessuno si è sognato di chiedere la conformità costruttiva degli opifici, i durc, gli impianti antincendio , le referenze bancarie, la tripla messa a terra o la quantità di aria introdotta nell’azienda per addetto: basta che ci sia il marchio CEE. Grazie alla emergenza sono tante le camicerie o i cravattifici che hanno diversificato la produzione con le mascherine. Una burocrazia mostruosa che ha fatto male dopo aver fatto desistere chiunque. Ha creato un danno all’intera Nazione che dovrebbe far arrossire e non solo i responsabili di settore al Ministero e nei venti assessorati alla sanità regionali. Oggi si paga il conto di avere tanti marchese del grillo che amava dire io so io e voi…




Grottaferrata, fake news quotidiane: nessuna suora è andata in viaggio a Cremona

GROTTAFERRATA (RM) – I responsabili dell’Istituto delle Figlie di San Camillo stanno valutando azioni legali in merito all’articolo del “Fatto Quotidiano” dove viene affermato che le suore di Grottaferrata avrebbero potuto contagiarsi in occasione di un viaggio fatto a Cremona.

Dalla direzione dell’Istituto viene chiarito che nessuna suora di Grottaferrata si è mai recata a Cremona negli ultimi due mesi. “C’era stata una suora di Cremona – specificano dalla direzione dell’Istituto – che si era fermata a Grottaferrata più di due settimane fa, più specificatamente intorno alla fine di febbraio”.

La Asl Rm2 fa sapere che tutte le suore che lavorano come caposala all’Ospedale Madre Giuseppina Vannini sono risultate negative al tampone. A conferma che il cluster è focalizzato e isolato presso l’Istituto di Grottaferrata posto sotto isolamento.




La Pandemia politica in epoca di Coronavirus

Riflessioni sulle problematiche sociali, politiche ed economiche viste dagli occhi di un ex sindacalista, di matrice socialista. Uno sguardo laico, senza tabù, senza certezze, ma con l’umilità del dubbio

di Roberto Giuliano*

L’epidemia da Corona Virus, ha messo in risalto gli aspetti negativi della politica nostrana facendoli emergere in tutta la loro nitidezza. Non credo che ci sia bisogno di evidenziare la malagestione dell’emergenza, essa è sotto gli occhi di tutti, ovviamente non riguarda solo la maggioranza che, comunque ha responsabilità maggiori in quanto forza di governo. Visto che maggioranza ed opposizione non hanno le carte in regola, entrambi in modi diversi, cercano di addossare le proprie incapacità all’Europa e agli altri paesi.

Dato che la Cina sta superando la crisi, ed avendo un sistema produttivo efficiente, sono in grado di darci un aiuto, esso viene subito strumentalizzato dai soliti, i pifferai che ci informano che la Cina è regime politico autoritario e dunque non va preso come modello. Ma scusate chi in Italia ha mai detto che è un modello? E’ un Paese che vanta una lunga tradizione di amicizia con l’Italia e gli amici si notano nei momenti di bisogno.

Ma c’è dell’altro

Questa critica volutamente ingrata nasconde due problemi:

1) Avendo il governo Conte 1, firmato l’accordo commerciale con la Cina, denominato la via della seta, (non entro nel merito dell’Accordo), dunque secondo questa logica perversa i Cinesi sono amici delle 5Stelle e dunque di questo governo, per cui bisogna attaccare la Cina. Visione demenziale ed infantile della politica internazionale.

2) L’efficienza cinese nell’affrontare l’emergenza del Corona virus viene strumentalizzata nell’essere una dittatura, al fine di nascondere l’incapacità della nostra classe politica tutta, nel gestire l’epidemia.

Da ragazzo, in sezione, mi raccontavano gli adulti, che quando si governa i primi due anni si possono fare manovre dure per raddrizzare l’economia, ma poi con le riforme fatte negli anni successivi si lancia lo sviluppo economico. Con questo voglio sottolineare che in democrazia la classe dirigente si assume delle responsabilità per dirigere un paese, sapendo che ci sarà sempre chi si lamenterà, rientra nelle regole del gioco democratico, il consenso lo si conquista non ci si corre dietro, per cui anche in democrazia ed in emergenza era possibile prendere ad esempio le scelte organizzative fatte in Cina, senza per questo aspirare ad un modello politico o voler proporre al Paese di abbandonare la democrazia.

Nei discorsi dei nostri politici (è un eufemismo) ed in particolare nei social, che in modo indiretto li sostengono con siti camuffati, emerge uno strisciante odio nei confronti dell’Europa, ed in particolare della Germania e della Francia.

Purtroppo, cosa non nuova per responsabilità sempre di coloro che, autonominatisi politici, dichiarano “l’Europa ci obbliga” con questa frase nascondono le loro incapacità di governo, sia della destra che della cosiddetta sinistra. Qualunque decisione che importante in Europa viene assunta dal consiglio dei capi di Stato i quali decidono all’unanimità, e poi i consigli dei vari ministri europei si incontrano per definire eventuali particolari e dopo il tutto viene demandato alla commissione Europea sia per fare le direttive che per vigilare sul suo rispetto. Visto che questa è la procedura mi domando come si fa a dire che l’Europa ci obbliga?

Il vero dramma è che dal 1992 (la stagione golpista di mani pulite) il nostro Paese ha perso una classe politica che nonostante i suoi limiti aveva senso dello stato e delle relazioni internazionali

Questa pseudo classe dirigente ha inserito nel corpo sociale del paese un odio verso l’Europa e verso l’euro per coprire la sua incapacità. Anche in questa crisi dovuta al corona virus19 si cerca di coprire le varie inefficienze e sottovalutazioni scaricando le proprie responsabilità verso gli altri stati europei che secondo questa vulgata non sono solidali con l’Italia; si racconta, come prova, che l’importazione di mascherine è stata bloccata, ma ritengo normale che ogni singolo stato pensi prima al suo popolo e poi aiuti gli altri, e dunque essendo una pandemia fanno prima scorta per le loro esigenze e poi aiutano gli altri.

Questo non vuol dire essere nazionalisti o egoisti si chiama buon senso cosa che è mancato alla classe politica italiana che, per produrre le mascherine, in una situazione di emergenza fa fare un appalto alla Consip o, per motivi burocratici, si impedisce la conversione di alcune aziende per produrre le suddette mascherine. Qui non si invoca l’autarchia, ma la necessità di avere buon senso, cosa che le autorità giustamente invocano ai cittadini, ma manca del tutto alla classe politica.

Con questo scenario torbido della nostra classe politica, il futuro economico è estremamente cupo

In psicologia si dice che da una crisi si può uscire con rinnovato vigore e creatività o regredendo, nel senso che si rimane legati ai vecchi vizi che hanno determinato la crisi, per quanto si crede o meglio ci si illude di aver intrapreso strade nuove. Da questa crisi non si esce da soli con le proprie forze, ma con un rinnovato slancio verso l’integrazione Europea certo con le sue diversità, il dopo crisi riguarda l’Europa e il mondo.

Bisognerà passare dall’unione Europea agli stati federali dell’Europa, integrando le economie e le politiche con percorsi virtuosi

Il mondo dopo il corona virus sarà diverso ed obbligherà tutti a fare delle scelte comuni, oppure a scegliere sentieri di ripiegamento che comportano un ritorno alle singole nazioni. Ecco la nostra pseudo classe politica invece di polemizzare contro gli altri stati europei ci faccia sapere se vuole costruire una Europa sovrana oppure affrontare la globalizzazione in modo autarchico.

*Tratto liberamente da Le sfumature del garofano rosso




Un anno fa ci lasciava Gino Falleri, decano dei pubblicisti italiani

di Alessandro Butticé

Un anno fa, esattamente il 18 marzo, mi trovavo a presiedere una conferenza che avevo organizzato a Bruxelles, con la Sezione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFI) di Bruxelles-Unione Europea ed altri, presso la sede della Rappresentanza della Regione Toscana a Bruxelles, sul tema “Finanziamenti europei diretti: analisi e valutazioni”.

La conferenza doveva invece essere presieduta da Gino Falleri Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e decano dei giornalisti pubblicisti italiani, scomparso proprio la notte prima. Quindi nel giorno in cui avrebbe dovuto prendere la parola alla conferenza da lui co-organizzata, quale vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e presidente del GUS. Ho aperto, nella commozione, con un minuto di silenzio in ricordo dell’Amico Gino.

“Il grande Presidente”, come erano soliti chiamarlo i tantissimi amici del mondo del giornalismo e istituzionale italiano

Nonostante la pandemia stia catalizzando l’attenzione mediatica italiana, non può passare nel silenzio quest’anniversario della scomparsa di un grande giornalista. Che se n’è andato stando sino all’ultimo sulla scena (la conferenza che aveva organizzato a Bruxelles). Come tutti i grandi personaggi vorrebbero. A cento giorni dalla scomparsa di Gino, storico punto di riferimento nell’Ordine regionale dei giornalisti pubblicisti di Roma e del Lazio, a raccogliere ora la sua eredità, tracciata per anni con un impegno costante, sono stati i gruppi di “Giornalisti Unitari di Stampa Romana” e “Giornalisti 2.0”, così come annunciato dall’Agenzia Aska nel giugno dello scorso anno. Le due più rappresentative compagini del mondo pubblicistico regionale, grazie alla disponibilità concessa dalla famiglia Falleri, in modo particolare la Signora Rossana ed il figlio Roberto (anch’egli brillante giornalista), hanno gettato le basi per tornare ad offrire ai colleghi pubblicisti del Lazio quella sponda di affidabilità e di concretezza che, all’interno degli organismi associativi ed istituzionali dei giornalisti, il compianto Vicepresidente aveva sempre assicurato. Secondo quanto annunciato da Aska, “sulla strada tracciata dal suo impegno, si consolida adesso all’interno dell’Ordine regionale il “Gruppo Gino Falleri”, composto dai Consiglieri pubblicisti Roberto Rossi del GUS, Giornalisti degli Uffici Stampa, e Maurizio Lozzi della FNGPI, la Federazione Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti Italiani.

La prima partecipazione pubblica della nuova compagine, di cui fanno parte anche i giornalisti Massimo Di Russo, pubblicista, Maurizio Pizzuto, professionista ed altri, è prevista agli Stati Generali dell’editoria convocati il 4 luglio a Palazzo Montecitorio. L’accordo tra le due maggiori componenti del giornalismo pubblicista regionale apre ora alla più ampia partecipazione possibile dei colleghi pubblicisti e a raccogliere le loro istanze proprio al fine di rafforzarne lo status, tanto più in un momento topico in cui problemi complessi, rafforzati purtroppo anche dalla miopia di tante anime vaganti del giornalismo, stanno offuscando gli orizzonti professionalmente percorribili. Su questi, invece, il neo-costituito “Gruppo Gino Falleri” vuole avere, assicurare e mantenere una visione chiara, sia per pianificare tutte le strategie necessarie ai giornalisti pubblicisti, ai professionisti ed anche ai comunicatori – sia per approfondire nuove ipotesi normative necessarie a ridurre i rischi di abrogazione della legge istitutiva dell’Ordine, qualora ne venissero scartate le ipotesi al momento in campo per una sua autentica riforma.”

Conobbi personalmente Gino Falleri agli inizi del nuovo secolo, e lo feci entrare nella rete dei comunicatori antifrode dell’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode (OAFCN), da me creata e presieduta per quasi un decennio. Lo feci entrare come primo giornalista non appartenente agli uffici stampa delle Forze di Polizia europee che costituivano la rete. Nella sua qualità di Presidente del GUS, il Gruppo Uffici Stampa. E lo feci volentieri, aprendo successivamente la rete anche alla Giornalista Bulgara e Presidente del Club dei Giornalisti anticorruzione, Reneta Nicolova, ed al Segretario Generale della IFJ, la Federazione Internazionale dei Giornalisti. Al momento di lasciare la Presidenza della Rete, nel 2009, per assumere altri incarichi presso l’OLAF, prima della direzione dell’Unità Comunicazione dell’Industria e delle Imprese della Commissione Europea – chiamato da un altro giornalista italiano, l’attuale Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, allora Vicepresidente della Commissione Europea – blindai la posizione di Falleri all’interno dell’OAFCN, facendo approvare dal Direttore Generale pro-tempore dell’OLAF, il magistrato tedesco Franz-Hermann Bruener, la mia proposta di nominarlo membro associato della rete. Sono molto contento e fiero di averlo fatto. Non solo perché ciò ha permesso al Presidente Falleri, di assumere la proiezione internazionale che meritava, facendo conoscere anche a livello europeo i suoi meriti e le sue capacità di lunga data, ben note in Italia. Ma anche e soprattutto perché ho dato la possibilità, suo tramite, all’Ordine dei Giornalisti italiano – spesso visto come un unicum in Europa e persino nel mondo – di farne conoscere la propria utilità, ed i propri principi anche di tipo etico e deontologico che, nonostante alcuni suoi limiti, l’Ordine dei Giornalisti italiano, a mio avviso, incarna e rappresenta.
Sono quindi fiero, in questo modo, e grazie al contributo del “grande Presidente” e dell’amico Gino, di aver dato da un lato un mio contributo alla difesa dell’immagine del giornalismo italiano in Europa, e dall’altro all’Europa, ed in particolare alle forze di polizia dei suoi stati membri, di avere la possibilità di beneficiare dell’esperienza e dell’importante contributo del giornalismo italiano.




Parlamento, Zicchieri (Lega): “Tornare a lavorare, a maggior ragione in questo momento particolare per il Paese”

Al momento il Parlamento é rallentato, ma non fermo. È chiaro che chi sta legiferando con i decreti legge e i dpcm, procedura inevitabile per far presto, ma i decreti legge sono tutti calendarizzati, prima al Senato e poi alla Camera. Certo, a causa della carenza di dispositivi di protezione, di parlamentari in quarantena e di obbligo di osservanza delle distanze, le presenze saranno ridimensionate, ma ci saranno. Ci basta questo?

Premesso che siamo in un regime di guerra dove ciò che conta é ora prioritariamente l’esecutivo (che ci piaccia o meno quello che abbiamo), ci stiamo chiedendo se é giusto o meno che il parlamento abbia ridotto il lavoro.

Lo abbiamo chiesto all’on Francesco Zicchieri (Lega Salvini premier), vicepresidente del gruppo alla Camera.

“Penso che il Parlamento – ha dichiarato l’on. Zicchieri – debba tornare a lavorare a maggior ragione in questo momento particolare per il Paese. Noi siamo pagati dagli italiani per lavorare e come stanno lavorando molte altre categorie è giusto che lavorino i parlamentari”. E alla domanda sui rischi di movimento e di contagio risponde: “Mantenendo fede ai protocolli, usando tutte le dovute precauzioni”.

On.Zicchieri qualcuno propone il Palaeur per le dovute distanze che ne pensa?:

“Usiamo i protocolli qualunque essi siamo ma andiamo a lavorare. Il Paese e gli italiani hanno bisogno di un parlamentare che lavori”.




ANBI: i consorzi di bonifica sono al lavoro per garantire cibo attraverso l’acqua all’agricoltura

“Si sta lavorando per l’apertura dei cantieri, che vedranno investimenti per circa un miliardo di euro, finalizzati al miglioramento della rete idraulica italiana”

Oggi il 25% della popolazione mondiale vive in condizione di stress idrico; l’incremento demografico, la crescente urbanizzazione ed i cambiamenti climatici gravano già sul presente della risorsa idrica. Recenti dati resi noti dall’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia, di cui ANBI è partner, mostrano che il nostro Paese è il più idrovoro in Europa con una media di 160 metri cubi d’acqua potabile utilizzata pro-capite all’anno (il doppio della media europea, due volte la Francia e quasi tre volte la Germania). È quindi indispensabile accelerare la transizione verso modelli sostenibili di gestione idrica: oggi l’Italia si posiziona al 21° posto fra i 28 Paesi europei, considerati nell’indice “Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile”, con un punteggio di 4,91 su una scala da 1 (minimo) a 10 (massimo). L’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia ha effettuato anche uno studio per valutare come una gestione efficiente e sostenibile della risorsa acqua sia presente negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: l’analisi evidenzia che la risorsa acqua impatta su 10 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e 53 dei 169 target.

In questo quadro, l’Italia può vantare, però,
innovative esperienze tecnologiche e consolidate competenze lungo la filiera
dell’acqua, di cui i Consorzi di bonifica e irrigazione sono parte
integrante
anche in questi giorni gravi, ma determinanti per il futuro del
Paese.

Le umane paure  non condizionano, infatti, la
responsabilità di servizio pubblico, adempiuta dal personale della Bonifica
che, nel rispetto delle ordinanze sanitarie per il contenimento del
coronavirus, persegue gli obbiettivi nell’interesse dei territori – dichiara
Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per
la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI)
Il
lavoro dei Consorzi non si può e non si deve fermare soprattutto nella fase di
avvio di una stagione irrigua, che si preannuncia difficile per le scarse
precipitazioni e le temperature superiori alla media nei mesi più recenti
.”

“In tutta Italia – prosegue Massimo Gargano,
Direttore Generale di ANBI
i lavoratori degli enti consorziali sono
impegnati quotidianamente nelle operazioni di manutenzione e gestione
idraulica
: chi in ufficio, chi all’aperto, ma anche da casa grazie allo
smart working, che evidenzia, una volta di più, l’elasticità operativa, presente
nei Consorzi di bonifica ed irrigazione. Contestualmente, si sta lavorando
per l’apertura dei cantieri, che vedranno investimenti per circa un miliardo di
euro, finalizzati al miglioramento della rete idraulica italiana.” 

In questo week-end, dedicato alla Giornata Mondiale
dell’Acqua, ma anche a San Benedetto, patrono dei bonificatori, assume
particolare significato l’inaugurazione “virtuale” della nuova sede del
Consorzio di 2° grado L.E.B. – Lessinio Euganeo Berico, a Cologna Veneta, in
provincia di Verona.
La necessità di risorsa idrica per l’agricoltura
rappresenta un’esigenza ancora più importante in relazione all’emergenza
coronavirus ed alla conseguente crescita di domanda di prodotti agroalimentari,
che si sta riscontrando; in questo contesto, l’ente consortile ha aperto le
paratoie sul fiume Adige a Belfiore, avviando di fatto la sua stagione
irrigua.
Principale arteria irrigua del Veneto ed una delle “autostrade
dell’acqua”, che garantiscono le eccellenze del “made in Italy” agroalimentare,
l’opera che si sviluppa su 70 chilometri, garantisce acqua pulita ad oltre
350.000 ettari di campagna, attraversando i territori di 103 comuni dalla presa
veronese sul fiume Adige fino a Chioggia, nel veneziano, attraversando anche le
province di Vicenza e Padova.

Conclude il Presidente di ANBI: “Di fronte ai
cambiamenti climatici e nel rispetto delle priorità normative, che prevedono il
fine agricolo dopo quello umano, occorre promuovere rapidamente un’azione
integrata fra i diversi interessi gravanti sulle risorse idriche per favorire
anche in Italia quella transizione sostenibile già avviata in altri Paesi
europei.”




Milano, l’esercito scende in campo per far rispettare le regole

MILANO – Con la rimodulazione dei servizi, decisa stamane in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, con la presenza degli assessori regionali Riccardo De Corato e Pietro Foroni, secondo le indicazioni del Ministro dell’Interno, 114 unità di militari dell’Esercito di Strade Sicure verranno impiegate direttamente nel controllo delle misure di contenimento della diffusione del virus COVID-19. Lo fa sapere la Prefettura di Milano.

“Una delle richieste che ho fatto ieri, cioè quella legata all’uso dell’esercito, è stata accolta, anche se in maniera sicuramente limitativa: si parla di 114 militari in tutta la Lombardia, il che vuole dire praticamente niente”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Bisogna aggiungere almeno uno zero a quella cifra per discutere seriamente del problema, ma è positivo che la mia richiesta è stata accolta”.

Sempre da oggi, inoltre, la Polizia di Stato impiegherà alcuni mezzi in dotazione al III Reparto Mobile di Milano per contribuire ai servizi di sanificazione delle vie della città, già in atto a cura di Amsa, la società del Gruppo A2A che si occupa dei servizi ambientali nel Comune di Milano.

In particolare, verrà impiegato il veicolo speciale
“idrante”, il BAI ARV 8500S, in dotazione ai Reparti Mobili della Polizia di
Stato, che detiene una capienza di 8000 litri di acqua. Lo stesso sarà operativo
dalle ore 15 odierne in via Melchiorre Gioia. L’impiego proseguirà anche la
prossima settimana, dal lunedì al venerdì, sempre di pomeriggio, in altre vie di
Milano indicate da Amsa, che provvederà a fornire l’igienizzante,
ipoclorito di sodio in soluzione acquosa.

L’iniziativa è finalizzata a promuovere un servizio di
pubblica utilità in un momento di particolare esigenza che riguarda il capoluogo
lombardo e vedrà il veicolo “idrante” operare a pressione ridotta e con le sole
bocchette anteriori.

Il veicolo speciale “idrante”, di norma, è un veicolo
impiegato nei contesti di ordine pubblico di particolare di eccezionale
rilievo.

Il suo utilizzo nei servizi di ordine pubblico può
contribuire al contrasto di situazione connotate da elevata criticità ovvero a
fronteggiare efficacemente contesti di grave turbativa e respingere azioni
violente.




Castelli Romani e litorale, coronavirus: attivata indagine epidemiologica

La situazione dei contagi Covid-19 nell’intero territorio della ASL Rm 6 ha avuto un repentino peggioramento a tal punto che solo circa 3 ore fa, a seguito dell’ultimo bollettino dei positivi, appresa la notizia che è stato isolato l’intero istituto Figlie di San Camillo a Grottaferrata con 40 suore positive all’interno ed una ricoverata in ospedale, il Prefetto di Roma è stato prontamente avvisato dalla direzione dell’Azienda Sanitaria e conseguentemente è stata attivata l’indagine epidemiologica.

E’ probabile che le suore impegnate in attività di volontariato e assistenza alle persone socialmente disagiate abbiano potuto contaminare altri soggetti. Al momento il dato certo è che i 40 casi sospetti di ieri oggi sono una certezza. Si attendono ulteriori numeri da aggiungere a quello che già si mostra come una situazione di emergenza nell’emergenza.

A questo si aggiunge un altra corsa in avanti della ASL Rm 4 (Roma nord) di 17 nuovi casi positivi. Li sono state bloccate le accettazioni alla RSA Santa Maria del Rosario di Civitavecchia perché si attende l’esito di ulteriori tamponi. Quindi la situazione potrebbe peggiorare nelle prossime ore.




Scuole, verso proroga del 3 aprile per la riapertura

“Penso si andrà nella direzione che ha detto il presidente Conte di prorogare la data del 3 aprile ma in questi giorni invito tutti alla massima responsabilità. Non è possibile dare un’altra data per l’apertura” delle scuole “tutto dipende dall’evoluzione di questi giorni, dallo scenario epidemiologico. Riapriremo le scuole solo quando avremo la certezza di assoluta sicurezza”.  Così il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina

“Sicuramente – ha aggiunto – verranno prese misure per gli studenti che devono fare gli esami di stato. Le misure dipendono da quanto ancora rimarranno chiuse le scuole. Stiamo pensando a diversi scenari possibili; apprezzo tanto i documenti che le consulte e il forum degli studenti hanno presentato. Gli studenti mostrano grande maturità li terrò in seria considerazione. Saranno comunque esami seri ma che dovranno tenere presenti il momento difficilissimo che gli studenti stanno attraversando”.