Covid-19, da Shangai 3 milioni di mascherine per la Protezione Civile: partite oggi con voli Alitalia e Rif Line

L’atterraggio all’aeroporto di Roma Fiumicino, è previsto in serata, alle 21:45 circa, ora italiana

Oggi alle ore 9:52 italiane (16:52 ora locale), dall’aeroporto di Shanghai, è partito il primo volo speciale gestito da Rif Line e operato da Alitalia, su autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con a bordo oltre 3.5 milioni di mascherine indirizzate alla Protezione Civile italiana.

L’atterraggio all’aeroporto di Roma Fiumicino, è previsto in serata,alle 21:45 circa, ora italiana.

Un
carico prezioso, in arrivo durante quella che molti esperti definiscono una
fase cruciale, durante la quale sarà possibile vedere concretamente gli effetti
delle misure di contenimento del contagio del coronavirus, a 14 giorni dall’entrata
in vigore.  Giorni difficili per medici, infermieri e operatori della
protezione civile, che devono portare avanti il proprio lavoro nonostante
la scarsa disponibilità di dispositivi per la protezione individuale, come
le mascherine.

Con
il supporto di Alitalia, che in questo periodo di pandemia sta svolgendo
un ruolo importantissimo, riportando a casa i nostri connazionali che si
trovavano in vari paesi del mondo, lka società Rif Line è riuscita
ad organizzare in tempi record la spedizione di questo importante carico.

Da
anni siamo presenti in diverse città in Cina con i nostri uffici
– ha dichiarato Francesco
Isola, CEO di Rif Line, azienda italiana di logistica internazionale presente
in molti paesi del mondo – Conosciamo bene il mercato della logistica
cinese, le procedure da rispettare e abbiamo diversi contatti in loco. Questo
ci ha permesso di organizzare il trasporto della merce in breve tempo e con
successo. Il prezioso contributo di Alitalia, infine, lo ha reso possibile
”.




Castelli e litorale, ecco come la Asl Rm6 gestisce l’emergenza Coronavirus

Medici e sindaci favorevoli a proposta di Italia Viva di inserire nella rete regionale il laboratorio analisi situato presso l’ex Ospedale di Genzano per analisi tamponi

La Asl Roma 6 ha scelto di gestire l’emergenza Covid-19 puntando innanzitutto su un potenziamento del NOC (tende pre-triage con 4 postazioni per pazienti in attesa di risultato tampone, 26 stanze singole per pazienti in attesa di risultato tampone, 73 posti letto a bassa e media intensità di cura di cui 26 da trasformare in sub-intensiva).

Il trasferimento dei punti nascita degli Ospedali di Velletri ed Anzio presso il Noc deriva dalla necessità di dare assistenza a donne in gravidanza affette da Covid-19: si tratta di misura temporanea che vedrà la ricollocazione dei reparti presso Velletri e Anzio alla fine dell’emergenza.

Il potenziamento del Noc si aggiunge alla creazione di un hub Covid presso l’ospedale Regina Apostolorum, con 20 posti di terapia intensiva.

Gli altri ospedali (Frascati, Velletri, Anzio) hanno approntato un reparto infettivologico per i pazienti in attesa di tampone o trasferimento.Il vero problema è che i pazienti con sintomi non dovrebbero arrivare in ospedale, perché si dovrebbero effettuare i test a domicilio.

Da ieri sono stati assunti altri infermieri e medici, ma per poter aumentare il numero di tamponi effettuati è necessario implementare la capacità dei laboratori che li analizzano: su questo molti medici e Sindaci hanno avanzato la proposta di inserire nella rete regionale il laboratorio analisi situato presso l’ex Ospedale di Genzano, proposta sostenuta in particolare da Italia Viva, come spiegato dai Coordinatori Provinciali Luca Andreassi e Ileana Piazzoni

Il laboratorio analisi situato presso l’ex Ospedale di Genzano è tuttora funzionante e l’analisi dei tamponi per Covid-19 potrebbe essere immediatamente avviata, consentendo di dimezzare i tempi necessari ora ad avere i risultati con l’invio al laboratorio analisi del Campus Bio-Medico. Il Dg della Asl si è detto d’accordo e di aver già inviato comunicazione alla Regione, da cui si attende il nulla osta.

La possibilità di effettuare in tempi rapidi e in maniera estesa i tamponi è fondamentale per individuare il prima possibile i contagiati e procedere alle cure e/o al loro isolamento: indispensabile per le categorie a rischio (medici, infermieri e operatori sanitari, tutti coloro che svolgono un’attività lavorativa essenziale), ma anche per chi segnala i sintomi dal proprio domicilio al medico di base.

“Apprendiamo con soddisfazione – dicono Andreassi e Piazzoni – l’appoggio dei Sindaci di molti Comuni alla proposta di apertura del laboratorio di analisi situato presso l’ex ospedale di Genzano, al fine di dotare la Asl RM6 di un laboratorio dedicato ai test per la ricerca del virus Sars-Cov-2. Come abbiamo sottolineato più volte, siamo convinti che il virus si possa debellare, oltre che con le misure di lockdown, solo con un tracciamento delle singole linee di contagio attraverso test mirati, a partire da chi è impegnato in prima linea come medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari, così come a tutte le persone che svolgono oggi un’attività lavorativa che rientra tra quelle essenziali, arrivando poi a intervenire a domicilio sui casi sintomatici e risalendo ai loro contatti. Confidiamo in una rapida risposta positiva da parte di Asl e Regione, così che si possa mettere in campo immediatamente un’azione indispensabile a limitare e circoscrivere ancora di più la diffusione del coronavirus sul territorio”.




Sindaco di Messina denunciato dal ministro dell’Interno per Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate

Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria i comportamenti del sindaco di Messina, Cateno De Luca, “perché censurabili sotto il profilo della violazione dell’articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate)”.

La decisione, informa il Viminale, è stata assunta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, “a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari”. “Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione – spiega il Viminale – le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni ai media da parte del sindaco di Messina all’indirizzo del ministero dell’Interno, appaiono inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini, alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti”




Il sindaco di Bergamo a confronto con i media internazionali

Si è svolta martedì 24 una conferenza
stampa con il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che, dal suo ufficio, ha
interloquito, rispondendo cortesemente e pacatamente, alle domande rivoltegli
da numerosi corrispondenti dei media esteri in Italia, soci dell’Associazione
della Stampa Estera, ASEI, sul triste primato bergamasco nell’epidemia in
corso.

La sede ASEI è chiusa per il periodo
attuale, e quindi è stato utilizzato un sistema streaming che ha visto la
partecipazione di una novantina di corrispondenti da tutto il mondo.

Come è risaputo, purtroppo Bergamo, città con
provincia, è la più pesantemente colpita dalla pandemia in corso in tutta
Italia, e nel mondo. La città, con tutta la provincia, ha circa un milione e
centomila abitanti (la città 120mila) ma sta pagando un tributo alquanto
pesante in termini di malati e vittime del Covid-19: dei circa 30mila
contagiati in tutta la regione, Bergamo e provincia ne ha dovuti subire circa 6728
con circa 1176 deceduti. E la curva discendente non sembra ancora voler
procedere come tutti desiderano. Sul numero dei morti causati da Covid, sulla
base di una ricognizione fatta telefonicamente anche con altri sindaci della
provincia, si è constatato un rapporto di circa 1 su 4 per Covid, rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente.

Il sindaco Gori, nel giorno del suo 60°
compleanno, ha risposto con tutta la sua disponibilità alla raffica di domande online
dei giornalisti.

In particolare, taluni interrogativi
riguardavano i motivi dell’accanimento del virus in quella zona,e in Lombardia:
Gori ha ricordato, tra ipotesi già citate, la elevata densità della
popolazione, circa 10 milioni di abitanti, la mobilità accentuata, che porta
molti a viaggiare all’estero specie per affari ma anche diporto, la densità ed
operosità industriale ed economica, e forse, anche la partita Atalanta-Valencia con 40mila
persone euforiche e ravvicinate…Ma era il 19 febbraio e non facilmente
prevedibile quel che sarebbe successo dopo.

Al quesito su quanti stranieri risultino contagiati nella
zona, il sindaco ha risposto di avere notizia di non incisiva contagiosità e
che si sta analizzando il dato, incerto, su una possibile, maggiore resistenza
al contagio da parte di persone di colore; alcuni medici stanno facendo
ricerche anche nei centri d’accoglienza dei richiedenti asilo, ove il contagio
risulterebbe minimo.

Il sindaco ha sottolineato la situazione a
due facce della città, quella sanitaria e quella dell’ambiente ordinato e
deserto, con famiglie chiuse in casa, rispettose delle disposizioni vigenti,
con forte comprensione della responsabilità individuale. Resta critico il
fronte sanitario, anche se, per fortuna, che Bergamo è stata sempre ai primi
posti in Italia per la qualità dei suoi servizi sanitari.

Ha molto colpito gli osservatori ed il
pubblico internazionali la difficoltà di gestire le persone decedute, dato il
numero dei feretri e la saturazione delle strutture cimiteriali, per cui, ha
detto il sindaco, si fa fronte a questo alto numero di decessi trasportando le
salme in altre strutture ed altre città, con la collaborazione dell’esercito.
Gori ha chiarito che La cremazione
è una pratica consigliata (quindi non obbligatoria) dal medico necroscopo, un
medico incaricato dalla ATS locale (quindi l’azienda per la tutela della salute
locale di Regione Lombardia, che ha la competenza della sanità sul territorio)
per certificare il decesso di una persona. Si lascia alle famiglie la
possibilità di decidere se inumare o cremare (e successivamente tumulare) il
proprio caro. Si consente inoltre, a un contingentato numero di persone (10)
che devono anche seguire le disposizioni vigenti (distanza, protezione, ecc) di
assistere al momento della sepoltura o della tumulazione. Viene inviata una
lettera a tutti i cittadini di Bergamo che hanno perso un loro caro, spiegando
dove sarà cremato e garantendo tutti la cura e il decoro possibili. Su immigrati
deceduti o positivi, vittime straniere, le salme non possono essere trasferite
nei paesi di origine oggi, allo stato attuale.

A chi chiedeva perché non fosse stata
istituita una zona rossa in val Seriana, Gori ha ricordati come il governo avesse
preferito istituire una zona arancione, comprensiva della Lombardia, dato il
carattere molto urbanizzato ed industriale della zona, e quindi obiettivamente difficile
da realizzare.

Gori ha detto che ritardare nel prendere
le misure ora in vigore in Italia, può essere un errore, e l’unico modo è il
blocco, al quale in Italia si è arrivati per gradi ma che è consigliabile ad
altri Stati, e che lo facciano senza esitazioni.

Due sono stati i focolai in Lombardia:
Codogno e Val Seriana, Alzano, ove polmoniti sono state diagnosticate non come
Covid e quindi si è perso tempo. Gori pensa che la scintilla sia sta quanto
successo nell’ospedale di Alzano ove si è concentrato il focolaio. Sulla
possibilità che altri malati possano essere curati all’estero, dopo quelli
ricoverati a Lipsia, Gori ha informato che il numero attuale dei curati fuori
provincia è d circa 400 sia in Italia che all’estero, e per questo ringraziava.

Sulla situazione dei medici: il sistema
ospedaliero locale è buono ma si può fare meglio nella medicina del territorio,a
domicilio, perché potrebbe essere troppo tardi quando i sintomatici arrivano in
ospedale. Ma 140 medici si sono ammalati perché non adeguatamente protetti, su
600 medici, e ciò ha provocato problemi. Ora stanno arrivando i rinforzi e in
poco tempo il presidio sul territorio sarà rafforzato. Ma servono ancora vari specialisti,
e si attende l’arrivo in Lombardia anche di medici dall’estero.

Sulla soluzione proposta di fare il test del
tampone a tutta la popolazione, poteva esser fatto forse all’inizio, ma ora non
è più fattibile, nel senso che i buoi sono fuggiti dalla stalla mentre invece sarebbe
più utile ora il test di uscita dall’infezione. Gori ha detto di ritenere che
non ci siano persone anziane lasciate sole in  casa o senza che lo si sappia: i medici di
famiglia sono al corrente dei loro assistiti ma gli anziani sono più
vulnerabili e magari alcuni deceduti senza poterli ricoverare. Non sono persone
cui sia stato fatto il test e sfuggono al conteggio statistico.

Sulla durata dell’emergenza, il sindaco ha
risposto di nutrire speranza che le misure adottate aiutino il rallentamento o
miglioramento epidemico, ma i tempi non sono prevedibili. Il blocco attuale
arriva al 3 aprile, ma si vedrà man mano. Sarebbe utile avere una certezza
della uscita della condizione di malattia, la guarigione. Bisogna mantenere
forte la protezione nei soggetti più vulnerabili, e mortalità e gravità sono
diverse a seconda della anzianità e patologie pregresse.

Sui 14 aerei russi,con aiuti, è stato
chiesto se vi sia una destinazione anche per Bergamo. Gori ha detto che dovrebbe
arrivare un centinaio di persone con aiuti vari e materiali, ma non è certo a
chi siano destinati gli aiuti. Bergamo, come tutta l’Italia, si è trovata
impreparata a questa situazione,e la difesa è stata costruita man mano con
l’aggravarsi dell’emergenza. Obiettivamente, col senno di poi, forse tutta
l’Europa doveva prepararsi meglio, secondo Gori, citando i governi inglese e americano
un po’ tentennanti.

Se si  potevano chiudere più attività produttive,
Gori ha affermato che si tratta  di una
decisione difficile ed ultimo gradino del blocco delle attività non essenziali
e che anche i sindaci interessati sono stati ascoltati dal governo; concorda
con le eccezioni previste e il numero delle industrie coinvolte può anche
essere maggiore. È complesso valutare esattamente ciò che essenziale e ciò che
non lo è, ritenendo che Il governo abbia agito con equilibrio e che sui territori
ci sarà anche la valutazione dei prefetti. Sulla situazione nelle fabbriche: il
75-80% dell’attività produttiva è ferma e nei luoghi attivi vigono protocolli
tra sindacati e proprietà. Misure rispettate e lavorarti protetti, e situazioni
critiche da bloccare, se non ci siano elementi certi di rischiosità.

A chi gli chiedeva se ritenesse che il
rincorrersi di disposizioni regionali e normative nazionali possa creare difficoltà
gestionali o confusione operativa, Gori ha risposto che si può creare una certa
confusione che però è sopportabile, anche per esser stata l’Italia una zona di
frontiera e il coordinamento a volte ha qualche sfasatura ma in Lombardia il
sistema sanitario è solido e può affrontare le sfasature, restando la volontà
di mantenere coesa la collaborazione e le polemiche si dissolvono presto.

Gori ha sottolineato come, per lottare
contro la pandemia, ritiene necessario: rafforzare i i presidi territoriali di
cura, e che a Bergamo un ospedale da campo in allestimento e pronto tra qualche
giorno, perdurando la necessità di disporre di specialisti, respiratori,
dispositivi adeguati di protezione, ventilatori, potenziando la medicina del territorio,
con cure domiciliari pre ospedaliere.

Concludendo il confronto, il sindaco ha
detto, con un tocco di leggerezza, che, con riferimento al suo compleanno,lo avrebbe
trascorso con una serata in famiglia, ma che, non sentendosi di festeggiare,
sarebbe ancora rimasto nel suo 59° anno…

https://srv1.selftv.video/video/stampaestera/14968

https://www.comune.bergamo.it/




Covid-19, 18 positivi alla casa di riposo Hermitage di Fiuggi

FIUGGI (FR) – Dai controlli a tappeto effettuati a Frosinone emergono criticità alla casa di riposo Hermitage di Fiuggi. Su 37 tamponi, 18 risultano positivi. Predisposto isolamento e verifica su tutti gli ospiti e dipendenti da parte della Asl di Frosinone. Avviata indagine epidemiologica. Iniziate verifiche anche a Ceprano, preseguiranno su tutte le strutture della Provincia di Frosinone.




Emergenza coronavirus, sospendere il mutuo prima casa: una misura per molti ma non per tutti

Sospendere il mutuo per la prima casa alla luce del decreto “Cura italia”. Una misura per molti ma non per tutti.

L’Avvocato Massimo Melpignano Resp. Naz. Banca e Finanza KonsumerItalia spiega come funziona

https://www.facebook.com/paginaosservatoreitalia/videos/2711015842518048/



Vaccino coronavirus, 8 milioni di euro allo Spallanzani per la ricerca

È stato firmato ieri il protocollo d’intesa tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’IRCCS “Spallanzani”, per l’individuazione di un vaccino contro il COVID-19.

Per la realizzazione di questo obiettivo sono stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani, e 3 milioni a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica.

Con il protocollo d’intesa vengono messe in campo tutte le azioni necessarie per contribuire alla soluzione dell’emergenza epidemiologica, attraverso l’iniziativa di ricerca tecnico-scientifica, che punta alla individuazione nel più breve tempo possibile di un vaccino contro il COVID-19, che sarà finalizzato all’uso clinico e nello studio clinico di Fase I.

Impegno comune, delle Istituzioni e degli enti di ricerca coinvolti, è mettere a disposizione competenze, professionalità, strutture, risorse umane e finanziarie, collaborando, cooperando e mettendo in atto ogni azione possibile per il raggiungimento dell’obiettivo concreto.

Tutti i firmatari del protocollo assicurano l’impegno delle proprie organizzazioni. Il Cnr e lo Spallanzani sono autorizzati, in stretta collaborazione e cooperazione e per le rispettive competenze, ad avviare ogni azione e attività scientifica, tecnica e gestionale per trovare il vaccino contro il Covid-19. La conduzione della ricerca sarà monitorata da un comitato internazionale che sarà individuato congiuntamente da Cnr e Spallanzani di concerto con i due Ministeri. Il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero della Salute si impegnano a sostenere l’intervento con iniziative di supporto e facilitazione, anche con l’eventuale coinvolgimento degli altri enti di ricerca vigilati e delle università.

La Regione Lazio si impegna a mettere a disposizione la propria organizzazione e le strutture territoriali, nello specifico quelle sanitarie, anche garantendo il rilascio delle necessarie autorizzazioni, per l’esecuzione del presente protocollo.Il Protocollo d’intesa ha la durata di due anni al fine di consentire il completamento delle attività di ricerca e il raggiungimento degli obiettivi scientifici.

“La firma di questo protocollo è di fondamentale importanza. Con le nostre eccellenze scientifiche e con gli 8 milioni di euro che mettiamo a disposizione della ricerca, vogliamo rendere disponibile e accessibile alla popolazione italiana e mondiale un vaccino contro il COVID-19 che sarà in grado di salvare vite adesso e in futuro. L’obiettivo comune è mettere a sistema le competenze di ognuno con la finalità urgente e prioritaria di affrontare e risolvere la grave crisi epidemiologica. Oggi stiamo assistendo a un momento difficilissimo per la nostra Nazione e tutti insieme stiamo facendo il massimo, con un impegno incredibile, per uscire vittoriosi da questa guerra. Ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo, dal singolo cittadino alle Istituzioni, passando per quello straordinario esercito di specialisti della medicina, di volontari, e di lavoratori che non mollano e che sono il nostro vanto a livello mondiale. A tutti – conclude il governatore del Lazio – non va solo il più sentito e accorato ringraziamento, ma anche il sostegno che serve per progredire e fare fuori una volta per tutte questo maledetto virus. Uniti si vince”, a dichiararlo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

“In queste settimane sono in contatto costante con Università ed Enti di ricerca. L’impegno del mio ministero è infatti indirizzato principalmente a stimolare e valorizzare tutte le ricerche utili per contrastare il Covid-19” commenta il ministro per l’Università e la Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi. “Ora arriva questo protocollo, in cui credo fortemente” aggiunge il ministro “sia perché indispensabile per contribuire a superare l’emergenza che sta tormentando il nostro Paese sia per affermare una volta di più il prestigio internazionale della nostra ricerca, rendendola protagonista nella corsa globale al vaccino. Non è un caso se anche durante questa emergenza così drammatica stia emergendo la centralità della ricerca per risolvere i problemi dei cittadini. In Italia abbiamo scienziati formidabili, capaci e competenti, il cui lavoro è fondamentale per sconfiggere il coronavirus e costruire un nuovo futuro per il paese”.

“Lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo di porre fine quanto prima all’emergenza è oggi la priorità di tutti noi – hanno dichiarato gli assessori Orneli e D’Amato – Ed è per questo che è stata per noi della Regione una decisione naturale quella di destinare 5 milioni di euro, una quota importante del nuovo programma triennale per la ricerca e il trasferimento tecnologico, alla ricerca sul vaccino contro il Covid-19 dell’Istituto Spallanzani. Un vero polo di eccellenza nazionale nella ricerca e cura delle malattie infettive, con un’equipe di sanitari e ricercatori che ha dato nelle ultime settimane una grandissima prova di dedizione al lavoro e di altissima professionalità. Il supporto della Regione a questo progetto sarà totale”, hanno concluso.

“È una grande e tempestiva iniziativa dei Ministeri della Ricerca e della Salute e della Regione Lazio con una istituzione che ha una grande esperienza di ricerca e gestione di malattie infettive come l’INMI Spallanzani per sviluppare un progetto molto promettente con un’azienda con competenze uniche in tema di sviluppo e produzione di vaccini” ha poi commentato Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico dell’Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani.




Covid-19, metalmeccanici: scioperi in corso in Lombardia e nel Lazio

Gli scioperi dei metalmeccanici della Lombardia e del Lazio proclamati per oggi sono stati confermati. Lo fanno sapere i sindacati spiegando che si va verso l’accordo con il Governo sulle attività da chiudere per l’emergenza Coronavirus ma che un nuovo incontro è previsto per le 12.

Gli scioperi sono in corso e riguardano tutta l’industria metalmeccanica i cui comparti non sono stati chiusi al di fuori delle attività legate a quella ospedaliera e sanitaria e alla produzione di macchine per questa attività.

Ieri l’appello di Conte anche ai benzinai, che vorrebbero incrociare le braccia a partire da oggi.

Anche la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha invitato “le Organizzazioni sindacali FAIB Confesercenti, FEGICA Cisl, FIGISC ANISA Confcommercio, a revocare immediatamente l’astensione, dandone tempestiva comunicazione anche alla Commissione”.




Parlamentari: perchè in questo periodo non destinate 10mila euro ognuno per le attrezzature ospedaliere e per aumentare gli stipendi ai veri eroi di oggi medici e infermieri?

Questo é il momento dell’emergenza, dove l’esecutivo é quello che deve agire e ha prevalenza per forza di cose. Detto ciò, i nostri parlamentari non stanno lavorando o meglio, come sappiamo, lavorano un giorno a settimana e l’aula é contingentata.

Teoricamente giusto in tempi di pandemia, ma non in una democrazia dove sono pagati dai cittadini che rappresentano. Allora una riflessione sorge spontanea: non si potevano trovare soluzioni alternative con le dovute precauzioni.. qualcuno aveva parlato di usare il Pala Eur dove le dovute distanze sarebbero state assicurate.

Inoltre sarebbe auspicabile conoscere quali sono i criteri adottati per il contingentamento. Ossia su quali basi si decide tu si e tu no?

E non sarebbe allora molto piu utile e giusto che dal mese di marzo e fino alla durata dello status quo i parlamentari vivessero con 1.500 euro al mese lasciando i restanti 10.000 euro circa, in maniera comprovata e trasparente, per metà alle attrezzature ospedaliere necessarie e per metà per aumentare lo stipendio ai veri eroi di oggi, medici e infermieri?




Covid-19, il caro spesa e la necessità di spostarsi nei comuni limitrofi

L’ordinanza interministeriale dello scorso 22 marzo relativa alle ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale ha disposto che: “Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi
o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.

Molti cittadini, soprattutto quelli che risiedono nei comuni più piccoli, dove spesso non sono presenti grossi supermercati in grado di proporre un’offerta di generi alimentari esaustiva, sia sotto il profilo dei prodotti messi in vendita sia, soprattutto, sotto quello delle offerte commerciali, si sono trovati in questi giorni ad assistere al fenomeno di lievitazione dei prezzi esposti nei piccoli punti vendita. Prezzi aumentati e non di poco, quindi distanziati in maniera troppo eccessiva da quelli che si trovano invece nei supermercati dei comuni limitrofi più grandi. Una pratica, quest’ultima, che in questo periodo di grave crisi economica, per le tasche di tutti, non è risultata certamente gradita da parte dei tanti consumatori che invece avrebbero preferito aiutare il commercio locale dei piccoli centri urbani.

Si può uscire dal proprio comune per fare la spesa?

Sulle FAQ della Regione Lazio si legge che si deve fare la spesa nel posto più vicino possibile a casa o, per chi non lavora a casa, al luogo di lavoro. Infatti, gli spostamenti devono essere limitati allo stretto necessario sia tra Comuni limitrofi che all’interno dello stesso Comune. In ogni caso, si deve sempre rispettare rigorosamente la distanza tra le persone negli spostamenti, così come all’entrata, all’uscita e all’interno dei punti vendita. Per questa ragione la spesa è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati.

Non sembrerebbe dunque prevista la condizione di spostarsi nel comune limitrofo nel caso in cui uno o più prodotti alimentari venduti nel proprio comune di residenza o domicilio presentino dei prezzi “esagerati” rispetto a ai prezzi applicati dalle rivendite situate nei comuni limitrofi. E in tal senso sembra muoversi l’associazione Codici che ha presentato al Prefetto di Roma una richiesta ufficiale per l’autorizzazione in deroga per i residenti del Comune di Gallicano nel Lazio ad uscire dal territorio cittadino per gli approvvigionamenti alimentari.

Ovviamente qualora il prefetto di Roma dovesse esprimere un parere favorevole la regola si applicherebbe a tutti i comuni di pertinenza.

“Parliamo di un Comune – spiega l’avvocato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – di circa 6.500 abitanti, che ospita due supermercati e tre negozi di alimentari. Prima delle ultime disposizioni del Governo, molti cittadini si recavano nei paesi vicini per fare la spesa, perché trovavano esercizi commerciali più grandi e più forniti. A seguito delle norme introdotte dall’ultimo Dpcm, ciò non è più possibile. Riteniamo questo fatto molto grave – sottolinea l’avvocato Giacomelli – perché le attività del piccolo Comune di Gallicano nel Lazio non sono fornitissime e stanno anche subendo dei rincari e dei ritardi nell’approvvigionamento delle merci, il tutto per colpa dei fornitori. A nostro avviso in un momento così delicato bisogna tutelare i cittadini – afferma il Segretario Nazionale di Codici – pertanto abbiamo chiesto l’autorizzazione per chi ne faccia richiesta ad uscire dal territorio comunale per potersi rifornire di generi alimentari, anche soltanto una volta a settimana”.

Insomma, aiutare il commercio locale è cosa buona e giusta, ma il commercio locale non esageri nel rialzare i prezzi. E a buon intenditor poche parole.




Coronavirus, mozzarelle campane: costo per congelare il latte solo a carico degli allevatori. Coldiretti Lazio: “Serve accesso al credito”

Allevatori del Lazio nuovamente vessati dell’emergenza Coronavirus. Per scongiurare il blocco del ritiro del latte di bufala, necessario alla realizzazione della mozzarella campana DOP, i trasformatori hanno chiesto agli allevatori di farsi carico dei costi relativi allo stoccaggio e al congelamento del latte, per poterlo poi lavorare quando questa situazione sarà superata.

Una scelta avallata anche dai consorzi bufalini, ma contestata da Coldiretti Lazio, che si schiera con gli allevatori, i quali sono stati avvisati con una nota inviata dai consorzi e dai trasformatori, che annunciava loro la decurtazione di 40 centesimi al litro di latte, già a partire da questo mese.

“Non è accettabile un’imposizione di questo tipo – dice il presidente Coldiretti Lazio, David Granieri – che non tiene conto minimamente di tutti gli sforzi che gli allevatori stanno già facendo in questo momento per garantire la produzione. E’ vero che la crisi sta portando ad un calo dei consumi, ma questo avviene principalmente nella ristorazione, non certo per quanto riguarda i consumi domestici. La richiesta di prodotti alimentari è, infatti, considerevolmente aumentata”.

Non solo. L’obiettivo è quello di accedere ai fondi destinati alle imprese per consentire agli allevatori di far fronte alle perdite subite a causa di questa emergenza sanitaria, che rischia di portare l’intero settore al collasso.

“Ci stiamo adoperando – conclude Granieri – per favorire l’accesso al credito degli imprenditori agricoli. Il Ministero per le Politiche Agricole ha messo a disposizione un fondo di garanzia per sostenere le aziende del settore. E molte sono le opportunità offerte anche dal decreto “Cura Italia”. Gli allevatori non possono essere nuovamente vessati. Da parte loro c’è naturalmente la disponibilità di saldare quanto dovuto per le spese di stoccaggio e congelamento, ma non è giusto decurtare sin da subito 40 centesimi per ogni litro di latte. Sarebbe più corretto che i trasformatori consentissero agli allevatori di pagare nel momento in cui arriverà la fattura. Solo allora, peraltro, sarà possibile fare un’equa ripartizione dei costi, pagando dunque quanto è realmente dovuto sulla base di una stima reale”.

Coldiretti ha già attivato su tutto il territorio nazionale la casella di posta elettronica sos.speculatoricoranavirus@coldiretti.it per raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario, se non verranno fornite adeguate motivazioni.