L'INGHILTERRA DICE ADDIO ALLA UE: ECCO LE REAZIONI DAL MONDO

di Angelo Barraco
 
Regno Unito – L’Europa è in subbuglio, la Brexit ha vinto e la Commissione elettorale della Gran Bretagna ha confermato la vittoria dei Leave. Il Regno Unito lascia l’Europa con un consenso pari al 51.9%  e un rifiuto al distacco dall’UE pari al 48.1%. Gli elettori che hanno votato per lasciare l’Europa sono stati 17.410.742, quelli che invece hanno votato per rimanere sono stati 16.141.241. Vi è stata inoltre un’affluenza del 72,2% di cittadini che si sono recati alle urne a votare.

Le dimissioni di Cameron Ma non è tutto, il premier David Cameron si è dimesso e ha dichiarato “Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre, dovrà guidare i negoziati con l'Ue. Il popolo britannico ha votato per uscire dall'Europa e la volontà del popolo britannico sarà rispettata”. Tutto ciò ha portato ad un vertiginoso crollo delle borse, crollano i mercati asiatici e la sterlina. L’indice Ftse Mib cede oltre l’11%, la Borsa di Milano guadagna il 10%. Vi sono perdite superiori al 20% per Mediolanum, Bper, Mps, Bpm, Banco Popolare. Intesa cede il 19%, Telecom perde il 14%; Mediaset, Fca e Generali segnano cali notevoli. Situazione disastrosa anche per le borse europee. Londra per il 5,1%, Atene l’indice Bs Ase perde il 14%, Francoforte il 7,2%, Madrid l’11%. 
 
Le reazioni dal mondo La stampa italiana ha accolto la notizia della virata del Regno Unito evidenziato il picco delle borse, fisiologico almeno in questa prima fase, e il panico dei mercati europei. La linea è stata mantenuta da quasi tutte le maggiori testate nazionali italiane.  Ma cosa scrive invece la stampa estera in merito alla situazione che si sta verificando nel Regno Unito?
 
Spagna – Il quotidiano spagnolo “EL MUNDO” apre con il titolo “Gana el Brexit: Reino Unido decide abandonar la Unión Europea”, sottolineando che è il Regno Unito ad abbandonare l’Unione Europea, ma si parla anche della dichiarazione di Cameron in merito al nuovo primo ministro ad ottobre.
 
Germania La Germania dedica ampio spazio a quanto accaduto. Il quotidiano “ZEIT ONLINE” dedica all’uscita dall’UE e alle dimissioni di Cameron una prima e mette in testa il seguente titolo di lancio “Das Land braucht eine frische Führung”, ovvero “Il paese ha bisogno di una nuova leadership” e una foto di Cameron in primo piano. Sempre sullo stesso giornale vi sono tabella che sottolineano l’importanza dell’evento accaduto “Diese Nacht verändert Europa”, questa notte è cambiata l’Europa. Rimanendo ancora in Germania, il quotidiano “WAZ”, mette in prima pagina la notizia ma si mantiene decisamente meno plateale nell’enunciazione “Premierminister Cameron kündigt Rücktritt an”, ovvero Il Primo Ministro Cameron annuncia le sue dimissioni. Il fronte francese dedica spazio alla vicenda, con aggiornamenti e parsimonioso interesse.
 
Francia Il quotidiano francese “LE MONDE” apre in prima pagina con “En direct :  après la victoire du "Brexit", Cameron annonce son départ dans trois mois”, evidenziando anch’esso come i quotidiani sopracitati, che il Premier ha dato dimissione dopo la vittoria di Brexit. Il quotidiano “LE FIGARO” invece “David Cameron annonce sa démission prochaine”, mettendo in prima pagina la questione relativa alle dimissioni.
 
USA Negli Stati Uniti d'America il “THE NEW YORK TIMES” riporta in prima pagina “Britain Stuns World With Vote to leave E.U.; Cameron plans to resign and markets plunge”, ciò significa che quanto avvenuto in Gran Bretagna ha scosso il mondo, Cameron si dimette e i mercati sono a picco. La “BBC” riporta un grafico sul risultato del referendum, con relative percentuali di voto e numero di votanti. Il titolo di punta è il seguente “Brexit: David Cameron to quit after UK votes to leave EU”, il concetto è sempre lo stesso citato precedentemente.
 
Gran Bretagna Non poteva mancare in questo excursus sulle reazioni riportate dalla stampa mondiale in merito alla brexit  Il quotidiano inglese “THEGUARDIAN” che apre con i risultati delle votazioni che sono i seguenti: Scotland: Remain 62%; Wales: leave 52.5%; Northern Ireland: remain 55.8%; London: remain 59.9%; Rest of England: leave 57%. Il “THE TIMES” riporta in prima pagina “Cameron to quit after Brexit defeat”, facendo riferimento all’uscita di Cameron. 



BREXIT: LA GRAN BRETAGNA È FUORI DALL'EUROPA

Red. Economia & Finanza

"Ci siamo ripresi il Paese, questa è una vittoria della gente vera, della gente normale, della gente dignitosa". Così Nigel Farage, leader del Partito indipendentista Ukip, commenta i dati ancora parziali che danno in vantaggio la Brexit. E a chi gli chiede se il premier David Cameron deve dimettersi, risponde: "Immediatamente"."Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell'indipendenza per il nostro Paese. E' l'alba di un Regno Unito indipendente". Lo ha detto il leader euroscettico dell'Ukip Nigel Farage, dando per scontata una vittoria del Leave. "E' arrivato il momento di liberarci da Bruxelles", ha aggiunto. Il partito laburista sta lavorando sul presupposto che al referendum sulla Brexit vincerà il 'Leave'. Lo ha spiegato una fonte del partito, come riferisce il Guardian. In caso di uscita del Regno Unito dall'Ue, Jeremy Corbyn dovrebbe chiedere al premier David Cameron di dimettersi, ma ai piani alti del Labour si ritiene che sarebbe inutile, perché lo stesso Cameron potrebbe annunciare le sue dimissioni spontaneamente.

Il Regno Unito spaccato in due dal referendum – ll 'Leave' vince in Galles conquistando 854.572 voti contro le 772.347 preferenze date al 'remain'. In Scozia, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il 'Remain' con 1.661.191 voti contro i 1.018.322 andati al 'Leave' a fronte di un'affluenza del 67,2%: Glasgow, la grande città portuale scozzese, vota al 66,6% per Remain, contro il 33,4% di Leave e Edimburgo, vota a favore della permanenza nell'Unione Europea con una percentuale del 74,4% contro il 25,6% di Leave. In Irlanda del Nord, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il 'Remain' con 440.437 voti contro i 349.442 andati al 'Leave' a fronte di un'affluenza del 62,9%.

Contraria alla Ue la maggioritaria Inghilterra (esclusa quasi tutta Londra) con quasi il 60% di voti pro-Brexit. A Manchester fronte filo-Ue con un 60% di suffragi per Remain. Nella città industriale di Sunderland, sulla costa del nord-est dell'Inghilterra, Leave ha vinto con 82.394 voti (61,3%) contro i 51.930 voti (38,7%) per Remain. A Newcastle, città nel nord-est dell'Inghilterra, il 'Remain' ha vinto, ma di misura: 50,7% contro il 49,3% dei voti per il 'Leave', con uno scarto di appena 2.000 voti in una città in cui hanno votato in 129 mila. Gibilterra ha scelto il Remain con una percentuale del 95,9% e un 4,1% per il Leave. L'affluenza alle urne nel territorio a sud della Spagna è dell'84%. Leave ha vinto anche a Swindon , nella contea del Wiltshire, nel ricco sud-ovest dell'Inghilterra, con una percentuale del 55% contro il 45% di Remain. Oxford non tradisce l'Europa: la celebre città universitaria inglese porta in dote il 70,3% dei suoi voti al fronte di Remain nel referendum britannico sull'Ue contro il 29,7 di Leave. Anche Cambridge, dopo Oxford, vota in favore del fronte filo-Ue di Remain con oltre il 74% dei suffragi. La città di Liverpool, nel nord-ovest dell'Inghilterra che diede i natali ai Beatles, ha votato per il Remain, che ha vinto col 58% dei voti contro il 42% dei Leave.

Il voto a Londra – Il 'Remain' a Londra è al 69% mentre il 'Leave' si ferma al 31%. E la scelta di restare in Europa, ad esempio, prevale nell'aristocratico quartiere di Hammersmith & Fulham, dove il 'Remain' trionfa al 70% mentre il 'Leave' si ferma al 30% mentre in due quartieri popolari dell'East End di Londra, Barking e Dagenham, compresi in una stessa circoscrizione, hanno segnato la vittoria al Leave con una proporzione del 62% contro il 38%. A Watford, sobborgo nel nord-est di Londra, il Leave ha vinto per soli 252 voti rispetto ai 23.167 del Remain mentre a Islington, nel collegio blindato del leader del Labour, Jeremy Corbyn, Remain si attesta attorno al 66% dei voti. l voto nel municipio della City of London è per il 75% per il Remain contro il 25% per il Leave. Remain ha vinto con il 78% contro il 22% a Hackney, popoloso quartiere nell'East End

Salvini "Ora tocca a Noi" Esulta il leader del Caroccio Matteo Salvini che sui social ha dichiarato "ora finalmente cambierà l'Europa, ora tocca a noi".




AUSTRIA INCIDENTE STRADALE, COINVOLTI 46 ITALIANI: 36 FERITI

Redazione

Austria – A quanto si apprende alla Farnesina, un incidente avvenuto a circa 70 km da Vienna, sul tratto autostradale che collega Graz alla capitale austriaca, ha visto il coinvolgimento di 46 cittadini italiani, di cui dieci incolumi. Gli altri hanno riportato ferite di vari livelli di gravità e sono ricoverati in varie strutture ospedaliere nei dintorni di Vienna. La nostra ambasciata è in contatto con le autorità austriache e si è immediatamente attivata per prestare tutta l'assistenza necessaria ai connazionali coinvolti.




BREXIT E OMICIDIO COX: ECCO QUANTO PESA IL DELITTO

di Roberto Ragone
In un giallo che si rispetti, e quelli di Agatha Christie sono degni di rispetto, ad un omicidio segue un’indagine. Diciamo che questo accade anche nelle indagini reali. Si cerca di stabilire il movente, l’occasione e i mezzi per commetterlo. Nel caso di Ellen Jo Cox l’occasione è palese, dato che abbiamo addirittura il colpevole colto in flagrante, e arrestato. I mezzi sono costituiti dalle armi del delitto, cioè un coltello e una pistola autocostruita. La personalità dell’assassino ci dovrebbe dare il movente: pare che il 52enne Tommy Mair sia uno squilibrato, al limite della psicopatia, fanatico razzista e seguace di un gruppo americano denominato National Alliance, una traduzione anglosassone della nostra Alleanza nazionale. Il Mayr avrebbe agito perché mentalmente instabile, spinto da un sentimento razzista agli estremi del fanatismo, e contrario alla posizione politica di Jo Cox, la quale, al contrario di lui, era favorevole alla permanenza del Regno Unito in Europa e all’accoglienza dei tanti disgraziati che fuggono dalla guerra e dalla fame. Quindi tutto risolto, parrebbe.

Non è così. Questo nei gialli di Agatha Christie si chiama ‘falso scopo’, una soluzione apparentemente a portata di mano, un colpevole finto che disorienta l’investigatore che è sempre in chi i romanzi gialli legge e apprezza. Non è così perché quando si fa un’indagine, si cerca anche di stabilire quale convenienza avrebbe avuto l’assassino a commettere il delitto, il ‘cui prodest’, a chi va il vantaggio della morte di una persona. Cominciamo col dire che nessuno ha spiegato perché Tommy Mayr, che si presume cittadino americano data la sua appartenenza alla National Alliance – non credo che in una tale organizzazione si possano accettare iscrizioni per corrispondenza, e d’altra parte il core business di tali organismi è proprio la reciproca frequentazione, al fine di rafforzare reciprocamente i propri sentimenti distorti – nessuno ci ha spiegato, dicevamo, perché Mayr si trovasse in UK. È venuto per uccidere la Cox? Aveva, o ha un lavoro? Aveva, o ha, mezzi economici?

I quesiti irrisolti In Inghilterra, e specialmente a Londra, la vita è la più cara del mondo, allora, aveva qualcuno che lo finanziava, qualcuno che gli ha pagato il biglietto d’aereo dagli USA fino a destinazione? In altre parole, chi lo ha mandato in Inghilterra? Da quanto tempo era a Londra, dove abitava? Perquisita la sua abitazione, o albergo che fosse, cosa è stato trovato? Ha un cellulare? Sono stati controllati i numeri in memoria e le telefonate fatte e ricevute? Con chi aveva rapporti in Inghilterra? La morte della Cox ha suscitato grande emozione, e attualmente i sondaggi che davano in vantaggio la Brexit, sono ribaltati, a favore del ‘Remain’. Perfino la presidente del Comitato Nazionale per la Brexit si è dimessa. Tanti cittadini sono rimasti sconvolti da una manifestazione che si vuol far passare come puro razzismo, dissociandosene. Certamente Mayr non ha avuto alcun vantaggio dalla sua operazione, condotta anche con mezzi fortunosi. Uccidere o no un esponente politico favorevole all’Europa, con il suo carico di migranti, non ha risolto il suo problema, anzi lo ha ribaltato come un boomerang; con l’aggravante che ora è in carcere in attesa di una pena che nelle previsioni non dovrebbe essere leggera. Chi sopporterebbe il maggior danno, in caso di uscita dell’Inghilterra dall’Europa? Ci hanno sempre detto e ripetuto che uscire dall’Europa sarebbe una catastrofe, e che uscire dall’euro è impossibile. L’Inghilterra non ha mai voluto l’euro, e ha un’economia molto più sana di quella di tanti Paesi che l’hanno adottato. Se dovesse uscire dall’Europa, molto probabilmente ci renderemmo conto, come vanno ripetendo da anni i migliori economisti mondiali, che non sarebbe una catastrofe, e altrettanto probabilmente si tirerebbe dietro altre nazioni in difficoltà, con quell’effetto domino che è lo spauracchio delle banche mondiali. Le quali banche mondiali riceverebbero il maggior danno, avendo investito migliaia di miliardi in UK. Un altro danno globale sarebbe il mancato controllo dei mercati, visto che uno degli scopi principali di questa Europa è proprio quello di mettere milioni di persone, e di consumatori, a disposizione delle multinazionali che governano il Parlamento Europeo. Un altro effetto indotto sarebbe la caduta, o almeno la revisione degli equilibri, e di tutti gli accordi intereuropei, stipulati fra capi di Stato a tutto vantaggio delle banche, delle lobby e di chi questi organismi controlla.

Poteri forti Allora è lecito supporre che l’omicidio di Jo Cox non derivi dalla mente malata di un qualunque Tommy Mayr, ma che, come Lee Harvey Oswald, lo stesso sia stato sfruttato per scopi molto precisi, e diversi da un semplice attacco di razzismo. Non sappiamo se l’Inghilterra uscirà dall’Europa, o se vincerà il Remain. Non sappiamo neppure se l’uscita da questa Europa potrà portare vantaggio sia agli Inglesi che a tanti che oggi, come in Italia, vivono un momento in cui l’Europa, il suo Parlamento, la Germania e tutte le direttive europee vengono visti come nemici, contrari ad una politica che vada incontro ai bisogni dei cittadini comuni. Non possiamo prevedere se, dopo una eventuale Brexit, altri paesi seguiranno il suo esempio. Sappiamo che l’islanda è uscita dall’euro e dall’Europa, recuperando la propria sovranità e dando una nuova primavera alla propria economia, ma gli Islandesi sono troppo pochi per far testo, e nessuno, oltretutto, ne parla. Le implicazioni sono tante, troppe, e molto complicate e ‘segrete’, e non coinvolgono soltanto banche e lobbies. L’ombra nera della Bilderberg si allunga su questi accadimenti, direbbe il giudice Imposimato. Certo è che si fa fatica a non pensare a quelli che sono genericamente chiamati ‘poteri forti’, che invece fanno capo a persone fisiche con tanto di nome e cognome. Bilderberg, Trlaterale, Massoneria, Servizi Segreti, sono solo dei nomi, delle etichette sotto le quali ci sono persone che agiscono per i propri interessi. Una marcata finanziarizzazione dell'economia mondiale porta a concentrare il denaro in un numero di persone sempre minore, aumentandone la ricchezza, e determinando una sempre maggior crescita del numero dei poveri. Ci fermiamo qui. staremo a vedere cosa succede, e se l’Inghilterra uscirà dall’Europa, risparmiando ogni anno milioni di sterline da versare nelle casse dell’Unione. Per ora il Remain ha segnato un punto a suo favore; a meno che tanti non si rendano conto che una decisione tanto importante non va presa sotto la spinta di una emozione così forte, ma che, in ogni caso, va ponderata.
 




BRUXELLES: PANICO PER FALSO ALLARME BOMBA AL CENTRO COMMERCIALE CITY 2

di Angelo Barraco

Bruxelles – Allarme bomba questa mattina alle 5,30, presso Centro Commerciale City 2, nell’affollatissimo Boulevard Jardin Botanique. Secondo la Derniere Huere e altri media locali, l’uomo indossava una cintura esplosiva, immediatamente sono accorsi sul posto Polizia e artificieri che hanno subito arrestato l’uomo. Secondo la Libre Belgique, la cintura che indossava l’uomo risultava essere falsa e poteva trattarsi di uno squilibrato. Si sospetta inoltre che sia stato proprio lui a chiamare gli inquirenti alle 5.30 per avvertirli dell’allarme bomba al centro commerciale. La stampa Belga riporta inoltre che la cintura dell’uomo non conteneva nessuna sostanza esplosiva. L’uomo fermato, un 26enne, avrebbe fabbricato una falsa cintura esplosiva e l’avrebbe riempita di sale. L’oggetto è stato posto all’analisi degli artificieri. In una prima fase vi era stata la chiusura del perimetro attorno al centro commerciale, chiusura delle fermate nei pressi della metro Rogier, chiusura dei negozi sulla Rue Neuve, successivamente è stato ridotto fino alla totale rimozione. Charles Michel, premier Belga, stamane si trovava presso la radio Rtl e ha definito la situazione “Molto grave”. Successivamente si è recato alla riunione del consiglio di emergenza e al termine di essa ha riferito “la situazione è per ora sotto controllo, i servizi di sicurezza restano in stato di massima allerta”. 
 
Nella giornata di ieri si è verificato un altro falso allarme bomba a Bruxelles per alcune valigie sospette. Sabato invece sono state arrestate 12 persone, 9 rilasciate poco dopo, per un presunto attentato ai danni di una “fan zone”, ovvero uno dei maxi schermi per seguire gli Europei. A seguito degli attentati del 22 marzo all’aeroporto Zaventem e alla metro, in cui persero la vita 32 persone e a seguito degli attentati di Parigi, il paese ha paura. Il livello di allerta terrorismo rimane a livello 3 su 4. Il Premier Charles Michel ha detto “Per il momento la situazione è sotto controllo, I servizi di sicurezza restano estremamente vigili”. 



TERRORISMO A BRUXELLES, POLIZIA BELGA SVENTA ATTENTATO: "VOLEVANO COLPIRE DURANTE BELGIO-ITALIA"

di Chiara Rai

Sempre più paura della minaccia islamica. In Belgio l'allerta terrorismo non si è mai abbassata, tanto che è stato sventato un attentato nel giorno in cui si è giocata la partita Belgio-Irlanda. Dodici le persone arrestate nella notte in un'operazione che ha portato alla perquisizione di 40 siti diversi, oltre a 152 garage. La polizia ha interrogato in tutto 40 sospetti. I presunti terroristi, pedinati da diverso tempo dalla polizia belga, sarebbero stati coinvolti nei preparativi di attentati terroristici. Alcuni dei 12 arrestati sono vicini all'ambiente dei terroristi responsabili degli attentati del 22 marzo nella capitale belga, Mohammed Abrini e i fratelli El Brakraoui. L'operazione di polizia si è concentrata nella regione di Bruxelles, ma ci sono stati risvolti anche nelle Fiandre e in Vallonia. Interessati 16 comuni, fra cui Bruxelles, Molenbeek, Schaerbeek, Liegi, Zaventem e Anderlecht. Per la procura belga gli elementi raccolti durante l'indagine "richiedevano un intervento immediato". Il premier belga, Charles Michel, ha convocato d'urgenza il Consiglio nazionale di sicurezza. A quanto scrive Le Soir, sarebbe stata una intercettazione telefonica a proposito di attacchi imminenti a Bruxelles a far scattare gli arresti. Gli individui arrestati circolavano ieri in macchina nel centro di Bruxelles, in particolare vicino a place Rogier dove è stato installato un maxi schermo per seguire in diretta questo pomeriggio la partita Belgio-Irlanda. Il sito nota che non vi sono certezza sull'intenzione degli arrestati di colpire la folla riunita per fare il tifo ai "Diables rouges", ma che si tratta di una ipotesi plausibile. Secondo quanto spiega BmfTv, molti dei sospetti avevano i mezzi per commettere gli attacchi. La procura belga «ipotizza» che le 12 persone fermate nella notte in Belgio fossero coinvolte nella pianificazione di attentati contro gruppi di persone riunite in locali pubblici per assistere alla partita degli europei di calcio della nazionale belga che oggi alle tre scende in campo in Francia contro l'Irlanda, ha spiegato il portavoce della procura Eric Van der Sypt, citato dal Wall Street Journal. Diversi ministri del governo e il premier belga sono stati messi sotto alta protezione dalla polizia, in seguito ad una nuova valutazione dell'Ocam, l'antiterrorismo belga. La mossa non è legata agli arresti di stanotte e all'eventuale minaccia ad essi collegata. Lo riferiscono Het Nieuwsblad e la tv RTBF. L'Ocam ha stimato che la minaccia terrorista pesa in particolare su quattro esponenti del governo: il premier Charles Michel, il ministro degli esteri Didier Reynders, dell'interno Jan Jambon e della giustizia Koen Geens. Assieme alle loro famiglie, una trentina di persone in tutto, sono stati messi sotto alta protezione dalla polizia da venerdì sera.




JO COX: DEPUTATA UCCISA A COLTELLATE E COLPI DI PISTOLA, SI IPOTIZZA MATRICE RAZZISTA

di Angelo Barraco
 
Londra – Un terribile omicidio ha macchiato di sangue l’elegante Gran Bretagna, prossima al voto sull’Ue. Jo Cox, deputata del Labour e impegnata contro Brexit per i diritti dei migranti è stata uccisa per strada da un uomo che si è scagliato su di lei infierendo prima delle coltellate, poi sparando tre colpi di pistola e uccidendola sul colpo. Un atto che ha gettato nello sconforto l’intera comunità di Birstall, vicino Leeds (Yorkshire) e che rischia di essere determinante per quello che sarà il risultato nelle urne della settimana prossima. La donna era stata oggetto di minacce negli ultimi mesi ma le misure di protezione nei suoi riguardi erano ancora in corso d’opera. Un testimone ha raccontato agli inquirenti che l’assassino avrebbe urlato “Britain First”. Dee Collins, Funzionaria capo ha parlato di un “incidente isolato”. Ma intanto le indagini sono in corso e si apprende che è stato arrestato un uomo, tale Tommy Mair, di 52 anni, un uomo bianco originario di Batley. Sono poche le informazioni che trapelano in merito a quest’uomo, è apparsa una foto scovata da Mirror e appare un uomo di mezza età con cappellino e tuta mimetica. L’Independent Online parla di alcuni elementi che legherebbero Tommy Mair a un gruppo suprematista bianco, ostile all’Europa e simpatizzante del vecchio apartheid sudafricano. Tale gruppo si chiama Springbok Club e si apprende inoltre che Mair risulti nel database online della rivista che pubblica. 
 
Ma chi era Jo Cox? Era una donna che avrebbe dovuto compiere 42 anni a breve, sposata con Brendan e madre di due figli. E’ stata attivista di Oxfam, ha portato avanti battaglie esemplari come quella per far finire la guerra in Siria, la lotta alle nuove schiavitù, l’apertura ai confini britannici ai profughi. Il premier David Cameron ha definito tale delitto “Una tragedia per il Paese”, sono stati innumerevoli i messaggi pervenuti da ogni parte del globo, da Jeremy Corbyn, leader laburista. In merito a tale omicidio e alla frase che sarebbe stata pronunciata dal killer, il partito parafascista-islamofobo British First, radicalmente anti-immigrazione, ha preso le distanze da quanto accaduto. 



STRAGE ORLANDO: OBAMA: "LA PEGGIORE STRAGE NELLA STORIA DELL'AMERICA"

di Angelo Barraco
 
Orlando (Florida) – L’America è ancora incredula e sconcertata dinnanzi a cotanta crudeltà ed efferatezza messa in atto da una mente criminale senza scrupoli. Alle 2 di notte un uomo armato con fucile d’assalto ha fatto irruzione in un locale gay, il “Pulse”, ha esploso una raffica di proiettili tale da uccidere 50 persone e ferirne 53. Si era inoltre barricato all’interno del locale con degli ostaggi ma non ha fatto loro del male poiché la Polizia lo ha ucciso. Il killer si chiamava Omar Mateen, 30 anni, un americano di origini Afghane. Il padre ritiene che alla base del folle gesto ci sarebbe un odio verso i gay “Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell'America”. La strage al club gay è stata rivendicata dallo Stato Islamico attraverso l’Amaq, ovvero l’agenzia del Califfato. Il Site riferisce che “era un combattente dell’Isis”. Il testo della rivendicazione riporta “L'attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico”. Quando vi fu l’irruzione, sulla pagina facebook del locale comparve il seguente post “Uscite dal locale e mettetevi a correre”. Fuori dal locale è stato brillare un ordigno e sul corpo del killer sarebbe stato trovato un convegno esplosivo, inoltre si apprende che nella sua auto vi era un altro ordigno. L’FBI ha poi accerchiato la casa del killer, ubicata a Fort Pierce, a sud di Orlando. L’abitazione risulta intestata a Omar Mateen. Rita Katz, direttrice del Site (sito di monitoraggio delle attività Jihadista in rete), scrive su Twitter il seguente post “il miglior regalo per il Ramadan”, inoltre scrive che “Possa Allah accogliere l'eroe che lo ha fatto e ispirare altri a fare lo stesso”.
 
L’America piange i suoi morti e il Presidente Usa Barack Obama, nel corso di una conferenza stampa, ha dichiarato “I nostri cuori sono spezzati oggi. E' stato un atto di terrore e di odio. Manteniamo i valori che ci fanno americani. Dobbiamo dimostrare che siamo un Paese che è soprattutto identificato per l'amore e non per l'odio” ha aggiunto inoltre che “E' un giorno particolare per gli americani che sono lesbiche o gay, transgender o bisessuali, persone che si erano riunite per ballare, per vivere. Pulse era un luogo di solidarietà. L'attacco a qualsiasi americano indipendentemente dalla razza, dalla religione, dagli orientamenti sessuali è un attacco contro tutti noi, contro i valori fondamentali della dignità che identificano il nostro paese. Oggi si segna la peggiore strage nella storia dell'America".
 
Anche dall’Italia arrivano messaggi di cordoglio per le vittime in America. Il portavoce del Papa, padre Federico Lombardi, ha detto “La terribile strage avvenuta ad Orlando, con un numero altissimo di vittime innocenti, ha suscitato nel Papa Francesco e in tutti noi i sentimenti più profondi di esecrazione e di condanna, di dolore e di turbamento di fronte a questa nuova manifestazione di follia omicida e di odio insensato. Il Papa Francesco si unisce nella preghiera e nella compassione alla sofferenza indicibile delle famiglie delle vittime e dei feriti e li raccomanda al Signore perché possano trovare conforto” e ha aggiunto che “tutti ci auguriamo che si possano individuare e contrastare efficacemente al più presto le cause di questa violenza orribile e assurda, che turba così profondamente il desiderio di pace del popolo americano e di tutta l'umanità”.



USA 2016: HILLARY CLINTON VITTORIA SCHIACCIANTE IN CALIFORNIA, "NOMINATION STORICA"

Redazione

Hillary continua a fare il pieno di consensi. Con l'inattesa vittoria schiacciante che si profila in California, lo stato più popoloso, ricco e culturalmente influente degli Usa, e il bersaglio piu' grosso (con i suoi 475 delegati) di questo ultimo super tuesday delle presidenziali, Hillary suggella trionfalmente la conquista di una storica nomination, la prima di una donna nei 240 anni della democrazia americana.

La Clinton ha dato una convincente dimostrazione di forza e di superiorita' nel Golden State (con il 39% dei voti scrutinati guida 60,1% a 38,0%) seppellendo definitivamente le velleità di Bernie Sanders di un ribaltone alla convention di luglio, con un cambiamento di fronte dei superdelegati. Hillary ha vinto non solo in California ma anche in tre degli altri cinque Stati chiamati al voto (New Jersey, New Mexico e South Dakota) cedendo a Sanders solo il Montana e il North Dakota (caucus). Un finale di partita che non lascia adito a dubbi, tanto che gia' in serata il presidente Barack Obama, ormai prossimo a dare il suo endorsement al suo ex segretario di stato, ha telefonato ad entrambi per unire ora il partito. Giovedi' vedra' Sanders, che però questa sera, pur ribadendo di voler impedire l'elezione di Donald Trump, ha annunciato che la sua lotta continuera' sino alle ultime primarie a Washington Dc e poi alla convention.

Al Brooklyn Navy Yard di New York, i fan dell'ex first lady sono andati in delirio e lei ha sprizzato felicità e orgoglio, tendendo nuovamente la mano al senatore del Vermont e attaccando il suo futuro rivale Donald Trump. "Grazie a tutti, abbiamo raggiunto una pietra miliare, e' la prima volta nella storia della nostra nazione che una donna sara' la candidata di un partito importante", ha esordito "La vittoria di questa notte non e' di una persona sola, appartiene a generazioni di donne e di uomini che si sono battuti e si sono sacrificati e hanno reso possibile questo momento", ha proseguito. Poi si e' complimenta con Bernie "per la sua straordinaria campagna", per aver portato al voto milioni di nuovi elettori, soprattutto giovani, per "il dibattito vigoroso sulle ineguaglianze". Ma l'ex first lady ha sferrato anche un nuovo attacco al "divisivo" Trump, "caratterialmente inadatto a fare il presidente e il commander in chief". Ma il tycoon ha gia' dato fuoco alle polveri del futuro duello.

"Questa sera chiudiamo un capitolo di Storia e ne apriamo un altro", ha esordito vantando a suo modo anche lui un merito storico per aver raccolto un numero record di voti nelle primarie repubblicane. Poi si e' lanciato a testa bassa contro i "fallimenti" di Obama, contro gli "errori" di Hillary, "estensione dei disastri di Obama", colei che ha "trasformato il dipartimento di stato nel suo hedge fund privato". E contro i Clinton, che hanno "trasformato la politica dell'arricchimento personale in una forma d'arte per se stessi". Il tycoon ha promesso altre accuse contro l'ex coppia presidenziale lunedì prossimo ma per ora appare in difficolta'. Anche se stasera ha vinto i sei stati con percentuali sopra il 67%, nel partito sta crescendo la protesta per le sue dichiarazioni contro il giudice messicano dell'inchiesta contro la sua universita', unico vero ostacolo nella sua corsa alla Casa Bianca. Commenti definiti "razzismo da manuale" dallo speaker della Camera Paul Ryan, che sta facendo acrobazie per non spaccare il partito. Ma alcuni governatori e senatori gia' hanno annunciato che non voteranno piu' per il magnate.




USA, ELEZIONI: HILLARY CLINTON PRIMA DONNA IN CORSA PER LA CASA BIANCA

Redazione
 
Washington – La corsa alla Casa Bianca prosegue inesorabile e sono rimasti in pista Hillary Clinton e Donald Trump. Una sfida all’ultimo voto che vede due figure carismatiche, diverse ma che riescono a catturare l’attenzione dei tanti americani che devono decidere chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti.
 
In merito alla figura dell’ex first lady Hillary Clinton, la Associated Press ha fatto sapere che vi sono tutti i numeri che permettono ad essa di conquistare la nomination democratica poiché ha superato i 2.383 tra delegati e superdelegati che la voteranno nella convention che avrà luogo a Filadelfia a fine luglio. L’ex first lady riferisce che “E' un momento storico senza precedenti" poiché si tratta della prima donna nella storia degli USA ad ottenere una nomination e quindi a partecipare alle elezioni generali. Mentre la famiglia Clinton gioisce per tali obiettivi raggiunti, Barnie Sanders riferisce “E' spiacevole vedere come i media stiano ignorando la richiesta della commissione nazionale del partito democratico di aspettare questa estate per la conta dei superdelegati". Per Hillary Clinton si tratta di un traguardo importante raggiunto poiché 8 anni fa ha dovuto concedere la vittoria a Barack Obama, ma adesso per lei le cose sono cambiate. E Trump? Sembra che l’America lo ami e lo odi allo stesso tempo, c’è chi fa campagne pro e campagne contro e chi lo reputa una “minaccia”. Sanders invece si appresta a svolgere l’ultima campagna elettorale della sua carriera, tutto dipende dall’esito del voto in California. Se va a favore della Clinton allora per lui è politicamente finita. 



ANKARA: AUTOBOMBA CONTRO LA POLIZIA: DECINE DI MORTI E FERITI

Redazione
Ankara – Paura e terrore ad Ankara. L’esplosione di un’autobomba collocata vicino alla fermata dell’autobus nei pressi della Piazza Beyazit, che si trova tra l’università di Istanbul e il gran bazar, ha causato la morte di almeno 11 persone e il ferimento di 36 persone. L’informazione in merito a quanto accaduto è stata resa nota dalla Cnn turca. L’esplosione è avvenuta nel quartiere di Vezneciler, nel cuore del Corno d’Oro di Istanbul. Al momento non vi sono rivendicazioni. Non è il primo episodio che si verifica poiché il mese scorso sono stati uccisi 8 soldati turchi a seguito dell’esplosione di un’autobomba, quell’agguato venne rivendicato dal Pkk. Ma non è tutto poiché il 12 gennaio una decina di turisti tedeschi sono stati uccisi da una bomba fatta esplodere dall’Isis nell’antica Costantinopoli, il 19 marzo invece tre israeliani e un cittadino iraniano sono stati uccisi sulla strada di Istikla, principale strada commerciale di Istanbul.