Cape Canaveral, esplosione sulla rampa di lancio del Falcon 9

di Paolino Canzoneri

CAPE CANAVERAL (USA) – Giovedi scorso nella rampa di lancio 40 di proprietà dell'Arenautica Militare degli Stati Uniti, una doppia tremenda esplosione ha ridotto in fumo il razzo lanciatore Falcon 9, un imponente razzo alto 70 metri che avrebbe dovuto portare in orbita un satellite israeliano Amos-6 frutto di un colossale finanziamento di circa 195 milioni di dollari a cui aveva partecipato anche Mark Zuckeberg entrato a far parte dell'affare perchè si trattava di un satellite per le telecomunicazioni con precisi scopi di ampliare banda internet in zone del mondo dalla difficile connessione come a sud della vastissima zona desertica africana del Sahara, zone del Medio Oriente nonchè zone del sud Italia. A cedere sono stati i motori del vettore spaziale Space X di proprietà di un gruppo gestito da Elon Musk di Tesla proprio durante gli ultimi test che avrebbero dovuto lanciare il razzo il prossimo sabato. Il patron di Facebook ha commentato: " Siamo molto dispiaciuti per la perdita del satellite, ma rimaniamo fedeli alla nostra missione: connettere le persone a Internet in tutto il mondo". La deflagrazione ha liberato fiamme e fumo nero che ha oscurato il cielo di Cape Canaveral per ore e le cause del disastro vanno ricercate proprio nella fase di test che prevedeva una accensione di brevissima durata dei nove motori Merlin 1D il cui propellente, una volta caricato, non aveva raggiunto la pressione necessaria e la struttura di sostegno del Falcon 9 si era quindi aperta facendo deflaglare l'intera struttura. Ad oggi questo tipo di incidenti rappresentano un prezzo da pagare in termini di fondi e risorse letteralmente "andate in fumo" nella corsa alla sicurezza delle missioni spaziali e l'Astronauta Paolo Nespoli dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sui test di routine condotti prima di ogni lancio: "Sono necessari per validare i veicoli spaziali, proprio come si fa con le automobili e gli aerei prima che entrino in commercio. Ma se per questi veicoli 'terrestri' un incidente durante un test passa quasi inosservato, nel caso dello spazio anche il problema più banale può avere un effetto catastrofico". Il nostro Nespoli al momento dell'incidente si trovava a Houston in addestramento in vista della partecipazione di una missione della Agenzia Spaziale Italiana (ESI) della durata di 6 mesi che nella primavera del prossimo anno 2017 lo porterà a bordo della Stazione Spaziale in orbita. L'Astronauta italiano ha le idee ben chiare sul fatto che incidenti simili sono da mettere in conto ed è fondamentale non sottovalutare mai ogni piccolo dettaglio che possa evidenziare falle o debolezze.



Bruxelles, bomba all'istituto di criminologia

Redazione

BRUXELLES – Un'esplosione è avvenuta davanti all'Istituto di criminologia di Bruxelles, nella zona di Neder-Over-Heembeek. Secondo quanto riportano i media belgi non vi sarebbero feriti, ma i danni riportati dalla struttura sarebbero rilevanti. L'esplosione è avvenuta poco prima delle 2.30, quando un'auto è entrata nel parcheggio dell'istituto e «uno o più» sospetti hanno fatto esplodere un ordigno nei pressi dei laboratori. I vigili del fuoco sono intervenuti intorno alle 3 per domare le fiamme provocate dall'esplosione.Il portavoce dei vigili del fuoco, Pierre Meys, non ha fornito ulteriori informazioni sull'incidente. l'Istituto nazionale forense e di criminologia (Ncic) di Neder-Over-Heembeek, un sobborgo a nord di Bruxelles, è un'istituzione della giustizia federale belga. L'allerta terrorismo in Belgio rimane al livello 3, dopo gli attacchi terroristici all'aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, che lo scorso marzo hanno causato 32 morti




Indonesia, simpatizzante Isis fa esplodere ordigno in una chiesa

Redazione

INDONESIA – Un presunto sostenitore dell'Isis ha fatto esplodere un piccolo ordigno in una chiesa a Medan, nel nord dell'isola di Sumatra, nell'ovest dell'Indonesia. Nessuno e' rimasto ferito, eccezion fatta per l'attentatore, che ha azionato l'esplosivo contenuto nel suo zaino nella chiesa di San Giuseppe, dopo essersi sistemato su una panchiana, confondendosi tra i fedeli, riferiscono i media locali. Dopo l'esplosione, l'uomo ha estratto dallo zaino un'ascia, ma e' stato bloccato da alcuni fedeli, che lo hanno immobilizzato fiono all'arrivo della polizia. Gli agenti hanno evacuato la chiesa e hanno effettuato una esplosione controllata degli oggetti appartenenti all'aggressore. Secondo i media locali, nello zaino dell'uomo sono stati trovati simboli dell'Isis.




Francia, strage Charlie Hebdo: estradato il cognato di uno degli assalitori

Redazione

PARIGI – Le autorità francesi hanno preso in custodia il cognato di uno degli uomini armati che presero d'assalto gli uffici della rivista satirica francese Charlie Hebdo, nel gennaio 2015, dopo la sua estradizione dalla Bulgaria. Murad Hamid, 20 anni, cittadino francese , era ricercato in virtù di un mandato di cattura europeo ed è stato estradato dalla Bulgaria in Francia. Gli inquirenti lo accusano di aver partecipato alla preparazione degli attentati terroristici. Hamid rischia una pena detentiva fino a 10 anni per effetto delle imputazioni della magistratura francese. Il 7 gennaio 2015 gli aggressori uccisero 12 persone presso la sede della rivista a Parigi. Gli uomini armati, i fratelli Said e Cherif Kouachi, sono morti successivamente in conseguenza di una sparatoria con la polizia a nord-est della capitale francese .




Bruxelles, donna accoltella tre persone: fermata

Redazione

BRUXELLES – Una donna ha cercato di pugnalare diverse persone in una galleria commerciale a Uccle, un quartiere residenziale di Bruxelles, provocando l'intervento della polizia che ha dovuto sparare per bloccarla ferendola a un braccio. Sono al momento ancora ignote le cause dell'aggressione, che secondo i testimoni la donna ha compiuto senza fare rivendicazioni. Tre persone leggermente ferite dalla donna sono state portate in ospedale.

Si tratterebbe di un atto di una squilibrata che non avrebbe legami con il terrorismo. La donna, che soffrirebbe di turbe psichiche, avrebbe cominciato a colpire a colpi di coltello le persone all'uscita di un autobus davanti alla galleria commerciale in rue Vanderkindere, all'incrocio della Bascule. La polizia, dopo averla colpita, l'ha arrestata. Due delle tre persone colpite sono ferite in modo più grave. Intanto è stato installato un perimetro di sicurezza, bloccata la circolazione del bus 38 e ora la Procura di Bruxelles è al lavoro




Siria: è morto Alì, il fratellino del piccolo Omran

A.B.
 
Siria – E’ morto Alì, il fratellino di 10 anni di Omran, un bambino che si è salvato miracolosamente da un bombardamento ad Aleppo e le cui immagini hanno fatto il giro di tutto il mondo. Alì è deceduto a seguito delle profonde ferite causate dallo stesso raid. Omran Daqneesh è un bambino di cinque anni che è divenuto il simbolo di una guerra che ogni giorno semina morte e distruzione. Miracolosamente è stato salvato il 17 agosto dai terribili bombardamenti di Assad o della Russia. Dalle macerie è stato estratto vivo, con delle ferite alla testa ma cosciente in merito a quanto fosse realmente accaduto attorno a lui. Il suo silenzio, il suo sguardo fisso senza un grido e senza una lacrima ma con la consapevolezza di un bambino che ha visto crollare attorno a se il suo nido, le sue sicurezze, i suoi sogni, il suo futuro. Il paramedico che per primo lo ha estratto dalle macerie ha dichiarato “È la prima volta che vedo un bambino come lui. In genere quando i bambini sopravvivono a un bombardamento, poi piangono, le loro voci riempiono tutto. Questo bambino non parlava. L'ho portato in ambulanza e ho cercato di parlarci, ma non ha detto una parola. Niente. Alla fine ha chiesto: 'Dove sono mia madre e mio padre?'. Questo è tutto quello che ha chiesto". Il paramedico ha proseguito “Voglio ricordare al mondo che Omran non è il primo bambino ferito nei bombardamenti russi su Aleppo. Ogni giorno ci sono morti e feriti qui, ad Aleppo, feriti dagli stessi bombardamenti aerei russi”. 

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Turchia, kamikaze semina il sangue durante un matrimonio

Pa. Ca.


GAZIANTEP
(Turchia) – L'Isis ha compiuto l'ennesima deplorevole strage a Gaziantep in Turchia facendo esplodere un potente ordigno che ha distrutto una intera sala dove si stava celebrando un matrimonio. Sicuramente un attentatore kamikaze deve aver azionato l'ordigno che ha causato la deflagrazione uccidendo 50 persone e ferendone 94. Questo è quanto afferma un deputato del Partito per la Giustizia e Sviluppo (AKP) citato in un servizio televisivo della CNN Turk. Il presidente turco Erdogan, citato da Anadolu, ha commentato che questi attentati mirano a provocare il popolo puntando sulla sensibilità settaria ed etnica ma non potranno sopraffare la Turchia e ha ulteriormente aggiunto che non esiste differenza tra l'organizzazione terroristica PKK di Gulen e l'attacco terroristico dell'Isis a Gaziantep. Sul luogo dell'eccidio, fra macerie e disperazione decine di ambulanze hanno prestato tempestivo soccorso.

Le immagini diffuse sui social network mostrano donne e bambini con il volto coperto di sangue, la sala completamente distrutta con sedie e tavoli finiti in strada, decine di ambulanze e tanti corpi a terra. Un'esplosione così forte, ha detto un cronista del posto, da essere udita da un capo all'altro della città di oltre un milione e mezzo di abitanti. Poco dopo i social netrwork sarebbero stati bloccati dal governo, come spesso accade in questi casi

La Turchia meridionale è stata più volte colpita in passato dai militanti separatisti curdi e dal Califfato. Ma non è l'unica regione del Paese presa di mira. A fine giugno tre kamikaze dello Stato islamico hanno ucciso 44 persone all'aeroporto di Istanbul, mentre altre 40 sono morte in un attacco kamikaze ad Ankara a marzo, rivendicato questa volta da un gruppo curdo.

In particolare dal fallito golpe del 15 luglio, una scia di attacchi di diversa matrice sta colpendo il Paese. Solo negli ultimi due giorni, due autobomba contro due diverse stazioni della polizia, hanno causato sei morti e oltre 200 feriti.




Lapponia: successo per la 13 ima edizione del festival "notte senza notte"

 

di Gianfranco Nitti

 

INARI – La cittadina Inari, nella Lapponia finlandese, sulle sponde dell’omonimo grande lago,ha ospitato la 13a edizione del Festival multiculturale “Ijahis Idja”; il nome del Festival, nella lingua Sámi del Nord, vuol dire ‘notte senza notte’. Qui nel mese di agosto il giorno già si accorcia, ma la magia della breve notte può ancora essere percepita nella “Ijahis Idja” con il meglio della musica Sámi (lappone), così come con esempi di musica di altri popoli indigeni di queste zone artiche del mondo. Ma questa edizione di un evento unico del suo genere in Europa è stata molto ampia e versatile, non limitandosi alla sola musica in varie sue forme, ma estendedosi ad una molteplicità di eventi culturali, come dibattiti, seminari, attività per ragazzi e bambini.


L'evento è iniziato il 19 agosto
con programma per bambini e per i giovani; e quindi un concerto, proiezionedi film Sámi e concerti di giovani promesse. In serata, si è svolto nell’ auditorium Sajos una rappresentazione del Giron Sámi Teáhter con il lavoro, "Doala Dolat Heakkas": un viaggio nellala vita e arte di un artista poliedrico Sámi e sciamano, Ailo Gaup. L'artista più attesa del festival era la cantautrice Sofia Jannok, Sámi svedese, che ha recentemente pubblicato unnuovo disco, "ORDA – Questa è la mia terra". A parte la sua musica, Sofia è nota come attivista e e promotrice dei diritti dei Sámi. Questo suo umpegno civile è rispecchiato anche nella sua musica, per esempio in canzoni come "Siamo ancora qui" e "Questa è la mia terra (Lapponia)". La sua musica è una combinazione di pop e poweryoik. La Jannok stessa ha detto che la musica è un suo modo di contribuire al cambiamento. Sofia Jannok ha già una lunga carriera nella musica Sámi e sta girando il mondo da molti anni. A seguirla, appuntamento col gruppo di musica elettronica Ylva e il rapper AMOC con la sua band. Il 20 è iniziato con un seminario di musica che si svolge nel vicino museo Sámi Siida. Obiettivo del seminario, onoscere giovani talenti musicisti Sámi e la loro arte. Tra i relatori, l’eclettico artista Sámi Niillas Holmberg. La giornata è proseguita con la Yle Sápmi Arena, che era prodotto da Yle Sápmi. Si tratta di un'arena di discussione con i temi caldi del giorno e si svolgeva in tutte le lingue Sámi  parlate in Finlandia. Nel pomeriggio, Ulla Pirttijärvi & Ulda e Ánnámáret Ensemble si si sono esibiti nell’auditorium Sajos con un concerto a base di canti tradizionali Sámi yoik, leu'dd e livđe.A  latere, anche una originale competizione sportiva tra i migliori lanciatori Sámi di lazo, strumento usato per riunire le renne sparse nella foresta .Altra nmusica tradizoionale yoik è stata eseguita da Johan Anders Baer con il suo gruppo Dronefolk.cui si sono succeduti ilgruppo etno rock Irdon ed il gruppo di musica elettronics, Agy per chiudere con la leggendaria band del festival, Felgen Orkester.
 




Egitto: sospese 8 conduttrici Tv perchè troppo grasse

di Paolino Canzoneri

L'imbecillità e l'ignoranza mietono più vittime di tutte le guerre attualmente in corso in tutto il mondo. L'Egitto, paese nord africano ricco di storia unica al mondo e a maggioranza musulmana "allieta" le giornate estive con la notizia che ben otto conduttrici della TV di stato Ertu ( Egyptian Radio and Television Union) sono state sospese dalla conduzione di telegiornali e programmi vari perchè ritenute "troppo grasse" e quindi non presentabili in televisione. La BBC la prima emittente a rivelare la notizia e oltre a riportare l'immagine di una delle conduttrici sospese Khadija Khattab, afferma che le conduttrici avranno garantito ugualmente lo stipendo e saranno riammesse al loro lavoro solo quando avranno perso il peso ritenuto eccessivo e poco "estetico". La stessa conduttrice Khattab si è rivolta ad un giornale locale Al-Yawm al-Sabi asserendo che giudizi del genere dovrebbero essere accettati solamente dal pubblico. Il  Centro per l'orientamento e la consapevolezza giuridica delle donne condanna la scelta dell'emittente perchè a loro dire ci sono evidenti segni di violazione della Costituzione e rappresenta una palese forma di violenza contro le donne. L'articolo 11 della Carta Fondamentale varata del 2014 che conferma i principi assoluti della Sharia, oltre a maternità e infanzia, impegna lo Stato al raggiungimento dell'eguaglianza tra donne e uomini in e per tutti i diritti politici, civili, economici, sociali e culturali preservando e proteggendo da ogni forma di violenza. Discriminazione da sempre è stato sinonimo di ignoranza e riguardo alla grassezza vige da sempre un enorme fraintendimento legato appunto da becera ignoranza dovuta alla misconoscenza di tutta una serie di patologie che causano obesità e che viene quasi sempre interpretata come forme eccessive di golosità ed errato rapporto con il cibo. Le critiche, ovviamente, non si sono fatte attendere e l'accademico Waheed Abdul Maji ritiene che la tv pubblica dovrebbe occuparsi in primis della qualità dei contenuti piuttosto che concentrarsi su altro. In Italia non sono passati molti giorni da titolo offensivo sulle atlete "cicciottelle" dei giochi di Rio apparso su un quotidiano sportivo che ne ha causato la rimozione del direttore. Tutto questo la dice lunga su come la società contemporanea sia perennemente costituita da persone asserite e prostrate ad una percezione rigorosamente e severamente racchiusa in una linea che non preveda nessuna condizione estetica fuori dalla norma e dalla media, come se, per nostro istinto, faticassimo nell'accettare condizioni sociali, culturali e religiose diverse da un modus che ci siamo imposti noi o che la società stessa, attraverso tutte le forme mediatiche esistenti, ci abbia inculcato facendoci sempre perdere giorno dopo giorno la semplice e naturale capacità di accettare la diversità in ogni sua forma.




Siria, il piccolo Omran commuove il mondo – GUARDA IL VIDEO

Redazione

ALEPPO – La Russia è pronta a sostenere la proposta di una tregua di 48 ore su base settimanale ad Aleppo per consentire l'invio di aiuti umanitari nella città assediata: lo fa sapere il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo. Si dovrebbe iniziare la prossima settimana. Una richiesta di tregua era stata avanzata dalle Nazioni Unite.

L'Ue "condanna fortemente l'escalation della violenza ad Aleppo", in particolare "tutti gli attacchi contro i civili" e quelli "eccessivi e sproporzionati da parte del regime siriano", e chiede quindi "uno stop immediato ai combattimenti". Così l'Alto rappresentante Federica Mogherini a nome dell'Ue, sottolineando che "le operazioni umanitarie ad Aleppo devono rispondere a uno scopo umanitario e rispettare pienamente i principi umanitari".

L'inviato speciale dell' Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha annunciato di avere sospeso l'attività della sua task force umanitaria affermando che i continui combattimenti ostacolano gli aiuti ai civili. De Mistura è tornato a chiedere una tregua di almeno 48 ore, in particolare ad Aleppo.

Attivisti dell'opposizione siriana hanno diffuso il drammatico video di un bambino salvato dalle macerie dopo un devastante attacco aereo su Aleppo.

Le immagini ormai virali sul web mostrano tutto l'orrore della guerra sul volto sporco di sangue di Omran, 5 anni. Nel video, uno dei soccorritori porta via in braccio il bimbo dalle macerie. Lo porta fino all'ambulanza, poi lo mette delicatamente su una sedia. Omaran è coperto di polvere, ha un'aria stanca e stordita e con la manina si toglie il sangue dal volto. Il piccolo è stato curato, riferiscono i medici, per delle ferite alla testa ed è stato dimesso. Ma l'attacco aereo sul distretto di Qaterji, dicono gli attivisti, ha causato otto morti, tra cui cinque bambini.
 




Catturato in Libia il leader dell'Isis che reclutava jihadisti in Italia

 

di Vincenzo Giardino

 

LIBIA – Le forze libiche di Zintan, alleate del generale Khalifa Haftar, hanno reso noto di aver catturato il tunisino Moez Ben Abdulgader Ben Ahmed Al Fezzani, conosciuto anche come Abu Nassim, considerato uno dei reclutatori di jihadisti in Italia. Lo riporta il Libya Herald. Già arrestato dagli americani, processato a Milano, assolto, espulso e tornato in Libia, sarebbe in collegamento anche con il gruppo che ha rapito i tecnici della Bonatti. Abu Nassim, secondo il Libya Herald, stava scappando da Sirte e cercava di raggiungere la Tunisia.

Abu Nassim sarebbe stato catturato assieme ad altri 20 esponenti dell'Isis in una località tra le città di Rigdaleen e di Al-JMail, nell'ovest del paese alcuni giorni fa, ma la notizia si è saputa solo oggi. E' considerato il terrorista più ricercato dalle autorità tunisine, secondo le quali, scrive il Libya Herald, è lui il responsabile dell'incursione Isis, nel marzo scorso, nella città tunisina di Ben Guerdane. Attacco che lasciò dietro di sé 58 morti negli scontri con l'esercito. Nato nel '69, Fezzani avrebbe aderito ad Ansar Al Sharia, per poi raggiungere la Libia e prendere il comando del quartier generale dell'Isis a Sabratha. Dopo il bombardamento Usa dello scorso febbraio sulla città, scrive il Libya Herald, aveva continuato a guidare il suo gruppo prima a Bengasi e poi a Sirte, dove è rimasto fino a pochi giorni fa. La Tunisia, al momento, non ha commentato l'arresto.

Su leader Isis arrestato accertamenti pm Milano – Sulla figura di Moez Fezzani, conosciuto anche come Abu Nassim, uno dei presunti capi dell'Isis in Libia e arrestato dalle forze libiche, il dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Maurizio Romanelli, sta effettuando accertamenti anche alla luce dei documenti, di cui si è parlato nei giorni scorsi, che sarebbero stati trovati in un covo del sedicente Stato islamico a Sirte. Carte che farebbero riferimento anche al ruolo di Fezzani come presunto reclutatore di jihadisti in Lombardia. Al momento, da quanto si è saputo, investigatori e inquirenti milanesi non hanno potuto vedere i documenti che sarebbero stati trovati dai servizi segreti libici. Tuttavia, come è stato spiegato, verifiche sono in corso anche perché Abu Nassim è una figura da tempo conosciuta dai magistrati milanesi. Detenuto per 7 anni nella base militare americana di Bagram in Afghanistan e per oltre due anni in Italia, venne assolto nel 2012 a Milano, espulso, e poi condannato in appello a 6 anni quando era già fuori dall'Italia.

Alfano: 'Espulso tunisino. E' il 44esimo nel 2016'
Questa mattina è stato espulso un tunisino di 35 anni che, "con altri soggetti (tra cui l'imam di Andria, rimpatriato il 13 agosto) era stato condannato nel 2015 dalla Corte di Assise d'Appello di Bari per il reato di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale. Successivamente, il 2 agosto scorso, era stato scarcerato in seguito alla sentenza della Cassazione che aveva annullato la precedente pronuncia". Lo dice il ministro dell'Interno Angelino Alfano, aggiungendo che con quella di oggi sono 44 le espulsioni decise nel 2016, 110 dal 2015.