Lapo Elkann, finto sequestro: il Procuratore di New York chiude il caso

 
di Angelo Barraco

NEW YORK – Lo vicenda giudiziaria che ha coinvolto il rampollo di casa Agnelli, Lapo Elkann, denunciato per finto sequestro e che  rischiava inoltre una pena detentiva dai due ai dieci anni di carcere, adesso è ufficialmente chiusa. “Ha deciso di lasciar cadere le accuse”a suo carico il Procuratore di New York, la notizia è stata confermata all’Ansa da un funzionario del Tribunale Penale di Manhattan.  

 
L’avvocato di Lapo, Randy Zelin, ha dichiarato “"Lapo Elkann e' sollevato e molto felice”. La vicenda ebbe luogo a New York lo scorso novembre, quando il 39enne rampollo di casa Agnelli e nipote del mentore della Fiat Gianni Agnelli è stato arrestato dalla Polizia newyorkese  per aver simulato un sequestro con il fine ultimo di poter ottenere dalla sua famiglia la cospicua somma di 10mila dollari. Motivo di tutto ciò? Era approdato in città il giovedì e come riporta il Daily Beast “si è subito messo in contatto on line con una escort di 29 anni” con il quale avrebbe fatto uso di “alcol, marijuana e cocaina” fino a terminare i soldi di cui disponeva. Nasce così l’idea del sequestro simulato, dove racconta alla famiglia di essere trattenuto da una donna contro la sua volontà e che inoltre gli avrebbe fatto del male se non fosse stato pagato il riscatto. La famiglia riferisce il tutto alle forze dell’ordine che, stando sempre a quanto riporta il Daily Beast, avrebbero scoperto la montatura nel momento in cui si doveva verificare il ritiro del denaro. Accertate le responsabilità di quanto accaduto, gli inquirenti chiudono il caso per il transessuale.
 
La vicenda riporta alla mente quanto accaduto nell’ottobre del 2005, quando alle 9.30 del mattino qualcuno chiama il 118 e dice: "Correte, a casa mia c'è una persona importante che si sente male”. Quella persona importante era Lapo Elkann, che si trovava riverso per terra nel pavimento di un alloggio, privo di sensi a seguito di un’overdose di cocaina. Viene ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Umberto I. Si apprenderà in seguito che la telefonata al 118 era stata effettuata da un noto transessuale che si fa chiamare Patrizia (vero nome Lino).  Nei momenti in cui Lapo ha avuto il malore, in quell’alloggio dove c’era Lino, vi erano anche Daniele e Gabriele, che hanno raccontato agli inquirenti della notte brava precedentemente trascorsa. In merito alla vicenda newyorkese il popolo dei social network ha reagito alla notizia del finto sequestro con ironia e commenti di spirito che non sono passati di certo inosservati. Ma il rampollo di casa Agnelli, figlio di Alain Elkann e Margherita Agnelli, non è nuovo al gossip da prima pagina che lo vede protagonista, dalle innumerevoli bizzarrie del suo look che lo portano ad essere un uomo all’avanguardia tanto da essere incoronato da Vanity Fair America come “Self Made Man”, agli eccessi che lo hanno portato alla disintossicazione presso una cinica di Tucson, in Arizona, il tutto si contrasta con quella che la sua figura di business man che nel 2007 crea la Italia Independent. 



Donald Trump: "Tra le tante cose, costruiremo il muro!” al confine con il Messico

di Angelo Barraco
 
Washington – L’ascesa di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America ha suscitato sin da subito accese polemiche e dibattiti ad ampio raggio, ma si tratta realmente di quell’America propensa al cambiamento di cui tanto si è parlato e che gli americani volevano?  L’ultima novità che ha scosso gli States  riguarda il post che il tycoon ha scritto su twitter: “Grande giorno domani per la sicurezza nazionale. Tra le tante cose, costruiremo il muro!”, parole che confermano quanto anticipato in precedenza dal New York Times in merito alla firme di un decreto riguardante l’immigrazione e alla costruzione di una barriera al confine con il Messico. Si tratta di una delle principali promesse che Trump aveva enunciato in pompa magna ai suoi elettori nella clamorosa campagna elettorale in cui si è scontrato  con la biondissima Hillary Clinton, che ha portato a casa una sconfitta inaspettata ai più. Il decreto firmato da Trump sblocca i fondi per la costruzione del muro al confine con il Messico , è prevista inoltre una visita del neopresidente al dipartimento della sicurezza interna. La nomina di Nikki Haley come ambasciatore americano Onu è stata confermata. Il Tycoon ha inoltre annunciato su Twitter “Chiederò indagini su brogli elettorali” in riferimento ai presunti brogli elettorali che sarebbero avvenuti nel corso delle elezioni di novembre e promette di rafforzare le procedure di voto. Pochi giorni fa invece, Trump ha firmato il suo primo atto presidenziale nel prestigioso Studio Ovale della White House. Ha firmato un decreto esecutivo al fine di ridurre il peso dell’Obamacare. Non sono stati forniti molti dettagli in merito a ciò, si apprende comunque che si tratta di consuetudinaria prassi che viene attuata nel momento in cui subentra una nuova amministrazione e consente di rivedere quelle che sono le regole. Nel decreto si legge “'La mia amministrazione intende abolire l’Obamacare. E’ essenziale assicurare che la legge sia attuata in modo efficiente, prendendo tutte le azioni per minimizzare il peso economico e regolatorio, preparandosi a consentire agli Stati maggiore flessibilità”. Che cos’è l’Obamacare? Si tratta del Sistema Sanitario degli Stati Uniti d’America in mano ai privati finalizzato alla cura della popolazione americana che risale alle riforme di Lyndon B. Johnson. Il programma denominato Medicare mira all’assistenza degli anziani, Medicaid è rivolto invece alle fasce di popolazione a basso reddito ove si trovano donne gravide, famiglie con bambini, disabili e anziani. Le riforme sono state ampliate da Obama nel marzo del 2010 con l’aumento del numero di persone tutelate dal sistema sanitario (32 milioni in più), diminuzione della spesa governativa per la sanità (15%), inoltre Obama ha introdotto dei punti salienti che hanno dato notevoli benefici agli americani, come il divieto per le compagnie assicurative nel negare la stipula di assicurazioni e l’assistenza per patologie o sulla base di precipue condizioni di salute; importanti incentivi di natura fiscale per la stipula di polizze sanitarie; sanzioni per i cittadini che non stipulano polizze assicurative; tutela per i dipendenti e i datori di lavoro con una riforma che obbligava i datori di lavoro di imprese con più di 50 dipendenti nel contribuire alle spese per acquistare le polizze; l’ampliamento dei cittadini aventi Medicaid; possibilità per i giovani a carico della famiglia di usufruire dell’assicurazione sanitaria dei genitori. Trump intende abolire tutto ciò e l’America adesso si ribella e scende in strada, marciano uomini e marciano soprattutto le donne che da ogni parte del mondo gridano a gran voce i propri diritti a seguito dell’ascesa del Taycoon. Tanti i cittadini che hanno affollato le strade della capitale statunitense e tanti i personaggi dello spettacolo che hanno messo il loro volto e la loro voce per gridare il proprio “no” a Trump. Il regista Machael Moore come gesto simbolico di protesta ha strappato un giornale che riportava la notizia dell’insediamento del nuovo presidente, il musicista Moby ha pubblicato un singolo in cui viene espresso un totale diniego nei riguardi del nuovo governatore degli USA, il Segretario generale di Amnesty International Salil Shettly ha dichiarato: “Durante la sua campagna elettorale, il presidente eletto Trump ha più volte procurato grave costernazione e ha fatto maturare seri dubbi sulla forza dell’impegno verso i diritti umani che potremo aspettarci dagli Usa nel futuro. Ora deve lasciare tutto questo alle spalle e riaffermare e rispettare gli obblighi degli Usa sui diritti umani, sia all’interno del paese che all’estero”. Margaret Huang, direttrice generale di Amnesty ha aggiunto “Nella corsa alla Casa Bianca, gli Usa hanno ascoltato una preoccupante e a volte velenosa retorica da parte del presidente Trump e di altri: una retorica che non può e non deve diventare politica di governo. Le parole xenofobe, sessiste e di odio di Trump non devono trovare posto nel governo. Il presidente Trump deve impegnarsi pubblicamente a rispettare i diritti umani di tutti, senza alcuna discriminazione. Dai campi d’internamento all’uso della tortura, abbiamo visto i risultati disastrosi ottenuti da coloro che abbiamo eletto quando hanno tradito gli impegni degli Usa sui diritti umani. Tutti coloro che sono stati eletti oggi, dall’esecutivo ai consigli comunali, devono tenere in mente quella lezione”. Molti i personaggi dello spettacolo come Madonna, Lady Gaga,  Katy Perry e Miley Cyrus si sono unite alla “marcia rosa” contro Trump e contro ogni genere di discriminazione per ribadire i diritti delle donne. Ma proprio le pop star sopracitate hanno sempre fatto mercimonio del proprio corpo nel corso della loro carriera, facendo trasparire una certa assenza di pudore nonché una quasi totale assenza nell’interesse di voler difendere i diritti delle donne: Secondo quali criteri oggi si battono a favore di tali diritti? Certamente ne giova l’industria discografica che grazie alla loro sovraesposizione mediatica riuscirà certamente a far fruttare le vendite dei dischi. La domanda che ci si pone è la seguente: i soggetti sopracitati hanno reale interesse per i diritti delle donne o sono semplicemente il frutto di un abile strategia di marketing? Ai posteri l’ardua sentenza.  



Londra, Corte Suprema ha deciso: per avvio Brexit serve autorizzazione del Parlamento

 

LONDRA – La Corte Suprema di Londra ha disposto oggi in via definitiva che la notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona per l'avvio dei negoziati con l'Ue per la Brexit dovrà essere autorizzato da un voto del Parlamento britannico. Il verdetto conferma quello di primo grado dell'Alta Corte e dà torto al governo May che aveva presentato ricorso invocando il diritto ad attivare l'articolo 50 d'autorità, nel rispetto della volontà popolare del referendum del 23 giugno.

L'indice Ftse 250 azzera il calo e si porta in rialzo al +0,2% dopo la decisione della Corte Suprema sulla Brexit. Lo Borse europee reagiscono tiepidamente alla decisione della Corte Suprema britannica. Milano viaggia al +1%, Parigi è poco mossa a +0,16%. A Londra il Ftse 100 è a +0,07%.

La Corte ha escluso qualunque potere di veto da parte delle assemblee di Scozia, Galles e Irlanda del Nord sulla Brexit, l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Lo ha annunciato il presidente della Corte, affrontando il secondo punto del suo verdetto odierno e respingendo il tentativo di far valere in questo caso il potere della devolution.

Il governo britannico di Theresa May e' "deluso" dell'esito della controversia legale che impone un voto del Parlamento per l'attivazione dei negoziati sulla Brexit, ma lo rispetta e attuerà quanto richiesto dal verdetto. Lo ha detto l'attorney general Jeremy Wright, notando peraltro che questo verdetto non mette in discussione il referendum e annunciando per oggi la presentazione alle Camere di una legge ad hoc per l'avvio alle procedure di divorzio dall'Ue.




Messico, estradato negli Usa El Chapo, l’ex boss dei narcos

MESSICO – Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, ex signore della droga messicano, è stato estradato verso gli Usa dove deve rispondere di accuse legate al narcotraffico. Il boss della droga è arrivato a New York. L’aereo con a bordo El Chapo è atterrato in un aeroporto di periferia, dove lo aspettava una colonna di suv per portarlo via. Passerà la notte in una prigione di New York, prima della comparizione in un tribunale federale di Brooklyn.

Joaquin ‘Chapo’ Guzman, fondatore del cartello di Sinaloa e uno dei narcoboss più temuti e potenti del Messico,era ricercato negli Usa dalla giustizia di almeno due stati e potrebbe perfino rischiare la pena di morte. ‘El Chapo’ era stato catturato in Messico l’8 gennaio del 2016, e ora il superboss affronta ora la più temuta delle sue vicende giudiziarie. E’ riuscito a scappare ben due volte dalle prigioni messicane, ma ora sarò processato – e sicuramente condannato – in California e in Texas. E in quest’ultimo Stato è ancora in vigore la pena di morte. Il governo del presidente messicano Enrique Pena Nieto, può tirare un sospiro di sollievo: la fuga del ‘Chapo’ dal carcere di massima sicurezza di El Altiplano, nel luglio del 2015, lo aveva posto in forte imbarazzo, a causa delle evidenti complicità sulle quali aveva contato per una evasione rocambolesca, attraverso un tunnel sotterraneo lungo un chilometro e mezzo. A questo si aggiunge il fatto che, malgrado le manovre dilatorie degli avvocati del superboss – che sono arrivati a denunciare che le guardie che controllavano il ‘Chapo’ lo sottoponevano a molestie sessuali -, la richiesta di estradizione della giustizia americana è andata avanti senza intoppi e nei tempi previsti.

 




Obama: "La democrazia ha bisogno della stampa"

 

di Paolino Canzoneri

 
USA – Si chiude un'epoca e se ne apre un'altra. Ieri il presidente degli Stati Uniti d'America uscente Barack Obama, come da prassi, ha condotto il suo discorso di addio in una conferenza stampa in procinto di lasciare la Casa Bianca per l'insediamento del nuovo presidente Donald Trump. Un discorso piuttosto profondo e a tratti commovente pieno di gratitudine per anni trascorsi a lavorare duramente per il popolo americano e per realizzare sogni di eguaglianza e di miglior conduzione della vita. Ai giornalisti è andato un suo speciale ringraziamento che in otto lunghi anni lo hanno seguito e il più delle volte sostenuto: "Grazie a voi sono stato un presidente migliore.
 
Gli americani e la democrazia hanno bisogno della stampa , occhio critico su chi detiene il potere. Continuate con la stessa tenacia". Poi anche un consiglio al suo successore Trump riguardo al grande impegno che lo attende: "..talmente grande che non lo si può fare da soli". Nel bilancio personale dei suoi due mandati, Obama, non nasconde la sua soddisfazione specialmente in politica estera dove ricorda quanto sia stato importante il suo contributo nei rapporti fra Russia e Israele: "Intrattenere rapporti costruttivi con la Russia e' una priorità degli Stati Uniti e lo è nell'interesse del mondo intero"; parole dettate dai rapporti inclinati a causa delle recenti accuse di hackeraggio da parte della Russia di Vladimir Putin e dell'invasione della  Crimea che ha gettato le basi per le sanzioni contro Mosca;  mentre per le tensioni mediorientali Obama ha detto : "Lo status quo è insostenibile e negativo per Israele e i palestinesi. Ho fatto tutto quello che ho potuto.
 
Ma la pace non può essere imposta". Allargando l'orizzonte il 44esimo presidente degli Stati Uniti si è più volte soffermato sull'importanza della libertà di stampa nei paesi come Cina e Turchia al momento ad alto rischio. Ovviamente ampio risalto è stato dato al tycoon successore che già da giorni fra esternazioni e tweet vari, aveva già fatto intendere come da un presidente da premio nobel per la pace si possa frettolosamente passare ad un presidente bellicoso e intransigente fissato con la mano pesante contro tutto quello che possa rappresentare qualcosa di antiamericano, anticapitalista o peggio "comunista". Donal Trump nei primi anni 90 aveva provato ad imporre il suo marchio Trump in "terra rossa" con tanto di incontri e meeting vari con esponenti e costruttori russi tanto da scrivere sui social una frase un po megalomane: "La Trump Tower a Mosca è un prossimo passo"; deliri di onnipotenza forse un po esagerati e basati più da impressioni che da accordi concreti mai andati in porto. Putroppo nè la Trump Tower e nè tantomeno un reality show a lungo programmato sono stati realizzati. Una "debacle" quasi assoluta che in un certo modo ha fatto perdere convinzione e fiducia nel fare affari con i russi apparsi troppo "complicati" e non in grado di rappresentar un incentivo serio all'economia. A poche ore dal suo insediamento Trump ha già mostrato tutto il limite della sua intransigenza mentre l'ex presidente Barack Obama lascia con amarezza un paese che stava costruendo dei passi importanti per il bene dei cittadini. Il nuovo corso della storia sta per cominciare.



Ue, Tajani nuovo presidente del parlamento europeo


EUROPA – Antonio Tajani, del Partito popolare europeo, è stato eletto presidente del Parlamento Ue con 351 voti dall'Assemblea di Strasburgo, contro i 282 ottenuti dal candidato socialista Gianni Pittella nel ballottaggio tra i due. Applausi, abbracci e strette di mano degli eurodeputati in aula a Strasburgo all'indirizzo di Antonio Tajani, subito dopo l'elezione a presidente del Parlamento europeo. Lungo abbraccio anche con l'avversario Pittella, che si è avvicinato per salutarlo e congratularsi.

I gruppi Ppe e Alde al Parlamento europeo avevano siglato un accordo di cooperazione che di fatto ha spinto Antonio Tajani verso la presidenza dell'eurocamera. Il candidato liberale dell'Alde Guy Verhofstadt ha ritirato la sua candidatura. "L'Europa è in crisi – si legge nel testo dell'accordo – una coalizione pro europea è necessaria. Per questo Ppe e Alde, al di là delle loro differenze ideologiche, hanno deciso di lavorare insieme strettamente e offrire una piattaforma comune come punto di partenza per questa cooperazione pro europea".




Messico, spara in discoteca durante un festival: 4 morti tra cui un italiano

 

MESSICO – Il bilancio ufficiale dell'attacco contro la discoteca Blue Parrot di Playa del Carmen è di 5 morti – fra i quali l'italiano Daniele Pessina – e 15 feriti, dei quali almeno uno si trova in condizioni gravi. Lo ha indicato alla stampa il comandante della polizia di Quintana Roo, lo stato messicano dove si trova Playa del Carmen, Rodolfo Del Angel, aggiungendo che finora tutto indica che è stato un solo uomo a sparare davanti alla discoteca, dove si stava svolgendo la festa di chiusura del festival di musica tecno Bpm, che si organizza ogni anno nella nota località dello Yucatan messicano. Del Angel non è entrato nei dettagli dell'attacco, ma ha detto che tutto è partito da "una discussione fra persone che si incontravano all'interno del locale".

Un uomo armato ha fatto irruzione in un club a Playa del Carmen, località turistica messicana sull'oceano Atlantico. Il procuratore generale dello stato di Quintana Roo, Angel Pech Cen, ha confermato la vittima italiana dell'attacco armato. Tra le vittime della sparatoria, ha riferito il procuratore, sono quattro: due canadesi – probabilmente membri della sicurezza del locale – un italiano e un colombiano.

Le autorità messicane escludono il terrorismo per la sparatoria nella discoteca di Playa del Carmen che ha causato la morte di almeno 4 persone, tra le quali l'italiano Daniel Pessina. La pista è quella di un regolamento di conti tra criminali.

Secondo quanto riferito da una sua cugina, Pessina aveva aperto in Messico un ristorante-pizzeria insieme a Giusy, la sua compagna italiana. Anche il fratello maggiore di Pessina gestisce una pizzeria a Milano in zona San Siro, dove abitano anche i loro genitori. Il locale aperto nella piazza principale di Sayulita si chiamava 'Gusto' e proponeva numerosi piatti italiani, compresa la pizza, ma in rete si trova un annuncio di vendita dell'attività in cui lo chef Daniel Pessina spiega di avere "anni di esperienza per aver lavorato in alcuni ristoranti a Milano e aver imparato numerose tradizionali ricette italiane da sua nonna".

Ancora incerta la dinamica dell'attacco armato. Angel Pech Cen, procuratore dello stato di Quintana Roo – dove si trova Playa del Carmen- ha escluso che si sia trattato di un attacco terroristico, mentre Cristina Torres, sindaco della località, ha detto alla stampa che la polizia ha fermato quattro persone nelle ore seguenti alla sparatoria. Torres ha sottolineato che una delle ipotesi esaminata dai responsabili dell'inchiesta è che si sia trattato di un cliente del Blue Parrot che ha sparato nel locale dopo essersi rifiutato di pagare il conto, ma non si esclude la possibilità di un legame con reti del narcotraffico.




Istanbul, italiani bloccati dal maltempo


ISTANBUL – Sono centinaia gli italiani rimasti bloccati all'estero per il blocco dell'aeroporto Ataturk di Istanbul a causa del maltempo. Le "condizioni atmosferiche negative" hanno infatti causato la cancellazione di tutti i voli interni della Turkish Airlines in partenza e in arrivo allo scalo sul Bosforo fino alla mezzanotte di oggi. Fonti del ministero degli Esteri italiano hanno confermato che l'ambasciata ad Ankara insieme al consolato generale di Istanbul e di Smirne stanno seguendo, in stretto raccordo con la Farnesina e in contatto costante con le competenti istanze turche, già da diversi giorni la vicenda dei connazionali bloccati in Turchia "che è in via di lenta soluzione con il progressivo miglioramento delle condizioni climatiche". Negli ultimi giorni, Istanbul è stata colpita da forti nevicate, con temperature scese anche di diversi gradi sotto lo zero. Molte scuole e uffici pubblici sono rimasti chiusi.

La congestione dei voli in Turchia ha causato disagi anche in Kenya. Sarebbero infatti molti i nostri connazionali rimasti bloccati da giorni sulla costa del Paese africano, a Malindi e a Watamu e in attesa di rientrare in Italia via Istanbul. Il portale Malindikenya.net, scrive infatti che venerdì scorso "il primo volo della Turkish Airways che avrebbe dovuto riportare i primi turisti in Italia via Istanbul ha avuto un ritardo di otto ore, poi però la situazione climatica nella città turca è peggiorata ulteriormente, e i passeggeri provenienti dal Kenya sono rimasti bloccati e sono stati portati in un hotel". Intanto dovrebbero rientrare tutti entro domani i 25 orchestrali della provincia di Benevento, in tournee a Shanghai, che non sono potuti rientrare nel weekend scorso come previsto con uno scalo a Istanbul sempre per la neve.




Colombia: crolla ponte vicino a Bogotà

 

COLOMBIA – Almeno sette persone sono morte e altre 14 rimaste ferite quando un famoso ponte sospeso pieno di turisti è crollato in un'area rurale della Colombia centrale. E' successo ieri vicino alla città di Villavicencio, capoluogo del dipartimento di Meta sulle rive del fiume Guatiquía, 75 km a sudest della capitale Bogotà. Grande attrazione turistica, il ponte secondo le autorità potrebbe essersi capovolto a causa di un sovraccarico nel corso di una affollata tre giorni di fine settimana di vacanza. I funzionari locali affermano che il bilancio delle vittime potrebbe salire, perché le lesioni subite dalle persone cadute in una gola profonda 80 metri sono state gravi. I vigili del fuoco accorsi per prestare soccorso affermano che i morti comprendono cinque adulti e due minori.




Attacco a Gerusalemme: un camion investe un gruppo di soldati


Redazione Esteri


GERUSALEMME – Un'altra tragedia frutto di un terrorismo illogico, spaventoso e oppressivo. Un camion ha investito oggi un gruppo di soldati a Gerusalemme provocando almeno quattro morti e dieci feriti. Il responsabile sarebbe stato ucciso. Lo riferisce la radio militare israeliana. Il bilancio è ancora provvisorio. La polizia israeliana, citando fonti del pronto soccorso, ha precisato che le vittime sono tre donne e un uomo, tutti sui 20 anni.

L'assalitore ha colpito i soldati che erano appena scesi da un autobus. Dopo averli investiti l'uomo ha ingranato la marcia indietro ed è ripassato su di loro. A quel punto i soldati rimasti illesi hanno fatto fuoco di lui uccidendolo. Lo ha raccontato alla radio militare l'autista del mezzo dal quale erano scesi i soldati.

"Secondo tutti gli elementi raccolti finora l'autore dell'attentato di Gerusalemme è un sostenitore dello Stato Islamico". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu al termine di un sopralluogo al posto dell'attacco. "Sappiamo che c'è un filo comune di attentati e certamente può esserci un legame con la Francia e Berlino e adesso Gerusalemme. Noi combattiamo contro questo male e avremo il sopravvento".

"Quando il mondo capirà che il problema è l'odio palestinese?". Così via Twitter il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Emmanuel Nahshon ha commentato in un prima reazione il "nuovo attacco palestinese".

Hamas da Gaza ha espresso il suo plauso per l'attacco. Il portavoce del movimento islamico Hazzem Qassem, ripreso dai media israeliani, ha scritto sulla sua pagine Facebook che "le continue operazioni in Cisgiordania e a Gerusalemme est provano che l'Intifada di Gerusalemme non è un evento isolato, ma piuttosto una decisione del popolo palestinese di ribellarsi finché non otterrà la sua libertà e liberazione dall'occupazione israeliana".

"Secondo tutti gli elementi raccolti finora l'autore dell'attentato di Gerusalemme è un sostenitore dello Stato Islamico". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu al termine di un sopralluogo al posto dell'attacco. "Sappiamo che c'è un filo comune di attentati e certamente può esserci un legame con la Francia e Berlino e adesso Gerusalemme. Noi combattiamo contro questo male e avremo il sopravvento".




Florida, sparatoria in aeroporto: killer costretto a combattere per l'Isis

 

Red. Esteri

 

USA – Momenti di paura negli Usa dove c'è stata una sparatoria all'aeroporto di Fort Lauderdale, in Florida meridionale: il bilancio sarebbe di almeno cinque morti e 13 feriti. L'uomo che ha aperto il fuoco è stato arrestato dalla polizia: è un militare di origine ispanica, Esteban Santiago. Era un passeggero di un volo proveniente dal Canada ed aveva la pistola in una borsa imbarcata nella stiva dell'aereo. Vestito con una t-shirt di Guerre Stellari, mirava alla testa delle sue vittime. Avrebbe avuto un'accesa discussione con altri passeggeri a bordo del volo: potrebbe essere tra i possibili moventi per la sparatoria. Soffriva di problemi psichiatrici e sarebbe stato ammesso nei mesi scorsi in un ospedale psichiatrico.

Nel novembre 2016 sarebbe andato all'ufficio dell'Fbi di Anchorage, in Alaska, affermando che era costretto a combattere per l'Isis. Lo riporta la Cbs citando alcune fonti, secondo le quali nel 2011 o nel 2012 Santiago era stato indagato per pedopornografia, ma le autorità non avevano ottenuto prove sufficienti per poterlo denunciare.

"E' troppo presto per dire se si tratta di terrorismo. Non c'è nessun secondo sparatore: gli unici colpi esplosi sono stati quelli al Terminal 2 dello scalo". Lo afferma la polizia.