Francia, Emmanuel Macron eletto presidente

 

FRANCIA – Emmanuel Macron è stato eletto presidente della Repubblica francese con il 65,5% dei voti contro il 34,5% dei voti di Marine Le Pen, secondo una proiezione di Sofres per Tf1.

"Il presidente della Repubblica è Emmanuel Macron". All'annuncio dato dalla televisione francese, i circa 5.000 militanti di 'En marche!' riuniti davanti al Louvre di Parigi sono esplosi in un boato di gioia e in in tripudio di tricolori francesi. Macron li raggiungerà dopo le 21 per festeggiare con loro sul grande palco installato al centro dell'esplanade che si sta riempiendo sempre di più.

"Auguri di cuore a Emmanuel Macron. La sua vittoria è una vittoria per un'Europa unita": ha scritto su Twitter il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert.

Affluenza in netto ribasso al ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi alle 17: ha votato il 65,3% degli aventi diritto, contro il 69,4% del primo turno e contro il 70,59% del ballottaggio 2012. 




Francia, aperti i seggi: al via il ballottaggio Macron – Le Pen

 

FRANCIA – Il giorno della verità per la Francia.  Alle 8 si sono aperte le urne nei 66.546 seggi elettorali ripartiti in tutta la Francia, che accoglieranno i 47 milioni di elettori per il voto del ballottaggio presidenziale fra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, che al primo turno di due settimane fa hanno incassato, rispettivamente, il 24,01% e il 21,3% dei voti.

Un'operazione che si svolge in stato di emergenza, con misure di sicurezza rafforzate e la mobilitazione di 50.000 fra poliziotti e gendarmi, in aggiunta ai militari e ai vigili urbani che presidiano normalmente i seggi, nel timore di attacchi terroristici. Il tasso di astensione può fare una differenza cruciale sul risultato finale: al primo turno è stato del 22,2%. Tradizionalmente dal 1974 in poi la partecipazione in Francia cresce al secondo turno, ma in questo caso è un'incognita. I seggi si chiuderanno alle 19 e alle 20 nelle grandi città. Solo dopo le 20 si conosceranno le prime proiezioni.

Hanno invece votato già ieri i francesi residenti all'estero o nei territori francesi d'oltremare. Il finale di campagna elettorale è stato avvelenato dopo l'annuncio, nella notte fra venerdì e sabato, da parte della campagna elettorale di Emmanuel Macron ha denunciato un attacco di hacker "massiccio e coordinato". "Non si tratta in effetti di una semplice operazione di pirateria informatica – prosegue il comunicato di En Marche – ma di un tentativo di destabilizzare le elezioni presidenziali francesi". Caselle di posta elettronica di vari responsabili del candidato all'Eliseo sono state piratate a partire da alcune settimane fa e "mail, documenti contabili, contratti etc.." sono stati pubblicati in rete in serata. I testi 'rubati' sono stati fatti circolare "insieme a falsi documenti per seminare il dubbio e la disinformazione". Secondo la Bbc, sono stati pubblicati 9 gigabytes di dati da un utente anonimo. E, nei sondaggi, il candidato di 'En Marche!', Emmanuel Macron, aumenta il suo distacco dalla Le Pen. Sul caso del 'Macronleaks' è stata aperta un'inchiesta.

Il presidente francese Francois Hollande ha detto che l'attacco hacker contro le mail dello staff del candidato alle presidenziali Emmanuel Macron non rimarrà "senza risposta". In una dichiarazione all'Afp, Hollande ha sottolineato che "si sapeva che ci sarebbero stati questi rischi durante la campagna presidenziale poiché era già avvenuto altrove. Niente rimarrà senza risposta".

La candidata della destra è stata nuovamente contestata ieri con lancio di uova, tanto da vedersi costretta a una 'fuga all'inglese' dalla cattedrale di Reims. 

"Io sono sicuro che domani avremo un risultato pro Europa in quel Paese vicino e amico che è la Francia", ha detto Paolo Gentiloni.

La candidata del Front National è giunta a sorpresa nella cittadina dell'est della Francia insieme al suo alleato di Debout la France, Nicolas Dupont-Aignan. Come giovedì in Bretagna, Marine Le Pen è stata accolta con fischi, slogan anti-Fn e il lancio di qualche uova. Protetta dal servizio d'ordine, la leader dell'estrema destra è entrata all'interno della cattedrale di Reims. A attendere la Le Pen fuori c'è una folla di 200-300 giovani, tra cui un gruppo di militanti di gauche della 'France Insoumise'. La candidata del Front National e il suo alleato di Debout la France hanno deciso di uscire da una porta secondaria per non affrontare la folla di giovani anti-Fn che si era assiepata fuori dallo storico edificio religioso. "I sostenitori del signor Macron agiscono con violenza ovunque – ha attaccato – anche alla cattedrale di Reims, un luogo simbolico e sacro. Nessuna dignità", lscrive in un tweet Marine Le Pen dopo la sua visita contestata a Reims con tanto di lanci di uova.




Usa: via libera in Georgia alle armi nelle università

 

di Marco Staffiero

 
Nathan Deal (USA) – L'America non è la città di Topolino. E' probabilmente il Paese più controverso del pianeta. E spesso la maggior parte delle cattive abitudini le abbiamo importare proprio noi italiani. L'universo della vita frenetica, robotizzata dagli eccessi in tutto. Anche quello di acquistare una pistola come un pacchetto di caramelle. La notizia è fresca: d'ora in poi nelle università pubbliche della Georgia si potrà girare armati. Il governatore dello Stato, Nathan Deal, ha infatti firmato il provvedimento che autorizza l'ingresso nei campus con pistole e altre armi da fuoco purché siano tenute nascoste. A nulla sono valse le proteste contro la legge da parte degli stessi atenei.
 
La legge entrerà in vigore il primo luglio. Con la promulgazione di questa legge, la Georgia si unisce ad altri nove Stati in cui è permesso portare armi nei campus. Proprio ad Atlanta, capitale della Georgia, lo scorso 28 aprile il presidente Usa, Donald Trump, diventò il primo presidente dopo Ronald Reagan nel 1983 a tenere un discorso alla National rifle association (Nra), il principale gruppo di pressione a favore delle armi negli Usa. Una notizia triste, che legalizza tranquillamente l'utilizzo delle armi. L'università che dovrebbe essere un luogo di studio, di confronto e di socializzazione. Del resto non è una novità l'tilizzo e la vendita di armi nel paese violento. Secondo i dati raccolti dal quotidiano New York Times, sono gli abitanti delle grandi città ad avere la propensione più spiccata a diventare criminali violenti, con due volte mezzo di probabilità in più di delinquere rispetto agli abitanti dei centri più piccoli.
 
Secondo l’Fbi, nelle aree metropolitane i casi sono stati 514 ogni 100 mila abitanti contro i 199 delle zone rurali. E’ il Sud degli Stati Uniti ad avere il triste primato di regione più violenta, con 547,5 casi ogni 100 mila persone, contro i 473,5 dell’Ovest, i 419,1 del Midwest e i 391,9 del Nordest. Nella divisione per Stati, il Distretto di Columbia, cioè la capitale, è l’area dove questo tipo di reati sono stati commessi con più frequenza, con 1.508,4 casi su 100 mila abitanti, seguito da Carolina del Sud con 765,5 casi, Nevada 741, Florida 712 e Lousisiana con 698 casi. Al fondo della graduatoria troviamo invece Utah, Hawaii e Nebraska con poco più di 200 casi ciascuna, mentre Dakota del Nord e del Sud chiudono la classifica rispettivamente con 128 e 170 casi ogni 100 mila abitanti. In un quadro dalle tinte fosche infine spicca l’esempio positivo di Adamstown, cittadina della Pennsylvania di 1.300 abitanti, dove lo scorso anno non è stato denunciato nessun crimine violento. Un 'allarmante' aumento degli omicidi in molte città americane preoccupa le autorità del Paese. Almeno 35 città registrano un aumento degli omicidi o dei crimini violenti e tra le dieci città principali c'è anche New York.



Caccia americani in volo su Corea, Pyongyang: "Guerra nucleare a un passo"

 

Redazione

Pyongyang ha accusato gli Stati Uniti di spingere la penisola coreana sull'orlo della guerra nucleare dopo che bombardieri strategici B-1B hanno condotto voli di addestramento nella zona assieme alle forze aeree giapponesi e sudcoreane. Il sorvolo da parte dei bombardieri strategici americani è arrivato dopo l'apertura di Donald Trump, che si è detto disponibile a un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-un nelle circostanze opportune. Il portavoce del ministero della Difesa di Seul ha intanto spiegato che le esercitazioni congiunte sono state condotte a scopo di deterrenza nei confronti delle provocazioni di cui si è resa protagonista la Corea del nord e per mettere alla prova la prontezza di risposta ad un eventuale nuovo test nucleare. Anche il sistema antimissile americano Thaad dispiegato in Corea del Sud per rispondere alle minacce nordcoreane è "operativo". Lo ha reso noto il portavoce delle forze americane in Corea, colonnello Rob Manning, secondo cui il sistema "ha la capacità di intercettare i missili nordcoreani e di difendere la Repubblica di Corea". L'installazione del Thaad, Terminal High Altitude Area Defence, era iniziata la settimana scorsa ed il sistema è stato dispiegato in un ex campo di golf a Seongju, nella provincia di Gyeongsang, tra le proteste di molti sudcoreani, che temono possa diventare obiettivo di un attacco.




Primo maggio, scontri a Parigi tra polizia e black bloc incappucciati

 

PARIGI – Scontri a Parigi tra polizia e black bloc incappucciati, alla manifestazione sindacale per il primo maggio, con lancio di bottiglie incendiarie a cui la polizia ha risposto con i lacrimogeni. Gli scontri ci sono stati sia in testa al corteo tra Place de la République e la Bastiglia sia nei pressi di place de la Nation, a conclusione del corteo. Quasi 150 black bloc incappucciati – secondo Bfm-Tv – hanno attaccato di nuovo la polizia con bottiglie incendiarie e lanciando sampietrini. I poliziotti feriti sono almeno tre, secondo la prefettura, uno dei quali grave, con ustioni di terzo grado al viso e ad una mano. Ci sono stati almeno quattro fermi tra i facinorosi.




Malta: si addensano le nubi sul Governo. La Ue indaga

 

di Emanuel Galea


LA VALLETTA (MALTA)
– Ana Gomes, vice presidente Ue della Commissione d’inchiesta sulla questione dei Panama Papers, non usa mezzi termini, parlando della vicenda Muscatgate, durante un'intervista rilasciata alla stampa maltese, riferendosi alla commissione d’inchiesta tenutasi a La Valletta lo scorso 20 febbraio 2017. Le spiegazioni date dal ministro maltese Konrad Mizzi, fornite in quella sede, riguardo all’apertura di una società in Panama, alla vice presidente Ana Gomes non hanno convinto e ha dichiarato: “Non è stato convincente, non essendo riuscito a spiegare da dove provenissero quelle somme di denaro che si presume destinate al conto della sua società panamense.”
 
La Gomes si è rifiutata di parlare delle vicende che stanno coinvolgendo il Primo Ministro e la sua Signora, ribadendo nel frattempo che per quanto riguarda il ministro Mizzi e l’alto funzionario Keith Schembri, ci sarebbero più che dei sospetti. “Abbiamo prove – continua la Gomes – che questi signori abbiano aperto le società panamense dopo essere entrati a fare parte del governo. Su questo non possiamo fare finta di niente specialmente quando si tratta di personaggi che attualmente si trovano alla guida della Ue”.


“Molti membri del gruppo socialista”, dice la Gomes, “si sentono in imbarazzo” ed infastiditi dal comportamento del governo maltese e dal suo rifiuto di fornire chiarimenti alla Commissione. Questa vicenda che ha investito il Primo Ministro Maltese, il quale attualmente svolge anche  la funzione di Presidente della Ue, non dice per niente bene alla credibilità della stessa Ue e questo preoccupa la vice presidente Ana Gomes.


Intanto il signor Schembri continua a rifiutarsi  di apparire davanti alla Commissione che si riunirà nuovamente avendo in agenda il suddetto rifiuto. 
Intanto il capo dell’opposizione Simon Busuttil, leader del PN (Partito Nazionalista) ha presentato al Magistrato Aaron Bugeja, documentazione, a suo dire attestanti la prova che il Primo Ministro ed il suo alto funzionario Keith Schembri avessero lucrato dalla vendita dei passaporti maltesi. Schembri nega tutto l’addebito. Si vocifera di elezioni anticipate. Secondo Busuttil le elezioni anticipate farebbero comodo a Joseph Muscat per evitare qualsiasi interrogazione ufficiale in merito.
E’ una storia che avremmo voluto non raccontare mai. Seguiremo con molto interesse l’evolversi di questa triste vicenda.




Gabriele Del Grande è libero

 

"Gabriele Del Grande è libero.Gli ho parlato adesso sta tornando in Italia. Ho avuto la gioia di avvisare i suoi familiari. Lo aspettiamo". Lo ha scritto questa mattina il ministro degli Esteri Angelino Alfano in un tweet. "Questa notte il collega ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu mi ha comunicato la decisione. Lo ringrazio", ha dichiarato il ministro degli Esteri. Il reporter, regista e blogger di Lucca, di 34 anni, era stato arrestato in Turchia il 9 aprile.
"La notte e' passata al lavoro, e' stato un lavoro in realtà silenzioso in questi giorni, comunque e' andata bene, sono molto soddisfatto di questo": lo ha detto a Rai News 24 Alfano commentando la liberazione di Del Grande. "Sono davvero soddisfatto del lavoro che e' stato fatto da tutti e del fatto che Gabriele torni ad essere un uomo libero".

Emozionato, Massimo Del Grande, padre del giornalista Gabriele appena liberato dalle autorità turche, ha annunciato che il figlio "dovrebbe arrivare verso le 10 di questa mattina a Bologna". "Stiamo andando a prenderlo, è un gran giorno", ha detto Del Grande a Rainews 24. "Mi ha chiamato il ministro Alfano. Ci hanno detto che sta bene", ha detto ancora aggiungendo che la prima cosa che farà sarà di "abbracciarlo forte".




Corea del Nord: caccia cinesi pronti al decollo

 
Le forze armate cinesi hanno messo in "massima allerta" i caccia, armati con missili cruise, per essere pronti a rispondere a un'eventuale situazione in Corea del Nord. Lo hanno riferito fonti militari americane alla Cnn, precisando che le ricognizioni americane stanno riscontrando un numero straordinario di aerei militari cinesi pronti ad essere operativi attraverso l'intensificazione delle operazioni di manutenzione. Queste misure sono state adottate dai militari cinesi nell'ambito degli sforzi per "ridurre i tempi di reazione" in caso del precipitare di una situazione in Corea del Nord, hanno aggiunto le fonti Usa.
 
La crisi tra Stati Uniti e Corea del Nord sta destando allerta e preoccupazione in tutta la comunità internazionale. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha condannato con forza l'ultimo test missilistico di Pyongyang e ha minacciato nuove sanzioni per il comportamento nordcoreano definito fortemente destabilizzante. Intanto, dopo le minacce del Paese asiatico di mettere in atto un attacco preventivo, la Cina ha allertato la sua aviazione.



Parigi: ancora un attacco terroristico

PARIGI – Il terrorismo irrompe nelle elezioni francesi: ieri sera un 39enne armato di kalashnikov ha sparato sugli Champs-Elysees a Parigi uccidendo un poliziotto e ferendone altri due, prima di venire abbattuto. Rivendicazione dell'Isis. Hollande ha convocato per stamattina un Consiglio di difesa. Dal Belgio segnalato il complice.

E' ripreso stamattina il traffico sugli Champs Elysees dopo l'attacco di ieri sera contro gli agenti. Le foto pubblicate sui media online mostrano il consueto movimento di auto e di camion per le consegne. Sono stati tolti anche i cordoni che delimitavano l'area della sparatoria.
Come previsto, e' cominciato questa mattina all'Eliseo un Consiglio di difesa convocato d'urgenza ieri sera dal presidente francese Francois Hollande. Oltre a Hollande, partecipano al Consiglio i ministri dell'Interno, della Giustizia, della Difesa e degli Esteri. Tra gli altri, sono presenti inoltre i capi dei servizi di sicurezza, dell'intelligence e delle forze armate.
Un avviso di ricerca nei riguardi di un uomo segnalato dalle autorità belghe ieri sera in relazione all'attentato sugli Champs-Elysées è stato trasmesso alla Francia. Lo si apprende da fonti ufficiali. Le autorità francesi hanno emesso un immediato avviso di ricerca dell'uomo.
"Nulla deve ostacolare l'appuntamento democratico". Lo ha dichiarato il Primo ministro francese Bernard Cazeneuve.
Il belga segnalato dalle autorità di Bruxelles a Parigi in relazione all'attentato sugli Champs-Elysées si è presentato spontaneamente al commissariato di polizia di Anversa. Lo si apprende dal portavoce del ministero degli Interni a Parigi.

Due giorni fa l'avvertimento. Ieri sera, a tre giorni dal primo turno, il terrorismo ha fatto irruzione nelle elezioni presidenziali francesi. Un francese, Karim C., forse appoggiato da un complice belga, ha ucciso con un kalashnikov un poliziotto sugli Champs-Elysees e ne ha feriti altri due. Poi si è dato alla fuga, ma è stato ucciso dopo pochi metri. Prima di mezzanotte, la rivendicazione dell'Isis: l'attentato è stato compiuto da qualcuno denominato 'Abu Yusuf al Beljiki', ovvero "il belga". A Parigi, il killer – come confermato dal procuratore Francois Molins – è stato identificato e la sua abitazione in banlieue di Parigi già perquisita. Si chiamava Karim C., era schedato dalla polizia, radicalizzato, con pesanti precedenti: già 15 anni fa era stato condannato per tentato omicidio di un agente, quindi per aver assalito una guardia in carcere. Era nato nella periferia di Parigi. Il panico si è propagato in pochi istanti, l'intera avenue, la più celebre della capitale, è stata blindata dai furgoni di polizia, dalla Concorde fino all'Etoile. Tutte le fermate del metrò sono state sbarrate, gli abitanti sono stati invitati a non avvicinarsi al quartiere.

 

L'agenzia Amaq, legata allo Stato Islamico, ha riferito che l'attacco è stato compiuto da "combattenti" dell'Isis, uno dei quali viene individuato in Abu Yusuf al Beljiki, ovvero "il belga". Lo riferisce il Site.

 

Erano passati pochi minuti dalle 21 e gli 11 candidati alle presidenziali di domenica erano impegnati da un'ora nell'ultima performance in diretta tv su France 2 quando diverse raffiche di armi automatiche hanno seminato il terrore sugli Champs-Elysees, all'altezza del civico 102, in prossimità dei grandi magazzini britannici 'Marks & Spencer'. Un uomo è sceso da un'Audi 80 grigia, si è avvicinato ad un furgone parcheggiato con alcuni poliziotti all'interno – agenti della stradale e della municipale – e ha fatto fuoco con un kalashnikov. Un agente è stato ucciso sul colpo, altri due feriti, una passante – una turista straniera – colpita da schegge. L'assalitore si è dato alla fuga, a piedi, abbandonando l'auto. Dopo pochi metri, è stato abbattuto da altri colleghi degli agenti aggrediti, che stavano pattugliando la strada. Testimoni hanno parlato di "una vera e propria esecuzione". La procura antiterrorismo è stata immediatamente incaricata delle indagini, dopo aver escluso in pochi minuti che si trattasse di una rapina o di criminalità comune. Panico nella strada, in pochi minuti tutto è stato blindato, i tanti negozi ancora aperti sono stati invitati a chiudere immediatamente. Poliziotti e teste di cuoio hanno perquisito ogni centimetro quadrato dei negozi, in particolare il grande magazzino 'Marks & Spencer', poi si sono riversati in un parcheggio poco distante, per il sospetto che un complice potesse essere in fuga proprio lì. Sul presunto 'secondo uomo', però, non ci sono conferme in Francia, mentre dal Belgio rimbalza la notizia – e la foto – di un complice "arrivato in treno da Bruxelles". Il suo domicilio belga sarebbe stato già perquisito.

 

Intanto, sul canale pubblico France 2 andava in onda l'ultimo dibattito elettorale, a 3 giorni dalle urne. Per 40 minuti, i candidati si sono succeduti nello studio ma di attentato a Parigi non si è mai parlato. Emmanuel Macron è stato il primo ad esprimere il cordoglio e il dolore per il poliziotto ucciso, Marine Le Pen è indicata da molti come la candidata che più potrebbe trarre vantaggio dall'attentato. All'Eliseo, il primo ministro Bernard Cazeneuve ha raggiunto pochi minuti dopo i fatti il presidente Francois Hollande, che in serata ha confermato come la pista terroristica sia quella che stanno seguendo le autorità. Per questa mattina alle 8, il presidente ha convocato all'Eliseo un Consiglio di difesa, annullando una visita in Bretagna. Anche Le Pen e Fillon hanno annullato gli ultimi comizi previsti per oggi, confermati invece da Macron, Melenchon e Hamon.

(Ansa)




Turchia, giornalista Gabriele Del Grande fermato: ha iniziato lo sciopero della fame

 

di Chiara Rai

Ha iniziato lo sciopero della fame il giornalista Gabriele Del Grande trattenuto in Turchia da sei giorni in un centro di detenzione amministrativa a Mugla. Gabriele voleva incontrare i siriani fuggiti in Turchia. Era lì al confine turco per ricostruire in un libro la memoria di quella guerra: come sono nate le prima proteste, come è stata la fuga dalla Siria. Non aveva alcuna intenzione di passare il confine con la Siria. A garantirlo è la sua compagna con la quale Gabriele ha dei bambini. Ma la Turchia è rigida: è stata chiusa la porta in faccia al vice-console italiano di Smirne e al suo interprete che cercavano, nella giornata di ieri, di raggiungere il giornalista italiano.
Sono ben dieci giorni da quando è stato fermato nella provincia di Hatay, una propaggine turca al confine con la Siria. Ancora non sono chiare le motivazioni del fermo. L’ipotesi più probabile è che a Del Grande sia stata contestata l’assenza di un permesso stampa, la cui concessione permette al Direttorato dell’informazione turco di tracciare i giornalisti stranieri attivi in Turchia.
La vicenda procedurale in corso non può in alcun modo impedire l’assistenza legale e ogni forma di sostegno e assistenza a Gabriele. Su questa linea è l’Italia e lo stesso ministro Alfano che sta seguendo da vicino la vicenda.
L'Ue, in questo particolare caso, si è attivata per sostenere l'azione dell'ambasciatore italiano ad Ankara per sostenere l'azione della Farnesina e del governo italiano rispetto alle autorità turche




Inghilterra, Theresa May scioglie la Camera dei Comuni e annuncia il voto anticipato

LONDRA – Lo aveva negato almeno sette volte in pubblico: niente voto anticipato prima della Brexit. Buona l’ottava nel Regno Unito, dove la premier Theresa May, con una disinvolta capriola a sorpresa, ha annunciato lo scioglimento della Camera dei Comuni e nuove elezioni politiche per l’8 giugno.

Oggi presenterà alla Camera dei Comuni una mozione per il voto anticipato. Il provvedimento richiede una maggioranza dei due terzi per essere approvato.

L’obiettivo dichiarato dalla May è irrobustire il suo Partito Conservatore per portare a casa l’uscita dall’Ue in barba ai dubbi delle altre formazioni. Quello implicito, approfittare dei sondaggi che, a prenderli stavolta per buoni, le permettono di sperare di far quasi piazza pulita dell’opposizione: a cominciare da un Labour diviso sulla leadership – ad un tempo radicale e troppo soft – di Jeremy Corbyn. “Non sono disposta a consentire che gli oppositori della Brexit indeboliscano la Gran Bretagna”, ha proclamato lady Theresa, in tailleur gessato sul blu e posa simil-thatcheriana, comparendo davanti al portoncino al numero 10 di Downing Street con appena un’ora di preavviso – fra gli affannati interrogativi di commentatori e media – per rendere pubblica dopo il Consiglio dei Ministri la sua decisione in un messaggio alla nazione.