Stretta dell’Europa sui terroristi per colmare le lacune: ecco le misure che propone oggi la Commissione

L’Europa corregge il tiro in tema di sicurezza e mette in campo nuove proposte per limitare sempre di più la libertà di soggetti ritenuti potenziali terroristi. La Commissione presenterà una serie di nuove proposte di sicurezza volte a prevenire la frode documentale e l’uso di false identità e norme più severe su esplosivi e controlli sull’importazione e l’esportazione di armi da fuoco. Oltre a controlli ancora più severi sui soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi e che hanno un curriculum stilato dai servizi segreti di uno o più stati membri. Le proposte saranno presentate oggi stesso. La serie di nuove proposte in materia di sicurezza vanno a colmare le lacune legislative rimanenti in materia di sicurezza oltre alla pubblicazione della 14a relazione sullo stato di avanzamento verso un’Unione di sicurezza efficace e autentica. I commissari Dimitris Avramopoulos, Věra Jourová e Julian King presenteranno le proposte oggi dopo la riunione del Collegio a Strasburgo.

Juncker impegnato sul fronte della sicurezza

Dall’inizio del mandato della Commissione Juncker, la sicurezza è stata una priorità politica – dagli orientamenti politici del presidente Juncker del luglio 2014 al più recente discorso sullo stato dell’Unione nel 2017. Creare un’Europa che protegga anche le caratteristiche della dichiarazione congiunta sulla legislazione dell’UE è la priorità per il 2018-2019.

L’agenda europea sulla sicurezza guida il lavoro della Commissione in questo settore, definendo le principali azioni per garantire un’efficace risposta dell’UE al terrorismo e alle minacce alla sicurezza nell’Unione europea. Dall’adozione dell’Agenda sono stati compiuti progressi significativi nella sua attuazione, spianando la strada a un’efficace e autentica Unione della sicurezza.

La creazione di un portafoglio specifico del Commissario per l’Unione di sicurezza dimostra l’importanza che la Commissione Juncker ha attribuito alla costruzione della sua capacità di recupero e alla sua risposta alla minaccia terroristica.




Coppia compra un camper nuovo di zecca: arriva un tornado e distrugge tutto

USA – Un tornado ha sollevato e distrutto un camper che viaggiava su una strada statale in Arkansas. A bordo c’era una coppia che si è salvata grazie alle cinture di sicurezza. La tromba d’aria  ha scaraventato il mezzo in un campo che costeggia la strada vicino a Mountainburg.

La donna ha raccontato che avevano appena acquistato l’autocaravan e stavano tornando verso casa quando il ciclone li ha travolti. I coniugi hanno condiviso su Facebook le foto del camper distrutto tranquillizzando gli amici sulle condizioni di salute: «Stiamo bene! La mia spalla è un po’ dolorante, ma è tutto a posto – spiega la donna – Brandon non ha un graffio, solo un po’ di dolore». La moglie ha sottolineato l’importanza di mettere le cinture di sicurezza durante la guida: «Hanno contribuito a salvare le nostre vite. Non saremmo qui se non le avessimo indaossate».

Irene Tagliente




Siria, missili su Damasco e Homs: partito l’attacco congiunto Usa, Gran Bretagna e Francia

Primi missili Tomahawk su Damasco e Homs nello stesso momento in cui Donald Trump stava ancora parlando alla nazione, intorno alle 22 ora di Washington, le tre del mattino in Italia. Un discorso drammatico, in cui ha insistito sulla necessità di agire contro i crimini e la barbarie perpetrati dal regime di Bashar al Assad, definito “un mostro” che massacra il proprio popolo

Sciolte le riserve del presidente Usa che ha ordinato la rappresaglia in stretto coordinamento con Londra e Parigi.

Per ora si è trattato di una ‘one night operation’, un’operazione unica durata poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati colpiti principalmente tre obiettivi, come ha spiegato il Pentagono: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest della città di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo. I missili sono partiti sia da alcuni bombardieri sia da almeno una delle navi militari americane posizionate nelle acque del Mar Rosso. “Questo è un chiaro messaggio per Assad”, ha spiegato il segretario americano alla Difesa, l’ex generale James Mattis, assicurando come al momento non si registrino perdite tra le forze Usa e come sia stato compiuto ogni sforzo per evitare vittime civili.

Del resto, ha sottolineato ancora il numero uno del Pentagono, si è trattato di un attacco mirato che ha avuto come obiettivo solo siti legati alla produzioni o allo stoccaggio di armi chimiche. “Lo scorso anno il regime di Assad non ha compreso bene il messaggio”, ha aggiunto quindi Mattis, riferendosi al precedente attacco militare Usa in Siria dell’aprile 2017: “Così questa volta abbiamo colpito in maniera più dura insieme ai nostri alleati. E se Assad e i suoi generali assassini dovessero perpetrare un altro attacco con armi chimiche, dovranno rispondere ancora di più alle loro responsabilità”.

La prima risposta di Mosca, stretta alleata di Damasco, è arrivata dopo l’annuncio della fine della prima ondata di raid e di bombardamenti:

“Le azioni degli Usa e dei loro alleati non resteranno senza conseguenze”, ha detto l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov. L’impressione di molti osservatori però è che gli obiettivi da colpire siano stati condivisi con Mosca, non fosse altro che per evitare incidenti e non colpire personale o postazioni russe in Siria. Intanto la prima reazione di Damasco è tesa a sminuire i risultati dell’operazione degli Usa e dei suoi alleati: se i raid sono finiti qui, hanno affermato fonti del governo di Damasco, i danni sono limitati.

Dura la reazione dell’Iran

“Gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno prove sull’attacco chimico in Siria e sono responsabili per le conseguenze regionali che seguiranno all’attacco deciso senza aspettare che prendessero una posizione gli ispettori dell’Opac”: lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Bahram Ghasemi, citato da alcuni media americani.

Theresa May: “Attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano”

“Ho ordinato alle forze britanniche di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l’uso”. Così la premier Theresa May in una nota diffusa in nottata da Downing Street nella quale si precisa che l’azione militare è realizzata con “gli alleati americani e francesi”.
L’obiettivo “non è un cambio di regime”, sottolinea, insistendo sul concetto di azioni “mirate” contro l’arsenale di armi chimiche attribuito alle forze di Bashar al-Assad. Per dissuadere “il regime” dal farne uso e ammonire che non ci può essere “impunità” al riguardo, conclude May.

“La Russia è stata avvertita in anticipo degli attacchi militari congiunti di Usa, Regno Unito e Francia contro la Siria”. Lo afferma la ministra della Difesa francese, Florence Parly. La ministra ha aggiunto che l’operazione in Siria è stata “legittima, limitata e proporzionata”.

La Nato sostiene l’attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia contro i siti di armi chimiche del regime siriano.

Lo afferma il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg in una nota. L’azione di stanotte “ridurrà la capacità del regime di condurre ulteriori attacchi contro il popolo siriano con armi chimiche”, aggiunge Stoltenberg, ribadendo come sia “inaccettabile” l’utilizzo dei gas.
Poche ore prima il ministero della Difesa russo aveva affermato di avere la prova di un coinvolgimento diretto della Gran Bretagna nell’organizzazione della “provocazione” del presunto attacco chimico nella Ghuta. E il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov aveva dichiarato: “Abbiamo dati inconfutabili” sul fatto che l’attacco chimico di Duma, in Siria, è stato organizzato”. “I servizi speciali di un paese, che ora sta cercando di essere nelle prime file della campagna russofoba, sono stati coinvolti in questa messa in scena”, ha aggiunto il reponsabile della diplomazia del Cremlino.

Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo francese Emmanuel Macron hanno avuto ieri una telefonata.

Alla domanda se i due leader avessero discusso della situazione in Siria, ha detto: “sì, la conversazione ha toccato questo argomento”. Vladimir Putin ed Emmanuel Macron nel corso della loro telefonata hanno deciso di dare mandato ai rispettivi ministri della Difesa e degli Esteri di mantenere uno “stretto contatto” per una “de-escalation” della situazione in Siria. Lo fa sapere il Cremlino. Entrambi i leader hanno poi espresso “soddisfazione” per l’arrivo degli esperti dell’Opac a Damasco. Putin ha sottolineato che serve un’indagine “oggettiva” prima della fine della quale conviene evitare “accuse infondate” contro “chiunque”. “Abbiamo la prova che la settimana scorsa sono state utilizzate armi chimiche in Siria da parte del regime”: ha detto ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, intervistato in diretta da TF1. E sempre ieri Angela Merkel ha escluso una partecipazione tedesca ad un intervento militare in Siria. Lo ha detto in conferenza stampa con il premier danese.




Siria, spedizione punitiva: Gran Bretagna pronta ad attacco missilistico congiunto con Usa senza passare per il Parlamento

La tempesta non si è ancora scatenata sulla Siria nonostante in molti avessero ipotizzato che l’attacco Usa contro il regime di Damasco potesse avvenire nella notte appena trascorsa. Dalla Casa Bianca fanno sapere che ancora non è stata presa nessuna decisione. “Il presidente Trump ha diverse opzioni a sua disposizione, molte delle quali rimangono sul tavolo” per rispondere all’attacco con armi chimiche di sabato a Douma, ha affermato la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders precisando che non è ancora stata presa una decisione finale su eventuali raid militari. “Non abbiamo ancora definito alcuna azione specifica da adottare”, ha dichiarato Sanders in un briefing ieri sera, citata dalla Bbc. Gli Stati Uniti considerano la Russia e la Siria responsabili dell’attacco di sabato, ha aggiunto.

Intanto la Gran Bretagna muove i primi sottomarini

Oggi intanto si riunirà il Consiglio di sicurezza nazionale negli Usa e la premier britannica ha convocato una riunione di governo. Theresa May ha ordinato il dispiegamento di sottomarini verso la Siria, nel raggio d’azione missilistico, in vista di un attacco che “potrebbe cominciare nelle prossime ore” contro il regime di Bashar Assad. Lo sostiene il Daily Telegraph sottolineando, come anche altri media britannici, che la May sarebbe pronta ad un attacco missilistico congiunto con gli Usa senza passare per il Parlamento.

La riunione d’emergenza del governo convocata dalla May sulla Siria servirebbe proprio a garantirsi l’appoggio dell’esecutivo sull’azione militare “punitiva” in risposta all’utilizzo di armi chimiche su Douma attribuito ad Assad. May: “Serve risposta ad uso armi chimiche” La May ieri aveva avvertito che “l’uso continuo di armi chimiche non puo’ restare senza risposta. Stiamo lavorando con i nostri piu’ stretti alleati per capire come assicurare che i responsabili ne rendano conto, come possiamo prevenire l’utilizzo di armi chimiche e come fermare la catastrofe umanitaria causata da questo uso”.




Siria, Trump alla Russia: “Stiamo arrivando”

“La Russia promette di abbattere tutti i missili sparati alla Siria. Russia preparati, perché arriveranno, belli, nuovi e intelligenti! Non dovreste essere partner di un animale che uccide con il gas, che uccide il suo popolo e si diverte!”. Questo il tweet del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Poche ore prima, Mosca aveva detto che la risposta a un eventuale attacco statunitense in Siria sarebbe stata “immediata”.

“Le nostre relazioni con la Russia sono peggiori di quanto non lo siano mai state, compresa la Guerra Fredda. Non c’è ragione per questo”: ha aggiunto sempre tramite Twitter il presidente americano Donald Trump.

Mosca: “Spari i suoi missili contro terroristi”

“I missili ‘intelligenti’ dovrebbero volare verso i terroristi, non verso il governo legittimo” della Siria. E’ la prima risposta di Mosca al tweet di Donald Trump per bocca della portavoce del ministero degli Esteri russo. La Russia sostiene che i missili americani distruggeranno le eventuali prove dei sospetti attacchi chimici.

“Se gli Usa attaccano noi risponderemo”

L’esercito russo si riserva il diritto di abbattere i missili e distruggere i siti di lancio in caso di aggressione degli Stati Uniti contro la Siria, come fa sapere l’inviato di Mosca in Libano, Alexander Zasypkin. “Le forze russe – sottolinea inoltre Zasypkin secondo Russia Today – affronteranno qualsiasi aggressione degli Stati Uniti contro la Siria, intercettando i missili e colpendo le loro piattaforme di lancio”.

Rincara la dose il vicepresidente della commissione Difesa in Senato Yevgeny Serebrennikov, precisando che la base aerea russa Hmeymim e la base navale di Tartus, come anche i militari russi dispiegati in Siria, sono sotto stretta protezione da quando Washington ha annunciato l’intenzione di colpire la Siria dopo il presunto attacco chimico a Duma. E concludendo: “Ci aspettiamo che, in caso di attacchi americani, le vite dei nostri uomini non siano messe in pericolo. Credo che gli Usa lo comprendano e che non lo consentiranno perché, in caso contrario, la risposta della Russia sarà immediata, come ha detto il nostro capo di Stato maggiore”.

Putin: “Situazione preoccupa, spero prevalga il buonsenso”

“La situazione nel mondo non può non suscitare preoccupazione, sta diventando sempre più caotica, ma la Russia spera che il buonsenso prevalga” e che “il sistema mondiale diventi stabile e prevedibile”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una cerimonia al Cremlino per la consegna delle credenziali dei nuovi ambasciatori, tra cui l’italiano Pasquale Quito Terracciano.

Damasco: “Usa spericolati, minacciano la pace”

Il governo siriano definisce “spericolate” e “avventate” le minacce americane di un attacco militare in seguito al presunto attacco chimico di sabato scorso a est di Damasco. In un comunicato del ministero degli Esteri diffuso dall’agenzia ufficiale Sana si afferma che “il pretesto delle armi chimiche è evidentemente una scusa debole e non sostenuta da prove”. E che le “minacce americane mettono in pericolo la pace e la sicurezza internazionali”.




Siria, venti di guerra: allerta sulle rotte aeree del Mediterraneo orientale

Il Consiglio di sicurezza Onu ha bocciato anche la terza bozza di risoluzione sulla Siria presentata dalla Russia, che chiedeva l’invio di investigatori Opac a Duma per indagare il presunto attacco chimico. Da parte sua, Mosca ha posto il veto alla bozza Usa per istituire un nuovo meccanismo d’inchiesta indipendente. Trump muove intanto le navi militari. E Macron afferma che la Francia deciderà la risposta insieme a Usa e Gb.

Allerta sulle rotte aeree del Mediterraneo orientale

L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha diramato un’allerta sulle rotte aeree del Mediterraneo orientale. Secondo quanto riportano i media internazionali. L’allarme è stato emesso “a causa del possibile lancio di raid aerei con missili aria-terra e/o cruise entro le prossime 72 ore”. E va tenuta anche presente “la possibilità di un’interruzione intermittente delle apparecchiature di radionavigazione”, afferma l’Easa.

La minaccia di Trump

Il presidente americano Donald Trump, che ha promesso una “risposta forte”, ha annullato il suo viaggio in America Latina per seguire da vicino gli sviluppi. Parigi vede “particolari responsabilita’” degli alleati di Damasco nell’attacco e il presidente Emmanuel Macron, al telefono con l’inquilino della Casa Bianca, ha confermato la necessita’ di una “risposta dura da parte della comunita’ internazionale”, mentre al Consiglio di sicurezza dell’Onu il gioco delle bocciature incrociate affonda le risoluzioni presentate da Russia e Stati Uniti. Da Mosca, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha accusato “gli Stati Uniti, insieme ad altri Paesi” di aver adottato “una posizione non costruttiva” e di “rifiutare a priori di guardare negli occhi la realta’”. La Cina invece si oppone a qualsiasi risposta militare “impulsiva”. Per Mosca, l’avvicinarsi alla Siria del cacciatorpediniere americano e’ “il segnale di un’escalation della situazione” e puo’ essere visto come un elemento di “intimidazione” anche se – ha spiegato la Marina – “gli Stati Uniti non oseranno colpire apertamente la Siria, per via della presenza di navi e sottomarini russi nel Mediterraneo”.




I capolavori di Capodimonte in mostra a Houston

HOUSTON – E’ in corso a Houston, Texas, la mostra Michelangelo e il Vaticano: capolavori dal Museo e Real Bosco di Capodimonte (fino al 10 giugno 2018): un’esposizione, allestita con i capolavori di Capodimonte, che indaga il rapporto tra Michelangelo e il Vaticano, 40 opere del XVI secolo (23 provenienti da Capodimonte, 19 disegni e 4 dipinti), molte delle quali furono commissionate o completate durante il pontificato di Alessandro Farnese, Papa Paolo III.

La mostra di Houston presenta disegni, cartoni, dipinti, sculture e stampe del maestro rinascimentale Michelangelo e dei suoi predecessori e successori, tra cui Raffaello, Rubens, Tintoretto e Tiziano, tra cui due iconici ritratti di Papa Paolo III di Raffaello e Tiziano, provenienti sempre da Capodimonte.

Ricordato per il suo entusiastico patrocinio delle arti in generale, e di Michelangelo (1475-1564) in particolare, papa Paolo III sovrintese al completamento dello stupendo affresco di Michelangelo Il Giudizio Universale sulla parete dell’altare della Cappella Sistina. La mostra presenta una copia unica del Giudizio Universale dipinta a olio di Marcello Venusti, proveniente proprio dalle collezioni di Capodimonte, come i due “cartoni”, ovvero i disegni monumentali di Michelangelo recentemente esposti anche al Metropolitan Art Museum di New York (dal 13 novembre 2017 al 12 febbraio 2018): Gruppo di Armigeri e Venere e Amore.

Gianfranco Nitti




Siria, F15 israeliani bombardano aeroporto. Trump: Damasco pagherà ‘un grande prezzo’ per il sospetto attacco chimico

Almeno 12 militari, tra cui soldati iraniani, sono stati uccisi nei raid missilistici compiuti nella notte contro la base aerea Tayfur vicina ad Homs, nella Siria centrale, e da varie fonti attribuito a Israele. Secondo media panarabi degli Emirati Arabi Uniti (Sawt ad Dar), dell’Arabia Saudita (Ikhbariya) e dell’Iran e degli Hezbollah (al Mayadin), il raid non è da collegarsi al presunto attacco chimico di sabato a est di Damasco e in cui sono morte circa 70 persone. Ma, secondo le stesse fonti, sarebbe uno dei raid periodici condotti da Israele contro basi iraniane e di Hezbollah in Siria.

Anche la tv di Stato siriana ha affermato che a condurre l’attacco sono stati caccia israeliani, aerei F-15

In precedenza media siriani avevano ipotizzato si fosse trattato di una operazione militare americana. Anche Mosca accusa Israele: due aerei F-15 dell’Aeronautica israeliana hanno effettuato un raid con otto missili guidati contro l’aerodromo siriano T-4, ha detto il ministero della Difesa russo. L’attacco è avvenuto dal Libano, senza violare lo spazio aereo siriano. Le difese aeree siriane hanno distrutto cinque missili guidati. Mosca segnala che “nessun consulente” militare russo è tra le vittime. Lo riporta la Tass.

Il presidente Donald Trump ha promesso che Damasco pagherà ‘un grande prezzo’ per il sospetto attacco chimico.

Negli ultimi anni Israele ha effettuato diversi raid sulla Siria. Ieri un sospetto attacco chimico su Duma ha fatto 100 morti, tra cui donne e bambini. Gli Stati Uniti e altri otto paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu – Gran Bretagna, Francia, Polonia, Olanda, Svezia, Kuwait, Perù e Costa d’Avorio – hanno chiesto una riunione di emergenza dei Quindici sull’attacco chimico in Siria. Intanto Donald Trump ed Emmanuel Macron hanno “condannato fortemente l’orribile attacco con armi chimiche in Siria e hanno concordato che il regime di Assad deve essere chiamato a rispondere per i suoi continui abusi dei diritti umani”: lo rende noto la Casa Bianca riferendo di una telefonata tra i due leader, che hanno concordato anche di “scambiare informazioni sulla natura dell’attacco e di coordinare una forte risposta comune”.




Siria, sale a 100 il bilancio dei morti. Papa Francesco: “Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano un’altra via”

Sale a circa cento morti tra cui bambini e donne, il bilancio di un sospetto attacco chimico attribuito al governo siriano a est di Damasco, nella cittadina di Duma, ultima roccaforte di miliziani anti-regime. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), i primi bilanci di decine di uccisi si sono aggravati a causa della gravità delle condizioni di salute di numerose persone che hanno mostrato segni di soffocamento e difficoltà respiratorie. Il precedente bilancio parlava di almeno 70 uccisi.

Interviene anche il Papa che chiede con forza la fine degli stermini e delle armi chimiche in Siria

“Giungono dalla Siria notizia terribili con decine di vittime, di cui molte donne e bambini”, notizie di tragici effetti “dell’uso di armi chimiche”: “preghiamo per tutti i defunti per le famiglie che soffrono”, afferma Francesco, e aggiunge: “Non c’è una guerra buona e una guerra cattiva e niente può giustificare l’uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi. Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano un’altra via: quella del negoziato, la sola che può portare una pace che non sia quella della morte e della distruzione”.




New York, incendio alla Trump Tower: un morto e 4 feriti

NEW YORK – Un incendio si è sviluppato al 50imo piano della Trump Tower a New York causando la morte di una persona e il ferimento in maniera lieve di almeno quattro pompieri. La vittima si trovava all’interno dell’appartamento da cui sono scaturite le fiamme.

L’edificio non è stato evacuato e l’origine del rogo è stato individuato

L’8 gennaio scorso era scoppiato un altro incendio nella Trump Tower, causato pare da un malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento. In quel caso, non ci fu nessun ferito. La Trump Tower, sulla Quinta strada a Manhattan, è uno degli edifici più iconici della città di New York ed è l’emblema stesso dell’impero Trump. E’ anche lo scenario principale del reality show The Apprentice. La torre, ultimata nel 1983, è alta 202 metri e fu costruita da Donald Trump e dalla Axa Equitable Life Insurance Company, su disegno di Der Scutt. Oltre alla sede della Trump organization, il grattacielo ospita l’appartamento privato su tre piani della famiglia del presidente, dal 66/mo al 68/mo piano.




Münster, furgone contro la folla: Silvestroni (FdI) invoca il reato di terrorismo islamico

MUNSTER – È di almeno quattro morti, compreso l’attentatore, e una cinquantina di feriti di cui 6 in pericolo di vita, secondo la Bild, il primo bilancio di quanto avvenuto nelle prime ore del pomeriggio nel centro di Münster, in Germania, quando un furgone ha travolto la folla nel centro della città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Il furgone usato per l’attacco sarebbe piombato sui pedoni e sui clienti seduti ai tavoli all’aperto del ristorante Kiepenkerl, nel centro storico. Il presunto attentatore, secondo quanto confermato dalla polizia, si sarebbe ucciso a colpi di arma da fuoco. L’autore dell’attacco, riferisce la polizia, si è suicidato. E, secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, si tratterebbe di un tedesco con problemi psichici. Secondo quanto riferisce la Dpa, circolano voci sulla possibile presenza di un secondo attentatore che sarebbe in fuga, ricercato dalla polizia.

I media tedeschi parlano di attacco terroristico, anche se, su Twitter, la polizia si è limitata ad affermare: “Niente speculazioni” e ha esortato gli abitanti della città ad evitare il centro per permettere ai soccorsi di operare. Fonti della Farnesina riferiscono che sono in corso le verifiche per accertare l’eventuale coinvolgimento di connazionali.

L’accertamento dell’identità del conducente del veicolo ha richiesto del tempo con la polizia che, prima, ha dovuto controllare che non fossero presenti ordigni sull’auto dove era il corpo. A fine giornata le autorità hanno poi confermato che si tratterebbe di un cittadino tedesco, ma non hanno voluto aggiungere dettagli. Secondo i media l’autore sarebbe Jens R, un 48enne del Sauerland, una regione collinare non lontana da Muenster, circostanza che ha fatto vacillare l’ipotesi, cavalcata con convinzione dai media tedeschi nel corso del pomeriggio, che si potesse trattare di un attentato terroristico. La cittadina di Muenster, uno dei principali centri universitari in Germania, era tornata a rianimarsi in questi ultimi giorni, raccontano testimoni ai media locali. I circa 50.000 studenti che la abitano stavano tornando alla spicciolata questo fine settimana per l’inizio del semestre estivo, che comincia lunedì. Stamattina la città si era ulteriormente riempita in occasione di una manifestazione contro l’intervento turco in Siria. Anche per questo i media avevano accreditato l’ipotesi di terrorismo di matrice non tedesca.

 

Il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni invoca il reato di terrorismo islamico.

“Un clima di guerra e di terrore intollerabile al quale ormai siamo quotidianamente sottoposti. – Ha dichiarato sul proprio profilo Fb il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni dopo aver appreso la notizia – L’Occidente, l’Europa, l’Italia sono sotto attacco – ha detto ancora Silvestroni – e dobbiamo difenderci. Serve immediatamente una legge per introdurre il reato di terrorismo islamico!”

Marco Silvestroni deputato di Fratelli d’Italia