Gaza, 27 tonnellate di aiuti umanitari dalla Russia

La Russia ha inviato altre 27 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza, con il carico che sarà consegnato attraverso l’Egitto: lo ha reso noto oggi il Ministero russo per le Emergenze (Emercom), citato dalla Ria Novosti. “L’aereo Il-76 di Emercom ha lasciato (la città russa di) Makhachkala per l’Egitto”, ha confermato il ministero su Telegram. Gli aiuti umanitari saranno consegnati ai rappresentanti della Mezzaluna Rossa egiziana, che poi assicureranno il loro arrivo a Gaza. La consegna del carico è stata organizzata in seguito ad un decreto firmato dal presidente russo Vladimir Putin, e avrà luogo sotto la direzione del capo dell’Emercom, Alexander Kurenkov.

Aerei da combattimento israeliani hanno effettuato attacchi contro le infrastrutture di Hamas, uccidendo tre comandanti di compagnia del movimento estremista palestinese, hanno riferito oggi le Forze di difesa israeliane (Idf). “Aerei da combattimento dell’Idf, diretti dall’intelligence militare e dell’Isa, hanno ucciso altri tre comandanti della compagnia di Hamas”, hanno scritto le Forze armate israeliane su Telegram.




Finnair, un volo che dura da cent’anni….

Proseguendo in una serie di eventi in varie parti delle sue destinazioni nel mondo, la compagnia aerea di bandiera finnica, Finnair, ha celebrato anche a Roma il suo primo centenario dalla fondazione, traguardo che è attribuibile solo a poche altre compagnie; lo ha fatto in un evento organizzato nella residenza del nuovo ambasciatore di Finlandia in Italia, Matti Lassila, ospite, con la consigliera commerciale  Hanna Laurén, dei due rappresentanti di Finnair intervenuti, il direttore del mercato europeo, Javier Roig, e Suvi Aaltonen,, della direzione comunicazione della Finnair. L’ambasciatore, nel dare il benvenuto agli astanti, ha notato come lo sviluppo della Finlandia, indipendente dal 1917, sia andato “mano a mano con lo sviluppo di Finnair, che fa certo parte della società e della storia finlandesi: per noi, vedere la croce blu disegnata sugli aerei ha un significato emozionale particolare in quanto indica la nostra patria”, aggiungendo che “L’Italia è sempre stata una meta importante per i turisti finlandesi. Oggi sembra che la Finlandia sia ancora più interessante per gli italiani: sempre più turisti italiani visitano la Finlandia. Questo ci rende felici qui all’Ambasciata dal punto di vista delle relazioni tra i nostri Paesi”.
 
Roig ha quindi informato che lo scorso 1° novembre  è stata la  giornata esatta del compimento del centenario: infatti “quel giorno del 1923 decollava il  primo volo effettuato con un velivolo Junkers, diretto da Helsinki verso Tallin, capitale estone,  trasportando solo effetti postali, mentre l’anno successivo iniziava a trasportare anche i passeggeri. Furono circa 300 quelli che han volato in quell’anno mentre oggi ne trasportiamo almeno un milione al mese e, mediamente, 12 milioni all’anno”.
Roig ha quindi descritto tutti vari primati che questa compagnia di un piccolo paese, come popolazione, ha raggiunto nel corso di questi 100 anni:  prima compagnia europea a inaugurare nel 1983 un collegamento diretto per Tokyo e nel 1988 la prima in Europa a volare su Pechino; nel 1991 la prima ad aprire una rotta transiberiana per l’Asia; nel 1992, vettore ufficiale del vero Babbo Natale, che ha la sua residenza a Rovaniemi, capoluogo della Lapponia; per arrivare al 2015, anno della prima ad utilizzare in Europa l’Airbus 350. Le operazioni sull’Italia sono invece cominciate nel 1963, 60 anni fa, verso Milano, mentre nel 1977 si aggiungeva Roma e più tardi anche Venezia”. E aggiunto come gli ultimi tre anni siano stati molto difficili per la compagnia, prima per gli effetti del Coivid sui trasporti, poi per le limitazioni di traffico aereo causate dal conflitto Russia-Ucraina che ha portato a rielaborare le rotte transiberiane, allungando i tempi dei collegamenti asiatici ed a ridisegnare la strategia aziendale ma anche a diversificare le destinazioni, aggiungendo alla rete, per la prima volta, destinazioni in USA come Seattle e Dallas o in Medio Oriente, come Doha in Qatar. Roig ha evidenziato come snodo essenziale delle attività della compagnia sia l’aeroporto di Helsinki, che, aperto nel 1952 per le Olimpiadi in Finlandia, negli anni si è espanso ed avuto uno sviluppo tale da costituire la base fondamentale di Finnair, trattandosi di “un aeroporto moderno, dotato di  tecnologie avanzate anche per quanto riguarda  la gestione di condizioni di ghiaccio e neve che lo rendono sempre operativo, a prescindere dalle condizioni atmosferiche”.
 
Destinazione Italia
Per quanto riguarda le attività programmate sulle destinazioni italiane, ha proseguito Roig, Finnair “ da novembre a marzo assicura due voli al giorno da Roma Fiumicino, quattro voli a settimana da Linate e due al giorno da Malpensa; relativamente all’orario estivo, dal 1° aprile sono operativi anche i voli dagli aeroporti di Venezia, Bologna, Verona e Napoli, che vengono effettuati soprattutto con l’A320, tranne Bologna e Linate dove opera l’Embraer, che ha una capacità di ca. 100 passeggeri”. Roig ha precisato come il mercato italiano sia molto importante anche con riferimento al Giappone dove Finnair vola 20 volte alla settimana su varie città: “gli italiani sono sempre più attratti dalla Finlandia, ed in tutte le 4 stagioni che lì sono ben definite. Anche il turismo invernale attrae sempre di più con le attività tipiche del periodo: visita in Lapponia alla residenza di Babbo Natale, safari artici, visione dell’aurora boreale, sci di fondo. Il 50% della nostra clientela italiana acquista Finlandia e l’altro 50% voli sia per l’area nordica che per l’ intercontinentale, in particolare il Giappone; collaboriamo da tempo con VisitFinland per la promozione italiana della destinazione Finlandia”.
 
L’importante ‘compleanno’ non poteva esser completo senza una torta – preparata del rinomato chef dell’Ambasciata, Kimmo Kettunen, che riproduceva un suggestivo panorama finlandese dal finestrino di un aereo in volo.

Privo di virus.www.avast.com




Gaza, partita l’invasione “limitata” dell’esercito israeliano

Prosegue la guerra in Medio Oriente. Israele ha accelerato l’operazione su Gaza e nella serata di venerdì ha lanciato un’incursione nella Striscia, prima con pesanti bombardamenti, (“La peggiore notte dall’inizio del conflitto” secondo gli abitanti della Striscia) poi via terra. Il tutto dopo che Gaza era stata isolata con il blocco dei cellulari e di Internet, oltre che delle forniture elettriche.

Non si tratta però ancora della grande invasione di terra annunciata da giorni, come precisato dal portavoce delle Forze di Difesa israeliane (Idf) Peter Lerner ma di una “invasione limitata” finalizzata alla liberazione degli ostaggi.

L’esercito israeliano, ha precisato il portavoce, sta facendo tutto il possibile per evitare perdite di civili, ma questa è “una guerra iniziata da Hamas”. Tra i dirigenti di Hamas uccisi c’è anche il capo del commando di parapendii che attaccò Israele il 7 ottobre.

Intanto l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato la bozza della risoluzione presentata dalla Giordania, a nome dei Paesi arabi, per una tregua umanitaria. L’Italia si è astenuta perché mancava la condanna di Hamas. “Una giornata infame” l’ha definita Israele.




Usa, ex militare imbraccia un fucile e fa una strage: è caccia all’uomo

Spara con un fucile stile AR-15 in tre diverse zone di Lewiston, la seconda maggiore città del Maine negli Usa, e fa una strage.

Il bilancio provvisorio è di almeno 22 morti e 50-60 feriti ma, avvertono fonti vicine alla polizia, potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. L’aggressore, identificato nel 40enne Robert Card, ex militare istruttore d’armi, è ancora in fuga e la polizia, con l’aiuto dell’Fbi, è impegnata in una caccia all’uomo senza sosta.

Ai residenti è stato ordinato di restare in casa e chiudersi dentro perché l’aggressore è “armato e pericoloso”. L’allarme è scattato intorno alle sette di sera: da allora decine di agenti perlustrano quella che fino a poco tempo tempo era considerata una tranquilla cittadina del Maine di 40mila abitanti. “Per favore restate in casa. Se vedete attività o individui sospetti chiamate il 911”, è il messaggio subito diffuso dalla polizia. Pubblicata dalla polizia anche una foto dell’aggressore armato e un’immagine della sua auto, una Subaru Outback bianca, augurandosi che qualcuno lo riconosca e faciliti la cattura.

Card resta ancora affiliato all’esercito nei riservisti e di recente avrebbe avuto dei problemi mentali, per i quali sarebbe stato ricoverato due settimane in estate prima di essere dimesso. Ultimamente, secondo indiscrezioni, avrebbe perso il suo lavoro.

L’aggressore ha aperto il fuoco – secondo quanto riportato dai media locali – in tre diverse aree: in un bar-ristorante, Schemengees, in un centro di distribuzione Walmart e nella sala da bowling Just-In-Time dove, secondo indiscrezioni, era in corso una festa per bambini. Un’informazione che, se confermata, renderebbe ancora più grave la sparatoria.

Mentre la caccia all’uomo procede, Lewiston fa sapere che le scuole saranno chiuse per precauzione nella giornata di giovedì. La governatrice del Maine Janet Mills segue da vicino gli sviluppi della situazione ed esorta i cittadini a seguire le indicazioni della forze dell’ordine. Il presidente Joe Biden, nel corso della cena di Stato per il premier dell’Australia Antony Albanese, è stato informato della strage e, in un colloquio con la governatrice, ha offerto tutto il sostegno federale necessario alla luce di un attacco “terribile”. L’accaduto è destinato a riaccendere il dibattito sulle armi negli Stati Uniti.




Gaza, bombardamento ospedale: centinaia i feriti

E’ salito ad almeno 3.200 morti e circa 11.000 feriti il bilancio delle vittime dagli attacchi dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza dall’inizio dei combattimenti. Lo afferma il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas, citato dai media locali. Il portavoce del ministero ha detto che Israele ha continuato ad attaccare Gaza “anche dopo il criminale attacco all’ospedale”.

Israele afferma che l’esplosione è stata causata dal lancio pasticciato di un missile da parte della Jihad islamica palestinese e che dispone di prove audio e tecnologiche a sostegno di tale affermazione.

Guterres: cessate il fuoco immediato per scopi umanitari, non giustificata una punizione collettiva

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto “un immediato cessate il fuoco per scopi umanitari” nel mezzo del conflitto tra Hamas e Israele che sta “colpendo civili con pesanti conseguenze”, come dimostra “l’attacco all’ospedale”.

Guterres ha lanciato il suo appello intervenendo a Pechino all’apertura del terzo forum della Belt and Road Inititative (Bri). Il segretario generale dell’Onu si è detto “sconvolto” dall’uccisione di centinaia di civili palestinesi: “Condanno l’attacco. Il mio cuore è con le famiglie delle vittime. Gli ospedali e il personale medico sono protetti dal diritto internazionale”.

Gli attacchi di Hamas contro Israele non giustificano la “punizione collettiva del popolo palestinese”, ha proseguito Guterres, parlando sottolineando che “non è possibile infliggere tali punizioni alla popolazione”. Il segretario generale dell’Onu ha quindi chiesto ad Hamas il “rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi” ed ha affermato di essere “pienamente consapevole delle profonde lamentele del popolo palestinese dopo 56 anni di occupazione: ma per quanto gravi siano queste rimostranze, non possono giustificare gli atti di terrore commessi da Hamas il 7 ottobre”.

Scontri a confine Israele-Libano, uccisi cinque Hezbollah

Sono cinque i miliziani di Hezbollah rimasti uccisi negli ultimi scontri al confine tra Israele e Libano. Si tratta del numero più alto di vittime in una singola giornata dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas.
    L’esercito israeliano “sta colpendo con l’artiglieria” postazioni di Hezbollah in Libano “dopo il lancio di razzi anticarro”. Lo riferisce un portavoce militare delle Forze di difesa israeliane (Idf).
Gli Stati Uniti consigliano formalmente ai cittadini americani di evitare di recarsi in Libano, con le tensioni in Medio Oriente che continuano a peggiorare e la minaccia incombente di un secondo fronte al confine tra Israele e le forze di Hezbollah. Il Dipartimento di Stato americano ha elevato l’avviso a ‘Livello 4 – Non viaggiare’, affermando specificamente di non andare “al confine con Israele a causa del potenziale conflitto armato. Grandi manifestazioni sono scoppiate sulla scia delle recenti violenze a Gaza – spiegano le autorità Usa -. I cittadini americani dovrebbero evitare manifestazioni e prestare attenzione se si trovano in prossimità di grandi raduni o proteste, poiché alcuni di questi sono diventati violenti. I manifestanti hanno bloccato le strade principali, comprese le arterie principali tra il centro di Beirut e la zona in cui si trova l’ambasciata americana, e tra Beirut e l’aeroporto internazionale Rafic Hariri”.

Darmanin accusa Benzema: ha noti legami con i Fratelli musulmani

In un’intervista all’emittente CNews, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha accusato il calciatore Karim Benzema di avere “noti legami con i Fratelli musulmani”, organizzazione islamista radicale accusata di sostenere il terrorismo.
Darmanin rispondeva a una domanda sulla presa di posizione del Pallone d’oro francese ora trasferitosi in Arabia Saudita, che due giorni fa aveva preso le parti degli “abitanti di Gaza, ancora una volta vittime di ingiusti bombardamenti che non risparmiano donne e bambini”.

Biden ‘indignato’: capire cosa è accaduto all’ospedale

Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato di essere “indignato e profondamente rattristato dall’esplosione” in un ospedale di Gaza City e dalle “terribili perdite che ne sono derivate”.
    In una dichiarazione ufficiale rilasciato a bordo dell’Air Force One diretto in Israele, Biden afferma di aver parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e con il re Abdullah II di Giordania “subito dopo aver appreso la notizia” e di aver chiesto ai suoi consiglieri di “continuare a raccogliere informazioni su cosa sia successo esattamente”.
    Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto “sconvolto” dall’uccisione di centinaia di civili palestinesi nell’ospedale di Gaza. “Condanno l’attacco. Il mio cuore è con le famiglie delle vittime. Gli ospedali e il personale medico sono protetti dal diritto internazionale”, ha detto il capo delle Nazioni Unite.




Scompare in Finlandia un campione della pace

L’ex Presidente della Finlandia Martti Ahtisaari è morto a Helsinki il 16 ottobre 2023 alle 6:40 all’età di 86 anni. Martti Oiva Kalevi Ahtisaari è stato il decimo presidente della Repubblica di Finlandia dal 1994 al 2000. Prima della sua presidenza, ha ricoperto numerosi incarichi chiave nel Ministero finlandese degli Affari esteri e nelle Nazioni Unite. Dopo la sua presidenza, Ahtisaari ha fondato la CMI – Martti Ahtisaari Peace Foundation, un’organizzazione di mediazione per la pace tenuta in grande considerazione e ha svolto un ruolo di primo piano nei colloqui di pace internazionali e negli sforzi di mediazione. In riconoscimento del suo lavoro per risolvere i conflitti internazionali, Ahtisaari venneinsignito del Premio Nobel per la pace nel 2008.
 
Nel gennaio 1997 effettuò una visita di Stato in Italia, su invito del Presidente Scalfaro
 
Di seguito, il messaggio inviato dal Presidente Sergio Mattarella al Presidente della Repubblica di Finlandia, Sauli Niinistö:
 
“Appresa la triste notizia della morte di Martti Ahtisaari, a nome della Repubblica Italiana porgo a Lei, alla famiglia dell’ex Presidente e al popolo finlandese le espressioni del più sincero cordoglio.
 
Martti Ahtisaari ha offerto un contributo fondamentale alla causa della pace, come riconosciuto anche dal conferimento del premio Nobel. Il Suo profondo impegno a favore del dialogo e della riconciliazione appaiono tanto più significativi nell’attuale contesto internazionale, segnato da conflitti e crescenti divisioni. 
 
Con questi sentimenti, rinnovo a Lei, Signor Presidente, le condoglianze più sentite del popolo italiano”.
 
Segue il discorso del Presidente della Repubblica di Finlandia Sauli Niinistö in seguito alla scomparsa dell’ex Presidente della Repubblica Martti Ahtisaari il 16 ottobre 2023:
 
“Cari finlandesi,
 
È con grande tristezza che abbiamo appreso della morte del Presidente Martti Ahtisaari. Si è spento all’età di 86 anni, dopo una lunga malattia.
 
Martti Ahtisaari era un cittadino del mondo, un grande finlandese. Un insegnante, un diplomatico e un capo di stato. Un negoziatore di pace e un premio Nobel per la pace.
 
Un finlandese dal cuore grande. Credeva nell’umanità, nella civiltà e nella virtù. Ha lavorato instancabilmente per garantire la pace e la vita. Anche per chi viveva lontano e in circostanze molto diverse. Per lui la dignità umana era indivisibile. Nelle parole di Nelson Mandela, il combattente per la libertà sudafricano che Ahtisaari stimava molto: “Ciò che conta nella vita non è il semplice fatto di aver vissuto. È la differenza che abbiamo apportato alla vita degli altri che determinerà il significato della vita che conduciamo”.
 
Martti Ahtisaari era uno sfollato della Carelia. Un eterno rifugiato, come diceva spesso. La sua esperienza infantile del viaggio di evacuazione al freddo e al buio verso una destinazione sconosciuta ha influenzato la sua visione del mondo e le sue azioni. Ciò non lo rese amareggiato, ma gli diede la comprensione del destino umano e il senso del valore della pace.
 
Era un pacificatore la cui carriera comprendeva un elenco eccezionalmente lungo di risultati di rilevanza internazionale. Il defunto segretario generale dell’ONU Kofi Annan aveva assolutamente ragione quando affermava che Ahtisaari era l’unica persona di sua conoscenza ad aver portato la pace in tre continenti. L’apprezzamento e la gratitudine per il lavoro di Ahtisaari continuano a vivere. Ho avuto l’opportunità di testimoniarlo recentemente nelle mie discussioni in Sud Africa e Namibia in primavera.
 
Il risultato di una vita di Ahtisaari come pacificatore venne confermato con il Premio Nobel per la pace nel 2008. Il premio venne conferito per i suoi meriti personali, ma il momento è stato memorabile per tutti i finlandesi. Il riconoscimento ha toccato l’intera nazione. Nel suo discorso per il Nobel, Ahtisaari affermava che tutti i conflitti possono essere risolti: “Guerre e conflitti non sono inevitabili. Sono causati dagli esseri umani. Ci sono sempre interessi che vengono favoriti dalla guerra. Pertanto anche coloro che hanno potere e influenza possono fermarli”. Questo è un forte messaggio di speranza e di apprendimento, che risuona anche nel nostro tempo. Il lavoro del negoziatore di pace è continuo e visibile. La Crisis Management Initiative, un’organizzazione di mediazione della pace fondata da Ahtisaari dopo il suo mandato come Presidente, porta avanti il ​​suo lavoro e la sua preziosa eredità di promozione della pace.
 
***
 
Martti Ahtisaari è stato il primo Presidente della Repubblica di Finlandia eletto con voto diretto. Come Presidente si è trovato in una situazione nuova, non solo come Presidente del popolo, ma anche come presidente in un momento in cui la Finlandia era sempre più aperta all’Occidente e all’Unione europea. Oltre ad aderire all’UE, la Finlandia ha assunto un ruolo attivo a livello internazionale. Il presidente Ahtisaari ha agito in modo coerente, aprendo le porte e promuovendo la riconciliazione internazionale e il dialogo tra i leader, compresi quelli di Stati Uniti e Russia. Voleva che la Finlandia svolgesse un ruolo attivo nella comunità internazionale, perché anche questo era nell’interesse della Finlandia. Qui in Finlandia ricordiamo il lavoro di Ahtisaari per promuovere l’imprenditorialità e le esportazioni finlandesi, i suoi sforzi per ridurre l’alto tasso di disoccupazione e la sua cooperazione con il governo per rendere l’adesione della Finlandia all’UE una realtà. Tutto ciò riflette un grande senso di responsabilità verso la patria.
 
***
 
Sebbene Ahtisaari abbia vissuto all’estero per gran parte della sua vita, ha affermato di essere estremamente felice di essere nato in un paese nordico. Apprezzava molto la società del benessere nordica e il modo in cui è stata costruita la Finlandia. Voleva promuovere nel mondo il modello nordico di uguaglianza di genere, ricordandoci che nulla cambierà in questo mondo se non avremo ragazze e donne istruite e coinvolte nei processi decisionali. Per Ahtisaari, la fiducia era una parte essenziale dell’essere finlandese. Per lui era anche importante creare fiducia nei negoziati internazionali. Non ha imposto modelli già pronti, ma sapeva che le strutture sostenibili possono essere costruite solo sulla fiducia. Con l’esempio e la comprensione si possono ottenere risultati.
 
La morte del presidente Martti Ahtisaari rappresenta una grande perdita per la sua famiglia e per il popolo finlandese. Eeva e Marko, avete fatto molta strada al fianco di Martti. In diverse occasioni ha sottolineato l’inestimabile importanza del vostro sostegno. In un momento di dolore e perdita, proviamo anche un profondo senso di gratitudine per la lunga e impressionante vita di servizio di Martti Ahtisaari per la Finlandia e il mondo. “  

Privo di virus.www.avast.com




Gaza, invasione israeliana a rischio escalation del conflitto

Il ministro degli Esteri iraniano: “Nessuno può garantire il controllo della situazione”

L’annunciata invasione israeliana di Gaza, con le truppe schierate al confine e i tank già in posizione, rischia di aprire il vaso di Pandora in Medio Oriente, con un escalation del conflitto in tutta la regione dagli esiti imprevedibili.

Oggi si sono intensificati gli scontri con gli Hezbollah in Libano, alleati dell’Iran. E da Teheran è arrivato un avvertimento chiaro: “Nessuno può garantire il controllo della situazione” se Israele invade la Striscia, è stato il monito del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian dopo un incontro a Doha con il leader di Hamas Ismail Haniyeh.

Un quadro complessivo che ha spinto il segretario di Stato Usa Antony Blinken a tornare di nuovo in Israele dopo un tour nella regione. E la Casa Bianca ad ammettere apertamente – per bocca del consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan – di “non poter escludere che l’Iran scelga di impegnarsi direttamente in qualche modo”.

I segnali di un lento scivolamento verso l’abisso che a parole tutti, o quasi, sembrano voler escludere d’altra parte sono evidenti. Lo scambio di colpi tra lo Stato ebraico e gli Hezbollah sta salendo di tono acuendosi in quello che sarebbe più corretto definire come un vero e proprio avvio di conflitto.

Per tutto il giorno si sono susseguiti lanci di razzi e missili anti tank (nove, secondo Israele) da parte dei miliziani sciiti che hanno ucciso un soldato israeliano e ferito altri quattro.

Mentre l’esercito – che ha risposto ai lanci con raid e artiglieria – è stato costretto a vietare l’ingresso di tutti i civili fino a 4 chilometri dal confine con il Libano. Al tempo stesso, è stato ordinato ai residenti delle zone di confine all’interno dei 4 chilometri di restare vicino ai rifugi. Un razzo di Hezbollah ha tra l’altro colpito – anche se per un errore di traiettoria – il quartiere generale del contingente Unifil nel sud del Libano, senza tuttavia fare vittime né feriti.

E’ toccato a Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, ribadire che Israele non è “interessato” ad aprire un secondo fronte al nord. “Non vogliamo un’escalation della situazione”, ha spiegato, ma se gli Hezbollah “scelgono la via della guerra, pagheranno un pesante prezzo”. Quel che è certo è che tra Tel Aviv e Gerusalemme nessuno si illude: una fonte ufficiale – Joshua Zarka, capo degli Affari strategici del ministero degli Esteri israeliano – è convinto che Teheran stia spingendo per accelerare le tensioni, dispiegando anche armi in Siria.

Davanti alle forze di Israele non c’è dunque solo Hamas (che tra l’altro è presente anche in Libano) ma uno scenario ben più complesso. Il premier Benyamin Netanyahu – che oggi ha assicurato ai parenti degli ostaggi a Gaza (155 le famiglie contattate) che la loro salvezza è uno degli obiettivi prioritari della guerra – oggi è comunque tornato a mettere nel mirino la fazione di Gaza: “Pensavate di spaccarci ma saremo noi a spaccarvi”. L’aviazione sta continuando a martellare senza sosta l’enclave palestinese. “Stiamo gettando le basi per manovre di terra quanto più efficaci possibili”, ha avvertito il comandante dell’aviazione generale Tomer Bar.

A Gaza, secondo l’Onu, ci sono oramai circa un milione di sfollati e il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha fatto sapere che sono circa 600.000 quelli che hanno lasciato il nord della Striscia per spostarsi a sud, secondo l’ordine dato dall’esercito stesso. E ha negato recisamente che si sia sparato sui convogli dei civili in fuga: “E’ una menzogna di Hamas”, ha denunciato Hagari.

Il bilancio dei morti intanto – mentre anche oggi dalla Striscia sono piovuti razzi, anche su Tel Aviv – sta salendo ogni giorno di più. A Gaza – secondo il ministero della Sanità locale – sono 2.670, con 9.600 feriti. Secondo i servizi di pronto soccorso della Striscia ci sono inoltre 1.000 dispersi tra le macerie degli edifici distrutti dai raid israeliani, con i mezzi di recupero che non hanno più benzina per muoversi.

Israele, anche sotto la pressione internazionale, ha deciso di riaprire le forniture di acqua all’enclave palestinese nel sud, mentre il segretario di Stato Blinken ha annunciato l’apertura per domani del valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l’Egitto per consentire agli aiuti umanitari di raggiungere la Striscia, come chiedeva Il Cairo per sbloccare l’uscita di circa 500 americani.

In Israele le vittime sono arrivate ad oltre 1.400 (289 i soldati uccisi), mentre i feriti sono più di 3.000. Gli israeliani che hanno lasciato il sud (soprattutto Sderot) e il nord del Paese sono, secondo i media, circa 60mila.




Israele, è guerra con Hamas: 300mila soldati schierati vicino la striscia di Gaza

Almeno 30 persone sono morte nella notte in seguito agli attacchi israeliani su Gaza: lo fa sapere Hamas citata dai media.

Sono saliti a 950 i morti a Gaza con circa 5mila feriti, secondo il ministero della Sanità di Hamas nella Striscia. Centrati 450 obiettivi di Hamas e delle altre fazioni palestinesi. Solo a Beit Hanoun – ha detto il portavoce militare – nel nord della Striscia sono stati 80 gli obiettivi colpiti, comprese due banche usate da Hamas, un tunnel e due centri operativi.

Un edificio a Sderot, nei pressi del confine con Gaza, è stato colpito dai razzi lanciati dalla Striscia che sono ripresi nel sud di Israele: lo riferiscono i media secondo i quali i servizi di pronto soccorso non segnalano al momento vittime. 

Intanto l’amministrazione Biden si sta coordinando con altri paesi per un creare un corridoio che consenta ai civili di Gaza e agli americani che vogliono scappare dalla guerra di farlo: lo riporta Nbc citando alcune fonti, secondo le quali il corridoio sarebbe a sud di Gaza e condurrebbe in Egitto.

L’esercito israeliano afferma che circa 300.000 soldati sono attualmente di stanza vicino alla Striscia di Gaza per la guerra contro Hamas. “Quello che stiamo facendo in queste zone vicine alla Striscia è che abbiamo inviato e schierato la nostra fanteria, i nostri soldati corazzati, il nostro corpo di artiglieria e molti altri soldati delle riserve: 300.000 in tutto”, ha spiegato oggi in un video pubblicato su X il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Jonathan Conricus. “E questo per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani”, ha aggiunto il tenente colonnello dell’Idf.




Israele, pronta l’operazione invasione di terra sulla striscia di Gaza

Richiamati 300mila riservisti

Israele va verso l’operazione di terra nella Striscia di Gaza, già assediata con il blocco a cibo ed energia. Nella notte violente esplosioni in territorio palestinese e scontri a fuoco sul confine. Hamas minaccia di “giustiziare un ostaggio per ogni bombardamento israeliano su abitazioni civili a Gaza senza preavviso”.

Lo Stato ebraico richiama 300 mila riservisti. Il bilancio dei morti israeliani nell’attacco di Hamas è salito intanto a oltre 900. Una coppia di coniugi italo-israeliani risulta dispersa. In arrivo a Pratica di Mare i due aerei militari con a bordo circa 200 italiani di rientro da Israele.

Nella notte, l’esercito di Israele ha ingaggiato numerosi scontri a fuoco con i miliziani di Hamas lungo il confine della Striscia di Gaza.

Ieri sera colloquio tra Biden, Meloni, Macron, Scholz e Sunak: dai 5 leader “fermo sostegno a Israele e condanna di Hamas”. Usa e alleati affermano di riconoscere “le legittime aspirazioni del popolo palestinese” ma che “sosterranno” lo Stato ebraico “nei suoi sforzi per difendersi”. Gli Usa annunciano nuovi aiuti a Israele nei prossimi giorni, specificando che non invieranno soldati. Oggi informativa di Tajani in Parlamento. Il leader ceceno Kadyrov si dice al fianco dei palestinesi e pronto intervenire per ristabilire la pace. Abbas prepara una visita a Mosca. Putin riceve oggi il premier iracheno Sudani.

Hamas, pronti a una guerra lunga e allo scambio di prigionieri

Hamas è pronta a combattere una lunga guerra con Israele e utilizzerà le decine di ostaggi tenuti a Gaza per garantire il rilascio dei palestinesi detenuti in Israele e all’estero, ha detto un funzionario del gruppo militante citato dai media internazionali. Ali Barakeh, membro della leadership del gruppo in esilio a Beirut, ha affermato che Hamas ha un arsenale di razzi che durerà a lungo. “Ci siamo preparati bene per questa guerra e per affrontare tutti gli scenari, anche quello di una lunga guerra”, ha detto Barakeh aggiungendo che Hamas utilizzerà gli ostaggi per garantire il rilascio delle persone detenute nelle carceri israeliane e persino di alcuni palestinesi imprigionati negli Stati Uniti. Barakeh ha spiegato che solo un piccolo numero di alti comandanti all’interno di Gaza era a conoscenza dell’incursione di sabato in Israele e che anche i più stretti alleati del gruppo non erano stati informati in anticipo sui tempi. Ha negato le notizie secondo cui funzionari della sicurezza iraniani avrebbero contribuito a pianificare l’attacco. Tuttavia ha aggiunto che alleati come l’Iran e gli Hezbollah libanesi “si uniranno alla battaglia se Gaza sarà sottoposta ad una guerra di annientamento”. Barakeh ha detto che persino Hamas stessa è rimasta scioccata dalla portata della sua operazione, affermando che si aspettava che Israele prevenisse o limitasse l’attacco. “Siamo rimasti sorpresi da questo grande crollo. Stavamo progettando di ottenere qualche risultato e di prendere prigionieri per scambiarli. Questo esercito è una tigre di carta”.




L’allegoria dell’Italia in trasferta ad Helsinki

Il monumentale dipinto Allegoria dell’Italia (1628–29) di Valentin de Boulogne (1591–1632) è esposto al secondo piano del Museo d’Arte Sinebrychoff di Helsinki, dal 6 settembre scorso, fino al 12 gennaio 2025.  L’opera viene affidata al Museo Sinebrychoff durante la ristrutturazione di Villa Lante, Istituto Finlandese a Roma, ove è la sua collocazione stabile. Valentin fu uno dei seguaci più stretti di Caravaggio). La mini-mostra presenta al pubblico il contesto storico unico del dipinto. L ‘opera è stata presentata, alla inaugurazione,, da Ira Westergård, capo curatore del Sinebrychoff., alla presenza di Katariina Mustakallio, presidente del consiglio di amministrazione della fondazione Institutum Romanum Finlandiae, che mantiene l’Istituto finlandese a Roma, della direttrice dell’istituto, Ria Berg e dal professore di storia dell’arte all’Università di Helsinki, Kirsi Saarikangas.
 
Il dipinto (olio su tela, 333 x 245 cm) rappresenta l’apice dell’opera di Valentin ed è rappresentativo dell’età d’oro della pittura barocca romana. I ricercatori considerano il dipinto di grandi dimensioni l’opera principale dell’artista, insieme a una pala d’altare nelle collezioni vaticane. Le collezioni d’arte finlandesi non comprendono opere simili del periodo barocco italiano. Negli ultimi anni c’è stato un crescente interesse per i dipinti esposti a Villa Lante e per l’opera di Valentin in generale. La prima mostra retrospettiva dell’artista, Beyond Caravaggio, è stata presentata al Metropolitan Museum of Art di New York e al Louvre di Parigi nel 2016-2017. Nel 2023, il dipinto è stato esposto in due importanti mostre: la mostra Theodoor Rombouts al Museo delle Belle Arti di Gand, dal 21 gennaio al 23 aprile, e la mostra L’immagine sovrana. Urbano VIII e la famiglia Barberini a Palazzo Barberini, Roma, dal 18 marzo al 30 luglio. Il dipinto allegorico rende omaggio alla famiglia Barberini e fu commissionato dal cardinale Francesco Barberini. L’opera allude alle conquiste della famiglia e alla sua posizione al vertice dell’élite romana, posizione che a Roma e in Italia culminò nel 1623, quando lo zio di Francesco Barberini, Maffeo Barberini, divenne papa Urbano VIII. Nel nuovo palazzo dei Barberini, al posto d’onore era esposta l’Allegoria dell’Italia. Un’allegoria è una metafora o una rappresentazione metaforica, e nel dipinto il contenuto allegorico si unisce all’uso di modelli dal vivo e ad un linguaggio basato sul naturalismo. La giovane donna raffigurata nell’opera simboleggia l’Italia, la figura in primo piano a sinistra simboleggia il fiume Tevere a Roma, e la figura in primo piano a destra simboleggia il fiume Arno a Firenze. I dettagli del dipinto collegano l’opera alla famiglia Barberini, ed il dipinto rimase esposto a Palazzo Barberini fino al 1812, quando, per  eredità matrimoniale, passò di proprietà alla famiglia Colonna. Nel 1899, quando ormai il pittore dell’opera era stato dimenticato, il proprietario di Villa Lante, Wolfgang Helbig, acquistò l’opera come “replica sconosciuta del XIX secolo”. Il figlio di Helbig, Demetrio Helbig, vendette Villa Lante allo Stato finlandese nel 1950 e quattro anni dopo l’Istituto Finlandese di Roma avviò l’attività nell’edificio. Nel 1958, lo storico dell’arte francese Jacques Thuillier identificò l’opera come realizzazione di Valentin di Boulogne. L’opera di Valentin è di proprietà della fondazione Institutum Romanum Finlandiae, Dopo la ristrutturazione di Villa Lante,che richiederà circa due anni, tornerà al suo posto nell’ambiente principale dell’edificio. la sua collocazione nella suggestiva Villa ben si integra nella struttura rinascimentale della stessa, con una splendida vista che spazia dall’alto del  Gianicolo. Villa Lante è infatti una delle meglio conservate ville del Rinascimento. Venne costruita all’inizio del Cinquecento sul Colle Gianicolo, che già gli antichi conoscevano come il più splendido punto panoramico di Roma. Baldassarre Turini, che fece costruire Villa Lante, pensava che essa venisse a trovarsi sul luogo della villa di un ricco amico del poeta latino Marziale e suo omonimo. La lode al panorama di quella villa è immortalata sulla parete della loggia di villa Lante: “Hinc totam licet aestimare Romam” (Da qui si può ammirare tutta Roma). Nessun altro Istituto Finlandese all’estero offre un insegnamento di così ampio raggio, eccezionalmente ricco anche nel confronto con i numerosi altri Istituti esteri presenti a Roma.
 
Oltre al cosiddetto Corso Scientifico di tre mesi, vengono organizzati annualmente corsi più brevi, di un mese circa, cosiddetti di introduzione. Del lavoro scientifico rispondono direttori con nomina triennale. La materia di studio dei gruppi di lavoro da loro guidati è sempre stata molto varia, spaziando dalle iscrizioni parietali alla romanizzazione dell’Etruria, dai bolli laterizi alle sale da bagno del Rinascimento, dalla storia del diritto e dell’amministrazione  agli scavi nel Foro Romano.
 
Valentin de Boulogne (1591–1632)
 
Valentin era francese e nacque in un villaggio vicino a Parigi. Si sa molto poco dei suoi primi anni di vita o della sua formazione in Francia. Sicuramente visse a Roma dal 1614 in poi e si sentì maggiormente a suo agio in compagnia di artisti fiamminghi e olandesi. Entrò immediatamente nella cerchia dei seguaci di Caravaggio (1571–1610) e adottò un nuovo stile basato sul realismo, con una arte di caratterizzata da forti contrasti di luce e ombra. Le opere tendono costantemente al realismo, persino al naturalismo. I temi sono narrativi e le espressioni e i gesti delle figure sono enfatizzati. Si conoscono circa 60 opere dell’artista. Come generalmente accade con i seguaci di Caravaggio, o dei Caravaggeschi, come sono conosciuti, l’opera di Valentin comprende anche molti dipinti di genere raffiguranti scene di taverne, giocatori di carte, cartomanti e musicisti. Tuttavia, la maggior parte del suo lavoro consiste in dipinti religiosi, conservati in collezioni private. L’Allegoria dell’Italia è assolutamente unica nell’opera di Valentin. L’artista morì prematuramente nel 1632. Secondo la storia, cadde in una fontana dopo una lunga notte trascorsa di bagordi in una taverna, si ammalò con febbri violente e morì pochi giorni dopo.

Privo di virus.www.avast.com




L’ambasciatore della Corea del nord presso le Nazioni Unite minaccia una guerra nucleare

La Corea del Nord ha dichiarato alle Nazioni Unite che la penisola è “sull’orlo di una guerra nucleare” a causa, in particolare, delle “azioni sconsiderate” degli Stati Uniti.

“La situazione militare nella penisola coreana e nei suoi dintorni si sta avvicinando all’orlo di una guerra nucleare”, ha avvertito l’ambasciatore di Pyongyang presso le Nazioni Unite, Kim Song, in un discorso all’Assemblea generale Onu, dove ha attaccato la politica di Washington nel nord-est asiatico.

Cina, ‘summit con Giappone e Corea Sud il prima possibile’

 La Cina ha riferito che è stato raggiunto un accordo con il Giappone e la Corea del Sud per tenere un summit trilaterale “il prima possibile”.

E’ quanto ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin.