Usa, al via i dazi su importazioni acciaio e alluminio da Europa, Canada e Messico

La frustrazione degli alleati americani nei confronti dell’ultima manovra dell’amministrazione Trump è evidente e complica il vertice dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, chiamati a facilitare il dialogo in vista del summit dei capi di stato di Charlevoix.

Ma l’agenda canadese per gli incontri, molto liberal in linea con le politiche di Justin Trudeau, è minacciata, rendendo difficile l’organizzazione pratica degli eventi. Non c’è accordo infatti quasi su nulla: non sul commercio, non sul clima, non sull’Iran. Un comunicato al termine della riunione di Whistler non è atteso: gli sherpa continueranno a lavorare dietro le quinte nel tentativo di centrare un’intesa e per cercare di evitare che il G7 dei capi di stato non sia un flop. Il dialogo però è in salita: la politica dell’America First di Trump e lo schiaffo dei dazi sono difficili da digerire.

”I più poveri e i meno privilegiati sono coloro” che pagheranno il prezzo più alto se il commercio viene distrutto, ammonisce Christine Lagarde, il direttore generale del Fmi, invitando la ”società civile e le aziende” a farsi sentire sul tema. E questo perché gli scambi commerciali sono il motore della crescita mondiale e fermarli rischia di avere conseguenze sulla ripresa, che procede nonostante i nodi del ”colossale” debito privato e pubblico.

A mostrare segnali di preoccupazione sul commercio è anche il governatore della Fed, Lael Brainard:

”offuscano” le prospettive americane, che restano ”abbastanza positive” per il 2018. Gli Stati Uniti – avverte Brainard – non sono però immuni dai rischi che arrivano da oltreoceano e che condizionano anche la politica monetaria della Fed. Fra questi ”gli sviluppi politici in Italia” che possono compromettere ”la crescita globale sincronizzata” dice il governatore della Fed, ribadendo l’appropriatezza di un aumento graduale dei tassi di interesse da parte della Fed. Il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, ha avuto un incontro bilaterale con il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz a margine del G7dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali. Un incontro di 40 minuti onesto e aperto, dominato dai dazi imposti dagli Stati Uniti sull’acciaio e l’alluminio a Unione Europea, Canada e Giappone. Scholz – riferiscono alcune fonti – ha espresso le sue preoccupazioni sul debito americano e avrebbe sollevato con Mnuchin anche il tema dell’Iran, mettendo in evidenza come l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare con Teheran ha effetti sull’Europa. I dazi che gli Stati Uniti hanno deciso di attuare unilateralmente sono “sbagliati” e “illegali” afferma Scholz, a margine dei lavori del G7. Ci sono delle regole “fissate a livello internazionale” e i dazi le infrangono, aggiunge Scholz, precisando che l’Unione Europea “reagirà in modo forte e intelligente”. Pier Carlo Padoan non parteciperà al G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali. Partito dall’Italia per partecipare all’incontro, Padoan ha deciso di tornare indietro durante uno scalo tecnico per motivi istituzionali, una volta appresa la notizia sui tempi del giuramento del nuovo governo. Nella delegazione italiana al vertice c’è invece il governatore di Bankitalia Ignazio Visco che ha avuto un colloquio con il presidente della Fed Jerome Powell si sono intrattenuti in un breve colloquio a margine dei lavoridel G7. Una passeggiata di alcune centinaia di metri, durante la quale – secondo quanto si è appreso – Powell si sarebbe interessato anche della situazione politica italiana.




Kiev, caso del giornalista trovato morto. Una messa in scena dei servizi ucraini

Il giornalista russo Arkady Babchenko è vivo. Ad annunciarlo è lui: “chiedo scusa a tutti, e a mia moglie, per l’inferno che ha dovuto sostenere ma non c’era alternativa: ringrazio i servizi ucraini per avermi salvato la vita” ha detto Babchenko in conferenza stampa che continua aggiungendo come “l’operazione speciale è stata preparata per due mesi, io sono stato messo al corrente un mese fa. Hanno lavorato come matti. Il risultato di questo lavoro si è trasformato in un’operazione che ha portato alla cattura di un uomo.

Babchenko è apparso in un’intervista con il capo dei servizi di sicurezza ucraini a Kiev il quale spiega che l’assassinio è stato solamente una messa in scena.

La notizia apparsa ieri

Ancora un altro giornalista russo, critico del presidente Putin,fosse finito ucciso in un omicidio ancora tutto da chiarire. Arkady Babchenko, reporter e scrittore a Kiev dopo l’esilio causato dalle costanti minacce per le sue posizioni aspre nei confronti delle operazioni del Cremlino in Siria e Ucraina.
Secondo la ricostruzione resa dal vice commissario di polizia ucraina Vyacheslav Abroskin, il giornalista sarebbe sarebbe stato ucciso da tre colpi di pistola inferti da un uomo, che secondo varie testimonianze oculari, ha tra i 40 e 45 anni con una barba grigia. Babchenko stava rientrando nel suo appartamento mentre la moglie era in bagno al momento dell’attacco, per ritrovarlo solo in seguito disteso a terra morente.

Nato nel 1977, Arkady aveva servito come militare la Russia nei due conflitti in Cecenia nel 1994-96 e 1999.2009, quando decise di dedicarsi al giornalismo agli albori del nuovo millennio. La sua attività di collaborazione come corrispondente di guerra per Moskovsky Komsomolets e Zabytyi Polk, si accompagnava alle pubblicazioni su Novaya Gazeta e alla stesura di vari libri. Suo il romanzo dal titolo “La guerra di un soldato in Cecenia” edito Mondadori che ha raggiunto anche il pubblico italiano.

Si pensa che la mano omicida appartenga ai servizi russi, dato che Babchenko era apertamente avverso alla destabilizzazione dell’Ucraina perpetrata dalla Russia come egli stesso testimoniava attraverso dei reportage. La decisione di lasciare la Russia matura dopo una campagna di odio mossa nei suoi riguardi dopo che il giornalista aveva espresso su Facebook la sua indifferenza alla morte dell’intero coro Alexandrov Ensemble a seguito dell’incidente aereo del natale 2016. “qui non mi sento più sicuro” aveva dichiarato il giornalista annoverando tutte le minacce che aveva dovuto subire tra cui quelle dell’ultranazionalista Vitaly Milonov e del senatore Frants Klintsevich.
Babchenko perciò decise di raggiungere Praga e poi Kiev dove lavorava per la televisione ATR.

I dubbi circa un uccisione politica nascono anche ricollegandosi allo scorso marzo 2017 quando un ex deputato comunista contro le ingerenze in Ucraina veniva freddato nello stesso modus operandi e anche rileggendo un articolo del network Tsargrad guidato dall’ideologo di Putin, Alexander Dugin, dove il giornalista era posizionato decimo nella lista dei 100 russofobi più pericolosi.
Il Comitato Investigativo russo promette di aprire un’inchiesta e di non lasciar cadere nell’oblio “questi crimini crudeli contro i nostri cittadini”.

Il giallo viene risolto oggi pomeriggio alle 17, svelando una trama dei servizi ucraini per “salvare la vita” del giornalista.

Gianpaolo Plini




Kiev, giornalista critico su Putin trovato morto: è giallo

Ancora un altro giornalista russo, critico del presidente Putin, finisce ucciso in un omicidio ancora tutto da chiarire. Arkady Babchenko, reporter e scrittore a Kiev dopo l’esilio causato dalle costanti minacce per le sue posizioni aspre nei confronti delle operazioni del Cremlino in Siria e Ucraina.
Secondo la ricostruzione resa dal vice comissario di polizia ucraina Vyacheslav Abroskin, il giornalista sarebbe sarebbe stato ucciso da tre colpi di pistola inferti da un uomo, che secondo varie testimonianze oculari, ha tra i 40 e 45 anni con una barba grigia. Babchenko stava rientrando nel suo appartamento mentre la moglie era in bagno al momento dell’attacco, per ritrovarlo solo in seguito disteso a terra morente.

Nato nel 1977, Arkady aveva servito come militare la Russia nei due conflitti in Cecenia nel 1994-96 e 1999.2009, quando decise di dedicarsi al giornalismo agli albori del nuovo millennio. La sua attività di collaborazione come corrispondente di guerra per Moskovsky Komsomolets e Zabytyi Polk, si accompagnava alle pubblicazioni su Novaya Gazeta e alla stesura di vari libri. Suo il romanzo dal titolo “La guerra di un soldato in Cecenia” edito Mondadori che ha raggiunto anche il pubblico italiano.

Si pensa che la mano omicida appartenga ai servizi russi, dato che Babchenko era apertamente avverso alla destabilizzazione dell’Ucraina perpetrata dalla Russia come egli stesso testimoniava attraverso dei reportage. La decisione di lasciare la Russia matura dopo una campagna di odio mossa nei suoi riguardi dopo che il giornalista aveva espresso su Facebook la sua indifferenza alla morte dell’intero coro Alexandrov Ensemble a seguito dell’incidente aereo del natale 2016. “qui non mi sento più sicuro” aveva dichiarato il giornalista annoverando tutte le minacce che aveva dovuto subire tra cui quelle dell’ultranazionalista Vitaly Milonov e del senatore Frants Klintsevich.
Babchenko perciò decise di raggiungere Praga e poi Kiev dove lavorava per la televisione ATR.

I dubbi circa un uccisione politica nascono anche ricollegandosi allo scorso marzo 2017 quando un ex deputato comunista contro le ingerenze in Ucraina veniva freddato nello stesso modus operandi e anche rileggendo un articolo del network Tsargrad guidato dall’ideologo di Putin, Alexander Dugin, dove il giornalista era posizionato decimo nella lista dei 100 russofobi più pericolosi.
Il Comitato Investigativo russo promette di aprire un’inchiesta e di non lasciar cadere nell’oblio “questi crimini crudeli contro i nostri cittadini”.

Gianpaolo Plini




Robert De Niro vieta al Trump di entrare nei suoi ristoranti

Robert De Niro lancia un’altra delle sue bordate contro Donald Trump e vieta al presidente americano di entrare nei suoi ristoranti giapponesi: che la star di Hollywood non sopporti il tycoon è noto da tempo, ma l’attore di origini italiane non era mai arrivato a tanto. Intervistato dal tabloid britannico Daily Mail, il 74enne co-fondatore della catena di ristoranti nipponici Nobu non ha usato mezzi termini: se Trump dovesse mai entrare in uno dei suoi locali, verrebbe irrimediabilmente riaccompagnato alla porta. Ma il suo odio per Trump non finisce qui: “Non mi interessa cosa gli piace – ha proseguito De Niro riferendosi sempre al presidente – Se dovesse entrare in un ristorante mentre io sono lì, me ne andrei”.

L’altro co-fondatore della catena, lo chef Nobu Matsuhisa che era presente durante l’intervista, ha preferito rispondere con una battuta affermando che è il suo “sogno far sedere Trump accanto” a De Niro per “preparare loro del sushi!”. Ma Nobu sa bene che il suo sogno non si avvererà mai perché il sogno di De Niro è ben diverso: “Prima può essere messo sotto accusa (‘impeached’)” meglio è, “o forse sarà arrestato e messo in prigione…”, aveva detto l’attore lo scorso ottobre parlando di Trump.




Finnair, Pekka Vauramo, lascia la società per passare in Metso Corporation

L’amministratore delegato di Finnair, la compagnia aerea di bandiera finlandese, Pekka Vauramo, ha comunicato le sue dimissioni dalla società per passare a Metso Corporation come nuovo CEO. Lascerà Finnair al più tardi nel novembre 2018. La ricerca del successore di Vauramo è iniziata oggi. “Il Consiglio di Finnair è naturalmente dispiaciuto nel vedere che Pekka Vauramo lascia l’azienda, ma rispettiamo anche la sua decisione personale di affrontare un’altra sfida. Ringraziamo Pekka per la sua leadership negli ultimi cinque anni e gli auguriamo un grande successo nel suo futuro ruolo “, afferma Jouko Karvinen, presidente del consiglio di amministrazione di Finnair. “Negli ultimi anni, i dipendenti di Finnair hanno conseguito notevoli trasformazioni e hanno trasformato Finnair in un’azienda in crescita. Tutti noi di Finnair, incluso il consiglio di amministrazione, continueremo ora questo lungo percorso. ”

“Abbiamo lavorato molto con Finnair negli ultimi cinque anni”, dichiara a sua volta il CEO Pekka Vauramo

“Il nostro focus strategico sulla crescita, l’esperienza del cliente, l’esperienza del personale e la trasformazione sono state la scelta giusta, e voglio ringraziare calorosamente l’intero team Finnair per questo. Mi è stato ora offerto di affrontare un’altra sfida, e questa non è stata una decisione facile da prendere per me. Sono grato di aver fatto parte di questo viaggio di cambiamento, e sono impegnato a guidare Finnair insieme al mio team per il resto del mio tempo qui. L’attenzione della nostra azienda deve essere sul suo futuro sviluppo ogni giorno”.
Pekka Vauramo ha guidato Finnair dal 2013; durante questo periodo la compagnia ha conseguito importanti e positivi risultati finanziari, aumentando del 330% il proprio valore azionario.




Royal Wedding: Harry e Meghan sposi. Lui si commuove: “Sei meravigliosa”. Tutte le foto

Harry e Meghan hanno detto sì. Il principe Harry, figlio cadetto di Carlo e Diana, e l’attrice americana Meghan Markle sono marito e moglie. Si sono detti sì nella cappella di St. George del castello di Windsor al culmine del rito nuziale anglicano presieduto dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. Da oggi diventano rispettivamente ‘sua altezza reale il duca di Sussex’ e ‘sua altezza reale la duchessa di Sussex’, secondo i titoli conferiti loro dalla regina Elisabetta II.

“Sei meravigliosa”, “You look amazing”, sono state le prime parole che Harry ha rivolto a Meghan al suo arrivo all’altare. Rilassato fino all’ultimo, all’ingresso della sua futura sposa il principe si è lasciato scappare qualche lacrima.

 

Ad attendere Meghan in chiesa, il principe Carlo – erede al trono britannico e padre dello sposo – chiamato ad accompagnarla all’altare in sostituzione di papà Markle, Thomas, il quale ha dato forfait all’ultimo momento per problemi di salute legati ad un attacco cardiaco annunciato subito dopo il coinvolgimento in uno scandalo di presunte foto vendute a un tabloid.

Variazioni sul tema della tradizione alle nozze reali fra il principe Harry e Meghan Markle a Windsor: un coro gospel americano ha intonato la celebre ‘Stand by me’ subito dopo l’infiammato sermone del vescovo episcopale di Chicago, Michael Curry, incentrato sulla forza dell’amore umano che trova “la sua sorgente in Dio”.

Harry è arrivato a bordo di una Range Rover e indossa l’alta uniforme di ufficiale dei Blues and Royals della cavalleria di Sua Maestà. Prima di entrare in chiesa ha compiuto un breve tragitto a piedi rispondendo con sorrisi e saluti alle grida augurali della folla. Nella cappella è stato accolto dal rettore del complesso religioso di Windsor, David Conner, e poi è stato affiancato lungo la navata centrale verso l’altare dal fratello maggiore William, secondo in linea di successione al trono della regina Elisabetta dopo il padre Carlo e oggi testimone di nozze. Harry era stato a sua volta testimone nel 2011 del matrimonio dello stesso William con Kate Middleton

In alta uniforme militare dei Blues and Royals, reggimento di cavalleria dell’esercito britannico di cui la regina è colonnello comandante, sia lo sposo Harry che il testimone William accolti nella cappella di St. George da un’ovazione dei 600 ospiti. Sorridente e rilassati hanno chiacchierato per tutto il tragitto che li ha condotti in chiesa.

Meghan Markle ha lasciato l’hotel dove ha trascorso la notte a bordo di una Rolls Royce d’epoca, con al fianco sua madre Doria Regland, per raggiungere il castello di Windsor.

Oltre ai circa 2.640 rappresentanti della ‘gente comune’, scelti dagli sposi per assistere alle nozze nel cortile del castello.

In chiesa il fratello di Lady Diana, Charles Spencer, con il volto sorridente e rilassato; la regina dei talk show americani Oprah Winfrey; l’attore britannico Idris Elba, elegantissimo in completo blu e camicia bianca; la popstar James Blunt con la moglie Sophia. Tra gli invitati già arrivati c’è anche Chelsy Davy, ex storica fidanzata di Harry, David e Victoria Beckham, George Clooney e la moglie Amal.

Il principe Harry e Meghan Markle sono saliti sulla carrozza ascot per il corteo nuziale dopo la celebrazione religiosa del loro matrimonio a Windsor. La loro uscita dalla cappella di St. George è stata accolta da grida di esultanza e di saluto della folla. Le famiglie, con il principe Carlo accanto alla madre di lei, Doria Ragland, si erano intanto schierate sulla scalinata della chiesa per le foto e i saluti, al suono delle campane a festa. Mentre la regina e il principe Filippo si sono allontanati sulla Rolls Royce ufficiale di palazzo sulle note dell’inno nazionale. L’atmosfera rilassata, i volti sorridentI e il sole continua a splendere.

Centinaia di persone hanno trascorso la notte sui marciapiedi di Windsor per assicurarsi i posti migliori e poter seguire dal vivo la coppia al suo passaggio in carrozza dopo la cerimonia nella cappella di St. George.

Le fedi di Harry e Meghan sono state realizzate da Cleave and Company, gioiellieri e medaglieri storici della famiglia reale che hanno anche montato le pietre preziose sull’anello di fidanzamento dell’attrice americana. La fede di Meghan è stata realizzata con oro gallese ed è donata dalla regina Elisabetta. L’anello di William invece è una fascia di platino decorata.

Irene Tagliente

 




Cuba, aereo con 104 passeggeri e 5 membri equipaggio si schianta al decollo: solo 3 sopravvissuti

L’AVANA – Tragedia aerea nei cieli cubani. Un Boeing 737 si è schiantato poco dopo il decollo dall’aeroporto dell’Avana, con a bordo 104 passeggeri e cinque membri dell’equipaggio. Solo tre persone, tutte donne, sono sopravvissute ma si trovano in ospedale in condizioni gravissime. Nella lista dei passeggeri risulta anche una cittadina cubana naturalizzata italiana.

Alle 12.08 (le 19.08 in Italia), il volo CU 972 della Cubana de Aviacion, la compagnia di bandiera cubana, operato un Boeing 737-200 della Damojh Aerolineas, una low cost messicana con base a Guadalajara, è caduto in un campo seminato di Puerto Boyeros, a poca distanza dall’Aeroporto José Martì e a 13 kilometri dal centro della capitale, poco dopo essere decollato dall’Avana per dirigersi verso Holguin, nell’est dell’isola. A bordo del velivolo viaggiavano 104 passeggeri e cinque – e non nove, come reso noto in precedenza – membri dell’equipaggio, tutti messicani. Le tre donne sopravvissute all’incidente – un altro ferito è morto all’arrivo in ospedale – sono tutte di nazionalità cubana, come la maggior parte dei passeggeri.

Solo cinque sarebbero stranieri, secondo Granma, il quotidiano del Partito Comunista Cubano

I soccorsi sono arrivati rapidamente, e le fiamme dell’incendio dell’aereo sono state controllate rapidamente, anche grazie alla pioggia. Il presidente Miguel Diaz-Canel ha visitato personalmente il luogo del disastro poche ore dopo, e in un breve messaggio televisivo ha detto che “oggi è un giorno di lutto per il nostro paese”. Non è stata rilasciata finora nessuna lista di passeggeri, ma la Global Air – proprietaria della Damojh Aerolineas – ha comunicato i nomi dei membri dell’equipaggio. L’ambasciata messicana all’Avana ha disposto misure speciali per accogliere i parenti delle vittime. Diaz-Canel ha annunciato l’immediata creazione di “una commissione speciale, che ha già aperto un’inchiesta sui fatti”, promettendo che “forniremo tutta l’informazione” all’opinione pubblica. Secondo testimonianze di abitanti del luogo, raccolte dai media locali, poco dopo il suo decollo il Boeing avrebbe effettuato una brusca virata verso il primo terminale dell’aeroporto. Testimoni locali sostengono che in quel momento il velivolo potrebbe aver urtato fili dell’alta tensione.




Helsinki, Scandic Hotels Group “atterra” nell’aeroporto della capitale finlandese

HELSINKI – Scandic Hotels, la più grande compagnia alberghiera della regione nordica, ha firmato un accordo di locazione a lungo termine con LAK Real Estate Oyj, una filiale di Finavia, la società di gestione degli aeroporti finlandesi, per la gestione di un nuovo hotel presso l’aeroporto di Helsinki. I lavori per il nuovo hotel Scandic Helsinki Airport sono stati avviati nel gennaio 2017, e l’apertura è avvenuta a marzo scorso, ne è direttrice Meri Palletvuori. Scandic gestisce già 9 alberghi nella regione di Helsinki e con il nuovo Scandic Helsinki Airport la posizione di mercato viene ulteriormente rafforzata.

Questo incremento delle strutture ricettive nella capitale finlandese ed intorno all’aeroporto si affianca alla crescita costante dei servizi aeroportuali

Infatti, negli ultimi anni l’aeroporto è diventato un importante hub per i voli verso l’Asia operati da Finnair e la richiesta di alloggi vicino all’aeroporto è aumentata. Il nuovo Scandic Helsinki Airport fronteggia il Terminal 2, a ca. 100 metri. L’edificio, che era adibito ad uffici, è stato trasformato in un hotel moderno e confortevole che comprende cinque sale conferenze, un bar e un ristorante, una palestra con sauna e 148 camere.

Fiskers: “L’aeroporto Scandic Helsinki è il nostro ottavo hotel aeroportuale nei Paesi nordici”

“Attraverso questo accordo, stiamo aumentando la nostra posizione come la più grande compagnia alberghiera della regione nordica e allo stesso tempo rafforziamo la nostra presenza in una delle nostre regioni più strategiche e importanti, Helsinki”, dichiara Frank Fiskers, Presidente e CEO di Scandic Hotels Group. “Con la sua posizione unica a pochi passi dall’edificio del terminal, è la struttura alberghiera più vicina per i viaggiatori aerei che arrivano all’aeroporto di Helsinki. Costituisce un valore ulteriore per il nostro portafoglio alberghiero, aggiunge Aki Käyhkö, responsabile degli hotel Scandic in Finlandia. Scandic ha lavorato a stretto contatto con la proprietà, LAK, per diversi anni. Entrambe le società hanno finanziato la ristrutturazione, della durata di poco più di un anno.

Gianfranco Nitti




Sigaretta elettronica: esplode e uccide un uomo

Una sigaretta elettronica è esplosa e ha ucciso un uomo in Florida. Si tratterebbe della prima morte attribuita ai prodotti di svapo negli Stati Uniti.

L’uomo, Tallmadge D’Elia, era nella sua casa di San Pietroburgo, in Florida, il 5 maggio quando il dispositivo, noto anche come penna a vape, è esploso, secondo William A. Pellan, direttore delle indagini presso l’ufficio medico dell’esaminatore per la contea di Pinellas.

Ha confermato che la causa della morte accidentale è stata una “ferita simile a un proiettile alla testa” e che il signor D’Elia, 35 anni, aveva subito ustioni su circa l’80% del suo corpo. Sembrava che l’esplosione avesse provocato un incendio nella camera da letto dove era stato trovato.

Uno dei pezzi rimossi dalla sua testa riportava il logo di Smok-E Mountain Mech Works, che ha sede nelle Filippine.

Il proprietario della società non ha risposto immediatamente a un’e-mail con cui si richiedeva una sua replica mercoledì, ma un rappresentante ha detto ad ABC Action News che i suoi dispositivi non esplodono, aggiungendo che il problema potrebbe essere derivato dalla batteria.

Smok-E Mountain produce un particolare tipo di penna di vape chiamata mod meccanica. Rispetto ai più comuni tipi di penne Vape, le mod meccaniche di solito offrono agli utenti un accesso diretto alla batteria e non usano circuiti interni per regolare la tensione.

“Oggi i prodotti sono utilizzati in modo schiacciante dagli hobbisti”, ha dichiarato Gregory Conley, presidente della American Vaping Association, riguardo ai mod meccanici. Ha aggiunto che le e-sigarette utilizzate dalla maggior parte delle persone che hanno lo svapo hanno caratteristiche di sicurezza più integrate.

“Milioni di adulti usano regolarmente prodotti a base di vapore e eventi tragici come questo sono rari”, ha aggiunto Conley. “La stragrande maggioranza dei dispositivi di vaping sul mercato ha lo stesso rischio di incendio degli altri prodotti che utilizzano batterie agli ioni di litio, come cellulari e laptop”.

Un rapporto dell’Amministrazione del Fuoco degli Stati Uniti lo scorso anno ha esaminato 195 segnalazioni di incendi ed esplosioni legati alla sigaretta elettronica dal 2009 al 2016, nessuno dei quali ha provocato morti. Indicava specificatamente le sigarette elettroniche che utilizzano le batterie agli ioni di litio come “nuovo e unico rischio” perché sono più soggette a esplosioni.

 




Giulio Regeni: al vaglio le telecamere della metro del Cairo

Punterà a recuperare le immagini delle telecamere di tutte le stazioni della linea 2 della metropolitana del Cairo il team di esperti russi nominati nell’ambito dell’inchiesta sul sequestro e la morte di Giulio Regeni, trovato privo di vita il 3 febbraio del 2016. Oggi nella capitale egiziana, alla presenza degli inquirenti e tecnici italiani e cairoti, è iniziata l’attività di recupero delle immagini. La procura generale di Egitto ha recepito la rogatoria firmata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal sostituto Sergio Colaiocco del febbraio 2016, stabilendo che l’attività di estrapolazione delle immagini non si limiterà alle stazioni El Bohoth e Dokki (in quest’ultima fu agganciato per l’ultima volta il cellulare di Regeni ndr) ma riguarderà l’intera linea.
Obiettivo di chi indaga è individuare la presenza nelle stazioni di poliziotti o agenti della National security coinvolti nelle indagini tra le 19 e le 21 del 25 gennaio del 2016, giorno in cui si sono perse le tracce di Regeni.




Allarme servizi segreti britannici: l’Isis minaccia l’Europa

L’Isis aspira a compiere attacchi “devastanti” e “più complessi” in Europa dopo aver perso territori in Medio Oriente: è l’allarme che il capo dell’MI5 Andrew Parker lancerà durante una riunione dei responsabili della sicurezza europea a Berlino, secondo un’anticipazione della Bbc. Dodici attacchi terroristici sono stati fermati nel Regno Unito dall’attacco di Westminster nel 2017, rivelerà inoltre Parker.

Il numero uno dell’intelligence interna britannica accuserà anche il Cremlino di “flagranti violazioni delle regole internazionali” per l’avvelenamento dell’ex-spia russa Sergei Skripal e di sua figlia a Salisbury a marzo. Parker descriverà il tentativo di assassinio come “attività maligna intenzionale e mirata” che rischia di trasformare la Russia in un “paria”.