L’Ue boccia la manovra dell’Italia, Salvini: “E’ arrivata la lettera di Bruxelles? Aspetto anche quella di Babbo Natale”

La manovra italiana vede un ‘non rispetto particolarmente grave’ delle regole di bilancio. E’ quanto rileva la Commissione Ue che con ‘rammarico’ conferma la sua precedente valutazione e boccia la manovra, aprendo la strada alla procedura per deficit eccessivo basata sul debito. Ma la borsa di Milano ha chiuso in positivo.

“La nostra analisi di oggi – rapporto 126.3 – suggerisce – scrive la Commissione Ue nel suo rapporto sul debito italiano – che il criterio del debito deve essere considerato non rispettato. Concludiamo che l’apertura di una procedura per deficit eccessivo basata sul debito è quindi giustificata”.

Ocse: ripresa Italia perde slancio, il debito non calerà

“Ci sono dubbi e domande sulla crescita” prevista dalla manovra italiana e, nonostante i chiarimenti chiesti, questi “persistono – ha detto il commissario Ue agli affari economici, Pierre Moscovici -, non abbiamo risposte a queste domande, da dove venga questa crescita né chi pagherà il conto”, a parte aumentare i “rischi per i cittadini, le banche e le imprese italiane” con un aumento di deficit e debito.

“Il debito italiano resta la principale preoccupazione, l’Italia non sta rispettando il criterio del debito e per questo è giustificata una procedura per deficit eccessivo. Ma questo non significa che stiamo avviando ora una procedura per deficit eccessivo, perché ora spetta agli Stati membri” presentare la loro posizione “sulla nostra relazione”, entro due settimane”, ha affermato Moscovici presentando il maxipacchetto sul semestre europeo per l’eurozona.

“Vorrei evitare” la procedura d’infrazione all’Italia “verso cui ci stiamo muovendo lentamente ma sistematicamente” – ha aggiunto in seguito il commissario Moscovici -, anche perché “è irragionevole una crisi tra l’Ue e l’Italia”, ma “non posso accettare nessun tipo di ricatto” sulla manovra italiana. Questo sulla manovra infatti, “non è un conflitto tra Moscovici e Salvini o tra Bruxelles e Roma”, al contrario “l’Italia è chiaramente divisa” dal resto dei Paesi dell’eurozona che sostengono la posizione della Commissione.

 

“Spesa significativa rispetto a prudenza di bilancio”

“In una situazione di debito molto alto, l’Italia sta essenzialmente pianificando una spesa aggiuntiva significativa – ha detto il vicepresidente Valdis Dombrovskis -, invece della necessaria prudenza di bilancio. Inoltre, voglio dire che l’impatto di questa manovra sulla crescita sarà probabilmente negativo dal nostro punto di vista. Non contiene misure significative per rafforzare il potenziale di crescita, anzi, possibilmente il contrario”.

“Il governo è convinto della validità dell’impianto della manovra: ci confronteremo con Juncker sabato sera e spero che confronteremo le nostre posizioni”, ha detto il premier Giuseppe Conte. “Sabato sera con Juncker confido in un confronto costruttivo, rivedremo le rispettive posizioni e valuteremo come andare avanti”. “Sulla manovra economica – ha scritto poi su Facebook Conte – il Governo è pronto a un confronto costruttivo con la Commissione europea.

Sabato l’incontro con Juncker

Sabato incontrerò il presidente Juncker, al quale esporrò l’impostazione, l’ispirazione e le caratteristiche della manovra al fine di rimarcarne la solidità ed efficacia. Sono disponibile a valutare con Juncker tutti i passaggi successivi. Siamo tutti concentrati a realizzare le riforme che vanno bene al nostro Paese e confido di poter convincere anche i nostri interlocutori europei”.

“Con rammarico prendiamo atto che la Commissione non ha ritenuto di condividere le ragioni del bilancio programmatico italiano”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Ritengo tuttavia che la drammatizzazione del dissenso tra Italia e Commissione europea danneggi l’economia italiana e di conseguenza l’economia europea. – prosegue in una nota – Questa considerazione è alla base del nostro impegno a continuare il dialogo con la Commissione alla ricerca di una soluzione condivisibile nell’interesse reciproco”.

 

La replica di Salvini

“E’ arrivata la lettera di Bruxelles? Aspetto anche quella di Babbo Natale”, ha detto il vicepremier, Matteo Salvini, rispondendo a chi gli annunciava l’arrivo della lettera di Bruxelles per l’apertura della procedura di infrazione. “Discuteremo educatamente come sempre abbiamo sempre fatto – ha aggiunto – Ci confronteremo. Vado avanti. Se qualcuno vuole convincermi che la Fornero sia giusta io non ne sono convinto”.

“Sia noi che l’Europa vogliamo la stessa cosa: ridurre il debito – ha scritto su Facebook il vicepremier e leader M5s Luigi Di Maio -. E l’Unione europea si convincerà che, per raggiungere l’obiettivo, abbiamo scelto l’unica strada che funziona: aiutare le famiglie e le imprese, creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. E’ così che l’Italia finalmente può crescere”.

“Non è tanto il parere dell’Europa in sé stesso che ci preoccupa, è il giudizio degli investitori e dei risparmiatori, che si sono già pronunciati in modo severo sulla politica economica del governo giallo-verde”. Lo afferma Silvio Berlusconi che aggiunge: “Tutto questo mi convince sempre di più del fatto che questa maggioranza non sia in grado di andare avanti a governare il Paese. D’altronde i segnali in sede parlamentare confermano che l’accordo di potere fra Lega-M5s è è ormai profondamente logorato”.

“La riunione odierna dei capigruppo della Commissione Econ del Parlamento Ue ha deciso di sentire la Commissione europea sulla manovra di bilancio italiana”: lo rende noto Roberto Gualtieri, europarlamentare Pd/S&D. “L’audizione di Dombrovskis, vice-presidente della Commissione Ue e Moscovici, commissario per gli affari economici, avrà luogo il 10 dicembre a Strasburgo”. Gualtieri ha aggiunto che “i coordinatori hanno anche deciso di invitare a gennaio il ministro Giovanni Tria”.




Malta, omicidio Daphne Caruana Galizia: identificati altri mandanti

Gli investigatori maltesi affermano di aver identificato “più di due” mandanti nell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia nell’ottobre 2017. Lo riporta il Times of Malta. Finora erano stati incriminati soltanto tre uomini accusati di aver materialmente innescato la bomba. Le fonti non avrebbero dato alcuna indicazione su chi siano questi sospetti e se provengano dal mondo criminale, economico o politico.

La famiglia Caruana Galizia, contattata dal quotidiano, non era stata informata dalla polizia su questi ultimi sviluppi

Gli investigatori, sempre secondo il quotidiano maltese, sostengono di essere in costante contatto con Europol e che nelle ultime settimane il contatto si è intensificato in modo significativo man mano che la polizia si è avvicinata alla soluzione del caso. “Abbiamo una grande quantità di dati che richiedono analisi e partner come Europol hanno l’esperienza e l’esperienza necessarie per facilitare questo processo”, sottolinea una fonte. Caruana Galizia era stata assassinata dall’esplosione di una bomba piazzata nella sua auto a pochi metri dalla sua casa. L’omicidio ha suscitato commozione a livello internazionale e richieste di un’indagine trasparente dalla comunità internazionale.

Malta: si addensano le nubi sul Governo. La Ue indaga




Francia, manifestazione dei “gilet gialli” contro il caro-carburante: oltre 400 feriti e quasi 300 arresti

Alta tensione in Francia per le manifestazioni dei “gilet gialli”, la protesta spontanea nata contro il caro-carburante.

Il bilancio della giornata di sabato si aggrava, secondo cifre diffuse dal ministero dell’Interno francese: un morto, 409 i feriti, di cui 14 gravi, 282 gli arresti. Per il ministro Christophe Castaner “siamo di fronte a una disorganizzazione totale, hanno tentato di entrare nelle prefetture, ci sono state azioni di grande violenza”. Intanto, 3.500 gilet gialli sono rimasti in azione tutta la notte. Stamattina i blocchi sono già 40 sulle autostrade.

Il bilancio è di 282.000 i partecipanti.

Parigi i manifestanti, arrivati a un centinaio di metri dall’Eliseo, sono stati respinti dalla polizia in assetto antisommossa anche con i gas lacrimogeni. I manifestanti sono stati respinti verso place de la Concorde dove si sono temuti incidenti per la presenza di black bloc.

Altro punto caldo nei pressi del traforo del Monte Bianco, tra la Francia e l’Italia: per sgomberare alcune decine di “gilet gialli” che bloccavano completamente l’accesso sono stati lanciati gas lacrimogeni. E’ stato disposto il temporaneo blocco del transito dei mezzi pesanti nel tunnel tra l’Italia e la Francia.

In Savoia una manifestante è rimasta uccisa, a Pont-de-Beauvoisin, dall’automobile di una donna che si è trovata nei disordini ed è stata presa dal panico. La donna stava accompagnando la figlia piccola dal medico quando i manifestanti hanno cominciato a dare colpi alla sua auto. Impaurita, la conducente ha accelerato ed ha investito una manifestante, rimasta uccisa. Sotto shock, la donna è stata posta in stato di fermo.

La popolarità di Macron precipita al 25%,record minimo – Emmanuel Macron perde altri 4 punti a novembre nei sondaggi di popolarità ed ormai è soltanto un francese su 4 ad apprezzare l’operato del presidente. Secondo una ricerca Ifop, pubblicata stamattina dal Journal du Dimanche, Macron tocca il suo minimo assoluto nei 18 mesi di presidenza con il 25% di popolarità. Crolla di 7 punti anche il primo ministro Edouard Philippe, al 34%. Gli intervistati che si dicono “molto soddisfatti” di Macron sono soltanto il 4%, quelli “piuttosto soddisfatti” il 21%. I “piuttosto scontenti” il 34%, i “molto scontenti” il 39%




Congo, epidemia di ebola: la peggiore dal 1976

L’ultima epidemia del virus di ebola nella Repubblica democratica del Congo è la peggiore nella storia del Paese. E’ quanto afferma il ministero della Sanità del Paese, riferisce la Bbc online.
Almeno 200 persone sono morte da agosto ad oggi, secondo le autorità, con oltre 300 ulteriori casi di infezione confermati.

Il programma di vaccinazione ha finora inoculato 25mila persone

Da anni, gli sforzi per alleviare la malattia nel Paese sono stati ostacolati dagli attacchi agli operatori sanitari. “Ad oggi, sono stati registrati 319 casi e 198 decessi”, ha detto il ministro della Sanità, Oly Ilunga. Metà delle vittime sono di Beni, una città di 800mila abitanti nella regione di Kivu, afferma l’autorità sanitaria. L’attuale epidemia è la decima divampata nel Paese ed è la peggiore dal 1976, quando venne segnalato il primo focolaio.




California, 25 morti e 110 dispersi per gli incendi: Trump invita la popolazione ad evacuare

Sale a 25 il bilancio delle vittime degli incendi in California e a 110 quello dei dispersi. Paura anche in alcune zone di Los Angeles, dove è in corso un’evacuazione di massa che riguarda migliaia di persone. Almeno nove persone sono morte in California a causa delle fiamme. Più di 2.200 pompieri sono impegnati a combattere le fiamme. Anche la Guardia Nazionale dello Stato sta scendendo in campo, con l’invio di 100 truppe. Paradise, cittadina californiana con 27.000 abitanti, è stata quasi interamente distrutta.

“Una distruzione catastrofica”: cosi’ Donald Trump su Twitter commenta gli incendi in California, invitando la popolazione interessata ad evacuare al piu’ presto se non vuole essere sopraffatta dal fuoco. Evacuata Malibu, la rinomata località dei vip che si affaccia sull’oceano Pacifico. Dalle aeree interessate dai roghi circa 300mila persone sono state costrette ad evacuare.
“L’incendio piu’ devastante della storia della California”: cosi’ i soccorritori definiscono l’inferno di fuoco che oramai da giorni si sta abbattendo sullo stato e che ha gia’ provocato almeno 9 morti, l’evacuazione di 200 persone e la distruzione di 7 mila abitazioni. Fuga dei vip dalle ville di Malibu accerchiata dalle fiamme e paura in alcune aree di Los Angeles dove e’ stato anche evacuato lo zoo.




Trump vince al Senato, perde la Camera ed esulta: “Siamo andati oltre le aspettative” . Obama: “Spero che si torni ai valori dell’onestà”

Donald Trump vince il Senato, ma perde la Camera che torna ai democratici dopo 8 anni (i dem hanno sfondato la quota 218 seggi necessaria per riconquistare il controllo di questo ramo del Parlamento). Questo l’esito delle elezioni di midterm negli Usa. Per i prossimi due anni, il presidente governerà avendo contro uno dei due rami del Parlamento. ‘Repubblicani oltre ogni aspettativa’, dice però mentre tende la mano ai dem: ‘Ora collaboriamo‘. ‘E’ solo un punto di partenza’, spiega Barack Obama.

Al Congresso entrano per la prima volta due donne musulmane e una nativa-americana. I repubblicani ottengono 25 governatori, 21 ai democratici. Record di partecipazione: i votanti sono stati 113 milioni, il 49% degli elettori registrati. Il ministro della Giustizia Jeff Sessions si e’ dimesso con effetto immediato su richiesta di Donald Trump. Matthew Whitaker, capo dello staff di Sessions, sarà ministro della giustizia ad interim.

A scrutinio non ancora completato, nelle elezioni di Midterm i democratici sono proiettati a vincere il voto popolare con uno scarto di circa il 9%. Una percentuale, sottolinea il Washington Post, piu’ grande di quella delle ‘onde’ repubblicane nel 1994, 2010 e 2014 e di quella ‘blu’ nel 2006. Anche Hillary Clinton aveva vinto il voto popolare contro Donald Trump perdendo pero’ la gara negli Stati decisivi.

Mentre continua in molti stati Usa il conteggio dei voti delle elezioni di metà mandato, sono ancora tre i seggi da assegnare al Senato americano, dove i repubblicani hanno già conquistato una maggioranza di 51 seggi (+2) contro i 46 dei democratici. Il democratico Jon Tester ha vinto un seggio al Senato in Montana, portando a 46 i senatori eletti dai dem contro i 51 dei repubblicani. Si attendono ancora i risultati di Florida, Arizona e del ballottaggio in Mississippi.

Il Mississippi ha poi eletto un suo primo senatore ma manca all’appello un secondo, con i candidati che sono andati al ballottaggio previsto per il 27 novembre. Alla Camera dei Rappresentanti, quando sono ancora in corso le ultime operazioni di spoglio delle schede, su 415 seggi a disposizione i democratici ne hanno già guadagnati 222, strappandone 29 ai repubblicani e superando di quattro punti la soglia di 218 deputati necessaria per la maggioranza. I repubblicani sono fermi a quota 199.

Da parte sua, la leader dei progressisti alla Camera Nancy Pelosi – che l’anno scorso aveva evocato l’impeachment per il ministro della Giustizia – ha affermato che i dem hanno intenzione di ripristinare i controlli e gli equilibri costituzionali sull’amministrazione Trump.

“La storia si ripete. Un partito al potere deve sempre affrontare sfide difficili nelle sue prime elezioni di medio termine”, ha detto lo speaker repubblicano della Camera Paul Ryan. E poi: “Mi congratulo con i democratici per la nuova maggioranza alla Camera e con i repubblicani per avere mantenuto il Senato. Non serve un’elezione per sapere che siamo una nazione divisa, e ora abbiamo una Washington divisa. Come Paese e come governo dobbiamo cercare un terreno comune”.

L’appello ai dem, ora collaboriamo in Congresso

Queste elezioni hanno visto un numero record di donne elette alla Camera: almeno 99 diventeranno deputate (su 237 candidate), un numero che supera il record precedente di 84. Tra loro c’e’ la 29enne democratica Alexandria Ocasio-Cortez, la donna più giovane mai eletta al Congresso americano; la democratica Rashida Tlaib, figlia di immigrati dalla Palestina, la prima donna musulmana ad essere eletta al Congresso; e la democratica Sharice Davids, la prima donna nativo-americana in Congresso.

Per i dem sembrava una ‘mission impossible’ conquistare il collegio per la Camera numero sette di Richmond, Virginia, appannaggio dei repubblicani dal 1970, ma l’ex agente Cia Abigail Spanberger è riuscita ad infiammare l’ala più liberal del partito e ha battuto il deputato uscente David Brat (50,01% contro 48,7%).

Arrivano le parole di Barack Obama: “Il nostro lavoro ora va avanti. Il cambiamento non può arrivare da una sola elezione, ma questo è un punto di partenza”. “Spero che si torni ai valori dell’onestà, della decenza, del compromesso e che si torni a un Paese non diviso dalle sue differenze ma legato da un comune credo”, aggiunge l’ex presidente.




Finnair, i miei primi 95 anni: tre nuove rotte per la compagnia di bandiera finlandese

Celebrando il 95° anniversario della sua istituzione, e rafforzando ulteriormente la propria offerta di destinazioni estive per le vacanze dei suoi clienti, Finnair, compagnia di bandiera finlandese, aprirà tre nuove rotte in Europa, ovvero per Bologna, Bordeaux e Porto, per la stagione estiva 2019 e su queste destinazioni verrà aumentata anche l’offerta di capacità. Finnair opererà, per la prima volta, fino a tre voli settimanali per Bologna, tra il 10 aprile e il 18 ottobre. Bologna è ben nota per la sua gastronomia e l’offerta di ricchezze culturali, il che certo non dispiace ai visitatori del nord.

Inoltre, la città è un facile accesso verso molte altre città e regioni italiane limitrofe

Alcuni voli offriranno coincidenze eccellenti per i clienti che viaggiano da e verso le destinazioni asiatiche di Finnair. In Italia Finnair vola tutto l’anno da Milano e Roma, mentre le rotte stagionali confermate per il 2019 sono Venezia, Napoli e Catania. In Francia, Finnair attiverà fino a due voli settimanali per Bordeaux, tra l’11 maggio e il 14 settembre. Spesso indicata come la capitale mondiale del vino, Bordeaux è anche riconosciuta per la sua scena enogastronomica e il suo centro storico che è elencato sulla lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO. In Portogallo, Finnair effettuerà due voli settimanali per Porto, tra il 21 giugno e il 12 agosto. Situata sulla costa del nord del Portogallo, Porto è la seconda città più grande del Portogallo ed è la famosa casa del vino Porto. Questa nuova destinazione portoghese si pone nella scia del successo del lancio dei voli per Lisbona nel 2018.

Tutte e tre le nuove rotte saranno operate con un aereo A319

“Siamo molto lieti di poter offrire queste tre nuove rotte ai viaggiatori per il tempo libero la prossima estate”, ha dichiarato Juha Järvinen, Chief Commercial Officer di Finnair. “Le tre città e le aree circostanti hanno molto da offrire ai nostri clienti e ci aspettiamo che le rotte siano apprezzate dagli appassionati di cibo, in quanto tutte e tre le regioni sono superbe regioni culinarie e vinicole”.
Durante la stagione estiva di punta, verrà aggiunta un’ulteriore frequenza settimanale ad Alanya-Gazipasa, Palma di Maiorca, Spalato e Tel Aviv. Inoltre, Finnair, sulla sua rete interna, potenzierà con un ulteriore volo a triangolazione la rotta verso la Lapponia, per Helsinki, Ivalo e Kittilä dal 24 aprile al 23 ottobre, di mercoledì.

Gianfranco Nitti




Usa, Trump pronto a inviare 15mila soldati al confine col Messico per fermare i migranti

“Un’invasione”: così Donald Trump in un’intervista alla Abc dipinge la carovana di immigrati partita dall’Honduras e in marcia verso il confine tra Messico e Stati Uniti. “Per questo dobbiamo avere un muro di persone che li fermi, ha spiegato il presidente americano motivando la sua intenzione di inviare alla frontiera sud degli Usa fino a 15mila soldati, più di quanti ce ne sono in Afghanistan”.

Trump critica quindi i numeri sulla carovana fatti dai media

“Ci sono carovane in arrivo molto più grandi di quanto viene detto. Io sono molto bravo a stimare l’entità di una folla – ha aggiunto il presidente americano – e vi posso dire che la carovana in arrivo sembra molto più grande di quanto la gente pensi”. Il tycoon spiega quindi che è composta in gran parte da giovani e che “le donne e i bambini inquadrati in tv sono messi lì apposta per le telecamere. Mettono davanti le donne e i bambini, e non va bene”.




Merkel pronta a rinunciare alla guida del partito: flop elettorale ad Assia

La cancelliera tedesca Angela Merkel sarebbe disponibile a rinunciare alla guida del suo partito, dopo le pesanti perdite elettorali in Assia, al prossimo congresso della Cdu di dicembre: lo riferiscono fonti vicine al partito, come riporta Dpa.

Le urne dell’Assia consegnano l’ennesimo schiaffo ad Angela Merkel, come ampiamente previsto dai sondaggi: la Cdu perde oltre dieci punti, tocca il risultato peggiore dal 1966 e vede trionfare gli alleati Verdi. Eppure i primi dati non configurano un terremoto politico e i cristiano-democratici si sforzano subito di contenere i temuti contraccolpi sul governo a Berlino. Che si misureranno comunque a partire da domani. L’uscente Volker Bouffier, fedelissimo della cancelliera, continuerà a governare la regione di Francoforte e nel suo bilancio chiarisce subito che nessuna coalizione potrà essere fatta contro la Cdu. Proprio come in Baviera, potrebbe anche non servirgli un terzo alleato, nonostante le avances dei liberali. Veri sconfitti della serata sono i socialdemocratici, che tuttavia trattano il risultato con cautela. Chiedono che l’Unione smetta di litigare (un modo implicito per puntare il dito contro Horst Seehofer, il ministro bavarese che ha mandato in crisi il governo due volte in pochi mesi) e annunciano verifiche sulla possibilità di continuare a lavorare insieme. Ma non è una vera messa in discussione della Grosse Koalition. Anche perché, se l’alleanza saltasse davvero, lo scenario più plausibile sarebbe il voto, che in questa fase potrebbe rivelarsi fatale per il partito di Andrea Nahles e Olaf Scholz. Di fronte a una caduta di quasi 11 punti – stando alle prime proiezioni, la Cdu avrebbe il 27,2% (nel 2013 presero il 38,3) – Bouffier ha saputo immediatamente guardare il bicchiere mezzo pieno: “È una serata dai sentimenti contrastanti. È doloroso pensare ai voti perduti, ma abbiamo anche visto che lottare vale la pena. Avevamo due obiettivi: restare la prima forza politica del Land e ottenere che nessuna coalizione fosse possibile contro di noi. Li abbiamo raggiunti entrambi”. Una reazione in linea con la segretaria generale Annegret Kramp-Karrenbauer, la quale si è congratulata per aver “evitato la coalizione rosso-rosso-verde”.

Esultano nelle stesse ore gli ecologisti, dati al 19,6% (11,1%): “L’Assia non è mai stata così verde prima d’ora”, ha affermato Annalena Baerbock, che condivide la presidenza con Robert Habeck. Siamo felici di questo storico miglior risultato dei verdi in Assia”, ha aggiunto, rendendo onore al ministro dell’Economia uscente, Tarek Al Waziri, che ha guidato il partito al trionfo di stasera. Di “sconfitta amara” ha parlato invece il candidato di punta dei socialdemocratici, Thorsten Schaefer-Gumbel, che ha visto il partito scivolare al 19,6% (dal 30,7 del 2013), in un testa a testa con i verdi, che si confermano tendenzialmente in grado di diventare seconda forza politica tedesca. Fra i vincitori indiscussi della serata c’è poi l’ultradestra di Afd, che entra nel parlamentino del Land (ed è presente così in tutti e 16) con un risultato a due cifre, il 12,8% (l’altra volta fallì l’obiettivo e restò al 4,1). Festeggiano anche i liberali che con il 7,8% (avevano il 5) potrebbero esser decisivi, e si mettono a disposizione per la coalizione Giamaika. Ma nel corso della serata si potrà capire se la coalizione nero-verde uscente possa farcela anche da sola, sia pur per una manciata di voti. Chiuse le urne in Assia, i problemi tornano adesso a Berlino, dove i partiti della Grosse Koalition dovranno elaborare la punizione dell’elettorato, ed evitare le “scosse” che secondo Wolfgang Schaeuble avrebbero potuto provocare il “grande cambiamento”. Lo scenario che non conviene quasi a nessuno.




Indonesia, aereo cade in mare: 189 i morti

Circa 300 persone tra soldati, agenti di polizia e pescatori sono impegnati nelle ricerche delle vittime, o di eventuali sopravvissuti, del volo Lion Air caduto in mare oggi dopo il decollo da Giacarta: finora non è stato recuperato alcun corpo, ne’ sono stati trovati superstiti. Le autorità hanno reso noto che le acque in cui è caduto l’aereo – a ovest di Java – sono profonde 30-35 metri e che i sommozzatori stanno cercando il relitto dell’aereo. A bordo, secondo i media, c’erano 189 persone.

Il ministero dei Trasporti indonesiano ha dichiarato che l’aereo si è schiantato 13 minuti dopo il decollo dalla capitale, avvenuto verso le 6:20. I dati del sito di monitoraggio aereo FlightAware mostrano che il velivolo aveva raggiunto un’altitudine di soli 5.200 piedi (1.580 metri). Si tratta del peggior disastro aereo in Indonesia da quando un volo AirAsia da Surabaya a Singapore è precipitato in mare nel dicembre 2014, uccidendo tutti i 162 a bordo. Le compagnie aeree indonesiane erano state escluse nel 2007 dalle rotte verso l’Europa a causa di problemi di sicurezza, anche se a molte è stato permesso di riprendere i servizi nel decennio successivo. Il divieto è stato completamente revocato nel giugno di quest’anno.




Brasile, Jair Bolsonaro è il nuovo presidente

Dopo lo scrutinio dell’88,45% dei voti nel ballottaggio delle elezioni presidenziali in Brasile, Jair Bolsonaro risulta vincitore con il 55,7%, contro il 44,30% ottenuto da Fernando Haddad. “Cambieremo il destino del Brasile. Vi offriremo un governo degno che lavorerà per tutti i brasiliani”. Lo ha detto Jair Bolsonaro, nel suo primo discorso da neopresidente del Brasile.