Italia, manovra: la Commissione Ue non avvierà la procedura d’infrazione

La Commissione Ue ha deciso di non avviare la procedura per debito eccessivo nei confronti dell’Italia, dopo l’accordo raggiunto ieri con Bruxelles. Lo si è appreso da fonti Ue.

In sostanza, riferiscono le stesse fonti, la Commissione avrebbe deciso di soprassedere sull’avvio della procedura in attesa di ulteriori verifiche da compiere nelle prossime settimane per tornare poi a fare il punto della situazione a gennaio una volta che la legge di bilancio sarà stata approvata dal Parlamento.

Ed è già pronto l’emendamento alla manovra che recepisce l’esito della trattativa con l’Ue. Il governo presenterà le modifiche sui saldi, che prevedono la riduzione dei fondi per reddito di cittadinanza e pensioni, in commissione Bilancio subito dopo l’intervento del premier Giuseppe Conte in Senato previsto alle 13.

Secondo il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, “la soluzione sul tavolo non è ideale, non dà una soluzione a lungo termine per i problemi economici italiani, ma ci consente di evitare per ora di aprire una procedura per debito, posto che le misure negoziate siano attuate pienamente”.  “Le misure addizionali trovate dall’Italia – ha reso noto Dombrovskis – ammontano a 10,25 miliardi“. 

A parlare di una vittoria del dialogo, è il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. “E’ una vittoria del dialogo politico che la Commissione ha preferito rispetto allo scontro. Alcuni avevano auspicato una crisi, noi invece abbiamo sempre puntato a una soluzione”

I mercati gradiscono l’accordo raggiunto in nottata sulla legge di bilancio.  La Borsa di Milano lima il rialzo con il Ftse Mib che guadagna l’1,1% a 18.860 punti, con l’accordo tra il governo e l’Ue sulla manovra. Proseguono stabilmente in terreno positivo le banche che guardano positivamente anche alla posizione dell’Europa sugli Npl. In calo lo spread tra Btp e Bund che si attesta a 257 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,82%.




Verità e riconciliazione, un difficile percorso per il popolo lappone di Finlandia

È stato recentemente pubblicato,dal Governo finlandese, un rapporto denominato “Processo di verità e riconciliazione riguardante le questioni Sámi”.

Redattrice del rapporto è Anni-Kristiina Juuso, una nota esponente Sámi della provincia di Inari, attrice e giornalista e qui nella veste di consigliere speciale del Primo Ministro.

Il rapporto contiene una sintesi dei risultati delle audizioni svolte nell’ambito dei preparativi per il processo di verità e riconciliazione riguardante il popolo Sámi. La serie di audizioni, rivolte in particolare ai membri della comunità indigena Sámi, si è svolta dal 2 maggio al 29 giugno 2018.

Il processo di verità e riconciliazione attualmente in preparazione in Finlandia si basa sull’istituzione internazionale di commissioni di verità e riconciliazione emerse negli anni ’70.

Commissioni per la verità o commissioni per la verità e la riconciliazione si riferiscono a processi di investigazione delle ingiustizie che hanno avuto luogo nel corso della storia e alla scoperta della verità (cioè cosa è successo) al fine di evitare che tali ingiustizie si ripetano. Una caratteristica centrale delle commissioni che indagano le ingiustizie contro le popolazioni indigene è quella di mirare principalmente a mettere in evidenza le ingiustizie collettive piuttosto che a indagare sulle ingiustizie affrontate dagli individui. Queste ingiustizie collettive hanno avuto e continuano ad avere vari effetti sulle singole persone.

Il rapporto discute di argomenti che includono le riflessioni del popolo Sámi riguardo al processo di riconciliazione in preparazione in Finlandia, che decide quali tematiche la commissione, se stabilita, debba indagare e quali tipi di commissari o direttori di commissioni potrebbero godere della fiducia degli indigeni Sámi. Il rapporto elabora inoltre particolari caratteristiche emerse nelle audizioni in diverse aree e / o con diversi gruppi.

Il popolo indigeno Sámi ritiene che la verità e il processo di riconciliazione siano generalmente una buona idea. Tuttavia è stata espressa una certa sfiducia riguardo all’idea che la Finlandia stia indagando sulle ingiustizie affrontate dal popolo indigeno Sámi in buona fede.

La fase successiva del processo – se davvero ci sarà anche un’altra fase – dovrebbe dipendere da una decisione congiunta del Ministero della Giustizia, del Parlamento Sámi e dell’ufficio del Primo Ministro. Non vi è scadenza per il processo anche se sembra che ci sia volontà da tutte le parti di progredire.

Le rivendicazioni del popolo lappone o Sámi, probabilmente l’unico popolo autoctono d’Europa, sono di lunga data.

Sparsi in poche migliaia tra Svezia, Finlandia, Norvegia con tracce in Russia, i Sámi han subito nel corso dei secoli vessazioni e tentativi di assimilazione forzata che ne hanno messo in pericolo cultura, lingua e tradizioni. Ma negli ultimi trenta anni si è fatta strada un significativa consapevolezza delle proprie caratteristiche etniche, culturali e sociali, che ne hanno promosso il risveglio ed un rinnovato desiderio di valorizzazione di usanze, tradizioni e diritti, con particolare riguardo alla proprietà delle terre ed all’allevamento delle renne. Da qui l’esigenza di conformare le legislazioni degli Stati ove i Sámi sono distribuiti per meglio tutelare tali diritti ed anche sostenere insegnamento ed uso delle tre lingue Sámi.

Il rapporto, pubblicato nelle tre lingue Sámi, finlandese e svedese, è disponibile in inglese al link
http://julkaisut.valtioneuvosto.fi/bitstream/handle/10024/161203/15_18_Saamelaisten%20asioita%20koskeva%20sovintoprosessi_EN.pdf?sequence=1&isAllowed=y

Gianfranco Nitti




Strasburgo, blitz delle forze speciali: ucciso l’attentatore Cherif Chekatt

L’attentatore di Strasburgo, Cherif Chekatt, è stato ucciso in un blitz delle forze speciali. Il killer, che non aveva mai lasciato la città, aveva con sé una pistola e un coltello. Intanto l’Isis, poco dopo la morte dell’attentatore, ha rivendicato l’attacco, affermando che Cherif Chekatt era un “soldato” dello Stato islamico.

Il killer ha sparato agli agenti che hanno risposto al fuoco – E’ stato Cherif Chekatt a sparare per primo contro i poliziotti, che lo hanno successivamente neutralizzato. Il killer si era rifugiato in un magazzino situato in località Plaine des Bouchers, nel quartiere di Meineau, non lontano da Neudorf, dove aveva fatto perdere le proprie tracce dopo l’attentato.

Polizia avvisata da una passante – La fuga del terrorista è finita a rue Lazaret, dove i passanti, dietro le transenne, hanno applaudito a lungo i poliziotti impegnati nel blitz decisivo. A segnalare la presenza di Chekatt a Meineau sarebbe stata una passante che ha riconosciuto il killer per strada e ha chiamato la polizia.

Una volta giunti sul posto gli agenti hanno individuato l’uomo, ma quando hanno tentato di fermarlo, ha spiegato il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, Chekatt ha iniziato a sparare. I poliziotti hanno risposto al fuoco e lo hanno ucciso.

Chekatt non aveva mai lasciato Strasburgo – Nelle 48 ore successive all’attacco ai mercatini di Natale, Chekatt dunque non aveva mai lasciato Strasburgo, ma si era rifugiato nel suo quartiere dove, secondo alcune fonti, potrebbe aver goduto di appoggi e potrebbe essersi fatto curare la ferita al braccio che si era procurato nello scontro a fuoco con la polizia durante l’attentato.

L’ipotesi che Chekatt fosse ancora a Strasburgo era tenuta in forte considerazione dagli inquirenti: già nelle ore precedenti la “cattura”, la pista di una fuga in Germania era stata infatti almeno in parte tralasciata e gli sforzi delle forze dell’ordine si erano focalizzati in città e in particolare nella zona di Neudorf, dove già nel pomeriggio di giovedì era scattato un primo blitz.

La rivendicazione dell’Isis – Poche ore dopo la morte di Chekatt, l’Isis ha rivendicato l’attentato di Strasburgo: “E’ un soldato dello Stato islamico” che ha risposto alla richiesta di “colpire obiettivi della coalizione”.

La pista di un attentato di matrice islamica era stata peventata dopo la testimonianza resa dal tassista costretto a trasportare Chekatt dal luogo dell’attentato fino a Neudorf. L’uomo aveva infatti raccontato che il killer aveva detto di aver ucciso per “vendicare i fratelli morti in Siria”.

Il ministro Castaner: “Attentatore non aveva alcuna rete” – Circa una possibile affiliazione all’Isis frena il ministro Castaner. “Al momento non c’è nulla che dimostri che facesse parte di una rete o che abbia avuto protezioni particolari”. Tuttavia, ha aggiunto Castaner, “l’inchiesta non è chiusa”.
Tre le vittime dell’attentato, ma il bilancio potrebbe peggiorare – Al momento sono tre le vittime dell’attentato di Strasburgo, ma il bilancio potrebbe peggiorare a causa delle gravi condizioni in cui versano alcuni dei feriti, tra cui l’italiano Antonio Megalizzi. Il giovane reporter, raggiunto da un proiettile alla testa, è tenuto in coma farmacologico e lotta tra la vita e la morte.
Venerdì riapre il mercatino di Natale di Strasburgo – Intano il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, ha comunicato che venerdì riapre il mercatino di Natale di Strasburgo con un rafforzato dispositivo di sicurezza. L’annuncio era stato fatto pochi minuti prima del blitz contro l’attentatore. Una riapertura, aveva spiegato il ministro, motivata dalla volontà di “non cedere alla paura”.




L’aeroporto di Helsinki diventa il primo al mondo a rete 5G

HELSINKI – L’aeroporto di Helsinki diventa il primo aeroporto a rete 5G al mondo mentre Finavia, il gestore degli aeroporti finlandesi, e Telia, la società finlandese di telecomunicazioni, introducono un robot per utilizzare la rete 5G lanciata all’aeroporto appena inaugurata da Telia,.
Finavia e Telia hanno avviato un progetto che esplora le possibilità di utilizzare il 5G nelle operazioni aeroportuali e di offrire nuovi tipi di esperienze ai passeggeri. Il progetto significa che Finavia sarà il primo cliente di Telia ad utilizzare la rete pre-commerciale5G in Finlandia.
Il robot 5G opera dal 3 dicembre scorso nell’area non Schengen del terminal T2. Telia e Finavia studieranno come i passeggeri e il personale dell’aeroporto reagiscono e interagiscono con un robot autonomo che svolge compiti di servizio.

“Il robot è in grado di fornire flussi video in tempo reale dal terminale e consente ad esempio di monitorare l’area del terminale tramite controllo remoto o autonomo e verificare che tutto funzioni come dovrebbe.

Il robot può anche guidare i passeggeri nel terminal e miriamo a provare diversi casi d’uso durante il progetto “, afferma Heikki Koski, Chief Digital Officer di Finavia.

La trasmissione e il controllo dei dati del robot sono effettuati su una stazione base 5G in aeroporto. La rete, basata sulla tecnologia di Nokia, utilizza la banda di frequenza a 28 GHz, banda di frequenza più elevata riservata per il5G. Questa è la prima volta in Finlandia che le cosiddette onde millimetriche vengono utilizzate per il 5G in un caso di uso pubblico.
“Il 5G inizierà con i clienti aziendali, in particolare per l’automazione industriale e il controllo remoto. La connessione a bassa latenza e la massiccia capacità del 5G serviranno l’aeroporto con le masse di passeggeri e dati e con l’attenzione per la sicurezza e la fluidità dei servizi “, afferma il direttore del programma 5G Janne Koistinen, diTelia Finland.

Gianfranco Nitti




Strasburgo: ferito il giornalista Antonio Megalizzi, le sue condizioni sono gravi

Sarebbe ferito in modo grave Antonio Megalizzi, il giornalista italiano rimasto coinvolto nell’attacco di ieri sera a Strasburgo. A quanto si apprende, il giovane sarebbe in condizioni più serie di come trapelato ieri sera e si troverebbe ricoverato in terapia intensiva.

Ieri era stato il deputato europarlamentare del Pd Brando Benifei, rimasto all’interno del Parlamento, chiuso dalla polizia, a dare la notizia del coinvolgimento di Megalizzi. E stamattina anche la Farnesina ha confermato il ferimento di un connazionale.




Strasburgo, spari al mercatino di Natale: 3 morti e 12 feriti

Spari in un mercato di Natale a Strasburgo, in Francia. Il bilancio provvisorio sale ad almeno tre morti e undici feriti: è quanto riferisce il sito Dernières Nouvelles D’Alsace. Secondo il municipio, si tratterebbe di un attentato. Il killer è ancora in fuga. L’area intorno al centro storico è stata blindata. Il Comune di Strasburgo invita la cittadinanza a restare chiusi dentro casa.

Un uomo solo avrebbe aperto il fuoco verso le 20 al centro di Strasburgo, riferisce il sito Dna (Derniers notices d’Alsace). I colpi sarebbero stati esplosi in rue des Grandes-Arcades. Il centro città è stato bloccato per un raggio di 200 metri attorno alla piazza Gutenberg. Una fonte della polizia, dice Dna, ha ipotizzato che si tratti di un attentato terroristico.

L’unità di crisi della Farnesina raccomanda agli italiani di evitare la zona del centro storico. In un tweet, si consiglia inoltre ai connazionali di seguire le indicazioni delle autorità locali.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha lasciato in anticipo un ricevimento in corso all’Eliseo per seguire personalmente i fatti di Strasburgo: è quanto annunciano diversi parlamentari presenti sul posto.

Il Parlamento europeo è stato blindato dopo la sparatoria che si è verificata nel centro storico di Strasburgo. L’ordine è stato impartito dal presidente Antonio Tajani che, al telefono con l’ANSA, parla di “diversi morti”. “Il fatto è avvenuto a 3 km di distanza da qui”, ha riferito Tajani. ”Questo Parlamento non si fa intimidire da attentati terroristici o criminali, andiamo avanti! Continuiamo a lavorare e reagiamo con la forza della libertà e della democrazia contro la violenza terroristica”, ha detto il presidente del Parlamento europeo.

“Seguo la situazione dal centro operativo del ministero dell’Interno” a Parigi. “I nostri servizi di sicurezza e di soccorso sono mobilitati”: è quanto scrive il ministro francese dell’Interno, Christophe Castaner, riferendosi ai fatti di Strasburgo.

Controlli al confine franco tedesco all’uscita della città di Strasburgo dopo la sparatoria nel centro storico. Lo riferiscono testimoni precisando che “una volta che abbiamo attraversato il ponte sul fiume Reno nella parte tedesca abbiamo notato che le forze dell’ordine stavano controllando le vetture in entrambi i sensi di marcia e tutte le auto procedevano una a una”.

“Attentato terroristico in corso a Strasburgo nel centro. Spari sulla folla ai mercatini. Ci sono morti e feriti. Noi della delegazione 5 stelle siamo al sicuro. State tranquilli”. E’ il tweet dell’eurodeputato 5 Stelle Dario Tamburrano. Oggi a Strasburgo c’è stata la plenaria dell’Europarlamento.

Centro bloccato, testimone ‘ho sentito gli spari’ – Il centro di Strasburgo è ancora chiuso si può solo uscire ma non entrare nelle strade che portano verso i mercatini di Natale, teatro della sparatoria. Gli ingressi sono stati transennati e le forse dell’ordine della sicurezza bloccano macchine e pedoni. Tra le persone che si allontanano in tutta fretta dal centro è palpabile l’agitazione, tra loro anche qualcuno che ha assistito in diretta agli spari. Cedric racconta all’ANSA di aver sentito nettamente i colpi vicino a piazza Kleber e di aver trovato rifugio in un bar. “Ho sentito colpi di pistola e poi di armi automatiche, probabilmente quelli delle forze dell’ordine, poi c’è stato un movimento di folla e io mi sono messo a correre e sono entrato in un bar”. Florent invece dice di non aver sentito gli spari ma di aver comunque vissuto una situazione “inquietante: eravamo in un locale, all’improvviso ci hanno fatto tutti scendere al piano di sotto, dove saremmo stati più al sicuro”. Fuori dall’area transennata si accalcano i curiosi, tutti chiedono informazioni guardano le notizie sui cellulari o telefonano ad amici e parenti per rassicurarli.




Souvenir dall’Italia ad Helsinki: influenze mediterranee nell’edificio Rautatalo di Alvar Aalto

HELSINKI – Questa piccola mostra prodotta dalla Fondazione Alvar Aalto presenta l’architettura dell’edificio per uffici Rautatalo completato sulla via Keskuskatu di Helsinki nel 1955. Illumina anche la parte più privata di Alvar Aalto, come la sua vita familiare e numerosi viaggi nel Mediterraneo. Aalto ha viaggiato molte volte in Italia, e vi si recò anche per la sua luna di miele nel 1924.

Dai suoi viaggi Aalto ha riportato influenze sulla sua architettura, che sono evidenti nel cortile all’aperto, in stile piazza, Marmoripiha, incorniciato dagli spazi degli uffici di Rautatalo e dalle pareti interne rivestite in marmo di Carrara e travertino.

Nei progetti di Aalto questa piazza in stile italiano doveva essere aperta agli abitanti delle città, uno spazio animato dal brusio delle conversazioni e delle persone che si incontravano, illuminata dalla luce naturale dai lucernari.
La mostra nel cortile di Marmoripiha è costituita da materiale pittorico dei viaggi di Aalto, con informazioni stampate in finlandese, svedese e inglese.

Informazioni sull’evento:

31 dicembre 2018
presso
Edificio per uffici Rautatalo, Helsinki, Finlandia
Biglietti: Ingresso libero
Maggiori informazioni: https://www.rautatalo.fi/en/
La mostra è aperta nei giorni feriali 9-16, e nei fine settimana per abbinare gli orari di apertura del ristorante Dylan Marmoripiha sul sito

Gianfranco Nitti




Huawei, arrestata la figlia del fondatore del colosso cinese

Le autorità canadesi hanno arrestato a Vancouver la direttrice finanziaria della Huawei, Meng Wanzhou, che ora rischia l’estradizione negli Usa dove è in corso un’indagine per accertare se il colosso cinese ha violato le sanzioni all’Iran.

L’arresto della manager, figlia del fondatore della societa’, e’ destinato probabilmente ad aumentare le tensioni tra Usa e Cina nel campo tecnologico, dopo la recente tregua sui dazi.
La Cina ha chiesto al Canada di rilasciare Wanzhou. Un caso che aggiunge tensione tra Pechino e Washington e che minaccia di complicare i colloqui commerciali.

Venerdi’ e’ prevista l’udienza in cui il giudice decidera’ se rilasciarla su cauzione. In ogni caso e’ stata arrestata su richiesta degli Usa, che intendono chiedere l’estradizione.
Huawei, uno dei piu’ grandi produttori cinesi di telefonini, e’ finita nel mirino delle autorita’ americane per timori legati alla sicurezza: l’acquisto e l’uso di telefonini Huawei e’ stato vietato nelle agenzie governative.




Manovra: disgelo Italia-Ue. Juncker: “Facciamo progressi”

Segnali di distensione tra l’Italia e l’Ue sulla manovra mentre anche il premier Giuseppe Conte si dice “ottimista” sulla possibilità per l’Italia di evitare una procedura di infrazione.

“Non si deve drammatizzare la questione dell’ipotesi di infrazione all’Italia” sulla manovra, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in una conferenza stampa a Buenos Aires a margine del G20. “Stiamo facendo progressi”. “Ho incontrato il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte a Bruxelles, e lo incontrerò ancora qui”, ha ricordato Juncker.

“Non siamo in guerra con l’Italia, l’atmosfera è buona”, ha assicurato rispondendo a una domanda sulla trattativa sulla manovra. “Siamo con l’Italia – ha aggiunto – se l’Italia è con noi”.

“Sono sempre ottimista se no non mi sarei neppure seduto al tavolo e non sarei andato a Bruxelles”, ha detto il premier Conte replicando a una domanda sulle parole del ministro dell’Economia, Giuseppe Tria, che si è detto fiducioso sulla possibilità di evitare la procedura di infrazione europea sulla manovra. “Lo sono anche io”, ha aggiunto




Kenya, Silvia Romano ricoperta di fango per non farla riconoscere: sulle tracce dei rapitori

Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya nove giorni fa, “è stata costretta a indossare un niqab” che lascia scoperti solo gli occhi, e i rapitori “le mettono sul viso e sulle mani” del fango per non farla riconoscere. Lo riferiscono all’Ansa fonti nella zona in cui la giovane è tenuta in ostaggio e a Malindi. Sempre per non farla riconoscere, i sequestratori “le hanno tagliato le treccine” con un coltello, ritrovate domenica scorsa nella foresta a nord di Malindi.

“Ottimismo sulla liberazione”

C’è “ottimismo” nella base di polizia “Tana Delta” a Garsen in Kenya, sulla liberazione di Silvia Romano, la volontaria italiana rapita la scorsa settimana (CHI È). Lo riferisce all’Ansa uno dei responsabili. Nella base, dove opera il centro di coordinamento dell’operazione per liberare la ragazza, camionette cariche di agenti e militari sfrecciano dirette verso le zone boschive nei dintorni, dove i rapitori sarebbero oramai stati “accerchiati”. In queste ore la moglie di uno dei sequestratori, arrestata domenica scorsa, starebbe “attivamente” collaborando. Negli ultimi giorni le ricerche hanno ricevuto una spinta in avanti grazie alle informazioni ottenute dai tre sospetti tenuti in custodia dalla polizia. Il raggio delle ricerche è stato ristretto a una specifica area della foresta.

Ministro Moavero Milanesi: “Necessario mantenere riserbo”

“Quanto sta accadendo in Kenya è un fatto molto grave: una nostra connazionale è stata rapita”, ha detto intanto il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi. “Noi lavoriamo in costante contatto con le autorità del Kenya per le ricerche che vengono effettuate e siamo assolutamente motivati a fare tutto il necessario per riportare la nostra compatriota a casa”. Moavero ha ribadito la necessità di mantenere “un doveroso riserbo per consentire alle indagini di andare avanti e arrivare a un risultato positivo”. La polizia del Kenya si è detta certa che Silvia Romano sia viva e che presto verrà liberata, perché il cerchio intorno ai rapitori si sta stringendo. “Ci stiamo avvicinando. Tutto indica che li abbiamo quasi raggiunti”, ha detto nei giorni scorsi il comandante regionale Noah Mwivanda.

Chi è Silvia Romano?

Milanese, 23 anni e un grande amore per l’Africa. Silvia Romano, la giovane volontaria italiana sequestrata in Kenya, è un’istruttrice di ginnastica e si è laureata lo scorso febbraio. In queste settimane era impegnata, tra le altre cose, in una raccolta fondi della onlus “Africa Milele Onlus” finalizzata all’acquisto di una cisterna per il recupero dell’acqua piovana dal tetto di una ludoteca.

Silvia Costanza Romano, lo scorso febbraio si è laureata in Mediazione Linguistica per la Sicurezza e Difesa Sociale al Ciels, il Centro di Intermediazione Linguistica Europea. La scorsa estate ha deciso di partire da sola per l’Africa, per la sua prima esperienza di volontariato in un orfanotrofio a Likoni, gestito dalla onlus “Orphan’s Dream”. Poi Silvia ha proseguito le sue attività con la piccola onlus marchigiana “Africa Milele” (che opera nel Paese africano su progetti di sostegno all’infanzia) a Chakama, prima di tornare in Italia. Ma poi ha deciso di continuare con il suo impegno in Africa, dove era tornata ai primi di novembre.

Il rapimento

La volontaria italiana di 23 anni è stata rapita durante un attacco armato avvenuto il 20 novembre sera, alle 20 ora locale, in Kenya, nella contea di Kilifi. La Farnesina conferma l’accaduto precisando che si tratta di Silvia Costanza Romano , una ragazza di Milano che lavora per la onlus marchigiana Africa Milele. Durante l’episodio, avvenuto nella zona di Chakama, a circa 80 chilometri a ovest di Malindi (LE IMMAGINI DEL LUOGO DEL RAPIMENTO), sono rimaste ferite cinque persone. Lo ha riferito all’Associated Press il capo della polizia keniota Joseph Boinnet, che ha precisato che non è ancora chiaro il motivo dell’attacco né chi l’abbia compiuto. Nella zona ci sarebbero stati rapimenti di stranieri da parte di fondamentalisti islamici con base in Somalia: una delle ipotesi è che a entrare in azione sia stato un commando delle milizie di Al-Shabaab. “Non ci sono parole per commentare quello che sta accadendo. Silvia, siamo tutti con te. Africa Milele Onlus”: questa la scritta che appare sulla homepage del sito della onlus di Fano con cui la ragazza è impegnata in Kenya.

Attivata l’unità di crisi della Farnesina, la Procura apre un’indagine

L’unità di Crisi della Farnesina si è immediatamente attivata e lavora a stretto contatto con l’ambasciata italiana a Nairobi e con la famiglia della cooperante. Come in tutti i casi di rapimenti all’estero, sottolineano le stesse fonti, la Farnesina intende mantenere il più stretto riserbo sulla vicenda “nell’esclusivo interesse della connazionale”. Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in cui si ipotizza il reato di sequestro di persona per finalità di terrorismo e, mentre si attende una prima informativa sulla vicenda, i carabinieri del Ros sono già in contatto con le autorità keniote.

Uomini armati hanno “sparato indiscriminatamente”

La polizia keniota su Twitter ha reso noto che nell’attacco gli uomini armati hanno “sparato indiscriminatamente” ferendo 5 persone, tra cui due ragazzini di 10 e 12 anni le cui condizioni sono stabili. In ospedale è stato anche ricoverato un 23enne, colpito al petto, le cui condizioni sono invece critiche, insieme ad altri due giovani feriti uno al ginocchio e l’altro alla coscia. La polizia sta lavorando “per scovare i criminali”, hanno assicurato.

Un testimone: “Schiaffeggiata e legata prima di essere portata via”

Un testimone, un ragazzo che studia grazie alla onlus per cui lavora la ragazza, sostiene che i rapitori cercassero proprio lei, e che l’hanno schiaffeggiata e legata con le mani dietro la schiena, prima di portarla via. Il giovane afferma che la banda ha fatto irruzione nell’ufficio dell’organizzazione con fucili e machete, intimando che gli venisse detto “dov’era la donna bianca”. I rapitori non gli hanno creduto quando ha detto che lei non c’era e l’hanno trovata, aggredita, legata e portata via. A parlare è stato anche Davide Ciarrapica, fondatore della Onlus Orphan’s Dream, con cui Silvia Romano aveva fatto un’esperienza di un mese di volontariato lo scorso agosto nell’orfanotrofio di Likoni: “Quando un mese fa è tornata in Kenya, Silvia mi è venuta a trovare e le ho detto di non andare a Chakama”, ha affermato Ciarrapica all’Ansa, “perché non è un posto sicuro, ma lei mi ha risposto che lì erano tutti suoi amici”.

La presidente della onlus: “Sono andati a colpo sicuro”

“Il rapimento della volontaria italiana 23enne è avvenuto in una parte del Kenya dove non ci sono centri commerciali, al massimo un negozietto dove si vendono fagioli e dove soprattutto non succede mai niente del genere”, ha spiegato Lilian Sora, presidente della onlus, smentendo le ricostruzioni iniziali. “A quanto ci hanno raccontato le persone che abitano nel villaggio – ha aggiunto – sono arrivati quattro-cinque individui armati che hanno lanciato un petardo, facendo sollevare la sabbia e hanno sparato più volte. Poi sono andati, a colpo sicuro, nella casa dove era la nostra volontaria, probabilmente perché lì sapevano che c’era un’italiana, anche se non so spiegarmi il motivo di quello che è successo. In quel momento era da sola, perché altri erano partiti e altri ancora arriveranno nei prossimi giorni”.

L’associazione attiva dal 2012
“Siamo in costante contatto con la Farnesina – ha proseguito Sora – e attendiamo risvolti positivi affinché possa essere al più presto liberata la nostra volontaria”. La fondatrice della onlus racconta di non aver mai avuto problemi, perché “si tratta di un’area tranquilla, un centro rurale in mezzo alla foresta”. Africa Milele, che ha sede a Fano, è nata nel settembre 2012, a tre anni di distanza dal viaggio di nozze della sua fondatrice, con l’obiettivo di “fare qualcosa per quel Paese al quale sono legata affettivamente”. E Milele, il nome in lingua swahili della onlus che ha fondato, significa “per sempre”. Nel tempo, Lilian Sora ha coinvolto nell’associazione anche i suoi genitori e gli amici e i progetti di Africa Milele si sono concentrati nel tempo soprattutto all’interno della comunità di Chakama, con l’obiettivo di renderla autosufficiente.




Brexit, via libera di 27 leader all’accordo di “divorzio”

I 27 leader Ue hanno dato il via libera politico all’Accordo di divorzio” dal Regno Unito “e alla Dichiarazione politica congiunta” sulle relazioni future, lo ha fatto sapere il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

I 27 leader Ue hanno adottato il testo di conclusioni del vertice sulla Brexit, in cui si invitano “Commissione, Parlamento europeo e Consiglio, a fare i passi necessari per garantire che l’accordo possa entrare in vigore il 30 marzo 2019, in modo da assicurare un recesso ordinato” del Regno Unito. Si legge sull’account Twitter di Preben Aamann, portavoce del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

Se qualcuno pensasse al Parlamento britannico “di rigettare questo accordo” sulla Brexit, pensando di poter ottenere un’intesa migliore, resterebbe deluso un attimo dopo la bocciatura, perché questo è l’unico accordo possibile“, ed “è la migliore intesa possibile”, ha detto il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, al termine del vertice, sottolineando che “oggi è un giorno triste”.

“Di fronte a noi c’è un difficile processo di ratifica” dell’accordo di recesso del Regno Unito e “nuovi negoziati” ha detto il presidente del Consiglio europeo, Tusk al termine del vertice sulla Brexit -. Ma col Regno Unito “resteremo amici fino alla fine dei giorni, e anche un giorno di più”.

Il voto alla Camera dei Comuni sulla Brexit si dovrebbe tenere il 10-11 dicembre, secondo le indicazioni della premier britannica Theresa May al vertice. Lo si apprende da fonti europee.

Ora è giunto il momento che ognuno si assuma le sue responsabilità“, in quanto “questo accordo” di divorzio “è il passo necessario per costruire la fiducia tra l’Ue e la Gran Bretagna per costruire i prossimi passi”. Così il capo negoziatore Ue Michel Barnier all’arrivo al vertice straordinario sulla Brexit. “Resteremo partner, alleati e amici” con Londra, ha concluso, ricordando di aver “sempre negoziato con e non contro la Gran Bretagna”. Barnier ha quindi ringraziato i team di negoziatori, i 27 e l’Europarlamento.

Questo è un Consiglio europeo storico ma che scatena sentimenti misti” in quanto “la Gran Bretagna se ne va dall’Ue dopo 25 anni ma noi rispettiamo la decisione del popolo britannico”. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del vertice Ue straordinario sulla Brexit, sottolineando che “la cooperazione tra i 27, la Commissione Ue e il Parlamento europeo è stata eccellente” e che l’accordo di divorzio “è nel nostro interesse”. “Ho una sensazione di sollievo per aver ottenuto quanto è stato ottenuto”, ha concluso.

Non ci deve essere un secondo referendum“. Theresa May taglia corto al riguardo a Bruxelles nella sua conferenza stampa dopo la formalizzazione dell’accordo sulla Brexit con l’Ue, secondo una delle citazioni riportate con evidenza dai media britannici. “L’opinione pubblica – ribadisce la premier conservatrice – si aspetta che sia ora il Parlamento a votare l’accordo. La maggior parte della gente nel Regno Unito vuole un accordo fatto e che ci concentriamo più chiaramente sui suoi problemi, quelli che contano ogni giorno”.

Intanto in una “lettera alla Nazione” pubblicata in vista del vertice Ue, la premier britannica chiede il sostegno del suo popolo al suo accordo con l’Unione europea sulla Brexit, affermando che si tratta di un’intesa che permetterà al Regno Unito un “più luminoso futuro”, come riferisce Bbc News online.

Quando il prossimo anno la Gran Bretagna lascerà l’Unione, scrive la premier, il Paese vivrà “un momento di rinnovamento e riconciliazione” e l’inizio di “un nuovo capitolo nella nostra vita nazionale”. Un momento, continua la premier, che “deve segnare il punto in cui mettiamo da parte per sempre le etichette di ‘uscire’ e ‘rimanere’, e torniamo ad essere di nuovo un solo popolo”.

Ma “per fare questo – sottolinea Theresa May – abbiamo bisogno di andare avanti con la Brexit ora, sostenendo questo accordo”.

“Con la Brexit conclusa”, sottolinea inoltre la premier, il governo sarà poi in grado di concentrarsi su questioni come l’economia, il sistema sanitario nazionale e la costruzione di case