UE, la Presidenza Finlandese scalda i motori

Il primo luglio 2019 è partito il semestre di presidenza finlandese dell’Unione Europea e rese note le sue priorità operative sintetizzabili nel il rafforzamento dei valori comuni e dello stato di diritto per rendere l’UE più competitiva e socialmente inclusiva per rafforzarne la posizione come leader globale nell’azione per il clima finalizzata alla sicurezza dei suoi cittadini in modo completo.

L’Unione Europea deve fronteggiare un ambiente operativo globale imprevedibile: crescenti competizioni di potere e unilateralismo assertivo sono in aumento, e il sistema basato su regole internazionali e le sue norme e principi sono in discussione.

Abbiamo anche visto mettere in discussione i valori comuni dell’UE. Inoltre, uno stato membro sta per lasciare l’Unione. I pilastri dell’integrazione europea – pace, sicurezza, stabilità, democrazia e prosperità – devono essere protetti. È solo agendo d’intesa e difendendo i valori comuni che l’UE può affrontare le principali sfide del nostro tempo, promuovendo nel contempo il benessere e la prosperità dei suoi cittadini.

La storia europea di successo è radicata nelle istituzioni democratiche, nei diritti umani e nello stato di diritto. La presidenza finlandese intende rafforzare lo stato di diritto per consentire all’Unione europea di difendere in modo credibile un sistema multilaterale basato su regole e istituzioni internazionali per i diritti umani consentendo ai propri cittadini di godere della pace e di pari diritti.

L’UE può dimostrare il suo valore creando benessere e prosperità socialmente, ecologicamente ed economicamente sostenibili. L’accettazione pubblica dell’UE dipende dal processo decisionale efficiente e dalla capacità di attuare quanto concordato.

L’Europa può esercitare l’influenza globale solo se è forte ed efficace. Trasparenza, migliore regolamentazione, partecipazione dei cittadini e rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità sono fondamentali per rafforzare la fiducia nell’UE.

La Finlandia sarà la prima Presidenza ad integrare le nuove priorità dell’Agenda Strategica 2019-2024 nei lavori del Consiglio. Come sottolineato nel programma del Trio.

Finlandia, Presidenza, programma: “Europa sostenibile – futuro sostenibile”




Il caso due Marò, a che punto siamo rimasti?

L’8 luglio cominceranno all’Aja le udienze arbitrali che dovranno stabilire se spetti all’India o all’Italia processarli. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in missione di protezione della nave mercantile italiana Enrica Lexie furono coinvolti il 15 febbraio 2012 nella morte di due pescatori indiani al largo del Kerala, scambiati per pirati.

L’udienza

Il Tribunale arbitrale fissa dunque l’udienza finale dell’Aja dall’8 al 20 luglio 2019. Per la difesa dei due marò, la giurisdizione sui fatti contestati ai militari italiani appartiene all’Italia poiché gli stessi sono avvenuti in acque internazionali su una nave battente bandiera italiana ed essendovi coinvolti militari italiani facenti parte del nucleo militare di protezione della nave operanti nell’ambito di un’operazione antipirateria raccomandata da norme internazionali; fatti che quindi rientrerebbero nell’ipotesi di “incidente di navigazione” avvenuto in acque internazionali secondo quanto previsto dall’art. 97 della Convenzione di Montego Bay. Questa norma prevede infatti che “in caso di collisione o di qualunque altro incidente di navigazione riguardante una nave nell’alto mare, che implichi la responsabilità penale o disciplinare del comandante della nave o di qualunque altra persona in servizio sulla nave, non possono essere intraprese azioni penali o disciplinari contro tali persone se non da parte delle autorità giurisdizionali o amministrative dello Stato della bandiera oppure dello Stato di cui questa persona ha la nazionalità”.

Latorre si è sposato

Intanto il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre si è sposato nella Chiesa dell’ordinariato militare della Capitale, ornata di fiori tricolori, con Paola Moschetti, sempre al suo fianco nella querelle internazionale con l’India. Alle nozze ha partecipato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Assente, perché non possono avere contatti per il divieto del Tribunale dell’Aja, l’altro marò, Salvatore Girone, che Latorre chiama ‘fratello mio’ in un post sui social: “Caro Salvo, oggi non potremo festeggiare con te il mio matrimonio e di Paola, ma ti assicuro che, se non fisicamente, sarai e sarete tu, Vania, Michele e Martina, con noi”. I due marò, in missione di protezione della nave mercantile italiana Enrica Lexie furono coinvolti il 15 febbraio 2012 nella morte di due pescatori indiani al largo del Kerala, scambiati per pirati. L’8 luglio cominceranno all’Aja le udienze arbitrali che dovranno stabilire se spetti all’India o all’Italia processarli.

La difesa dell’Italia

Secondo la memoria consegnata all’Alta Corte del Kerala dai difensori di Latorre e Girone, il comandante della nave italiana, Umberto Vitelli, mette in atto la procedura antipirateria prevista, prima che i marò stessi prendano posizione e ingaggino i presunti pirati, incrementando la velocità della nave da 13 a 14 nodi e attivando le sirene e le luci di allarme; dopo di che il comandante attiva lo Ship Security Alert System. Il comandante riporta l’incidente sulla Mercury Chart; stila un “rapporto militare” (che è una comunicazione ufficiale inviata da una nave alle autorità del proprio Stato di bandiera e alla Guardia costiera e Marina militare dello Stato costiero) e invia un altro rapporto al Maritime Security Center Horn of Africa nel Regno Unito. Dopo aver respinto l’attacco, la nave riduce la velocità a 13 nodi e continua lungo la rotta prestabilita.[22][116] Il comandante Umberto Vitelli avverte la società armatrice della nave che provvede a sua volta a informare la magistratura italiana, poiché la Enrica Lexie si sta muovendo in acque internazionali.[117]

Alle 15 UTC+1 (19:30 UTC+5:30) la petroliera, mentre si trova in acque internazionali a 38 miglia nautiche dalla costa indiana, viene contattata via radio dal Marine Rescue and Coordination Centre di Mumbai.[6] Le autorità indiane comunicano alla Enrica Lexie di avere fermato un’imbarcazione coinvolta nell’evento e chiedono, “con un evidente sotterfugio”, al comandante della Enrica Lexie di dirigersi verso il porto di Kochi per “contribuire al riconoscimento di alcuni sospetti pirati”. Alle ore 15:30 UTC+1 il Comando operativo interforze della Difesa (COI) riceve dai marò a bordo della Lexie la comunicazione che la compagnia armatrice ha deciso di accogliere la richiesta indiana, autorizzando la deviazione di rotta. A seguito di questa comunicazione il comandante della Squadra navale e il COI non avanzano “obiezioni, in ragione di una ravvisata esigenza di cooperazione antipirateria con le autorità indiane, non avendo essi nessun motivo di sospetto”. Quindi, il comandante Umberto Vitelli inverte la rotta per venire in contatto con la guardia costiera indiana, da cui la nave viene scortata nella rada di Kochi, nelle acque territoriali indiane, dove attracca il 16 febbraio circa alle ore 17:48 UTC+1.[35][114][117] Solo al momento dell’attracco a Kochi il comandante della nave italiana viene informato delle indagini in corso riguardo alla morte di due pescatori indiani a bordo della nave St. Anthony, morte che secondo le autorità indiane è stata causata dai colpi di arma da fuoco sparati da bordo della petroliera italiana. In seguito avviene la consegna dei marò alla polizia indiana a causa di “evidenti, chiare, insistenti azioni coercitive indiane”




Riconoscimento speciale dalla Finlandia ad associazione italiana del terzo settore

La Finlandia attribuisce grande importanza nella promozione dell’uguaglianza nel mondo e per questo è grata verso coloro che s’impegnano per raggiungere questo obiettivo comune.

L’ambasciatore Taalas consegna il premio [foto amb. Finlandia]

Per esprimere tale gratitudine, la Finlandia ha consegnato un riconoscimento speciale agli individui e gruppi in tutto il mondo che si dedicano a promuovere l’inclusività nella società. I nomi dei primi destinatari provenienti da 16 paesi sono stati pubblicati recentemente e fra loro c’è anche un’associazione italiana: la Pianoterra Onlus che combatte la disuguaglianza offrendo servizi e assistenza alle famiglie più vulnerabili. Pianoterra mira a prevenire problemi di salute e di sviluppo indotti dalla povertà e dall’isolamento sociale. I suoi servizi sono rivolti principalmente alle madri e ai loro figli. Pianoterra ha ricevuto il riconoscimento dall’Ambasciatore di Finlandia in Italia Janne Taalas presso la sua residenza il 13 giugno scorso.

Il riconoscimento fa
parte di una più ampia campagna sull’uguaglianza, Hän, inaugurata nel
giugno 2019 e che andrà avanti fino alla fine dell’anno. La Finlandia mira a
portare questioni di uguaglianza al centro della discussione internazionale.

Nel 2017, l’anno in cui
la Finlandia ha celebrato il 100 ° anniversario della sua indipendenza, il
paese nordico ha promosso in tutto il mondo azioni nel nome dell’uguaglianza di
genere e ha lanciato il primo International Gender Equality Prize (Premio
internazionale sull’uguaglianza di genere). Il premio verrà assegnato per la
seconda volta entro la fine dell’anno.

oc




Alla 58ima Biennale d’Arte di Venezia alla ribalta per la prima volta l’arte e cultura Sámi

È in corso a Venezia, fino al 24 novembre, a mostra “A Greater Miracle of Perception by the Miracle Workers Collective” che costituisce una significativa presenza all’interno della 58a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale, nel padiglione Alvar Aalto della Finlandia.
All’inaugurazione ufficiale erano presenti, tra gli altri, il ministro finlandese della Cultura, Sampo Terho, il sindaco di Helsinki, Jan Vapaavouri, il presidente del Parlamento Sámi in Finlandia (rappresentante del popolo lappone), Tiina Sanila-Aikio.

L’esposizione, fortemente voluta e sostenuta dal Ministero dell’Istruzione e della Cultura della Finlandia, insieme con la città di Helsinki, la Fondazione Saastamoinen, la Fondazione culturale finlandese e l’Ambasciata di Finlandia a Roma ospita per la prima volta in Italia una interessante testimonianza della cultura e arte Sámi.

La presidente Sanila-Aikio ha dichiarato che “la versatilità e il livello dell’arte Sámi affascinano a livello internazionale, ed è fantastico che Pieski e West partecipino alla Biennale”.

La prima mostra congiunta del collettivo Miracle Workers presso il padiglione Alvar Aalto in Finlandia comprende A Greater Miracle of Perception dell’artista Outi Pieski e opere della cantastorie e cineasta Suvi West. L’opera site specific di Outi Pieski “Ovdavázzit – Forewalkers”(2019) evidenzia la lotta per la sovranità oltre i confini degli stati Sámi su terre e acque della loro aree, sottolineando come la vita e la mobilità devono essere basate sulla coesistenza sostenibile con i bisogni naturali della regione.

Inoltre, la mostra presenta The Killing of Čáhcerávga (2019), che consiste in cinque cortometraggi, in cui i membri del collettivo Miracle Workers studiano il potenziale della disobbedienza nei vecchi schemi di pensiero. Il film racconta strane storie di comunità.

Secondo una loro descrizione, il Miracle Workers Collective è formato e alimentato da una comunità transdisciplinare e transnazionale, che condivide e sviluppa un’ecologia di pratiche nel contesto della 58. Esposizione Internazionale d’Arte. La loro proposta evidenzia un impegno critico verso la collettività e verso pratiche che articolano vari concetti di miracolo come mezzi poetici con cui ampliare ciò che può essere percepito, esperito, fatto e immaginato. Attingendo alle riflessioni di Esiaba Irobi sul miracolo, inteso come “tropo di resistenza spirituale e politica” e come “atto comunitario”, il loro approccio implica una disobbedienza disciplinare volta a enfatizzare la costante sfida della percezione intesa come atto politico. Il MWC a Venezia è composto dalla scrittrice Maryan Abdulkarim; sceneggiatore Khadar Ahmed; scrittore Hassan Blasim; coreografo Sonya Lindfors; artista Outi Pieski; artista Leena Pukki; artista Martta Tuomaala; artista Lorenzo Sandoval; cineasta Christopher L. Thomas e cantastorie Suvi West.

Padiglione: Finlandia
Artisti: Miracle Workers Collective
Curatori: Giovanna Esposito Yussif, Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, Christopher Wessels

Evento:

  1. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
    Dove: Giardini del Castello, Biennale di Venezia
    Quando: 11 maggio – 24 novembre 2019

Maggiori informazioni sulla mostra in Frame Finland:

https://frame-finland.fi/en/venice-biennale/venice-biennale-2019/



Cadice, rissa e video shock: 4 studenti Erasmus italiani in arresto

La polizia di Cadice, in Spagna, ha arrestato quattro italiani come presunti responsabili di una rissa, iniziata in una zona della movida e culminata nel pestaggio di un giovane spagnolo, ora ricoverato in gravi condizioni. Lo riferisce il Diario de Cadiz, che pubblica anche un video shock dell’aggressione, in cui si vede il ragazzo cadere a terra per un pugno al volto e ricevere quindi un violento calcio in testa, che lo lascia incosciente, tra le urla degli amici. Al momento non sono note le cause che hanno scatenato la rissa.



I quattro italiani, studenti in Erasmus secondo la stampa locale, sono stati tutti trasferiti alla stazione della polizia nazionale di San Fernando, da dove saranno portati in tribunale. La rissa è scoppiata questa mattina intorno alle 6:50. Il giovane ferito è sedato nell’ospedale di Puerta del Mar, in attesa di conoscere l’entità delle lesioni.




Pacco bomba a Lione: 13 feriti. E’ caccia all’uomo

Attacco in centro a Lione. Un pacco bomba ha provocato 13 feriti, tutti lievi, non gravi, tra i quali ci sarebbe anche una bimba di 8 anni. Undici di loro sono stati portati in ospedale. Secondo le prime informazioni, i fatti si sono verificati in una zona pedonale nei pressi di Place Bellecour, nel cuore di Lione. Il pacco, sarebbe stato “riempito di chiodi, viti e bulloni era posato per strada”, precisano le fonti del sito Le Progrès. Un uomo in bicicletta è sospettato di aver depositato il pacco bomba: è attivamente ricercato dalla polizia, riferisce BFM-TV.

Scusate il ritardo ma c’è stato un attacco a Lione“: con queste parole il presidente Emmanuel Macron si è scusato con uno youtuber di 22 anni con il quale era fissata un’intervista alle 18:15. L’incontro è cominciato un quarto d’ora più tardi. “Non faccio bilanci – ha esordito Macron – al momento ci sono soltanto feriti, non vittime. Penso a loro e alle loro famiglie”

Secondo 20 Minutes, l’esplosione è avvenuta in rue Victor-Hugo, dinanzi al negozio La Brioche Dorée, nell’ipercentro di Lione. Un’informazione confermata dalla Préfecture du Rhôn. I pompieri e la polizia sul posto.

“Penso ai feriti dell’esplosione di Lione, alle loro famiglie colpite dalla violenza che si è abbattuta in strada sui loro cari e a tutti i cittadini di Lione. Siamo al vostro fianco”, ha scritto su Twitter il presidente francese Emmanuel Macron.




Boom di turismo verso la Lapponia: la Finlandia amplia l’aeroporto di Ivalo

I lavori di costruzione intrapresi
da Finavia, la società proprietaria degli scali finlandesi, all’aeroporto di
Ivalo sono in corso. Le nuove strutture saranno aperte in sei mesi.

Alla fine di aprile, abbiamo avviato il lavoro di ampliamento delle
strutture passeggeri dell’Aeroporto di Ivalo. Al momento, c’è un grande scavo
alla fine del terminal, ma abbiamo in programma di aprire più di 1000 m2 di
nuove strutture prima del prossimo anno
“, afferma Veli-Pekka
Pitkänen, responsabile della regione della Lapponia in Finavia.

Pitkänen precisa che
l’aeroporto avrà una nuova sala per il ritiro di bagagli e aree di attesa oltre
a raddoppiare il numero attuale di stand di aerei. I quattro nuovi stand aperti
per l’uso lo scorso autunno hanno già aumentato considerevolmente la capacità
operativa dell’Aeroporto di Ivalo nella passata stagione. Al momento,
l’aeroporto di Ivalo ha un totale di otto stand di aerei.

Ci saranno un totale di 1200 m2 di nuove strutture, un’aggiunta del 18%
circa al pavimento del terminal. Una spaziosa sala ritiro bagagli con nuove
attrezzature sarà aperta per gli arrivi. La nuova sala renderà anche il resto
del terminal più spazioso, migliorando così l’esperienza del cliente in tutto
l’aeroporto
“, afferma Pitkänen.

L’aeroporto investe anche
nello sviluppo di servizi. Un nuovo negozio aperto in aeroporto sarà gestito da
una società locale chiamata Unique Design
Finland Oy
di Ivalo. Il nuovo Design Center Shop venderà souvenir della
Lapponia e anche note marche di design finlandesi, come Marimekko e Iittala.

Pitkänen è orgoglioso
dell’aeroporto più settentrionale della Finlandia, e non senza motivo:
l’aeroporto di Ivalo è anche considerato l’aeroporto più bello della Finlandia.

L’aeroporto è un’esperienza in sé e per sé. I turisti hanno anche preso
possesso di questo eccezionale aeroporto poiché il numero di passeggeri aerei
all’aeroporto di Ivalo continua a crescere. Il numero di passeggeri su voli
charter internazionali è cresciuto del 4% a gennaio-marzo rispetto all’anno
precedente. Complessivamente, il numero di passeggeri è aumentato del 2% nel
primo trimestre
“, afferma Pitkänen.

L’estensione dell’Aeroporto di
Ivalo fa parte dell’investimento di 55 milioni di euro della Finavia negli
aeroporti della Lapponia. La quota di Ivalo dell’intero investimento è di 10
milioni di euro. L’estensione del terminale è stata progettata dallo studio
dell’architetto di Oulu, UKI Arkkitehdit Oy. L’appaltatore è JoTa-Rak Oy di
Kittilä. Finavia è responsabile della progettazione e della costruzione
dell’estensione del piazzale.

Oltre a Ivalo, sono in corso
notevoli estensioni anche negli aeroporti di Rovaniemi e Kittilä. I lavori di
costruzione in tutti gli aeroporti della Lapponia sono iniziati nella primavera
2018 e saranno completati entro la fine del 2019. L’investimento su vasta scala
consentirà l’ulteriore crescita dell’industria turistica della Lapponia e
migliorerà l’accessibilità e la competitività della Finlandia. Con questo
programma di sviluppo, gli investimenti di Finavia nell’industria turistica
finlandese nei prossimi anni aumenteranno a quasi 100 milioni di euro.




Venezuela, il braccio di ferro continua: la popolazione è allo stremo

Lo avevamo già previsto. Il Venezuela sarebbe sprofondato, in breve tempo, nel caos più totale e nella guerra civile, e così è stato.

Un Paese ricchissimo di risorse naturali come petrolio, miniere d’oro, allevamenti bovini e ovini estensivi di grande pregio. Ma i regimi comunisti che, per decenni, lo hanno dominato, non sono stati in grado di valorizzare tutta questa ricchezza che negli anni cinquanta e sessanta aveva attratto migliaia di nostri connazionali. È pur vero che c’era da aspettarselo, dato che mai il comunismo ha portato benessere alle popolazioni che ha governato.

Nel frattempo il Governo italiano pare non sappia che pesci prendere sulla crisi venezuelana che, è bene ricordarlo, ci coinvolge direttamente visto il numero di nostri connazionali che lì vivono. Trump, invece, pensa ad una improbabile invasione militare. I russi e i cinesi, soffrendo di sindrome da falce e martello, sono propensi a difendere Maduro pur essendo evidente il fallimento del suo malgoverno. Nel frattempo, la gente soffre la fame vera, ed è spesso priva di energia elettrica, medicinali e assistenza sociale; sono tantissimi che premono sulla frontiera brasiliana, anche perché il sangue comincia a scorrere per le strade fra la quasi indifferenza dei media stranieri. A questo punto riteniamo che l’unica alternativa possibile sia il passaggio di consegne al leader dell’opposizione Guaidó che, almeno negli ultimi giorni, è in evidente difficoltà per il mancato appoggio di gran parte dell’esercito schieratosi con Maduro. Un presidente degno erede di quel Chavez che non poco ha contribuito, con la sua scellerata politica economica, a gettare le basi del fallimento odierno del grande paese sudamericano. Per scongiurare una totale guerra civile, che avrebbe disastrose conseguenze sulla popolazione e ripercussioni internazionali pericolose per la stabilità dell’area, auspichiamo che le pressioni politiche e quelle della piazza facciano ammainare la bandiera rossa ed alzare quella della rinascita nazionale e della libertà.

di Fabio Verelli




Spagna: passano i socialisti ma non c’è la maggioranza. L’estrema destra entra in parlamento

Il partito socialista ha vinto le elezioni in Spagna. Il Psoe guidato da Pedro Sanchez esce dalle urne come primo partito e segna anche una certa distanza dal Partido Popular che segue ma con la metà dei seggi, registrando un tracollo storico. E di storico c’è anche l’ingresso in parlamento dell’estrema destra con Vox che ottiene 24 seggi, oltre all’affluenza record che supera il 75,7%. La Spagna si ritrova però senza una maggioranza chiara per formare il prossimo governo e i partiti indipendentisti potrebbero ancora una volta ricoprire un ruolo chiave nel rebus delle alleanze che si prospetta. “Il Psoe ha vinto le elezioni, e con questo ha vinto il futuro e ha perso il passato”, le prime parole del premier.

Sanchez dalle urne ha infatti ottenuto il mandato popolare che gli mancava, essendo arrivato alla guida dell’esecutivo dopo la caduta del governo guidato dal popolare Mariano Rajoy travolto dagli scandali. E ha portato il Psoe a vincere come non faceva da 11 anni. Per questo a Ferraz – la strada che ospita la sede del partito socialista a Madrid – la festa è esplosa subito, con bandiere, canti, folla. Però il compito di Sanchez sarà arduo: pur forte di 123 seggi (sui 350 del Congresso dei deputati), il doppio del Pp – il vero sconfitto di queste elezioni che ne ottiene soltanto 66 dimezzando la sua presenza in parlamento – il leader socialista non ha comunque i numeri per formare una coalizione di sinistra con una maggioranza chiara, poiché con i 35 seggi che Podemos si è assicurato arriva soltanto a 158. Non basta. Rivolgersi di nuovo al fronte indipendentista può solo confermare le accuse dell’opposizione. Che adesso si chiama anche Vox. E in molti osservano che proprio il vaso di Pandora dell’indipendentismo aperto negli ultimi anni ha ‘creato’ Vox.




Takrouna, 1943. Il coraggio dei soldati italiani nelle parole del Generale Bertolini “Il dovere del ricordo sia d’esempio per migliorare la nostra condizione”

In
un clima di sentita partecipazione e commozione si è tenuta, ieri, presso la
rocca di Takrouna (Tunisia), la commemorazione dei valorosi soldati italiani,
caduti nell’ultima battaglia della Campagna d’Africa (aprile 1943).  Come ricordato presso il Santuario del “Quota
33” in Egitto, El Alamein non rappresenta la fine della guerra d’Africa né,
tantomeno, la completa sconfitta dei Paracadutisti italiani.

La
Campagna d’Africa termina, infatti, sulla rocca di Takrouna il 21 aprile 1943
dove – dopo 2500 km di estenuante ritirata da El Alamein (Egitto), attraverso
la Libia e sino in Tunisia, con sete, fame, caldo soffocante di giorno e freddo
notturno, sporcizia, parassiti, mancanza di rifornimenti, attacchi da terra e
dal cielo – 180 sopravvissuti (di 3500 uomini), insieme con i Paracadutisti del
285° battaglione ed un’ultima compagnia di Granatieri, giunta in rinforzo (per
un totale di circa 500 uomini), combatterono strenuamente, sino all’arma bianca.

La maggior parte morì o fu fatto prigioniero nel corso dei combattimenti

Diverse
furono le Medaglie d’argento e di bronzo al valore, come quella d’Argento del
S.Ten. Cesare ANDREOLLI. I pochissimi sopravvissuti, una cinquantina, furono riportati
indietro, verso i campi di prigionia in Egitto.

In
memoria dei paracadutisti caduti durante il ritiro e in quest’ultima battaglia,
i figli di due reduci, i Sottotenenti ANDREOLLI e GIANPAOLO, realizzarono qui nel
1995 – su richiesta dei loro genitori in punto di morte – una stele per
celebrare il valore dei loro compagni.

In
questi ultimi due anni, grazie al costante impegno del Capitano di Vascello Paolo Fantoni, Addetto Militare presso l’Ambasciata
d’Italia ed alla disponibilità dell’Associazione
dei Paracadutisti d’Italia
(ANPDI), il monumento è stato curato e valorizzato,
trasformando un’area aperta ed utilizzata come parcheggio, in un giardino,
ribattezzato “Memoriale dei
Paracadutisti italiani caduti in Tunisia”,
la cui iscrizione all’esterno
delle mura è stata generosamente donata da ex-militari che vivono ora in
Tunisia con il supporto dell’Associazione
Italiani di Hammamet
.

Alla
fine di un triennio, nel suo ultimo intervento istituzionale a Takrouna, il Comandate Fantoni ha sottolineato
quanto sia importante conservare la memoria per le generazioni future. “Guerre
di ieri, sfide di oggi, come quella contro il terrorismo che ci vede uniti con
la bella Tunisia, con lo stesso coraggio e determinazione dei giovani della
Folgore. Per condividere tutto, sino al bene più prezioso della vita. Per
raccogliere i frutti di una pace basata su verità e giustizia. L’unica che
merita questo nome!”.

Di rilievo la partecipazione del Presidente dell’ANPDI, il Generale Marco Bertolini: “… quei soldati italiani erano soldati coraggiosi, erano soldati forti, erano soldati feroci… Hanno dimostrato energie morali che successivamente, dopo la distruzione d’Italia, consentì di ricostruire il nostro Paese. Credo sia importante prendere esempio da loro. Nelle nostre vene scorre lo stesso sangue, noi siamo i loro figli…”. Significative, poi, le sue parole conclusive: “Oggi, per l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia è una bella giornata perché ci troviamo in uno spicchio d’Italia in Tunisia, vediamo il nostro tricolore sventolare insieme con la bandiera tunisina e questo per noi è un grande amore…un grande onore”.  Un lapsus, quello dell’ultima frase, certamente dettato dall’emozione, ma emblematico del forte sentimento provato.

Numerosi,
inoltre, anche gli Addetti Militari in rappresentanza delle rispettive
delegazioni ed alle istituzioni civili e militari locali.

In
chiusura, il Primo Consigliere
dell’Ambasciata d’Italia, il dott. Mauro Campanella
ha posto l’accento
sulla “parola chiave della giornata, la Memoria, che rappresenta un valore per rendere
omaggio a coloro che sono morti per il nostro futuro e la nostra libertà…Oggi
l’Europa è unita e rappresenta un simbolo concreto di pace tra i popoli. Pace e
prosperità sono i messaggi che noi, Paese fondatore dell’unione europea, cerchiamo
di condividere e trasmettere in tutti i rapporti bilaterali, come con la
Tunisia, con la quale condividiamo valori comuni.”

INQUADRAMENTO STORICO (Sintesi)

Il
285° Battaglione Folgore, alla sua costituzione composto da 5 compagnie fra cui
la 108^ del Ten. GIANPAOLO, era formato da quegli iniziali 3500 paracadutisti,
dei quali circa 450 insieme a Granatieri, Bersaglieri e Truppe Tedesche,
riuscirono a rompere l’accerchiamento degli Inglesi continuando a combattere
strenuamente per altri 6 mesi durante tutta la ritirata da EL ALAMEIN,
attraverso la parte occidentale dell’Egitto, tutta la Libia fino in Tunisia.

2500
km di estenuante ritirata nel deserto, sete, fame, freddo notturno, caldo
soffocante di giorno, sporcizia, parassiti, mancanza di rifornimenti adeguati,
attacchi da terra e dal cielo che misero a dura prova questi uomini.

Oramai
decimati dal costante fuoco nemico, i fanti della 1^ compagnia del 66°
Reggimento, i Paracadutisti del 285° battaglione e un’ultima compagnia di
Granatieri giunta in rinforzo, per un totale di circa 500 uomini, riuscirono a
resistere fino alla sera del 21 aprile. Alla fine dovettero arrendersi di
fronte alle soverchianti forze Neozelandesi, avendo oramai terminato le
munizioni.

La
maggior parte morì combattendo finanche all’arma bianca. Diverse furono le
Medaglie d’argento e di bronzo al valore. Tra queste merita di essere ricordata
quella d’Argento del S.Ten. Cesare ANDREOLI. I pochissimi sopravvissuti, una
cinquantina, furono avviati verso i campi di prigionia in Egitto.

Radio
Londra, per giustificare il ritardo dell’avanzata verso Tunisi, dovuto alla
resistenza incontrata, affermò che l’Italia aveva schierato laggiù i suoi
migliori soldati.

Takrouna,
che è l’ultimo episodio bellico della più tragica battaglia di Enfidha, chiude
la campagna d’Africa.




Sri Lanka, attacco isis: 310 morti e 500 feriti

Caccia ai membri del gruppo jihadista srilankese National Thowheed Jamath per la strage di Pasqua a Colombo. L’attacco dei kamikaze anche grazie a una rete internazionale. Almeno 310 le vittime. Tra gli stranieri anche 3 dei 4 figli del patron danese di Asos. Nuova esplosione in un furgone vicino a una chiesa mentre gli artificieri disinnescavano l’ordigno. Ferito in modo lieve l’inviato di Repubblica Raimondo Bultrini. Trovati 87 detonatori vicino alla principale stazione di autobus della città. ‘Tutti condannino questi atti disumani’, ha detto il Papa. Salvini avverte che anche in Italia ‘ci sono migliaia di punti che potrebbero essere a rischio’.

Delle 290 vittime, gli stranieri erano almeno 30, secondo le autorità cingalesi: una piccola minoranza, ma provenienti da ben 11 Paesi. Nella confusione dei dati, ma in base ai dati forniti dai governi dei Paesi di provenienza, 8 dei morti venivano dall’India, altri 8 dal Regno Unito, 4 dagli Stati Uniti, 3 dalla Danimarca, cioè i tre figli dell’imprenditore dell’abbigliamento Anders Holch Povlsen. Due persone, di cui non sono state fornite le generalità, sono svizzere, una delle quali con passaporto anche di un altro Paesi, oltre a una terza persona che faceva parte della famiglia delle altre due vittime elvetiche con due diverse nazionalità, non precisate. Due persone, un uomo e una donna, provenivano dalla Spagna, 2 dall’Australia, 2 dalla Cina. Gli altri morti provengono da Olanda, Giappone e Portogallo.

Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena ha dichiarato per domani, 23 aprile, un giorno di lutto nazionale. Lo ha fatto sapere lo stesso ufficio del presidente, aggiungendo che nello stesso giorno Sirisena incontrerà i rappresentanti diplomatici per sollecitare e organizzare gli aiuti internazionali, anche nelle indagini. Nella stessa nota della presidenza si parla, citando rapporti delle agenzie di intelligence, di “gruppi internazionali” che potrebbero essere coinvolti negli attentati. E’ stata intanto rafforzata la sicurezza intorno alle chiese cattoliche dell’isola.

Nuova esplosione in un furgone vicino ad una chiesa a Colombo, capitale dello Sri Lanka, mentre gli artificieri stavano disinnescando l’ordigno. Il giornalista di Repubblica Raimondo Bultrini è stato lievemente ferito da una scheggia dopo l’esplosione. Ne dà notizia lo stesso quotidiano sul suo sito. Inoltre la polizia ha trovato 87 detonatori vicino la principale stazione di autobus di Colombo.

Erano sette gli attentatori kamikaze che nel giorno di Pasqua hanno compiuto la strage in Sri Lanka. C’è un gruppo jihadista locale dietro i sanguinari attacchi ma sono stati sferrati con l’aiuto di una rete internazionale, sostiene il sottosegretario al governo Rajitha Senaratne. Sono 24 al momento le persone sospette arrestate.

I sostenitori dell’Isis celebrano la strage, convinti che gli attacchi contro chiese e hotel dello Stato insulare rappresentino una vendetta per la carneficina del mese scorso in due moschee di Christchurch (Nuova Zelanda) in cui morirono 50 persone. Gli attentati di ieri non sono stati ancora rivendicati, ma secondo Rita Katz – direttrice del Site (il sito che monitora le attività dei jihadisti online) – “dilagano i post” sulle esplosioni sui canali media affiliati all’Isis, in cui vengono anche pubblicate preghiere affinche’ “Allah accolga” gli attentatori. 

Tre dei quattro figli del patron danese di Asos sono rimasti uccisi, riporta il Guardian. Nei giorni prima degli attacchi Alma, uno dei bambini del miliardario Anders Holch Povlsen, aveva postato su Instagram una foto dei suoi fratelli nella piscina di un albergo.

Questi attentati sono le violenze più letali nello Sri Lanka dalla fine della ventennale guerra civile nel 2009. Il premier ha chiesto un’indagine sulle apparenti carenze nell’intelligence. Il governo aveva ricevuto informazioni su possibili attacchi, ma sembra che i ministri non siano stati avvisati. 

La Farnesina, da subito al lavoro per verifiche, ha indicato anche un numero di telefono a cui rivolgersi per eventuali segnalazioni: 00390636225.

Tra le vittime c’è anche Shantha Mayadunne, una chef molto famosa in Sri Lanka. La donna è ritratta in una foto pubblicata dalla figlia su Facebook (sopra) prima dell’esplosione all’hotel Shangri La.

La lotta al “terrorismo islamico radicale” che ha colpito lo Sri Lanka “e’ anche quella dell’America”: lo ha dichiarato il segretario di stato Mike Pompeo in una conferenza stampa. “Il terrorismo islamico radicale resta una minaccia, dobbiamo restare attivi e vigili”, ha aggiunto.

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Sri Lanka, decine di vittime in esplosioni in chiese e hotel

Nel Paese dell’Asia meridionale la minoranza cristiana è circa il 7,5% della popolazione.

“Vorrei esprimere nuovamente la mia fraterna vicinanza al popolo dello Sri Lanka. Prego per le numerosissime vittime” e invito a “non esitare a dare tutto l’aiuto necessario. Auspico altrettanto che tutti condannino questi atti terroristici disumani e mai giustificabili”. Lo ha detto il Papa al Regina Coeli.

“Ho appreso con sdegno e profonda tristezza la notizia dell’efferato attentato che nelle ultime ore ha insanguinato lo Sri Lanka, causando numerosissime vittime anche tra fedeli inermi riuniti per celebrare la Pasqua – è il messaggio di Sergio Mattarella al presidente Maithripala Sirisena -. In queste drammatiche ore, interprete dei sentimenti degli italiani, desidero far giungere a Lei e all’amico popolo dello Sri Lanka le più sincere espressioni di cordoglio e di condanna di questo vile gesto di insensata violenza”.

I responsabili “vanno puniti senza pietà”: lo ha detto l’arcivescovo di Colombo, cardinale Malcom Ranjith.

“Nella domenica di Pasqua la notizia degli attentati in Sri Lanka contro Chiese, fedeli e turisti mi coglie addolorato e sinceramente preoccupato da questa nuova deriva d’odio. Dal Governo italiano un pensiero alle famiglie di queste vittime innocenti e ai feriti”, scrive su twitter il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

“La preghiera, mia, del governo e di tutti gli Italiani, per i morti innocenti massacrati dai terroristi in Sri Lanka”, dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Gli attacchi testimoniano di un genocidio perpetrato contro i cristiani. Preghiamo per le vittime innocenti e lavoriamo per la libertà di religione nel mondo”. Così in un tweet il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.