Finlandia, nel 2022 il tasso di occupazione supererà il livello pre-epidemia

Grazie alle vaccinazioni contro il coronavirus e al miglioramento della situazione epidemiologica, in Finlandia la domanda di lavoro è in aumento e il mercato del lavoro dovrebbe crescere notevolmente già quest’anno. Il tasso di occupazione supererà il livello pre-epidemia nel 2023, ma il numero di disoccupati in cerca di lavoro rimarrà al di sopra del livello precedente l’epidemia.

Il 2 giugno scorso, il Ministero dell’Economia e del Lavoro ha pubblicato una indagine previsionale sul mercato del lavoro fino al 2023. La previsione si basa sul presupposto che le restrizioni alla mobilità e alle attività imprenditoriali possano essere revocate entro l’autunno.

“Le previsioni del mercato del lavoro indicano che l’occupazione si riprenderà a un ritmo ragionevole. D’altra parte, la più contenuta riduzione del numero di disoccupati in cerca di lavoro, e in particolare l’aumento della disoccupazione di lunga durata, sono motivi di preoccupazione”, secondo la ministra del Lavoro Tuula Haatainen.

La ministra del Lavoro Tuula Haatainen.

“Durante questa crisi abbiamo dato molto supporto alle aziende e cercato di preservare i posti di lavoro. Le prospettive per il mercato del lavoro sarebbero probabilmente più cupe senza tali misure. Quando il mercato del lavoro migliorerà verso la fine dell’anno, dobbiamo aiutare il maggior numero possibile di persone a tornare al lavoro ed a prevenire una disoccupazione prolungata”, aggiunge la ministra.

Secondo le previsioni, il tasso di occupazione salirà al 71,2% quest’anno ed al 71,8% l’anno prossimo, superando così il livello precedente l’epidemia. A causa della diminuzione della popolazione, il numero di occupati non supererà il livello pre-epidemia fino al 2023. Si stima che il numero di persone occupate possa ammontare a 2.535.000 nel 2023 e che il tasso di disoccupazione della Finlandia rimarrà al 7,7% quest’anno poiché le persone al di fuori della forza lavoro inizieranno a cercare lavoro. Man mano che più disoccupati trovano lavoro, il tasso dovrebbe scendere al 7,3% nel 2022 ed al 6,7% nel 2023.

La previsione del mercato del lavoro prende in esame anche l’offerta di lavoro, ovvero il numero totale di occupati e disoccupati. Si stima che il tasso di partecipazione alla forza lavoro salirà al 65,9% quest’anno, il che sarà sufficiente per riportare la forza lavoro al livello pre-epidemia nonostante il calo della popolazione. Nel 2021 la forza lavoro crescerà di circa 15.000 persone e nel 2022 di circa 4.000 persone. Nel 2023 non si prevede che la forza lavoro cresca perché la popolazione in età lavorativa si riduce.

A seguito della decisione del governo di aumentare i livelli di immigrazione per motivi di lavoro, è probabile che un numero maggiore di immigrati si manifesti nelle proiezioni demografiche e nelle previsioni sulla dimensione della forza lavoro nei prossimi anni. Inoltre, l’obiettivo del governo di aumentare il numero di studenti stranieri che soggiornano in Finlandia dopo la laurea verrà probabilmente inserito nelle previsioni sulla forza lavoro ad un certo punto, ma non ancora in questo periodo previsionale.

Il numero di disoccupati in cerca di lavoro registrati diminuirà nel 2021, mentre la disoccupazione di lunga durata raggiungerà il picco all’inizio del 2022.

Il numero di disoccupati in cerca di lavoro e di giovani in cerca di lavoro registrati nelle statistiche del servizio per l’occupazione inizierà a diminuire nel 2021 man mano che le restrizioni relative al coronavirus verranno gradualmente revocate. Nel 2022 e nel 2023 il loro numero continuerà a diminuire, ma rimarrà a un livello superiore rispetto a prima dell’epidemia. Il numero medio di disoccupati in cerca di lavoro sarà di 318.000 nel 2021, 284.000 nel 2022 e 267.000 nel 2023. Nel frattempo, ci saranno 39.000 giovani disoccupati in cerca di lavoro nel 2021, 33.000 nel 2022 e 30.000 nel 2023. Si prevede che il numero di disoccupati di lungo periodo possa aumentare nel corso del 2021 e raggiunga il picco all’inizio del 2022, dopodiché si prevede che diminuirà a seguito della tendenza generale del numero di disoccupati in cerca di lavoro registrati. Secondo le previsioni, il numero di disoccupati di lunga durata ammonterà a 111.000 nel 2021, 115.000 nel 2022 e 100.000 nel 2023.

Nel complesso, il governo sembra ottimista sulle prospettive del settore occupazionale al superamento di questa lunga e difficile fase che ha colpito ogni Paese ma, evidentemente, non rinuncia evidenziare l’esigenza di prudenza.

Le previsioni a breve termine del mercato del lavoro del Ministero dell’Economia e del Lavoro si basano su un’analisi statistica di serie temporali che si avvale di indicatori economici, statistiche del mercato del lavoro e informazioni politiche, nonché delle previsioni del PIL del Ministero delle finanze e dei dati demografici previsioni dell’Istituto Finlandese di Statistica,Tilastokeskus;la previsione è pubblicata due volte l’anno.




Documento shock su Buckingham Palace: “Famiglia reale esente da leggi contro discriminazioni”

Buckingham Palace ha negoziato in passato delle clausole per esentare la regina e la famiglia reale dalle leggi che vietano la discriminazione in base alla razza ed il sesso nel Regno Unito. Lo rivelano documenti esclusivi ottenuti dal Guardian, secondo il quale le clausole sono in vigore a tutt’oggi. I documenti rivelano anche che almeno fino alla fine degli Anni 60 “immigrati o stranieri di colore” erano esclusi da ruoli ufficiali a Buckingham Palace.

Buckingham Palace non ha mai voluto rispondere alle domande sul divieto ma ha ricordato che personale proveniente da minoranze etniche è stato impiegato soltanto a partire dagli anni ’90. Fra le carte più esplosive rivelate dal Guardian, vi è una lettera del 1968 firmata da un alto funzionario per chiarire come non fosse “pratica assegnare incarichi amministrativi a immigrati di colore o stranieri”, ai quali veniva riservato solo l’accesso ai ranghi della “servitù”. La Corte ricorse a una antica procedura parlamentare, detta Queen’s Consent, per garantirsi l’esenzione dagli obblighi della nuova legislazione anti-discriminatoria che il governo inglese stava preparando e che sarebbe stata approvata definitivamente nei primi anni ’70.

Questo privilegio non è stato mai negato, sebbene oggi ci sia una “procedura speciale” attraverso la quale la sovrana può ricevere e accogliere reclami contro ogni forma di disparità. Nei mesi scorsi accuse sono arrivate dal principe Harry e dalla sua consorte di madre afroamericana Meghan su presunti pregiudizi nella Royal Family. La coppia ha espresso anche preoccupazioni relative al possibile colore della pelle troppo scura del loro primogenito Archie.




Cina, terremoto di magnitudo 7,4: evacuate 20mila persone nello Yunnan

Un terremoto di magnitudo 7,4 ha colpito la provincia nord-occidentale cinese di Qinghai. Lo rende noto l’Istituto geologico americano, Usgs. La scossa è stata registrata alle 02.04 di sabato ora locale (le 20.04 ora italiana).

L’epicentro, a una profondità di 10 chilometri, è stato localizzato circa 400 chilometri a sud-ovest della città di Xining, sull’altipiano tibetano che è scarsamente popolato. 

Questa scossa arriva a qualche ora di distanza da quella di magnitudo 6,1 che ha causato la morte di almeno due persone nella la provincia montagnosa dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina. Secondo il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs) la scossa si è verficata alle 21:48 locali (le 15.48 in Italia), con epicentro vicino alla città di Dali, una popolare destinazione turistica in Cina, ad una profondità di 10 chilometri. Il China Earthquake Networks Center ha avvertito le persone di “stare lontano dagli edifici” in un post sulla piattaforma Weibo, simile a Twitter. 

Oltre alle due vittime, per ora si contano almeno 17 feriti, che sono stati medicati. Circa 20.000 persone sono state evacuate sulle circa 100.000 che vivono nella zona, secondo quanto affermano le autorità della provincia altamente sismica. Alcune abitazioni sono crollate, altre sono rimaste danneggiate, fanno sapere le autorità dello Yunnan. Il sud-ovest della Cina è teatro di devastanti terremoti, come quello di 7.9 del 2009 nel Sichuan (87.000 fra morti e dispersi) o quello del 2003 ,nel Xinjiang di magnitudo 6.8 (286 morti). 




Naufragio sulle coste tunisine: 50 migranti dispersi

Un altro naufragio si sarebbe verificato nel Mediterraneo, con almeno 50 migranti che sarebbero dispersi. E’ quanto afferma il portavoce dell’Organizzazione mondiale delle migrazioni Flavio Di Giacomo in un tweet, sottolineando che il barcone era partito domenica da Zwara, in Libia.

Secondo l’Oim sarebbero invece 33 le persone sopravvissute, tutte originarie del Bangladesh.

A bordo del barcone, secondo una prima ricostruzione, ci sarebbero state circa una novantina di persone ma al momento non è chiaro se fossero tutte del Bangladesh o vi fossero anche migranti di altre nazionalità. I soccorsi sono stati effettuati dalle autorità tunisine che già ieri avevano salvato 113 migranti al largo dell’isola di Djerba provenienti da Bangladesh, Sudan, Eritrea ed Egitto: anche loro erano partiti domenica da Zwara. 




Spagna, migliaia di migranti pronti a tentare la traversata: schierato l’esercito sulle spiagge iberiche

E’ salito ad almeno 5.000, tra cui un migliaio di minori, il numero di migranti che sono riusciti a superare il confine tra il Marocco e la Spagna e a raggiungere l’enclave spagnola di Ceuta solo nella giornata di lunedì. Lo hanno riferito le autorità spagnole per le quali si tratta di una cifra che costituisce un “record” , senza precedenti.

A nuoto o a piedi, gli arrivi di migranti che lasciano le spiagge marocchine situate a pochi chilometri a sud di Ceuta si sono moltiplicati dalla mattina alla sera.

Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha cancellato un viaggio previsto a Parigi dopo il record di arrivi di migranti a Ceuta. “La mia priorità in questo momento è riportare la normalità a Ceuta”, ha scritto Sánchez su Twitter.

Unità dell’esercito spagnolo sono state schierate su parte delle spiagge dell’enclave di Ceuta per frenare gli arrivi in massa di migranti dal Marocco: lo si apprende dalle immagini diffuse da vari media iberici.

“In questo momento l’entrata dei migranti sembra sotto controllo”, ha detto in un’intervista alla radio Cadena Ser il presidente di Ceuta, Juan Jesús Vivas. Le immagini dei media mostravano decine di persone raggruppate sul lato marocchino della frontiera.

Secondo le informazioni in arrivo dalla zona, la gendarmeria marocchina non sta intervenendo per fermare i migranti prima che tentino la traversata. Questo episodio si verifica mentre la Spagna e il Marocco affrontano tensioni diplomatiche dopo che Brahim Gali, leader del movimento per l’indipendenza del Frente Polisario, è stato ricoverato in un ospedale spagnolo.

Arancha González, ministra degli Esteri iberica, ha escluso che i due fatti siano legati tra loro, secondo l’agenzia di stampa Efe. 

Almeno 85 migranti sono riusciti stamane ad entrare illegalmente dal Marocco nell’enclave spagnola di Melilla, sulla costa nordafricana, dopo che ieri almeno 6.000 erano entrati in quella di Ceuta. Lo ha reso noto la prefettura di Melilla, precisando che si tratta di persone provenienti da Paesi dell’Africa subsahariana. Intanto il governo spagnolo ha fatto sapere che 1.500 dei migranti riusciti ieri ad entrare a Ceuta sono stati espulsi verso il Marocco.




Gaza, sale il bilancio dei morti: in una settimana 192 palestinesi uccisi tra cui 58 bambini

Papa Francesco: “Preghiamo perché possano trovare la strada del dialogo e del perdono”

L’esercito israeliano ha sferrato nella notte decine di attacchi nella Striscia di Gaza: lo hanno riferito i media internazionali e testimoni nell’enclave palestinese, dove gruppi armati hanno lanciato razzi contro Israele. Decine di missili sono caduti in diversi punti dell’enclave palestinese.

In una breve dichiarazione, l’aviazione israeliana ha detto che i suoi “caccia” stavano colpendo “obiettivi terroristici” a Gaza. 

Basta violenze e tensioni, sia da parte palestinese che da parte israeliana. Lo ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken in una serie di telefonate compiute nelle ultime ore ai ministri degli esteri di Francia, Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Pakistan. Blinken ha sottolineato la necessità di un impegno comune per arrivare a un cessate il fuoco e per trovare le soluzioni in gradi di far ripartire il dialogo.

In una settimana di continui attacchi israeliani a Gaza 192 palestinesi sono rimasti uccisi. Di essi – precisa il ministero della sanità di Hamas – 58 erano bambini e 34 donne. I feriti sono al momento 1235. Il ministero aggiunge che sotto le macerie di edifici bombardati da Israele vi sono ancora morti e feriti. Alcuni media locali aggiungono che nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 42 palestinesi. Si è trattato dunque della giornata più cruenta dall’inizio delle ostilità.

Prosegue intenso il lancio di razzi da Gaza verso tutto il sud di Israele. Non solo nelle comunità israeliane attorno alla Striscia ma anche a Beer Sheva all’inizio del Negev. Uno dei razzi ha centrato un veicolo ad Ashkelon – una delle città più bersagliate negli ultimi giorni insieme ad Ashdod – causando anche danni agli edifici vicini. 

“L’operazione a Gaza richiederà ancora tempo”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che Israele “ha il sostegno degli Usa”. “Continueremo quanto necessario – ha spiegato – per riportare la calma”. Netanyahu ha poi escluso che ci siano pressioni: “Non è vero. Ringrazio Biden e gli altri leader che ci sostengono”, ha detto.

Israeliani sono stati travolti da un’automobile guidata da un palestinese nel rione di Sheikh Jarrah a Gerualemme est. Lo ha detto la polizia. Secondo i media l’aggressore palestinese è stato “neutralizzato” e ci sono almeno sei feriti. Sheikh Jarrah è il quartiere dove nelle ultime settimane ci sono stati violenti scontri con la polizia per lo sfatto di alcune famiglie palestinesi.

“Quest’ultimo ciclo di violenza perpetua i cicli di morte, distruzione e disperazione e spinge più lontano ogni speranza di coesistenza e pace. L’Onu sta attivamente coinvolgendo tutte le parti verso un cessate il fuoco immediato”. Lo ha detto il segretario generale Antonio Guterres alla riunione del Consiglio di Sicurezza su Israele e Gaza, definendo le attuali ostilità “assolutamente spaventose”. “I combattimenti devono fermarsi immediatamente. Razzi e mortai da una parte, bombardamenti aerei e di artiglieria dall’altra devono cessare – ha sottolineato – Mi appello a tutte le parti affinché prestino attenzione a questa richiesta”.

Intanto le squadre di soccorso sono ancora impegnate ad estrarre i corpi delle vittime del bombardamento della scorsa notte nella via al-Wahda di Gaza City, il ministero della sanità di Hamas ha pubblicato un bilancio provvisorio che parla di almeno 33 morti, fra cui 12 donne e 8 bambini. I feriti sono oltre 50. Anche se nelle ultime ore alcune persone sono state estratte in vita dalla macerie, il ministero della sanità prevede che il bilancio delle vittime possa salire ulteriormente. Israele non ha ancora fornito informazioni sui motivi che potrebbero aver reso necessario l’attacco. La Jihad islamica ha detto di voler “vendicare il sangue dei bambini uccisi”. Al tempo stesso Hamas ha ripreso a bombardare con intensità le località israeliane più vicine alla Striscia. 

Nella nottata sono stati 130 i razzi lanciati da Gaza su Israele, compresi quelli su Tel Aviv e nel centro del Paese. Il “pesante bombardamento” israeliano su Gaza City ha sfiorato l’edificio che ospita l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo riporta il direttore dell’ente Matthias Schmale” in un tweet. “Dio aiuti il popolo di #Gaza – scrive in un post – negli ultimi 45 minuti il bombardamento più pesante vicino al nostro edificio con gli uffici dell’ @UNRWA”.

L’esercito israeliano ha reso noto di avere colpito  l’abitazione del capo dell’ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar. L’esercito “ha attaccato le case di Yahya Sinwar e di suo fratello Muhammd, un attivista terrorista”, ha scritto l’esercito su Twitter, dove ha pubblicato un video che mostra una casa distrutta. L’esercito non ha specificato se al momento dell’attacco Sinwar si trovasse in casa. “Entrambi gli edifici – ha specificato l’esercito – erano utilizzati come infrastrutture militari da parte dell’organizzazione terroristica di Hamas”.

Ieri è stata abbattuta la torre dei media, l’edificio sede dell’Ap e di al-Jazeera, raid condannato dalla Casa Bianca.

“Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro? In nome di Dio, faccio appello alla calma, e a chi ne ha la responsabilità di far cessare il frastuono delle armi, di percorrere l’avvio della pace, anche con l’aiuto della comunità internazionale”. E’ quanto ha detto papa Francesco alla recita del Regina Caeli in un appello sugli scontri in Terra Santa fra israeliani e palestinesi. “Preghiamo perché possano trovare la strada del dialogo e del perdono”, ha aggiunto il Pontefice.

“Devono cessare le violenze e tutti gli attacchi tra Israele e Palestina. I lanci di razzi vanno bloccati, sono inaccettabili. Troppi innocenti stanno perdendo la vita, vittime di un conflitto che va fermato immediatamente”. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ricordando che “martedì, anche su sollecitazione dell’Italia, è stato convocato un Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea straordinario”. “L’Ue – ha sottolineato Di Maio – deve prendere una posizione chiara e unitaria e lavorare per spingere le parti a sedersi al tavolo dei negoziati. Agiamo velocemente e in maniera sinergica”.

L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha convocato per martedì un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Ue, “in considerazione dell’escalation in corso tra Israele e Palestina e del numero inaccettabile di vittime civili”. “Ci coordineremo e discuteremo di come l’Ue può contribuire al meglio per porre fine all’attuale violenza”, ha scritto Borrell su Twitter.

Dall’inizio del conflitto da Gaza sono stati lanciati verso Israele 2.900 razzi, ma 450 di essi si sono rivelati difettosi e sono caduti all’interno della Striscia. Lo rende noto il portavoce militare israeliano. Le batterie Iron Dome hanno intercettato 1.150 razzi. Altri ancora sono caduti in zone aperte. Nelle ultime 24 ore, secondo il portavoce, Israele ha colpito a Gaza 90 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica.

L’ingresso al Monte del Tempio (Spianata delle Moschee per gli arabi, ndr) a Gerusalemme è stato di nuovo interdetto ai fedeli ebrei. Lo ha deciso la polizia israeliana – su ordine del governo – a causa della situazione con Gaza. Inoltre, due importanti rabbini ortodossi Haim Kaniewski e Gershon Edelstein -come riportano i siti ortodossi – hanno fatto appello ai ‘timorati’ “di non recarsi assolutamente al Muro del Pianto” malgrado stasera inizi la festa ebraica di Shavuot e ciò “per salvare le loro vite”.




Gaza, ancora attacchi aerei e lancio di razzi: sale a 126 il numero delle persone uccise dai raid israeliani

E’ sempre alta la tensione a Gaza, dove, dopo il dietrofront dell’esercito israeliano seguito all’annuncio di una operazione via terra, sono proseguiti anche questa notte gli attacchi aerei e il lancio di razzi.

Almeno 10 persone, tra cui 2 donne e 8 bambini, tutti membri della stessa famiglia Abu Hatab, sono stati uccisi la scorsa notte in un attacco israeliano nel campo profughi di Al-Shati nel nord della Striscia. Lo riferisce l’agenzia Maan secondo cui ad essere colpita è stata una casa di tre piani.

Il numero delle persone uccise dai raid israeliani a Gaza è salito a 126, tra cui 31 bambini e 20 donne: lo riferiscono le autorità sanitarie della Striscia, citate dal quotidiano Haaretz.

Secondo la stessa fonte, sono 950 i feriti nell’attacco, che in serata continuava, anche se con minore intensità. Anche i lanci di razzi da Gaza non si sono interrotti: le sirene anti-missili hanno suonato stasera a Be’er Sheva, nel sud di Israele.

I caccia israeliani hanno colpito durante la notte obiettivi nel centro di Gaza, ha detto l’esercito israeliano. L’aviazione israeliana ha colpito diversi siti nella Striscia durante la notte, mentre i razzi hanno nuovamente colpito lo Stato ebraico. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito un “ufficio operativo” di Hamas vicino al centro di Gaza City, con ulteriori attacchi notturni contro quelli che i militari hanno chiamato “siti di lancio sotterranei”. Le sirene di allarme anti-missile hanno suonato nelle prime ore del giorno in varie località del sud di Israele.

Ieri pioggia di fuoco sui tunnel di Hamas. Al quinto giorno di guerra con Gaza, Israele – nei più intensi bombardamenti finora condotti – ha puntato alla rete sotterranea dei miliziani costruita dopo lo scontro del 2014.

Alla vigilia del 15 maggio, data della ‘Nakba’ con cui i palestinesi ricordano la nascita dello Stato di Israele nel 1948 e il loro esodo, la Cisgiordania è stata teatro di nuovi scontri con l’esercito israeliano. Secondo fonti di Ramallah, i morti in incidenti avvenuti in varie località sono almeno dieci. A nord dimostranti libanesi si sono accalcati alla frontiera di Israele sconfinando per poi rientrare – incalzati dal fuoco di avvertimento dei tank israeliani – nel loro territorio. E anche in Giordania una folla di manifestanti si è radunata al confine con i Territori per manifestare solidarietà con “i fratelli palestinesi” al grido ‘Con lo spirito e il sangue, ti riscatteremo, o Aqsa’, in riferimento alla Moschea sulla Spianata a Gerusalemme.

Contro i tunnel di Gaza – luogo privilegiato dei comandi e delle trasmissioni di Hamas – si sono mosse l’aviazione (oltre 160 caccia), i tank e le forze di terra schierate lungo il confine. Insieme, in 40 minuti, con circa 450 colpi hanno centrato oltre 150 “obiettivi sotterranei” nel nord della Striscia, in particolare a Beit Lahiya. Non si sa al momento quanti miliziani siano rimasti uccisi nell’attacco, che in un primo momento era stato erroneamente annunciato dall’esercito ai media stranieri come l’ingresso delle truppe via terra a Gaza. “Avevo detto – ha ricordato il premier Benyamin Netanyahu – che avremmo colpito Hamas e gli altri gruppi terroristici con colpi significativi ed è quello che stiamo facendo. Ma non è ancora finita”. “I leader di Hamas – ha proseguito – pensano di poter scappare dalla nostra presa. Non possono scappare. Li raggiungeremo ovunque. Ci hanno attaccato nella nostra festa (Jerusalem Day), hanno attaccato la nostra capitale, hanno lanciato missili sulle nostre città e continueranno a pagare un presso pesante per questo”.

Da Ramallah, la presidenza di Abu Mazen ha lanciato un appello all’amministrazione Usa di Joe Biden ad intervenire “immediatamente e rapidamente per fermare l’aggressione israeliana prima che le cose vadano fuori controllo”. Il rais ha detto di ritenere “il governo israeliano pienamente responsabile di questa pericolosa escalation, di questa tensione e del sangue versato dal popolo palestinese”. La presidenza ha poi denunciato “le uccisioni brutali e programmate delle forze di occupazione israeliane contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme”. Sulle città di Israele, in specie al sud, anche oggi è stato una continuo risuonare delle sirene di allarme – che ha costretto la popolazione costantemente nei rifugi – seguito da una massiccio barrage di missili e dall’arrivo di droni: le vittime ad oggi restano 6. L’esercito ha fatto sapere che solo nella notte i razzi lanciati sono stati oltre 200. Di questi, almeno 30 sono ricaduti nell’enclave palestinese. Il presidente francese Macron ha ribadito in un colloquio con Netanyahu il suo “irriducibile attaccamento alla sicurezza di Israele e il suo diritto a difendersi”. Ed ha espresso “preoccupazione per le popolazioni civili a Gaza”. 

Tre razzi sono stati lanciati stasera dal territorio siriano verso le alture del Golan. Uno, difettoso, è caduto in territorio siriano, e gli altri due nel sud del Golan, nelle vicinanze del villaggio agricolo israeliano di Ramat Magshimim. Sono esplosi in zone aperte e non hanno provocato danni. Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan.




Escalation combattimenti tra Israele e Hamas: colpiti 140 obiettivi militari a Gaza

Nottata di combattimenti fra Israele e Hamas a Gaza. Dalla Striscia, secondo il portavoce militare, sono stati lanciati ieri oltre 250 razzi verso lo Stato ebraico.

I lanci sono proseguiti anche stamane, con un attacco ad Ashkelon. L’aviazione israeliana ha colpito 140 obiettivi militari a Gaza. Fonti palestinesi riferiscono che si sono avuti almeno 20 morti e decine di feriti. Incidenti fra dimostranti palestinesi e la polizia israeliana si sono verificati a Gerusalemme est. Manifestazioni di protesta anche in località arabe di Israele. I combattimenti iniziati ieri fra Hamas ed Israele sono stati chiamati dall’esercito israeliano ‘Operazione Guardiano delle Mura’. Lo riferiscono i media locali secondo, cui i vertici militari presumono che proseguirà per diversi giorni. A Gaza le milizie palestinesi hanno allestito una sala comune di operazioni. Nei loro media i lanci di razzi verso Israele sono chiamati ‘Operazione Spada di Gerusalemme’. In un video diffuso sul web, l’ala militare di Hamas ha affermato: ‘Gerusalemme ha chiamato, Gaza ha risposto’.

La battaglia sulla Spianata delle Moschee si è trasformata in scontro aperto con Gaza dopo l’ultimatum di Hamas a Israele. Allo scadere dell’ora indicata, le 18, sono stati 150 i razzi lanciati da Gaza verso il territorio dello stato ebraico, riferiscono i media. E’ il nuovo bilancio reso noto dal portavoce militare. Di questi – ha aggiunto – decine sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. “Si è trattato di una risposta – ha rivendicato Hamas – all’aggressione e ai crimini contro la Città Santa e alle prevaricazioni contro il nostro popolo nel rione di Sheikh Jarrah e nella moschea al-Aqsa”.

Immediata la risposta di Israele che ha colpito a Gaza uccidendo, secondo il portavoce militare, tre miliziani. Mentre il ministero della Sanità di Hamas a Gaza ha parlato di 20 persone uccise nel nord della Striscia, fra cui 9 minorenni. L’esercito israeliano non ha confermato.

Tel Aviv e varie altre cittadine limitrofe, tra cui Rishon Lezion e Ramat Gan, hanno aperto i rifugi pubblici antimissile a causa dello scontro con Gaza e delle possibilità dell’arrivo di razzi. La decisione è stata presa alla luce delle recenti istruzioni dell’esercito.

L’esercito israeliano ha intrapreso “un’ondata di attacchi contro obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza”, ha fatto sapere in serata il portavoce militare. Al tempo stesso hanno ripreso a suonare le sirene allarme antimissile ad Ashkelon e nelle zone israeliane attorno alla Striscia.

sono ripresi gli scontri tra manifestanti palestinesi e polizia israeliana alla Porta di Damasco. Segnalati anche – secondo i media – tafferugli alla Spianata delle Moschee.

“Il significativo aumento della violenza nella Cisgiordania occupata, a Gerusalemme Est e a Gaza e dintorni, deve cessare immediatamente. Il lancio di razzi da Gaza contro le popolazioni civili in Israele è del tutto inaccettabile e alimenta dinamiche di escalation”. Così il portavoce del servizio di azione esterna della Ue. “Tutti i leader hanno la responsabilità di agire contro gli estremisti. Lo status quo dei luoghi sacri deve essere pienamente rispettato.- prosegue – Ribadiamo il nostro appello alle parti a impegnarsi per ridurre l’escalation. Occorre prevenire in via prioritaria ulteriori vittime civili”.

Saraya al-Quds, l’ala militare della Jihad islamica, ha rivendicato il lancio di 30 razzi verso Israele. Un suo portavoce ha aggiunto di aver anche sparato un razzo anticarro Kornet contro un “veicolo militare” israeliano che si trovava in prossimità della linea di demarcazione. In Israele è stato confermato il lancio del razzo “che però ha colpito un veicolo civile, e non militare”. Il conducente si è salvato. Al risuonare delle sirene per l’arrivo dei razzi, la polizia ha evacuato il Muro del Pianto.

Intanto l’amministrazione Biden ha espresso serie preoccupazioni per l’escalation delle violenze, ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaky, aggiungendo che gli Usa condannano i lanci di razzi sulla città. Anche il segretario di Stato americano Antony Blinken ha lanciato un appello a israeliani e palestinesi per una de-escalation della situazione.

“Hamas ha varcato una linea rossa” ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Israele colpirà con grande potenza, non tolleriamo attacchi al nostro territorio, alla nostra capitale, ai nostri cittadini e ai nostri soldati. Chi ci attacca pagherà un duro prezzo”. La battaglia in corso “per lo spirito di Gerusalemme” è “la lotta secolare tra tolleranza e intolleranza, fra violenza selvaggia e mantenimento di ordine e legge”, aveva detto in mattinata Netanyahu. “Elementi che ci vogliono espropriare dei nostri diritti, ci spingono periodicamente ad erigerci con una posizione forte come sta facendo adesso la polizia che appoggiamo. Solo la sovranità israeliana consente la libertà di culto per tutti”. “Le immagini dei mass media mondiali sono distorte e falsificano la situazione: la verità alla fine prevarrà”.

Hamas aveva dato tempo ad Israele “fino alle 18 (le 17 in Italia) per far uscire i suoi soldati e i suoi coloni dalla Moschea Al Aqsa e dal rione di Sheikh Jarrah e di rilasciare chi è stato arrestato in questi giorni”, aveva detto il portavoce dell’ala militare di Hamas Abu Odeiba aggiungendo: “Siete stati avvertiti”. 

“Quanto avviene nella Moschea al-Aqsa è una vera strage e un crimine di guerra. Facciamo appello al nostro popolo affinchè scenda nelle strade ed affronti l’occupante”, affermava in mattinata sul sito di Hamas il suo portavoce Sami Abu Zuhri. “Questi crimini avranno conseguenze”. “Una aggressione criminale”, aveva scritto su Twitter l’esponente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Hussein al-Sheikh. “L’Anp – ha aggiunto – sta valutando tutte le possibilità per rispondere a questa aggressione criminale contro i luoghi santi e i residenti”.

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha “espresso la sua profonda preoccupazione per le continue violenze nella Gerusalemme est occupata, nonché per i possibili sgomberi di famiglie palestinesi dalle loro case nei quartieri di Sheikh Jarrah e Silwan“. In una nota del portavoce ha “esortato Israele a cessare le demolizioni e gli sfratti, in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario”. “Le autorità israeliane – si legge ancora nella nota – devono esercitare la massima moderazione e rispettare il diritto alla libertà di riunione pacifica”. “Tutti i leader hanno la responsabilità di agire contro gli estremisti e di pronunciarsi contro gli atti di violenza e istigazione”, prosegue la nota. Guterres ha esortato anche a “mantenere e rispettare lo status quo nei luoghi santi”, oltre a ribadire “il suo impegno, anche attraverso il Quartetto per il Medio Oriente, a sostenere palestinesi e israeliani nella risoluzione del conflitto sulla base delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e degli accordi bilaterali”.

Re Abdallah di Giordania in una telefonata con il presidente Abu Mazen ha condannato “le violazioni e le misure israeliane” sulla Spianata delle Moschee. Il monarca ha sottolineato che “devono cessare immediatamente le pericolose provocazioni contro gli abitanti di Gerusalemme”. Poco dopo il ministero degli Esteri giordano – ha riferito la Petra – ha convocato l’incaricato di affari israeliano ad Amman al quale è stata espressa “la condanna del governo giordano delle continue violazioni a danno della santa Moschea di Al-Aqsa, gli attacchi sulla Spianata ai fedeli e agli abitanti di Gerusalemme, specialmente a Sheikh Jarrah”.




Finlandia, il Presidente discute con gli studenti prospettive ed aspetti critici del momento attuale

I cosiddetti Kultaranta Talks (‘Colloqui di Kultaranta’, che è la residenza estiva del Capo dello Stato finlandese) costituiscono un evento annuale su tematiche di politica estera e di sicurezza promosso dal Presidente della Repubblica di Finlandia Sauli Niinistö.

Organizzato per la prima volta nel 2013, l’argomento della discussione cambia ogni anno e sono invitati a partecipare esperti di politica estera e di sicurezza provenienti da vari settori della società, tra cui decisori politici, scienziati, amministratori, uomini d’affari, rappresentanti delle ONG e dei media.

Nel 2019 l’argomento era “Il mondo a un punto di svolta: dove andrà l’Europa, come se la caverà la Finlandia?” mentre nel 2020 i Kultaranta Talks sono stati organizzati virtualmente a causa della pandemia. Attualmente, il Presidente Niinistö sta preparando la strada ai prossimi Colloqui di Kultaranta scambiando pensieri con gli studenti sulla politica delle grandi potenze, sui cambiamenti climatici e sull’economia internazionale. Questo tour universitario nel contesto di Kultaranta è organizzato in collaborazione con l’Università della Lapponia, l’Università di tecnologia Lappeenranta-Lahti LUT e l’Università Aalto di Helsinki.

Ha dichiarato il Presidente che “parleremo di responsabilità umane; di come il futuro deve essere assicurato”, riassumendo l’idea di base del previsto ciclo di discussioni.
Il tour di Kultaranta è iniziato il 21 aprile dall’Università della Lapponia, a Rovaniemi, con il titolo “La politica di grandi potenze si sta intensificando: come possiamo salvaguardare la Finlandia?” L’argomento di discussione all’Università LUT del 26 aprile è stato “Combattere il cambiamento climatico è una responsabilità umana” mentre la discussione finale del tour, all’Università di Aalto il 28 aprile, è sul tema “Il denaro sta aumentando e la tecnologia sta rivoluzionando: l’ordine economico cambierà?”

Le discussioni organizzate tramite connessione remota possono essere seguite in diretta in finlandese all’indirizzo presidentti.fi/kultaranta. Le registrazioni video con sottotitoli in svedese e inglese saranno pubblicate in seguito sul sito web dell’Ufficio del Presidente della Repubblica.
Il tour universitario è preparatorio ai Kultaranta Talks, che si svolgeranno alla fine di quest’anno.
Il primo incontro, con gli universitari in Lapponia, è riuscito a coprire una vasta gamma di argomenti in poco più di un’ora.

Nella sua introduzione, il Presidente ha sottolineato il concetto di responsabilità umana, lanciato dal professor Eero Paloheimo. “Per noi che viviamo oggi, questo significa diritti umani e loro rispetto, ed anche trasferirli al futuro. Ma poi ci sono obblighi umani che si concentrano specificamente su coloro che verranno dopo di noi”, ha detto nelle sue parole iniziali. Oltre a trattare l’argomento del cambiamento climatico e delle pandemie, il Presidente ha affermato che garantire la sicurezza geopolitica è un obbligo umano. Lo sviluppo, tuttavia, non è andato solo in una direzione positiva, infatti “se pensiamo alla situazione geopolitica di oggi, alle questioni che consideriamo importanti per la sicurezza globale generale, allora la direzione non è molto buona.” A titolo di esempio, il Presidente ha affrontato le questioni del controllo degli armamenti e del disarmo: “Nel disarmo ci siamo imbattuti in una situazione in cui è stato estremamente difficile estendere gli accordi esistenti, per non dire ottenere un nuovo controllo degli armamenti in un momento in cui l’industria degli stessi è in continua evoluzione”.

Il Presidente ha riflettuto sul fatto che, all’inizio del millennio, all’interno dell’Unione europea era ancora opinione comune che la UE esportasse buoni valori: democrazia, diritti umani e benessere. Da allora, la situazione è cambiata. La Cina si è rafforzata e partecipa alla geopolitica esercitando il potere economico. Allo stesso tempo, la Russia ha innalzato il proprio profilo nell’esercizio del potere militare. “Quando guardiamo a noi stessi in Unione europea, ciò che ho descritto, come esportatore di bene, è stato ora distorto in una concezione di difensore del bene nel proprio territorio. Si tratta di uno sviluppo piuttosto grave. A questo proposito, nell’Unione europea dobbiamo essere in grado di fare molto, molto meglio”, ha detto il presidente.

Secondo il Presidente, è emersa una questione importante per piccoli paesi come la Finlandia: in che direzione sta andando il multilateralismo che sosteniamo? “Il multilateralismo a cui siamo abituati è, dopo tutto, l’eredità dei cosiddetti paesi occidentali verso il mondo. Anche a questo proposito, dobbiamo pensare con molta attenzione a come preservare gli impegni che abbiamo originariamente abbracciato”. Oltre al multilateralismo, il Presidente ha osservato che un certo tipo di bilateralismo è importante, in particolare in relazione alle grandi potenze. “E in questo senso, l’avvio delle discussioni del Presidente Biden con il Presidente Putin è, ovviamente, molto gradita. Speriamo che i risultati, nella misura in cui si svolgeranno i colloqui, siano tali che anche altri possano partecipare alla loro valutazione”. Secondo Niinistö, anche in caso di posizioni rigide, un aspetto positivo è che, una volta che si conosce il punto di vista dell’altra parte, la discussione procede più agevolmente.

Nelle domande degli studenti dell’università più settentrionale della Finlandia, sono stati naturalmente sollevati temi artici in particolare. Inoltre, la discussione ha riguardato il futuro, le libertà individuali, l’unità dell’UE e altre questioni che preoccupano gli studenti. L’evento è stato moderato da Markku Heikkilä, responsabile delle comunicazioni scientifiche presso il Centro Artico di Rovaniemi.




Napoli, attacchi terroristici in Francia e Belgio: sgominata organizzazione che produceva documenti falsi

Sono scattate dopo gli attacchi terroristici in Francia e in Belgio (tra 2015 e 2016) le indagini che hanno consentito di individuare e sgominare l’organizzazione criminale che, a Napoli, favoriva l’immigrazione clandestina, producendo documenti falsi per ottenere i permessi di soggiorno per l’Italia e, quindi, anche per gli altri Paesi dell’area Schengen. L’inchiesta ha portato all’esecuzione di 14 misure cautelari.




India, coronavirus: 400 mila nuovi casi nelle ultime 24 ore

L’India ha riportato oggi oltre 400.000 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, un record mondiale. Lo ha reso noto il Ministero della Salute indiano.

Sono stati segnalati 401.993 nuovi contagi da coronavirus in un giorno, portando il totale nel Paese asiatico a oltre 19,1 milioni. Il numero di morti nelle ultime 24 ore è stato di 3.523, per un totale di 211.853 da inizio pandemia. 

L’India, alle prese con una drammatica ondata di coronavirus, ha deciso di prolungare di un’altra settimana il lockdown a New Delhi. Lo ha annunciato il primo ministro dello Stato della capitale.