MISTERO DEL BOING 777 IL GOVERNO DELLA MALAYSIA SPIEGA LA NUOVA IPOTESI

di Cinzia Marchegiani

Malaysia– Come Home Volo Mh370, They Miss You! Del Boing 777 della Malaysia Ayrlains scomparso nel nulla rimane solo il mistero e quella virata che improvvisamente fa cambiare rotta all’aereo mentre sorvolava il mare del sud Vietnam. Quel volo maledetto che doveva fare scalo a Pechino inghiotte con se 239 persone, partito da Kuala Lumpur ha fatto perdere le sue tracce. Nonostante le ricerche avviate, finora non hanno partorito alcun indicazione o pista da seguire. L'8 marzo 2014, meno di un'ora dopo il decollo il Boeing 777, stava trasportando 12 malesi membri dell'equipaggio e 227 passeggeri provenienti da 14 nazioni. Nonostante la ricerca attivata immediatamente e lo sforzo del soccorso multinazionale definito come il più grande e più costoso mai intrapreso nella ricerca marina, non vi è stata alcuna conferma e ritrovamento dei detriti di volo e nessun luogo d’impatto dell'incidente è stato certificato.
I familiari hanno cominciato a denunciare forti sospetti per questa operazione di ricerca infruttuosa che non è stata in grado di localizzare l’aereo nella zona inizialmente indicata essere quella dell’impatto. Oggi il governo della Malaysia ha promesso che dedicheranno tutto il tempo che servirà per trovare il relitto. In merito alle ricerche lo stesso Ministro dei Trasporti Hishammuddin Hussein della Malesia chiarisce senza ombra di dubbio che sono entrati in una nuova fase difficile, che porta con sé nuove sfide che cercheranno di superare insieme. Ha dichiarato anche il forte impegno che si è concretizzato con la formalizzazione di un accordo trilaterale tra la Malaysia, Australia e Cina poiché la ricerca deve essere uno sforzo continuo e intensificato. La prossima fase dell'operazione ricerca del volo MH370 nell'Oceano Indiano meridionale prevede dal lato tecnico dei preparativi che sono stati annunciati essere arrivati a buon punto per la successiva fase che riguarda la precisione inerente la zona dove effettuare la ricerca. Si apprende che un team di esperti istituito e guidato dalle autorità australiane in Canberra attualmente stanno conducendo la ri-analisi con il satellite Inmarsat e proprio questo dettaglio fa ipotizzare che la squadra è in grado di individuare l'area di ricerca che sembra essere l'arco del Corridoio Sud. L'esatta zona di ricerca è stata attualmente localizzata da un gruppo internazionale che lavora appunto nella strategia di ricerca. L’agenzia che si aggiudicherà l’appalto della ricerca dovrà verificare una superficie fino a 60.000 chilometri quadrati, sulla base dell'arco in cui il boing777 ha fornito l’ultimo comunicato con il satellite Inmarsat. La definizione della zona di ricerca sarà completata al massimo entro tre settimane. L’agenzia di ricerca dovrà localizzare positivamente oltre identificare e mappare il campo di detriti del volo MH370 con attrezzature specialistiche come il traino e veicoli subacquei autonomi con sonar e/o sistemi di imaging ottico. Nel mese di agosto inizieranno le ricerche che si protrarranno per dodici mesi, influenzate e condizionate sicuramente dalle condizioni climatiche. Nello specifico vengono anche indicati i dati del rilievo batimetrico  per navigare la zona di ricerca, che indica la profondità d'acqua tra i 1.000 metri e 6.000 metri. Ricostruire la storia del mistero potrebbe agevolare un ragionamento logico per poter ottimizzare le ricerche che finora non hanno dato alcuna speranza ai familiari. La Malaysia Airlines Flight MH370 aveva lasciato Kuala Lumpur per Pechino e dopo aver perso il contatto con il controllo del traffico aereo scomparve nel vuoto.
Il governo della Malaysia conferma che sono in atto trattative con diverse società malesi per poter implementare piattaforme e sistemi altamente specializzati nella ricerca subacquea, citando la Unmanned Vehicles autonome (AUVs), Acque profonde sonar a scansione laterale trainate, Remotely Operated Vehicles (ROV). Sembra che anche la Petronas, definito il gigante petrolifero malese abbia accettato contribuendo ai fondi per trainare la Side Scan Sonar, che verrà accompagnata con una nave completa di equipaggiamento.

Tutto è pronto per una nuova fase di ricerca, un volo misterioso regala solo ipotesi e sospetti, nell’era degli attentati terroristici, di false segnalazioni, di satelliti spia, e apparati radar ad oggi incapaci di ricostruire il percorso del volo, ancora non si conosce il punto esatto dell’impatto dell’aereo…. qualora ci fosse stato! Come Home MH370, they miss you!




USA: LA LIBERAZIONE DEL SERGENTE AMERICANO

[ PER VEDERE IL VIDEO DELLA LIBERAZIONE CLICCARE QUI ]

 

di Maurizio Costa

Afghanistan – Il Sergente Bowe Bergdahl, catturato dai talebani nel giugno del 2009, è stato liberato dopo una lunga ma pacifica trattativa tra il Governo degli Stati Uniti e i capi talebani che lo tenevano detenuto. Un video diffuso dai talebani mostra tutte le operazioni che hanno portato alla liberazione del Sergente. Nel video si vedono chiaramente i combattenti afghani seduti su una collina che aspettano l'arrivo dell'elicottero americano. I talebani, che portavano una bandiera bianca in mano, segno di resa, dopo una breve stretta di mano con i soldati a stelle e strisce, hanno lasciato andare via Bergdahl, che adesso si trova in un ospedale tedesco in attesa di essere trasportato in patria.

Lo scotto che il Governo di Obama dovrà pagare agli afghani è quello della liberazione di ben 5 talebani detenuti nella prigione di Guantanamo. Una decisione che ha portato a molte critiche, visto che, gli scorsi anni, i prigionieri liberati dalla maxi-struttura detentiva cubana sono stati messi subito in piena libertà e molti non hanno smesso di compiere azioni illecite. Questa volta, però, Obama è stato più cauto: i 5 talebani che torneranno in libertà, saranno confinati in Qatar, in una sorta di arresto domiciliare.

Ma chi sono questi 5 detenuti che verranno liberati? "Time" ha fornito delle indiscrezioni che rivelerebbero i nomi dei talebani che andranno in esilio in Qatar in cambio del Sergente Bergdahl.

1. Mohammad Fazl
Uno dei primi talebani catturati e trasferiti a Guantanamo, nel lontano 2002. Fazl è l'ex vice Ministro della Difesa dei talebani ed è stato accusato di aver compiuto molte uccisioni di massa ai danni di cittadini sciiti.

2. Mohammad Nabi
L'ex capo della sicurezza dei talebani verrà liberato nella maxi-operazione. Mohammad ha collaborato con la CIA per la cattura di molti capi afghani e questo rende difficile la sua scarcerazione.

3. Abdul Haq Wasiq
Anch'esso accusato di molte uccisioni di massa. Abdul è l'ex vice Ministro dell'Intelligence talebana ed ha collaborato strettamente col Mullah Omar, Capo di Stato dell'Afghanistan fino al 2001.

4. Mullah Norullah Nori
Ex Governatore di due province talebane, Mullah sarebbe uno dei più importanti funzionari talebani detenuti a Guantanamo.

5. Khairullah Khairkhwa
Comandante militare e Ministro degli Interni talebano. Khairullah è stato anche stretto collaboratore del Mullah Omar e di Hamid Karzai. Già nel 2002, però, sembrava aver preso le distanze dal movimento talebano.

Cinque liberazioni non proprio tranquille; i personaggi che verranno scarcerati hanno ricoperto cariche importanti nel Governo talebano e si sono macchiati di violenti omicidi. La cosa positiva è che, almeno, verranno tenuti comunque sotto osservazione in Qatar per evitare ripercussioni negative.




“FIFA GO HOME”

di Cinzia Marchegiani

Rio de Janerio – Il primo fischio che apre il mondiale di calcio 2014 è atteso il prossimo 12 giugno con la partita inaugurale allo stadio San Paolo Brasile-Croazia. Nel Brasile però è altissima la tensione sollevatasi in merito allo sperpero di ingenti somme di denaro per accogliere questo evento faraonico in un paese divorato dalla povertà e da violenze inaudite. A scendere in campo è stato il sindacato degli insegnanti che il 27 maggio 2014 che ha atteso l’autobus che trasportava la nazionale del Brasile che da poco aveva lasciato Rio de Janerio per dirigersi presso il complesso Granja Comary, a Teresopolis località dove soggiornerà la squadra per tutta la durata del mondiale.

Gli insegnanti hanno assalito il mezzo che trasportava giocatori della nazionale per far emergere lo scandalo e la povertà in cui perversa il loro paese. Uno degli insegnate promotori della protesta fa presente che non sono state consegnate le case promesse alle vittime di un'alluvione che nel 2011 ha ucciso circa 1.000 persone. Agli insegnanti si sono aggiunti i manifestanti di un partito politico di estrema sinistra che con un eloquente striscione denunciavano: "Miliardi per la Coppa del Mondo della FIFA, Nessun alloggio per le vittime delle forti piogge del 2011. E’ giusto?” e ancora “Fifa Go Home”. Tensioni che stanno proliferando ovunque e anche se questa si è conclusa pacificamente, mette in guardia per le future e possibili escalation generati da forti attriti in un paese dove c’è emergenza tangibile della povertà mentre è pronto ad accogliere un evento mondiale faraonico e spettacolare. Il coordinatore di un sindacato locale degli insegnanti spiega il motivo di quella contestazione:"Nessuno qui è contro il Brasile, ma è un atto simbolico contro un paese che non ha soldi per la sanità e l'istruzione e la casa.”
I giornali ricordano come lo scorso anno, proprio durante la Confederations Cup, la prova generale per questi mondiali che stanno per iniziare, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il paese per protestare contro la carenza dei servizi pubblici, l'istruzione, la sanità. In molte di queste proteste, ci sono stati conflitti violenti tra i manifestanti e la polizia, dove si sono rivolte reciproche accuse, le autorità accusato i manifestanti di vandalismo mentre la stessa polizia sembra abbia più volte fatto uso eccessivo della forza contro i manifestanti pacifici. Le manifestazioni e rimostranze si sono moltiplicate e amplificate per denunciare appunto l’assenza di fondi per la spesa sociale mentre venivano svuotate le casse per investimenti sugli gli stadi di calcio. Queste proteste fortunatamente non hanno portato feriti anche se ci sono stati contri con la polizia in assetto antisommossa e utilizzati gas lacrimogeni. Il fermento del malumore e di disapprovazione totale fa tremare per il fischio d’inizio di questo contestatissimo mondiale di calcio.

Non a caso in questi gironi a Rio de Janerio sono state effettuate simulazioni di atti terroristici anche chimici in luoghi che saranno frequentatissimi dalle milioni di persone, come la metropolitana. Questo mondiale è bollente sotto ogni aspetto e i preparativi e le simulazioni serviranno per prepararsi per qualsiasi situazione critica che si possa presentare. La Coppa del Mondo 2014 non nasce sotto una buona stella in un paese mutilato dalla povertà, dalla emergenza sociale e il fasto e lo sperpero di denaro ha esacerbato i problemi che i brasiliani vivono sulla propria pelle ogni giorno. In questa direzione Josè Eduardo Cardozo, il ministro della Giustizia del Brasile ha ammonito che nessun abuso, né da parte dell’autorità o dei manifestanti..sarà tollerato:“Ci impegneremo a fondo per garantire la sicurezza eccellente per la Coppa, al meglio delle nostre capacità, il governo brasiliano sta lavorando per garantire la sicurezza eccellente durante il torneo.”

Questo è un mondo sempre più difficile da vivere, dove il dramma umano e le sue grida sembrano essere sempre soggiogati e messe in piani ultimi rispetto a mirabolanti eventi che esaltano lo sfarzo, e il divertimento, oltre a giri stratosferici di potere e denaro. E’difficile dover assisteste al fischio di inizio Brasile –Croazia, perché siamo tutti diventati spettatori di un orrendo gioco, l’indifferenza. 




USA: 5 TALEBANI PER UN SERGENTE

di Maurizio Costa

Afghanistan – Il Sergente Bowe Bergdahl, catturato dai talebani nel giugno del 2009, è stato liberato dopo una lunga ma pacifica trattativa tra il Governo degli Stati Uniti e i capi talebani che lo tenevano detenuto. Un Emiro del Qatar avrebbe mediato le parti e cercato di far arrivare ad un accordo in breve tempo.

Lo scotto che il Governo di Obama dovrà pagare agli afghani è quello della liberazione di ben 5 talebani detenuti nella prigione di Guantanamo. Una decisione che ha portato a molte critiche, visto che, gli scorsi anni, i prigionieri liberati dalla maxi-struttura detentiva cubana sono stati messi subito in piena libertà e molti non hanno smesso di compiere azioni illecite. Questa volta, però, Obama è stato più cauto: i 5 talebani che torneranno in libertà, saranno confinati in Qatar, in una sorta di arresto domiciliare.

Ma chi sono questi 5 detenuti che verranno liberati? "Time" ha fornito delle indiscrezioni che rivelerebbero i nomi dei talebani che andranno in esilio in Qatar in cambio del Sergente Bergdahl.

1. Mohammad Fazl
Uno dei primi talebani catturati e trasferiti a Guantanamo, nel lontano 2002. Fazl è l'ex vice Ministro della Difesa dei talebani ed è stato accusato di aver compiuto molte uccisioni di massa ai danni di cittadini sciiti.

2. Mohammad Nabi
L'ex capo della sicurezza dei talebani verrà liberato nella maxi-operazione. Mohammad ha collaborato con la CIA per la cattura di molti capi afghani e questo rende difficile la sua scarcerazione.

3. Abdul Haq Wasiq
Anch'esso accusato di molte uccisioni di massa. Abdul è l'ex vice Ministro dell'Intelligence talebana ed ha collaborato strettamente col Mullah Omar, Capo di Stato dell'Afghanistan fino al 2001.

4. Mullah Norullah Nori
Ex Governatore di due province talebane, Mullah sarebbe uno dei più importanti funzionari talebani detenuti a Guantanamo.

5. Khairullah Khairkhwa
Comandante militare e Ministro degli Interni talebano. Khairullah è stato anche stretto collaboratore del Mullah Omar e di Hamid Karzai. Già nel 2002, però, sembrava aver preso le distanze dal movimento talebano.

Cinque liberazioni non proprio tranquille; i personaggi che verranno scarcerati hanno ricoperto cariche importanti nel Governo talebano e si sono macchiati di violenti omicidi. La cosa positiva è che, almeno, verranno tenuti comunque sotto osservazione in Qatar per evitare ripercussioni negative.
 




UNIONE EUROPEA, TRATTE DI SCHIAVI E MIGRANTI: FRONTEX PUBBLICA LE ANALISI DEI RISCHI ANNUALI

40 mila migranti clandestini arrivati in Unione Europea nei primi quattro mesi dell’anno, più della metà, 25 mila attraverso l’Italia. Stime delle frontiere attestano valori molti più alti intorno a i 55 mila, nonostante l’UE sia il maggior donatore del mondo di fondi miliardari per aiutare i Paesi in via di sviluppo (Pvs) per migliorare la democrazia, l’economia e la cultura

 

di Cinzia Marchegiani

L'analisi del rischio è il punto di partenza per tutte le attività di Frontex (Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea) dalle operazioni congiunte attraverso la formazione di studi di ricerca. Frontex monitora l'ambiente di sicurezza globale, in particolare quei fattori politici, economici, sociali, tecnologici, giuridici e ambientali che potrebbero incidere sulla sicurezza delle frontiere. L'agenzia raccoglie dati provenienti da Stati membri, gli organismi dell'UE, nonché dai mezzi pubblici e da altre fonti all'interno e oltre i confini europei. Il lavoro di analisi dell'agenzia è più di individuazione dei rischi. Si tratta di massimizzare l'efficacia nella prevenzione della criminalità transfrontaliera – segnatamente traffici umani e il contrabbando – e garantire la sicurezza delle frontiere esterne dell'UE per prevedere le tendenze future e proporre rimedi. Le rilevazioni di attraversamento illegale alle frontiere dell'UE sono aumentate nettamente nel 2013, salendo a più di 107.000 da 75.000 nel 2012, con siriani, eritrei e afgani sia le nazionalità più comunemente rilevati. Nel dettaglio viene studiata la migrazione verso l'UE che nel 2013 è stata caratterizzata da tre fenomeni principali: un aumento significativo del numero di siriani in arrivo, un “flusso costante” di immigrati in partenza dal Nord Africa che attraverso il Mediterraneo si dirigono verso l'Italia, e rilevazioni di forte aumento di migranti irregolari verso la rotta dei Balcani occidentali. Il numero di siriani rilevati alle frontiere dell'UE, 25 mila ha rappresentato quasi un quarto di tutti gli arrivi nel 2013 quasi tre volte la cifra del 2012. Il flusso della nazionalità che maggiormente è entrata illegalmente nella maggior parte delle zone di confine che hanno fatto richiesta per la protezione internazionale sono Siriani. Più di due terzi di tutte queste domande sono state presentate in Svezia, Germania e Bulgaria. L'area centrale del Mediterraneo è stato il punto di ingresso principale in Europa per gli immigrati irregolari, in particolare durante la seconda metà dell'anno. Flussi migratori attraverso il Mediterraneo centrale in Italia, e in misura minore di Malta, sono state più pesante tra il mese di luglio e di ottobre, raggiungendo un picco nel mese di settembre, anche se gli arrivi hanno continuato in Italia per tutto ottobre e novembre, nonostante le condizioni di mare agitato, che di solito impediscono traversate marittime in quel periodo dell'anno. Con oltre 40.000 arrivi registrati, la rotta del Mediterraneo centrale rappresenta il 38% di tutti i rilevamenti della migrazione irregolare a livello UE. Anche se questa cifra rappresenta un aumento significativo rispetto ai dati acquisiti nel 2012, sono inferiori ai flussi del 2011 dovuti alla Primavera Araba quando 59.000 migranti sono arrivati in Italia. Questo percorso ha visto anche alcuni importanti episodi di barche ribaltamento delle e affondano, compresa la tragedia ottobre al largo della costa di Lampedusa che è costato la vita di oltre 360 persone.
Le rotte individuate e analizzate definiscono i flussi delle diverse nazionalità che si sono dirette in Italia. I siriani e gli egiziani sono partiti principalmente dall'Egitto nel 2013, mentre i migranti del Corno d'Africa e l'Africa occidentale partirono in gran parte dalla Libia. Tra i migranti africani, eritrei erano di gran lunga il più numeroso rilevato, con oltre 11.000 arrivi, con un aumento di quattro volte nel 2012. Per raggiungere l'Italia, i migranti del Corno d'Africa in genere utilizzati un percorso pericoloso attraverso il Sahara, viaggiando avanti attraverso la Libia. Sulla rotta del Mediterraneo occidentale, le rilevazioni alle frontiere greche con la Turchia hanno registrato il livello più basso degli ultimi cinque anni anche se questo percorso ancora rappresenta quasi un quarto di tutti i rilevamenti nell'UE. Il maggior numero di migranti in questa regione sono stati rilevati sia l'attraversamento del Mar Egeo per le isole greche dalla Turchia, o lungo la frontiera terrestre bulgaro-turca. Ancora una volta, siriani costituito la maggior parte dei migranti su questa tratta. 19 mila è il numero di rilevamenti al confine tra Ungheria e Serbia era quasi tre volte quello di un anno prima e ha reso la rotta dei Balcani occidentali il punto numero tre caldo per valichi di frontiera illegali in Europa.
Nel 2013, ci sono state circa 345 mila rilevamenti di soggiorno illegale nell'UE, che ha rappresentato un andamento sostanzialmente stabile rispetto al precedente anno. Sulla base dell'analisi dei rischi Frontex Network Dati ( FRAN ) per il 2013, il numero d'asilo domande presentate nella UE ha continuato ad aumentare. I dati preliminari indicano un generale incremento di circa il 28 % per un totale di 353.991 applicazioni nel 2013. Tra il 2012 e il 2013, rilevazioni di facilitatori diminuito del 11% , pari a circa 6900 nel 2013. Tale diminuzione può essere in parte dovuto all’entrata in UE con altri canali illegali e con la falsificazione dei documenti. Nel 2013 circa 159 mila migranti sono ritornati ai loro paesi. Il totale non fa includere riammissioni tra Stati Stati membri . Come nel 2012 , il Regno Unito e Grecia sono stati gli Stati membri che partecipano al più grande numero di ritorni.
Nell'Unione europea da gennaio ad aprile di quest'anno, sono arrivati 42 mila migranti clandestini, che è quattro volte superiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di cui 25 mila attraverso l’Italia. Ma a leggere sembra che questi dati siano anche sottostimati, le stime di frontiera attestano la cifra intorno a 55 mila per i primi quattro mesi del 2014.
Transumanze di persone, spesso schiavi che nel loro viaggio cambiano soltanto proprietario, usati e abusati per la loro condizione di estrema povertà. Miraggi di terre che rappresentano il futuro, molti di loro rimangono soltanto lo strumento indecente e criminale di chi fa soldi a palate sulle tratte di esseri umani. L’Unione Europea, in gamba a rilevare i dati e analizzarli non riesce a individuare una strategia vincente affinché queste persone riescano a vivere nella nazione natale. Questa dei centri di accoglienza non sono vita e neanche il loro futuro. Oltre la metà dei soldi spesi nel mondo per aiutare i Paesi in via di sviluppo (Pvs) proviene dall’Unione Europea e dai suoi Stati membri; l’Unione è quindi il maggiore donatore a livello mondiale. L’Italia canalizza circa la metà (il 46%) del proprio Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps) attraverso l’Unione Europea: è il terzo contribuente netto al bilancio dell’Unione in materia di sviluppo, e il quarto contribuente al Fondo Europeo di Sviluppo (Fes), per un ammontare complessivo annuo intorno a 1.4 miliardi di euro. Le risorse utilizzate dalla Commissione Europea nella realizzazione di iniziative di sviluppo o attraverso il sostegno al bilancio sono pertanto in parte anche risorse dell’Italia. L'obiettivo primario dell’Unione Europea è l'eliminazione globale della povertà nell'ambito dello sviluppo sostenibile. Per tale ragione, l’Unione si adopera per contribuire agli Obiettivi di sviluppo del Millennio (Mdg) approvati da tutti i paesi delle Nazioni Unite. In tale contesto, l’'Unione si è impegnata ad aumentare il bilancio per gli aiuti e a portarli allo 0,7% del reddito nazionale lordo entro il 2015 (con un obiettivo collettivo intermedio dello 0,56% per il 2010); la metà dell'aumento dell'aiuto dovrà essere attribuita all'Africa. L'UE continuerà a dare priorità al sostegno ai Paesi meno avanzati e a quelli a reddito basso e medio. Se questa è logica, ora gli Italiani e i paesi membri dovrebbero chiedere di rendicontare il destino di questi miliardi di euro annui dati a fondo perduto, forse è il caso di tenerli e dedicarli alle transumanze mane, che come confermato dall’analisi di rischio del Frontex non si arrestano mai… Fondi dati per cultura, economia e democrazia, sono un investimento sbagliato se questi sono i dati. L’UE si conferma un contenitore non senso, dove vengono divorati miliardi di euro per non poterci cavare un ragno dal buco. L’Europa continua a fallire ogni progetto che aveva lanciato come il migliore per affermare giustizia sociale benessere dei suoi stati membri, oltre quelli che ha messo nella propria agenda di aiuti umanitari.  La logica non è un opinione!




“SPIE”… ZZATELI

di Cinzia Marchegiani

Logiche dominanti e storie di spie e servizi segreti. I films a volte diventano noiosi al cospetto della realtà che stiamo assistendo a titoli di giornali e accuse spedite al mittente. Così la trama del film prende forma nei circuiti virali della rete e satelliti spia che con una freddezza e precisione porta a casa tesori e segreti custoditi nei bunker militari o in qualche multinazionale industriale.

E’ di pochi giorni la notizia dalle news orientali che la Cina pubblica precise accuse. Viene citato un rapporto delle agenzie di “intellingence” di sorveglianza globale che conferma l’esistenza di attività segrete di spionaggio americano. Il rapporto PRISM, programma di sorveglianza segreta del US Nationale Agency (NSA) sembra confermare che gli Stati uniti hanno montato la più ampia e costosa operazione di sorveglianza a lungo termine nella storia di internet. Ed è proprio dal rapporto dell’ormai noto Edward Snowden che escono fuori i documenti che spiegano come gli Stati Uniti, in questo intreccio di spy story, sorvegliavano non solo il governo cinese e i suoi politici ma soprattutto le multinazionali, istituti di ricerca scientifica molti cellulari.

La Cina accusa gli USA di aver condotto indagini capillari in vari dipartimenti governativi cinesi, lo stesso segretario generale della Cina, controllo degli armamenti e il disarmo, Chen Kai rimanda al mittente le accuse di furto informatico che l’America rivolge agli altri paesi: “l’America è andata ben oltre l'ambito della sicurezza nazionale, il rapporto ha sottolineato che la cooperazione senza soluzione di continuità tra gli Stati Uniti le agenzie di intelligence, il governo e il settore privato, con le loro capacità di elaborazione di dati enormi, ha permesso la sorveglianza apparentemente senza limiti. Sulla base di questi fatti, è assurdo e ipocrita che gli Stati Uniti sollevi critiche ad altri paesi del furto informatico o di sorveglianza. Verranno attuate una serie di misure governative che proteggerà la Cina dalle attività di spionaggio degli altri paesi, in primis il divieto del sistema operativo Windows 8 dai nuovi computer governativi e un amplificazione dei controlli di sicurezza su importanti prodotti e servizi IT.” La storia di segreti decriptati, di progetti militari o industriali carpiti da trame invisibili quanto pericolose sono l’opera di ingegneria dei pirati informatici che con l’abilità di Arsenio Lupin catturano informazioni della sicurezza di una nazione o di un brevetto innovativo costato fatica, ingegno e molto tempo. Ed ecco che, come un film di fantastoria che si rispetti, anche nella realtà arriva il colpo di scena che ribalta l’intrigo internazionale.

L’America diventa la vittima di hacker iraniani, che grazie a falsi account nei social network e un sito web fake sono riusciti a spiare militari e politici oltre di Israele, anche della stessa USA. La notizia è stata pubblicata oggi da un noto giornale americano che conferma come in una campagna di spionaggio lunga tre anni gli hacker iraniani abbiano fatto il grande bottino di informazioni di dati sensibili che riguardano soprattutto un ammiraglio a quattro stelle della marina militare, legislatori, e gli ambasciatori degli Stati Uniti oltre il personale dall'Afghanistan, Gran Bretagna, Iraq, Israele, Arabia Saudita e Siria.


L’azienda Sight Parteners che ha scoperto il cyber crime non ha voluto identificare le vittime sotto controllo, comunque i predatori iraniani hanno cercato le password e credenziali per accedere alle reti aziendali di governo e, così anche sui sistemi
d'arma e le trattative diplomatiche. Inquietante capire come le vittime siano state circuite e manipolate. L’agenzia Sight descrive in dettaglio il meccanismo perverso della messa in scena. Sono stati creati alcuni personaggi che sembravano lavorare come giornalisti per un sito il NewsOnAir.org, che poi si è scoperto essere un fake, che pubblicavano tabella presi dalla Associated Press, BBC, Reuters e altri media. Questi falsi giornalisti nella fase successiva dell’operazione hanno allacciato rapporti con personaggi della difesa e altre organizzazioni, e per costruirsi credibilità, gli hacker avrebbero fatto amicizia e quindi stretto legami virtuali con gli amici delle vittime di importanze strategia nazionale.

Così colleghi, parenti tramite collegamenti sui social network, tra cui Facebook Inc, Google Inc, LinkedIn Corp, e Twitter Inc erano stati presi di mira inconsapevoli del destino che li attendeva. L’operazione di fiducia è stata elaborata e ha assorbito molto tempo, si dice che sia stata attivata almeno dal 2011 ed è stata denominata la più alta ingegneria sociale di cyber crime. Una volta ottenuti 2000 collegamenti e la loro completa fiducia sono passati alla fase finale, dove hanno infettato i computer con link e software molto pericoloso, il malware dannoso ha permesso di depredare tutti i dati sensibili, oltre password dei personaggi chiave nella difesa militare. Un attività che con il tempo ha creato un buco di informazioni strategiche talmente laboriosa e raffinata che è stata paragonata ad una azione fuori radar, perché difficile da individuare. Analizzato dall’alto queste linee di azione si possono visualizzare sofisticate ragnatele, dove la Cina, l’America e la Russia rimangono sempre intrappolate l’una all’altra in strategie ermetiche lontane dalla nostra più generosa fantasia.

Il caso Snowden è al centro di questa ragnatela, e mercoledì scorso in un intervista alla NCB nega assolutamente di essere sostenuto economicamente dalla Russia oltre di non aver fornito alcun file segreto, ma gli Stati Uniti l’hanno accusato di furto di documenti di proprietà del governo, e di aver dato accesso a queste informazioni a persone non autorizzate che riguardano informazioni private di email, telefonate e tramite internet di centinai di milioni di americani. Ora è in asilo politico in Russia fino al primo agosto di questo anno, gli è stato detto che può ritornare in America affrontando la giustizia. Dalla controparte cinese, le accuse rivolte all’America sono pesanti, i documenti trapelati dall'ex imprenditore Central Intelligence Agency, Edward Snowden sono attività dettagliate di sorveglianza della National Security Agency (NSA) in tutto il mondo, acquisite da leader stranieri e cittadini.

Più di 120 leader mondiali sono stati sotto sorveglianza degli Stati Uniti dal 2009. Dai giornali cinesi si legge: ”La Cina è una delle vittime di Grande Fratello. Gli Stati Uniti attaccano regolarmente, si infiltrano e rubano nelle reti cinesi appartenenti a governi, istituzioni, aziende, università e grandi reti backbone di telecomunicazione. Gli ultimi dati della Rete Nazionale di Computer Emergency Response Technical Squadra Coordination Center della Cina hanno mostrato che 135 computer host negli Stati Uniti hanno creato 563 pagine di phishing mirate a siti web cinesi e che hanno portato a 14mila operazioni di phishing dal 19 marzo al 18 maggio. Il centro ha trovato 2016 indirizzi IP negli Stati Uniti che avevano impiantato backdoor in 1754 siti web cinesi, coinvolgendo 57mila attacchi backdoor nello stesso periodo.”

Di fatto le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali sono state gravemente violate e mettono in pericolo le relazioni tra due giganti della terra, Cina e America oltre la Russia. La Cina nel 2013 ha chiesto colloqui con gli Stati Uniti sulla polizia cyber spazio attraverso un gruppo di lavoro bilaterale, nonostante le rivelazioni di Snowden di sorveglianza elettronica degli Stati Uniti sulla Cina. L’accusa rimane un solco difficile da colmare, poiché gli Stati Uniti hanno intenzionalmente messo in pericolo la fiducia tra le due maggiori economie del mondo e in Cina, e i rapporti terminano con una battuta al vetriolo della Cina:”Gli Stati Uniti dovrebbero pulire la propria casa prima di puntare il dito contro gli altri.”

Quando la realtà supera ogni perversa immaginazione, ce n’è per tutti. Silenzio che il “Grande Fratello” ci ascolta.
 




UCRAINA: BOCCATA D'OSSIGENO DA 750 MILIONI DI DOLLARI DALLA BANCA MONDIALE

Il 26 maggio 2014 Ministro delle Finanze ucraino aveva partecipato alla cerimonia della firma del governo dell'Ucraina e degli accordi di prestito della Banca mondiale sulla realizzazione di tre nuovi progetti in Ucraina. L’accordo firmato tra la Banca Mondiale e l’ Ucraina è per la fornitura di prestiti per un valore totale di 1,48 miliardi di dollari USA .

di Cinzia Marchegiani

Ucraina – Con un secco comunicato dal Ministero delle Finanze, l’Ucraina alle 18:16 di oggi informa che ha ricevuto il primo prestito per le riforme strategiche e istituzionali volti a superare la crisi che imperversa la nazione. I 750 milioni di dollari serviranno a stabilizzare l’economia e l’innovazione del paese e porre le basi per una crescita sostenibile equilibrata. Ricordiamo che proprio in questi giorni è arrivato l’ultimatum dalla Gazprom che entro il 30 maggio ha chiesto che venga pagato il debito di 2 miliardi di dollari che l’Ucraina ha maturato per il rifornimento di gas. Oggi arriva un po' di ossigeno di prestito dalla Banca Mondiale.

Il 26 maggio 2014 Ministro delle Finanze ucraino aveva partecipato alla cerimonia della firma del governo dell'Ucraina e degli accordi di prestito della Banca mondiale sulla realizzazione di tre nuovi progetti in Ucraina. L’accordo firmato tra la Banca Mondiale e l’ Ucraina è per la fornitura di prestiti per un valore totale di 1,48 miliardi di dollari USA .
L’ accordo per il primo progetto riguarda il " Miglioramento dell'efficienza energetica nel settore del teleriscaldamento di Ucraina" dove la Banca Mondiale ha firmato con il direttore della Banca Mondiale in Bielorussia, Moldavia e Ucraina, Europa e Asia centrale Chimyao da Ucraina e il ministro delle Finanze Alexander Shlapak .
L'importo del secondo prestito è di 382 milioni, tra cui IBRD 332 milioni US Clean Technology Fund e $ 50 milioni. L’ investimento sarà utilizzato per sostituire le apparecchiature obsolete del sistema di teleriscaldamento ad una più tecnologicamente avanzato che soddisfa le moderne esigenze di oggi e di aiutare l'Ucraina in un prossimo futuro per ridurre al minimo i costi delle risorse di combustibile e di energia.
Inoltre, sono stati firmati accordi per i progetti «Prima Prestito politica di sviluppo " per un importo di $ 750 milioni. Il "Progetto Infrastrutture Second urbano" è del valore di $ 350 milioni. La Banca Mondiale ha firmato un accordo tra direttore della Banca Mondiale in Bielorussia, Moldavia e Ucraina, Europa e Asia centrale Chimyao. Per l'Ucraina ha firmato il Vice Ministro dello Sviluppo Regionale, di costruzione, Housing e utilità di Gregorio Semchuk e il Ministro dello Sviluppo Economico Pavel Sheremet.

Per l’Ucraina la Banca Mondiale ha investito energicamente per il suo sviluppo economico e soprattutto energetico…e le news di questi giorni saranno presto aggiornate da altri eventi che L’Osservatore d’Italia non mancherà di pubblicare in tempo reale.

 




SCOMPARSA DEL BOEING MALAYSIA AYRLAINS: E' ANCORA GIALLO, SOI PARLA DI ATTENTATO TERRORISTICO

di Cinzia Marchegiani

Oceano Indiano Meridionale – Ricerche tutte da riorganizzare. Continua il mistero sul Boing 777-200 della Malaysia Ayrlains scomparso lo scorso 8 marzo mentre sorvolava il mare del sud Vietnam, che durante la rotta Kuala Lumpur-Pechino aveva misteriosamente virato verso sud-ovest. Ben 239 persone compreso l’equipaggio sono state inghiottite nel nulla e le ricerche sottomarine finora portate avanti sembrano suggerire che la zona dell’Oceano Indiano Meridionale al centro delle verifiche non sia quella d’impatto del disastro aereo. Gli esperti australiani che hanno condotto le ricerche confermano che dall’area di rilevamento delle trasmissioni acustiche non arrivano segnali di rottami aerei. Le news orientali riportano che dalla Joint Agency Coordination Centre (Jacc) non danno notizie positive ai familiari che attendono da mesi la possibilità di dare almeno una giusta sepoltura ai propri cari. Il verdetto lascia intendere che in quella zona oggetto di studi e ricerche dove non vi sono segni di rottami o di parti di aereo è inutile continuare le ricerche, non è lì che giace il relitto dell'MH370. Per due lunghi mesi navi e aerei hanno cercato di seguire il segnale della scatola nera del boing 777-20, ma senza risultati. L’ipotesi ora che emerge è che forse i calcoli satellitari che hanno indicato quella parte dell’Oceano Indiano potrebbero essere sbagliati. Anche se la Malaysia Ayrlines è considerata una delle compagnie migliori, si legge che negli ultimi anni, l'azienda abbia innescato perdite di bilancio a causa della competizione portata dal settore delle compagnie low-cost, tra cui la connazionale Air Asia e proprio nei giorni scorsi c’è stato un nuovo incidente, un velivolo decollato a Kuala Lumpur e diretto a Seoul ha fatto un atterraggio di emergenza a Hong Kong per un guasto al generatore elettrico principale. La strategia che verrà messa in atto dagli esperti della Commissione congiunta Jacc, riguarderà un'area finora inesplorata di oceano di circa 60 mila km quadrati. Ma la paura e l’angoscia dei parenti delle vittime, è nel dover assistere ad altre ricerche infruttuose e che il mistero di questo volo MH370 resti avvolto nella nebbia. Gli stessi parenti dei passeggeri, molti originari della Malaysia e della Cina, hanno espresso il loro rancore e frustrazione per queste ricerche a vuoto e per questo hanno accusato il governo di Kuala Lumpur di nascondere dati satellitari essenziali per il ritrovamento dell'aereo. Domande senza risposte per un aereo che improvvisamente cambia rotta, dove non ci sono né cadaveri né rottami, l’ipotesi che sempre con più forza si accredita è la possibilità di un attentato terroristico realizzato da esperti nel settore che potrebbero anche aver preso in ostaggio l’intero aereo. Fantasia, realtà, difficile distinguere, ma il dato oggettivo è che quell’aereo nel mistero è stato inghiottito e i dubbi e le prove inesistenti del suo ritrovamento fanno supporre altre ipotesi, soprattutto perché il silenzio delle istituzioni e della compagnia aerea amplificano ulteriori sospetti.




KOSOVO: IL GRANDUCA ENRICO DEL LUSSEMBURGO AL QUARTIER GENERALE MULTINAZIONALE "FILM CITY"

Redazione

Pristina (Kosovo) –  Il Comandante della Kosovo Force (KFOR), Generale di Divisione Salvatore Farina, ha ricevuto ieri, presso il Quartier Generale multinazionale “Film City” in Pristina il Granduca Enrico del Lussemburgo. Al seguito del Granduca, tra gli altri, il Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa Etienne Schneider, una delegazione di parlamentari, l’Ambasciatore del Lussemburgo in Kosovo Leon Del Vaux e il Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Mario Daubelfeld. 
 
Nel corso dell’incontro il Generale Farina e il Granduca del Lussemburgo hanno discusso dell’attuale situazione e della sicurezza in Kosovo e nell’area balcanica con particolare riferimento alle aree più sensibili a nord del fiume Ibar.  Il Generale Farina ha rimarcato il miglioramento nel settore della sicurezza grazie alle maggiori capacità acquisite dalla Kosovo Police e grazie al clima di maggiore fiducia che ha seguito l’accordo tra Pristina e Belgrado il 19 aprile dello scorso anno. In un incontro con lo staff multinazionale di KFOR il Granduca del Lussemburgo e gli ospiti sono stati aggiornati sul ruolo di KFOR quale terzo responsabile della sicurezza in occasione delle elezioni politiche in Kosovo fissate per il prossimo 8 giugno. Il Granduca Enrico del Lussemburgo, da parte sua, ha confermato il pieno supporto alla missione KFOR e più in generale al processo di stabilizzazione del Kosovo alla luce dei citati accordi.  Al termine dell’incontro, il Generale Farina ha espresso al Granduca del Lussemburgo parole di apprezzamento per l’elevata professionalita’ dimostrata dai militari di ogni ordine e grado facenti parte del contingente lussemburghese impiegato nella missione NATO KFOR.   
 
La visita del Granduca Enrico del Lussemburgo a KFOR si è conclusa a Camp “Novo Selo” dove ha incontrato e salutato il contingente lussemburghese.
 




UNIONE EUROPEA, SICUREZZA ENERGETICA: FORTE PREOCCUPAZIONE PER GLI APPROVIGGIONAMENTI DEL GAS

di Cinzia Marchegiani

Bruxelles – Due realtà completamente distanti, che sembrano non incontrarsi per meriti o demeriti di poca lungimiranza. Proprio ieri il Ministro delle Risorse Naturali, Sergei Donkoi ha anticipato che si prevedono aumenti della produzione di petrolio, che farà aumentare il proprio gettito fiscale di 60 miliardi di dollari per i prossimi 30 anni.

Gli attuali giacimenti petroliferi in Russia garantiranno 600 milioni di tonnellate annue per almeno un trentennio, cui si addizioneranno altri 13 miliardi di tonnellate di altre riserve già trovate. Risorse naturali che difficilmente faranno decollare investimenti per fonti energetiche alternative. Di contro la Commissione Europea deve escogitare la strategia affinché, in caso di stop di rifornimento di gas russo, l’UE possa essere indipendente dall’approvvigionamento energetico.

La Commissione Europea ha messo in agenda per i prossimo 26 e 27 giugno un Consiglio europeo per valutare le proposte, soprattutto le azioni che dovranno garantire la continuità di energia per il prossimo inverno ormai già alle porte.

L’approvvigionamento energetico rimane un’emergenza da non sottovalutare, soprattutto perché l’UE è dipendente dalle forniture esterne. La Russia è la padrona incontrastata in questo settore, e chiede che l’Ucraina paghi i suoi debiti che ammontano a 2 miliardi di dollari entro la fine della settimana.

La Gazprom produttrice di combustibile in caso contrario cambierà le condizioni di distribuzione del gas solo a pagamento avvenuto… L’UE intervenendo con le sanzioni contro la Russia ha interrotto equilibri troppo sensibili e i patti bilaterali e il contratto per trentennio tra Russia e Cina ne è un esempio concreto.

Oltre alla crisi economica sembra che questa Europa abbia molti guai in vista, poiché in tema di sopravvivenza energetica è stato fatto tanto ma senza concretezze. Le strategie politiche contro la Russia, hanno incrinato i rapporti e allontanato chi poteva assicurare la sicurezza energetica all’Europa, senza dover ricorrere ad energie alternative che sembrano le galline dalle uova d’oro solo per i grandi affaristi della green economy, che in un vortice a spirale e senza senso sta divorando denaro dei cittadini, che vede lievitare le bollette energetiche mentre consumano sempre meno, mentre la quota di co2 vincolata alle emissioni è un vincolo che le stesse tecnologie alternative non riescono a rispettare dal momento che per la produzione degli apparati e per le dinamiche di produzione sono anch’essi parti integranti nell’impatto di inquinamento ambientale. Le centrali energetiche biosostenibili non inquinano a patto che vengano spente, come dire l’energia verde è solo una semplice utopia. Insomma guai in vista per l’Unione Europea che oltre alla crisi economica deve saper affrontare quella energetica. Non nasce sotto i buoni auspici questo neo parlamento appena eletto.




PAKISTAN, RIFIUTA IL MATRIMONIO COMBINATO E VIENE UCCISA A BASTONATE.

di Christian Montagna

Alahore (Pakistan) – Un’altra terribile storia, la morte di una giovane donna. Accade in Pakistan, ad Alahore. Farzana Iqbal, la giovane 25 enne, incinta di tre mesi, è stata aggredita da un gruppo di persone per essersi ribellata alle decisioni di una società antica e maschilista. La cosa che più fa rabbrividire è che in quel gruppo di persone c’erano il padre e il fratello. La cronaca ci ha tristemente riportato altri avvenimenti simili:è’ noto il caso della giovane Hina uccisa e sepolta dal padre perché vestita all’ occidentale ma, come lei, purtroppo anche altre. Un massacro quello delle donne che non ha fine. Che siano motivi religiosi o regole imposte dalla società poco importa, la violenza sulle donne è da condannare in ogni caso. Secondo quanto riportato dal capo investigatore Rana Akhtar alla rete televisiva Samaa Tv, la giovane pakistana sarebbe dovuta essere in aula per difendere il marito accusato dalla famiglia di averla rapita e costretta a sposarlo. Una ventina di persone erano fuori al Tribunale ad attenderli per colpirli a bastonate e pietre. Perché in Pakistan, chi sceglie di essere libero,viene considerato un criminale Il fratello della vittima, armato di pistola, ha esploso un colpo mancando il bersaglio. Il tutto accadeva dinanzi ad una folla inerme di curiosi. La giovane vittima che nel caos tentava la fuga, cadendo, è stata raggiunta dai suoi familiari e uccisa a bastonate. Secondo quanto riportato dall’ avvocato, Ferzana aveva scelto liberamente di sposare quell’ uomo e questo, in Pakistan, alle donne non è concesso. Per lei era già stato scritto un altro destino, il padre le aveva scelto il marito e lo stile di vita da seguire. Una decisione quella di ribellarsi che le è costata la vita. In un sistema come quello pakistano tutto ciò è all’ ordine del giorno, la folla di carnefici è scappata inosservata e solo il padre ha confessato definendolo un delitto d’onore. Ma quale onore? Siamo solo dinanzi all’ennesimo delitto della vergogna…