SUDAFRICA, IL PRIMO MINISTRO DI LESOTHO SCAPPA IN SUDAFRICA: "L'ESERCITO HA PRESO IL POTERE IN UN COLPO DI STATO"

C.R.

Pretoria –  I militari hanno assunto questa mattina il controllo del quartier generale della polizia e hanno oscurato le trasmissioni radio e telefoniche nel Lesotho, enclave all’interno del Sudafrica. Lo ha annunciato il ministro dello Sport dello stato.

Il primo ministro del Paese, Tom Thabane,  è fuggito in Sud Africa, asserendo che l'esercito ha preso il potere in un colpo di stato.

L'esercito ha negato l'affermazione, dicendo che gli uomini hanno agito contro alcuni elementi della polizia che intendevano fornire armi ad una fazione politica. 

I diplomatici dicono che gli scontri al quartier generale della polizia a Maseru erano probabilmente il risultato di tensioni tra Thabane e il suo vice nel governo di coalizione, Mothetjoa Metsing.

Thabane ha il sostegno della polizia mentre l'esercito sostiene Metsing. Re Letsie III del Lesotho ha nel frattempo rimosso il capo dell'esercito e lo ha sostituito con un moderato. I soldati sono tornati alle loro caserme.

L’operazione militare in Lesotho ha i caratteri del colpo di stato. Lo hanno denunciato le autorita’ del Sudafrica, che hanno avvertito che una destituzione del genere del governo non potra’ essere tollerata.

 

Anche se nessuno ha affermato di aver assunto il potere con la forza, secondo ogni evidenza l’operazione delle forze armate di Lesotho porta i caratteri del colpo di stato, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Clayson Monyela, davanti alla stampa a Pretoria. Un simile cambiamento incostituzionale non potra’ essere tollerato.




ARMI BATTERIOLOGICHE: RITROVATO PROGETTO NEL PC DEL JIHADISTA MUHAMMED

di Cinzia Marchegiani

Sotto un cubitale "exclusive" il giornale Foreign Policy pubblica lo scoop del ritrovamento di un pc di un terrorista Jihadista in Antakya, Turchia. Abu Alì è il comandante di un gruppo ribelle siriano moderato della Siria autore di questo prezioso ritrovamento dopo che un gruppo di combattenti dell’ISIS erano fuggiti all’attacco avvenuto nel mese di gennaio in un villaggio nella provincia siriana di Idlib, vicino al confine con la Turchia, come risultato di una più ampia offensiva anti-ISIS che si verificano al momento. IL pc e il suo cavo di alimentazione erano in una stanza, evidentemente nella fretta è stato scordato con tutto il suo immenso tesoro all’interno. Il racconto di Abu Alì si fa sempre più interessante poiché spiega che dopo aver acceso il pc che era tra l’altro senza password, nella icona “Risorse del Computer” tutte le unità apparivano vuote, ma dopo un esame più attento il pc conteneva 2.367 cartelle, con un totale di più di 35 mila file. Il “Foreing Policy” ha copiato tutti file di questo pc che comprendeva documenti in francese, inglese e arabo su un disco rigido esterno. Oltre i documenti che riportano le giustificazioni ideologiche per le organizzazioni jihadiste e tutto ciò che serve per attuare la campagna di terrorismo islamico oltre alle istruzioni per i travestimenti per evitare di essere arrestati durante i viaggi da un hot spot all’altro, i documenti suggeriscono anche che il proprietario del computer portatile stava insegnando l'uso di armi biologiche, in preparazione di un potenziale attacco che avrebbe sconvolto il mondo, sospetto confermato quando un membro del personale in una università tunisina ha confermato che Muhammed, l’effettivo del proprietario del PC, aveva studiato chimica e fisica in quell’università, di cui hanno perso le sue tracce dopo il 2011.
Tra i molteplici documenti, il portatile dell’ ISIS conteneva anche un documento di 19 pagine in arabo su come sviluppare armi biologiche e come armare la peste bubbonica da animali infetti: ”Il vantaggio di armi biologiche è che non costano un sacco di soldi, mentre le perdite umane possono essere enorme", scrupolosamente il documento trovato aveva anche le istruzioni su come testare la malattia, come arma in sicurezza, prima di essere utilizzata in un attacco terroristico, spiegando che quando il microbo viene iniettato in piccole topi, i sintomi della malattia dovrebbero iniziare a comparire entro 24 ore". Insomma un pc, come ce ne saranno tanti altri dove emergono documenti troppo importanti, tra cui anche una fatwa (sentenza islamica) di 26 pagine, o, sull'uso delle armi di distruzione di massa, dove si ammonisce: "Se i musulmani non possono sconfiggere il kafir (gli infedeli) in modo diverso, è consentito utilizzare armi di distruzione di massa.” Nel portale non c’è traccia del possesso della armi batteriologiche, ma l’obiettivo, non è una novità, è uno degli obiettivi più ambiziosi dei gruppi terroristici dalla notte dei tempi…il problema semmai è capire quanto sono stati capaci ad infiltrarsi nelle università e siti strategici che detengono i virus e batteri più letali del mondo..in fondo il bioterrorismo è l’incubo più grande che l’uomo potrebbe affrontare dopo un disastro nucleare..ma per questo sembra che l’umanità si stia attrezzando molto bene…in fondo i venti della guerra fredda innescata da Barack Obama non sembra molto diversa dall’obiettivo finale descritto in questi documenti…tutti morti, game over!




VENEZUELA, CARLOS GULLI COSMO: L'INTERVISTA IN ESCLUSIVA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

di Simonetta D’Onofrio

Accrescere la sensibilità nell’opinione pubblica per la sofferenza fisica e morale che sta vivendo un’intera nazione, il Venezuela. Ḗ questo lo scopo principale che mi ha portato a intervistare il dottor Carlos Gulli Cosmo, italo-venezuelano.

Nato a Caracas, giornalista, scrittore e collaboratore con l’Università degli Studi di Torino, quotidianamente si spende per far conoscere lo stato di malessere presente nel suo paese nativo. Con una serie di cortometraggi “Hola Italia”, molto popolari in rete, Carlos sta cercando di accrescere la coscienza degli europei sulla difficile situazione in Venezuela.

I media e la politica hanno l’obbligo etico di non chiudere gli occhi di fronte al dolore, l’angoscia e lo strazio dei nostri connazionali, che per diversi motivi si sono trasferiti nel paese dell’America Latina.

Ma questo non basta, assolutamente no. Sebbene siamo circondati da tante informazioni che avanzano da ogni parte del mondo e si diffondono molto velocemente sui mass-media, assistiamo sbigottiti ad una perdita di libertà e di diritti di una popolazione di milioni e milioni d’abitanti completamente schiacciati dai loro governanti, che quasi sembrano finire in uno scorticatoio. 

Intervista in esclusiva al dottore Carlos Gulli Cosmo

Lei ha detto che l’Italia, la politica in modo particolare, sta facendo poco per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave situazione che sta vivendo il Venezuela da qualche tempo. Recentemente anche alcune figure istituzionali italiane si sono recate nel Paese e in un comunicato stampa la Farnesina ha detto che “[…] L’Italia è profondamente legata al Venezuela, dove risiede una delle comunità italiane più numerose all’estero. E siamo parte integrante del sogno di Bolivar, che proprio a Roma nel 1805 ha giurato di lottare per un’America latina indipendente, unita e solidale”. Il Venezuela, ricorda Giro “è stato il primo Paese dell’America spagnola a ottenere l’indipendenza, a seguito della lotta di Bolivar”. Come altre volte nel corso delle sue recenti missioni nel Paese sudamericano, il sottosegretario Giro ha sottolineato “la vicinanza dei due popoli e il dialogo costante da parte italiana con il Governo e con tutti gli attori della società venezuelana”. 

Cosa ne pensa?

L’Italia mediatica e soprattutto la politica italiana non hanno informato e non stanno facendo proprio nulla per la grave situazione sociale in cui versa il Venezuela.  Si tenta di sdrammatizzare e minimizzare un situazione terribile che sta vivendo il popolo venezuelano che va dalla mancanza assoluta di libertà di pensiero e parola, al massacro e alla tortura di studenti colpevoli di aver manifestato contro l’insicurezza e la repressione di un governo dittatoriale come quello di Maduro.  Parliamo di riconosciuti reati contro i diritti dell’uomo e, prima o poi, anche l’attuale Presidente del Venezuela, tiranno e ignorante, dovrà renderne conto di fronte a un tribunale mondiale. Che poi l’Italia politica, e il Ministero degli Esteri, la parte che sguazza nelle situazioni di comodo e nei consueti incontri di “affari” con un Paese che è il maggior produttore di Petrolio al mondo, non vuol dire proprio nulla. Secondo il mio punto di vista non si dovrebbero stringere accordi con dittatori, perché stiamo parlando di una tirannia, la cosa è appurata. Addirittura il Sindaco di Roma ha dato l’ok per una serie di murales pro Chavez o a Napoli dove un giardino è stato intitolato a Hugo Chavez Frias, sono cose che ci feriscono profondamente. Come se un paese decidesse di intitolare una piazza a Hitler o a Ceasuscu. Si tratta d’ignoranza o di malafede? Non possiamo mettere sul piedistallo una dittatura, di qualunque colore politico sia. Una dittatura è una dittatura.

Da italo-venezuelano mi sento offeso due volte: perché il mio paese è ridotto alla fame e perché l’Italia, il paese dei miei genitori, di cui sono originario, tace completamente la verità. 

 

Il clima all’interno della società civile è insostenibile, anche per un’inflazione molto alta e per la carenza dei prodotti di prima necessità, reperibili solo tramite il mercato nero. Come spiega questo precipizio?

Il Chavismo, che piaccia o no, ha distrutto il Venezuela. Inutile attaccarsi a un ideale che in realtà ha dimostrato solo di essere l’errore più grande della Storia del Venezuela. Siamo il paese più pericoloso al mondo, la criminalità è il primo motivo di morte. Nel 2013 circa 25.000 persone sono decedute per rapine.  La politica economica di Maduro ha ulteriormente peggiorato la già triste situazione che ha lasciato il defunto Chàvez.  I rappresentanti di questo governo sono persone dedite soltanto al guadagno personale e alla scalata al potere. Mentre Chavez, da furbo dittatore, sapeva che affamando il popolo, tenendolo ignorante, per poi dargli le briciole, lo avrebbe legato a sé per una sorta di Sindrome di Stoccolma, l’attuale capo di Stato non ha capito nemmeno quello e quindi di ritrova ad aver contro anche molti Chavisti.  Non si trovano i generi alimentari di prima necessità, non si trovano farmaci e nemmeno prodotti per l’igiene personale. La gente ha paura di parlare e di votare, perché viene sorvegliata e minacciata. L’insegnamento proviene da Cuba, un’altra dittatura che vive sulle spalle del Venezuela. 

Non dimentichiamo che da troppi anni il denaro del Venezuela e, trattandosi di petrolio, parliamo di molto denaro, non viene spartito solo tra la casta al governo e i paesi parassiti e complici, ma è stato utilizzato per una propaganda mondiale in favore del regime che ha dato i suoi frutti soprattutto in Italia.

 

Lei è molto coraggioso a raccontare cosa sta accadendo nel Paese dove è nato, uno stato totalitario dove si ha paura e dove la libertà di espressione è negata. Non ha paura? Cosa spera per il futuro di questo Paese?

Non si tratta di coraggio, si tratta di disperazione.  Quando vedi il posto dove sei nato e cresciuto, in cui sei vissuto condividendo storia, cultura, folklore, problemi e territorio, non riesci a stare zitto.  Lavoro nell’ambito della comunicazione, quindi mi sono mosso nel mio terreno professionale e non avrei potuto esimermi dal farlo, perché parlo di un paese meraviglioso.

 Con la produzione degli episodi on line “Hola Italia” ho voluto sensibilizzare gli italiani. Il Pubblico non era al corrente di cosa accadeva in Venezuela, questo perché i media non se ne sono occupati per nulla. Neppure il Papa ha parlato granché di noi, nonostante i continui messaggi da parte della Comunità mondiale venezuelana. C’è una sorta di omertà che è da condannare. Che poi un filosofo italiano, qualche giornalista, un paio di attori che vivono di luce riflessa e un ex calciatore drogato e ignorante, che vivono nell’agiatezza e nella ricchezza, vogliano far passare una dittatura criminale per un paradiso sociale, è ridicolo.  Queste persone non possono non sapere che si tratta di un inferno e dovrebbero trasferirsi in Venezuela non stare qui con le chiappe sull’oro. Non si dovrebbe fare poiché si parla della vita di milioni di persone.

Le caratteristiche del Regime ci sono tutte: nessuna libertà di parola e di espressione; povertà ed ignoranza indotta con il tentativo costante di lavare il cervello ai bambini fin dalla prima elementare; sottomissione della povera gente tenendola segregata in casa usando il terrore; affamare la gente.  Da manuale, non per niente gli amici di Chavez erano i dittatori del mondo che hanno fatto tutti una brutta fine. Finiamola di definire ‘fascista’ chi non accetta il chavismo, di dire che l’America vuole impossessarsi del Paese perché il regime e i ricchi sono proprio quelli al governo e nel timore dell’impero siamo finiti nelle mani di Castro che ci sta spolpando come fa un cane famelico con un osso.

Non so cosa aspettarmi per il futuro, ma ho paura che non a lungo la situazione precipiterà. Il venezuelano non è come il cubano, non sopporterà la cancellazione di un’identità e non sarà facile come a Cuba, perché non siamo un’isola. Io spero che i miei fratelli venezuelani lottino ancora e che tutti insieme si possa ricostruire una democrazia e una società serena.  Quello che ci tengo a dire è che la colpa è sempre dei Regimi e non del popolo, quindi io propendo per unirsi tra i popoli dell’America latina, per garantire non quest’assurda rivoluzione castrista, ma la pace, la democrazia, la libertà. La lucha sigue




BARACK OBAMA: ECCO LA STRATEGIA PER INNESCARE IL CONFLITTO NUCLEARE “PREVENTIVO” CONTRO LA RUSSIA.

Gli Stati Uniti sembra proprio stiano tessendo il conflitto nucleare contro la Russia, utilizzando i nuovi alleati che aderiscono alla Nato, come l’Ucraina, che gli permetterebbe di bypassare l’autorizzazione anche delle Repubbliche di Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia ampliando sostanzialmente  il complemento di termine a base di forze NATO in questi stati. Lo scienziato Steven Starr di “Medici per la Responsabilità Sociale” svela il disegno di legge “RAPA” presentato al congresso dal senatore Bob Corker, che grazie ad un fondo di 100 milioni di dollari, oltre a fornire rapidamente in Ucraina armi e attrezzature, compresi gli anticarro e armi anti-aeree, armi equipaggio, lanciagranate, mitragliatrici, munizioni, e MRAP veicoli protetti, sarebbe autorizzato in caso di guerra di decidere la distruzione preventiva delle forze nucleari del nemico. L’Italia e altri paesi membri della NATO custodiscono 480 bombe B61 dell’America, in Italia 90 tra Aviano e Ghedi…e sarebbero i primi sotto attacco. L’UE sta a guardare?

di Cinzia Marchegiani

Lo scienziato Steven Starr tapira Barack Obama, e spiega la strategia che dietro il disegno di legge presentato dal senatore Bob Corker, “RAPA” l’acronimo di “Russian Aggression Prevention Act” giustificherà gli Stati Uniti verso il conflitto nucleare diretto contro la Russia in Ucraina. Nel mese di maggio, le crescenti tensioni in Ucraina hanno portato entrambe le nazioni a condurre quasi contemporaneamente i grandi giochi di guerra nucleare. I bombardamenti nucleari russi a lungo raggio hanno testato le difese aeree statunitensi 16 volte in un periodo di dieci giorni (29 luglio-7 Agosto). Lo scienziato Starr avverte, gli Stati Uniti e i leader russi sono ignari o sembrano ignorare il fatto che tali "giochi" e "prove" sono il collaudo generale per l'estinzione umana.
La Peer-reviewed di studi scientifici prevedono le conseguenze ambientali di una guerra combattuta con solo una frazione di Stati Uniti e/o armi nucleari strategiche russe sarebbe probabilmente spazzare via la razza umana . Gli scienziati prevedono che anche un primo colpo nucleare firmato USA "di successo", anche se distruggerebbe il 100% delle forze nucleari della Russia prima che potessero essere lanciati, creerebbe cambiamenti catastrofici in tempo globale che eliminerebbero stagioni di crescita per anni. La maggior parte degli esseri umani e grandi animali sarebbero morti di fame. La guerra nucleare è un suicidio per gli esseri umani, ma i nostri leader hanno ancora le dita sul grilletto del nucleare. Sembra che ci sia assolutamente alcuna consapevolezza, nel nostro governo federale o nella società americana, del pericolo esistenziale rappresentato da una guerra nucleare.
Steven Starr fa un analisi inequivocabile e lucida sullo scenario tessuto a suon di disegni di legge firmati USA:”La guerra USA-Russia rischia di degenerare rapidamente in una guerra nucleare, dal momento che né gli Stati Uniti né la Russia sarebbero disposti ad ammettere la sconfitta, entrambi hanno molte migliaia di armi nucleari pronte per l’uso immediato, ed entrambi si basano sul Counterforce, la dottrina militare che negli obiettivi in caso di guerra mette nelle priorità la distruzione preventiva delle forze nucleari del nemico”.
RAPA fornisce de facto l'adesione alla NATO per l'Ucraina, la Georgia, la Moldavia e ai fini dell’alleanza, come l’Osservatore d’Italia aveva anticipato in un altro articolo, che consentirebbe agli Stati Uniti di spostare grandi quantità di attrezzature e di forze a loro militare senza la necessità di approvazione di altri stati membri della NATO. Così il disegno di legge RAPA potrebbe effettivamente bypassare l’opposizione tedesca alla richiesta degli Stati Uniti di fare l'Ucraina e la Georgia parte della NATO.
Starr afferma che i tedeschi giustamente temono l'immissione truppe statunitensi della NATO e degli Stati Uniti Ballistic Missile Defense (BMD) in Ucraina, data la severa obiezione russa contro l'espansione della NATO (in particolare per Ucraina e Georgia) con lo spiegamento in Europa appunto della Usa-NatoBMD. Il quadro vede la Germania acutamente consapevole della possibilità che la guerra civile che perversa in Ucraina potrebbe evolvere in una guerra russo-ucraini. In tali circostanze, la distribuzione di US/forze NATO in Ucraina renderebbe praticamente inevitabile la realizzazione della fase tre del metodo Adaptive europea per la difesa missilistica in Europa. . . entro e non oltre la fine dell'anno civile 2016 e la dichiarazione del 2012 del più alto rango ufficiale militare della Russia, che ammoniva con la proposta di un “attacco preventivo” contro tali distribuzioni BMD (se la situazione diventa più difficile)… ora deve essere un monito!

Scenari non ipotizzabili ma frutto di documenti e disegni di legge che stanno plasmando la cartina anche dell’Europa e di conseguenza il futuro degli Stati membri. Nel disegno RAPA nulla è lasciato all’incertezza, esso dirige il [Dipartimento della Difesa] DOD che ha il compito di valutare le capacità e le esigenze delle forze armate ucraine e autorizza il Presidente, al termine di tale valutazione, a fornire assistenza militare specificato in Ucraina. Così RAPA fornirebbe rapidamente in Ucraina, con un fondo di 100 milioni di dollari armi e attrezzature, compresi i anticarro e armi anti-aeree, armi equipaggio, lanciagranate, mitragliatrici, munizioni, e MRAP veicoli protetti…. non solo, ma può richiedere all'amministrazione Obama di "utilizzare tutti gli elementi pertinenti della Stati Uniti potere nazionale per proteggere l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale ed economica dell'Ucraina e di altre nazioni sovrane in Europa ed Eurasia da aggressione russa, e ciò include sostanzialmente l’aumento del sostegno degli Stati Uniti e la NATO per le forze armate delle Repubbliche di Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia e, aumentare sostanzialmente il complemento di termine a base di forze NATO in questi stati.

L’esecuzione di RAPA produrrebbe accumuli significativi di US/forze della NATO in Polonia e gli Stati baltici, accelerare la costruzione di sistemi BMD degli Stati Uniti in Europa orientale, e autorizzare sostanziale dell'intelligence statunitense e aiuti militari per le forze militari ucraini che continuano ad assediare il più grande città in Ucraina orientale. Anche se RAPA non ha comportato il dispiegamento di forze Usa in Ucraina, le stesse sarebbero certamente posizionati per la distribuzione rapida lì, nel caso in cui la guerra civile ucraina si intensifica in un conflitto russo-ucraino.
Se Steven Starr illumina e apre il vaso di pandora delle politiche egemone e militari di Obama, spiega anche come RAPA intensifica il supporto per la pulizia etnica in Ucraina orientale:”In Russia, Putin sotto pressione politica interna, invia forze russe in Ucraina orientale al fine di fermare gli attacchi da parte dei militari ucraini sulle città che una volta erano parte dell'Unione Sovietica. Gli attacchi hanno creato una catastrofe umanitaria. Il 5 agosto 2014, l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha riferito che 740.000 ucraini orientali erano fuggiti in Russia, vanno lì perché la Russia è vicina, e perché la maggior parte dei rifugiati sono di etnia russa, un fatto che spiega perché i russofobi di Kiev sono stati molto disposti a bombardare indiscriminatamente loro città.”
La fotografia scattata denuncia come la rimozione forzata dei russi etnici Ucraina orientale in Ucraina orientale sia una "pulizia etnica". E Starr non usa mezzi termini:”Questo è un processo che è supportato pienamente dagli Stati Uniti e RAPA potrebbe migliorare notevolmente questo supporto.”
Un analisi di una guerra Ucraina/Russia spiegata senza veli. Le forze militari ucraini hanno circondato Donetsk – una città di quasi un milione di persone – e hanno per settimane condotti attacchi quotidiani contro di esso utilizzando imprecisi razzi a lancio multipli, pesante fuoco di artiglieria, missili balistici che trasportano testate fino a 1000 chili di esplosivo ad alto potenziale. Approvvigionamento idrico, centrali elettriche, stazioni ferroviarie, aeroporti, ponti, autostrade, e scuole sono stati presi tutti di mira, insieme con la popolazione. In Il sindaco di Lugansk, una città di più di 440.000 persone, ha dichiarato crisi umanitaria perché l'assedio della città ha lasciato con senza medicine, carburante, energia dal 3 agosto 2014, fino a questo momento. I separatisti dell'Ucraina orientale sono stati tacciati per terroristi dal governo di Kiev perché chiedevano l'autonomia da Kiev, e sono andati in riunione con la Russia e per questo motivo il governo ha inviato le sue forze militari contro di loro in quello che eufemisticamente chiamano un "operazione antiterrorismo”. Steven Starr nel suo editoriale spiega anche che inquadrare il conflitto in questo modo rende politicamente accettabile rifiutare di negoziare con i separatisti, e più facile da giustificare negli Stati Uniti e in Europa, che sono abituati alla guerra al terrorismo… Tuttavia, le migliaia di ucraini uccisi e centinaia di migliaia di essere cacciati dalle loro case sono delle persone comuni, cercando di vivere una vita ordinaria.
Ma RAPA nasconde molto altro, come sostenere i progetti a Kiev per un attacco Crimea, poiché il disegno di legge richiede che la Russia deve "recedere dal confine orientale di Ucraina", che è, per definizione, il confine con la Russia. In altre parole, RAPA chiede provocatoriamente che la Russia deve rimuovere le proprie forze militari fuori dai propri confini, mentre le forze militari ucraini sono ammassati nel frattempo dall'altra parte, attaccando le città prevalentemente russe. Inoltre si chiede che le forze russe devono essere ritirati dalla Crimea entro sette giorni dalla promulgazione della legge. Starr spiega come ciò non sia posiibile poiché 1) la Crimea era parte dell'impero russo dal 1783 fino al 1954; 2) il ritiro dalla Crimea richiederebbe la Russia ad abbandonare il suo unico porto acqua calda a Sebastopoli, in cui si sono basate le forze russe, dal riconosciuto a livello internazionale trattato , dal 1997, e infine 3) più di ¾ della Crimea hanno votato per la riunificazione con la Russia e che la Federazione Russa ha accettato per la sua successiva annessione della Crimea. Per la Russia, l'obbligo di "ritirarsi dalla Crimea" equivale ad una richiesta degli Stati Uniti di perdere territorio russo. Oltretutto RAPA, stabilisce che gli Stati Uniti non riconoscono l'annessione russa della Crimea, e crea sanzioni e sanzioni penali per chi lo fa. RAPA prevede quindi sia sostegno militare e politico a Poshenko intenzionato a riprendere la Crimea in Ucraina. Così qualsiasi intervento militare russo in Ucraina orientale sarebbe certamente descritto in Occidente come l'aggressione russa nel suo perseguimento di un impero, che farebbe scattare richieste assordanti che le forze USA/NATO agiscono per sostenere l'Ucraina. Qualora NATO intervenisse, la successiva azione militare russa contro qualsiasi membro della NATO, innescherebbe la clausola del Capitolo 5 per la difesa reciproca dell'alleanza, impegnandosi per la guerra con la Russia.
L’egemonia americana, sotto l’amministrazione Obama è stata ben orchestrata e il grande attacco ucraino sulla Crimea “giustificherebbe” l’inevitabile la guerra con la Russia. L'Ucraina sembra essere in preparazione per un tale assalto redigendo tutti gli uomini di età da 18 ai 60 anni, in una mobilitazione forzata delle sue forze armate, che comprende anche richiamare le sue riserve attivi di un milione di uomini, e portando più di 1000 carri armati fuori di stoccaggio. E RAPA andrebbe a fornire centinaia di milioni di dollari per addestrare e armare le forze armate ucraine in rapida espansione, e la posizione degli Stati Uniti/forze della NATO per un intervento rapido sul lato di Ucraina in caso di una guerra russo-ucraini. Così, le numerose disposizioni politiche e militari di RAPA favorirebbero pienamente l’Ucraina a svolgere la sua politica dichiarata di riprendere Crimea.
RAPA spingerebbe gli Stati Uniti verso la guerra nucleare con la Russia. Una guerra USA/ NATO-Russia farebbe anticipare un primo attacco nucleare, e sia l'USA che la Russia hanno cambiato i loro piani di guerra nucleare che include per l’appunto di attacchi nucleari preventivi, tesi a distruggere l’arsenale nucleare del nemico, ed entrambe le nazioni hanno armi nucleari "tattiche" progettate per l'utilizzo di questa guerra.
Gli Usa hanno 180 bombe nucleari B61 distribuiti su sei basi militari di cinque stati membri della NATO, (Italia, Belgio, Paesi Bassi, Turchia e Germania che sarebbero opportunamente rilasciate a questi membri della NATO in caso di guerra USA/NATO-Russia. La Russia ha almeno 1300 armi nucleari tattiche (preventive) per contrastare le forze convenzionali della NATO. Qualsiasi uso di "tattico" o "campo di battaglia" delle armi nucleari, da entrambi i lati, probabilmente innescherebbe una risposta uguale o maggiore dall'altro.

Le parole di Steven Starr, di “Medici per la Responsabilità Sociale” diventano un monito che l’Europa e i paesi membri non solo della NATO, ma anche dell’UE dovrebbero cristallizzare nella mente:”La guerra nucleare è un suicidio per gli esseri umani, ma i nostri leader hanno ancora le dita sul grilletto nucleare. Tale ignoranza, è incarnata delle legge RAPA, che se attuata metterà il destino del mondo nella rotta diretta per la guerra nucleare con la Russia.”
E a proposito di Capo Frasca, sito della Sardegna dove avvengono le esercitazioni anche della NATO, il rapporto “Natural Resources Defense Council” nel 2005 ha rivelato che i piloti italiani vengono addestrati all’uso delle bombe nucleari in questi poligoni, oltre a Maniago II (Pordenone). L’Italia non è per il nucleare però oltre ad ospitare gli addestramenti con queste testate nucleari, esistono nel territorio italiano 90 testate B61, 70 bombe conservate ad Aviano, 20 a Ghedi. È confortante sapere che ogni base contiene rifugi di aerei più protettivi di quelli utilizzati per lo stoccaggio di armi nucleari. Chi ha vinto la seconda guerra mondiale governa il mondo almeno quello occidentale, e ora il governo italiano sembra seguire passo-passo ogni decisione di Obama, l’uomo che doveva cambiare il mondo, speriamo non lo polverizzi. 




OBAMA: "NON ABBIAMO ANCORA UNA STRATEGIA PER CONTRASTARE L'ISIS"

di Maurizio Costa

"Non abbiamo ancora una strategia." Con queste parole Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, ammette di brancolare ancora nel buio. Gli Usa cercano di combattere l'Isis ma senza un vero piano di contrasto. Per cercare di fare il punto della situazione, il segretario di Stato statunitense, John Kerry, volerà al più presto in Medio Oriente per stilare un rapporto riguardante i crimini commessi in Siria e in Iraq dallo "Stato Islamico dell'Iraq e del Levante".

"Dobbiamo sconfiggere questo cancro" ha aggiunto Obama. Già nel nord dell'Iraq, il presidente statunitense ha lanciato bombardamenti aerei per cercare di placare l'Isis, che però sta devastando e conquistando anche la Siria. Il territorio controllato dai jihadisti tra Iraq e Siria è equivalente all'estensione dell'intera Ungheria e questo fatto preoccupa tutte le potenze mondiali. Obama si riunirà con il suo team per decidere se sia meglio bombardare anche la Siria oppure no.

Intanto, il califfato ha giustiziato 250 soldati siriani nel deserto dopo aver conquistato la base aerea di Tabqa. Questi crimini contro l'umanità devono essere debellati e Obama, seppur senza una strategia, ha intenzione di prendere provvedimenti.

Fronte ucraino – Obama parla anche della situazione ucraina, dichiarando che, se la Russia non smetterà di entrare illegalmente in territorio ucraino, subirà altre sanzioni internazionali.




BARACK OBAMA SCOPERTA LA STRATEGIA PER INNESCARE IL CONFLITTO NUCLEARE “PREVENTIVO” CONTRO LA RUSSIA. L’ESPANSIONE ZONE NATO BYPASSA L’AUTORIZZAZIONE DI SPOSTARE INTERI ARSENALI BELLICI

Gli Stati Uniti stanno tessendo il conflitto nucleare contro la Russia, utilizzando i nuovi alleati che aderiscono alla Nato, pur non potendo confluirci, come l’Ucraina, e senza chiedere permesso ai membri della Nato e quindi dell’Europa, permetterebbe l’aumento del sostegno degli Stati Uniti e della NATO di forze armate oltre in Ucraina anche delle Repubbliche di Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia ampliando sostanzialmente il complemento di termine a base di forze NATO in questi stati. Lo scienziato Steven Starr di “Medici per la Responsabilità Sociale” svela il disegno di legge “RAPA” presentato al congresso dal senatore Bob Corker, che grazie ad un fondo di 100 milioni di dollari, oltre a fornire rapidamente in Ucraina armi e attrezzature, compresi gli anticarro e armi anti-aeree, armi equipaggio, lanciagranate, mitragliatrici, munizioni, e MRAP veicoli protetti, sarebbe autorizzato in caso di guerra di decidere la distruzione preventiva delle forze nucleari del nemico. L’Italia e altri paesi membri della NATO custodiscono 480 bombe B61 dell’America, in Italia 90 tra Aviano e Ghedi…e sarebbero i primi sotto attacco. L’UE sta a guardare?

di Cinzia Marchegiani

Lo scienziato Steven Starr tapira Barack Obama, e spiega la strategia che dietro il disegno di legge presentato dal senatore Bob Corker, “RAPA” l’acronimo di “Russian Aggression Prevention Act” giustificherà gli Stati Uniti verso il conflitto nucleare diretto contro la Russia in Ucraina. Nel mese di maggio, le crescenti tensioni in Ucraina hanno portato entrambe le nazioni a condurre quasi contemporaneamente i grandi giochi di guerra nucleare. I bombardamenti nucleari russi a lungo raggio hanno testato le difese aeree statunitensi 16 volte in un periodo di dieci giorni (29 luglio-7 Agosto). Lo scienziato Starr avverte, gli Stati Uniti e i leader russi sono ignari o sembrano ignorare il fatto che tali "giochi" e "prove" sono il collaudo generale per l'estinzione umana.
La Peer-reviewed di studi scientifici prevedono le conseguenze ambientali di una guerra combattuta con solo una frazione di Stati Uniti e/o armi nucleari strategiche russe sarebbe probabilmente spazzare via la razza umana . Gli scienziati prevedono che anche un primo colpo nucleare firmato USA "di successo", anche se distruggerebbe il 100% delle forze nucleari della Russia prima che potessero essere lanciati, creerebbe cambiamenti catastrofici in tempo globale che eliminerebbero stagioni di crescita per anni. La maggior parte degli esseri umani e grandi animali sarebbero morti di fame. La guerra nucleare è un suicidio per gli esseri umani, ma i nostri leader hanno ancora le dita sul grilletto del nucleare. Sembra che ci sia assolutamente alcuna consapevolezza, nel nostro governo federale o nella società americana, del pericolo esistenziale rappresentato da una guerra nucleare.
Steven Starr fa un analisi inequivocabile e lucida sullo scenario tessuto a suon di disegni di legge firmati USA:”La guerra USA-Russia rischia di degenerare rapidamente in una guerra nucleare, dal momento che né gli Stati Uniti né la Russia sarebbero disposti ad ammettere la sconfitta, entrambi hanno molte migliaia di armi nucleari pronte per l’uso immediato, ed entrambi si basano sul Counterforce, la dottrina militare che negli obiettivi in caso di guerra mette nelle priorità la distruzione preventiva delle forze nucleari del nemico”.
RAPA fornisce de facto l'adesione alla NATO per l'Ucraina, la Georgia, la Moldavia e ai fini dell’alleanza (l’Osservatore d’Italia aveva anticipato in un altro articolo) che consentirebbe agli Stati Uniti di spostare grandi quantità di attrezzature e di forze a loro militare senza la necessità di approvazione di altri stati membri della NATO. Così il disegno di legge RAPA potrebbe effettivamente bypassare l’opposizione tedesca alla richiesta degli Stati Uniti di fare l'Ucraina e la Georgia parte della NATO.
Starr afferma che i tedeschi giustamente temono l'immissione truppe statunitensi della NATO e degli Stati Uniti Ballistic Missile Defense (BMD) in Ucraina, data la severa obiezione russa contro l'espansione della NATO (in particolare per Ucraina e Georgia) con lo spiegamento in Europa appunto della Usa-NatoBMD. Il quadro vede la Germania acutamente consapevole della possibilità che la guerra civile che perversa in Ucraina potrebbe evolvere in una guerra russo-ucraini. In tali circostanze, la distribuzione di US/forze NATO in Ucraina renderebbe praticamente inevitabile la realizzazione della fase tre del metodo Adaptive europea per la difesa missilistica in Europa. . . entro e non oltre la fine dell'anno civile 2016 e la dichiarazione del 2012 del più alto rango ufficiale militare della Russia, che ammoniva con la proposta di un “attacco preventivo” contro tali distribuzioni BMD (se la situazione diventa più difficile)… ora deve essere un monito!

Scenari non ipotizzabili e frutto di fantasie, ma di documenti e disegni di legge che stanno plasmando la cartina anche dell’Europa e di conseguenza il futuro degli Stati membri. Nel disegno RAPA nulla è lasciato all’incertezza, esso dirige il [Dipartimento della Difesa] DOD che ha il compito di valutare le capacità e le esigenze delle forze armate ucraine e autorizza il Presidente, al termine di tale valutazione, a fornire assistenza militare specificato in Ucraina. Così RAPA fornirebbe rapidamente in Ucraina, con un fondo di 100 milioni di dollari armi e attrezzature, compresi i anticarro e armi anti-aeree, armi equipaggio, lanciagranate, mitragliatrici, munizioni, e MRAP veicoli protetti…. non solo, ma può richiedere all'amministrazione Obama di "utilizzare tutti gli elementi pertinenti della Stati Uniti potere nazionale per proteggere l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale ed economica dell'Ucraina e di altre nazioni sovrane in Europa ed Eurasia da aggressione russa, e ciò include sostanzialmente l’aumento del sostegno degli Stati Uniti e la NATO per le forze armate delle Repubbliche di Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia e, aumentare sostanzialmente il complemento di termine a base di forze NATO in questi stati.

L’esecuzione di RAPA produrrebbe accumuli significativi di US/forze della NATO in Polonia e gli Stati baltici, accelerare la costruzione di sistemi BMD degli Stati Uniti in Europa orientale, e autorizzare sostanziale dell'intelligence statunitense e aiuti militari per le forze militari ucraini che continuano ad assediare il più grande città in Ucraina orientale. Anche se RAPA non ha comportato il dispiegamento di forze Usa in Ucraina, le stesse sarebbero certamente posizionati per la distribuzione rapida lì, nel caso in cui la guerra civile ucraina si intensifica in un conflitto russo-ucraino.
Se Steven Starr illumina e apre il vaso di pandora delle politiche egemone e militari di Obama, spiega anche come RAPA intensifica il supporto per la pulizia etnica in Ucraina orientale:”In Russia, Putin sotto pressione politica interna, invia forze russe in Ucraina orientale al fine di fermare gli attacchi da parte dei militari ucraini sulle città che una volta erano parte dell'Unione Sovietica. Gli attacchi hanno creato una catastrofe umanitaria. Il 5 agosto 2014, l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha riferito che 740.000 ucraini orientali erano fuggiti in Russia, vanno lì perché la Russia è vicina, e perché la maggior parte dei rifugiati sono di etnia russa, un fatto che spiega perché i russofobi di Kiev sono stati molto disposti a bombardare indiscriminatamente loro città.”
La fotografia scattata denuncia come la rimozione forzata dei russi etnici Ucraina orientale in Ucraina orientale sia una "pulizia etnica". E Starr non usa mezzi termini:”Questo è un processo che è supportato pienamente dagli Stati Uniti e RAPA potrebbe migliorare notevolmente questo supporto.”
Un analisi di una guerra Ucraina/Russia spiegata senza veli. Le forze militari ucraini hanno circondato Donetsk – una città di quasi un milione di persone – e hanno per settimane condotti attacchi quotidiani contro di esso utilizzando imprecisi razzi a lancio multipli, pesante fuoco di artiglieria, missili balistici che trasportano testate fino a 1000 chili di esplosivo ad alto potenziale. Approvvigionamento idrico, centrali elettriche, stazioni ferroviarie, aeroporti, ponti, autostrade, e scuole sono stati presi tutti di mira, insieme con la popolazione. In Il sindaco di Lugansk, una città di più di 440.000 persone, ha dichiarato crisi umanitaria perché l'assedio della città ha lasciato con senza medicine, carburante, energia dal 3 agosto 2014, fino a questo momento. I separatisti dell'Ucraina orientale sono stati tacciati per terroristi dal governo di Kiev perché chiedevano l'autonomia da Kiev, e sono andati in riunione con la Russia e per questo motivo il governo ha inviato le sue forze militari contro di loro in quello che eufemisticamente chiamano un "operazione antiterrorismo”. Steven Starr nel suo editoriale spiega anche che inquadrare il conflitto in questo modo rende politicamente accettabile rifiutare di negoziare con i separatisti, e più facile da giustificare negli Stati Uniti e in Europa, che sono abituati alla guerra al terrorismo… Tuttavia, le migliaia di ucraini uccisi e centinaia di migliaia di essere cacciati dalle loro case sono delle persone comuni, cercando di vivere una vita ordinaria.
Ma RAPA nasconde molto altro, come sostenere i progetti a Kiev per un attacco Crimea, poiché il disegno di legge richiede che la Russia deve "recedere dal confine orientale di Ucraina", che è, per definizione, il confine con la Russia. In altre parole, RAPA chiede provocatoriamente che la Russia deve rimuovere le proprie forze militari fuori dai propri confini, mentre le forze militari ucraini sono ammassati nel frattempo dall'altra parte, attaccando le città prevalentemente russe. Inoltre si chiede che le forze russe devono essere ritirati dalla Crimea entro sette giorni dalla promulgazione della legge. Starr spiega come ciò non sia posiibile poiché 1) la Crimea era parte dell'impero russo dal 1783 fino al 1954; 2) il ritiro dalla Crimea richiederebbe la Russia ad abbandonare il suo unico porto acqua calda a Sebastopoli, in cui si sono basate le forze russe, dal riconosciuto a livello internazionale trattato , dal 1997, e infine 3) più di ¾ della Crimea hanno votato per la riunificazione con la Russia e che la Federazione Russa ha accettato per la sua successiva annessione della Crimea. Per la Russia, l'obbligo di "ritirarsi dalla Crimea" equivale ad una richiesta degli Stati Uniti di perdere territorio russo. Oltretutto RAPA, stabilisce che gli Stati Uniti non riconoscono l'annessione russa della Crimea, e crea sanzioni e sanzioni penali per chi lo fa. RAPA prevede quindi sia sostegno militare e politico a Poshenko intenzionato a riprendere la Crimea in Ucraina. Così qualsiasi intervento militare russo in Ucraina orientale sarebbe certamente descritto in Occidente come l'aggressione russa nel suo perseguimento di un impero, che farebbe scattare richieste assordanti che le forze USA/NATO agiscono per sostenere l'Ucraina. Qualora NATO intervenisse, la successiva azione militare russa contro qualsiasi membro della NATO, innescherebbe la clausola del Capitolo 5 per la difesa reciproca dell'alleanza, impegnandosi per la guerra con la Russia.
L’egemonia americana, sotto l’amministrazione Obama è stata ben orchestrata e il grande attacco ucraino sulla Crimea “giustificherebbe” l’inevitabile la guerra con la Russia. L'Ucraina sembra essere in preparazione per un tale assalto redigendo tutti gli uomini di età da 18 ai 60 anni, in una mobilitazione forzata delle sue forze armate, che comprende anche richiamare le sue riserve attivi di un milione di uomini, e portando più di 1000 carri armati fuori di stoccaggio. E RAPA andrebbe a fornire centinaia di milioni di dollari per addestrare e armare le forze armate ucraine in rapida espansione, e la posizione degli Stati Uniti/forze della NATO per un intervento rapido sul lato di Ucraina in caso di una guerra russo-ucraini. Così, le numerose disposizioni politiche e militari di RAPA favorirebbero pienamente l’Ucraina a svolgere la sua politica dichiarata di riprendere Crimea.
RAPA spingerebbe gli Stati Uniti verso la guerra nucleare con la Russia. Una guerra USA/ NATO-Russia farebbe anticipare un primo attacco nucleare, e sia l'USA che la Russia hanno cambiato i loro piani di guerra nucleare che include per l’appunto di attacchi nucleari preventivi, tesi a distruggere l’arsenale nucleare del nemico, ed entrambe le nazioni hanno armi nucleari "tattiche" progettate per l'utilizzo di questa guerra.

Gli Usa hanno 180 bombe nucleari B61 distribuiti su sei basi militari di cinque stati membri della NATO, (Italia, Belgio, Paesi Bassi, Turchia e Germania che sarebbero opportunamente rilasciate a questi membri della NATO in caso di guerra USA/NATO-Russia. La Russia ha almeno 1300 armi nucleari tattiche (preventive) per contrastare le forze convenzionali della NATO. Qualsiasi uso di "tattico" o "campo di battaglia" delle armi nucleari, da entrambi i lati, probabilmente innescherebbe una risposta uguale o maggiore dall'altro.

Le parole di Steven Starr, di “Medici per la Responsabilità Sociale” diventano un monito che l’Europa e i paesi membri non solo della NATO, ma anche dell’UE dovrebbero cristallizzare nella mente:”La guerra nucleare è un suicidio per gli esseri umani, ma i nostri leader hanno ancora le dita sul grilletto nucleare. Tale ignoranza, è incarnata delle legge RAPA, che se attuata metterà il destino del mondo nella rotta diretta per la guerra nucleare con la Russia.
E a proposito di Capo Frasca, sito della Sardegna dove avvengono le esercitazioni anche della NATO, il rapporto “Natural Resources Defense Council” nel 2005 ha rivelato che i piloti italiani vengono addestrati all’uso delle bombe nucleari in questi poligoni, oltre a Maniago II (Pordenone). L’Italia non è per il nucleare però oltre ad ospitare gli addestramenti con queste testate nucleari, esistono nel territorio italiano 90 testate B61, 70 bombe conservate ad Aviano, 20 a Ghedi. È confortante sapere che ogni base contiene rifugi di aerei più protettivi di quelli utilizzati per lo stoccaggio di armi nucleari. Chi ha vinto la seconda guerra mondiale governa il mondo almeno quello occidentale, e ora il governo italiano sembra seguire passo-passo ogni decisione di Obama, l’uomo che doveva cambiare il mondo, speriamo non lo polverizzi. 




EBOLA: IL PIANO DELL'OMS PER FERMARE LA TRASMISSIONE

di Maurizio Costa

Il virus Ebola non smette di fare vittime in Africa Occidentale: ad oggi, sono morte 1.552 persone su 3.069 casi certificati. Inoltre, il 40% dei casi di infezione si concentrano negli ultimi 21 giorni e la percentuale di morte è attestata al 52 per cento.

Con questi numeri alla mano, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di stilare un programma di intervento per fermare la trasmissione della malattia entro 6-9 mesi ed evitare la propagazione internazionale del virus al di fuori dei confini.

L'Oms, prima di tutto, dovrà mappare e localizzare le zone dove la malattia miete più vittime. Certificati i territori maggiormente colpiti, l'Organizzazione dovrà garantire la sicurezza dei Paesi e cercare di intervenire sul campo. Inoltre, gli Stati colpiti dalla malattia, dovranno rafforzare le misure di sicurezza per cercare di annientare il virus.

Insieme alle Nazioni Unite, l'Oms fornirà ai laboratori e ai centri di cura molti materiali e medicinali per contrastare l'Ebola: dai disinfettanti ai sacchi per i cadaveri. Le sepolture, infatti, dovranno essere controllate da esperti del settore per evitare che il virus si diffonda anche attraverso i cadaveri. Molta attenzione verrà riservata all'approvvigionamento di acqua e cibo, essenziali per mantenere in salute le persone infette e diminuire la percentuale di mortalità.

Tutti i viaggi aerei verranno monitorati e le persone colpite dal virus non potranno varcare le frontiere senza un visto speciale. Inoltre, l'Oms, in accordo con banche e istituti di credito, fornirà finanziamenti ai Paesi colpiti dall'Ebola per cercare di farli risollevare dopo il disastro.

Tutti i nuovi casi di infezione dovranno essere trasmessi e segnalati, affinché si preparino le strutture adatte e per cercare di non far entrare in contatto gli infetti con altre persone sane.

Tutti gli aeroporti internazionali dovranno segnalare i casi di febbre sospetta e isolare gli individui che presentano questi disagi.




MARE NOSTRUM ADDIO: DA FINE NOVEMBRE ARRIVA FRONTEX PLUS

di Angelo Parca

Prima bisognava prestare soccorso e ora, sentendo le parole del ministro Alfano sembra più che ci si debba proteggere con l’ausilio della Ue che si sostiutirà ai compiti finora espletati dall'Italia. Insomma una sorta di "Mare Vostrum". "Il nostro obiettivo è avviare Frontex Plus e poi ritirare Mare Nostrum" ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo il vertice con il commissario Ue Cecilia Malmstroem sull'emergenza sbarchi.

 "Mare Nostrum è nata come operazione di emergenza e a tempo. Se vi è il presidio del Mediterraneo da parte dell'Ue, come abbiamo sempre chiesto, e quel presidio è più forte di come lo era il giorno della tragedia di Lampedusa nell'ottobre scorso, quella protezione della frontiera marittima sarà più solida che in passato e questa è l'operazione Frontex Plus" ha spiegato il ministro dell'Interno. 

Ma cerchiamo di saperne di più. Frontex Plus non sarà operativo fino alla fine di novembre di fatto fara' passare la responsabilità del controllo delle frontiere direttamente sull'Unione europea. Il ministro, nello spiegare le differenze tra Mare Nostrum e la futura missione Frontex Plus, ha precisato che quest'ultima operera' "nei limiti delle acque territoriali di Schengen". Il campo di operativita' di Mare Nostrum e' invece al momento esteso anche al di fuori delle acque territoriali di Schengen, fino al limite della frontiera libica. Angelino Alfano ha tenuto a sottolineare che con il lancio di Frontex Plus e la graduale dismissione di Mare Nostrum, si verifichera' "un completo capovolgimento di prospettiva e di competenze" visto che "l'Europa tornera' protagonista nel Mediterraneo." Alfano ha sottolineato poi che le due operazioni sono distinte e con compiti diversi e ha poi precisato che la sostituzione di Mare Nostrum con Frontex Plus "non significa un abbandono della frontiera" visto che l'Italia restera' responsabile dei suoi confini, eppure tuttavia "la competenza su Frontex Plus sara' dell'Europa" e non dell'Italia.




ISIL IN ITALIA: CINQUE UOMINI FERMATI IN VENETO, INDAGATI PER TERRORISMO

di Daniele Rizzo

Se a dirlo è il Ministro dell’Interno in prima persona c’è da fidarsi: in Italia sono presenti alcune decine di combattenti jihadisti dell’Isil, miliziani di nazionalità italiana pronti a morire per la causa islamica. Angelino Alfano lo ha confermato in un’intervista al Corriere del 24 agosto, annunciando che i Servizi segreti e l’Intelligence stanno lavorando per identificare ed isolare queste micro cellule terroristiche. Che poi non è neanche detto siano cellule in comunicazione tra loro. Più probabilmente si tratta di “lupi solitari” convertiti all’Islam, addestrati in Medio Oriente e spinti alla jihad da dei reclutatori presenti sul territorio italiano.
A prescindere dalle modalità di reclutamento o dai numeri che permettano di quantificare il fenomeno, di certo c’è che questa è una situazione allarmante che sta smuovendo tutte le realtà europee. Il pericolo di infiltrazioni terroristiche nelle maggiori capitali europee è difatti stabilmente presente dal 11 settembre del 2001, figurarsi oggi che il califfo al-Baghdadi ha chiamato a raccolta tutti i musulmani del mondo.
Ed a confermare le parole del ministro Alfano è oggi arrivato il primo riscontro pubblico: in Veneto sono stati iscritti al registro degli indagati cinque uomini, tutti sospettati di essere vicini alle organizzazioni che lottano con l’Isil. L’ipotesi che in queste ore è al vaglio degli investigatori è che i cinque (le cui origini dovrebbero essere balcaniche) abbiano svolto l’attività di reclutamento di persone finalizzata al raggiungimento del conflitto in Medio Oriente.
Intanto l’Onu, tramite la Commissione d’inchiesta sulla Siria che oggi ha presentato un rapporto a Ginevra, denuncia il perpetrarsi di esecuzioni pubbliche, flagellazioni e amputazioni in Siria da parte dell’Isis: ogni venerdì nel nord del paese sarebbero decine e decine le persone soggette a queste pratiche. Per lo più prigionieri di guerra, ma non mancano anche le donne costrette alla flagellazione in virtù dell’abbigliamento contrario alle regole dell’Isis. A questi rituali sarebbero invitati ad assistere anche i bambini, affinché gli serva da “lezione”.
Proprio riguardo i bambini è un altro il punto del rapporto Onu che ha sollevato clamore, e cioè che l’Isil starebbe arruolando tra le sue file anche ragazzi di appena 10 anni. L’intenzione dello Stato Islamico è evidente: coinvolgere più gente possibile nel proprio progetto di conquista globale, non disdegnando i bambini, che rappresentano il futuro dell’organizzazione. Un progetto che dimostra dunque la perversa lucidità dei combattenti jihadisti.




PUTIN E POROSHENKO: DIALOGO DI PACE VERSO ACCORDO TRA KIEV E RIBELLI

Redazione

Ucraina – Un tavolo di pace che continuerà finché non si sarà placato il conflitto? Così dovrebbe essere. Il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Petro Poroshenko hanno raggiunto un accordo per un gruppo di contatto sulla crisi. Lo ha detto il leader del Cremlino dopo il colloquio con il suo collega di Kiev. I due presidenti si sono detti d'accordo sulla "necessità di un dialogo". "Faremo tutto il possibile per progressi di pace", ha aggiunto Putin. Daremo il nostro "sostegno per il raggiungimento di un accordo tra Kiev e i ribelli".

E' durato oltre due ore il primo vero faccia a faccia a Minsk, dopo il breve incontro che i due leader avevano avuto in Normandia a giugno. Colloqui intensi, non facili, al termine dei quali Putin e Poroshenko si sono detti d'accordo sulla "necessità di un dialogo". Il Cremlino, intanto, ha dovuto incassare un colpo imbarazzante: la cattura di dieci parà russi. Uno sconfinamento casuale, ha sostenuto Mosca, ma Kiev sembra avere adesso in mano la prima vera prova tangibile delle ripetute violazioni della frontiera da parte dei russi che denuncia da tempo.

Putin e Poroshenko hanno iniziato il bilaterale in serata, alla fine di un lungo summit tra Unione doganale (Russia, Bielorussia, Kazakhstan), Ue e Ucraina. Che Poroshenko ritenesse il vertice di fondamentale importanza lo si è capito subito, quando – non appena arrivato – ha dichiarato solennemente che "i destini della pace e del mondo si decideranno in questo incontro".

Il presidente ucraino si è detto pronto a discutere varie possibili "exit strategy" dalla crisi per mettere fine alle violenze a est, consapevole che "tutti gli attori coinvolti vorrebbero uscirne con dignità".

All'apertura di Poroshenko si è però contrapposto il pugno duro di Putin, che ha sottolineato come la firma di un accordo d'associazione tra Kiev e Ue – che dovrebbe essere ratificato a settembre – potrebbe costare alla Russia più di due miliardi di euro e porterà inevitabilmente alla cancellazione del regime preferenziale per le importazioni dall'Ucraina in modo da proteggere il mercato russo.

Ma Putin ha anche ribadito che la crisi nella russofona Ucraina sud-orientale non può essere risolta "senza prendere in considerazione gli interessi sostanziali" di quelle regioni e "senza un dialogo di pace con i loro rappresentanti".

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CONTINGENTE ITALIANO IN KOSOVO: COMPLETATO CON SUCCESSO IMPIEGO OPERATIVO NEL NORD DEL PAESE

Redazione
 
Kosovo
– Il contingente italiano del Multinational Battle Group West, su base reggimento “Lancieri di Montebello”, ha completato con successo un’attività operativa a nord del fiume Ibar dove si concentra lo sforzo principale della missione multinazionale KFOR.
 
Una compagnia italiana è stata rischierata infatti, a fine luglio, nell’area nord della regione, equipaggiata per la prima volta con i VTLM “Lince”, veicolo tattico già ampiamente impiegato con successo in Afghanistan e in Libano per le sue caratteristiche di flessibilità d’impiego e adattabilità ai diversi ambienti operativi.
 
I soldati italiani, affiancati dai loro colleghi moldavi, hanno svolto attività di pattugliamento e check point nelle aree più sensibili nel nord del Kosovo in supporto alle locali forze di polizia, contribuendo al mantenimento del clima di generale sicurezza e di libertà di movimento.
 
Il Comandante di KFOR, Generale di Divisione Salvatore Farina, ha più volte incontrato i nostri militari in azione e si è congratulato per la professionalità e l’imparzialità dimostrata.
 
Tale attività, normale implementazione del cosiddetto concetto di Kosovo wide, per cui tutte le unità  KFOR possono essere impiegate nell’intera area di operazione, rappresenta un elemento di novità per il Multinational Battle Group West, finora impiegato prevalentemente nel settore occidentale della regione a sorveglianza del Monastero di Decane e nel controllo della propria area di responsabilità.