ATR 62-600: UN VOLO DI TRE MINUTI E 23 SECONDI

Redazione

Taipei – L'Atr 62-600 precipitato nel fiume a Taipei aveva entrambi i motori bloccati e nei due minuti prima dello schianto non ha avuto la propulsione necessaria per il volo. E' quanto emerge dall'esame delle scatole nere recuperate. L'aereomobile della TransAsia  aveva  58 persone a bordo di cui almeno 35 sono morte.

Il corpo del pilota è stato trovato con la mano ancora aggrappata alla cloche. Subito dopo il decollo si e' spento il motore di sinistra, per cui pilota e co-pilota hanno lanciato l'allarme e hanno tentato di riaccenderlo, fa sapere Thomas Wang, direttore del Consiglio di sicurezza dell'aviazione civile incaricato dell'inchiesta. Negli attimi immediatamente successivi anche il secondo motore del si e' spento ed e' in questo momento che l'aereo inizia a precipitare. L'ultimo traccia audio che si ascolta nelle scatole nere è quella di un forte rumore. Secondo i dati analizzati, il volo GE235 della TransAsia è durato solo 3 minuti e 23 secondi.




UCRAINA: USA E EUROPA SI MOBILITANO PER FAR FINIRE LA GUERRA

di Maurizio Costa

Kiev – Nelle ultime ventiquattro ore, sono 8 i morti civili uccisi a Donetsk durante il conflitto tra i separatisti filo-russi e l'esercito ucraino. Gli accordi di pace stipulati qualche mese fa non sono serviti a nulla: si continua a morire e la Russia di Putin continua a rifornire di armi e di mezzi armati i separatisti stanziati nell'est dell'Ucraina. Oggi, il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha raggiunto Kiev per dare il proprio appoggio al governo ucraino, che combatte da mesi l'avanzata russa. Il consigliere diplomatico di Russia, Iuri Ushakov, ha dichiarato che il Cremlino è pronto a discutere una pace, ma intanto mobilita per due mesi i riservisti. John Kerry ha affermato che la Russia deve smettere di invadere l'Ucraina. Se il Cremlino non dovesse terminare la sua missione, gli Usa sono pronti a fornire armi e mezzi al governo ucraino. "L'aggressione russa nella parte orientale dell'Ucraina è la più grande minaccia" ha dichiarato il segretario di Stato Usa.

Petro Poroshenko, presidente dell'Ucraina, ha affermato che il sostegno statunitense è molto importante per sconfiggere l'avanzata russa. "Il governo di Kiev sta lavorando per una soluzione pacifica del conflitto e per la fine dell'aggressione – ha continuato Poroshenko -. Stiamo sviluppando la nostra cooperazione nel campo della sicurezza per trovare le soluzioni più efficaci a questa situazione".

Intanto, domani sono attesi a Mosca Francois Hollande e Angela Merkel. I due leader discuteranno con Putin di un eventuale invio di caschi blu dell'Onu nel Donbass.

Anche l'Ue continua la sua missione di deferimento di personalità russe per cercare di far finire il conflitto. Altre 19 persone sono finite nella black-list europea e non potranno viaggiare all'interno del continente né intraprendere relazioni commerciali.




FRANCIA: TRE MILITARI ACCOLTELLATI DAVANTI A CENTRO EBRAICO

di Maurizio Costa

Nizza – Tre soldati sono stati feriti da un attentatore nel cuore della città francese. I militari, che presidiavano un centro che ospita il Concistoro ebraico, Radio Shalom e un'associazione ebraica, sono stati colpiti sulle braccia e in faccia con un coltello da tre assalitori. La prognosi non sarebbe grave. Un aggressore è stato subito fermato dalle forze di polizia, mentre le altre due persone sono fuggite dopo l'agguato. Le forze dell'ordine hanno già interrogato l'uomo che, prima di attaccare le guardie, sarebbe salito su un tram senza pagare il biglietto.

Grazie anche al personale di bordo dei mezzi pubblici francesi, l'aggressore è stato individuato facilmente, visto che aveva pagato la multa sul tram, fornendo anche i dati anagrafici.

Uno dei tre militari è stato ferito lievemente ad un braccio, mentre gli altri due sono stati colpito in viso, sul mento e sulle guance.

Christian Estrosi, sindaco di Nizza, ha affidato a Twitter le sue parole riguardo all'accaduto: "Richiedo pesanti sanzioni contro gli aggressori. Mi congratulo con la polizia e voglio che vengano prese le immagini da tutte le telecamere della zona".

Dopo gli attentati alla sede di Charlie Hebdo, l'allerta è massima in Francia. Con il programma "Vigipirate", il governo ha aumentato sensibilmente i controlli, schierando 10mila militari per le strade francesi. Le tre guardie che vigilavano sul centro ebraico facevano parte proprio di questo piano anti-terrorismo.




L'AMERICA VUOLE FORNIRE ARMI DIFENSIVE ALLE FORZE ASSEDIATE A KIEV

di Chiara Rai

Con gli attacchi pressanti dei separatisti russi in Ucraina, il comandante della NATO militare, il generale Philip M. Breedlove, ora intende supportare la fornitura di armi difensive e di attrezzature alle forze assediate a Kiev, e una serie di amministratori e funzionari militari sembrano volersi spingere verso questa posizione

Il presidente Obama ha ancora preso alcuna decisione ufficiale in merito alla fornitura di tale "assistenza letale". Ma dopo una serie di capovolgimenti sorprendenti che le forze ucraine hanno subito e sofferto nelle ultime settimane, l'amministrazione Obama sta seriamente riconsiderando sotto una nuova ottica la questione degli aiuti militari.

Intanto il segretario di Stato John Kerry, che ha in programma di visitare Kiev il prossimo giovedi, è aperto a nuove discussioni sulla fornitura di armi difensive, così come il generale Martin E. Dempsey.

I civili sono da domenica in fuga dalla città ucraina di Debaltseve, che è quasi circondata da combattenti ribelli. "E 'solo un orrore vivere qui", ha detto una donna,mentre cercava di salire su un autobus.

Negli ultimi mesi, secondo quanto asserito da alcuni funzionari a stelle strisce, Susan E. Rice, consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, ha resistito alle proposte di fornitura di armi di difesa. Ma un funzionario vicino alle opinioni di Rice invece insiste nel sostenere il fatto che la signora Rice è ormai pronta a riconsiderare la questione.




TSIPRAS A CACCIA DI ALLEATI

di Chiara Rai

Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha iniziato la caccia agli alleati per rafforzarsi rispetto alle richieste tedesche di mantenere quella austerità tanto contrastata in campagna elettorale, intanto il suo governo si appellato alla Banca centrale europea affinché non chiuda il rubinetto dei soldi.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel vorrebbe con Tsipras un confronto diretto e pare che un funzionario del governo tedesco abbia asserito che Angela voglia isolarlo.

Il leader greco, che ha rilasciato una dichiarazione sabato promettendo di rispettare gli obblighi finanziari, sta ora cercando di riparare ai danni provocati da uno start up difficile. I rendimenti obbligazionari a spirale e titoli bancari sono crollati dopo che il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha detto che il paese non avrà più aiuti sotto il suo piano di salvataggio in corso e vuole un nuovo accordo entro la fine di maggio.

"Non abbiamo intenzione di chiedere più i prestiti", ha detto Varoufakis domenica dopo l'incontro con il suo omologo francese, Michel Sapin. "Durante questo periodo, è perfettamente possibile in collaborazione con la BCE  che vengano definite le disposizioni di liquidità necessarie."

Varoufakis era a Londra oggi, per incontrare il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne e gli investitoridella Bank of America Merrill Lynch e Deutsche Bank AG.

Mentre i funzionari della zona euro chiedono alla Grecia di attenersi alle richieste di austerità facendo fede all'accordo tutt'ora esistente. Tsipras, invece è alla ricerca di una riduzione del debito . Lo smontaggio della troika, che comprende rappresentanti della Commissione europea, BCE e il Fondo Monetario Internazionale, dev'essere "tempestivo e necessario", ha detto ai giornalisti Tsipras a Nicosia, Cipro.




TSIPRAS RIVOLUZIONA LA POLIZIA GRECA: BASTA PISTOLE E MANGANELLI AI CORTEI

di Maurizio Costa

Atene – Dopo anni di scontri, manganellate e molotov durante le manifestazioni politiche, Tsipras, che ha vissuto sul campo le ingiustizie della polizia durante i cortei, ha deciso di dare una svolta e ha rivoluzionato la polizia greca. Basta pistole nelle fondine durante le manifestazioni e basta ai cordoni intimidatori. Da adesso in poi ci saranno solo cortei pacifici.

La prova del nove è arrivata sabato, quando due manifestazioni diverse, una degli estremisti di destra di Alba Dorata e l'altra degli antifascisti, si sono svolte nel centro di Atene. Fino a qualche mese fa, si sarebbero scatenate rivolte contro la polizia, lanci di molotov e cariche delle forze dell'ordine. Questa volta non è successo nulla.

I due schieramenti non sono mai entrati in contatto e la polizia ha chiuso alcune vie usando solamente un nastro di plastica e facendo parlare un solo poliziotto con i manifestanti, evitando cordoni e cariche preventive. Le transenne di ferro sono state eliminate e pochissimi poliziotti vigilavano su Vassilis Sofias, la via delle ambasciate.

Le forze dell'ordine erano disarmate, senza maschere anti-gas e senza caschi. L'atteggiamento pacifico dei poliziotti ha tranquillizzato anche i manifestanti, che, a parte qualche spinta innocua, non ha mostrato segni di aggressività.

I manifestanti hanno anche imbrattato qualche camionetta della polizia, ma le forze dell'ordine hanno lasciato fare e non hanno punito nessuno per questi atti così leggeri.

Tsipras ha rivoluzionato drasticamente il modo di trattare con i manifestanti, che, fino a qualche mese fa, era uno dei peggiori del vecchio continente. La forza verrà utilizzata solamente in caso di pericolo imminente o di violenza da parte dei manifestanti. Mai più scontri per le strade di Atene per fare della Grecia una vera democrazia. 




USA: A TRE ANNI SPARA AL PADRE E ALLA MADRE INCINTA

Redazione

Usa – Una tragedia sfiorata. Un dramma familiare che poteva finire con la morte e una bambina orfana. Un bimbo di tre anni ha sparato al padre e alla madre incinta all'ottavo mese: fortunosamente nessuno dei due e' morto. Il piccolo, insieme ai genitori in una stanza d'albergo ad Albuquerque, in Messico, ha preso la pistola dalla borsa della madre e sparato un colpo, che ha raggiunto il padre nel fondoschiena; il proiettile ha pero' continuato la sua corsa e, uscito dall'anca, ha colpito la madre alla spalla destra. Il padre e' stato gia' dimesso, mentre la madre e' stata ricoverata in condizioni stabili, e non sembra che ci siano state conseguenze per il nascituro. Ma adesso l'incauta coppia rischia la denuncia per negligenza. Il piccolo e la sorellina di 2 anni, che era anche lei nella camera d'albergo, sono invece stati temporaneamente affidati ai servizi sociali




ISIS: DECAPITATO IL REPORTER GIAPPONESE

di Giuseppa Guglielmino

L'Isis ha diffuso il video della decapitazione dell'ostaggio giapponese, il reporter Kenji Goto. Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio del jihadismo. Il 25 gennaio era stato decapitato l'altro detenuto giapponese, Haruna Yukawa. Ad uccidere Goto è di nuovo il boia "John" che, rivolto al governo giapponese, dice: "Voi, insieme ai vostri stupidi alleati non avete capito che siamo assetati del vostro sangue".

Il video di un minuto e 7 secondi è stato prodotto da al-Furqan Media Foundation, la "casa di produzione" dell'Isis ed è stato diffuso su Twitter. Goto indossa la tuta arancione come precedenti ostaggi dello Stato islamico. Per la liberazione di Goto, i jihadisti avevano chiesto il rilascio della terrorista irachena Sajida Rishawi in carcere in Giordania. Amman aveva dato la sua disponibilità, chiedendo a sua volta la liberazione del pilota giordano caduto nelle mani dell'Isis, Muaz Kassasbe.

Minacce al Giappone – "Voi giapponesi, come i vostri stupidi alleati nella coalizione satanica, dovete ancora capire che noi , per grazia di Allah, siamo un califfato islamico con autorità e potere, un intero esercito assetato del vostro sangue". "Abe – afferma John rivolgendosi al primo ministro giapponese, mentre brandisce il coltello sopra l'ostaggio inginocchiato ma ancora in vita – data la tua spericolata decisione di partecipare ad una guerra che non potete vincere, questo coltello non solo sgozzerà Kenji, ma continuerà la sua opera e causerà carneficine ovunque la vostra gente si troverà. L'incubo per il Giappone è incominciato".

Il 47enne Goto, giornalista con una lunga esperienza in territori di guerra, era stato mostrato per la prima volta il 19 gennaio in un video dell'Isis insieme a un altro ostaggio giapponese, il contractor militare Haruna Yukawa, poi ucciso. Per la loro liberazione gli jihadisti chiedevano al Giappone il pagamento di un riscatto di 200 milioni di dollari.

Giappone, indignazione per deplorevole atto terrorismo
– Il Giappone ha espresso la sua "indignazione" per la decapitazione di Kenji Goto. Si tratta – ha detto un portavoce del governo – di "un deplorevole atto di terrorismo".

Abe: tolleranza zero contro terrorismo – Il Giappone avrà tolleranza zero contro il terrorismo e lavorerà a stretto contatto con la comunità internazionale. Lo ha detto il premier Shinzo Abe, promettendo che sarà ampliato il piano di aiuti umanitari in materia di terrorismo.

Obama condanna uccisione brutale giapponese – "Gli Stati Uniti condannano la brutale uccisione del giapponese Kenji Goto". Lo ha dichiarato il presidente americano, Barack Obama, plaudendo al deciso impegno del Giappone per la pace in Medio Oriente e a livello globale, inclusa l'assistenza agli innocenti colpiti dai conflitti nell'area. "Insieme a un'ampia coalizione di alleati, gli Stati Uniti continueranno a prendere azioni decisive contro l'Isis", ha aggiunto.

In nuovo video nessun accenno a pilota giordano – Nel nuovo video non contiene alcun riferimento alla sorte del pilota giordano Muaz Kassasbe. Lo riferisce sempre il Site. Su Twitter circolavano notizie non confermate che anche il pilota fosse stato decapitato.

Fratello reporter: speravo in ritorno
– "Ringrazio il governo, il ministero degli Esteri e il popolo giapponesi, nonché il mondo intero per il sostegno manifestato: speravo che Kenji potesse tornare vivo a casa, ringrazio tutti quanti ci hanno sostenuto". E' il commento di Junichi Goto, fratello del reporter raccolto dalla tv pubblica Nhk. "Sono addolorato che Kenji non ci sia riuscito", ha aggiunto.




NIGERIA, SOLDATI DEL CIAD COLPISCONO BOKO HARAM: 123 MORTI

di Maurizio Costa

Abuja (Nigeria) – L'esercito del Ciad ha provocato la morte di più di 120 miliziani di Boko haram, durante una battaglia al confine tra Nigeria e Camerun. Il corpo militare del paese africano ha riconquistato la città di Malumfatori, nella regione del Fotokol. Lo Stato Maggiore del Ciad ha comunicato la notizia della morte di 3 soldati dell'esercito ciadiano e il ferimento di altri 12 militari.

L'esercito del Ciad è stanziato al confine tra Nigeria e Camerun, per proteggere i confini dello stato africano. Sarebbero stati i jihadisti del califfato di Boko haram ad aver attaccato la forza militare al confine. Per questo sono stati respinti all'interno della Nigeria.

Boko haram continua la sua impresa di distruzione. Il significato letterale del nome del califfato vuol dire "l'istruzione occidentale è proibita" e i jihadisti cercano di debellare i cristiani della Nigeria e instaurare un califfato simile a quello dell'Isis. Negli ultimi mesi, Boko haram avrebbe causato la morte di più di 2.000 civili. Secondo fonti locali, la gente è costretta a camminare sui morti sparsi per le strade.

Intanto, l'Unione africana ha promesso di creare una forza armata di 7.500 uomini per contrastare il fenomeno Boko haram. Soddisfatto il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon: "Accolgo con favore la decisione dell'Unione africana di creare una Task force multinazionale contro Boko Haram. – ha dichiarato il Segretario – Questi terroristi hanno commesso indicibili brutalità e devono essere affrontati con la cooperazione regionale e internazionale".




IL MINISTRO DELLE FINANZE GRECO: "NON ABBIAMO INTENZIONE DI COOPERARE CON LA MISSIONE DELLA TROIKA"

di Maurizio Costa

Atene – Il primo incontro tra il neo governo greco e l'Ue termina senza che le due parti convergano verso un'idea comune. Il muro contro muro è cominciato subito dalle prime battute. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha affermato che "le mosse unilaterali non sono la strada per andare avanti". La Grecia, quindi, non può decidere da sola quale sarà il suo futuro.

Alexis Tsipras, prima di essere eletto, aveva promesso che avrebbe rivisto gli accordi con l'Europa. Questo vuole significare: revisione del debito che la Grecia possiede nei confronti dell'istituzione continentale e rilancio dell'economia, anche al costo di distaccarsi, almeno informalmente, dalle idee economiche europee.

Dijsselbloem ha poi continuato: "Ignorare gli accordi non è la strada da seguire. Lo scopo della mia visita era spiegare le condizioni del nostro accordo. Vogliamo che la Grecia riguadagni l'indipendenza economica".

Il nuovo ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, dal canto suo, ha dichiarato che "vogliamo portare avanti riforme che rendano l'economia più competitiva con conti pubblici in equilibrio, ma non abbiamo intenzione di cooperare con la missione della troika". Un forte distacco, quindi, che pone le due parti a distanza notevole.

Alexis Tsipras vorrebbe ridurre dell'80% il debito che Atene detiene nei confronti dell'Europa, ma sembra che l'Eurogruppo non sia pienamente d'accordo, anzi. Il piano di salvataggio nei confronti della Grecia, che tocca quota 240 miliardi di euro, potrebbe essere rivisto o rimodulato. Inoltre, il ministro delle Finanze greco ha detto che la prossima tranche di prestiti europei, che sfiora i 7 miliardi di euro, non serve alla Grecia. 




ISIS: OSTAGGIO GIAPPONESE SALVO, SCAMBIATO CON UNA TERRORISTA

Redazione

Il Giappone ha ceduto il ricatto Isis e salvato il proprio connazionale. I jihadisti sunniti dello Stato islamico hanno cinguettato su Twitter che la Giordania ha liberato la terrorista Sajida al-Rishawi, che sarebbe gia' "nella terra del Califfato"; e che il freelance nipponico "non e' piu' prigioniero dello Stato Islamico", ma "in viaggio dalla Siria alla Giordania". Manca ancora pero' la prova dello scambio.
Finora la Giordania ha fatto sapere di essere pronta a liberare al-Rishawi, l'aspirante kamikaze irachena arrestata nel 2005 per un attacco suicida che fece decine di morti, in cambio del pilota giordano catturato in Siria e per cui l'intero Giappone si è messo a chiederne la liberazione con manifestazioni nelle piazze, vglie, preghiere. Il portavoce del governo di Amman, Mohammed Al Momani, ha spiegato in una nota che la priorita' e' "salvaguardare la vita del pilota Muadh Al Kasasbeh", il militare catturato dagli jihadisti alla vigilia di Natale a Raqqa, per cui liberera' la terrorista se il soldato ritorna sano e salvo. E una volta scaduto l'ultimatum, alle 15 ora italiana, ha anche chiesto una prova che il pilota sia ancora in vita, ma non ha ancora ottenuto risposta.

Nel comunicato del governo giordano non si fa cenno al giornalista nipponico. Lo Stato Islamico avrebbe proposto un doppio scambio di prigionieri: la liberta' del pilota giordano e del giornalista nipponico in cambio del rilascio della terrorista e un altro jihadista, Ziad al-Karbouli, collaboratore di Abu Musab al-Zarqawi catturato nel 2006.
Sajida al-Rishawi era la moglie di uno dei tre kamikaze che riuscirono a farsi saltare in aria ad Amman, nel 2005, causando 57 morti. Anche lei avrebbe voluto farsi esplodere ma la sua cintura esplosiva non si attivo'. Sarebbe anche la sorella di uno stretto collaboratore di al-Zarqawi. Catturata dalle autorita' giordane, fece un'apparizione in tv per una sorta di confessione-rivendicazione; e' stata condannata a morte da un tribunale militare giordano nel 2006, ma nello stesso anno il governo di Amman ha aderito alla moratoria sulla pena di morte.
Le esecuzioni sono riprese il mese scorso e c'e' da giurare che Sajida fosse in prima fila, nel braccio della morte.
L'altro jihadista in gioco, se così si può dire, e' al-Karbouli: arrestato nel 2006, era un collaboratore di Abu Musab al-Zarqawi, il leader di al-Qaeda in Iraq, ucciso nel 2006 a Baquba e autore di alcuni tra i piu' efferati attentati in Iraq, dopo la caduta di Saddam Hussein. Certo essere minacciati in questo modo e cedere alle minacce prelude ad un lungo periodo di ricatti. Ma le vite umane vengono prima.