ISIS: "SCATENEREMO L'INFERNO A SIRTE"

di Angelo Parca

Continua l'orrore dell'Isis:"Trasformeremo Sirte in un inferno come Falluja, e Misurata sarà la nostra Mosul": è la minaccia dell'Isis in in video pubblicato sui social media libici, e citato dai media locali. Nelle immagini si minacciano le milizie Fajr al potere a Tripoli: "Stringono le mani ai crociati", si afferma.

 

Intanto, il generale Haftar assedia Tripoli. L'Onu, "si fermi". Si combatte attorno a Tripoli. La capitale libica, in mano alle forze islamiste, e' assediata da truppe dell'esercito fedele al generale Khalifa Haftar, che tentano la riconquista. Si combatte a ovest della capitale, ma intanto i caccia dell'aviazione stanno facendo bombardamenti mirati contro l'aeroporto internazionale, l'unico ancora funzionante, il Mitiga, e contro altre postazioni usate dalle forze di Tripoli: dopo aver attaccato la zona di al Naqdiya, che conduce all'aeroporto di Mitiga, e lo stesso scalo aereo, i caccia di Haftar hanno colpito le postazioni delle milizie filo-islamiche Fajr nelle zone di al Zawiya, al Ajilat e al Jamil. Un alto ufficiale vicino ad Haftar, Abdel Razzaq al Nathuri, ha garantito che le sue truppe "entreranno a Tripoli da diverse direttrici". L'Onu ha condannato "nei termini piu' forti possibili" la ripresa dei combattimenti perche' avranno "chiaramente -ha detto l'inviato speciale, Bernardino Leon -un impatto sul dialogo". "Ci sono tensioni sul terreno nei dintorni di Tripoli e a Sirte", ha confermato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. "Queste notizie di guerra rendono piu' urgente, non meno urgente, un buon risultato dei negoziati. I negoziati e il loro successo sono il nostro obiettivo". Secondo Leon, i colloqui tra le parti in corso a Rabat, in Marocco, potrebbero essere vicini un accordo: "Entro domenica, vorremmo avere questi documenti pronti e, se possibile, renderli pubblici", ha detto ai giornalisti. Ma il clima e' improntato a un generale scetticismo.
E adesso gli occhi sono puntati su Bruxelles, dove lunedi' e martedi' l'Ue ospitera' 34 sindaci e capi tibu' locali. L'Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di Sicurezza comune, Federica Mogherini, ha lanciato un appello al dialogo: "L'Ue e' consapevole delle tremende sfide e difficolta' che le autorita' locali e la popolazione in Libia sono chiamati ad affrontare. I leader municipali, costituendo la prima linea in Libia, possono giocare un ruolo cruciale per arrivare alla fine del conflitto". Mogherini ha invitato tutte le parti a partecipare "costruttivamente per assicurare la rapida formazione di un governo di unita' nazionale in grado di portare avanti la transizione democratica e dare il via alla ricostruzione del Paese".

 

Yemen nel caos attacchi rivendicati dall'Isis. Gli Stati Uniti stanno evacuando un centinaio di uomini delle forze speciali presenti nel Paese, a causa del deteriorarsi della situazione. Lo rende noto la Cnn. L'evacuazione e' scattata dalla base aerea americana di Al Anad. I 100 uomini erano gli ultimi militari statunitensi nello Yemen. Lo scorso mese gli Usa chiusero la loro ambasciata a Sanaa.
Intanto e' salito a 154 morti il bilancio degli attacchi kamikaze, rivendicati dall'Isis, alle due moschee sciite a Sanaa. Lo riferisce una fonte del movimento sciita Huthi, spiegando che alcuni feriti sono morti in ospedale




BOMBARADATO L'AEROPORTO DI TRIPOLI

Redazione

Contrattacco. Siamo davvero in guerra. L'aeroporto Mitiga di Tripoli, controllato dalle milizie filo-islamiche al potere nella capitale libica, è stato nuovamente bombardato dall'aviazione fedele al parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunita' internazionale. Lo riferisce Al Arabiya in un tweet. I caccia dell'aviazione libica, fedeli al generale Khalifa Haftar, stanno bombardando diverse localita' intorno Tripoli per preparare un'offensiva di terra e conquistare la citta'.
Secondo quanto riporta l'emittente televisiva "Sky Arabia", dopo aver attaccato la zona di al Naqdiya, che conduce all'aeroporto di Mitiga, e lo stesso scalo aereo, i caccia di Haftar hanno colpito altre postazioni delle milizie filo-islamiche Fajr nelle zone di al Zawiya, al Ajilat e al Jamil. Un alto ufficiale vicino ad Haftar, Abdel Razzaq al Nathuri, ha garantito che le sue truppe "entreranno a Tripoli da diverse direttrici".




BROOKLYN: 7 BAMBINI MORTI IN UN INCENDIO

Redazione

Una tragedia che ha distrutto una intera famiglia negli Usa. Un incendio in una abitazione a Brooklyn, nella Bedford Avenue, ha causato la morte di sette bambini della stessa famiglia, di eta' compresa tra 5 e 15 anni. Lo riferisce il New York Daily News, aggiungendo che un bambino e' morto sul posto e gli altri sei in ospedale, mentre la madre e un altro figlio della donna sono sopravvissuti e sono ricoverati




YEMEN: TRE ATTENTATI KAMIKAZE IN MOSCHEE, 137 MORTI

di Maurizio Costa

Sana'a
– Tre attentati terroristici kamikaze hanno colpito alcune moschee in Yemen. Il primo attacco è avvenuto a Sana'a, capitale del paese, uno nella moschea Badr e l'altro in quella di Al-Hashahush.

Gli attentati a Sana'a – I kamikaze hanno colpito due moschee della capitale durante il giorno di preghiera. Nella prima moschea, quella di Badr, un attentatore si sarebbe mischiato tra coloro che erano entrati nella struttura per pregare. Dopo poco, il kamikaze si è fatto esplodere all'interno della moschea. Subito dopo, un altro attentatore, mentre tutti sfuggivano dall'interno della moschea di Badr, si è fatto esplodere davanti all'entrata del luogo di culto. Quasi contemporaneamente, sempre a Sana'a, un altro kamikaze si è fatto esplodere nella moschea di Al-Hashahush, nel nord della città.

Le vittime accertate sono 137, ma aumentano minuto dopo minuto. I feriti sarebbero 345. Nell'attacco sarebbe morto anche l'imam della moschea di Badr, Al Murtada bin Zayd al Muhatwari.

Gli attacchi a Saada – Anche nella città che si trova a nord del paese due attentatori si sono fatti esplodere, causando la morte di almeno 15 persone. Uno dei due kamikaze non avrebbe causato vittime, visto che è stato subito identificato e bloccato dalla folla.

L'Isis – L'autoproclamato califfato islamico avrebbe rivendicato l'attentato su Twitter, ma le fonti ancora non sono certe. L'Isis, comunque, ha sempre combattuto la minoranza islamica sciita, che trova rappresentanza negli houthi, che da qualche mese governano lo Yemen dopo aver scalzato il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, rifugiatosi nel sud del paese.

Ci potrebbe anche essere la mano di Al-Qaida, che trova in Yemen una forte roccaforte per i suoi miliziani. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha condannato fermamente l'attentato: "Tutte le parti devono rispettare gli impegni presi per risolvere le divergenze con mezzi pacifici e dovrebbero impegnarsi in buona fede nei negoziati facilitati dalle Nazioni Unite al fine di raggiungere un accordo".

Se l'Isis avesse raggiunto anche lo Yemen si tratterebbe di una inesorabile avanzata, che, dopo l'attentato a Tunisi, fa sempre più paura al mondo islamico e anche occidentale.




TUNISIA: IL POPOLO DICE NO AL TERRORISMO

di Maurizio Costa

Tunisi – Il popolo tunisino dice no al terrorismo e sfila per le strade della città per far capire che la Tunisia è un paese civile, distaccato dalle logiche dell'Isis o del terrorismo. Con l'occasione di festeggiare il 59esimo anniversario dell'indipendenza del paese, centinaia di persone hanno dato vita a un corteo che ha sfilato per Tunisi. Alla testa della manifestazione un cartellone molto importante e d'effetto: "Il terrorismo non è musulmano né tunisino".

La Tunisia cerca di tirarsi fuori dal problema del terrorismo e proprio in questi ieri è uscita la notizia della presunta appartenenza degli attentatori all'Isis. Il gruppo dell'autoproclamato califfato ha esultato su Twitter dopo l'attentato al museo del Bardo di Tunisi. Secondo fonti locali, le persone che hanno eseguito la strage si sarebbero addestrati in Libia con l'Isis, a Sabrata, Bengasi o Derna, per poi tornare in Tunisia a dicembre.

Intanto, il problema dell'attentato arriva in Consiglio Ue, ma ancora non si sa se si parlerà della strage o dei metodi per attenuare il problema del terrorismo.

Il governo tunisino ha già arrestato nove persone, che avrebbero partecipato direttamente o indirettamente all'attentato. Le autorità trovano difficoltà ad identificare il gruppo di appartenenza dei jihadisti. In Tunisia ci sono migliaia di cellule piccolissime che potrebbero aver fatto questo attentato. L'Isis ha festeggiato su Twitter ma potrebbe essersi trattato di un gruppo misto, formato da Isis o da Ansar al-Sharia. 

La Tunisia potrebbe uscire fuori dall'ondata di terrore così come ne è uscita la Francia dopo la strage di 'Charlie Hebdo'. Il turismo nel paese nord-africano contribuisce per il 20% al Pil nazionale e un calo di turisti potrebbe voler dire una grave crisi per il governo e la popolazione. Il paese dalla costituzione più innovativa del nord Africa è stato colpito duramente, ma la gente comincia già a ripopolare le strade di Tunisi, come se non fosse successo niente.




TUNISIA, ATTENTATO AL MUSEO: TROVATI I CORPI DEI DUE ITALIANI

Redazione

Trovati i corpi dei due italiani dispersi dopo l'attacco terroristico al museo del Bardo. Sale così a 4 il bilancio dei connazionali uccisi. La Farnesina comunica che ha "effettuato un primo riconoscimento fotografico dei due connazionali che finora risultavano irreperibili", attraverso personale dell'Ambasciata a Tunisi e dell'Unità di Crisi, appositamente inviato in loco, ha avuto accesso all'obitorio dell'ospedale Charles Nicolle.

Intanto i jihadisti hanno rivendicato, minacciando nuovi attacchi: "Quello che avete visto" a Tunisi "è solo la prima goccia di pioggia". Lo denuncia su Twitter Rita Katz, direttrice del Site, il sito che monitorizza il jihadismo sul web.

Nove sospetti sono stati arrestati: quattro di questi avrebbero "legami diretti con l'attacco". E' stata arrestata anche la sorella di Jabeur Khachnaoui, uno dei due attentatori rimasti uccisi nel blitz. I terroristi ieri erano "muniti di cinture esplosive" e di armi "molto avanzate", ha detto il ministero degli Interni tunisini, dunque il numero delle vittime "sarebbe potuto essere molto più alto". "Siamo in guerra", ha detto il presidente tunisino Beji Caid Essebsi.

E' invece ancora incerto il bilancio generale della carneficina. Secondo l'ultimo bollettino diffuso dal ministro della Sanità le vittime dell'attentato sono 25 di cui 18 turisti stranieri e 5 tunisini, tra cui due degli attentatori. Sarebbero 11 gli italiani rimasti feriti. Oltre agli italiani sono rimasti coinvolti 9 tunisini, 11 polacchi, 8 francesi, 5 giapponesi, 1 russo, 1 tedesco e 2 sudafricani.




STRAGE TUNISI: "DUE ITALIANI MORTI E DUE DISPERSI"

di Maurizio Costa

Tunisi – Cambia il numero ufficiale dei morti italiani nella strage al museo Bardo di Tunisi: secondo Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri, il numero dei morti connazionali sono due, mentre altri due italiani risultano dispersi. Le autorità tunisine, in un primo momento, avevano comunicato che le vittime italiane sarebbero state quattro. Invece, Gentiloni, intervistato ad 'Agorà', ha affermato che risultano "due italiani morti e due dispersi".

All'1,55 di questa notte, la nave 'Costa Fascinosa' è ripartita dal porto di Tunisi, contando a bordo 13 persone in meno. Anche un'altra nave da crociera, la Msc, ha fatto tappa a Tunisi ieri, senza però perdere persone. Il team della 'Costa' sta lavorando sul campo e con i vari ministeri per dare il massimo appoggio alle vittime e ai feriti.

Il ministro Gentiloni ha dichiarato che "oggi in Italia tutti i livelli di allerta di mobilitazione delle forze di sicurezza sono al massimo e concentrati sulla minaccia terroristica. Dobbiamo proteggere i nostri confini, i nostri concittadini ed alzare i livelli di sicurezza sui possibili bersagli del terrorismo – continua il ministro – I nostri servizi di intelligence sono attivi, abbiamo rafforzato la presenza navale nel Mediterraneo e finora non esistono elementi di connessione tra fenomeno migratorio e terrorismo, ma nessuno può in teoria escluderlo".

Le vittime ufficiali tra i connazionali sono Orazio Conte e Francesco Caldara.




TUNISI, MUSEO BARDO: TRAGICO BILANCIO ANCORA IN EVOLUZIONE

Redazione

Tunisi – Colpo al cuore della neo democrazia tunisina, avviata dopo le ultime elezioni politiche e presidenziali dove il terrorismo islamico ha prodotto il tragico bilancio di 22 morti – tra cui 4 italiani –  e 44 feriti.

La vicenda:

Ieri al museo Bardo di Tunisi cinque uomini armati travestiti da militari hanno assaltato il celebre museo del Bardo, nel cuore di Tunisi, accanto al Parlamento, che forse era il loro obiettivo originario, dal quale sarebbero stati respinti. C'e' stata una sparatoria, un assedio con decine di turisti presi in ostaggio e poi si è consumata la strage: 22 i morti, secondo l'ultimo bilancio diffuso dal governo, e almeno una cinquantina di feriti.


Bilancio in evoluzione:

Sul fronte italiano le vittime confermate dalla Farnesina sono quattro, mentre altri 13 connazionali sono rimasti feriti. Ma il bilancio, avvertono dal ministero, "è ancora in evoluzione". Ci potrebbero essere infatti un paio di dispersi, che dopo ore ormai dall'attentato si dispera possano essere scampati all'attacco. Tra le vittime accertate ci sono Francesco Caldara, un pensionato 64enne di Novara che era in crociera con la compagna Sonia Reddi (55), anche lei ferita. E un torinese, Orazio Conte.
 

Il blitz:

Un blitz delle forze antiterrorismo tunisine ha messo fine dopo un paio d'ore all'assedio, con le immagini rimandate da tutte le tv degli ostaggi che fuggivano terrorizzati e protetti dalle unità speciali. L'Isis ha espresso il suo plauso per l'attacco, ma non una piena rivendicazione. Due degli attentatori, entrambi di nazionalità tunisina, sono morti, mentre tre membri del commando sarebbero riusciti a fuggire. In serata due sospetti sono stati arrestati. Gli altri morti sono due tunisini, tra cui un agente di polizia, e, oltre agli italiani, polacchi, tedeschi, spagnoli, colombiani.

Al momento dell'attacco, nel luogo della sparatoria erano in circolazione tre bus turistici con i partecipanti alla crociera sulle navi Costa Fascinosa e Msc Splendida. Tra loro, un gruppo di dipendenti del Comune di Torino. Gran parte degli italiani coinvolti (e tutte e quattro le vittime) facevano parte del gruppo appena sbarcato dalla nave Costa.

 

Oggi a Torino si manifesta contro il terrorismo

"Antonella Sesino risulta dispersa". Lo ha confermato il sindaco di Torino, Piero Fassino, intervistato da Matrix (Canale 5). La donna è una delle dipendenti comunali sequestrate al museo del Bardo di cui non si hanno notizie. Il sindaco ha incontrato nel pomeriggio i suoi familiari. "Carolina Bottari è stata operata a Tunisi e l'esito dell'intervento è positivo, non è in pericolo di vita. Anche Anna Abagnale è ferita ed in cura, mentre Antonella Sesino risulta dispersa", ha detto Fassino, riferendosi al gruppo di dipendenti del Comune di Torino rimasto coinvolto nell'attacco al Museo del Bardo. "Ho parlato con la Farnesina poco fa – ha aggiunto Fassino – e domani alcuni funzionari del ministero saranno a Tunisi per fare accertamenti in tutti luoghi dove i feriti possono essere stati ricoverati. L'Unità di crisi e l'ambasciata italiana stanno facendo un lavoro straordinario, ma il governo tunisino fino ad ora nessuna notizia ufficiale del numero definitivo di vittime e feriti e l'elenco è frutto di ricostruzioni fatte, siamo in una situazione ancora molto complicata". Il Comune di Torino ha intanto confermato la morte di Orazio Conte, marito della dipendente Carolina Bottari.

E' stata rintracciata in un ospedale di Tunisi, ferita, Anna Abagnale, una dei dipendenti del Comune di Torino coinvolta nell'attentato di Tunisi. Lo rende noto il Comune di Torino, dove il sindaco Piero Fassino continua a seguire la vicenda in contatto con la Farnesina e l'ambasciata italiana di Tunisi. Manca ancora all'appello Antonella Sesino, di cui non si hanno notizie.
"Costa Crociere – si afferma in una nota – conferma di essere in stretto contatto con il Ministero degli Affari Esteri, le autorità locali di sicurezza, il Comandante di Costa Fascinosa e l'agente portuale locale per monitorare la situazione e seguire la sua evoluzione. Al momento il Comandante conferma che ci sono 14 passeggeri che non sono ancora rientrati a bordo. Costa Crociere sta fornendo massima assistenza a tutti i passeggeri e ai loro parenti. Il management e il "Care Team" di Costa Crociere sono giunti sul posto e sono in contatto con le autorità locali per garantire a tutti i passeggeri, inclusi coloro che non sono a bordo, l'assistenza necessaria". "Le autorità di sicurezza locali – aggiunge la nota della Costa – hanno predisposto misure eccezionali nell'area portuale per garantire la sicurezza della nave, dei passeggeri e dell'equipaggio. La partenza della nave da Tunisi è prevista alle 00.30 circa, previa autorizzazione necessaria. Costa Crociere esprime la propria vicinanza a tutte le persone coinvolte nei tragici eventi di oggi e alle loro famiglie".

Di fronte alla barbarie del terrorismo il Sindaco di Torino Piero Fassino chiama la Città ad esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime e a manifestare lo sdegno civile e l’impegno della Comunità Torinese contro la violenza sanguinaria dei terroristi.
La manifestazione si svolgerà oggi, giovedì 19 marzo alle ore 20.30 in Piazza Palazzo di Città, di fronte al municipio.
 




TUNISI: STRAGE AL MUSEO, 21 MORTI TRA CUI ITALIANI

Redazione

Tunisi –  Sono stati presi in ostaggio tre turisti italiani al museo del Bardo durante un attentato terroristico a Tunisi. Si è concluso con 21 morti, tra cui 17 turisti stranieri, l'attacco al Museo del Bardo di Tunisi, dove due terroristi armati di kalashnikov sono rimasti asserragliati per piu' di due ore dopo aver preso in ostaggio decine di persone. Un blitz delle forze di sicurezza ha messo fine all'assedio e ha ucciso i due uomini del commando. Due gli italiani che avrebbero perso la vita, secondo quanto riferito da fonti locali non confermate dalle autorita' italiane.

Lo stesso premier tunisino, Habib Essid, ha confermato durante la conferenza stampa che tra le vittime ci sono 17 stranieri provenienti da Italia, Germania, Polonia e Spagna. I due terroristi "potrebbero avere avuto il sostegno di 2-3 elementi", ha spiegato il premier, che ha annunciato di aver preso "provvedimenti urgenti soprattutto nei siti turistici, dove e' stata rafforzata la presenza di forze di sicurezza".

Essid ha quindi lanciato l'appello "al popolo tunisino in questa fase complicata di serrare i ranghi, perche' la guerra contro il terrorismo sara' lunga, ma insieme vinceremo".
"Chiediamo a tutti i partiti e a tutta la societa' civile di restare unita per affrontare questa piaga che minaccia la stabilita' e la sicurezza del Paese", ha aggiunto.

L'attacco sarebbe stato rivendidato dall'Isis: secondo quanto riporta la tv Al-Hayath, alcuni siti vicini allo Stato islamico hanno scritto che "lo Stato islamico tiene in ostaggio alcuni turisti nel museo del Bardo a Tunisi".

L'emittente ricorda che il battaglione Bin Nafi, gruppo islamico radicale, e una parte dell'organizzazione Ansar al-Sharia avevano annunciato un'alleanza con Abu Bakr al-Baghdadi, numero dell'Isis, minacciando attacchi contro il governo tunisino.
Secondo fonti della sicurezza, i terroristi, in abiti civili, hanno prima tentato di assaltare il Parlamento, ma sono stati respinti e hanno ripiegato sul museo dei mosaici che si trova nel palazzo accanto.

L'Assemblea del popolo, dove in quel momento era in corso un'audizione del ministro della Giustizia, Mohammed Salah ben Aissa, sulla lotta al terrorismo, e' stata evacuata.

Situato alla periferia ovest di Tunisi, il museo e' il piu' antico del mondo arabo. E' noto per la piu' importante e ricca collezione di mosaici romani, tutti in perfetto stato di conservazione, del II-IV secolo. Il museo archeologico contiene anche reperti punici e opere del periodo cristiano della Tunisia.L'edificio si sviluppa su tre piani, nella fastosa residenza ufficiale dei bey husseiniti. Il museo accoglie ogni anno milioni di turisti stranieri e nel 2014 e' stato visitato da 252 mila italiani.

"Una coppia di ebrei della comunita' romana e' miracolosamente salva dall'attacco terroristico al museo del Bardo di Tunisi, grazie all'intervento delle forze di Polizia". A parlare con l'AGI e' Fabio Perugia, portavoce della comunita' ebraica di Roma. "La coppia ha parlato con i figli per rassicurarli sulle loro condizioni di salute. Io stesso – dichiara Fabio Perugia – mi sono messo in contatto con i figli che vivono momenti di apprensione ma certamente minore rispetto ai familiari di chi e' stato ferito o addirittura ha perso la vita. E' l'ennesimo atto barbaro da chi sventola la bandiera del terrore per l'Europa e nel medio oriente".




FRANCOFORTE: AUTO IN FIAMME E PROTESTE PER LA NUOVA SEDE BCE DA UN MILIARDO

di Maurizio Costa

Francoforte – Si inaugura la nuova sede della Bce e cominciano ad alimentarsi le proteste. I movimenti anti-austerity, infatti, hanno manifestato per le strade di Francoforte dalle sei di questa mattina, creando barricate in mezzo alle vie e dando alle fiamme transenne e bagni chimici.

La polizia ha cercato di respingere i manifestanti con idranti e, secondo alcune fonti, anche con gas lacrimogeni. Intorno alla nuova sede della Bce, costruita nel quartiere di Grossmarkthalle, sono state piazzate delle transenne per tenere i militanti dei movimenti lontano almeno 10 metri dal grattacielo.

Dalle sei di questa mattina, la polizia tedesca ha fermato 350 persone, che appartengono soprattutto al movimento anticapitalista 'Blockupy'. I manifestanti hanno lanciato sassi contro la polizia, ferendo 8 agenti. Sono state bruciate anche 8 auto della polizia. Colpite anche le camionette dei vigili del fuoco che cercavano di sedare le fiamme divampate dai mezzi delle forze dell'ordine.

Il motivo della protesta è l'inaugurazione della nuova sede della Bce a Francoforte, un grattacielo immenso costato circa 1,3 miliardi di euro. Uno smacco verso tutti quei paesi, come la Grecia, che contrattano con l'Europa sulle questioni del debito pubblico e dei debiti verso la 'troika'. 




ISRAELE, ELEZIONI: STRAVINCE NETANYAHU

Redazione

Tel Aviv – Con il 99,5% delle schede scrutinate in Israele si conferma l'inatteso trionfo del premier uscente Benjamin Netanyahu. Il Likud ha conquistato 29 seggi sui 120 della Knesset (nel 2013 ne aveva ottenuti solo 18), 5 in più dei favoriti (nei sondaggi) del Fronte Sionista di centro sinistra di Isaac Herzog, fermi a quota 24. Terzi con 14 seggi i partiti arabi, uniti per la prima volta in un'unica lista. A seguire i centristi di Yar Lapid con 11 deputati (in forte calo contro i 19 di due anni fa) membri del governo uscente.

Al quarto posto si registra l'exploit di Kuluna,
il movimento sempre centrista, fondato solo lo scorso novembre da Moshe Khalon, con 10 seggi, che diventano l'ago della bilancia. Khalon, prima di conoscere i risultati, aveva annunciato di essere pronto a governare sia con Netanyahu che con Herzog e che si sarebbe regolato in base ai risultati. A seguire con 8 deputati la destra nazionalista dei coloni di 'Focolare Ebraico' di Naftali Bennet (ne aveva 12), alleato di Netanyahu.
Con 7 deputati a testa i due partiti religiosi: la destra ultraortodossa dello Shas (ne aveva 11) e lo United Torah Judaism, che conferma quelli che aveva. Batosta per la destra di Yisrael Beitenu, del 'falco' per eccellenza, il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, che ha ottenuto solo 6 seggi contro i 13 della precedente Knesset. La sinistra del Meretz arretra a 4 seggi (2 in meno). Con questi numeri la soluzione di un governo di unità nazionale, per cui si era espresso il presidente Reuven Rivlin, sembra ormai tramonatata.

Subito dopo la fine delle operazioni di voto, ieri sera Netanyahu ha rivendicato la vittoria e ha annunciato di aver "chiesto a tutti i leader dei partiti di destra di formare senza indugio un governo forte e stabile capace di occuparsi di sicurezza e benessere per tutti i tutti cittadini di Israele". Netanyahu a questo punto potrebbe riuscire nell'impresa di entrare nella storia come il premier piu' longevo in 67 anni di storia di Israele: è stato primo ministro la prima volta dal 1996 al 1999 e poi dal 2009 ad oggi.Da quando Rivlin gli assegnera' l'incairco, al termine di un rapido giro di consultazioni, avrà 42 giorni di tempo per trovare i voti necessari per ottenere la fiducia.

La vittoria di Netanyahu è un duro colpo per Barack Obama, con cui i rapporti sono sempre stati pessimi, e che ora dovrà rassegnarsi a terminare il suo secondo mandato con un premier israeliano su cui non si è mai trovato d'accordo né sul processo di pace con i palestinesi, né sul programma nucleare iraniano.

Ma se questa rappresenterebbe una rivalsa personale di Netanyahu sul presidente americano, Israele rischia di ritrovarsi più isolata. Non solo l'attuale amministrazione Usa ma anche l'Ue insistono da sempre sulla soluzione "due popoli, due stati", osteggiata da Netanyahu che da ultimo ha promesso che uno Stato palestinese non vedra' mai la luce con lui al governo. Anp che ha espresso, a scrutinio ancora in corso, la sua delusione.

Il capo negoziatore Saeeb Efrekat ha anticipato che i plaestinesi risponderanno alla vittoria di Netanyahu seguendo la linea tracciata da quando lo scorso aprile sono naufragati i negoziati di pace: ottenere il riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese all'Onu e dal maggior numero possibile di Paesi.

"E' chiaro – ha detto Erekat – che il primo ministro Benjamin Netanyahu formerà il prossimo governo e per questo, diciamo chiaramente che andremo avanti con la denuncia (di Israele) al tribunale dell'Aja (per i crimini di guerra) e che accelereremo e intensificheremo" gli sforzi diplomatici per ottenere il riconoscimento dello Stato palestinese.

Netanyahu ha vinto puntando tutto sulla destra e senza corteggiare il centro:
oltre a bocciare ogni ipotesi di Stato palestinese ha martellato gli elettori con la minaccia alla sicurezza dello Stato ebraico rappresentata dal programma nucleare iraniano e dall'avanzata dello jihadismo di Isis e delle altre sigle del terrorismo islamico. Scelte rivelatesi vincenti.

Herzog telefona a Netanyahu.
Il leader del Fronte Sionista di centro sinistra Isaac Herzog ha chiamato Benjamin Netanyahu e si è congratulato per la vittoria con il premier uscente israeliano. E' stato lo stesso Herzog a dare notizia della telefonata. "Qualche minuto fa ho parlato con il primo ministro Benjamin Netanyahu per congratularmi con lui per il suo successo e per augurargli buona fortuna", ha detto il leader dell'opposizione ai giornalisti, aggiungendo che il Fronte Sionista continuerà ad essere un'alternativa al Likud.