USA E CUBA: STORICO INCONTRO DOPO LA ROTTURA DEL 1961

di A. B.
 
Il ministro degli esteri cubano Bruno Rodriguez e il segretario di stato statunitensi John Kerry si sono incontrati a Panama per un colloquio a porte chiuse. L’incontro è considerato di enorme spessore poiché i rispettivi paesi, Washington e L’Avana, avevano rotto le relazioni diplomatiche nel 1961. Il senatore Ben Cardin ha detto che il dipartimento di stato ha deciso di raccomandare ad Obama la rimozione di Cuba dalla lista dei paesi sostenitori del terrorismo. Ecco cosa ha spiegato in una nota: “un passo importante nei nostri sforzi per forgiare relazioni più fruttuose con Cuba”, si riferisce proprio alle relazioni interrotte con Cuba nel 1961 e l’intento di riprendere i rapporti. Nei prossimi giorni ci sarà anche un altro importante incontro, quello Barack Obama e il leader cubano Raul Castro. L’incontro tra Stati Uniti e Cuba e la ripresa delle relazioni diplomatiche era stato annunciato nel dicembre del 2014.



PARIGI: HACKER DELL'ISIS ATTACCANO LA TV5MONDE FRANCESE

di Angelo Barraco

Parigi –  La tv francese TV5Monde è stata attaccata da hacker che si sono dichiarati appartenenti allo Stato Islamico. Sia il sito web sia nei social network gli hacker hanno postato degli slogan dell’Isis e hanno pubblicato anche foto di carte d’identità che, per quanto dichiarato da loro stessi, apparterrebbero a parenti di soldati coinvolti in operazioni contro la Jihad, le trasmissioni sono state sospese. Il direttore generale di TV5Monde, Yves Bigot, sulla vicenda ha dichiarato: “Noi non siamo al momento in grado di trasmettere su alcuno dei nostri canali; i nostri siti e i nostri account sui social network non sono sotto il nostro controllo e vi si leggono rivendicazioni dello Stato Islamico”. La pagina facebook dell’emittente risulta oscurata, appare inoltre la scritta “Je SuISIS” e poi c’è la firma dei pirati informatici che dice “CyberCaliffato”. Altri messaggi accusano il presidente Francois Hollande e lo accusano di aver mandato dei soldati a combattere contro l’ISIS. E’ stata avviata un’inchiesta dalle autorità francesi. 



GRECIA: TSIPRAS RIMBORSA 485 MILIONI DI EURO A UE

di Maurizio Costa

Atene – Il governo greco rispetta le scadenze e paga un debito di 485 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale. Fino all'ultimo momento ci sono stati dei dubbi sulla possibilità che la Grecia avesse pagato la cifra, ma alla fine, nell'ultimo giorno possibile, Tsipras rimborsa all'Europa i soldi che aveva ricevuto.

A riferirlo è una fonte del ministero delle Finanze greco, presieduto da Yanis Varoufakis: "Il pagamento è stato registrato e sarà effettuato in giornata" ha rivelato una fonte ufficiale. Intanto, la Grecia continua a pensare ad un Piano di riforme che porterà quasi 7 miliardi di euro nelle casse elleniche, ma l'Europa, se non avrà certezza, non rispetterà i patti. La Grecia dovrà comunque continuare a pagare queste tranche anche per non indurire i rapporti con l'ex Troika, formata da Fmi, Commissione europea e Banca Centrale Europea.

Rapporti con PutinAlexis Tsipras ha visitato la Russia e ha incontrato il presidente Vladimir Putin per cercare di trovare un'intesa riguardo ad alcuni punti caldi della politica e dell'economia greca. L'embargo effettuato da Ue e Russia, che non permette l'interscambio di merci tra le due parti, continuerà ad essere effettuato anche nei confronti della Grecia. Putin, dopo l'invasione dell'Ucraina, è stato colpito dell'Ue, che ha proibito agli stati membri di esportare in Russia. Dal canto suo, il Cremlino ha vietato alle proprie aziende di esportare in Europa. Si vociferava di una possibile eccezione della Russia per la Grecia, ma Putin ha detto che "non si possono fare eccezioni per un solo paese europeo".

Secondo il presidente russo, la Grecia non ha chiesto aiuti economici alla Russia, ma nel giro di intese potrebbero nascere dei nodi importanti. Il Cremlino, infatti, potrebbe collegare la Grecia con il gasdotto russo-turco 'Turkish Stream', che potrebbe essere portato anche in territorio ellenico. Questa mossa strutturale, secondo Putin, porterebbe milioni di euro nelle casse greche, soldi che potrebbero essere utilizzati per risanare il debito verso l'ex Troika.

"Non è una questione di aiuto – ha aggiunto Putin – ma di cooperazione, compresa quella finanziaria, legata a grandi progetti concreti". Da questo pseudo-accordo potrebbero nascere anche dei prestiti da parte della Russia per far respirare le casse greche. Inoltre, potrebbero nascere delle joint venture, accordi tra aziende, di export tra Atene e Mosca, di fragole, kiwi o pesche, che potrebbero rappresentare il 40% del fatturato delle esportazioni greche.

Ricordiamo che la Russia era il partner economico preferito dalla Grecia, che ha scambiato con Mosca 9,3 miliardi di euro nel 2013. Questo accordo potrebbe destabilizzare gli equilibri europei e portare l'Ue a rivedere le proprie idee di risanamento del debito. 




YEMEN, SCONTRI TRA RIBELLI HOUTHI E ARABIA: 22 MORTI

di Maurizio Costa

Sana'a
– Lo Yemen rimane un focolaio enorme delle guerre orientali. I ribelli Houthi hanno bombardato alcuni quartieri della città di Sada, vecchia sede del governo di Abd Rabbo Mansur Hadi. I miliziani sciiti hanno colpito con mortai e colpi sparati da carri armati moltissimi quartieri residenziali e quindi pieni di civili. I morti accertati sono 22, mentre tocca quota 70 il numero dei feriti.

Le zone di Mualla e Crater sono state quelle più toccate dal fuoco ribelle. I ribelli Houthi, che hanno cacciato il legittimo presidente Hadi, hanno bombardato a caso la città di Sada, provocando non pochi danni alle strutture civili. I miliziani sciiti stanno cercando di entrare nel centro di Sada, ma a difendere la città ci sono i guerriglieri che appoggiano il presidente Hadi e la coalizione guidata dall'Arabia Saudita.

Mentre gli altoparlanti di Aden, attraverso le voci degli imam delle moschee, esortavano i cittadini a combattere gli Houthi attraverso una guerra santa, la coalizione ha bombardato alcune postazioni dei ribelli sciiti, che troveranno ancora più complicato entrare a Sada.

Secondo Ashton Carter, ministro della Difesa Usa, i ribelli Houthi e Al Qaida stanno approfittando della situazione instabile dello Yemen per far collassare il governo e le istituzioni: “Stiamo vedendo che fanno progressi sul campo conquistando nuovi territori” ha affermato Carter riferendosi agli Houthi. Gli Usa continueranno comunque a fornire armi e informazioni alla coalizione araba.




NORMANDIA: ANOMALIA NEL SERBATOIO DEL REATTORE NUCLEARE

Redazione

Parigi – L'autorità per la sicurezza nucleare francese ha annunciato un'"anomalia" tecnica nel serbatoio del reattore EPR di Flamanville, in Normandia. Anomalie sono state individuate nella composizione dell'acciaio di determinate porzioni del coperchio e del fondo del serbatoio" ha detto Guillaume Bouyt, capo della divisione locale dell'authority (ASN), citato dai media francesi. Si tratta di un problema distinto da quello annunciato lo scorso novembre dal gestore EDF sul coperchio del serbatoio della stessa centrale di ultima generazione, ha precisato ASN.

L'anomalia nella copertura del reattore Epr di Flamanville, la cui costruzione è iniziata nel 2007 e dovrebbe terminare nel 2017, è emersa nel corso di una verifica di routine da parte delle due aziende responsabili del cantiere, Edf e Areva. "I controlli – spiega una nota congiunta – mostrano che uno dei parametri non era rispettato in una zona, che presentava una concentrazione di carbonio più elevata della media". Le due aziende hanno quindi disposto una nuova serie di controlli, in accordo con l'Autorità per la sicurezza nucleare e il ministero dell'Ambiente. I risultati, secondo il ministro Segolene Royal citata da Le Figaro, sono attesi per ottobre. Il cantiere di costruzione, nel frattempo, prosegue. Il reattore 'Epr' utilizza una tecnologia nucleare di terza generazione, sviluppata dalla due aziende francesi, che dovrebbe consentire una produzione di energia più efficiente. Attualmente ce ne sono due in costruzione, uno a Flamanville e uno a Olkiluoto, in Finlandia, ma entrambi i cantieri hanno subito ripetuti ritardi e problemi. L'entrata in funzione e la connessione con la rete elettrica del reattore Epr di Flamanville, in particolare, era inizialmente prevista per il 2012, ma è stata rinviata diverse volte.




ORRORE A TIKRIT: TROVATE FOSSE COMUNI

di Maurizio Costa

Tikrit (Iraq) – I militari iracheni che hanno strappato Tikrit dalle mani dell'Isis hanno fatto una macabra scoperta: all'interno del palazzo presidenziale appartenuto a Saddam Hussein, sono state trovate almeno dieci fosse comuni che conterrebbero i corpi di 1.500 soldati iracheni, uccisi il 12 giugno scorso dai miliziani dell'autoproclamato stato islamico.

A riferirlo è Al Jazeera, che rivela come fino ad ora i soldati iracheni intervenuti sul posto avrebbero trovato solamente 20 corpi in stato di decomposizione, ma si teme che siano molti di più. I militari che si trovano nelle fosse comuni sarebbero stati uccisi il 12 giugno scorso dall'Isis, in quello che viene chiamato il massacro di Camp Speicher, definito dallo Human Right Watch come il peggior massacro perpetrato dall'Isis.

Indicazioni molto dettagliate hanno fatto presumere ai medici forensi che quei corpi finora trovati appartengano ai soldati uccisi a Camp Speicher. La paura è che adesso venga fuori tutto il resto delle vittime.

Haider al Abadi, il primo ministro iracheno, ha dichiarato che la vendetta nei confronti dell'Isis non è la strada giusta per vendicare quelle migliaia di vittime che verranno ritrovate nelle fosse comuni. Ma, d'altro canto, le famiglie dei militari uccisi vogliono sapere la verità e hanno chiesto al governo di intervenire per capire le vere ragioni del massacro e della barbara uccisione.

Intanto, l'Isis è arrivato alle porte di Damasco, esattamente nel campo profughi di Yarmuk, in Siria, che ospita ben 18mila palestinese fuggiti dalle proprie terre. In questa periferia, i miliziani del sedicente califfato hanno tolto acqua e vivere agli abitanti del campo, avviando una vera e propria offensiva. Questa mattina, all'interno di Yarmuk, sono state uccise 9 persone, di cui alcune anche attraverso la decapitazione.




SIRIA: 300 CURDI RAPITI DAGLI ISLAMISTI AD ALEPPO

Redazione

La minaccia islamica continua. C'è stato un sequestro di massa nel nord-ovest della Siria dove 300 curdi sono stati rapiti da miliziani islamisti a Dana, nella provincia di Idlib. Il gruppo viaggiava a bordo di cinque pullman e di un minibus ed era partito da Afrin diretto ad Aleppo per ritirare gli stipendi, ha riferito Nawaf Khalil, portavoce del Partito dell'Unione Democratica in Europa. A un posto di blocco, miliziani armati hanno fermato i veicoli e hanno lasciato andare le donne, ma hanno trattenuto gli uomini e i bambini maschi. Inizialmente si era diffusa la voce che i sequestratori fossero membri del Fronte al-Nusra, l'emanazione siriana di Al-Qaeda, ma per Khalil potrebbe trattarsi di uomini dell'Esercito dell'Islam, un altro gruppo della galassia jihadista che controlla la localita' di Dana. Al Nusra aveva avuto un ruolo cruciale nella conquista del capoluogo omonimo della provincia di Idlib, il 28 marzo




BATTERI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI: L'ALLARME ARRIVA DAL REGNO UNITO

Redazione

E' emergenza nel Regno Unito, ma non solo, per la diffusione di infezioni causate dai cosiddetti "batteri resistenti agli antibiotici" (Amr o Antimicrobial Resistance Infection) che potrebbero causare, in caso di una 'epidemia', fino a 200.000 casi di pazienti contagiati e 80.000 vittime. E' quanto prevede il governo britannico in un rapporto pubblicato lo scorso mese e i cui contenuti sono apparsi oggi sul Guardian, che lancia nuovamente l'allarme sulla necessità di sviluppare nuovi antibiotici perché, in caso contrario, anche operazioni di routine potrebbero diventare procedure ad altissimo rischio. Non solo. Il rischio di nuove infezioni da batteri antibiotico-resistenti e' "destinato significativamente nel corso dei prossimi 20 anni". 




IL KENYA DICHIARA GUERRA AGLI SHABAAB

Redazione

Ormai è guerra. "Risponderemo duramente agli al Shabaab" dopo l'attacco a Garissa. Lo promette il presidente del Kenya, Uhruru Kenyatta. Il massacro è stato un "attacco all'umanità e gli Shabaab non creeranno un califfato in Kenya", ha aggiunto. Ore prima i miliziani avevano minacciato il Kenya: "La guerra sarà lunga e terribile. "Nessuna precauzione o misura di sicurezza sarà in grado di garantire la vostra sicurezza, di sventare un altro attacco o di prevenire un altro bagno di sangue nelle vostre città".

Intanto cinque persone sono state arrestate all'indomani dell'attacco al campus universitario di Garissa. Lo riporta la Bbc. Alcuni dei sospetti – ha rivelato il ministero per la Sicurezza Interna – sono stati fermati mentre cercavano di fuggire nella vicina Somalia.

Il Papa "condanna questo atto di brutalità senza senso e prega per un cambiamento del cuore di chi lo ha perpetrato". "Profondamente rattristato dalla immensa e tragica perdita di vite", il Papa prega per le vittime e i loro cari. Lo si legge in un telegramma al card. Njue inviato dal card. Parolin a nome di papa Bergoglio sulla strage a opera dei terroristi islamici di Al Shabaab avvenuta in un campus universitario in Kenya.

I miliziani che ieri hanno ucciso 147 persone nell'attacco al college di Garissa, nell'est del Kenya, avevano ampiamente pianificato l'operazione e sapevano esattamente dove colpire: lo ha detto all'agenzia Ap una studentessa 21/enne cristiana sopravvissuta al massacro, Helen Titus. "Avevano fatto ricerche sulla nostra area, sapevano tutto", ha detto la ragazza, che è stata colpita a un polso e adesso è ricoverata in ospedale a Garissa, teatro dell'attacco degli estremisti islamici al-Shabaab.

All'alba di giovedi', quando i miliziani hanno fatto irruzione nel campus, si sono diretti subito verso un'aula usata dai cristiani per le preghiere del mattino, ha spiegato Titus. Per scampare all'attacco, la studentessa ha inoltre raccontato di essersi cosparsa del sangue dei suoi compagni di classe e di avere fatto finta di essere morta durante il più violento attacco degli Shabaab in Kenya. I miliziani hanno anche detto agli studenti nascosti nelle loro stanze di uscire, assicurando loro che non sarebbero stati uccisi. Ma cosi' non è stato. "Ci siamo chiesti se uscire o meno", ha detto Titus: molti studenti sono usciti e gli estremisti hanno cominciato a sparare contro di loro. Allo stesso modo, i terroristi hanno detto che non avrebbero ucciso le donne, ma hanno ucciso anche loro, prendendo di mira i cristiani, ha proseguito la studentessa.

Gli studenti, "non ritorneremo al campus di Garissa" – "Non metterò più piede nel campus. Non voglio mettere a rischio la mia vita". Con il terrore negli occhi Pallete Okombo, studente kenyano, ha dichiarato al quotidiano Daily Nation che non rientrerà mai più all'Università di Garissa in Kenya, attaccata ieri da un commando armato degli al Shabaab. "Alcuni dei miei amici sono stati uccisi – ha proseguito Okombo – non voglio mettere a rischio la mia vita".

Intanto mentre al college sono state sospese le lezioni per permettere alle agenzie di sicurezza di fare luce sull'assalto, il personale medico e delle ambulanze proseguono nella triste ricerca dei corpi. Il bilancio ufficiale parla di 147 uccisi e 79 feriti, ma il personale medico ha contato un numero di vittime superiore a quello reso noto ieri dalle autorità. Oltre agli studenti sopravvissuti all'attacco, la paura è evidente anche nelle persone che abitano vicino al campus. Per tutta la giornata di ieri molti negozi, supermarket e banche hanno abbassato le serrande. Diversi commercianti hanno deciso di chiudere nel timore che gli Shabaab o le stesse forze dell'ordine potessero colpire civili innocenti nel corso dell'attacco e del blitz successivo della polizia.

L'attacco al campus universitario

La furia jihadista degli estremisti somali al Shabaab si è abbattuta ieri contro un campus universitario in Kenya, prendendo di mira gli studenti cristiani. Almeno 147 i morti accertati, ancora incerto il numero degli studenti presi in ostaggio, quattro i terroristi uccisi. E' a dir poco drammatico il bilancio dell'attacco dei miliziani legati ad al Qaeda al college di Garissa, nell'est del Paese e a soli 145 km dal confine somalo.

Erano da poco passate le 5 e 30 del mattino quando un gruppo di uomini armati a volto coperto si è introdotto nel campus sparando alla cieca e seminando il terrore tra gli studenti, ancora insonnoliti. E' l'inferno. Le prime testimonianze hanno riferito di colpi d'arma da fuoco seguiti da esplosioni. Agenti e soldati hanno subito circondato gli edifici cercando di mettere l'area in sicurezza. Ne è seguito un fuggi fuggi generale, mentre dall'ateneo giungevano le notizie delle prime vittime. Poi il terrore.

Dopo avere rivendicato l'attacco, è giunta la notizia della presa degli ostaggi da parte del gruppo estremista somalo. I jihadisti, ha riferito la Bbc, hanno separato i giovani cristiani da quelli musulmani e rilasciato una quindicina di studenti di religione musulmana. "La maggior parte delle persone ancora là dentro sono ragazze", ha raccontato uno studente di 20 anni, Michael Bwana, riferendosi al dormitorio dove i terroristi hanno organizzato il sequestro. Alcuni sopravvissuti al blitz hanno testimoniato di aver visto "diversi corpi decapitati".

"E' stato orribile, loro (gli al Shabaab, ndr) hanno ucciso molte persone", ha detto sconvolta una ragazza, Winnie Njeri, al quotidiano sudafricano News24. Angosciante anche la testimonianza di un altro giovane, Omar Ibrahim, che ha raccontato di esser "stato salvato dalle forze dell'ordine" e di aver "visto molti cadaveri, alcuni senza testa". Un'orrenda carneficina che ricorda nei modi le brutali violenze compiute dai miliziani dello Stato islamico in Libia, Siria ed Iraq, e le mattanze organizzate dai terroristi nigeriani Boko Haram. In serata il ministro dell'Interno, Joseph Nkaissery, ha ordinato il coprifuoco dal tramonto all'alba nella città di Garissa e nelle contee limitrofe di Wajir, Tana River e Mandera. Nelle stesse ore il quotidiano Daily Nation ha riferito che almeno 500 studenti, su un totale di 815, erano stati ritrovati, sottolineando però che al momento resta ancora incerto il numero dei ragazzi ancora nelle mani degli estremisti. La polizia ha intanto identificato in Mohammed Mohamud, conosciuto anche come Dulyadin e Gamadhere, quello che è ritenuto essere la mente dell'attacco odierno e ha offerto una taglia di 220mila dollari. Il terrorista è considerato dall'intelligence kenyana il capo delle operazioni degli al Shabaab in Kenya. E' stato insegnante in una madrassa per diversi anni, prima di unirsi ai jihadisti somali, con i quali ha rivendicato l'attacco del 22 novembre 2014 contro un autobus nei pressi di Mandera, costato la vita a 28 passeggeri non musulmani. L'attacco odierno è quello con il più alto numero di vittime organizzato dai miliziani somali in Kenya. Nel settembre del 2013 gli stessi jihadisti si resero responsabili della strage al centro commerciale Westgate della capitale, con 67 morti. Nairobi è, secondo gli Shabaab, colpevole di aver lanciato proprio a partire dalla fine del 2011 una campagna militare contro le loro basi nel sud della Somalia. Fonte Ansa




ISIS: "AL-QAIDA SI SCIOGLIERÀ PER UNIRSI ALLO STATO ISLAMICO"

di Maurizio Costa

Londra – L'organizzazione terroristica di al-Qaida, fondata da Osama bin Laden e adesso presieduta da Ayman al-Zawahiri, potrebbe sciogliersi per unirsi alle fila del sedicente califfato islamico dell'Isis. A rivelarlo è Aimen Dean, uno dei fondatori di al-Qaida e ora collaborazionista dei servizi segreti britannici.

Il quotidiano 'al-Hayat' ha rivelato l'incredibile notizia. Secondo Dean, che è in stretto contatto con l'ambiente arabo, al-Qaida è destinata a sciogliersi. In Siria, infatti, il 'Fronte al-Nusra', molto vicino all'organizzazione di al-Zawahiri, entro poche settimane potrebbe sfaldarsi e continuare il suo operato proprio all'interno dell'Isis. Ma questa non sarebbe una scissione isolata, anzi, farebbe parte di un progetto preliminare di scioglimento completo di al-Qaida, che, entro la fine dell'anno, potrebbe non esistere più.

Dean ha affermato che "i legami con al-Qaida sono divenuti ultimamente un onere per le cellule jihadiste, affondate nei conflitti locali, come quello che accade al 'Fronte al-Nusra' in Siria ed ad Aqap in Yemen. La scissione di al-Qaida – continua Dean – potrebbe aprire la strada ad al-Nusra per stringere alleanze con altri gruppi jihadisti in Siria e rilanciare il suo progetto di fondare un Emirato nel nord della Siria, dopo aver conquistato recentemente con altre milizie islamiche la città di Idlib".

Sicuramente l'Isis è un magnete importante per tutte queste cellule terroristiche sparse per il mondo arabo, che vedono proprio nel sedicente Stato Islamico, un progetto interessante di ricostruzione del califfato.




AIRBUS GERMANWINGS: LUBITZ AUMENTO' PIU' VOLTE LA VELOCITA' DI DISCESA

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Redazione

I dati della seconda scatola nera del volo precipitato il 24 marzo sulle Alpi francesi confermano che si è trattato di un atto deliberato da parte del co-pilota, Andreas Lubitz. Lo hanno rivelato gli investigatori francesi al lavoro sul caso dell'Airbus A320 della Germanwings, schiantatosi con 150 persone a bordo. "Una prima lettura mostra che il pilota nella cabina di pilotaggio ha usato il pilota automatico per far scendere l'aereo fino a un'altitudine d 100 piedi (30 metri). Diverse volte durante la discesa, il pilota ha cambiato la regolazione del pilota automatico per aumentare la velocita' del velivolo", si legge in una dichiarazione della Bea francese