Von der Leyen: “Prepariamoci a interruzione gas russo”

BRUXELLES – “Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Per questo stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo al Forum di Bled.

Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo”. Lo ha ribadito la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ricordando le misure Ue per liberarsi dal giogo di Mosca. “Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%”.

“In definitiva il modo migliore per sbarazzarsi dei combustibili fossili russi è accelerare la nostra transizione verso fonti energetiche verdi. Ogni chilowattora di elettricità che l’Europa genera da energia solare, eolica, idroelettrica, da biomasse dal geotermico o dall’idrogeno verde ci rende meno dipendenti dal gas russo. Oggi il prezzo dell’energia solare ed eolica è più conveniente dei combustibili fossili inquinanti. Ecco perché, con la nostra iniziativa RePowerEU, investiremo fino a 300 miliardi di euro per accelerare la svolta verde”, ha ricordato.

“All’inizio di quest’anno, Russia e Cina hanno apertamente dichiarato una ‘partnership illimitata’. E solo poche settimane dopo la Russia ha lanciato la sua guerra contro l’Ucraina. Il messaggio non potrebbe essere più esplicito. Se vogliamo preservare i principi fondamentali, come l’autodeterminazione e l’inviolabilità dei confini, Putin non può vincere questa guerra: l’Ucraina deve vincere questa guerra“, ha affermato von der Leyen.

“Nel giro di pochi giorni e settimane – ha ricordato – abbiamo approvato le sanzioni di più ampia portata mai attuate. E le sanzioni stanno causando danni colossali alla capacità del Cremlino di fare la guerra, lo ha ammesso lo stesso Putin. E il danno non potrà che aumentare nel tempo”. “Lo stiamo facendo per l’Ucraina e lo facciamo per difendere i nostri valori europei. Ma lo stiamo facendo anche per dimostrare, alla Russia e al mondo, che infrangere le regole condivise a livello internazionale ha un costo enorme. Ma questo sforzo deve essere accompagnato da un nuovo pensiero strategico europeo”, ha proseguito.

“In primo luogo, per difendere nel tempo l’ordine basato sulle regole, dobbiamo neutralizzare la capacità di ricatto della Russia e rafforzare le nostre capacità di azione. In secondo luogo, dobbiamo sostenere le democrazie più esposte alle minacce straniere, e non penso solo all’Ucraina, ma anche ai Balcani occidentali. E terzo, dobbiamo guardare oltre, ai cambiamenti geopolitici globali, e usare la nostra forza economica per preservare ed espandere l’ordine globale basato sulle regole”.

“Il prezzo da pagare per il petrolio e gas della Russia è la perdita di sovranità e indipendenza. Non vogliono partner, ma vassalli. E non si tratta solo del Cremlino. Decine di Paesi sono sull’orlo del default perché non possono pagare il loro debito con la Cina. E alcuni hanno già fatto default”. “Il potere delle democrazie, la nostra capacità di plasmare il mondo di domani, dipende in larga misura dalla capacità di proporre un modello economico che funzioni per tutti”, ha aggiunto von der Leyen.

“Un modello di crescita adatto alle sfide di questo secolo, a partire dal cambiamento climatico e dalla digitalizzazione di tutti i settori economici. È urgente creare l’infrastruttura materiale della futura economia mondiale. Un’economia che sia davvero sostenibile per il nostro pianeta e che offra prosperità al maggior numero di persone. Perché gli investimenti e le infrastrutture contribuiscono a plasmare le regole del nostro mondo”.

Ecco perché abbiamo proposto Global Gateway, che 300 miliardi di euro di investimenti. Questo è il nostro approccio ai grandi progetti infrastrutturali: basato sul valore, trasparente e aperto al settore privato. Infrastrutture che apportano benefici duraturi alle comunità locali”, ha concluso.

 “I Balcani occidentali fanno parte della famiglia europea. Il Danubio, l’Adriatico e le montagne balcaniche sono sempre stati un legame, non un confine. Le nostre economie sono legate tra loro, dopo secoli di scambi e viaggi. La prosperità dei Balcani dipende quindi interamente dalla loro integrazione con il resto dell’Europa”, ha detto infine la presidente della Commissione,

“Le popolazioni dei Balcani occidentali aspirano in larga misura ad entrare nell’Unione Europea. Tuttavia negli ultimi anni i progressi sono stati rallentati. Anche a causa di attori internazionali, tra cui la Russia, che cercano di minare la costruzione di istituzioni democratiche e lo Stato di diritto. Abbiamo un chiaro interesse strategico a che tutti e sei i Paesi dei Balcani occidentali continuino a progredire sulla strada dell’adesione all’Europa”, ha ribadito.




Finlandia e Svezia, adesione alla NATO: ripresi i colloqui con la Turchia

Lo scorso venerdì 26 agosto si è tenuto un incontro nella capitale finlandese

Finlandia e Svezia hanno ripreso i colloqui con la Turchia per l’adesione alla NATO. Lo scorso venerdì 26 agosto si è tenuto un incontro nella capitale finlandese.

Si è trattato del primo incontro tra i tre paesi da quando hanno firmato un accordo trilaterale a Madrid a fine giugno, in base al quale la Turchia aveva accettato di sostenere la candidatura all’ingresso in NATO delle due nazioni nordiche. Questa prima riunione del cosiddetto Meccanismo Congiunto Permanente ha avuto luogo presso il Königstedt Manor a Vantaa, con la partecipazione di esperti dei ministeri degli affari esteri, dell’interno, della giustizia e della difesa, della amministrazione presidenziale e del primo ministro, nonché dei Servizi Segreti.

I partecipanti hanno discusso i passi concreti per attuare il memorandum trilaterale e hanno convenuto che il Meccanismo continuerà a riunirsi a livello di esperti durante l’autunno.

Allo stato, 23 dei 30 paesi membri della NATO hanno ratificato la richiesta di Finlandia e Svezia. Tuttavia, la loro adesione può essere bloccata dalla Turchia, se lo desidera dato che una domanda per accesso in  Nato può essere approvata se tutti i paesi membri la ratifichino..

Da giugno la Turchia ha avanzato una serie di richieste alla Finlandia e alla Svezia, comprese le richieste d’estradizione di persone, generalmente curdi, che la Turchia sospetta di terrorismo.

L’esperto dell’Istituto finlandese per gli affari internazionali Toni Alaranta ha affermato che è tuttora importante che la Turchia, in quanto paese membro della Nato, sieda allo stesso tavolo degli Stati Uniti e del Regno Unito. Secondo Alaranta, la Turchia ha ancora bisogno di armi da parte loro. Una NATO forte e un Occidente forte non sono le massime priorità della Turchia, poiché non è sembrata eccessivamente entusiasta della maggiore attenzione della Nato nel condannare la Russia.

Hannu Juusola, docente di studi mediorientali all’Università di Helsinki, in una dichiarazione alla rete radiotelevisiva Yle ha detto di non attendersi molto dai colloqui, aggiungendo di ritenere che veri progressi saranno compiuti solo quando quasi tutti i paesi NATO avranno ratificato le domande di Finlandia e Svezia e inizierà a svilupparsi una certa pressione; la ratifica italiana è in vigore del 4 agosto scorso. Secondo Juusola, nel frattempo, è improbabile che le iniziative intraprese da Finlandia e Svezia in questa situazione siano rilevanti, a meno che non abbandonino completamente i propri valori, il che è altamente improbabile. Nonostante il loro desiderio di unirsi all’alleanza, i paesi nordici sono attori minori, ha osservato il docente. L’adesione finlandese e svedese alla NATO è influenzata anche dal rapporto tra l’alleanza occidentale e la Turchia. “Finlandia e Svezia possono fare qualcosa di simbolico, ma la chiave sta altrove”, ha detto Juusola, sottolineando anche il fatto che la Turchia a volte cambia opinione rapidamente il che costituisce  motivo di ottimismo, riferendosi alle relazioni in rapida evoluzione della Turchia con paesi come l’Arabia Saudita e Israele.




Finnair, una nuova strategia contro la grande turbolenza: l’intervista al vice presidente Mikko Turtiainen

La sede cemtrale della Finnair, palazzo HOTT, si erge lucido di vetrate nei pressi di Aviapolis, la periferia tra Helsinki e Vanta dedicata alle strutture aeroportuali piu importanti della Finlandia.

Mikko Turtiainen

La compagnia aerea finlandese, la sesta  tra le più longeve in attività al mondo, si avvicina alla celebrazione del proprio primo centenario di vita, nel 2023, una vigilia non molto rilassante tra guerre ed epidemie che lasciano il segno anche su questa media ma solida compagnia aerea che porta nei cieli del mondo i colori bianco e blu del piccolo Paese nordico. Facciamo il punto sulle sue prospettive con Mikko Turtiainen, vice presidente, responsabile del settore vendite globali.

Come state preparandovi per il centenario?

Come per un traguardo ed una ripartenza: speriamo di voltare una pagina per noi storica con ottimismo su progetti ed iniziative. Il 2023 sarà un anno speciale che celebreremo con uno sguardo al passato ma anche con rinnovata energia verso il futuro. Stiamo attraversando il periodo piu turbolento per il nostro settore. Il centenario ci stimola ad andare avanti: questo compleanno cade nel novembre 2023 ma stiamo predisponendo iniziative per tutto lanno.

In questa situazione di guerra e pandemia come state reagendo in termini operativi?

Stiamo adattando con flessibilita la nostra strategia operativa a situazioni di grande incertezza: restrizioni, sanzioni, chiusura di spazi aerei…Abbiamo limitato i nostri collegamenti verso lAsia, resi più lunghi dal blocco dello spazio aereo russo, pur incrementando voli per lIndia, a Mumbai da agosto, per esempio. Stiamo razionalizzando la flotta ed abbiamo completato il programa di riduzione costi per 200 mni. di euro. In merito alla struttura della nostra flotta, stiamo migliorando la comodità ed efficienza degli aerei per il lungo raggio anche avendo ridisegnato una business class apprezzata per qualità da clientela ed esperti. Il mercato asiatico resta fondamentale per Finnair, con Tokyo, Chennai, Seoul, Singapore, Hong Kong, Bangkok ma abbiamo incrementato i voli per gli USA. A causa del blocco sullo spazio aereo russo, i tempi di volo per l’Asia sono aumentati dal 10 al 40% ma abbiamo compensato ponendo l’accento su miglioramenti sui servizi di bordo. Cina, Giappone, Corea sono mercati chiave verso i quali anche il traffico merci è rilevante, essendo cresciuto nei volumi proprio negli anni della pandemia ed apportando un contributo in termini di ricavi finanziari non indifferente. Sugli USA l’incremento dei voli ha fatto registrare anche nuove destinazioni come Seattle e confermato NYC, Miami, Los Angeles, Chicago.

Sul fronte dell’incremento della spesa per i clienti?

L’aumento dell’inflazione influisce sul comportamento della clientela, specie quella per vacanze. I costi in ascesa del carburante sono evidenti ovunque ma abbiamo scelto di non imporre sovraprezzi carburante e cerchiamo soluzioni pragmatiche per non penalizzare troppo i viaggiatori.

Su quali soluzioni vi orientate?

La Finnair ha nel suo DNA la questione della sostenibilità ambientale riferita ai carburanti. Recentemente abbiamo siglato un contratto con una società americana per la fornitura di speciali carburanti più sostenibili ma non trascuriamo soluzioni minori per risparmiare carburante e quindi costi: modalità di allestimento interno degli aerei, distribuzione dei pesi, struttura delle ali.. Abbiamo l’ambizioso obiettivo strategico di raggiungere la neutralità carbonica zero entro il 2045.

In materia di collaborazione con altre compagnie aeree?

Continuiamo a sviluppare nostre intese con compagnie come Aer Lingus, American Airlines ed anche con Alaska Airlines su collegamenti con la costa occidentale USA. Si tratta di partnerships solide e costanti.

Quando prevedete di poter ritornare alla situazione finanziaria pre- crisi?

In base ai risultati di bilancio di metà anno si prevede un terzo anno di perdite; la redditività è stata ridotta dalla crescita dei prezzi dei carburanti e dagli effetti del conflitto in Ucraina. Nel trimestre aprile – giugno le perdite operative si sono attestate su 84 milioni di euro in calo rispetto ai 151 milioni di euro dello stesso periodo del 2021. Il balzo del costo carburante ha causato costi aggiuntivi pari a ca. 126 mni. di euro. Tuttavia la domanda si è quasi stabilizzata per Europa ed USA per cui per fine estate i voli dovrebbero coprire una capacità al 70% rispetto ai livelli pre-pandemia.

Come affrontate la chiusura del mercato russo?

I nostri clienti provengono da molte nazioni quindi la quota di russi non è fondamentale essendo il mix molto equilibrato e non dipende da una parte nazionale specifica.

Dulcis in fundo, che ci dice sul mercato italiano?

L’Italia occupa sempre un posto centrale nel cuore dei finlandesi e ciò si rispecchia nella buona gamma di destinazioni offerte: Roma, Milano, ma anche Napoli, Verona, Catania, Venezia, tra collegamenti annuali e stagionali. Ma anche i visitatori italiani dimostrano un crescente interesse per la Finlandia e la Lapponia in particolare, attratti da quest’ultima per le sue unicità naturali e paesaggistiche. Per chi arriva dall’Italia ad Helsinki la Lapponia è facilmente accessibile con voli frequenti  e su vari aereoporti del nord, come Rovaniemi, Kittilä, Ivalo. L’Italia rimane un mercato sempre degno di cura ed attenzione.




Ucraina, droni contro obiettivi russi. Mosca denuncia uso di armi chimiche

Altri attacchi di droni contro obiettivi russi sono stati segnalati in Crimea e in altre parti occupate dell’Ucraina, secondo quanto scrive la Bbc.

Mentre Mosca denuncia che l’esercito ucraino ha usato agenti chimici contro le truppe russe. 

“Il fumo si alza sopra il quartier generale della flotta del Mar Nero della Federazione Russa a Sebastopoli”, ha riferito questa mattina l’emittente pubblica ucraina Suspilne, citando i media locali e pubblicando video dalla scena.

I media russi hanno affermato che ieri è stato sventato un attacco contro un porto nella parte occidentale della Crimea. I video girati in Crimea mostrano la difesa aerea russa che intercetta obiettivi nei cieli di Sebastopoli, Yevpatoriya e Zaozerne. Le autorità di occupazione russe hanno affermato che si trattava di droni ucraini.

La Russia ha già perso circa 44.900 soldati in Ucraina, 200 nell’ultimo giorno. La dichiarazione è stata rilasciata dallo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine su Facebook, come riferisce Ukrinform. Tra il 24 febbraio 2022 e il 20 agosto 2022, il totale delle perdite russe in combattimento comprendeva anche 1.907 carri armati (+8 nell’ultimo giorno), 4.212 veicoli corazzati da combattimento (+17), 1.018 sistemi di artiglieria (+2), 266 sistemi missilistici a lancio multiplo, 141 sistemi di guerra antiaerea, 234 aerei, 197 elicotteri, 3.137 veicoli a motore e serbatoi di carburante (+7), 15 navi da guerra/barche, 803 veicoli aerei senza pilota (+8), 97 unità di equipaggiamento speciale (+3). In totale, sempre secondo Kiev, sono stati abbattuti 190 missili da crociera nemici. 

Secondo Mosca, l’esercito ucraino ha utilizzato agenti chimici contro le truppe russe nella regione di Zaporizhzhia. Il ministero della Difesa, citato da Interfax e Tass, parla di segni di “forte avvelenamento” riscontrati in soldati che sono stati ricoverati in ospedale. L’agente utilizzato, aggiunge Mosca, sarebbe “la tossina del botulino di tipo B”, secondo quanto riferiscono le agenzie russe. 

Il ministero della Difesa russo ha aggiunto che sta preparando il dossier con i risultati dei test effettuati sui soldati ricoverati con segni di grave avvelenamento dopo aver completato la loro missione nella regione di Zaporizhzhia. “Le prove del terrorismo chimico del regime di Kiev saranno presto presentate all’Opac”, l’Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche con sede all’Aia, ha specificato Mosca in una nota. Denunciando che l’utilizzo di agenti tossici “è stato autorizzato dal regime di Zelensky”. Un’indagine supplementare è in corso, si aggiunge, per l’avvelenamento del governatore ad interim di Kherson, la regione nel sud dell’Ucraina sotto controllo russo




Truppe cinesi in Russia per esercitazioni congiunte

Il distretto militare orientale della Russia, che ha in carico le manovre, include parte della Siberia e ha il suo quartier generale a Khabarovsk, vicino al confine cinese

Le truppe cinesi si sposteranno in Russia per un ciclo di esercitazioni congiunte con la Russia e altri Paesi tra cui India, Bielorussia e Tagikistan. A riferirlo è il ministero della Difesa di Pechino, precisando che la presenza cinese “non è correlata all’attuale situazione internazionale e regionale”.

Le operazioni militari fanno parte di un accordo di collaborazione con “l’obiettivo di approfondire la cooperazione pratica e amichevole con gli eserciti dei Paesi partecipanti, migliorare il livello di collaborazione strategica tra le parti e rafforzare la capacità di risposta a varie minacce alla sicurezza”, si legge in una nota. 

L’annuncio del ministero della Difesa cinese è maturato dopo giorni di tensioni crescenti tra Pechino e gli Usa a causa della visita fatta a Taiwan a inizio mese dalla speaker della Camera americana Nancy Pelosi.

La leadership comunista ha reagito con rabbia alla mossa considerata un assist alle forze indipendentiste di Taipei, ritenuta parte “inalienabile” della Cina da riunificare anche con la forza, se necessario. Per una settimana, l’Esercito di liberazione popolare ha organizzato manovre senza precedenti intorno all’isola, testando un blocco aereonavale e lanciando anche missili balistici. Attualmente, sono in corso “missioni di pattugliamento e prontezza al combattimento”.

A luglio la Russia aveva annunciato l’intenzione di tenere le esercitazioni militari ‘Vostok’ (Est) dal 30 agosto al 5 settembre, a dispetto dell’onerosa guerra in corso contro l’Ucraina, anticipando pure la partecipazione generica di forze straniere.

Il distretto militare orientale della Russia, che ha in carico le manovre, include parte della Siberia e ha il suo quartier generale a Khabarovsk, vicino al confine cinese. Le ultime manovre di questo tipo si sono svolte nel 2018, quando l’Esercito popolare di liberazione vi prese parte per la prima volta, nell’ambito di un accordo di cooperazione annuale bilaterale con Mosca che è pienamente operativo. Con il presidente cinese Xi Jinping e l’omologo russo Vladimir Putin, Pechino e Mosca hanno rafforzato sempre di più i legami bilaterali in vari settori, anche in campo militare. Xi e Putin annunciarono a Pechino lo scorso 4 febbraio, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, la partnership “senza limiti”, poche settimane prima che Mosca – il 24 febbraio – iniziasse la sua “missione militare speciale” in Ucraina.  




Trieste, chiusura stabilimenti Wärtsilä: le ripercussioni della fuga

Si sviluppano le ripercussioni negative della decisione di Wärtsilä, multinazionale finlandese leader nella produzione di motori marini, di chiudere lo stabilimento di Trieste per de localizzare in Finlandia.. Quando, qualche settimana fa, Håkan  Agnevall, presidente della Wartsila Corp. aveva confermato la decisione aziendale durante una riunione a Roma col ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti , quest’ultimo aveva dichiarato che tale decisione “incrina la fiducia che era alla base dei rapporti tra Italia e Finlandia”, dichiarazione significativa tenendo presente che pochi giorni prima lo stesso Giorgetti aveva incontrato in Finlandia suoi colleghi ministri finlandesi.

Giancarlo Giorgetti

A queste prime posizoni critiche, si sono poi aggiunte le valutazioni negative dei sindacati triestini alla pretsea di Wärtsilä che i lavoratori si facessero parte attiva nello smantellamento della fabbrica: “Wärtsilä senza vergogna” ha dichiaratoil segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis, aggiungendo che Wärtsilä “dopo aver pugnalato alle spalle 900 dipendenti e le loro famiglie, l’intera collettività sociale e industriale triestina e snobbato la proposta del progetto annunciato dal ministero dello Sviluppo ‘Industria del mare’, va oltre,pretendendo che i lavoratori siano parte attiva nello smaltimento industriale del sito di Bagnoli magari indossando anche i guanti bianchi“.

Quasi una beffa, ribatte il sindacato facendo sapere che “il presidio pacifico ai cancelli quindi, rimarrà fino a quando non ci saranno le condizioni per discutere un serio piano industriale e occupazionale, non accetteremo che con un colpo di spugna venga cancellata una storia industriale di decenni e con essa le competenze dei 900 lavoratori. Ribadiamo, serve una soluzione industriale duratura e solida”. Intanto. dopo uno sciopero già effettuato, “vista l’attuale evoluzione della vicenda “Wärtsilä”, che intende recapitare i motori custoditi presso i magazzini triestini, le organizzazioni sindacali. FILT-CGIL, FITCISL, UILTRASPORTI E UGL MARE dichiarano lo stato di agitazione del personale operante presso il porto di Trieste a sostegno della vertenza e in segno di solidarietà dei lavoratori impiegati presso lo stabilimento che rischiano il posto di lavoro. E quindi” potrà essere attuata l’astensione volontaria da parte operatori portuali di tutte le operazioni riguardanti l’azienda Wärtsilä quali ad esempio l’imbarco di motori ed il sollevamento degli stessi a bordo delle navi, oltre che ogni operazione portuale riguardante l’azienda in questione, fino alla soluzione della vertenza”.

Ma ripercussioni arrivano fino in Corea del Sud: è dal paese asiatico infatti che è giunta una richiesta di spiegazioni, recapitata alla Regione Friuli Venezia Giulia, per il ritardo della spedizione alla Dsme (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering) dei motori dal sito industriale di San Dorligo della Valle. A chiederne conto è stato il Console generale della Repubblica di Corea, Kang Hyung-Shik, con una lettera alla Prefettura di Trieste girata poi al presidente della Regione  Massimiliano Fedriga. Che ha risposto dicendo di comprendere, come si legge in una nota della Regione, le difficoltà che l’azienda coreana sta subendo per il ritardo nella consegna dei motori prodotti dallo stabilimento Wärtsilä, ma allo stesso tempo sottolineando come questa situazione “sia stata causata dalla repentina decisione della proprietà finlandese di avviare la procedura per l’immediato licenziamento di 450 dipendenti“. I quali, ha detto ancora Fedriga, hanno reagito e le loro azioni, sostenute dal sindacato, “sono finalizzate alla difesa dei propri diritti e a contrastare la decisione assunta dalla Wärtsilä”. Sempre Fedriga ha chiesto ai coreani di aiutare a ‘risolvere’ la situazione: ha fatto “appello alla riconosciuta sensibilità ai temi sociali e del lavoro che ha sempre contraddistinto l’azione della Repubblica della Corea del Sud e l’attività della Dsme”, chiedendo al Console di “rappresentare direttamente ai vertici dell’azienda finlandese il disagio che la chiusura dello stabilimento di San Dorligo della Valle sta arrecando anche al tessuto economico coreano“. Il tutto, “con l’auspicio che un’azione congiunta di sensibilizzazione possa far tornare Wärtsilä sui suoi passi con la soddisfazione delle istituzioni -italiane e coreane- e dei lavoratori”.




Finlandia, il governo punta a inasprire le norme sui visti per i cittadini russi

Per il ministro degli Affari esteri finlandese occorre avere le stesse regole in tutta l’area Schengen

I turisti russi possono al momento accedere all’Europa in autobus e in auto attraverso il confine finlandese. Tuttavia, il governo finlandese pensa di rivedere la propria politica sulla concessione di visti turistici ai cittadini russi, secondo dichiarazioni del ministro degli Affari esteri, Pekka Haavisto (Verdi), per le quali il ministero sta preparando nuove misure sulla questione che saranno poi discusse in una riunione programmata dei ministri degli Esteri dell’UE a fine del mese. Per Haavisto, la Finlandia intende inasprire le norme sui visti per i cittadini russi, ma ha osservato che le nuove linee guida devono essere armonizzate con altri paesi Schengen, aggiungendo che non è sufficiente che la Finlandia prenda una decisione del genere [in modo indipendente], occorre avere le stesse regole in tutta l’area Schengen.
Molti politici di tutte i partiti hanno espresso ampio sostegno all’inasprimento dei requisiti per i visti per i russi, sentimenti suscitati dall’invasione russa in corso dell’Ucraina. Tuttavia la Russia ha recentemente messo in guardia che prenderebbe contromisure se la Finlandia interrompesse o limitasse il rilascio di visti turistici ai cittadini russi. Haasvisto ritiene che ci siano alcuni aspetti legali sull’apportare modifiche alla politica dei visti che devono essere affrontati, ipotizzando che priorità delle domande di visto e tempi di elaborazione più lunghi potrebbero essere alcuni dei modi legali per affrontare la situazione, precisando che si potrebbe dare priorità a chi ne abbia veramente necessità. La Finlandia ha già introdotto alcune restrizioni, tra cui il rifiuto di concedere visti per ingressi multipli ai richiedenti per la prima volta e la limitazione del numero di domande a mille al giorno. Le leggi vigenti, tuttavia, impediscono la sospensione totale del trattamento dei visti o l’annullamento di documenti di viaggio già rilasciati.

Sondaggio Yle: la maggioranza vuole a favore del blocco

Nel frattempo, un recente sondaggio Yle condotto da Taloustutkimus, ha rilevato come il 58% su circa 1.000 intervistati, ritiene che la Finlandia dovrebbe smettere di accettare domande di visto turistico da cittadini russi. Al contrario, quasi un quarto si oppone a tale misura, mentre il 18 per cento non ha espresso un’opinione in merito. Coloro che sostengono un divieto del visto turistico includevano principalmente uomini, persone di età compresa tra i 50 ei 64 anni, persone ad alto reddito, nonché elettori del partito di Coalizione nazionale all’opposizione e del partito Finlandese.
In segno di protesta contro la guerra della Russia contro l’Ucraina, la maggior parte dei paesi vicini, tra cui Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, ha smesso di accettare domande di visto turistico negli ultimi mesi. Contrariamente ad altri paesi confinanti, tuttavia,la Finlandia ha continuato a elaborare le domande di visto per la Russia. Il ministero non ha fornito il numero di visti che ha rilasciato ai cittadini russi nelle settimane successive all’allentamento delle restrizioni alle frontiere del Covid questa estate tuttavia, il quotidiano britannico Guardian ha riferito che la Finlandia ha concesso circa 10.520 nuovi visti turistici durante le prime tre settimane di luglio.

Finlandia, ultimo porta per la UE

Con l’UE, che ha bandito gli aerei russi dal suo spazio aereo, il valico di frontiera finlandese è diventato l’ultimo passaggio rimasto per i russi per accedere all’Europa. I visti Schengen consentono di viaggiare nell’intera area Schengen, tuttavia i viaggi devono includere una destinazione principale. Se la Finlandia è l’emittente del visto turistico, ad esempio, la vacanza dovrebbe svolgersi principalmente in Finlandia. “Venire in Finlandia in vacanza e visitare Roma [durante le vacanze], significherebbe comunque che le condizioni per il visto sono soddisfatte”, ha detto a Yle il direttore generale per i servizi consolari del ministero degli Affari esteri, Jussi Tanner. È quasi impossibile per le autorità finlandesi sapere in anticipo se i viaggiatori intendono rispettare le condizioni del visto, ha aggiunto Tanner. “Se si scopre che durante il viaggio del mese scorso in Finlandia il turista ha trascorso tre settimane a Roma, la prossima domanda di visto sarà probabilmente respinta”, ha detto. Un recente rapporto del notiziario in lingua finlandese di Yle ha indicato che la piattaforma di social media Telegram è diventata popolare tra le persone che cercano o offrono servizi di condivisione di viaggi tra Russia e Finlandia. Ad esempio, è stato riscontrato che centinaia di messaggi venivano inviati ogni giorno ad un canale di carpooling, la maggior parte dei quali cercava un passaggio per l’aeroporto Vantaa di Helsinki. Una corsa per Helsinki da San Pietroburgo, ad esempio, costerà al passeggero circa 250 euro. Circa 21.500 russi sono passati attraverso il valico di frontiera nel sud-est della Finlandia durante l’ultima settimana di luglio. Tuttavia, gli abitanti che risiedono nelle zone di frontiera finlandese non sembrano soddisfatti della possibilità di nuove restrizioni ai transiti, poiché il commercio transfrontaliero e le attività connesse costituiscono un importante fonte di reddito, redditi peraltro già molto penalizzati dalla fase bellica e dalle sanzioni reciproche in vigore. In particolare, anche gli operatori turistici sembrano contrari al progetto, proprio per le gravi perdite economiche già subite con le restrizioni da pandemia.




Boris Johnson si dimette da leader dei conservatori

Boris Johnson ha annunciato formalmente le sue dimissioni da leader del Partito Conservatore britannico, forza di maggioranza in Parlamento, in un discorso alla nazione.

Il premier – travolto alla fine dai contraccolpi degli ultimi scandali e da una raffica di dimissioni in seno alla sua compagine – intende comunque restare capo del governo fino all’elezione di un successore alla guida dei Tories prevista per ottobre, visti i tempi imposti dal recesso parlamentare estivo che inizia fra due settimane.

“Lascio ma non avrei voluto farlo”, ha detto Johnson annunciando alla nazione le sue dimissioni da leader Tory




Turchia, Svezia e Finlandia: un memorandum trilaterale con molte promesse e pochi fatti

La conclusione del braccio di ferro tra il presidente turco Erdogan e i due paesi nordici candidati NATO ha, come immaginabile, suscitato diffusi commenti e dibattiti in Finlandia

Alcuni i commenti sul cosiddetto Memorandum Trilaterale con la Turchia su  alcuni principali testate finlandesi: l’Helsingin Sanomat effettuava un sondaggio il giorno prima dell’accordo che dava il 70%  di finlandesi contrari a cedimenti alla Turchia, un 14% di favorevoli ed il restante, di non so. Per Iltalehti “i finlandesi sono totalmente contrari alle richieste della Turchia – non si piegano alle sue richieste”. Il sondaggio Gallup chiedeva “se la Finlandia debba cambiare la propria legislazione o rinunciare ad alcuni dei suoi principi per soddisfare le condizioni della Turchia, se ciò consentisse alla Finlandia di entrare nella NATO?” Per Ilta-Sanomat, commentando il sondaggio: “Sondaggio HS: la maggioranza dei finlandesi non vuole che la Finlandia si pieghi alle condizioni della Turchia per l’adesione alla NATO se questa chiedesse modifiche alla legge o compromessi sui principi”.

Secondo un noto commentatore e già esponente politico finlandese, Pekka Tiainnen, “non è di competenza del Presidente della Repubblica approvare da solo una questione del genere. La bozza del documento è stata la esaminata apparentemente in ambito TPUTVA (Comitato parlamentare per la politica estera e di sicurezza integrato dal Presidente della Repubblica) e si chiede quali poteri abbia conferito tale Comitato al Presidente e se lo stesso Comitato sia stato convocato durante i colloqui di Madrid o vi sia stata qualche comunicazione”. Prosegue affermando che “la questione è talmente importante da richiedere un’audizione parlamentare. In ogni caso, il Protocollo di adesione della NATO sarà deciso in via definitiva dal Parlamento dopo la ratifica dei Parlamenti dei Paesi NATO. Tale documento chiamato Memorandum non fa parte del Trattato NATO perché si tratta di un documento tra Paesi. Data la sua importanza, deve essere discusso separatamente dal Parlamento. Al momento sembra che alcuni di questi aspetti saranno inclusi nel protocollo di adesione della NATO e che la procedura parlamentare sarà gestita attraverso di esso. Tuttavia, i Paesi della NATO dovrebbero conoscere la posizione del Parlamento finlandese nelle loro procedure di ratifica, e la posizione di del citato Comitato non è sufficiente”.

Un passo avanti

Sono considerazioni abbastanza chiare e motivate e giustificano la prudenza e genericità delle dichiarazioni sia del Presidente finlandese  Niinistö che del  suo Ministero degli esteri per il quale “il documento è un impegno politico, firmato dai ministri degli Esteri di Finlandia, Svezia e Turchia. Il memorandum conferma il sostegno della Turchia all’adesione della Finlandia e della Svezia alla NATO e consente progressi nel processo di adesione alla NATO di entrambi i paesi”. Lo stesso Presidente ha precisato, in una sua dichiarazione, che “la Finlandia continuerà, in tema di lotta al terrorismo ad agire “secondo la propria legislazione nazionale”  La scarna comunicazione del Ministero degli Esteri finlandese non faccia sottovalutare la fatica e lo stress profuso dai negoziatori per raggiungere questo accordo, anche se, come molti osservatori fanno notare, lo sblocco del veto turco all’ingresso in NATO dei due Paesi nordici sia stato un effetto della telefonata tra il presidente USA, Bidsen, e quello turco, Erdogan. Il che evidenzia come la posizione turca serva ad Erdogan più per ‘vendere’ sul suo mercato interno il risultato, anche per suoi motivi elettorali. Il testo infatti è più una sequenza di impegni che di elementi concreti, impegni che necessitano di tempi non brevi per la cui attuazione. Probabilmente ad Erdogan interessava più l’annullamento di certe sanzioni a suo carico sia da USA che nordici, sanzioni limitate e facilmente aggirabili, come tutte.

I commenti in Italia

Draghi ha commentato come “L’Italia accoglie con favore l’adesione all’Alleanza Atlantica di Finlandia e Svezia, ai sensi dell’articolo 10 del Trattato di Washington. Si tratta di una decisione sovrana, assunta democraticamente, da due Paesi che sono membri dell’Unione Europea e che condividono i principi ispiratori dell’Alleanza Atlantica, con la quale da anni collaborano strettamente. Svezia e Finlandia rafforzeranno il carattere dell’Alleanza come comunità basata sullo stato di diritto e sui valori democratici. Con le loro capacità, i due Paesi contribuiranno in modo significativo alla sicurezza ed alla missione difensiva dell’area euro-atlantica. La sicurezza di Finlandia e Svezia non deve essere messa a repentaglio in alcun modo. L’Italia afferma la sua determinazione a concorrere sin d’ora, in stretta consultazione con Finlandia e Svezia e nei modi più appropriati, alle loro esigenze di sicurezza e difesa. Conferma in proposito la validità degli impegni esistenti nel contesto europeo, ivi incluso l’articolo 42.7 del Trattato istitutivo dell’Unione Europea.

 Il riferimento al “ carattere dell’Alleanza come comunità basata sullo stato di diritto e sui valori democratici” non è tanto riferibile alla Turchia quanto ai due paesi nordici il che è un chiaro segnale ad Erdogan ad accontentarsi del memorandum che sta già spendendo in Turchia come improbabile ‘grande vittoria’.

MEMORANDUM TRILATERALE

(Versione italiana non ufficiale, a cura di Gianfranco Nitti)

1. In data odierna i rappresentanti di Turchia, Finlandia e Svezia, sotto gli auspici del Segretario Generale della NATO, hanno concordato quanto segue.

2. La NATO è un’Alleanza basata sui principi della difesa collettiva e dell’indivisibilità della sicurezza, nonché su valori comuni. La Turchia, la Finlandia e la Svezia affermano la loro adesione ai principi e ai valori sanciti dal Trattato di Washington.

3. Uno degli elementi chiave dell’Alleanza è l’incrollabile solidarietà e cooperazione nella lotta contro il terrorismo, in tutte le sue forme e manifestazioni, che costituisce una minaccia diretta alla sicurezza nazionale degli Alleati nonché alla pace e alla sicurezza internazionale.

4. In qualità di potenziali alleati della NATO, la Finlandia e la Svezia offrono il loro pieno sostegno alla Turchia contro le minacce alla sua sicurezza nazionale. A tal fine, la Finlandia e la Svezia non forniranno sostegno alle YPG/PYD e all’organizzazione descritta come FETO in Turchia. La Turchia estende inoltre il suo pieno sostegno alla Finlandia e alla Svezia contro le minacce alla loro sicurezza nazionale. La Finlandia e la Svezia respingono e condannano con la massima fermezza il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni. La Finlandia e la Svezia condannano senza ambiguità tutte le organizzazioni terroristiche che perpetrano attacchi contro la Turchia ed esprimono la loro più profonda solidarietà alla Turchia e alle famiglie delle vittime.

5. La Finlandia e la Svezia confermano che il PKK è un’organizzazione terroristica proscritta. La Finlandia e la Svezia si impegnano a prevenire le attività del PKK e di tutte le altre organizzazioni terroristiche e le loro estensioni, nonché le attività di individui appartenenti a gruppi affiliati e ispirati o a reti collegate a queste organizzazioni terroristiche. La Turchia, la Finlandia e la Svezia hanno concordato di intensificare la cooperazione per prevenire le attività di questi gruppi terroristici. La Finlandia e la Svezia respingono gli obiettivi di queste organizzazioni terroristiche.

6. Inoltre, la Finlandia fa riferimento a diversi recenti emendamenti del suo Codice Penale con i quali sono stati introdotti nuovi atti punibili come crimini terroristici. Gli ultimi emendamenti, entrati in vigore il 1° gennaio 2022, hanno ampliato la portata della partecipazione alle attività di un gruppo terroristico. Allo stesso tempo, l’incitamento pubblico legato a reati di terrorismo è stato considerato un reato separato. La Svezia conferma che il 1° luglio entrerà in vigore una nuova e più severa legge sui reati di terrorismo e che il governo sta preparando un ulteriore inasprimento della legislazione antiterrorismo.

7. La Turchia, la Finlandia e la Svezia confermano che attualmente non esistono embarghi nazionali sulle armi. La Svezia sta modificando il quadro normativo nazionale per le esportazioni di armi in relazione agli alleati della NATO. In futuro, le esportazioni di armi da Finlandia e Svezia saranno condotte in linea con la solidarietà dell’Alleanza e in conformità con la lettera e lo spirito dell’articolo 3 del Trattato di Washington.

8. Oggi, la Turchia, la Finlandia e la Svezia si impegnano a compiere i seguenti passi concreti: – – — – Istituire un dialogo congiunto e strutturato e un meccanismo di cooperazione a tutti i livelli di governo, anche tra le forze dell’ordine e le agenzie di intelligence, per rafforzare la cooperazione in materia di antiterrorismo, criminalità organizzata e altre sfide comuni, secondo le loro decisioni. – – – La Finlandia e la Svezia condurranno la lotta contro il terrorismo con determinazione e risolutezza, in conformità con le disposizioni dei documenti e delle politiche pertinenti della NATO, e adotteranno tutte le misure necessarie per rendere più rigorosa la legislazione nazionale a tal fine. – La Finlandia e la Svezia affronteranno le richieste di espulsione o estradizione di sospetti terroristi presentate dalla Turchia in modo rapido e approfondito, tenendo conto delle informazioni, delle prove e dell’intelligence fornite dalla Turchia, e stabiliranno i quadri giuridici bilaterali necessari per facilitare l’estradizione e la cooperazione in materia di sicurezza con la Turchia, in conformità con la Convenzione europea di estradizione.

 – La Finlandia e la Svezia indagheranno e interdiranno qualsiasi attività di finanziamento e reclutamento del PKK e di tutte le altre organizzazioni terroristiche e delle loro estensioni, nonché dei gruppi o delle reti affiliati o ispirati, come indicato nel paragrafo 5.

– La Turchia, la Finlandia e la Svezia si impegnano a combattere la disinformazione e a impedire che le loro leggi nazionali vengano abusate a beneficio o per promuovere le organizzazioni terroristiche, anche attraverso attività che incitano alla violenza contro la Turchia.

– La Finlandia e la Svezia garantiranno che i rispettivi quadri normativi nazionali per le esportazioni di armi consentano i nuovi impegni nei confronti degli Alleati e riflettano il loro status di membri della NATO.

– La Finlandia e la Svezia si impegnano a sostenere il massimo coinvolgimento possibile della Turchia e di altri alleati non appartenenti all’UE nelle iniziative esistenti e future della politica di sicurezza e di difesa comune dell’Unione europea, compresa la partecipazione della Turchia al progetto PESCO sulla mobilità militare.

9. Per l’attuazione di queste iniziative, la Turchia, la Finlandia e la Svezia istituiranno un Meccanismo Congiunto Permanente, con la partecipazione di esperti dei Ministeri degli Affari Esteri, degli Interni e della Giustizia, nonché dei Servizi di Intelligence e delle Istituzioni di Sicurezza. Il Meccanismo Congiunto Permanente sarà aperto all’adesione di altri soggetti.

10. La Turchia conferma il suo sostegno di lunga data alla politica della Porta Aperta della NATO e accetta di sostenere al Vertice di Madrid del 2022 l’invito di Finlandia e Svezia a diventare membri della NATO.

Firmato da:

Sua Eccellenza Mevlüt Çavuşoğlu  Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Turchia

Ankara

Sua Eccellenza Pekka Haavisto Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Finlandia

Helsinki

Sua Eccellenza Sig.ra Ann Linde Ministro degli Affari Esteri del Regno di Svezia

Stoccolma

Madrid, 28 giugno 2022

Testo inglese del Memorandum Trilaterale:

https://um.fi/documents/35732/0/TU+SWE+FIN.pdf/03efa85e-a936-da51-4e09-a98ce514238c?t=1656454374367




Lapponia, l’Europa ascolta i Sámi

Le organizzazioni membre del Consiglio Sámi (cui partecipano organismi di Svezia, Norvegia, Finlandia e Russia) hanno espresso nel tempo l’esigenza di una maggiore conoscenza e di uno scambio di esperienze su come le direttive, i regolamenti, le decisioni, i pareri e le raccomandazioni dell’UE influiscono sulla vita quotidiana del popolo Sámi.

Anche in seno al Consiglio parlamentare Sámi (SPR) è stata sollevata da tempo l’esigenza di dare ai Sámi una voce più chiara all’interno dell’UE e di organizzare un punto di contatto permanente con l’UE.

Il progetto è radicato sia a livello politico che nella società civile. Nel settembre 2019, il Consiglio lappone, in collaborazione con il Suoma Sámi Nuorat, ha ricevuto un finanziamento dal programma Interreg Nord dell’UE per il progetto Filling the EU-Sápmi knowledge gaps. L’obiettivo generale del progetto è quello di rafforzare le relazioni tra Sápmi e l’UE, attraverso la creazione di una piattaforma di conoscenze su argomenti rilevanti per l’UE-Sámi, ma anche di sviluppare un approccio più strategico nei confronti dell’UE. Il progetto prevede quattro attività principali, tra cui un programma di tirocinio, un corso basato su moduli su argomenti rilevanti per l’UE-Sápmi, una settimana Sámi pilota a Bruxelles nel 2022 e la creazione di un pensatoio UE-Sámi di esperti Sámi.

Anni Koivisto, primo vicepresidente del Parlamento Sámi finlandese, ha preso parte alla Settimana UE-Sámi che si è tenuta a Bruxelles il nei giorni scorsi. L’evento fa parte del progetto Filling the EU-Sámi knowledge gaps, organizzato dal Consiglio Sámi e dall’Associazione giovanile Sámi finlandese con l’obiettivo  che la Settimana UE-Sámi diventi un evento annuale utile a rafforzare il partenariato dei Sámi con le istituzioni dell’UE. “ Sono molto felice della Settimana UE-Sámi. Le politiche dell’UE influiscono sulla posizione del popolo Sámi ed è davvero importante che abbiamo la possibilità di influenzare le decisioni. È anche importante che i responsabili delle decisioni dell’UE diventino più consapevoli del popolo Sámi e che l’UE riconosca la competenza dei Sámi nelle politiche per le popolazioni indigene”, ha dichiarato la Koivisto.

Il Consiglio dei giovani del Parlamento Sámi era rappresentato all’evento da Anni-Sofia Niittyvuopio, Anni-Sofia Löf e Lilja Ljetoff.,  presente anche Pirita Näkkäläjärvi, membro del Parlamento Sámi e presidente della Commissione cultural, partecipando come rappresentanti del Parlamento Sámi a una tavola rotonda sul partenariato tra l’UE e i Sámi, insieme con Kalle Varis, Segretario legale del Parlamento Sámi, e Lars-Anders Baer, Segretario per gli Affari internazionali.

Il progetto Filling the EU-Sámi knowledgr gaps è finanziato da Interreg Nord, dalla Federazione della Lapponia, dal Parlamento norvegese dei Sámi, dalla Contea di Tromsø e Finnmark, dalla Regione Norrbotten e dalla Regione Västerbotten.

L’impegno finanziario UE rientra nella priorità “Promuovere la cultura Sámi e l’uso delle lingue Sámi “.

L’Istituto culturale finlandese per il Benelux ha partecipato al programma culturale, sostenendo uno spettacolo di danza Sámi di due giovani ballerini Sámi di talento, Katja e Birit Haarla. Esse creeranno un nuovo pezzo di danza appositamente per la Settimana UE-Sámi. Essendo gemelle, Katja e Birit introducono il pezzo attraverso il concetto di “simbiosi del movimento”, che può essere interpretato come una simbiosi tra gli esseri viventi negli ecosistemi. Con il duetto, creano uno spazio performativo che racchiude un’atmosfera potenziante generata dalla fisicità espressiva del corpo, a significare come la danza e il suo potere curativo sono qualcosa di molto simile a quello che emerge dalla Madre Terra.  “I Sámi hanno vissuto per decenni in accordo con la terra per perpetuare un modo duraturo e nutriente l’ abitare in modo paritario su questo pianeta. Nel contesto della Settimana Sámi dell’Unione Europea, desideriamo dedicare questo pezzo ai nostri compagni Sámi che invitiamo a condividere la nostra conquista del palco del Beursschouwburg”,




La Francia non consente l’estradizione degli ex brigatisti

La Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi ha deciso di negare l’estradizione richiesta dall’Italia per i 10 ex terroristi rossi arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Ombre rosse’ nell’aprile 2021, tra cui l’ex militante di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato in Italia come uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Calabresi.

Alla lettura nel tribunale di Parigi della sentenza un gruppo di italiani guidato dal deputato della Lega Daniele Belotti, ha gridato “assassini!’.

Del gruppo, che aveva srotolato uno striscione di protesta davanti al palazzo di Giustizia prima dell’udienza, fanno parte anche il sindaco di Telgate, in provincia di Bergamo, comune di origine di uno degli ex terroristi, Narciso Manenti, e il presidente e vicepresidente dell’associazione carabinieri di Bergamo intitolata a Giuseppe Gurrieri, l’appuntato ucciso nel 1979 da Manenti davanti al figlio di 11 anni.

“E’ una decisione grave” per le implicazioni che comporta rispetto alla sofferenza dei familiari delle vittime e alla memoria delle vittime .

Ad ascoltare la decisione della Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi, c’erano tutti gli italiani condannati e fuggiti in Francia, ad eccezione del più anziano, Giorgio PIETROSTEFANI, 78 anni. Da tempo malato, per le conseguenze di un trapianto è spesso in ospedale e in condizioni che non gli hanno consentito finora di essere presente alla altre udienze che lo riguardavano. E’ stato uno dei fondatori di Lotta Continua, in Italia ha avuto una condanna a 22 anni come uno dei mandanti dell’omicidio Calabresi. Per lui, come per gli altri estradabili, in questi mesi si sono susseguite le udienze, che in buona parte sono stati rinvii per consentire l’invio dall’Italia di materiale relativo alle condanne degli ex terroristi.

Ecco gli italiani condannati e fuggiti in Francia presenti in aula.

  • ENZO CALVITTI, 67 anni, ex psicoterapeuta oggi in pensione ed ex Br condannato in contumacia a 18 anni di carcere per associazione a scopi terroristici e banda armata.
  • NARCISO MANENTI, 64 anni, 40 dei quali trascorsi in Francia, arredatore e gestore di una società di comunicazione. E’ sposato dal 1985 con una francese dalla quale ha avuto 3 figli ed è oggi nonno. Ex membro dei ‘Nuclei armati per il contropotere territoriale’, fu condannato nel 1983 all’ergastolo per l’omicidio dell’appuntato Giuseppe Gurrieri.
  • GIOVANNI ALIMONTI, 66 anni, padre di due figlie e oggi anche lui nonno, faceva invece parte delle Brigate rosse. E’ stato condannato nel 1992 a 19 anni di carcere per il tentato omicidio di un poliziotto nel 1982, Nicola Simone.
  • ROBERTA CAPPELLI, 66 anni, è stata condannata all’ergastolo di isolamento per tre omicidi avvenuti a Roma: quello del generale dei carabinieri Enrico Galvaligi, ucciso l’ultimo dell’anno del 1980, dell’agente di polizia Michele Granato (9 settembre 1979) e del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981).
  • MARINA PETRELLA, 67 anni, ex Br come la Cappelli, condannata come lei per l’omicidio del generale Galvaligi, del sequestro del giudice Giovanni D’Urso, avvenuto a Roma il 12 dicembre del 1980, e dell’assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Greco il 27 aprile del 1981 e nel quale furono uccisi due membri della scorta, per l’attentato al vice questore Nicola Simone (insieme a Cappelli e Alimonti).
  • L’ex brigatista SERGIO TORNAGHI, 63 anni, anche lui condannato all’ergastolo, fra l’altro per l’omicidio di Renato Briano, direttore generale della ‘Ercole Marelli’.
  • MAURIZIO DI MARZIO, 60 anni, sfuggito alla retata dell’aprile 2021 e arrestato in seguito, è al centro di una diatriba sulla prescrizione. Dovrebbe scontare in Italia un residuo di pena a 5 anni e 9 mesi di carcere per banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona e rapina. Di Marzio gestisce a Parigi da molti anni un noto ristorante, il ‘Baraonda’.
  • RAFFAELE VENTURA, 70 anni, ex Formazioni Comuniste Combattenti, dovrebbe scontare 20 anni di carcere in Italia dopo essere stato condannato per concorso morale nell’omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra, avvenuto il 14 maggio 1977, durante una manifestazione della sinistra extraparlamentare a Milano.
  • LUIGI BERGAMIN, 72 anni, ex militante dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo), è anche lui al centro di una battaglia legale per la prescrizione. Deve scontare una pena a 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell’omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.