MESSICO: BAMBINO DI 6 ANNI TORTURATO, ACCOLTELLATO E SEPOLTO VIVO
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di Ch. Mo.
Baghdad- Continua senza sosta l’avanzata dei miliziani dell’Isis. Dopo aver conquistato la cittadina di Ramadi, nella provincia di Anbar, i combattenti avanzano verso est minacciando una base dell’esercito iracheno. Secondo testimonianze, sarebbero vicini alla base militare di Al Habbania dove si trovano i miliziani sciiti inviati da Baghdad per reagire.
La base militare di Al Habbania, a 30 km dalla città di Ramadi potrebbe essere l’obiettivo da raggiungere a breve per poter poi respingere la controffensiva sciita inviata da Baghdad. Intanto, una coalizione guidata dagli Stati Uniti contro l’Isis ha condotto 19 raid aerei vicino Ramadi nelle ultime 72 ore. Si tenta in questo modo di aumentare il supporto alla città di Ramadi per poter meglio garantire ordine e sicurezza. Anche dall’Iraq giungono aiuti: un esercito infatti sarebbe stato inviato alla base militare di Al Habbania per poter arginare l’avanzata dell’Isis.
Da altre fonti invece giunge voce di una coalizione tra esercito iracheno e forze sciite per la riconquista di Ramadi che potrebbe avvenire a giorni. Aumenta in tutto ciò il numero di profughi in fuga da Ramadi.
di Christian Montagna
Bruxelles– Dal Palazzo di Vetro giungono novità in merito all’incontro dei 28 Paesi dell’Ue che proprio oggi avrebbero dovuto dare il via formalmente e politicamente alla missione navale contro i trafficanti di migranti. In merito alla questione, oltre all’Italia che sarà guidata dall’ammiraglio Enrico Credendino, anche Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna hanno promesso navi. Polonia e Slovenia invece serviranno aerei da ricognizione ed elicotteri.In merito alla questione delle quote di ripartizione dei migranti, dopo la Gran Bretagna, l’Ungheria e la Polonia, a mettere in discussione l’unità dei paesi e la coesione in materia di immigrazione della comunità europea è stata la Francia che si è rifiutata di prender parte all’iniziativa avanzata.
IL PROGRAMMA DI OGGI
E’ una giornata importante oggi in tema di immigrazione: i 28 paesi dell’Ue si apprestano a dare il via libero politico e formale alla missione navale contro i trafficanti di migranti. Federica Mogherini, rappresentante per la politica estera dell’Ue cerca di ottenere questo successo entro oggi dai ministri degli Esteri e della Difesa che approveranno in commissione la missione. E’ soltanto trascorsa una settimana da quando l’Ue imponeva ai paesi membro nuove regole di accoglienza e obblighi a cui nessuno poteva venir meno: si è parlato di accoglienza obbligatoria da parte di tutti i paesi membri dell’Ue; di condivisione di responsabilità in merito all’ accoglienza e di salvataggio in mare. Con oggi, si conclude il quadro immigrazione con la speranza che da Giugno le nuove normative possano già entrare in vigore.
La Mogherini ha dichiarato che la pianificazione nel dettaglio della missione a cui oggi sono sottoposti i paesi membri, sarà comunque oggetto di una successiva pianificazione. I Ministri dall’altra parte chiedono si possa lavorare in tempi record rispettando però la legittimità internazionale. Forse in virtù dell’imminente arrivo dell’estate, forse in vista degli sbarchi record, i paesi del Mediterraneo cercano al più presto una soluzione condivisa dall’ intera comunità europea per fronteggiare, tutti insieme e allo stesso modo, il problema dell’immigrazione. L’Ue si proclama soddisfatta per la coordinazione dei paesi membri che sta avvenendo in maniera eccellente dando un senso di dimensione europea a quest’azione politica.Nemmeno da New York dove la Mogherini è stata diverse volte, giungono opposizioni né resistenze politiche all’ ipotesi di una risoluzione.
Redazione
Quello che si temeva accadesse è una realtà ed è sconvolgente. I combattenti dello Stato Islamico arrivano in Europa anche a bordo dei barconi che attraversano il Mediterraneo: lo ha detto un consigliere governativo libico alla Bbc. Secondo il consigliere, Abdul Basit Haroun, che ha parlato con scafisti in zone del Nord Africa controllate dall'Isis, gli scafisti nascondo i miliziani tra i migranti.
Haroun ha inoltre indicato che i jihadisti stanno pianificando ulteriori attacchi in Europa. Quanto ai miliziani inviati in Europa sui barconi, secondo Haroun l'Isis permette agli scafisti di operare in cambio di metà dei loro guadagni. L'Isis usa "i barconi per la sua gente che vuole mandare in Europa poichè la polizia europea non sa chi è dell'Isis e chi è un normale rifugiato", ha detto il consigliere durante un'intervista alla Bbc Radio 5, secondo quanto riporta la Bbc online. I miliziani, ha proseguito, occupano posti separati dagli altri migranti sui barconi, non temono la traversata e sono convinti aderenti dell'Isis: "lo sono al cento per cento", sottolinea.
Isis conquista il nord di Palmira, issata bandiera nera – Abu Sayyaf, responsabile dell'Isis per gli affari collegati al petrolio, è stato ucciso nel corso di un conflitto a fuoco con le forze speciali americane. Con lui uccisa anche la moglie. Il raid è stato autorizzato dallo stesso Obama e ha permesso, sottolineano gli Usa, anche di liberare una donna yazida tenuta come schiava dalla coppia.
I jihadisti dell'Isis intanto continuano l'avanzata su Palmira, conquistando un edificio nella zona nord, nell'area di al-Badiyah. Lo riferiscono gli attivisti locali anti-regime siriano, che pubblicano un video che mostra un jihadista che issa il vessillo dell'Isis sull'edificio.
Allarme all'Unesco per l'avvicinarsi al sito archeologico di Palmira, nella Siria centrale, della battaglia tra le forze governative e i miliziani dello Stato islamico, che in un attacco hanno ucciso 23 civili tra cui 9 bambini nei pressi delle rovine della città romana. Mentre il governo di Damasco evoca una "catastrofe internazionale", gli esperti ricordano che le stesse forze lealiste hanno da oltre due anni trasformato l'area archeologica romana in un'enorme caserma a cielo aperto. Secondo attivisti sul terreno, l'Isis è ora ad appena un chilometro dalla città moderna di Palmira ma le forze governative hanno inviato rinforzi. Talal Barazi, governatore di Homs, capoluogo della regione centrale dove si trova il sito, assicura che "la situazione è sotto controllo" e che l'aviazione di Damasco ha bombardato le postazioni jihadiste. Palmira è tristemente nota in Siria perché ospita una delle carceri e luoghi di tortura più duri per i dissidenti politici. L'Isis è avanzato da giorni da est e da nord, attestandosi da ieri ad Amriye, sobborgo settentrionale di Palmira. Ieri i jihadisti hanno ucciso 26 persone, secondo alcune fonti, militari, secondo altre civili.
Fonti locali affermano che centinaia di famiglie, molte delle quali già sfollate da altre zone in guerra, sono fuggite dalla città. Palmira – anche nota come Tadmor – era fiorita nell'antichità come punto di sosta per le carovane che attraversavano il deserto siriano. Già citata nella Bibbia e negli annali dei re assiri, l'area era stata in seguito incorporata nell'impero romano. L'avvicinarsi dell'Isis ha evocato in molti il terrore che i miliziani possano riservare a Palmira lo stesso destino toccato ai siti iracheni di Ninive, Nimrud e Hatra a sud di Mosul. "L'allarme esiste ma il contesto è diverso", afferma Alberto Savioli, archeologo dell'Università di Udine con decennale esperienza in Siria e in Iraq. Parlando con l'ANSA, Savioli ricorda che "finora l'Isis non ha danneggiato siti siriani altrettanto importanti, come Dura Europos, Mari, Rasafa nel nord e nell'est del Paese. Nonostante "vi siano notizie di saccheggi questi patrimoni non sono stati finora toccati". "Nimrud e gli altri siti iracheni – prosegue Savioli – sono stati in parte distrutti per la loro valenza religiosa e politica. Per la presenza di statue e bassorilievi raffiguranti idoli e divinità, bandite dalla visione jihadista".
Dal canto suo Maamun Abdelkarim, nominato dal governo direttore delle antichità in Siria, ha invocato un non meglio precisato soccorso della comunità internazionale per scongiurare "una catastrofe nazionale". Quando per mesi nel 2013 Palmira fu conquistata da miliziani delle opposizioni, l'area archeologica non fu danneggiata. Più che la minaccia distruttrice dell'Isis, quello che preoccupa per le rovine romane e dell'epoca della regina Zenobia è l'approssimarsi degli scontri. Colpi di mortaio sono già caduti nei giorni scorsi sulla parte moderna. E nei combattimenti del 2013 tra governativi e ribelli il tempio di Baal fu gravemente danneggiato. "Il regime ha da scavato trincee all'interno del sito, ha parcheggiato i carri armati lungo i colonnati, ha aperto il fuoco contro antiche mura", ricorda Savioli. E la responsabile dell'Unesco, Irina Bukova, dicendosi "allarmata", ha ribadito di aver "chiesto alle parti coinvolte di lasciar fuori il sito dalla loro attività militare".
di Maurizio Costa
Siria – Il Dipartimento della Difesa statunitense dichiara: "Abbiamo ucciso Abu Sayyaf, importante leader che commerciava il petrolio e il gas sul mercato nero". Durante un blitz condotto venerdì scorso, infatti, le forze speciali a stelle e strisce hanno ucciso Abu Sayyaf e catturato sua moglie, Umm Sayyaf.
Durante l'operazione sono stati uccisi almeno dieci jihadisti, mentre le truppe statunitensi sono rimaste illese. Il Segretario della Difesa, Ashton B. Carter, ha affermato che "Abu Sayyaf è stato ucciso nel corso dell'operazione che ha impegnato le forze Usa".
Il leader svolgeva un lavoro importantissimo. Sayyaf, infatti, commerciava gas e petrolio sul mercato nero: un'attività che portava milioni di dollari al giorno nelle casse dell'Isis, che così poteva acquistare armi e mezzi di guerra.
Carter ha anche dichiarato di aver preso la moglie di Abu: "Umm Sayyaf è stata catturata e portata in un centro di detenzione in Iraq".
Bernadette Meehan, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale Usa, ha affermato che "l'operazione ha portato anche alla liberazione di una giovane donna Yazidi che è stata trattata come schiava dalla coppia. Abbiamo intenzione di farla ricongiungere con la sua famiglia il più presto possibile". Gli Yazidi sono una minoranza religiosa perseguitata dall'Isis.
di Christian Montagna
Siria- Continua senza sosta l'avanzata dell'Isis e per ogni paese conquistato una bandiera nera si erge imponente a simboleggiare la vittoria di un regime totalitario e distruttivo. A finire nel mirino dei Jihadisti stavolta è Palmira, nella Siria Centrale. Le forze organizzative e i miliziani dello Stato islamico in un attacco terroristico hanno ucciso 23 civili tra cui 9 bambini. Palmira tristemente nota alle cronache anche come Tadmor, è una città sacra molto ricorrente nelle scritture religiose compresa la Bibbia. Palmira è inoltre tristemente nota in Siria perché ospita una delle carceri e luoghi di tortura più duri per i dissidenti politici. L'Isis che è avanzato da giorni da est e da nord, attestandosi da ieri ad Amriye, sobborgo settentrionale di Palmira ha dato inizio alle stragi di civili: ieri sono state uccise 26 persone, oggi 23.
LA MINACCIA AL SITO ARCHEOLOGICO
Fiorita sin dall'antichità come punto di sosta per la carovane che attraversavano il deserto siriano, quella di Palmira è una città importante per il valore religioso, storico e culturale. Citata nella Bibbia e negli annali dei re assiri, a suo tempo, l'area oggi minacciata dall' Isis, faceva parte dell'Impero Romano. La paura che oggi stanno vivendo gli studiosi è che Palmira possa fare la stessa fine di altri siti come quello iracheno di Ninive o quelli di Nimrud e Hatra a Mosul. Al momento, gli archeologi non parlano di grandi danni ai patrimoni, seppure alcuni di questi siano già stati saccheggiati e distrutti a causa della loro valenza politica e religiosa. Sono i bassorilievi e le statue raffiguranti idoli e divinità che dalla visione Jihadista non sono accettati a scatenare la distruzione di questi importanti siti archeologici.
Il direttore delle antichità in Siria ha invocato l'aiuto della comunità internazionale per scongiurare una temuta catastrofe. Già nel 2013, all'epoca della prima conquista di Palmira si è temuto a lungo per le aree archeologiche ma fortunatamente nulla fu profanato. I bombardamenti andarono avanti tra ribelli e governativi per alcuni mesi e fortunatamente solo il tempio di Boal fu gravemente danneggiato. Si teme oggi invece la rovina di templi e di reperti appartenenti al periodo romano. La responsabile dell' Unesco, Irina Bukova, ha chiesto alle parti coinvolte di lasciare fuori dall'attività militare il sito coinvolto, ma si sa, l'Isis non sempre rispetta gli accordi. Al momento l'Isis è ad un km dalla città moderna di Palmira dove si trova il sito archeologico e la situazione pare essere sotto controllo.
L’attacco del 13 maggio 2015 è stato rivendicato dai talebani alla guesthouse Park Palace nel quartiere di Shahr-e-Naw a Kabul, in Afghanistan tramite il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, che lo comunica ai media per mezzo di una email, spiegando che il gruppo ha preso di mira il residence perché frequentato da stranieri, tra cui americani.
di Alessandro Rosa
Kabul (Afghanistan) – Un Attacco rivendicato dai talebani nel cuore della capitale dell’Afghanistan, avvenuto ieri 13 maggio 2015 che ha seminato morte e terrore presso la Guesthose Park Palace frequentata dagli stranieri. Tre miliziani, si non introdotti nell’edificio mentre era in esecuzione un concerto. La cronologia di questa tragedia parla di sette ore di assedio, iniziato alle ore 8:00, mentre fuori interveniva massiccia la polizia. Il capo della polizia di Kabul Abdul Rahman Rahimi ha detto, dopo che le forze speciali afghane hanno ucciso tre uomini armati dietro l'attacco. Le stesso forze di sicurezza hanno salvato più di 50 persone dall'hotel, tra cui gli ospiti in ostaggio.
Tra le vittime dell’agguato risulta anche un italiano di origine bergamasca la conferma arriverebbe dalla Farnesina. Un bilancio nero che vede per ora 14 morti di cui anche un americano e quattro indiani.
Questo attacco alla Guesthouse Park Palace nel quartiere di Shahr-e-Naw a Kabul è stato rivendicato dai talebani in Afghanistan, tramite il portavoce, Zabihullah Mujahid, che lo ha comunicato ai media per mezzo di una email, sostenendo che il gruppo ha preso di mira il residence perché frequentato da stranieri, tra cui americani.