IRLANDA: AL VIA IL REFERENDUM SULLE NOZZE GAY

di Ch. Mo.
 
Irlanda- Giornata storicamente importante oggi quella che vede l’Irlanda impegnata in un già contestato referendum. Fino alle 23 ora locale, gli abitanti dell’Irlanda saranno impegnati nella votazione per il referendum sui matrimoni gay. Considerato fino al 1993 un crimine, quello dell’omosessualità si appresta ad essere normalità anche laddove per anni è stato bandito.

La disputa sui voti si combatte tra il premier Enda Kenny che invita a votare per il sì coma anche il leader degli U2 Bono mentre l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, “obbliga” a votare per il no.

Analoghi referendum si sono svolti precedentemente anche in Croazia e Slovenia ma la maggioranza preferì negare un diritto da garantire ad ogni cittadino. La parte Nord dell’Irlanda invece ha già vietato senza alcuna proroga i matrimoni gay seppure nel resto della Gran Bretagna fossero legalmente riconosciuti.

Bisognerà attendere domani pomeriggio per sapere se anche sull’ Irlanda trionferà il buon senso umano. Al momento, i sondaggi parlano di ottime possibilità per un esito storico di questo referendum.




ISIS MINACCIA ATTACCO CONTRO USA

Redazione 
 
Isis- L’Isis conquista territori e uccide, ma l’Isis minaccia anche e si fa sentire. Il reporter John Cantlie, ostaggio-megafono dell’Isis, ha annunciato che un ordigno nucleare o dell’esplosivo faranno qualcosa di grande negli Stati Uniti. L’Isis ha anche una rivista che si chiama Dabiq e nell’ultimo numero di essa Cantlie ha scritto che l’Isis compirà un attacco che ricorderà gli attacchi del passato.
 
Cantlie parla dell’attacco e dell’ordigno importato secondo diversi step, ovverso dal Pakistan, dalla Libia, Nigeria e poi Sudamerica e in fine Messico aggiungendo “sfruttando le tratte del traffico di droga ed esseri umani". L’Isis nella rivista richiama gli attentati compiuti in Texas, attentati avvenuti per l’evento dedicato a Maometto a maggio e dice che ciò che sta per arrivare sarà più doloroso. Dabiq contiene anche tabella contro i paesi della coalizione Usa, vi sono messaggi che richiamano ai video pubblicati dall’organizzazione. L’America intanto è in allarme, e i controlli si intensificano sempre di più. 
 
ISIS A RAMADI
Continua l’assedio Isis e dopo Palmira ora anche su Ramadi si erige la bandiera nera. Anche oggi decine di soldati sono stati decapitati e numerosi civili sono stati presi in ostaggio. Secondo quanto riferito dall’Onu, l’Isis ha impedito ai civili di lasciare la città ancora prima che fosse totalmente conquistata. Grande è la preoccupazione per i civili rimasti in città. Obama si dichiara pronto a reagire e dichiara “Non stiamo perdendo la guerra”.



TERREMOTO SCUOTE LONDRA

di A.B.
 
Gran Bretagna –  Si è verificata una scossa di terremoto di magnitudo pari a 4.3 e ha colpito la Gran Bretagna intorno alle ore 3.52 –ora italiana- la scossa è avvenuta a 2 km a ovest da Rasmgate, sulla costa, e 106 km da Londra. L’ipocentro della scossa, cioè la profondità del sisma, è stato solo di 5 km. Il sisma viene considerato forte poiché la Gran Bretagna è una terra non sismica, tutta l’Inghilterra meridionale e anche Londra ha avvertito la scossa.Grande preoccupazione da parte dei cittadini per quanto accaduto, fortunatamente Non vi sono danni né vi sono feriti. 



ISIS: CONQUISTATA ANCHE PALMIRA

di A.B.
 
Londra – Le bandiere nere dell’Isis avanzano per avere pieno controllo di vaste aree. La città di Palmira, le cui rovine sono state incluse nel  Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è stata conquistata dai miliziani dell’Isis. Fonti vicine riferiscono che al momento vi è stata distruzione dei monumenti.
 
L’Isis ha pieno controllo su un vasto territorio e per tutta la notta i miliziani hanno lottato per il controllo della città siriana. La conquista di Palmira è stata strategica perché apre le porte ad un altro obiettivo, Damasco, che dista appena 200 km. Durante gli scontri dell’Isis per il controllo di Palmira sono morti più di 100 uomini appartenenti alle forze filogovernative. Adesso l’Isis ha in mano anche: la base aerea, la prigione e anche il quartier generale dell’intelligence.
 
I miliziani dell’Isis già controllavano vaste aree della Siria del nord e dell’est, con la conquista di Palmira hanno preso in mano un importante centro, un importante città. L’Isis controlla circa 95mila chilometri quadrati e 9 province, le zone conquistate dall’Isis sono per lo più disabitate.



OLOCAUSTO: LA GERMANIA RISARCISCE 4000 EX SOLDATI SOVIETICI PRIGIONIERI DEI NAZISTI

In Italia la Corte di Cassazione si era pronunciata l’11 marzo 2004 sul caso Ferrini contro Germania, affermando che i tribunali italiani dovevano prendere in considerazione le denunce di persone deportate durante la Seconda guerra mondiale e costrette a svolgere lavori forzati in Germania

 

di Cinzia Marchegiani

Furono quasi 5,3 milioni di militari sovietici ad essere imprigionati dai nazisti fra il 1941 e il 1945, mentre le condizioni di stenti estreme ne portarono alla morte oltre la metà di loro. Molti vennero uccisi tramite fucilazione. Altri, durante una reclusione segnata da condizioni disumane, soffrirono l'inedia o morirono a seguito di malattie. Ora arriva per la Germania il momento delle sue responsabilità, e il risarcimento materiale dei danni con il pagamento di 10 milioni di euro che sarà effettuato dalla Germania a titolo di indennizzo per circa 4.000 soldati dell'ex Unione Sovietica, ancora viventi, che subirono la prigionia inflitta dai nazisti all'epoca della Seconda guerra mondiale. Lo stanziamento complessivo, sembrerebbe essere stato concordato come voce supplementare di bilancio dalla coalizione di Governo composta da democristiani e socialdemocratici. A ognuno dei sopravvissuti, spetterà così un risarcimento personale nella misura di circa 2.500 euro.

I SOVIETICI LE PRIME FORZE AD AVVICINARSI AI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
Le forze sovietiche furono le prime ad avvicinarsi ad alcuni tra i campi più importanti, raggiungendo quello di Majdanek, vicino a Lublino (Polonia), nel luglio del 1944. Sorpresi dalla rapida avanzata sovietica, i Tedeschi avevano cercato di nascondere le prove dello sterminio distruggendo il campo. Il personale aveva dato fuoco al grande crematorio usato per bruciare i corpi dei prigionieri uccisi, ma nella fretta dell’evacuazione le camere a gas erano rimaste intatte. Nell’estate del 1944, i Sovietici conquistarono anche le zone in cui si trovavano i campi di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka, campi che i Tedeschi avevano smantellato nel 1943, dopo l’eliminazione della maggior parte degli Ebrei polacchi.I Sovietici liberarono Auschwitz, il più grande campo di concentramento e di sterminio, nel gennaio del 1945. Avendo i Nazisti costretto la maggior parte dei prigionieri a marciare verso ovest (in quelle che sarebbero poi divenute famose come “marce della morte”), i soldati Sovietici trovarono, ancora vivi, solo alcune migliaia di prigionieri emaciati e sofferenti, insieme a molte prove degli assassinii di massa compiuti ad Auschwitz. I Tedeschi in ritirata avevano distrutto la maggior parte dei magazzini del campo, ma in quelli rimasti in piedi i Sovietici trovarono gli oggetti personali delle vittime: scoprirono, ad esempio, centinaia di migliaia di abiti maschili, più di 800.000 vestiti da donna e più di 6.000 chili di capelli.

AMMISSIONE RESPONSABILITA’ DELLA GERMANIA
Il presidente tedesco Joachim Gauck, nella sua allocuzione commemorativa per i 70 anni dalla fine del conflitto – aveva sottolineato le responsabilità della Germania e affermato che nel suo paese non è ancora del tutto diffusa la consapevolezza del destino crudele subito all'epoca dai militari sovietici. Mentre 700 mila furono gli italiani schiavi di Hitler e la loro vicenda riguardò altrettante famiglie e coinvolse milioni di italiani.

GIUSTIZIA PER GLI ITALIANI?
Gli italiani occuparono uno dei gradini più bassi nella scala razziale – economico – politica che regolava il trattamento dei 14 –18 milioni di schiavi di Hitler, in gran parte deportati dall’Europa orientale nel territorio del Reich. Gli italiani furono gli ultimi prigionieri ad essere rimpatriati dai Lager. Buona parte rientrò autonomamente in condizioni pietose. Almeno 50 mila furono i deceduti nel Reich di fame, malattie, violenze, bombardamenti. Sconosciuto il numero di quanti morirono dopo il rimpatrio. In Italia, a partire dal 1998 alcuni reduci hanno avviato cause giudiziarie individuali. La Corte di Cassazione si è pronunciata l’11 marzo 2004 sul caso Ferrini contro Germania, affermando che i tribunali italiani dovevano prendere in considerazione le denunce di persone deportate durante la Seconda guerra mondiale e costrette a svolgere lavori forzati in Germania.

PRESIDENTE SPORTELLO DEI DIRITTI, D’AGATA CHIEDE SOLUZIONE POLITICA
Dopo la sentenza della Corte di Cassazione sono stati aperti numerosi processi contro la Germania, da parte di prigionieri di guerra. Per arrivare ai nostri tempi è arrivata la sentenza “storica” della 22 ottobre 2014 della Corte Costituzionale che ha avuto un immediato effetto sulle cause giudiziarie bloccate dalla legge n° 5 del 2013 del Parlamento italiano che ratificava la decisione de L’Aja. Alcune sono diventate esecutive, altre riprendono il loro iter ed è presumibile l’avvio di nuovi procedimenti anche se la questione è ancora lungi dall’essere conclusa.

In merito interviene il presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’Agata: “Una soluzione politica è solo auspicabile, ma non sembra perseguita anche perché la Germania è irremovibile. Fino ad oggi tutti i governi italiani, che se ne sono occupati di questa vicenda, se ne sono sempre lavati le mani”.




CALIFORNIA,DISASTRO AMBIENTALE: 400 MILA LITRI DI PETROLIO IN MARE

di Angelo Barraco
 
San Francisco (California)- Una delle più grandi minacce per il mare è il petrolio; quando esso si tergiversa causa danni irreparabili. E' quanto successo in California, davanti al litorale di Santa Barbara, dove la rottura di un oleodotto della Plains All American Pipeline LP ha causato la fuoriuscita di oltre 400 mila litri di petrolio, la macchia avrebbe un’estensione di circa sei chilometri e una larghezza di cinquanta metri. Le splendide spiagge di Santa Barbara che in estate sono affollatissime, adesso sono invase e macchiate dal petrolio che la ha trasformate in una distesa monocromatica nera.
 
La Guardia Costiera è intervenuta insieme ad una società che si occupa della ripulitura dell’acqua e un’organizzazione che si occupa della salvaguardia della fauna; sono accorsi anche numerosissimi volontari. I danni ambientali potrebbero essere ingenti e una stima attualmente non c’è, la compagnia petrolifera però ha dichiarato di aver chiuso l’oleodotto tempestivamente per limitare i danni che può causare il petrolio all’ambiente.
 
Nelle spiagge di Santa Barbara vi era stato già un disastro petrolifero il 28 gennaio del 1969 dove si sono tergiversati in mare circa 10.000-14.000 tonnellate di greggio in mare. Un altro disastro entrato nella storia è stato quello avvenuto nelle splendide Isole Galapagos, in cui la petroliera “Jessica” ha disperso in mare 568 tonnellate di greggio in quel fatidico gennaio del 2001. Per bonificare un territorio contaminato, spesso ci vogliono mesi o anni e molte risorse economiche, ma, le risorse spesso mancano e la bonifica non arriva mai. Di conseguenza quelli che da sempre sono stati definiti paradisi naturali diventano sempre più aree contaminate dall'oro nero.



NAVE DA CROCIERA SI INCAGLIA ALLE BERMUDE NEL NORTH CHANNEL

A.B.
 
Washington – La nave da crociera Norwegian Dawn partita da Boston per un viaggio di sette giorni si è incagliata alle Bermude nel North Channel. La nave trasporta 2.675 passeggeri e vi sono circa 1.062 membri dell’equipaggio a bordo. La Guardia Costiera riferisce che la situazione è sotto controllo e che al momento non risulta nessun ferito. Dalla nave giunge il comunicato in merito a quanto accaduto e riferisce di aver perso potenza nei motori e di essere rimasta senza propulsione e ciò ha portato all’urto contro la barriera corallina. Vi sono al momento diversi rimorchiatori per far fronte all’incidente e per recuperare la nave, ma al momento non è possibile procedere alle operazioni. Nel tratto di mare in cui si è incagliata la nave erano attesi lavori di drenaggio per permettere il passaggio delle navi. Si attendono sviluppi sulla vicenda. 



NAVE DA CROCIERA DI INCAGLIA ALLE BERMUDE NEL NORTH CHANNEL

di A.B.
 
Washington – La nave da crociera Norwegian Dawn partita da Boston per un viaggio di sette giorni si è incagliata alle Bermude nel North Channel. La nave trasporta 2.675 passeggeri e vi sono circa 1.062 membri dell’equipaggio a bordo. La Guardia Costiera riferisce che la situazione è sotto controllo e che al momento non risulta nessun ferito. Dalla nave giunge il comunicato in merito a quanto accaduto e riferisce di aver perso potenza nei motori e di essere rimasta senza propulsione e ciò ha portato all’urto contro la barriera corallina. Vi sono al momento diversi rimorchiatori per far fronte all’incidente e per recuperare la nave, ma al momento non è possibile procedere alle operazioni. Nel tratto di mare in cui si è incagliata la nave erano attesi lavori di drenaggio per permettere il passaggio delle navi. Si attendono sviluppi sulla vicenda. 



CISGIORDANIA: TORNA L'INCUBO "APARTHEID"

di Angelo Barraco
 
Cisgiordania-E’ stato  disposto dal ministro della Difesa israeliano un’apartheid. La misura è stata disposta sugli autobus in Cisgiordania e con tale misura i palestinesi non viaggeranno più sugli stesi autobus utilizzati dagli israeliani. Oltre a questo sistema restrittivo posto ai lavoratori palestinesi che si devono recare in Israele, costoro dovranno tornare in Cisgiordania esattamente attraversando gli stessi posti di blocco che li ha visti passare all’andata, il tempo per spostarsi ovviamente si dilata ci vogliono più ore.
 
Tale misura comunque sarà avviata soltanto a livello sperimentale e per tre mesi, dopo i tre mesi si vedranno i risultati e verrà valutato il da farsi. Un funzionario ha riferito: “Nell'ambito di un progetto pilota di tre mesi, i palestinesi che lavorano in Israele dovranno, a partire da mercoledi', tornare a casa attraverso lo stesso valico senza prendere gli autobus utilizzati dai residenti di Giudea e Samaria”. Nel merito della vicenda si è espresso anche il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, dove ha riferito che l’iniziativa serve per “un miglior controllo dei palestinesi e ridurra' i rischi”.
 
La parola Apartheid venne adottata nella Repubblica Sudafricana per separare il paese tra bianchi e neri da una parte, meticci e indiani da un’altra parte. Questa politica portava la popolazione nera a vivere in uno stato di inferiorità e proibizioni. La Repubblica Sudafricana, che in origine era l’Unione Africana, sin dalle origini fu attraversata da contrasti tra culture poiché vi era una minoranza di bianchi che era del 21% e un 60% di neri, ma privi di diritti poiché privati di diritti fondamentali. Negli anni che intercorrono tra il 1943 e il 1950 vi furono leggi contro i matrimoni misti, vi fu l’impedimento a neri, indiani e meticci a luoghi frequentati dai bianchi, luoghi che potevano ospedali, ma anche scuole. Ma negli anni 50 vi fu un’opposizione da parte dell’African National Congress (ANC), organizzazione esistente dal 1912 che usa come esempio Gandhi e come arma la disobbedienza civile e la resistenza passiva. Il risultato però non fu uno dei migliori poiché intervennero le forze armate e la protesta sfociò nel sangue. Ma le cose cambiarono sul finire degli anni 80 e all’inizio degli anni 90. Il primo ministro USA Frederik de Klerk dal 1989 si impegnò ad avviare i negoziati con l’ANC e fece legalizzare le opposizioni. Nel settembre del 1990 vi fu un avvenimento importantissimo che è entrato nella storia poiché Nelson Mandela venne liberato, la fine dell’Apartheid fu sancita nel 1991 con l’abolizione delle principali leggi di segregazione.



CORSA AL NUCLEARE: ARABIA SAUDITA PRONTA AD ACQUISTARE ORDIGNI DAL PAKISTAN

di Matteo La Stella

Riad- In vista della possibile chiusura dell'accordo quadro sul nucleare iraniano, prevista entro il 30giugno, è iniziata una vera e propria corsa all'atomica nel Golfo Persico. Stando a ciò che riferiscono fonti di intelligence USA, riportate dal Sunday Times e citate oggi dall'Independent, l'Arabia Saudita sarebbe in procinto di acquistare dal Pakistan un ordigno nucleare già pronto e funzionante. Riad, capitale Saudita nonchè culla del wahabismo ( frangia che interpreta in modo estremo l'Islam sunnita), starebbe approntando questa mossa per trovarsi, nel prossimo futuro, un passo avanti a Tehran.

Una fonte anonima del Pentagono dichiara, oltretutto, che tra i pakistani e la Casa dei Saud, la famiglia regnante in Arabia Saudita, vi sarebbe già un accordo di vecchia data in materia di nucleare, pronto per essere sfruttato ora che l'Arabia Saudita sembra aver preso una decisione.

In questo modo, Riad, vedrebbe rimbalzare verso di sé la giusta contropartita agli investimenti da miliardi di dollari concessi negli anni '70 ad Islamabad per il programma nucleare pakistano, nato per far fronte all'atomica indiana. Inoltre, i pakistani sunniti, hanno altri legami con l'Arabia Saudita oltre l'interpretazione dell'Islam: il Pakistan è infatti tra i 10 paesi della coalizione al fianco dell'Arabia Saudita nella lotta ai ribelli sciiti Houthi ( che vantano l'appoggio di Tehran) in Yemen, sebbene si trovi a migliaia di chilometri di distanza dall'area .




CORSA AL NUCLEARE: ARABIA SAUDITA STAREBBE PER ACQUISTARE ORDIGNO DAL PAKISTAN IN VISTA DEL 30 GIUGNO

di Matteo La Stella

Riad- In vista della possibile chiusura dell'accordo quadro sul nucleare iraniano, prevista entro il 30giugno, è iniziata una vera e propria corsa all'atomica nel Golfo Persico. Stando a ciò che riferiscono fonti di intelligence USA, riportate dal Sunday Times e citate oggi dall'Independent, l'Arabia Saudita sarebbe in procinto di acquistare dal Pakistan un ordigno nucleare già pronto e funzionante. Riad, capitale Saudita nonchè culla del wahabismo ( frangia che interpreta in modo estremo l'Islam sunnita), starebbe approntando questa mossa per trovarsi, nel prossimo futuro, un passo avanti a Tehran.

Una fonte anonima del Pentagono dichiara, oltretutto, che tra i pakistani e la Casa dei Saud, la famiglia regnante in Arabia Saudita, vi sarebbe già un accordo di vecchia data in materia di nucleare, pronto per essere sfruttato ora che l'Arabia Saudita sembra aver preso una decisione.

In questo modo, Riad, vedrebbe rimbalzare verso di sé la giusta contropartita agli investimenti da miliardi di dollari concessi negli anni '70 ad Islamabad per il programma nucleare pakistano, nato per far fronte all'atomica indiana. Inoltre, i pakistani sunniti, hanno altri legami con l'Arabia Saudita oltre l'interpretazione dell'Islam: il Pakistan è infatti tra i 10 paesi della coalizione al fianco dell'Arabia Saudita nella lotta ai ribelli sciiti Houthi ( che vantano l'appoggio di Tehran) in Yemen, sebbene si trovi a migliaia di chilometri di distanza dall'area .