WASHINGTON: STUDIO DIMOSTRA CHE LA COCAINA AUMENTA RISCHIO DI CONTRARRE HIV
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di Christian Montagna
Tunisia – Un venerdì nero è quello che abbiamo appena vissuto in tutto il mondo: paura, terrore e angoscia in quattro paesi del mondo. Francia, Tunisia, Kuwait city e Somalia ieri sono state sotto scacco del terrorismo per l’intera giornata. Rivendicati dai terroristi attraverso social network, gli attentati hanno causato la morte di diversi civili tra cui anche molti bambini. In Tunisia, nel venerdì di Ramadan di fronte ai due hotel di lusso, i terroristi hanno seminato il terrore tra i bagnanti. Una spiaggia che presto si è trasformata in un cimitero, colorata improvvisamente di morte. I terroristi giunti dal mare hanno sparato senza alcuna remore su ombrelloni e lettini colpendo ad ora 39 persone e ferendone altrettante 36. Appena dopo tre mesi dalla strage del Bardo dunque in Tunisia si torna a parlare di terrorismo.
Tra i morti al momento non risultano italiani ma tunisini, tedeschi, belgi e britannici. Un attacco al turismo quello di ieri, fonte di ricchezza per ogni paese. Al momento i turisti hanno lasciato la Tunisia e molte altre agenzie turistiche hanno cancellato le prenotazioni presso quei luoghi. Alcuni turisti sono stati intervistati in aeroporto e raccontano ancora sotto shock quei minuti di terrore e panico. Fuga di massa questa mattina da parte dei numerosi turisti che tornano nei propri paesi.
Sui social Isis. Sono state mostrate sui social le foto dell’attentatore tunisino osannato e idolatrato come un eroe. E’ uno studente 22 enne proveniente dai sobborghi di Sousse che spesso frequentava le moschee del luogo. Proprio in merito alle moschee, il primo ministro tunisino ha dichiarato di voler chiudere entro una settimana circa 80 moschee al di fuori del controllo dello stato tunisino. Proprio una di queste 80 moschee sarebbe quella che spesso frequentava l’attentatore.
Il presidente tunisino. Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha ammesso che "la Tunisia non può rispondere agli attentati da sola" ma "serve una strategia globale". Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha sentito il collega tunisino, con il quale ha discusso di iniziative future anti-terrorismo, ma anche economiche: i danni al turismo del Paese dopo il secondo gravissimo attacco terroristico in pochi mesi saranno pesanti.
Allerta anche in Italia. Già da ieri, in Italia i livelli di allarme erano abbastanza alti. Il ministro degli Interni Alfano aveva già annunciato di aver allertato questure e prefetture. Un'azione comune contro il terrorismo e' stata invocata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Bruxelles per il Consiglio europeo, ha espresso "dolore e vicinanza" al governo e al popolo tunisini.
di Christian Montagna
Londra – E’ da Scotland Yard che giunge l’allarme dell’unità anti terrorismo che ha sventato un’ attacco contro la parata delle forze armate a Merton, un quartiere sud occidentale di Londra. Il tabloid britannico The Sun ha giocato un ruolo fondamentale in questa operazione: l’attacco prevedeva l’esplosione di un ordigno rudimentale letale formato da una pentola a pressione imbottita di esplosivo, chiodi e cuscinetti a sfera, da trasformare al momento della deflagrazione in proiettili letali.
L’obiettivo dell’attacco. Si cercava di uccidere il più alto numero di persone con gli stessi strumenti con cui a Boston morirono numerosi civili. Soldati e civili presenti alla parata sarebbero state le vittime preferite dell’Isis. La bomba sarebbe dovuta esplodere vicino all'esatto punto di Londra in cui venne decapitato il caporale Lee Rigby il 22 maggio del 2013 da due uomini di origine nigerian
“The Sun”. Il giornale più famoso del Regno Unito, nonché il più venduto sostiene di aver giocato un ruolo attivo nello sventare l'attentato poiché il capo dell' unità di hacker di Isis in Siria, a sua insaputa, ha reclutato online uno dei suoi investigatori sotto copertura per effettuare l'attentato. L'operativo di Isis, Junaid Hussain, scappato dal Regno Unito in Siria, "ha addestrato il nostro uomo a costruire la bomba ma noi abbiamo avvertito la polizia", ha scritto il Sun nell'edizione tra qualche ora in edicola. Lo stesso Hussain avrebbe poi inviato all’investigatore sotto copertura un diagramma in nove pagine in inglese per costruire un ordigno da celare all’interno di uno zaino e solo alla fine, gli avrebbe indicato il luogo da colpire definendolo “ il cuore dell’esercito crociato”.
In collaborazione continua con Scotland Yard, è scattata l’operazione. Resta comunque molto alta l’allerta anche nel Regno Unito.
Terrore e paura è ciò che rimane di un incubo che ha animato l'intero venerdì 26 giugno 2015. Tunisia, Francia, ma anche Kuwait e Somalia. La jihad si scatena nel venerdi' del Ramadan colpendo tre continenti quasi simultaneamente. L'attentato piu' grave sulla spiaggia di fronte a due hotel di lusso a Sousse, nel golfo di Hammamet in Tunisia: 38 morti e 36 feriti, in buona parte stranieri, tre mesi dopo il massacro del museo del Bardo a Tunisi, 21 morti tra cui 4 italiani. Sarebbe escluso il coinvolgimento di connazionali, anche se l'Unita' di crisi della Farnesina prosegue le verifiche. Nel sud-est della Francia, vicino Lione, un uomo ha fatto irruzione nell'impianto di gas industriale Air Products a Saint-Quentin-Fallavier, dipartimento dell'Isere, e ha colpito bombole di gas causando l'esplosione e ferendo due persone. Ma nel complesso industriale, sulla recinzione del cortile, e' stata trovata infilzata la testa decapitata di un imprenditore, il gestore di una societa' di trasporti che si trovava li' per una consegna. La vittima sarebbe il datore di lavoro del presunto attentatore.
A Kuwait City un kamikaze si e' fatto esplodere in una moschea sciita durante la preghiera del venerdi', uccidendo almeno 27 persone e ferendone circa 200. In Somalia i miliziani islamici Shabaab, legati ad Al Qaeda, hanno lanciato un'autobomba contro la base delle truppe di peacekeeping dell'Unione africana a Leego, 130 chilometri a sud di Mogadiscio, ingaggiando dopo l'esplosione una lunga battaglia con la sicurezza, per una bilancio finale di una trentina di morti. In Tunisia l'hotel di lusso preso di mira a Sousse e' il Riu Imperial Marhaba. Ancora non definitivo il bilancio, come pure e' incompleto il conto delle vittime straniere. Di certo si sa che i morti britannici sono cinque, tra i quali una donna irlandese. Ma potrebbero essere di piu', perche' la struttura e' molto frequesttata da turisti britannici. Ci sarebbero anche vittime di nazionalita' tedesca, belga, ucraina e norvegese, oltre che tunisina.
Il racconto dei testimoni e' ovviamente confuso ma altrettanto spaventoso: secondo alcuni i jihadisti sono arrivati via mare, per altri a bordo di una piccola mongolfiera. Un terrorista e' stato ucciso dalle forze di sicurezza: e' uno studente non conosciuto alla giustizia, proveniente dalla regione di9 Kairouan, nel centro del Paese, una delle citta' sante dell'Islam. Era vestito come un comune bagnante, arriva in spiaggia con un kalashnikov nascosto nell'ombrellone. Un altro uomo e' stato arrestato ad Akouda, localita' a pochi chilometri da Sousse. Ma secondo alcune fonti del governo tunisino il terrorista ucciso avrebbe agito da solo. Molti bagnanti si sono barricati nelle stanze.
Da gelsomini a svolta laica, con incubo jihadista. Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha ammesso che "la Tunisia non puo' rispondere agli attentati da sola" ma "serve una strategia globale". Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha sentito il collega tunisino, con il quale ha discusso di iniziative future anti-terrorismo, ma anche economiche: i danni al turismo del Paese dopo il secondo gravissimo attacco terroristico in pochi mesi saranno pesanti. Dopo gli attentati il Viminale ha "alzato il livello d'allerta" nel Paese. Un'azione comune contro il terrorismo e' stata invocata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Bruxelles per il Consiglio europeo, ha espresso "dolore e vicinanza" al governo e al popolo turnisini.
GUARDA IL VIDEO DELL'ELICOTTERO CHE SORVOLA LA SPIAGGIA
#Tunisia, elicottero sorvola la spiaggia dell'#attentato. IL VIDEO -> http://t.co/KZE6wFUrLP #AttentatSousse
— YouReporter (@YouReporter) 26 Giugno 2015
Una donna di Dublino ha raccontato alla radio pubblica irlandese Rte di aver appena fatto in tempo a raccogliere i suoi figli dall'acqua, una volta sentiti i primi spari, per poi rifugiarsi in hotel. "Era circa mezzogiorno e ho visto a circa 500 metri da me una piccola mongolfiera venire giu' e poi subito una sparatoria. Poi ho visto alcune persone correre verso di me, io pensavo fossero fuochi d'artificio". Poi, appunto, la presa di coscienza. "Ho pensato, 'oh mio Dio, sembrano colpi d'arma da fuoco', cosi' sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli e le nostre cose e mentre correvo verso l'hotel i camerieri e il personale gridavano 'correte! correte'! Cosi' siamo corsi verso il nostro bungalow e siamo ancora intrappolati qui dentro. Non sappiamo che cosa sta succedendo".
di Christian Montagna
Usa – La Corte suprema americana ha stabilito con una decisione 5 a 4 che il diritto al matrimonio gay debba essere garantito su tutto il territorio. Indubbiamente all’avanguardia rispetto al nostro paese in merito alla questione, finora negli Usa solo in alcuni paesi due persone dello stesso sesso non si sarebbero potute unire in matrimonio. Oggi, invece, la decisione di estendere tale diritto a tutti gli stati, dopo cinque cause legali che erano state portate all'attenzione della corte e dopo decenni di attivismo e di battaglie per il matrimonio.
Il presidente Barack Obama. "Oggi e' un grande passo nella nostra marcia verso l'uguaglianza", ha commentato il presidente Obama con un tweet. Alle 17 di oggi in Italia, il presidente ha infatti tenuto un discorso per congratularsi con tutti gli attivisti per la sentenza. L’imposizione dunque va anche a quei 13 stati che ancora vietavano espressamente il matrimonio. Soddisfazione è stata espressa anche da Hilary Clinton e Martin O’Malley.
Intanto, a Washington, per le strade e dinanzi alla Corte Suprema sono andati in scena i festeggiamenti per quella che si prefigura essere una grande vittoria per e un grande passo avanti nella parità sociale tra gli esseri umani che in Italia, è ancora latitante.
di Ch. Mo.
Somalia – Almeno trenta persone sono morte in un attentato kamikaze contro la base militare dell'Unione africana nel sud della Somalia. A rivendicare l'attacco, compiuto attraverso l’esplosione di un'autobomba, sono stati miliziani somali di al-Shabab. L'Amisom, la missione dell'Unione africana in Somalia ha confermato su Twitter di aver subito l'attacco, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
Il racconto degli abitanti. Stando a quanto riferito dagli abitanti del villaggio Lego, situato 100 chilometri a nord-ovest di Mogadiscio, l'attacco è iniziato con un attentato kamikaze all'ingresso della base, seguito dall'assalto lanciato da decine di combattenti armati di mitragliatrici e lanciagranate. La base è gestita dai soldati del Burundi, che fanno parte del contingente di 22.000 uomini di Amisom.
Il gruppo terroristico. Secondo quanto riportato dal portavoce del gruppo terroristico "decine" di persone, sarebbero morte e i jihadisti avrebbero preso il controllo della base: "la bandiera nera islamica sta sventolando sulla principale base dell'Amisom a Lego da questa mattina e i cadaveri sono sparsi in tutta l'area, mentre i mujaheddin hanno requisito tutte le loro armi", ha detto il comandante di al-Shabaab Mohamed Abu-Yahya.
di Ch. Mo.
Kuwait – Nel giorno delle stragi, anche in Kuwait l’Isis ha scatenato la furia omicida di sempre: 25 morti e 202 feriti è il bilancio dell’ultimo attacco firmato Isis nella moschea sciita al Imam al Sadiq a Kuwait City. L’attacco è avvenuto durante il venerdì di preghiera ed è stato rivendicato dall’Isis. Secondo le prime testimonianze rilasciate ad Al Jazeera, un uomo sarebbe entrato in moschea e si sarebbe fatto saltare in aria al grido di “Allah è grande”. Secondo il paramedico e attivista per i diritti umani Abdelrahman al-Yusef tra i morti ci sono soprattutto uomini e bambini.
L’attentato in moschea. Sarebbe stata scelta dall’Isis perché “diffondeva gli insegnamenti sciiti tra la popolazione sunnita” la moschea in cui un uomo si è fatto saltare in aria oggi. Gli sciiti che in Kuwait rappresentano il 30% della popolazione su un totale di 1,3 milioni di abitanti da sempre sono in contrasto con i sunniti. L’attentatore è stato identificato come Abu Suleiman al-Muwahed in un post sui social network.
Il primo ministro. Questo attentato punta a “minare la nostra unità nazionale”, ha commentato il primo ministro del Kuwait Sheikh Jaber, Ma noi siamo più forti” dei terroristi.
di Matteo La Stella
Francia – Una persona è morta e varie altre sono rimaste ferite in un attentato probabilmente di matrice jihadista in Francia. Un uomo a bordo di un'auto ha fatto irruzione nell' impianto di gas industriale Air Products a Saint-Quentin-Fallavier e ha fatto una gimkana, cercando di colpire bombole di gas e ha provocato un'esplosione. Poco dopo all'interno del complesso industriale è stato ritrovato n corpo decapitato vicino l'impianto. Non e' chiaro se il terrorista fosse da solo.
La parola ad Hollande. Ad annunciare la matrice jhiadista dell'attentato avvenuto poco dopo le 10 di questa mattina nel complesso industriale Air Products a Saint-Quentin-Fallavier è stato il presidente francese Francois Hollande. “Non bisogna cedere alla paura”, ha sottolineato Hollande alla fine del summit Ue da Bruxelles, poiché:”L'emotività non può essere la sola risposta”. Il leader d'oltralpe, inoltre, ha confermato l'avvenuta identificazione dell'attentatore, esprimendo solidarietà nei confronti della vittima non ancora identificata. Hollande ha poi dichiarato come anche i leader dei 28 presenti in Consiglio Ue hanno espresso la loro solidarietà nei confronti dell'accaduto: “ Perchè sanno che potrebbe accadere altrettanto nei loro Paesi”. Il capo dell'Eliseo rimane comunque in contatto costante con i servizi segreti ed il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve.
La scoperta. La testa della vittima decapitata, rinvenuta appesa alla recinzione del complesso industriale che costeggia la statale Rd311, sarebbe, secondo i media francesi, ricoperta di iscrizioni in arabo. Ancora da chiarire la provenienza del corpo decapitato, che potrebbe essere stato trasportato sul luogo dell'attacco jhiadista dall'attentatore.
Le misure post-attentato. La procura parigina ha dichiarato di aver aperto un'indagine per: “Omicidio, tentato omicidio in associazione organizzata in relazione a un atto terroristico”, perpetrato prima delle 10 di questa mattina nell'impianto dell'Isere. Nella zona, dopo l'attacco jhiadista, la Polizia ha deciso di non ricorrere alla chiusura delle scuole poiché non sussiste alcun rischio, mantenendo così invariata l'attività degli istituti scolastici che avevano richiesto di prendere precauzioni. La zona, oltretutto, è controllata dall'alto dagli occhi vigili degli elicotteri della Gendarmeria.
Intanto, nell'ospedale Bourgoin-Jallieu è stata allestita un'unità di crisi.
Mattarella sull'attentato. Il capo di Stato tricolore, Sergio Mattarella, ha inviato una messaggio al presidente francese Francois Hollande, alla luce dell'attentato jhiadista. Nel messaggio, il presidente della Repubblica italiana esprime:” Lo sdegno e la condanna per il barbaro attacco omicida avvenuto questa mattina a Saint-Quentin-Fallavier”, e invia “Al popolo francese, già duramente colpito dall'attentato terroristico del 7 gennaio scorso, il cordoglio e la solidarietà dell'Italia intera”. Lo comunica una nota dell'ufficio stampa del Quirinale.
di Matteo La Stella
Bruxelles – Notte di fuoco a Bruxelles, dove in seguito ad estenuanti trattative il Consiglio europeo ha detto sì alla ridistribuzione dei 40mila richiedenti asilo da Grecia e Italia verso tutti gli altri stati membri, aggiungendo al testo un riferimento del Consiglio europeo straordinario dello scorso 23 aprile, in cui si parlava di base volontaria.
La ridistribuzione. Entro luglio tutti i paesi dell'Unione, fatte salve Ungheria e Bulgaria che già ricevono flussi migratori consistenti dall'Est e dalla Turchia, e che in questo caso sono esentate dall'accoglienza, dovranno concordare un numero di migranti per cui aprire le porte. I paesi contrari alla redistribuzione, hanno ottenuto che nel testo non comparisse esplicitamente il termine “obbligatorio”, anche se nel testo non sarà presente, allo stesso modo, il termine “volontario”.
Oltre i 40mila richiedenti asilo che saranno distribuiti in due anni per gli stati membri, l'Ue si prepara ad accogliere altre 20mila persone dai campi profughi dei paesi terzi per il “reinsediamento”. Ad affrontare la questione, il prossimo 9 e 10 luglio ci penserà il consiglio informale dei ministri.
Dopo il consiglio. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi appare soddisfatto al termine del Consiglio europeo, teatro del via libera alla ridistribuzione dei 40mila richiedenti asilo da Italia e Grecia, verso gli altri stati membri. Il premier definisce la decisione:”Un primo passo perchè la politica dell'immigrazione sia europea”, prima di sottolineare l'abolizione dell'espressione “su base volontaria”, che alcuni paesi avrebbero voluto inserire nel testo. Matteo Renzi ha poi spiegato l'importanza del :”Principio assunto che non si tratta solo di un problema dell'Italia o della Grecia ma di tutta l'Europa: questo mi sembra un fatto positivo sapendo che c'è ancora moltissimo da fare”. “Se di fronte a un piccolo numero come 40 mila persone – ha continuato il premier italiano-non vi fosse stata solidarietà, sarebbe stata presa in giro nei confronti dell'Europa, di cui siamo stati fondatori con altri cinque paesi per la libertà, la democrazia e i valori condivisi: non può essere la patria dell'egoismo, ma della condivisione dei valori: aver raggiunto oggi questo accordo è stato importante”.
Una notte di passione per Matteo Renzi. Tutt'altro clima, invece, durante il summit, che ha visto il premier nostrano scontrarsi duramente, secondo i presenti, contro i leader europei contrari alla ripartizione dei 40mila migranti. “Se non siete d'accordo sui 40 mila non siete degni di chiamarvi Europa- avrebbe detto Renzi, stando alle testimonianze, per poi aggiungere-se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c'è solidarietà, o non fateci perdere tempo”. “Non accettiamo nessuna concessione, o fate un gesto anche simbolico oppure non preoccupatevi: l'Italia può permettersi di fare da sola”, ha continuato il presidente del Consiglio tricolore, prima di incalzare sottolineando che: “È l'Europa che non può permetterselo”. “Mi emoziono davanti all'Europa. Sono figlio di questa storia. Mi emoziono pensando che domani sarà qui Delors. Ma non accetterò mai che questa discussione sia così meschina e egoista. Abbiamo fondato l'Europa perchè avevamo ideali. Ho pianto per il muro di Berlino, ho pianto per Srebrenica. Credo in un ideale. Non accetterò mai un compromesso al ribasso” ha poi affondato Renzi, che, stando sempre alle parole dei presenti avrebbe avuto un duro scontro con la presidente lituana Grybausakaite.
Il presidente del Consiglio Ue. ”Non c'èconsenso tra gli Stati membri sulle quote obbligatorie di migranti”, aveva scritto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, su Twitter. “Il meccanismo volontario è credibile soltanto con significativi e precisi impegni entro la fine di luglio”, aggiunge. “Non ho dubbi che ci vorrà molto tempo per costruire un nuovo consenso europeo sull'immigrazione”, osserva Tusk. “Ma prima e innanzitutto, abbiamo bisogno di contenere l'immigrazione illegale e questa dovrebbe essere la nostra priorità”.