COLONIA SOTTO SHOCK, 1000 IMMIGRATI STUPRANO E RAPINANO ALMENO 90 DONNE

di Maria Chiara Pacifici

Colonia – Decine di donne molestate e stuprate da almeno cento aggressori nella piazza della stazione centrale a Colonia il giorno di Capodanno. Questi uomini, con tutta probabilità immigrati, erano imbottiti di alcool, senza più freni e controlli. La polizia ritiene che abbiano agito in piccoli gruppi con la finalità di rapinarle. Tre di loro sono stati identificati, ma non ancora arrestati.

Adesso si indaga su una rete criminale proveniente dalla vicina città di Duesseldorf, che dista una quarantina di chilometri. L'aggressione di massa in Germania sta dividendo gli animi e ha scatenato anche polemiche dai toni accesi sull'immigrazione e l'accoglienza dei rifugiati dopo che alcune delle vittime hanno riferito di aggressori dall'apparenza "araba o nordafricana". Almeno una delle circa 90 donne che hanno sporto denuncia ha denunciato di essere stata violentata. Il tipo di incidenti, secondo la polizia, è simile ad altri avvenuti, su scala minore, a Duesseldorf, dove in passato delle donne sono state distratte con violente molestie sessuali mentre venivano derubate. Le polizie delle due città renane stanno collaborando da alcune ore su questo caso.
Hanno sparato una "quantità inaudita" di petardi e fuochi d'artificio, anche ad altezza d'uomo, creando panico. Poi la massa si è frantumata in gruppi più piccoli, che hanno circondato le donne compiendo quello che il capo della polizia di Colonia, Wolfgang Albers, ha definito "pesanti delitti sessuali di una dimensione completamente nuova". Di certo finora sconosciuta in Germania. Le testimonianze sono sconvolgenti. "Non siamo di fronte a 1.000 colpevoli", ha precisato Albers in conferenza stampa ricostruendo la dinamica degli eventi, ma è impossibile e prematuro fornire una cifra precisa. Il numero delle denunce presentate aumenta di ora in ora.
Nel frattempo, sono state adottate misure straordinarie per garantire la sicurezza delle donne in vista del Carnevale dal 4 al 10 febbraio, quando la città ospiterà un milione di visitatori. Ci saranno poliziotti a ogni angolo, in uniforme e in abiti civili e videocamere mobili. Reker ha poi ha voluto ribadire: "Non c'è la minima indicazione che tra i colpevoli vi siano profughi attualmente ospitati nei centri della città, ogni supposizione in tal senso è assolutamente inattendibile". La vicenda di Colonia ha scatenato, soprattutto su Internet, un dibattito molto acceso, in cui non sono mancati toni razzisti. In serata c'è stata una manifestazione spontanea di cittadini di fronte al duomo di Colonia per protestare contro le aggressioni: 300 persone, secondo stime della polizia, si sono radunate dietro allo striscione "Nessuna violenza contro le donne".




TERRORE ATTENTATI, NUOVO BOIA DELL'ISIS SFIDA LONDRA

Red. Esteri

Altro terrore islamico che minaccia i paesi pronti a contrastare il terrorismo. Un miliziano dell'Isis sfida la Gran Bretagna in un video in cui definisce David Cameron un "imbecille" per aver deciso di combattere lo Stato Islamico. Nella sequenza vengono poi giustiziate 5 presunte "spie" accusate di lavorare per Londra. Lo riferisce il Site. Il boia 'simula' i modi e il linguaggio di Jihadi John in perfetto inglese.

Il premier britannico viene definito uno "schiavo della Casa Bianca", un "leader insignificante che ha sfidato" lo Stato islamico. Il boia si rivolge direttamente a Cameron puntando diverse volte la pistola verso la camera. "Britannici, sappiate che vi invaderemo. Pensate che il vostro governo si prenderà cura di voi quando sarete nelle nostre mani?". "Perderete questa guerra, come avete perso in Iraq e Afghanistan". Poi i cinque uomini in ginocchio, tutti in tenuta arancione dopo aver 'confessato' in arabo di "lavorare per l'intelligence britannica", vengono uccisi con un colpo di pistola alla testa. O almeno così lascia credere il montaggio del video. Il filmato si conclude con l'immagine di un bambino che in inglese minaccia di uccidere tutti i miscredenti




FINLANDIA, SICUREZZA, IMMIGRAZIONE ED ECONOMIA: I TEMI PRINCIPALI NEI DISCORSI DI INIZIO D’ANNO DEI LEADERS DEL PAESE

di Gianfranco Nitti

Nel suo consueto discorso di Capodanno, trasmesso alla nazione  il 1° gennaio 2016, il Presidente della Repubblica Sauli Niinistö ha sottolineato come Finlandia e la Svezia abbiano una grande e comune, opportunità di promuovere la sicurezza del Nord Europa. "La Svezia e la Finlandia sono partner speciali della NATO. La nostra intensificata cooperazione militare sta andando bene ed è molto apprezzato in entrambi i paesi", ha detto. "Nessuno dei nostri paesi è in un'alleanza militare. Insieme, abbiamo forti legami sia con ovest che con l’est, il che fornisce ai due paesi uno status speciale. Questo crea anche opportunità per impegnarsi in un lavoro importante per promuovere la sicurezza e la stabilità del Nord Europa”. Secondo il Presidente, è logico continuare a estendere la cooperazione tra i due paesi in materia di politica estera e di sicurezza. "È nell'interesse di entrambi i paesi promuovere la reciproca sicurezza su base cooperativa, al fine di sviluppare misure di fiducia."

La crisi dei rifugiati ha colto di sorpresa i responsabili politici Niinistö ha sottolineato come la crisi dei rifugiati abbia colto di sorpresa l’Europa, nonostante il fatto che si fosse assistito all’esodo durante gli anni di un enorme numero di persone attraverso il Mediterraneo. "Mentre alcuni sono in fuga da pericoli, altri sono alla ricerca di una vita migliore, ed entrambe sono naturali motivazioni umane. Lo sfruttamento, a volte anche come esercizio di politica di potenza, può anche celarsi dietro questo spostamento di persone".
Il Presidente ha ricordato che anche se nel mondo vi sia un numero incalcolabile di persone che sarebbero dirette verso destinazioni europee, ci sono limiti alla apacità di prendersi cura di loro. "Considero le soluzioni adottate dal governo finlandese come un tentativo di assicurare risorse per aiutare i più bisognosi."
Il Presidente ha anche sottolineato come siano sorti problemi per la popolazione finlandese ma che il lancio di  molotov e la persecuzione o incitamento all'odio nei confronti dei rifugiati sono reati gravi. "Si sono verificati troppi incidenti di questo tipo." Alcuni immigrati, peraltro, hanno commesso dei crimini. "Le autorità devono informare chiaramente su tali atti e le loro conseguenze, indipendentemente dal fatto che gli autori siano finlandesi o immigrati. Ciò contribuirà a calmare le emozioni in aumento ed a stroncare voci sul nascere".
Niinistö ha detto che i finlandesi non sono attratti da idee estremiste ed ha parafrasato la vecchia massima – "Quando in Finlandia …(Quando sei a Roma, fai come fanno i Romani(, ndr)" "L'immigrazione non può mai significare che i nostri valori fondamentali – la democrazia, uguaglianza e diritti umani – siano messi in discussione".

La percezione della sicurezza è cambiata Per Niinistö, il concetto di sicurezza è cambiato. "Ci siamo svegliati in guerra solo quando era su di noi in Europa, con le azioni riprovevoli della Russia in Crimea e Ucraina hanno interrotto la nostra oasi di pace."
La questione chiave sta nel risolvere la crisi siriana. "Gli Stati Uniti e la Russia sono coinvolti, impegnati in combattimento sullo stesso fronte, ma con un idee un po’ diverse su chi sia il nemico. Mentre tale situazione è fonte di pericolo, sta anche costringendoli a cercare soluzioni comuni. Se tali soluzioni si possono trovare in Siria, ciò consentirà sperabilmente un rilassamento delle tensioni altrove." L'aumento delle tensioni internazionali si sono riflesse anche nelle regioni vicino alla Finlandia, ove la Russia e la NATO hanno aumentato la loro presenza militare. Il Presidente ha ribadito la sua posizione sul fatto che la Finlandia sta perseguendo una politica attiva di promozione della stabilità e che questa ha buone prospettive di successo nella regione del Baltico. "I vari Stati non hanno rivendicazioni territoriali tra loro le loro situazioni politiche interne sono stabili. Nonostante il fatto che le tensioni da lontano stiano avendo un impatto, nessuna crisi spontanea sta minacciando di erompere nella regione”.

Gli obiettivi raggiunti e quelli mancati
Soffermandosi sulla situazione e le prospettive economiche del Paese, il Presidente ha detto che la Finlandia ha registrato anni di magra in termini economici, senza alcun grande miglioramento ancora in vista. "Continueremo a vivere con i soldi presi in prestito per qualche tempo, anche se abbiamo già provveduto a correggere questa situazione Tali periodi servono anche per mettere alla prova anche il nostro senso di giustizia, ed anche l’impegno che ognuno di noi profondere in linea con le proprie capacità." Ha quindi aggiunto che la Finlandia non può ora permettersi di dividersi e che la sua maggior forza risiede nella unità come società. Ha incoraggiato le varie parti che effettuano trattative nel mercato del lavoro a raggiungere un accordo: "Non si deve arrivare ad una primavera di contrasti tra di loro". Niinistö si è anche riferito nel suo discorso ai risultati ottenuti, ed alla competitività dei prezzi. "I risultati positivi ottenuti costituiscono una questione importante, molte persone basano su questi  il proprio benessere attuale e futuro. Tali benefici possono essere considerati acquisiti allorquando siano guadagnati e distribuiti.". Tuttavia, questo non è stato sempre il caso, facendo riferimento al fatto che il problema della competitività dei prezzi è stato riconosciuto da tutte le parti, anche se un accordo su come risolvere il problema deve ancora essere raggiunto. "Decidere su chi debba rinunciare ad alcuni vantaggi non è mai facile, e molti sospettano che altri ne raccoglieranno i benefici. I miglioramenti di competitività di prezzi non possono limitarsi ad una semplice divisione dei guadagni. Abbiamo bisogno di assumere impegni sufficientemente generali o addirittura specifici dell'azienda per utilizzare i guadagni come discusso, al fine di salvaguardare posti di lavoro ".

Anche buone notizie e contributi positivi Oltre ai vari problemi che la Finlandia deve affrontare, il Presidente non ha mancato di citare alcune buone notizie. Cominciando dal riferimento all'accordo di Parigi sul clima, alla nascente collaborazione tra gli Stati Uniti e la Russia nella risoluzione del conflitto siriano. "Anche se queste immagini non servono a sconfiggere i nostri nemici comuni, a risolvere il cambiamento climatico od a sconfiggere il terrorismo, sono risultati migliori del previsto."
Al termine del suo discorso, il Presidente, per comunicare speranza ed ottimismo, è tornato ad esemplificare elementi di notizie positive, riferendosi ad uno scolaro che ha fatto molto bene nella raccolta di mirtilli, e all'aumento della volontà di impegnarsi in attività di volontariato e per dare una mano. "Anche se abbiamo molti problemi, c'è anche molto di cui rallegrarsi."

La posizione del Premier: il 2016 come momento della verità….
Anche il  primo ministro finlandese Juha Sipilä, che guida un governo di coalizione tripartitica di centrodestra,  ha rivolto il suo indirizzo tradizionale, il 31 dicembre, cominciandolo con un elogio ad autorità e volontari che hanno partecipato nella gestione della crisi dei rifugiati ad oggi, dicendo che la Finlandia aveva gestito l'afflusso di oltre 32.000 rifugiati ragionevolmente bene. Non ha però lesinato critiche, sulla capacità della nazione di rinnovarsi, definendo il 2016 come “momento della verità”. "Da anni non siamo stati in grado di intraprendere le decisioni e le riforme necessarie. Il nostro mercato del lavoro è poco flessibile e non è stato in grado di rispettare la sua capacità di regolarsi, come avevamo promesso quando abbiamo aderito all'euro. L'unico modo per adattarsi è stato l’aumento del numero di disoccupati e questo non può continuare”.

Lavoretto sgradevole
Il  premier ha proseguito lamentando che il suo Governo ha il "compito sgradevole" di eliminare un divario di sostenibilità del valore di 10 miliardi di euro, ricordando che le misure di austerità sono impostate per rafforzare le finanze pubbliche di circa 4 miliardi di euro, e che le riforme strutturali quali quelle su servizi sanitari e sociali taglieranno la spesa pubblica di altri 4 miliardi. La riforma delle pensioni è già stato approvata dal Parlamento e le decisioni per ridimensionare il governo locale sono previste per l'inizio del 2016.
"Il Governo mira a coprire i restanti 2 miliardi del divario di sostenibilità con altre misure volte a promuovere la competitività e l'occupazione. Se questo obiettivo non venisse raggiunto, nella primavera del 2017 il governo dovrà attivare ulteriori risparmi e aumenti di tasse ".
Dopo i tentativi per assicurare quello che ha definito un 'contratto sociale' tra i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro erano falliti per l'ennesima volta all'inizio del dicembre scorso, Sipilä tenterà di superare lo stallo procedendo con il piano del governo di imporre una riforma del lavoro, ovvero tagli e risparmi in stipendi e benefici con cui preme sui negoziatori del suo contratto sociale, se le trattative dovessero andare a vuoto definitivamente. La riforma del lavoro è destinata a ridurre i costi per unità del lavoro del cinque per cento, cominciando ad entrare in vigore nel 2017, se il Parlamento la voterà come legge la prossima primavera.

Sondaggio poco promettente
Peraltro, forse proprio la concreta possibilità che il Governo scavalchi le parti sociali se queste non raggiungessero un accordo, sta avendo effetti non salutari sulla tenuta del Governo nell’opinione pubblica, visto che un recente sondaggio YLE, pubblicato il  30.12 scorso, fa balzare il partito socialdemocratico,SDP, che nelle elezioni politiche della scorsa primavera risultò quarto collocandolo all’opposizione, al primo posto, sopravanzando il Partito di Centro,KESK, del premier Sipilä come il più popolare partito in Finlandia. Nell’aprile 2015 il SDP conseguiva il 16,5% mentre in questo sondaggio sale al 22,7% e il KESK scende al 21,4%, pur rimanendo, con l’alleato KOK, Partito conservatore, ai libelli elettorali del 2015. In discesa i populisti Finlandesi del ministro degli esteri Soini e, in leggero calo, l’alleanza di sinistra ed i Verdi.
 




IRAN: ALI KHAMENEIHA MINACCIA UNA "VENDETTA DIVINA"

Red. Esteri
 
Teheran – Dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato, nella giornata di sabato, la morte mediante esecuzione di 47 persone poiché reputate appartenenti al terrorismo, tra sunniti e sciiti la tensione è altissima. Inoltre sono stati uccisi uno Sheikn sciita e l’imam Nimr al Nimr. La condanna degli sciiti è stata immediata e l’ambasciata saudita a Teheran è stata presa d’assalto da manifestanti che hanno prima lanciato bombe incendiarie e poi hanno saccheggiato, successivamente è intervenuta la polizia e li ha allontanati.

La Guida suprema iraniana Ali Khameneiha commentato l’esecuzione: “Senza dubbio l'illegittimo spargimento di sangue di questo martire innocente avrà un effetto rapido e la vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi”, ha aggiunto inoltre minacciato l’Arabia Saudita dicendo che sarà di fronte ad una “Vendetta divina” e che il sangue versato è stato un “errore politico” poiché “Il sangue di questo martire oppresso versato ingiustamente mostrerà presto le sue conseguenze e la vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi”. Teheran ha annunciato che sono state fermate circa 40 persone per l’assalto la notte scorsa all’ambasciata a Teheran “I sospetti sono stati identificati e fermati, e ci potrebbero essere altri arresti”. Teheran ha avvertito che Riad la “pagherà cara”. Gli Usa invece sono preoccupati che la vicenda possa aggravare le tensioni già presenti nella regione mediorientale. 



LUTTO NEL MONDO DEL ROCK: È MORTO LEMMY KILMISTER DEI MOTORHEAD

di Angelo Barraco

Los Angeles – E’ morto all' età di 70 anni Ian “Lemmy” Kilmister, storico leader e fondatore della Heavy metal band britannica, Motorhead. Il 26 dicembre gli era stato diagnosticato il cancro che lo ha poi portato alla morte.
 
Lemmy ha rappresentato per molti musicisti un punto di riferimento e lo è stato nella storia del rock degli anni 70/80/90/00. Sono in tanti a ricordarlo in questo triste giorno e in tanti ricordano un momento, una foto e attimi di vita vissuta in compagnia del rocker noto per i suoi eccessi e per la sua personalità estrema. Sulla pagina facebook della band è apparso il seguente post: “Aveva saputo della malattia il 26 dicembre. Era a casa, seduto davanti al suo videogame preferito, con la sua famiglia. Non ci sono parole per esprimere il nostro shock e la nostra tristezza. il nostro nobile e poderoso amico”. Il post invita inoltre a ricordare Lemmy con la sua musica a tutto volume o con un drink. Numerosi gli artisti che lo hanno ricordato, come Ozzy Osbourne che ha scritto su Twitter: “Lost one of my best friends, Lemmy, today.  He will be sadly missed.  He was a warrior and a legend.   I will see you on the other side”. Ma non sono, tutte le rock band internazionali hanno lasciato sui social un messaggio rivolto al loro mentore, come Gene Simmons, storico bassista dei Kiss che ha scritto su Twitter: “Lemmy, Rest in Peace, my friend” o Duff McKagan dei Guns n Roses, sempre su Twitter, “Rest In Peace Lemmy. A hell of a man who suffered no fools. U shall be missed brother, and, THANK u 4 the years of unwavering kick ass R&R”. Anche I Foo Fighters, band capitanata dal suo amico Dave Grohl hanno lasciato un messaggio per Lemmy: “Abbiamo perso un amico & Leggenda. Il mio cuore è spezzato. Rip Lemmy. Nato per perdere, vissuto per vincere”. 



TERRORISMO, DUE ARRESTI IN BELGIO: "PREPARAVANO ATTENTATI A CAPODANNO"

A. B.
 
Bruxelles – Un’inchiesta sul terrorismo ha portato all’arresto di due persone in Belgio che però non sarebbero collegate ai fatti di Parigi. Gli inquirenti sostengono che i due soggetti stavano preparando attentati. Quest’ultimo dettaglio proviene dalla stampa locale. La stampa locale e i media sostengono che uno degli obiettivi prossimi ad essere colpito dagli attentatori fosse il quartier generale della Polizia che si trova a Grand Place a Bruxelles. Sono state effettuate delle perquisizione  a Bruxelles, nel Brabante Fiammingo e a Liegi, inoltre il procuratore riferisce in merito all’inchiesta  “ha permesso di portare alla luce gravi minacce di attacchi per colpire luoghi emblematici di Bruxelles e che sarebbero stati commessi durante le feste di fine anno”. Emerge inoltre che oltre ai due arrestati sono stati posti in stato di fermo sei persone, è stata compiuta anche una perquisizione ma non sono state trovate armi ma materiale di addestramento militare, materiale informatico, materiale di propaganda dell’Isis. Il livello di allerta a Bruxelles è salito da 2 a 3. 



MOSCA: CONTINUANO I RAID CONTRO IL TRAFFICO DI PETROLIO DELL'ISIS

di Angelo Barraco
Mosca – La guerra contro l’Isis continua in maniera perseverante e l’obiettivo principale di chi vuole sconfiggere i Jihadisti è quello di colpirli nelle loro ricchezze.
 
Dalla Russia arrivano delle novità proprio in merito agli attacchi contro l’Isis. Dal Cremlino fanno sapere che stanno colpendo il traffico di petrolio dell’Isis verso la Turchia, e a dar prova a tale circostanza sono state diffuse delle immagini che dimostrano tale contrabbando.Nel corso di un Briefing con la stampa, a Mosca, al ministero della Difesa, i generali russi hanno presentato materiale fotografico e video in cui si vedono camion cisterne che trasportano petrolio, che vengono letteralmente polverizzate.

Al Briefing, il generale Sergei Rudskoy ha mostrato le immagini che scorrevano dietro le sue spalle. Sarebbero state distrutte 17 colonne di mezzi e da settembre ad oggi Mosca ha distrutto 2mila camion cisterna. La Russia ha un conto in sospeso con la Turchia in seguito all’abbattimento  di un caccia russo, inoltre il governo di Mosca ha mosso delle accuse contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, accusandolo di fare affari con l’Isis. Le accuse mosse da Mosca si basano sul dato oggettivo riguardante i 12mila camion visti andare e venire dalla Turchia attraverso il valico di frontiera di Zakho. Inoltre Mosca ha registrato una deviazione di percorso dei convogli per sfuggire ai bombardamenti russi. 



CINA: FINITO L'OBBLIGO DEL FIGLIO UNICO. LE COPPIE POTRANNO AVERE DUE FIGLI

di Angelo Barraco
Pechino – Dal 1 gennaio 2016, dopo 35 anni, finisce l’era dell’obbligo del figlio unico in Cina. E’ stata adottata dall’Assemblea Nazionale del popolo la legge che autorizza le coppie ad avere due figli, ponendo fine ad una restrizione che impediva la procreazione e il controllo delle nascite a tutte le coppie. In data 29 ottobre, l’agenzia ufficiale Nuova Cina aveva annunciato la novità dicendo che la Cina: “applicherà pienamente una politica che consentirà alle coppie di avere due figli in risposta all'invecchiamento della popolazione”. La legge del figlio unico fu varata nel 1979  ed era stata sempre difesa poiché, in caso contrario, avrebbe portato la popolazione ad una crescita esponenziale della popolazione. La restrizione apparentemente aveva aspetti positivi che riguardavano il controllo della popolazione per evitare un’eccessiva crescita demografica, ma aveva aspetti terribili e negativi come aborti forzati, inoltre c’erano coppie che abortivano appositamente perché preferivano avere un figlio maschio e ciò ha portato ad uno squilibrio demografico e al dato oggettivo che molti cittadini non potranno sposarsi. Altre novità per la Cina, è stata adottata all’unanimità la prima legge anti-terrorismo del Paese dall’Assemblea Nazionale del popolo. Non c’era una legge di questo tipo e il terrorismo ricadeva nell’ambito del crimine. Ma le novità non sono finite poiché è stata approvata dall’Assemblea la prima legge contro le violenze domestiche che garantisce supporto alle vittime. La norma definisce violenza qualsiasi tipo di offesa verbale, danno fisico cagionato a terzi e limitazione della libertà e si mobilita per attuare ordini restrittivi. 



ISIS: IL CALIFFO TORNA A MINACCIARE L'ITALIA

di Angelo Barraco
 
L’Isis torna a minacciare l’Italia con l’inquietante voce di Abu Bakr al-Baghdadi che minaccia tutti gli infedeli. Quella apparsa in rete, il giorno di Santo Stefano è una minaccia diretta, in cui si vedono chiaramente la Torre di Pisa e il Vaticano. I messaggi apparsi su Twitter potrebbero avere una doppia interpretazione: la prima riguarda una minaccia all’Italia, la seconda ipotesi vede in tali messaggi una serie di ordini di attacco agli obiettivi italiani. Il video in questione ha una durata di circa 30 secondi, si vedono i due simboli italiani per eccellenza e sotto la frase: “O europei, lo Stato islamico non ha avviato una guerra contro di voi come i vostri governi e i media cercano di farvi credere.

Loro hanno iniziato l'aggressione contro di noi e quindi si meritano la colpa e pagheranno il prezzo quando le loro economie crolleranno. Pagheranno quando i vostri figli saranno inviati a fare la guerra contro di noi e torneranno amputati e disabili, o all'interno di una bara o mentalmente malati”. In seguito al video, è apparso in rete un messaggio audio di Abu Bakr al-Baghdadi della durata di 24 minuti. Nel messaggio audio il Califfo tende a precisare che la guerra in corso contro l’Isis non li ha indeboliti. Dice inoltre: “Siate fiduciosi che Allah concederà la vittoria a quanti lo pregano, e ricevete la buona notizia che il nostro Stato se la sta cavando bene. Più è intensa la guerra che gli viene mossa, più diventa puro e forte”. Il Califfo è stato dato per morto diverse volte nell’arco di questo anno, ma tali circostanze sono state smentite tutte categoricamente. Nel messaggio prosegue: “La Palestina non sarà la vostra terra né la vostra casa ma il vostro cimitero. Allah vi ha raccolto in Palestina perche' i musulmani vi uccidano”, inoltre se la prende con l’Arabia Saudita che ha dato vita a una coalizione di Paesi Islamici contro il terrorismo: “Se fosse una coalizione islamica si sarebbe dichiarata libera dai suoi padroni ebrei e crociati e avrebbe fatto dell'uccisione degli ebrei e della liberazione della Palestina il suo obiettivo”. Tutte le capitali europee sono in allerta attentati. Nella giornata di ieri a Vienna è stato sventato un attentato che era stato preparato per l’ultimo dell’anno e poteva uccidere almeno cento persone. 



RECORD MONDIALE PER UN BRITANNICO: ATTRAVERSA IL PACIFICO A REMI

Redazione

Un britannico, John Beeden, e' la prima persona al mondo riuscita ad attraversare a remi il Pacifico, da San Francisco all'Australia, senza alcuna sosta: l'uomo ha remato per 7.400 miglia nautiche per 209 giorni. Partito dalla citta' californiana, il primo giugno, e' arrivato stamane a Cairns, nel Queensland. Sul molo del porto australiano, nella bella mattina di domenica, c'erano ad attenderlo la moglie canadese Cheryl e le due figlie adolescenti.

Cinquantatreenne, il britannico nel 2011 aveva attraversato l'Atlantico a remi dalle isole Canarie a Barbados, in 53 giorni, a bordo del suo Happy Socks, imbarcazione a remi di color rosso, lunga sei metri e con strumenti di comunicazione alimentati con pannelli solari. Entusiasta e ancora incredulo per l'impresa al termine del suo periplo durato sette mesi, il britannico ha detto di attendersi che la traversata sarebbe stata piu' dura che quella dell'Atlantico, ma che non si aspettava una tale virulenza del Pacifico, che ha tentato "varie volte" di farlo fuori. Beeden ha remato fino a 15 ore al giorno; sperava di arrivare in Australia a meta' novembre, ma le avverse condizioni climatiche hanno ritardato il suo approdo di oltre un mese. Nel 1982, un altro britannico, Peter Bird, tento' la stessa impresa di Beeden, ma dopo 294 giorni di traversata tra i flutti e i marosi del Pacifico fu recuperato alla deriva al largo della costa occidentale australiana, non lontano dalla Grande Barriera Corallina, da una nave australiana. Bird e' scomparso nel 1996, quando tentava di attraversare il Pacifico dalla Russia fino alla costa statunitense




CHICAGO: DUE AFROAMERICANI UCCISI DURANTE CONFLITTO A FUOCO CON LA POLIZIA

Redazione
Chicago
– Due afroamericani sono rimasti uccisi durante un conflitto a fuoco con la polizia di Chicago. Si tratta di Quintonio Legrier e Bettie Jones, rispettivamente di 19 e 55 anni.

I dettagli dell'accaduto non sono stati ancora resi noti. Immediate le polemiche: ''La polizia ci difende e ci toglie la vita?'' afferma Janet Cooksey, la madre di Legrier, studente della Norther Illinois University. Cooksey non era presente al momento della sparatoria. Legrier aveva disturbi mentali ma, secondo la madre, la polizia non ha risposto in modo adeguato. Critico anche il fratello di Jones, mamma di cinque figli e vicina di casa di Legrier. ''Ci sono molte domande e nessuna risposta'' mette in evidenza Melvin Jones.

La sparatoria riaccende le polemiche contro la polizia di Chicago, sommersa dalle critiche dopo il video che mostra l'agente bianco Jones Van Dyke sparare per 16 volte contro il 17enne afroamericano Laquan McDonald. L'incidente è accaduto nel 2014 e il video diffuso nelle ultime settimane, aprendo la strada a forti polemiche, costate il posto al responsabile della polizia. Fino alla vigilia di Natale si sono susseguite manifestazioni contro Emanuel e gli agenti. In molti chiedono la testa del sindaco, che resiste. ''Dobbiamo riconoscere dolorosamente e onestamente che qualcosa e' andato storto'' nel caso McDonald, ha detto Emanuel nelle ultime settimane rispondendo alle critiche. ''L'indagine federale – aggiunge Emanuel – ci rendera' una citta' migliore. E' nel nostro interesse, abbiamo bisogno di assistenza per per cambiamenti necessari e fondamentali''.