GIULIO REGENI: SUL CORPO SEGNI DI TORTURE, L'ITALIA CHIEDE VERITA'

di Angelo Barraco
 
RomaEmergono delle novità in merito alla morte del giovane dottorando Giulio Regeni, il cui corpo è stato rinvenuto in un fosso nella periferia del Cairo. Sul corpo del giovane sono stati rinvenuti segni di bruciatura di sigaretta, ferite da coltello e tortura, segno le la morte del giovane è stata lenta. A riferirlo è il procuratore egiziano alla Associated Press. Anche le ciò che era stato detto in una prima fase dal direttore dell’Amministrazione generale delle indagini a Giza aveva riferito che: “le indagini preliminari parlano di un incidente stradale e ha smentito che Regeni sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato”. Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri vuole vederci chiaro e chiede verità su quanto accaduto. La macchina investiga, sul fronte italiano, si è messa in moto e la procura di Roma procede per omicidio, indagando contro ignoti e affida la delega alla polizia giudiziaria che si occuperà delle indagini preliminari. Le alte cariche dello Stato Italiano si sono fatte avanti in merito alla questione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella spera che con la collaborazione delle autorità egiziane si possa chiarire rapidamente quanto accaduto e consegnare alla giustizia i responsabili. Matteo Renzi oggi ha sentito Abdel Fattah Al Sisi, tenendo presente a quest’ultimo l’esigenza del rientro in Italia della salma del giovane per restituirla alla famiglia. L’ambasciatore d’Egitto Amr Mostafa Kamal Helmy è stato convocato dalla Farnesina, ha espresso inoltre massimo cordoglio per la tragica morte del giovane e si ha precisato che l’Egitto darà la sua massima collaborazione per individuare e consegnare alla giustizia i responsabili.  E’ emerso inoltre che il giovane studente collaborava per il giornale “Il Manifesto”, ma non utilizzava il suo nome bensì uno pseudonimo con il fine di auto tutelarsi e perché temeva per la sua incolumità.
 
La scomparsa, il ritrovamento. La scomparsa di Giulio Regeni, studente friulano scomparso dal Cairo il 25 gennaio, ha avuto un tragico epilogo. Il corpo del giovane 30enne è stato rinvenuto alla periferia della capitale egiziana, all’interno di un fossato. Giulio sarebbe stato ucciso, ma le circostanze che hanno portato alla sua morte non sono chiare, saranno le indagini a far luce al mistero che avvolge la sua morte.  Secondo quanto scrive il sito del quotidiano Al Watan, sul corpo del giovane vi sarebbero segni di tortura. Sul giornale vi è scritto: “Ritrovamento del  corpo di un giovane uomo di circa 30 anni, totalmente nudo nella parte inferiore, con tracce di tortura e ferite su tutto il corpo”, il cadavere sarebbe stato rinvenuto nella zona di Hazem Hassan. 
 
La Farnesina ha annunciato: “Il Governo italiano ha appreso del probabile tragico epilogo della vicenda del nostro connazionale” e malgrado si aspettava la conferma dalle autorità egiziane, Il Ministro degli Interni Paolo Gentiloni ha esternato il suo “profondo cordoglio personale e del Governo ai familiari” poiché i familiari del giovane si erano recati al Cairo per seguire le ricerche del loro figlio misteriosamente scomparso. L’Italia ha messo in atto la macchina investigativa per stabilire il perché sia stato ucciso il giovane e da chi. Il Ministro ha fatto sapere inoltre: “Il Governo italiano ha richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l'accertamento della verità e dello svolgimento dei fatti, anche con l'avvio immediato di un'indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani”. Il risvolto negativo della vicenda ha portato anche la sospensione di una missione di circa sessanta aziende italiane al Cairo, missione guidata da Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico. 
 
Allo stato attuale non c’è una pista ufficiale che stanno seguendo gli inquirenti in merito alla morte del giovane dottorando che da settembre risiedeva al Cairo in un appartamento. Rimane avvolta da una fitta cortina di mistero. Stava scrivendo una tesi sull’economia egiziana presso l’American University di Cambridge. Tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti, martedì scorso ci sono stati intensi scontri al Cairo, proprio nella zona in cui risiedeva il giovane, ma fonti del Cairo avevano escluso l’ipotesi della scomparsa associata ad un errore dei servizi di sicurezza. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella del rapimento messo in atto dalla criminalità locale o a sfondo politico, a sfondo economico. Si è parlato anche di una possibile mano dell’Isis, ma gli estremisti operano in una zona settentrionale e non è giunta alcuna rivendicazione in merito al delitto. Intanto una fonte della sicurezza locale aveva riferito che la scomparsa del giovane poteva essere legata a motivi personali. 
 
Non si sa molto in merito agli ultimi istanti di vita del giovane, prima delle 20 di quel lunedì sicuramente era vivo e stava andando a trovare alcuni amici per un compleanno, a confermare questa circostanza è l’amico Omar Aassad. Si stava muovendo a piedi sulla sponda del Nilo, tra il quartiere di El Dokki e il centro. Le informazioni che al momento giungono sono poche, ma visto il luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere si può ipotizzare che si sia trattato di una rapina finita male. L’Italia si stringe attorno al dolore della famiglia del giovane, Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha scritto su facebook: “Siamo sgomenti per la giovane vita spezzata di Giulio Regeni. Il nostro pensiero è tutto per la famiglia, che sta vivendo momenti di indicibile sofferenza. Auspichiamo che sia fatta luce completa su ogni particolare di questo dramma terribile”.



GIULIO REGENI: TROVATO MORTO IN UN FOSSATO, SUL CORPO SEGNI DI TORTURA

di Angelo Barraco
 
Roma – La scomparsa di Giulio Regeni, studente friulano scomparso dal Cairo il 25 gennaio, ha avuto un tragico epilogo. Il corpo del giovane 30enne è stato rinvenuto alla periferia della capitale egiziana, all’interno di un fossato. Giulio sarebbe stato ucciso, ma le circostanze che hanno portato alla sua morte non sono chiare, saranno le indagini a far luce al mistero che avvolge la sua morte.  Secondo quanto scrive il sito del quotidiano Al Watan, sul corpo del giovane vi sarebbero segni di tortura. Sul giornale vi è scritto: “Ritrovamento del  corpo di un giovane uomo di circa 30 anni, totalmente nudo nella parte inferiore, con tracce di tortura e ferite su tutto il corpo”, il cadavere sarebbe stato rinvenuto nella zona di Hazem Hassan. 
 
La Farnesina ha annunciato: “Il Governo italiano ha appreso del probabile tragico epilogo della vicenda del nostro connazionale” e malgrado si aspettava la conferma dalle autorità egiziane, Il Ministro degli Interni Paolo Gentiloni ha esternato il suo “profondo cordoglio personale e del Governo ai familiari” poiché i familiari del giovane si erano recati al Cairo per seguire le ricerche del loro figlio misteriosamente scomparso. L’Italia ha messo in atto la macchina investigativa per stabilire il perché sia stato ucciso il giovane e da chi. Il Ministro ha fatto sapere inoltre: “Il Governo italiano ha richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l'accertamento della verità e dello svolgimento dei fatti, anche con l'avvio immediato di un'indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani”. Il risvolto negativo della vicenda ha portato anche la sospensione di una missione di circa sessanta aziende italiane al Cairo, missione guidata da Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo Economico. 
 
Allo stato attuale non c’è una pista ufficiale che stanno seguendo gli inquirenti in merito alla morte del giovane dottorando che da settembre risiedeva al Cairo in un appartamento. Rimane avvolta da una fitta cortina di mistero. Stava scrivendo una tesi sull’economia egiziana presso l’American University di Cambridge. Tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti, martedì scorso ci sono stati intensi scontri al Cairo, proprio nella zona in cui risiedeva il giovane, ma fonti del Cairo avevano escluso l’ipotesi della scomparsa associata ad un errore dei servizi di sicurezza. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella del rapimento messo in atto dalla criminalità locale o a sfondo politico, a sfondo economico. Si è parlato anche di una possibile mano dell’Isis, ma gli estremisti operano in una zona settentrionale e non è giunta alcuna rivendicazione in merito al delitto. Intanto una fonte della sicurezza locale aveva riferito che la scomparsa del giovane poteva essere legata a motivi personali. 
 
Non si sa molto in merito agli ultimi istanti di vita del giovane, prima delle 20 di quel lunedì sicuramente era vivo e stava andando a trovare alcuni amici per un compleanno, a confermare questa circostanza è l’amico Omar Aassad. Si stava muovendo a piedi sulla sponda del Nilo, tra il quartiere di El Dokki e il centro. Le informazioni che al momento giungono sono poche, ma visto il luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere si può ipotizzare che si sia trattato di una rapina finita male. L’Italia si stringe attorno al dolore della famiglia del giovane, Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha scritto su facebook: “Siamo sgomenti per la giovane vita spezzata di Giulio Regeni. Il nostro pensiero è tutto per la famiglia, che sta vivendo momenti di indicibile sofferenza. Auspichiamo che sia fatta luce completa su ogni particolare di questo dramma terribile”.



FINLANDIA: SUCCESSO PER MATKA LA FIERA INTERNAZIONALE DEL TURISMO AD HELSINKI

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di Gianfranco Nitti
Helsinki
– Ha chiuso i battenti con successo ad Helsinki, Finlandia, la 30° edizione di MATKA, la Fiera Internazionale del Turismo più importante di tutta l’area nordica e scandinava, che ha visto un afflusso di circa 67.000 visitatori, oltre ad un migliaio di espositori e 1200 giornalisti e bloggers, nel corso di quattro intense giornate di trattative, seminari e convegni. Inaugurando l’evento, il, Ministro per il commercio e la cooperazione estera, Lenita Toivakka, aveva sottolineato l’importante impatto del settore del turismo per l’economia finlandese: secondo dati del 2013, i consumi settoriali ammontavano ad un valore di oltre 13 mdi. di €, di cui 4,3 mdi. da visitatori esteri. In percentuale, circa l’8% di tutto l’export finlandese di beni, e con una occupazione diretta ed indiretta di ca. 136.000 addetti.

La Spagna è stato il paese partner nell’edizione del Trentennale 2016, con l'obiettivo di far familiarizzare i visitatori con le parti meno conosciute del paese, in particolare quelle interne, mentre la Spagna, con la Turchia, aveva il più grande padiglione espositivo nella Fiera. E sarà la Turchia il paese partner della 31° edizione della MATKA, fissata dal 19 al 22 gennaio 2017.

Tra le novità di questa edizione appena conclusa, la partecipazione delle regioni russe di Kyrgyzstan e Tatarstan, nonché di Bolivia ed Uruguay. Un padiglione molto vasto ed esteticamente attraente quello della compagnia aerea di bandiera Finnair, ove, con un suggestivo gioco di luci  e colori si poteva osservare una simulazione di aurora boreale sotto la quale una serie di poltrone identiche a quelle del nuovissimo Airbus A350  consentiva ai visitatori di provare un’anteprima della comodità del viaggio aereo, alla presenza anche del presidente della compagnia, Pekka Vauramo. Presente anche un comandante pilota del nuovo aeromobile, il capitano Stefan Vikström, che descriveva con orgoglio e pazienza tutti i segreti dell’A350 di cui sono stati appena consegnati 3 esemplari utilizzati sulle rotte asiatiche.

In tono minore e disorganica  la partecipazione espositiva dell’Italia, principalmente rappresentata dalla regione Val d’Aosta, assemblata in un padiglione privo di una identificazione unitaria e nazionale adeguata che la potesse distinguere. Il che è purtroppo riconducibile all’assenza da parte dell’ENIT che, pur avendo un’agenzia a Stoccolma, risente sempre delle carenze a tutti note. Peraltro, anche la zona del lago Maggiore era presente, ma in un desk separato dallo stand principale. È opportuno notare che anche la Grecia, nonostante non stia certo messa bene economicamente, aveva un suo padiglione molto vasto e dignitoso.
Dopo la partecipazione ufficiale della Regione Puglia nel 2013, è quindi auspicabile una partecipazione nazionale articolata che promuova il turismo nordico in modo più sistematico verso il nostro Paese, trattandosi di un bacino di utenti ad alta propensione al viaggio.
 




MARĂ’: I SERVIZI SEGRETI INGLESI E QUEL PRESUNTO ACCORDO TRA INDIA E ITALIA PER FARLI RITORNARE

di Angelo Barraco
 
New Delhi – La vicenda dei due Marò entra a gamba tesa e parallelamente con una storia che ha dell’incredibile e che, se dovesse avere riscontri oggettivi, rischierebbe di portare alla luce un quadro dai risvolti inquietanti. Christian Michael, agente dei servizi inglesi, ha raccontato al giornale di Dubai –per cui lavora- che nel settembre del 2015 sarebbe avvenuto un incontro tra il premier Renzi e il premier Modi. L’incontro sarebbe avvenuto  in concomitanza con l’ultima assemblea Onu e Modi avrebbe proposto a Renzi di liberare Salvatore Latorre e Massimiliano Girone in cambio di uno scambio di informazioni sui rapporti tra Sonia Gandhi e il gruppo Agusta Westland e sull’acquisto di 12 elicotteri da parte di New Dalhi. Ecco il testo riportato sul giornale The Telegraph: “Il primo ministro indiano ha proposto al primo ministro italiano che, in cambio di qualche prova delle relazioni del consigliere chiave di Finmeccanica/AgustaWestland con qualsiasi membro della famiglia Gandhi, avrebbe dato il suo aiuto per risolvere il caso dei due marines italiani”. Michel avrebbe scritto anche a Modi in merito alla vicenda e a ciò che ha detto, intanto le sue esternazioni sono finite sul tavolo del Tribunale del Mare di Amburgo e alla Corte dell’Arbitrato de l’Aja.  Le sue esternazioni non vengono ritenute però attendibili da Nuova Delhi, ma a suo favore c’è la circostanza che allo stato attuale non ha portato nessuna smentita in merito all’incontro avvenuto a New York tra Modi e Renzi. Ma è possibile che tra Italia ed India vi sia un accordo per riportare i Marò a casa? Quali potrebbero essere i vantaggi? Facciamo un ipotetico elenco dei vantaggi di Italia e India nel momento in cui ci dovesse essere un accordo. Se l’India acconsentisse al rientro dei marò e quindi non si opporrebbe a una richiesta della Corte Suprema, l’Italia ritirerebbe le sue obiezioni all’adesione dell’india a quattro grandi organismi di esportazione che sono: Nuclear Suppliers Group, Missile Technology Control Regime, Wassenaar Arrangement, Australia Group. Sono ipotesi, sia chiaro. 



MORTE CHEF BENOIT VIOLIER: IL MISTERO. LA POLIZIA APRE UN'INCHIESTA

di Angelo Barraco
 
Losanna – La morte di Benoit Violier ha scosso il mondo della cucina internazionale. Lo Chef 44enne avrebbe posto fine alla sua vita sparandosi un colpo d’arma da fuoco presso la sua abitazione di Crissier (Losanna), poco distante dal suo affermato ristorante. La Polizia ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause della morte. Malgrado la pista del suicidio sia quella più accreditata, la Polizia ha deciso di approfondire la vicenda, mettendo sul tavolo delle ipotesi, anche ulteriori piste. Violier, classe 1971, nel 2012 ha iniziato a lavorare presso il ristorante l’Hotel de Ville di Crissier, subentrando a Philippe Rochat che vi lavorava dal 1996. Negli anni 90 fa esperienze molto importanti di alta cucina e pasticceria, che lo formano e gli consentono di lavorare con grandi chef come Joel Robuchon, Benoit Guichard, Bruno Gricourt, Sylvain Knecht, Jean Philippon, Frédéric Anton e Eric Bouchenoire,  Lenotre, Fauchon. Nel 2000 vince il concorso Meilleur Ouvrier de France e nel 2012 torna all’Hotel de Ville a Crissier. Nel 2013 l’Academie Internationale de la Gastronomie concede ai cuochi dell’Hotel il Gran Prix exceptionnel, un premio che va a lui ma anche ai suoi predecessori, compreso Philippe Rochat. Violier avrebbe dovuto aver assistere al lancio della nuova guida Michelin a Parigi che assegna ogni anno le stelle all’alta ristorazione. Era un uomo dai mille progetti e dai mille successi. Nel mese di ottobre il suo ristorante era finito sulla prestigiosa rivista “Cuisine du gibier à plumes d'Europe”, voleva aprire anche un’accademia della cucina vicino al suo ristorante. Le autorità, malgrado mantengano il massimo riserbo sulla vicenda, escludono che si possa essere ucciso per stress, depressione o troppo lavoro. Lascia una moglie, Brigitte –che dirigeva con lui il ristorante- e un figlio. Lui era un perfezionista, che amava il suo lavoro. La sua morte è avvenuta alla vigilia della presentazione della Guida Rossa, a cui dove partecipare, a lui è stato dedicato un minuto di silenzio. Una vita di successi di glorie, una grande passione per l’arte della cucina, una passione per la caccia. Nella sua vita non sembrano esserci ombre, malgrado ciò la sua morte sembra qualcosa di già successo, come un copione che si ripete. 
 
Andando a ritroso, precisamente al 24 febbraio del 2003, vediamo che un altro brillante cuoco francese morì nelle medesime circostanze, ovvero con un colpo di fucile. Il cuoco in questione è Bernard Loiseau, cuoco prodigio subito acclamato dalla Guida Gault Millau. Loiseau comprò La Côte d'Or da Verger nel 1982 e nel 1991 la Guida Michelin onorò con le 3 stelle il suo ristorante. Nel 98 fondò la società Bernard Loiseau S.P.A. ed è stato il primo chef francese ad aver quotato in borsa la propria società. Pubblicò tanti libri, tanti prodotti gastronomici e creò diversi punti ristoro a Parigi. In merito al giorno della sua morte si sa che avrebbe finito di preparare un piatto, avrebbe servito la pietanza, sarebbe rientrato a casa e si sarebbe ucciso con un fucile da caccia. La moglie in seguito dichiarò che il marito era stressato e soffriva di bipolarismo.  La circostanza della morte ricorda quella di Violier, anche se maggiori dettagli in merito alla morte di quest’ultimo ancora non sono noti. Nell’ottobre dello stesso anno si uccide il cuoco Pierre Jaubert, proprietario dell’Hotel de Bordeaux a Pons.  
 
Un altro chef pluistellato è morto in circostanze discutibili in data 08/07/2015, si tratta dello Chef Philippe Rochat di 61 anni, che aveva diretto dal 96 al 2012 l’Hotel de Ville di Crissier e aveva ottenuto 3 stelle Michelin e un punteggio di 19 su 20 su GualtMIllau. La sua morte è avvenuta intorno alle ore 9.30 mentre era in bici, in compagnia di altre due persone. Il portavoce della Polizia aveva dichiarato: “Le investigazioni sono in corso, ma si tratta verosimilmente di un malore". Ottiene enormi successi, viene riconosciuto “Cuoco dell’anno” da GualtMillau nell’anno 1999 e nel 2006 viene nominato Cavaliere dell’Ordine francese al Merito. Il suo ritiro avviene nel 2012, quando affida il suo ristorante a Benoit Violier. Per tutte e tre le morti viene lascito il beneficio del dubbio in merito alla circostanza. Nell’aprile dello scorso anno si uccide lo chef di Chicago Homaro Cantu, impiccandoli all’interno di un locale in ristrutturazione. Non soffriva di depressione ne tantomeno di malattie gravi. Nel 2007 era sta eletto “Iron Chef America”. 



USA 2016, IOWA: VINCE HILLARY CLINTON

di Angelo Barraco
 
New York – La Corsa alla Casa Bianca continua inesorabile e senza sosta in America. Ted Cruz, senatore del Texas, ha battuto Donald Trump, che risulta al momento il favorito. Ma i voti che hanno oggettivamente separato i due candidati sono stati solamente quattro. Hillary Clinton ha vinto i caucus democratici in Iowa, stando ai risultati definitivi diffusi dal partito democratico dell'Iowa appena aggiornati con scrutinio completato del 100% dei college, da cui risulta che Hillary Clinton ha ottenuto il 49,8% dei voti, Bernie Sanders il 49,6% e Martin O'Malley lo 0,5%.
 
Ma Trump non è tranquillo, poiché è stato raggiunto dal senatore della Florida Marco Rubio, un uomo su cui punta l’establishment del partito repubblicano, che non vorrebbe né Trump né Cruz. Ma quali sono state le percentuali? Il senatore del Texas ha ottenuto il 28%, Trump invece il 24%, Rubio il 23%. Hillary Clinton e Bernie Sanders invece testa a testa in Iowa. L’ex first lady ha ottenuto 49,9% e Sanders invece 49,6%, Jeb Bush invece ottiene soltanto il 2,8%. La Clinton ha dichiarato: “Quella di avere un reale confronto di idee riflettendo seriamente su cio' che conta per il partito democratico e su quale futuro vogliamo per il nostro paese”. Sanders invece propone sostiene che l’America “e' pronta per un'idea che funziona per la classe dei lavoratori e non solo per i miliardari”. L’Iowa è un luogo simbolico per Hillary Clinton per nel 2008 fu battuta da Barack Obama con il famoso slogan “Yes we can”. Rubio ha l’obiettivo dibattere Hillary e dice: “La sconfiggeremo, cosi' come sconfiggeremo Sanders. Non possiamo attendere un altro momento per riprenderci il Paese dopo sette anni di Obama”. La Clinton è sostenuta da tutta la sua famiglia, anche Jeb Bush che l’ha definita: “Questa è una questione di famiglia”. Ma la battaglia mediatica che fa discussione è quella Trump-Cruz e una serie di messaggi a distanza tra i due. Trump dice: “Sono più umile di quanto molta gente pensi.” Ma non successivamente ostenta fiducia sull’esito delle primarie dicendo: “Nessuno degli altri vincerà”. Smentendo le sue precedenti affermazioni, Cruz risponde: ” Mi piace Trump, è audace e impertinente. Ma le sue politiche sono troppo liberali”. Come finirà? Chi siederà alla Casa Bianca?



GIALLO SULLA MORTE DEL FAMOSO CHEF BENOIT VIOLIER

di Angelo Barraco
 
Losanna – Il mondo dell’alta cucina piange la morte di Benoit Violier, affermato chef franco-svizzero dell’Hotel de Ville di Crissier (Svizzera) e detentore di tre prestigiosissime stelle Michelin. Il suo ristorante era stato classificato da alcuni esperti come il miglior ristorante al mondo. Lo Chef 44enne è stato rinvenuto cadavere presso la sua abitazione a Crissier, nel Canton Vaud in Svizzera e si sarebbe suicidato con un’arma da fuoco. Ma quali possono essere stati i motivi che avrebbero spinto l’uomo a togliersi la vita? Il lavoro? Problemi economici? Violier, classe 1971, nel 2012 ha iniziato a lavorare presso il ristorante l’Hotel de Ville di Crissier, subentrando a Philippe Rochat che vi lavorava dal 1996. Negli anni 90 fa esperienze molto importanti di alta cucina e pasticceria, che lo formano e gli consentono di lavorare con grandi chef come Joel Robuchon, Benoit Guichard, Bruno Gricourt, Sylvain Knecht, Jean Philippon, Frédéric Anton e Eric Bouchenoire,  Lenotre, Fauchon. Nel 2000 vince il concorso Meilleur Ouvrier de France e nel 2012 torna all’Hotel de Ville a Crissier. Nel 2013 l’Academie Internationale de la Gastronomie concede ai cuochi dell’Hotel il Gran Prix exceptionnel, un premio che va a lui ma anche ai suoi predecessori, compreso Philippe Rochat. Violier avrebbe dovuto aver assistere al lancio della nuova guida Michelin a Parigi che assegna ogni anno le stelle all’alta ristorazione. Una vita di successi di glorie, una grande passione per l’arte della cucina, una passione per la caccia. Nella sua vita non sembrano esserci ombre, malgrado ciò la sua morte sembra qualcosa di già successo, come un copione che si ripete. 
 
Andando a ritroso, precisamente al 24 febbraio del 2003, vediamo che un altro brillante cuoco francese morì nelle medesime circostanze, ovvero con un colpo di fucile. Il cuoco in questione è Bernard Loiseau, cuoco prodigio subito acclamato dalla Guida Gault Millau. Loiseau comprò La Côte d'Or da Verger nel 1982 e nel 1991 la Guida Michelin onorò con le 3 stelle il suo ristorante. Nel 98 fondò la società Bernard Loiseau S.P.A. ed è stato il primo chef francese ad aver quotato in borsa la propria società. Pubblicò tanti libri, tanti prodotti gastronomici e creò diversi punti ristoro a Parigi. In merito al giorno della sua morte si sa che avrebbe finito di preparare un piatto, avrebbe servito la pietanza, sarebbe rientrato a casa e si sarebbe ucciso con un fucile da caccia. La moglie in seguito dichiarò che il marito era stressato e soffriva di bipolarismo.  La circostanza della morte ricorda quella di Violier, anche se maggiori dettagli in merito alla morte di quest’ultimo ancora non sono noti. Coincidenze? 

Un altro chef pluistellato è morto in circostanze discutibili in data 08/07/2015, si tratta dello Chef Philippe Rochat di 61 anni, che aveva diretto dal 96 al 2012 l’Hotel de Ville di Crissier e aveva ottenuto 3 stelle Michelin e un punteggio di 19 su 20 su GualtMIllau. La sua morte è avvenuta intorno alle ore 9.30 mentre era in bici, in compagnia di altre due persone. Il portavoce della Polizia aveva dichiarato: “Le investigazioni sono in corso, ma si tratta verosimilmente di un malore". Ottiene enormi successi, viene riconosciuto “Cuoco dell’anno” da GualtMillau nell’anno 1999 e nel 2006 viene nominato Cavaliere dell’Ordine francese al Merito. Il suo ritiro avviene nel 2012, quando affida il suo ristorante a Benoit Violier. Per tutte e tre le morti viene lascito il beneficio del dubbio in merito alla circostanza. Si tratta di singoli casi di suicidio (nei primi due) e di morte accidentale nel terzo? 



RUSSIA, AEREO CADUTO IN SINAI: GLI 007 DI MOSCA SOSPETTANO CHE SIANO STATI I LUPI GRIGI

Red. esteri

Russia – I servizi segreti di Mosca (Fsb) sospettano che dietro l'attentato terroristico che ha portato, a ottobre, allo schianto dell'A321 russo in Sinai ci possano essere i Lupi Grigi, gruppo terrorista di estrema destra nazionalista turco. Lo scrive il quotidiano Kommersant, citando una fonte vicina all'inchiesta sulla strage, che ha fatto 224 vittime. Il giornale ricorda che i Lupi Grigi sono legati all'Isis e agiscono in diversi paesi arabi, compreso l'Egitto. Secondo l'Fsb, continua Kommersant, il gruppo terrorista turco ha partecipato anche a combattimenti in Cecenia, organizzando il trasferimento di armi in questa repubblica russa del Caucaso. A novembre, dopo l'abbattimento da parte di Ankara del jet russo al confine con la Siria, i media accusarono proprio i Lupi Grigi di essere responsabili dell'uccisione di uno dei due piloti, gettatosi con il paracadute fuori dal velivolo, e contro il quale furono sparati colpi "da terra", secondo la ricostruzione del ministero della Difesa russa e un video circolato in Rete. L'episodio creo' un'escalation di tensione tra Russia e Turchia, la quale questo fine settimana e' tornata ad accusare Mosca – impegnata da settembre in raid aeri a fianco del regime di Damasco – di sconfinamenti nel suo spazio aereo. Il Cremlino, da parte sua, a piu' riprese ha apertamente accusato il presidente Tayyip Recep Erdogan e la sua famiglia di essere coinvolti nel traffico di greggio proveniente dalla Siria e gestiti dallo Stato islamico.




L'ISIS FA UNA STRAGE A DAMASCO: SIRIA IN GINOCCHIO

Redazione

Damasco – Lo Stato islamico ha rivendicato l'attentato contro un santuario sciita di Sayyida Zeinab, a sud di Damasco. L'agenzia di stampa "al Amaq", considerata vicina al gruppo terroristico, riferisce che l'attacco è opera del sedicente "califfato".

Il bilancio di tre esplosioni, avvenute a distanza ravvicinata, è di almeno 60 morti e oltre 110 feriti.

Il santuario custodisce le spoglie di una delle nipoti di Maometto ed è frequentato da numerosi pellegrini sciiti nonostante la guerra. Lo scorso 26 gennaio due attacchi terroristici contro il quartiere al Zahraam di Homs (165 a nord di Damasco) avevano causato 19 morti.

In un comunicato diffuso sul web, l'Isis afferma che due suoi kamikaze si sono fatti esplodere contro il santuario. Per i media siriani invece le esplosioni sono state tre, due causate da kamikaze e una da un'autobomba.

Il governo siriano vuole mettere fine al bagno di sangue nel Paese ma accusa l'opposizione presente ai colloqui di pace a Ginevra di mancanza di serietà. L'Alto comitato negoziale, che è presente a Ginevra ma al momento rifiuta di negoziare, "non è serio", ha affermato l'ambasciatore di Damasco all'Onu Bashar al-Jaafari. Bassma Kadamani, membro dell'opposizione, ha precisato che l'Alto comitato non è a Ginevra per negoziare, ma per "gettare le basi" di un negoziato. Il portavoce Salem Muslit ha assicurato che l'opposizione resterà a Ginevra per il tempo necessario, senza una data limite, ma, ha aggiunto, "aspettiamo un passo avanti dell'altra parte: se lo fanno, noi ne faremo dieci".

Damasco ha chiesto di inziare i negoziati di pace "senza precondizioni", che non saranno in alcun modo accettate. "Negozieremo sempre, senza precondizioni nè interferenze straniere", ha spiegato Jaafari. "L'attentato di oggi al santuario sciita è la prova del legame tra l'opposizione e i terroristi", ha aggiunto. L'opposizione invece per sedersi al tavolo chiede l'interruzione dei bombardamenti aerei contro i civili e la fine dell'assedio, l'apertura all'arrivo di iuti umanitari eseenziali e la liberazione dei prigionieri.

Nel frattempo il segretario di Stato Usa John Kerry ha lanciato un appello chiedendo al regime e all'opposizione siriani di "cogliere il momento" e sfruttare al massimo l'opportunità dei colloqui di pace di Ginevra. Kerry ha accusato le forze di Bashar al-Assad di ridurre allo stremo i civili e ha chiesto al presidente siriano di consentire l'arrivo degli aiuti umanitari nelle città assediate.




LUTTO NEL MONDO DEL ROCK: MORTO PAUL KANTNER DEI JEFFERSON AIRPLANE

di Angelo Barraco
 
San Francisco – Il mondo del rock sta perdendo i suoi pilastri portanti, coloro che hanno lasciato un segno negli annali della musica. Alla veneranda età di 74 è morto Paul Kantner, chitarrista e co-fondatore del gruppo di rock psichedelico Jefferson Airplane. E’ morto nella sua San Francisco a seguito di un attacco cardiaco .La San  Francisco che lo ha strappato per sempre alla vita terrena è anche la città che nel 1967 è stata la patria di quel movimento socio-culturale chiamato “Summer of Love” e che li ha coinvolti a 360°, dalla partecipazione strabiliante a Woodstock, il più grande festival di tutti i tempi, all’esplicito sostegno delle droghe. Kantner riteneva che l’LSD e le droghe psichedeliche in generale fossero il mezzo necessario per accrescere la mente e per consentire all’individuo una crescita spirituale. Sosteneva inoltre la legalizzazione della marijuana e in un’intervista del 1986 disse: “La Cocaina, in particolare, è una delusione. Si tratta di una droga nociva che trasforma le persone in cretini. E l'alcol è probabilmente la peggiore di tutte le droghe. Invecchiando con l'esperienza della vita, ci si rende conto che i farmaci non aiutano, soprattutto se ne abusi”. Ma come dimenticare la sua splendida carriera musicale con i Jefferson Airplane, band attiva dal 1965 al 1989, 8 album in studio e tante hit. Nel 1967 la band da alle stampe il secondo disco, Surrealistic Pillow, album ricco di successi intramontabili come “Somebody to love” e “White rabbit”, brani che li hanno resi famosi e che rimangono scalfiti nei cuori di chi ha vissuto quegli anni, ma anche nei cuori di chi vuole vivere lo spirito ribelle che caratterizzava la musica, senza barriere, senza schemi. 
 




SVEZIA: "FUORI 80 MILA MIGRANTI"

di Angelo Barraco
 
Stoccolma – Il Ministro dell’Interno, Anders Ygmen, ha detto che la Svezia intende espellere un numero di richiedenti asilo che va daii 60mila agli 80mila. Il numero in questione rappresenta la metà dei richiedenti asilo nell’anno 2015 nel paese, ovvero la metà dei 163mila. Dei richiedenti asilo dello scorso anno, corrispondenti a circa 58.800, ne sono state accettate soltanto il 55%. Anders Ygmen ha spiegato che per le espulsioni verranno utilizzati voli commerciali e considerato il grande numero di migranti, si farà uso di voli charter per l’occasione che li riporteranno a casa di diversi anni. Ha aggiunto inoltre: “Stiamo parlando di 60mila persone, ha spiegato, ma il numero potrebbe salire a 80mila”. Il tasso di accettazione dei migranti varia in funzione della loro nazionalità. I dati dimostrano che nel 2015 sono stati accolti per il 90% siriani, per il 35% afghani, per il 20% iracheni. Ma dagli uffici svedesi emerge che molti che rischiano l’espulsione sia iracheni che afghani e ciò può avvenire in base al regolamento di Dublino che stabilisce che una domanda deve essere presa sotto esame, in primis, dal primo Paese Europeo in cui il migrante giunge. Tale regolamento è di difficile applicazione e la Commissione Europea lo sta rivedendo poiché tale regolamento esercita pressione sui principali paesi in cui giungono i migranti, ovvero Italia e Grecia. Patrik Engström, Capo della Polizia di frontiera ha espresso le sue perplessità in merito al piano: “Molti migranti spariscono appena vengono a sapere che l'Ufficio migrazioni deve consegnarli alla polizia", ma la questione non si ferma alla fuga dei migranti poiché i paesi d’origine di costoro, come Marocco e Afghanistan, non voglio accoglierli e Stoccolma sta negoziando sulla questione. 
 
Intanto si alzano frontiere come muri e adesso tutti fanno dietrofront, smantellando il concetto di Europa, di unione. Il ministero degli Interno della Gran Bretagna rende noto che accoglieranno bambini non accompagnati dalla Siria e da altre zone di guerra, tranne quelli fuggiti in Europa. La Macedonia chiude le frontiere con la Grecia. I motivi di tale provvedimenti non sono stati resi noti, ma 2.600 migranti sono bloccati in territorio greco. La settimana scorsa la Macedonia aveva dato un segnale di ciò, chiudendo la frontiera temporaneamente ai migranti delle rotte balcaniche. 
 
I mari della Grecia sono per l’ennesima volta teatro di strage di migranti. L’ultima tragedia si è consumata nel mar Egeo, al largo dell’Isola di Samos. La Guardia Costiera intervenuta tempestivamente sul posto è riuscita a salvare la vita a circa 10 persone, ma per 12 persone (di cui 8 bambini) non c’è stato nulla da fare. I dispersi sarebbero invece una ventina. I testimoni hanno raccontato che la barca si è capovolta vicino le coste di Samos. Nella giornata di ieri si è verificato un altro naufragio al largo dell’isola di Kos e sono morte 7 persone, venerdì scorso l’ennesimo naufragio ha cagionato la vita a 45 migranti.  
 
Ma la politica italiana come reagisce sul tema immigrazione?  Il premier Matteo Renzi ha rilasciato un’intervista alla Faz in cui ha riferito: “Dobbiamo controllare meglio le frontiere dell'Ue. I profughi che vengono dai paesi in guerra vanno salvati, ma quelli che vengono da altri paesi devono essere mandati indietro”. Intanto il capo della Diplomazia Europea, Federica Mogherini, dice: “Vedo un rischio molto serio di implosione, anche se resto convinta che l'Europa abbia gli strumenti, la capacita' e la forza per gestire questi numeri” e aggiunge “e' un'illusione pensare di poter gestire le migrazioni con il reinserimento dei controlli alle frontiere: ci farebbero perdere una delle nostre piu' grandi conquiste, con costi economici e politici incalcolabili, e (il ripristino dei controlli) non aiuterebbe a controllare meglio il fenomeno. Se questa crisi diventa l'occasione per sviluppare strumenti europei che mancano, fra un anno potremmo avere un'Europa non in crisi e piu' integrata”
 
Ha avuto luogo la riunione dei commissari Ue che dopo una lunga discussione hanno approvato il rapporto sullo stato delle frontiere esterne elleniche e vengono evidenziate “serie carenze”. Ad annunciarlo è Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue. Questo rappresenta il primo dei quattro passaggi per l’attivazione dell’articolo 26 del codice Schengen . Ma cosa dice l’articolo 26?
 
“1. Fatti salvi gli obblighi derivanti dalla loro adesione alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 relativa allo status dei rifugiati, quale emendata dal Protocollo di New York del 31 gennaio 1967, le Parti contraenti si impegnano ad introdurre nelle rispettive legislazioni nazionali le seguenti regole:

a) Se ad uno straniero viene rifiutato l'ingresso nel territorio di una Parte contraente, il vettore che lo ha condotto alla frontiera esterna per via aerea, marittima o terrestre è tenuto a prenderlo immediatamente a proprio carico. A richiesta delle autorità di sorveglianza della frontiera, egli deve ricondurre lo straniero nel paese terzo dal quale è stato trasportato, nel paese terzo che ha rilasciato il documento di viaggio in suo possesso durante il viaggio o in qualsiasi altro paese terzo in cui sia garantita la sua ammissione.

b) Il vettore è tenuto ad adottare ogni misura necessaria per accertarsi che lo straniero trasportato per via aerea o marittima sia in possesso dei documenti di viaggio richiesti per l'ingresso nei territori delle Parti contraenti.

2. Fatti salvi gli obblighi derivanti dalla loro adesione alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 relativa allo status dei rifugiati quale emendata dal Protocollo di New York del 31 gennaio 1967, e nel rispetto del proprio diritto costituzionale, le Parti contraenti si impegnano ad istituire sanzioni nei confronti dei vettori che trasportano per via aerea o marittima, da un paese terzo verso il loro territorio, stranieri che non sono in possesso dei documenti di viaggio richiesti.

3. Le disposizioni del paragrafo 1, lettera b) e del paragrafo 2 si applicano ai vettori di gruppi che effettuano collegamenti stradali internazionali con autopullmann, ad eccezione del traffico frontaliero.”
 
Il documento arriverà presto al Comitato di valutazione Schengen per l’approvazione definitiva. Se passati i tre mesi Atene non avesse apportato le correzioni richieste, la Commissione può richiedere l’attivazione dell’articolo 26.