MARIA SHARAPOVA POSITIVA AL DOPING, NIKE SOSPENDE TEMPORANEAMENTE IL RAPPORTO

di Angelo Barraco
 
Lo scorso gennaio, la 28enne tennista russa Maria Sharapova è risultata positiva ai test antidoping eseguiti agli Australian Open. L’annuncio è stato dato dalla stessa tennista, in una conferenza stampa tenutasi a Los Angeles. Ha dichiarato: “Sono stata trovata positiva ad un controllo antidoping durante gli Australian Open. Sono 10 anni che prendo un prodotto contro il diabete, il meldonium, ma quella sostanza dalla fine di dicembre è stata inserita tra quelle proibite” e ha precisato “Ho preso questa sostanza dal 2006, un farmaco chiamato mildronate o meldonium, a causa di una serie di problemi di salute. Mi ammalavo spesso e soffrivo di carenza di magnesio dovuta a un principio di diabete ereditario. Quello è uno dei farmaci, insieme ad altri, che mi erano stati prescritti dal mio medico personale”. L’annuncio ha avuto ripercussioni sull’atleta e sui suoi sponsor, la Nike ha temporaneamente sospeso il rapporto di sponsorizzazione e scrivono in un comunicato: “Siamo rattristati e sorpresi dalla notizia. Abbiamo deciso di sospendere il nostro rapporto con Maria durante l’inchiesta. Continueremo a monitorare la situazione”. 



MORTO RAY TOMLINSON, L'INVENTORE DELLA "CHIOCCIOLA"

di Angelo Barraco

Washington – Lutto nel mondo dell’innovazione e della tecnologia, è morto all’età di 74 anni Ray Tomlinson, programmatore informatico che ha il primato di aver inventato l’email, mezzo di interazione che ha cambiato i rapporti sociali tra privati ma anche nel mondo del business e del lavoro. La morte di Tomlinson è stata resa ufficiale alla Cnn dall’azienda per cui lavorava, la Raytheon. La posta elettrinica è un mezzo di comunicazione che è stato inventato nel 1971. La sua brillante carriera ha avuto inizio al Massachusetts Institute of Technology. Nel periodo in cui lavorava con un’azienda di Boston, iniziò a studiare il modo per comunicare via computer in modo universale e inventò la “Chiocciola”, ovvero il segno presente sulla tastiera “@” che viene comunemente usato per nelle email. In inglese in segno significa “at”. Nel corso della sua carriera ricevette numerosi premi e riconoscimenti per le sue invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo della tecnologia e delle comunicazioni



LIBIA, INCERTO IL RIENTRO DEGLI ITALIANI: "STATE TRANQUILLI TORNIAMO PRESTO"

Redazione

Libia – Non dovrebbe mancare molto al loro rientro ma i tempi restano comunque incerti per il rientro in Italia di Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, i due tecnici liberati in Libia. "Domani andremo a Sabrata per tenere una conferenza stampa e poi consegneremo i corpi e i due italiani già domani": lo ha detto per telefono all'ANSA il Direttore del dipartimento media stranieri del governo Tripoli, Jamal Zubia, senza fornire altri dettagli.

"State tranquilli, torno presto". E' il messaggio che in più telefonate Filippo Calcagno, 65 anni, uno dei tecnici della Bonatti liberati in Libia, ha fatto alla sua famiglia, a Piazza Armerina, nell'Ennese. Lo riferisce la nuora, Ivana, che parla di "nuovo giorno". Sul rientro dice che loro "non sanno ancora tempi e modalità", né se lo aspetteranno a casa o se andranno, eventualmente, a Ciampino (Roma), dove potrebbe atterrare il volo proveniente dalla Libia. "Sicuramente – spiega la donna – oggi per noi è un nuovo giorno, ma la nostra è una felicità spezzata perché il nostro pensiero costantemente va alle famiglie dei due colleghi di Filippo che non potranno riabbracciare i loro cari. Finalmente siamo riusciti un poco a dormire – aggiunge – rispetto ai mesi passati nell'angoscia ad aspettare". E ricostruisce un particolare legato al suo viaggio di nozze con suo marito Gianluca: il suocero era rientrato per partecipare al matrimonio, poi era ripartito per la Libia dove è stato sequestrato alcuni giorni dopo. "Io e Gianluca – ricorda – eravamo in viaggio di nozze a New York da tre giorni e siamo rientrati subito a casa. Sono stati mesi terribili. Adesso siamo in attesa frenetica per poterlo vedere il più presto possibile. E anche lui non vede l'ora di tornare a casa dalla sua famiglia".

Rassicurante anche la nuova telefonata questa mattina ai familiari di Gino Pollicardo, l'altro tecnico liberato in Libia. Nel colloquio con la moglie Ema e con il figlio Gino junior, riferiscono persone vicino alla famiglia, Pollicardo ha detto: "Non piangete più, sto bene e presto sarò a casa. Sono su di morale – ha detto ancora – non vedo l'ora di tornare. Quando torno – ha promesso alla figlia Jasmine – ti assicuro che facciamo una grande festa per il tuo diciottesimo compleanno". Pollicardo, ha raccontato la moglie Ema, si è scusato con la figlia per non essere stato presente il giorno del suo compleanno, promettendo grandi festeggiamenti al suo rientro. "Ora vado in paese a prendermi a baci e gli abbracci degli abitanti di Monterosso", ha detto Ema fra le lacrime di gioia e ribadendo che la famiglia ha già la valigia pronta, per partire in qualsiasi momento. Pollicardo ha parlato con la moglie e per la prima volta dal suo rilascio anche con i due figli. "Finalmente abbiamo passato una notte normale. Siamo molto più sereni", hanno raccontato, dicendo di essere pronti in qualsiasi momento a partire per Roma per accogliere il loro caro. "Aspettiamo la telefonata", hanno detto. Intanto A casa Pollicardo continuano le visite dei cittadini di Monterosso che così vogliono condividere la gioia del momento dopo lunghi mesi di angoscia. Una amica della moglie di Pollicardo ha anche portato delle rose.

E intanto è sempre oscura la modalità della liberazione dei tue tecnici: non è chiaro se si siano liberati da soli o se in seguito ad un blitz di milizie locali di Sabrata contro un gruppo jihadista. Numerosi sono i punti oscuri sulla dinamica che ha portato alla fine della loro prigionia, come anche alla tragica morte di Salvatore Failla e Fausto Piano




LIBERATI I DUE ITALIANI NELLE MANI DELL'ISIS IN LIBIA

di Angelo Barraco
 
Gino Tullicardo e Filippo Calcagno “sono vivi” sarebbero stati liberati, è questo ciò che ha detto al Copasir il sottosegretario con delega all’Intelligence Marco Minniti. La notizia emerge dopo che ieri è stata data la tragica notizia della morte di Fausto Piano e Salvatore Failla, anche loro tecnici della Bonatti rapiti in Libia nel mese di luglio. Piano e Failla sarebbero morti a seguito di un blitz delle milizie di Sabrata. Gino Pollicardo, il tecnico della Bonatti che era stato rapito in Libia nel luglio scorso, è libero. Lo ha detto egli stesso alla moglie, Emma, raggiunta telefonicamente. "Sto bene e presto vengo a casa", ha detto una fonte vicino alla famiglia, riferendo della conversazione.
 
 
Suonano a festa le campane di Momterosso alle Cinque Terre per la liberazione di Gino Pollicardo, uno dei quattro tecnici italiani rapiti in Libia il luglio scorso. "Siamo tutti felici – dichiara all'Adnkronos il sindaco di Monterosso Emanuele Moggia – i Pollicardo sono molto conosciuti e questa è una comunità coesa. Le campane del paese stanno suonando a festa. Sto andando dalla moglie insieme al comandante della stazione dei carabinieri e al vicesindaco per felicitarmi".
 
Ieri la notizia della morte di Piano e Failla. Un blitz delle milizie di Sabrata, a ovest di Tripoli, "contro una cellula dell'Isis" ha spezzato la vita di Fausto Piano e Salvatore Failla, due dei quattro tecnici della Bonatti rapiti in Libia lo scorso luglio. Gli altri due, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, "sono vivi", ha detto al Copasir il sottosegretario con delega all'Intelligence Marco Minniti, citando informazioni degli 007 sul terreno. Ora la priorità è "salvarli", ha sottolineato il presidente dell'organismo parlamentare, Giacomo Stucchi. Concetto ribadito il direttore del Dis Giampaolo Massolo: "Ci sono altri due da salvare e non bisogna dire cose che possano compromettere le attività che sono in corso". Le famiglie si sono chiuse nel riserbo e nel dolore, e sperano ancora in un errore nell'identificazione dei cadaveri. Le salme dei due italiani, secondo quanto si è appreso, dovrebbero essere trasferite a Tripoli nelle prossime ore.

La notizia degli scontri tra milizie e jihadisti a sud di Sabrata, nella località di Surman, è iniziata a circolare nella tarda serata di ieri, nelle stesse ore in cui i seguaci di Abu Bakr al Baghdadi tentavano un assalto, respinto, a Ben Guardane, in Tunisia. L'offensiva delle milizie contro l'Isis è iniziata all'indomani dell'assalto dei jihadisti nel cuore di Sabrata, il 24 febbraio: i seguaci di Baghdadi hanno ucciso 19 miliziani, decapitandone 12. Poi sono stati respinti. L'attacco è arrivato pochi giorni dopo il raid Usa su una base dell'Isis nell'area, oltre 40 le vittime tra le quali Noureddine Chouchane, la presunta mente delle stragi dello scorso anno in Tunisia, al museo del Bardo e sulla spiaggia di Sousse.

 
Ma chi sono le due vittime?
 
Salvatore Failla, 47 anni, originario di Carlentini, provincia di Siracura. Si trovava da tre anni in Libia per lavoro. Quando un amico gli scrisse su facebook se avesse paura di stare li, lui ha risposto: “qualche scontro c’è stato, ma dopo 3 anni ci ho fatto il callo”. Padre di due figlie di 12 e 22 anni, disse in merito al suo lavoro: “il lavoro me lo faccio piacere per forza, la famiglia bisogna pure camparla e mi dà modo di togliermi qualche sfizio”. La famiglia non vuole rilasciare dichiarazioni. 
Fausto Piano, 61 anni, sposato. Originario di Capoterra, provincia di Cagliari. Il suo lavoro per la Bonatti era iniziato nel 1991. Il suo ritorno in Libia era avvenuto di recente. 
 
 
Che cos’è la Bonatti?
La Bonatti è un’azienda di Parma fondata nel 1946 dall’ingegnere Saul Bonatti. Conta circa 6 mila dipendenti in 14 paesi. 
 
 
Storia del rapimento. Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla lavoravano come tecnici presso impianti petroliferi del nord-Africa, si occupano di attività di sviluppo, trasporto e manutenzione. I 4 connazionali stati prelevati nei pressi del compound dell’Eni nella zona di Mellitah, dipendenti della società di costruzione “Bonatti” che ha sede a Parma. In merito al rapimento, sin da subito si è parlato di Jihadisti. Ma le ipote avvalorate sono state tante, sin da subito. Secondo quanto riferiscono dall’emittente televisiva “al Jazeera”, i rapitori sono vicini al cosiddetto “Jeish al Qabail” (l'esercito delle tribù), milizie tribali che sono ospiti a quelle di “Alba della Libia” (Fajr) di Tripoli. L’emittente cita fonti militari di Tripoli e dall’emittente riferiscono che la zona dove è avvenuto il rapimento, fino a poco tempo fa, era teatro di scontri e soltanto di recente vi è stato una tregua che è stata sottoscritta dalle milizie tribali e da quelle di Alba della Libia. Secondo le fonti, i quattro italiani sarebbero stati rapiti nel villaggio di al Tawileh, nei pressi di Mellitah e sono stati portati verso sud. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sul rapimento dei quattro italiani in Libia. Il reato ipotizzato è quello di sequestro di persona a scopo di terrorismo. E’ stato affidato ai carabinieri del Ros, dal pm, il compito di svolgere gli accertamenti per ricostruire l’accaduto. La pista del rapimento compiuto da scafisti non ha trovato alcun riscontro, come non ha trovato alcun riscontro l’ipotesi del rapimento ad opera di “Jeish al Qabail' (Esercito delle tribu'), alleati del generale Khalifa Haftar. Si leggeva sul profilo facebook del Comando generale delle forze armate che fa capo al generale Khalifa Haftar è scritto che i responsabili del rapimento dei quattro italiani sono le milizie di Zuara (Zuwarah), che sono legate alla coalizione Alba della Libia (Fajr) e che lo scopo del rapimento sia stato uno scambio con degli scafisti libici detenuti. Si legge che “nostre fonti confermano che le milizie della cosiddetta Fajr Libia di Zuara sono responsabili del sequestro dei quattro italiani, fare pressioni sull'Italia e ottenere la liberazione di sette libici arrestati per traffico di esseri umani nel Mar Mediterraneo”. Abdullah Naker, politico libico fedele al governo di Tobruk ha rivolto accuse contro le milizie di Alba della Libia (Fajr).



USA 2016: "SUPER TUESDAY", IN TESTA CLINTON E TRUMP

di Angelo Barraco
 
Washington – La corsa alla Casa Bianca è l’equivalente di una corsa di cavalli all’ippodromo –consentitemi il paragone- tanti gli sfidanti che ambiscono al podio, tanti i “cavalli di razza” che vorrebbero le onorificenze e riconoscimenti. Cosa fanno per potersi aggiudicare la gara? Esattamente come in un ippodromo, hanno degli investitori che puntano su di loro –nel caso specifico, gli elettori e gli Stati che li sostengono- e maggiore è il numero di puntate fatte dagli elettori/investitori, più alte saranno le possibilità di arrivare al podio. Si gioca d’immagine, di belle parole e di promesse. Si ricorda il passato e soprattutto i successi ottenuti nella vita. Così il Super Tusday ha portato al podio Hillary Clinton e Donald Trump, entrambi vincitori in sette Stati. La Clinton in Georgia, Virginia, Tennessee, Alabama, Arkansas, Texas e Massachusetts e Trump in  Georgia, Alabama, Tennessee, Massachusetts, Virginia, Arkansas e Vermont. Ted Cruz invece ha vinto in Texas e Bernie Sanders nel Vermont, Oklahoma, Colorado e Minnesota e dichiara “Questa campagna e' per cambiare l'America”. Anche Cruz vince in Oklahoma. Il “Cavallo” su cui puntano (o puntavano?) in molti è Marco Rubio, che però è arrivato primo soltanto in Minnesota. Su di lui vi è la massima attenzione del Partito Repubblicano che sperava in una rimonta, adesso punteranno tutto il 15 marzo. Dai risultati emerge che questa corsa, quasi sicuramente, se la giocheranno Hillary Clinton e Donald Trump, attualmente i più favoriti. L’ex first lady ha dichiarato: “Questo Paese appartiene a tutti noi, non solo a chi guarda in una direzione, prega in una direzione o pensa in una direzione”. Trump ha replicato: “Quello che ha fatto Hillary e' un atto criminale”, poi ha ironizzato su Rubio: “Mi dispiace per Rubio, per lui e' stata una serata molto dura. E ha speso anche un sacco di soldi…”. Molti vedono Trump come un incubo e auspicano alla rimonta di un suo sfidante, chi vincerà questa corsa? 



BRASILE: ARRESTATO IL NUMERO 2 DI FACEBOOK PER L'AMERICA LATINA

Red. Esteri

San Paolo – In Brasile la polizia federale ha arrestato a San Paolo il vicepresidente di Facebook per l'America Latina, Diego Dzodan. La polizia ha eseguito le disposizioni relative il mandato di un giudice di Lagarto, nello Stato di Sergipe (nord-est). Le motivazioni che hanno portato all'arresto del vicepresidente Facebook vengono attribuite, secondo gli agenti di polizia, alla mancanza di collaborazione di Facebook in indagini aventi ad oggetto messaggi su WhatsApp, che di fatto appartiene al social network più famoso del mondo.
Le manette sono scattate quando Dzodan, che ha la nazionalità argentina, stava andando al lavoro nel quartiere di Itaim Bibi, situato nella zona sud della megalopoli brasiliana. Secondo gli inquirenti, il colosso della tecnologia mondiale avrebbe ostacolato le indagini riguardanti un processo penale per traffico di droga caratterizzato dal segreto istruttorio.

"Siamo amareggiati – commenta un portavoce di Facebook – si tratta di una decisione estrema e non proporzionata. Siamo sempre stati disponibili e continueremo ad esserlo a collaborare con le autorità. Siamo rammaricati della scelta di scortare un dirigente Facebook presso una stazione di Polizia in relazione al caso che coinvolge WhatsApp, che opera separatamente da Facebook", aggiunge il portavoce.
"Non possiamo fornire informazioni che non abbiamo – è la posizione ufficiale di WhatsaApp – e abbiamo collaborato al massimo delle nostre capacità in questo caso e se da una parte rispettiamo il lavoro importante delle forze dell'ordine, dall'altra siamo fortemente in disaccordo con la loro decisione. Non siamo in grado di fornire informazioni che non abbiamo, la polizia ha arrestato qualcuno su dati che non esistono. Inoltre, WhatsApp e Facebook funzionano in modo indipendente, quindi la decisione di arrestare un dipendente di un'altra società è un passo estremo e ingiustificato", aggiunge il portavoce di WhatsApp. "Non possiamo commentare questa indagine specifica, se non per dire che abbiamo collaborato per quanto abbiamo potuto vista l'architettura del nostro servizio – sottolinea la società – WhatsApp non memorizza i messaggi delle persone. Li trattiene fino a che non vengono consegnati, dopo esistono solo sui dispositivi degli utenti. Inoltre – conclude – abbiamo messo in atto un forte sistema di crittografia 'end-to-end', che significa che i messaggi delle persone vengono protetti dai criminali online. Nessuno, ne' WhatsApp o chiunque altro può intercettare o compromettere i messaggi degli utenti".
 




ORRORE A MOSCA: BABYSITTER UCCIDE E DECAPITA UNA BAMBINA, ARRESTATA

Redazione
 
Mosca – Orrore, sangue e sconcerto a Mosca, quando Gyulchehra Bobokulova, donna di 39 anni, babysitter, ha ucciso la piccola Nastia N, le ha mozzato la testa, ha bruciato l’appartamento ed è poi corsa alla stazione della metropolitana Oktiabriskoie Pole con la testa della piccola in mano al grido di “Allah Akbar”. Immediatamente è stata arrestata dalle forze dell’ordine. LifeNews riferisce che a la donna avrebbe commesso il terribile delitto in seguito al tradimento del marito. La donna lavorava come baby sitter. Le notizie giunte al momento non sono chiare sul collegamento tra il tradimento che avrebbe subito la donna e il lavoro che svolgeva. La donna viene descritta come una brava babysitter e accudiva la piccola Nastia da circa un anno ed era ritenuta affidabile, anche se ultimamente era nervosa per il rapporto con il marito. La donna è in stato confusionale, è stata affidata agli psicologi. 



MIGRANTI SFONDANO TRATTO BARRIERA GRECIA – MACEDONIA

Redazione

Grecia – Gruppi di migranti sono riusciti a sfondare un tratto della barriera al confine tra la Grecia e la Macedonia per cercare di entrare in Macedonia. E' quanto mostrano le immagini delle emittenti televisive internazionali sul posto. La tensione è alta da questa mattina. Decine di migranti hanno tentato di sfondare la barriera con dei pali di legno. La polizia macedone ha sparato gas lacrimogeni.

La situazione a Idomeni, al confine tra la Grecia e la Macedonia è drammatica. Nei giorni scorsi l'allarme della Grecia: tra i "50.000 e i 70.000" rischiano di rimanere bloccati nel Paese a marzo dopo la stretta agli ingressi decisa dai Paesi balcanici. "La Grecia – ha detto ministro delle politiche migratorie di Atene, Ioannis Mouzalas – non accetterà di diventare il Libano d'Europa e di trasformarsi in un magazzino di anime, anche se questo comporta un aumento di fondi".




OSCAR 2016: VINCONO ENNIO MORRICONE E LEONARDO DI CAPRIO

di Angelo Barraco
 
Los Angeles – Si è conclusa la notte degli Oscar a Los Angeles, e grandi sono state le sorprese e le emozioni  al Dolby Theater. L’attore Leonardo DiCaprio ha ricevuto il suo primo Oscar con The Revenant, come miglior attore protagonista. L’attore ambiva da tempo al prestigioso premio, e per cinque volte ha sperato di raggiungere il prestigioso obiettivo. Il film che ha visto vincitore DiCaprio è stato premiato per la migliore regia Alejandro Gonzales Inarritu, che ha vinto anche per la migliore fotografia. Emmanuel Lubezki, direttore della fotografia, si aggiudica il premio per la terza volta. DiCaprio nel suo discorso ha sottolinea il problema del riscaldamento globale: “Per girare The Revenant abbiamo dovuto andare quasi al polo. Il 2015 è stato l'anno più caldo della storia, i cambiamenti climatici sono una realtà che sta accadendo adesso, dobbiamo smettere di procrastinare, bisogna agire per l'umanità e per le comunità indigene, per i figli dei nostri figli, le cui voci sono poste sotto silenzio dall'avidità di pochi”. Per la categoria Miglior Film è toccato al film Spotligh. Il premio per la migliore sceneggiatura è andato proprio a Josh Singer e Tom McCarthy per il medesimo film che hanno precisato: “Questo premio dà voce ai sopravvissuti. Una voce che arriverà al Vaticano. Papa Francesco, è arrivato il momento di proteggere i bambini” aggiungendo poi dettagli in merito alla loro esperienza al Boston Globe, nel 2001, che ha portato alla ribalta lo scandalo dei preti pedofili: Lavorando al film ci siamo avvicinati moltissimo a tutte le persone coinvolte, giornalisti e vittime, e questo premio è per loro. Dobbiamo essere sicuri che una cosa del genere non accada più, ci deve essere più trasparenza”. Oscar anche per Ennio Morricone, per la miglior colonna sonora originale nel film The Hateful Eight. Morricone aveva già ricevuto un Oscar alla carriera nel 2007 ma mai un premio per le sue colonne sonore. E’ salito sul palco con il figlio Giovanni del Dolby Theater con il figlio Giovanni, ha ringraziato i colleghi e la moglie. Dalla platea e partita una standing ovation. Tanti i premi e i premiati, Mark Rylance ha vinto il premio come miglior attore non protagonista per il film Il Ponte Delle Spie, Alicia Vikander per The Danish Girl. La Grande Scommessa vince il premio come migliore sceneggiatura non originale- E’ stato assegnato il premio per i migliori costumi al film Mad Max:Fury Road, precisamente a Jenny Beavan. 



SHOCK IN GERMANIA, TROVATO DISERBANTE IN ALCUNE MARCHE DI BIRRA

Redazione

Germania – Dopo le macchine adesso pure la birra. La germania non sembra più essere sinonimo di sicurezza e affidabilità. Diversi marchi di birre tedesche contengono il diserbante glifosato, rivela un'analisi dell'Istituto per l'ambiente di Monaco. Il test ha coinvolto 14 marche fra le più note in Germania: Beck's, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, König Pilsener e Jever.

I livelli registrati oscillano fra 0,46 e 29,74 microgrammi per litro, nei casi più estremi quasi 300 volte superiori a 0,1 microgrammi, che è il limite consentito dalla legge per l'acqua potabile. Non esiste un limite per la birra.

Contrastato è il giudizio degli esperti sulla pericolosità del pesticida per la salute dell'uomo. L'organismo internazionale Iarc (International Agency for Research on Cancer) lo ha classificato come "probabile cancerogeno per l'uomo" nel marzo 2015. Sophia Guttenberger, dell'istituto di Monaco che ha compiuto la ricerca, ha detto che "una sostanza, che potrebbe essere cancerogena, non perde nulla né nella birra né nel corpo umano".

Ma per l'Istituto federale per la valutazione del rischio (Bfr) residui di glifosato nella birra sono "dal punto di vista scientifico plausibili", dal momento che l'erbicida è autorizzato come diserbante. "Un adulto dovrebbe bere intorno ai mille litri di birra al giorno per assumere una quantità di glifosato preoccupante per la salute", ha fatto sapere il Bfr in una nota.

Secondo l'Unione dei birrai tedeschi lo studio "non è credibile" e l'accusa che i birrai non controllino sufficientemente le loro materie prime è "assurda e completamente infondata". I birrai sottolineano l'esistenza di un proprio sistema di controllo per il malto d'orzo: "Il nostro monitoraggio indica che i valori misurati sono sempre chiaramente al di sotto dei limiti massimi, e in nessun momento sono stati riscontrati superamenti dei limiti massimi permessi per i residui di glifosato".

L'Unione dei coltivatori tedeschi (Dbv) ritiene invece che la colpa della presenza del glifosato possa venire dall'importazione di malto d'orzo. "In Germania abbiamo la più ferrea regolamentazione per la tutela delle piante", ha detto un portavoce dell'associazione a Berlino. È invece plausibile che tracce di glifosato siano finite nella catena di produzione con l'importazione di malto d'orzo, ha aggiunto.




DOPO IL CASO BERLUSCONI: OBAMA FIRMA LEGGE SULLA PRIVACY E LA ESTENDE ANCHE PER I PAESI STRANIERI

di Angelo Barraco
 
Washington – La vicenda di spionaggio tra Usa e Italia ha messo sulle difensive il Presidente degli Stati Uniti d’America che ha firmato una legge sulla privacy chiamata “Judical Redress act bill”. Tale legge riguarda la protezione della privacy ma che non riguarda soltanto i cittadini americani, ma anche quelli stranieri, dei Paesi alleati e se i loro dati fossero portati alla luce del sole in modo illegale, loro possono fare causa al governo degli Stati Uniti. I controlli fatti dalla Nsa sono stati denunciati dalla talpa Edward Snowden, la Casa Bianca ha tentato di chiudere il tutto con una legge che impedisce alla Nsa di raccogliere dati sensibili (dati telefonici e conservarsi). Obama definisce quest’ultima legge una protezione ulteriore per i cittadini americani e per i consumatori, nonché una misura di protezione per gli affari Usa. Il Presidente, ricordiamo, ha firmato anche una tassa per vietare le tasse su l’accesso ad internet e ha dichiarato che serve per: “garantire che anche se proteggiamo la sicurezza del popolo americano, siamo pure consapevoli della privacy che amiamo cosi' tanto”. Ma le leggi americane attuate in precedenza non sono bastate per placare la forma di controllo degli americani in territorio USA ed estero, ciò è dimostrato dalla vicenda che ha visto coinvolto Silvio Berlusconi. Gli ultimi mesi del governo Berlusconi erano monitorati dagli USA, è quanto emerge da due resoconti di intercettazione telefonica dell’ex premier italiano diffusi da Wikilieaks, che rivelano quanto i timori del premier di un asse Parigi-Berlino. Le mosse dell’ex premier Silvio Berlusconi venivano ascoltate dallo Special Collection Service (Scs), si tratta di un’unità dell’NSA che opera sotto copertura diplomatica. Nel primo resoconto di intercettazione si legge una frase che Sarkozy avrebbe detto a Berlusconi: “le istituzioni finanziarie italiane potrebbero presto 'saltare in aria' come il tappo di una bottiglia di champagne e che 'le parole non bastano più' e che Berlusconi 'ora deve prendere delle decisioni”. Ma non solo, le intercettazioni riguarderebbero anche le conversazioni di Berlusconi con Valentino Valentino, suo consigliere personale, Bruno Archi, consigliere per la sicurezza Nazionale, il diplomatico Marco Carnelos e il rappresentante dell’Italia alla Nato Stefano Stefanii. E’ stata inoltre intercettata una telefonata tra Berlusconi e Netanyahu dove quest’ultimo si lamentava dell’assenza di un contatto diretto con il presidente degli Stati Uniti, Berlusconi rispondeva mettendo l’Italia a disposizione di Israele per riparare i legami tra Washington e Israele: “Berlusconi ha promesso di mettere l'Italia a disposizione di Israele, nell'aiutare a rimettere a posto le relazioni di quest'ultimo con Washington”. Intanto l’ambasciatore degli Stati Uniti John Philips è stato convocato dalla Farnesina per chiarire questa situazione. La notizia è stata commentata da buona parte della forza politica, il premier Matteo Renzi ha riferito: “Ci accingiamo a chiedere informazioni in tutte le sedi, anche con passi formali, sulla vicenda di Berlusconi”. Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, dice: “"Mi sembra doveroso sottoporre la questione all'attenzione del sottosegretario Minniti nella sua audizione prevista per dopodomani”. Il portavoce del dipartimento di Stato Mark Toner ha riferito “Gli Stati Uniti e l'Italia godono di una lunga amicizia basata sui nostri valori condivisi e su una storia di cooperazione nel portare avanti interessi comuni in tutto il globo. In quanto alleati e partner, continueremo a lavorare a stretto contatto con l'Italia per proteggere la sicurezza collettiva dei nostri due Paesi e dei nostri cittadini”. Ma perché gli USA dovevano monitorare le mosse dell’Italia in quella fase? Qual’era lo scopo di tali intercettazioni?