BRUXELLES, AEROPORTO: DUE ATTENTATI NEL CUORE DELL'EUROPA. MASSIMA ALLERTA A FIUMICINO

di Angelo Barraco
 
Bruxelles – Sono trascorsi  solo tre giorni dall’arresto di Salah Abseslam, ricercato numero uno per gli attentati del 13 novembre a Parigi. E questa mattina, martedì 22 marzo, ci sono stati due attentati, il primo è avvenuto alle ore 8, presso l’aeroporto di Bruxelles dove è stato colpito lo scalo internazionale. Si contano 11 morti e 25 feriti e dalle prime informazioni emerge che sarebbero stati fatti esplodere due ordigni, uno nella sala partenze del terminal e un altro nei pressi del banco dell’American Airlines. In seguito alle esplosioni è stato chiuso lo scalo e si sta predisponendo un piano di emergenza.

Un secondo attentato è avvenuto nella metropolitana di Maalbeek, nei pressi delle istituzioni europee. Dalle immagini rese disponibili emerge che la deflagrazione ha completamente distrutto la hall delle partenze. I collegamenti ferroviari sono stati interrotti e il livello di allerta è salito a 4 poiché sono stati rinvenuto ordigni inesplosi nello scalo. Si apprende inoltre che, prima delle deflagrazioni, qualcuno avrebbe sentito delle raffiche di mitra ed urla in arabo.
 
Città sotto assedio "La corsa finisce qui. Siete pregati di scendere". Il conducente dell'autobus termina la corsa a meta' strada. Fa scendere tutti, e rientra al deposito. Tutti i mezzi di superficie, tram e bus, sono stati fatti rientrare dopo gli attacchi all'aeroporto internazionale di Zaventem e, soprattutto, dopo l'esplosione alla stazione della metropolitana di Maelbeek, a poca distanza dalle istituzioni comunitarie. I mezzi pubblici di superficie che funzionano non portano oltre la place Royale, dietro il palazzo che la famiglia reale belga utilizza per gli avvenimenti istituzionali. Dopo si va a piedi, in una citta'  chiusa al traffico, presidiata da poliziotti e piena di nastro divisorio messo dalle forze dell'ordine per delimitare le aree colpite o a rischio. Al 16 di rue de la Loi militari presidiano la sede del governo federale. La stessa strada, una delle principali arterie della citta', che porta al quartiere europeo, e' chiusa al traffico e recintata. Agenti sono impegnati a deviare il traffico, mentre un'ambulanza si ferma all'ingresso della stazione della metropolitana di Arts-Loi, punto di snodo delle diverse linee. Una persona riceve soccorsi. La polizia allontana immediatamente tutti, anche i giornalisti. "Niente filmati, niente fotografie. Sono costretto a chiedervi di cancellare tutto". L'ordine dei poliziotti evidentemente e' di evitare in ogni modo di diffondere il panico e immagini che possano produrne. L'uomo e' adagiato a terra, circondato da personale della Stib, la societa'  che gestisce i trasporti pubblici. Sopra di lui un "guardien de la paix", una sorta di ausiliario, mostra la sua qualifica che sembra in contrasto stridente con quanto accade. Il perimetro attorno alla fermata di Maelbeek e' interdetto. Per raggiungere le istituzioni comunitarie bisogna passare per le vie laterali. Si controllano i badge. Per ragioni di sicurezza non entrano neanche i funzionari arrivati dopo la chiusura dell'area. Nelle sedi della Commissione europea e del Consiglio europeo non si entra. Elicotteri sorvolano incessantemente l'area, fondendosi alle scie delle sirene che si susseguono. Dalla fermata delle metro di Schuman, il cui ingresso si apre in prossimita' dell'entrata delle due istituzioni comunitarie, si sente l'altoparlante annunciare che le stazioni verranno evacuate. "La stazione della metro chiudera' a breve per ragioni di sicurezza. Si prega di uscire il prima possibile". L'annuncio e' diffuso in tre lingue, fiammingo, francese e inglese. Fuori un uomo riceve cure. E' un dipendente della Stib. Le linee telefoniche sono intasate. Probabilmente sono le telefonate fatte e ricevute per informare sullo stato della situazione. Si comunica prevalentemente via sms o chat di whatsapp. E' un altro indice della gravita' della situazione
 
La polizia ha ordinato l’immediata evacuazione della zona dello scalo, chiuso l’aeroporto e interrotto i collegamenti ferroviari. Alcuni testimoni hanno riferito di migliaia di persone che per ragioni di sicurezza sono state fatte evacuare sulla pista, dove si trovano tuttora per capire che cosa fare."Ero in coda per la registrazione e ho sentito un’esplosione. Ho visto il fumo, ho visto gente correre in preda al panico verso l’uscita. C’è stata una seconda esplosione molto più vicina a me", ha detto un testimone a Bel RTL. "Tutti hanno lasciato l’aeroporto in preda al panico, la maggior parte delle persone hanno lasciato il loro bagaglio. Le auto sono state evacuate",

Un video pubblicato sul sito del quotidiano belga DH mostra le immagini di decine di persone che fuggono dall'aeroporto di Bruxelles
e degli ingenti danni provocati dalle esplosioni. Sullo sfondo si vede il fumo uscire dall’edificio dell'aeroporto.
Dopo l'arresto di Salah la procura belga aveva lanciato l'allarme per nuovi attentati. Le autorità belghe hanno messo in atto il piano catastrofi e il governo ha convocato per questa mattina un Consiglio di Sicurezza nazionale.
La sicurezza è stata rafforzata all'aeroporto di Charleroi, il secondo hub di Bruxelles. Lo riferisce la francese Bfmtv. I voli in arrivo sulla città sono stati dirottati su Charleroi e Liegi.

Stato di massima allerta anche all'aeroporto romano di Fiumicino.
Il livello di sicurezza al Leonardo Da Vinci, già su standard elevati, è stato innalzato ulteriormente. I controlli dei passeggeri ai varchi di sicurezza sono stati intensificati.
Tutti i voli da e per Bruxelles sono stati cancellati. Non c'e' nessun aereo dell'Alitalia all'aeroporto di Bruxelles, a quanto riferiscono fonti vicine alla compagnia.  Il volo da Roma programmato per le 8,20 non è partito mentre il volo Milano-Bruxelles atterrerà all'aeroporto di Liegi. Il Viminale ha innalzato le misure di sicurezza in tutti gli aeroporti italiani. L'ambasciata d'Italia a Bruxelles ha invitato i connazionali "a evitare l'aeroporto di Bruxelles", dopo le due esplosioni che questa mattina hanno investito lo scalo. "È consigliato di evitare di prendere voli dall'Italia per Bruxelles", ha aggiunto la sede diplomatica sul proprio account Twitter.
 



DISASTRO BUS ERASMUS IN CATALOGNA, MORTE 7 ITALIANE. L'AUTISTA: "MI DISPIACE MI SONO ADDORMENTATO"

Redazione

Lo siento, me he dormido", 'Mi dispiace, mi sono addormentato'. Lo avrebbe detto ai servizi di emergenza arrivati subito dopo l'incidente l'autista del bus a bordo del quale viaggiavano le 13 ragazze vittime dello scontro in Catalogna secondo quanto riferisce il quotidiano spagnolo La Razon.

Sono italiane 7 delle 13 ragazze morte nell' incidente stradale avvenuto ieri in Catalogna, che ha coinvolto un autobus su cui viaggiavano 57 studenti Erasmus assegnati a Barcellona, di 22 nazionalità diverse.

Le vittime – Le autorità spagnole hanno confermato che le vittime italiane dello schianto del bus in Catalogna sono sette. Ecco i nomi: Francesca Bonello; Elisa Valent; Valentina Gallo; Elena Maestrini; Lucrezia Borghi; Serena Saracino; Elisa Scarascia Mugnozza. Le famiglie, si apprende, sono informate ma non hanno ancora fatto il riconoscimento, tranne per Valentina Gallo.

Oltre alle sette italiane, hanno perso la vita due giovani tedesche, una romena, una uzbeka, una francese e una austriaca.

Sono sei i feriti italiani: due sono stati già dimessi, altri due sono gravi ma non in pericolo di vita

Tutte le vittime viaggiavano sedute vicino al finestrino. In molti si sono salvati grazie alla cintura di sicurezza

Matteo Renzi raggiunge i familiari delle vittime in Spagna

L'autista dell'autobus è indagato per omicidi plurimi per 'imprudenza', secondo il codice spagnolo, riferisce il quotidiano catalano La Vanguardia. L'uomo, 63 anni, è stato ricoverato in terapia intensiva per una contusione polmonare e non potrà quindi presentarsi oggi davanti al giudice come era previsto.

Nella notte all'ospedale di Tarragona (Spagna), per le gravi ferite riportate nell'incidente del pullman di ieri, è morta la studentessa toscana Elena Maestrini. Lo si apprende dal sindaco di Gavorrano (Grosseto), Elisabetta Iacomelli, che lo ha saputo dalla famiglia. Sono così due le ragazze toscane morte.

Serena Saracino, una delle studentesse torinesi coinvolte nell'incidente di Tarragona, e' morta. Lo conferma il padre, Alessandro, contattato telefonicamente dall'ANSA. "E' morta… mia figlia è morta…", sono le parole pronunciate dall'uomo, che si trova da ieri sera in Spagna.

"Quello che chiedo è che queste cose non accadano mai più: gli spostamenti dei giovani, che sono la nostra speranza e il nostro futuro, devono avvenire in sicurezza, con mezzi in buone condizioni, non alle 4 del mattino con autisti forse stanchi". Afferma Alessandro Saracino. "Non è colpa di nessuno – dice – ma non è possibile che giovani che vanno in un Paese amico come la Spagna per studiare perdano la vita in un modo così assurdo".

Cordoglio di Renzi e del ministro Giannini. La Farnesina sta seguendo l'identificazione delle salme. In Catalogna due giorni di lutto, oggi e domani.




ISTANBUL: FERMATA RAGAZZA DI MILANO PER PROPAGANDA AL PKK, ECCO I DOCUMENTI

di Angelo Barraco

Istanbul – Giovanna Lanzavecchia, una ragazza di Milano è stata fermata sabato sera dalla Polizia Turca, all’interno di un internet cafè di Istanbul, nel quartiere di Fatih ed è accusata di propaganda a favore dell’organizzazione terroristica PKK. L'accusa contestata alla giovane è di aver pubblicato materiale propagandistico a favore del Pkk su facebook. Il sito Haber7 la definisce una “spia” . Le autorità turche monitoravano il suo profilo facebook poiché la giovane pubblicava post e foto di guerrieri del Partito dei Lavoratori PKK, video che inneggiavano al PKK, foto in montagna con bandiera del PKK. Le autorità ritengono che la giovane avrebbe ricevuto addestramento. Alla giovane è stato notificato il rimpatrio. Emerge che la giovane era stata invitata dal partito filo-curdo Hdp per celebrare il capodanno curdo, il Newroz, malgrado vi fosse il divieto imposto dalle autorità di festeggiarlo. Ecco cosa postava la giovane sul suo profilo facebook.



TRAGEDIA IN CATALOGNA: SI SCHIANTA BUS CHE TRASPORTAVA STUDENTI ERASMUS: MORTE 8 ITALIANE

Redazione

Il bilancio dello schianto del bus in Catalogna si fa sempre più drammatico: le vittime sono 14, di cui 8 italiane. Ai tragici numeri forniti dalla Farnesina si è aggiunta Elena Maestrini, 21enne di Gavorrano (Grosseto) iscritta all'Università di Firenze e morta dopo il ricovero nell'ospedale di Tarragona. Nell'elenco ci sono anche due tedesche, una romena, una uzbeka, una francese e una austriaca. Il disastroso bilancio parla anche di 34 feriti i cui 3 molto gravi, 9 gravi e 2 non gravi. Le vittime erano di età compresa tra i 19 e i 25 anni

Si chiamava Valentina Gallo l'altra italiana rimasta uccisa, era una fiorentina di 22 anni. La famiglia della ragazza è già arrivata sul posto, dovesi trova anche il console generale d'Italia a Barcellona, Stefano Nicoletti.

Intanto è stato indagato per 13 omicidi per "imprudenza" l'autista che ieri ha perso il controllo dell'autobus degli studenti Erasmus lungo l'autostrada che unisce Valencia a Barcellona, in Spagna. A bordo c'erano 57 giovani di 22 nazionalità. L'uomo, 63 anni, avrebbe dovuto comparire stamani davanti a un giudice ma è stato portato in ospedale per cpmplicazioni respiratorie. Ieri sera era stato interrogato dal Mossos d'Esquadra, la polizia regionale catalana. 




SALAH SORVEGLIATO SPECIALE A BRUGES: "VOLEVO FARMI ESPLODERE"

Redazione

Salah Abdeslam, il decimo uomo del commando che uccise 130 persone il 13 novembre scorso a Parigi, ha trascorso la sua prima notte in carcere, a Bruges, in Belgio. Salah è in una cella singola e speciale, come ha spiegato la portavoce dell'amministrazione penitenziaria, appositamente creata nel 2008 per persone ad alto rischio di evasione o con problemi comportamentali. Nel penitenziario di Bruges, un'ottantina di chilometri a nord-ovest di Bruxelles, che dispone di un reparto sanitario particolarmente attrezzato, sarà anche possibile prestargli la necessaria assistenza medica visto che è ferito a una gamba.

l 26enne jihadista è stato colpito da un proiettile durante la sparatoria di ieri a Molenbeek, conclusasi con la cattura sua e del complice Monir Ahmed Alaaj alias Amine Choukri. Le sue condizioni non sono gravi e le prime cure gli sono state praticate all'ospedale 'Saint-Pierre' della capitale belga, dove ha trascorso la prima notte dopo l'arresto. Nel suo primo interrogatorio con gli inquirenti belgi, Salah ha detto che voleva farsi esplodere nello stadio di Francia, ma di aver poi cambiato idea. Abdeslam, che si oppone all'estradizione in Francia, ricomparirà a porte chiuse davanti al magistrato mercoledì prossimo.

Stesso interrogativo su un editoriale pubblicato proprio da Derniere Heure, dove Jean Marc Gheraille, fa notare che il fuggitivo si era rintanato "nel luogo che conosce meglio: Bruxelles"; proprio nella capitale belga "si è avvantaggiato di protezione, aiuto logistico e di aiuti della sua comunita', almeno di una parte di essa. Mentre l'altra e' rimasta in silenzio".

Ora, secondo la Delvaux occorre andare "oltre la repressione, il carcere, gli arresti". "C'e' un lavoro di fondo da fare in alcune aree di Molenbeek e altrove". Sulla stessa lunghezza d'onda, L'Echo, secondo cui gli avvenimenti di venerdi' rivelano "una parte sommersa dell'iceberg, l'estremismo. Quello di certi adolescenti, giovani uomini e donne, che vedono in Salah Abdeslam e nei suoi accoliti i nuovi 'eroi' di un Occidente che sprofonda"; adesso occorre lavorare perche' "non vedano piu' in Abdeslam il riflesso del loro malessere, ma solo quel che e', un volgare criminale"




ISTANBUL: KAMIKAZE IN PIENO CENTRO, ALMENO 5 MORTI E 36 FERITI -GUARDA IL VIDEO

di Angelo Barraco
 
Istanbul – Sangue e sgomento ad Istanbul, la popolare e affollatissima via Istiklal è diventata il teatro di un terribile attentato. Nella mattinata di oggi un kamikaze si è fatto esplodere nei pressi di Piazza Taksim. I morti accertati sono almeno 5, i feriti sono 36. A rendere nota la notizia è un comunicato di Vasi Sahin, il prefetto di Istanbul, che ha parlato subito di attentato suicida. In Turchia l’allarme sicurezza è ad altissimi livelli. La terribile esplosione ha distrutto l’affollatissima Via Balo, dove si trova il famoso centro commerciale Demiroren.
 
 
 
La zona è stata immediatamente isolata dalle forze dell’ordine e si apprende inoltre che il Kamikaze aveva un altro obiettivo, ma il suo ordigno è esploso di fronte ad un ristorante kebab. Il 17 marzo è stata chiusa all’ambasciata tedesca ad Ankara e al consolato tedesco a Istanbul, la causa di tale chiusura è una possibile minaccia alla loro sicurezza. A confermarlo è il ministro degli Esteri di Berlino che ha voluto aggiungere che è stata chiusa anche la scuola tedesca a Istanbul. Tale decisione sarebbe stata presa a seguito di una minaccia “non verificabile in modo definitivo”. Ricordiamo che domenica, ad Ankara, un attentato ha cagionato la vita a 37 persone. L’attentato è stato rivendicato da un gruppo di estremisti vicini ai ribelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), i Falchi della Libertà del Kurdistan, tramite un comunicato e nella nota riferiscono che la loro azione è la risposta alle operazioni di sicurezza messe in atto dalle forze turche nel sud-orientale della Turchia. Ecco uno stralcio del comunicato: “La sera del 13 marzo è stato effettuato un attentato kamikaze alle 18:35 nella strade della capitale della Repubblica fascista turca. Rivendichiamo questo attacco".
 
L'attentato kamikaze che ha colpito stamane la via dello shopping, Istiklal Caddesi, a Istanbul, arriva in un momento di massima allerta per il rischio attacchi in Turchia. L'ultima a lanciare l'allarme è stata ieri l'ambasciata degli Stati Uniti ad Ankara, che ha avvertito i cittadini americani residenti nel Paese sulla «minaccia crescente» di attentati terroristici e sui rischi previsti per la festività di Nowruz, che ricorre il 21 marzo ed è festeggiata soprattutto dai curdi. «Alla luce dei fatti recenti e delle imminenti feste di Nowruz – si legge in una delle due note pubblicate sul sito dell'ambasciata – i cittadini devono adottare precauzioni per la loro sicurezza». L'11 marzo scorso, cioè solo due giorni prima dell'esplosione di un'autobomba nel centro di Ankara che ha provocato 37 morti, l'ambasciata degli Usa consigliava ai cittadini americani di stare lontani dalla zona del centro della capitale per il rischio di «un possibile attentato che i terroristi starebbero organizzando per colpire gli edifici del governo».
 
Due giorni fa, inoltre, sempre per la «minaccia non confermata» di un attentato terroristico in Turchia, la Germania aveva chiuso la sua ambasciata ad Ankara e il consolato a
Istanbul. Per far fronte alle minacce, la polizia turca aveva rafforzato le misure di sicurezza in particolare nei centri commerciali di Ankara, come riferito dall'agenzia di stampa Anadolu citando fonti della polizia. Ed è proprio vicino a un centro commerciale che l'attentatore si è fatto saltare in aria a
Istanbul.



BRUXELLES: ARRESTATO SALAH, L'AUTORE DELLE STRAGI DI PARIGI – VIDEO

Redazione

La fuga di Salah Abdeslam e' terminata dove e' cominciata, a Molenbeek, il quartiere dove e' nato. Anzi probabilmente il terrorista piu' ricercato d'Europa, 26 anni, in fuga dalla stage del 13 novembre a Parigi, non si e' mai mosso da
Bruxelles. Il sospettato-chiave degli attentati di Parigi e' stato ferito a una gamba e arrestato nel corso di una massiccia operazione anti-terrorista nel quartiere di Bruxelles. Le sue impronte e il suo Dna erano state ritrovate nell'appartamento di Forest, dove martedi' c'e' stato un blitz delle teste di cuoio belghe. E proprio la fuga di notizia su queste tracce ha fatto precipitare la situazione: la polizia ha cosi' anticipato l'operazione originariamente pensata per domani, che ha portato alla sua cattura. Con Salah sono state arrestate altre due persone, ha confermato il premier belga Charles Michel in una conferenza stampa con il presidente francese Francois Hollande, che si trovava a Bruxelles per il vertice Turchia-Ue sui migranti. Michel ha assicurato che nel covo preso d'assalto dalle forze speciali non c'e' nessun altra persona asserragliata e sono in corso perquisizioni per analizzare il luogo dove Salah era nascosto.

Ecco il video dell'arresto

 

 

 

Nel corso della conferenza stampa non ci sono stati riferimenti ad un uomo morto nel blitz nell'appartamento al numero 79 di rue Quatre Vents e in precedenza identificato dai media locali come Monir Alahaj Ahmed. Secondo le ricostruzioni della stampa belga, l'operazione di polizia e' cominciata intorno alle 14 ora locale ed e' ancora in corso. La soffiata che ha consentito di individuare Salah e' arrivata da un uomo di cui non e' stata rivelata l'identita'. Salah, ferito a una gamba, e' stato gia' trasferito in un ospedale dalla regione di Bruxelles, e sara' interrogato appena possibile. La sua difesa sara' assunta da Sven Mary, uno dei migliori avvocati di Bruxelles, noto per aver gia' lavorato a casi come quello della banca belga Fortis; la richiesta, ha spiegato lo stesso legale, e' stava avanzata da persone vicine ad Abdeslam. Anche l'altro complice ferito durante il blitz e' stato ricoverato con Salah in un ospedale di massima sicurezza nella regione di Bruxelles. Il ferito, sempre secondo i media, si chiama Soufyane Kayal ed e' legato all'algerino Mohamed Belkaid, ucciso martedi' nella sparatoria a Forest.




MIGRANTI, RAGGIUNTO L'ACCORDO UE – TURCHIA: ECCO COSA PREVEDE PUNTO PER PUNTO

Redazione

Raggiunto l'accordo con la Turchia sui flussi migratori stabilita al 20 marzo, cioè a dopodomani, la data a partire dalla quale tutti i migranti illegali in arrivo in Grecia dalla Turchia saranno rimandati indietro: è quanto riferisce una fonte riservata del Consiglio Europeo, mentre a Bruxelles è in corso la riunione dei leader dei Ventotto, che stanno discutendo sulle proposte messe a punto dal presidente Donald Tusk con il premier turco Ahmet Davutoglu.

La data di domenica quale giorno di attivazione del meccanismo di rimpatrio dei migranti irregolari fa parte della proposta presentata da Tusk ai capi di Stato e di governo dei Paesi membri al termine delle trattative con Davutoglu. Tusk, riferisce la stessa fonte, avrebbe chiesto agli interlocutori di non modificare la bozza raggiunta con la controparte turca, cui è stata garantita l'apertura di un nuovo capitolo negoziale per l'adesione all'Ue entro la fine del semestre olandese di Presidenza, quindi entro il 30 giugno prossimo. Il capitolo negoziale che si vorrebbe aprire è il numero 33, relativo alle disposizioni finanziarie e di bilancio. Si tratterebbe del sedicesimo su 35 a essere aperto, ma la Turchia aveva chiesto l'apertura di cinque – energia, stato di diritto e diritti fondamentali, giustizia e sicurezza, istruzione e cultura, politica di sicurezza e difesa-, e quello offerto non è tra quelli su cui sta spingendo il governo di Ankara.

Rimpatri da domenica "Tutti i nuovi migranti irregolari in viaggio dalla Turchia verso le isole greche saranno riportati in Turchia": è una misura "temporanea e straordinaria" con lo scopo di mettere fine ai pericolosi viaggi nell'Egeo e rompere il modello di business creato dai contrabbandieri. Per fare in modo che il ritorno dei richiedenti asilo non violi il diritto internazionale, l'accordo garantisce che qualsiasi domanda d'asilo sarà esaminata singolarmente sulle isole greche, il che richiederà un allestimento logistico importante. Torneranno coloro che non presenteranno la domanda o quelli la cui domanda sarà ritenuta irricevibile. Gli europei, per legittimare sul piano giuridico l'irricevibilità delle richieste d'asilo che saranno presentate in Grecia, si baseranno essenzialmente sul principio del "Paese terzo sicuro". Quando la Grecia avrà riconosciuto questo status alla Turchia, l'Ue ritiene che i rinvii saranno legali, nella misura in cui i candidati potranno beneficiare della protezione internazionale che meritano. "La Turchia e la Grecia, assistiti dall'Unhcr e dall'Ue, prenderanno le misure necessarie" per permettere questa procedura, tra le quali la presenza di funzionari turchi sulle isole greche. "I costi delle operazioni di ritorno saranno prese in carico dall'Ue". Uno per uno: "Per ogni siriano tornato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia verso l'Ue", afferma il progetto di accordo; e sarà "data priorità" ai migranti che non abbiano tentato di entrare in modo irregolare nell'Ue

La liberalizzazione dei visti Una delle contropartite per Ankara sarebbe "l'accelerazione" della "tabella di marcia" per consentire l'esenzione dei visti per i cittadini turchi in Europa, "al più tardi entro la fine di giugno 2016". Ma Ankara deve soddisfare i 72 criteri specifici previsti (il che rende piuttosto improbabile tale prospettiva)

Assistenza finanziaria L'Ue si è impegnata ad accelerare il versamento dell'aiuto di 3 miliardi di euro già promesso alla Turchia per migliorare le condizioni di vita dei 2,7 milioni di rifugiati che ospita. "Quando queste risorse saranno sul punto di essere completamente esaurite", l'Ue darà "un aiuto finanziario aggiuntivo nel limite di 3 miliardi di euro supplementari fino alla fine del 2018".

L'adesione all'Ue Questa era una delle linee rosse poste da Cipro: la promessa di aprire rapidamente nuovi capitoli di negoziato nel processo di adesione della Turchia. Per aggirare la minaccia di veto di Nicosia, il progetto di accordo è sufficientemente vago da non suscitare malumori: "L'Ue preparerà la decisione di aprire nuovi capitoli di negoziati di adesione il più presto possibile"

Una delle condizioni raggiunte tra Ue e Turchia nel corso dei negoziati è che la prossima settimana Commissione europea e governo turco definiranno una lista di progetti "concreti" da finanziare attraverso il fondo da tre miliardi che l'Ue ha messo a disposizione di Ankara nell'ambito del piano d'azione congiunto per la gestione dei flussi dei migranti. Lo riferiscono fonti Ue, precisando che la Turchia lamenta un esborso "troppo lento" dei tre miliardi promessi dai leader dei ventotto Paesi dell'Unione europea. Proprio per questo motivo è stato deciso di stilare la lista.




ALLARME TERRORISMO ALLE SEDI DIPLOMATICHE TEDESCHE IN TURCHIA

di Angelo Barraco
 
Turchia – Oggi è stata imposta la chiusura all’ambasciata tedesca ad Ankara e al consolato tedesco a Istanbul, la causa di tale chiusura è una possibile minaccia alla loro sicurezza. A confermarlo è il ministro degli Esteri di Berlino che ha voluto aggiungere che è stata chiusa anche la scuola tedesca a Istanbul. Tale decisione sarebbe stata presa a seguito di una minaccia “non verificabile in modo definitivo”. Emerge inoltre che la chiusura sarebbe legata a minacce dirette alle rappresentanze diplomatiche e agli interessi della Germania in Turchia. Non si esclude la chiusura di altre sedi in altri Paesi, inoltre l’ambasciata di Berlino è vicino all’ambasciata italiana. Nel pomeriggio di ieri ci sono stati attimi di panico poiché è stata rinvenuta, ad Istambul, una borsa e per un momento si è temuto un attentato. Successivamente si è appurato che all’interno vi era soltanto del cibo. Frank-Walter Steinmeier, ministro degli Esteri tedesco ha riferito: ” Abbiamo avuto indicazioni concrete di un possibile attacco alle rappresentanze tedesche in Turchia. Per questo nella notte ho deciso la chiusura. Si tratta di una misura comunque precauzionale”. Ricordiamo che domenica, ad Ankara, un attentato ha cagionato la vita a 37 persone. L’attentato è stato rivendicato da un gruppo di estremisti vicini ai ribelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), i Falchi della Libertà del Kurdistan, tramite un comunicato e nella nota riferiscono che la loro azione è la risposta alle operazioni di sicurezza messe in atto dalle forze turche nel sud-orientale della Turchia. Ecco uno stralcio del comunicato: “La sera del 13 marzo è stato effettuato un attentato kamikaze alle 18:35 nella strade della capitale della Repubblica fascista turca. Rivendichiamo questo attacco". 



BRASILE, SCANDALO TANGENTI PETROLIO: PROTESTE CONTRO LULA "PROTETTO" DAL GOVERNO

di Angelo Barraco
 
Brasile – La nomina a ministro dell’ex presidente Lula e la presidente Dilma Rousseff, non è stata ben gradita dalla popolazione brasiliana. In varie città del Brasile si sono svolte delle proteste pacifiche, in cui la popolazione ha mostrato il suo dissenso. L’avenida Paulista, la zona ricca di San Paolo, è stata bloccata da alcune migliaia di persone che hanno issato slogan contro Lula e Dilma Rousseff. Anche a Brasilia, precisamente dinnanzi al palazzo presidenziale di Planalto, e Rio de Janeiro. La protesta è consequenziale alla pubblicazione di un’intercettazione tra Lula e Rousseff. A pubblicare l’intercettazione è stato il giudice Sergio Moro, nell’ambito dell’inchiesta “Lava Jato” e in tale intercettazione, Dilma avvisa Lula che gli sta inviando il decreto di nomina ministeriale da usare in caso di necessità. Secondo il giudice, tale intercettazione dimostra che la nomina di Lula è avvenuta per ostacolare la giustizia. Martedì si doveva tenere la cerimonia di giuramento di Lula, ma visti gli animi e quanto è accaduto, la cerimonia è stata anticipata per oggi alle ore 10, ore 14 italiane. 



TERRORISMO IN FRANCIA: ARRESTATE 4 PERSONE A PARIGI PER ATTACCO "IMMINENTE"

Redazione

Quattro persone sono state fermate stamattina all'alba nella diciottesima circoscrizione di Parigi e nella vicina banlieue di Saint-Denis. Erano sospettati di voler compiere un attentato "imminente" nella capitale. I quattro sospetti terroristi a Parigi sono attualmente in stato di fermo presso il quartier generale della direzione generale per la sicurezza interna francese. Secondo i media transalpini, si tratta di tre uomini e una donna. Due degli arrestati sono due fratelli francesi di origine turca, Aytac e Ercan B. Il terzo, Youssef E., è un francese islamico radicale già noto ai servizi antiterrorismo. La donna fermata sarebbe la moglie di quest'ultimo.

In Belgio è caccia all'uomo. Due persone sono state fermate e rilasciate nel pomeriggio a Bruxelles, ma i due terroristi scappati dopo la sparatoria di ieri a Forest, sono ancora in fuga. Una bandiera dell'Isis è stata ritrovata dentro l'appartamento da cui è partita ieri a Bruxelles la sparatoria contro la polizia. Trovati anche 11 caricatori per kalashnikov e munizioni.

I due arrestati sono fratelli, già conosciuti dalle forze di polizia belga. Non è ancora stato determinato il legame tra i due che erano stati fermati e le due persone in fuga dall'appartamento della sparatoria di rue Dries a Forest. Alcuni media belgi avevano riportato in mattinata un identikit di un uomo sui 25-28 anni, di origine nordafricana, carnagione olivastra, grandi occhiali, capelli corti, sopracciglia folte, magro e alto 1,85 metri, labbra affilate, naso grosso, con un cappellino bianco, e girato a tutte le polizie del Belgio. Ma l'immagine del sospetto coinvolto nella sparatoria non è stata finora diffusa pubblicamente né confermata dalla Procura federale.