USTICA, PIAZZA FONTANA, BOLOGNA, GIOIA TAURO: MATTEO RENZI RIVELA I SEGRETI SULLE STRAGI

Redazione

Un atto tanto atteso dalle vittime delle stragi terroristiche e di mafia. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha firmato la direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna, rapido 904. "Uno dei punti qualificanti della nostra azione di governo è proprio quello della trasparenza e della apertura" sottolinea Renzi nella nota che annuncia la decisione presa dal governo. "In questa direzione va la decisione di oggi – prosegue – che considero un dovere nei confronti dei cittadini e dei familiari delle vittime di episodi che restano una macchia oscura nella nostra memoria comune", dice ancora Renzi.  La direttiva è stata firmata a palazzo Chigi alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, e del direttore del Dipartimento per la sicurezza Giampiero Massolo. Secondo quanto stabilito nel CISR di venerdì scorso, consente il versamento anticipato di carte classificate in possesso di tutte le amministrazioni dello Stato che rappresentano un importante contributo alla memoria storica del Paese. I documenti verranno versati secondo un criterio cronologico (dal più antico ai tempi più recenti), superando l'ostacolo posto dal limite minimo dei 40 anni previsti dalla legge (fatto che vale per tutte le Amministrazioni) prima di poter destinare una unità archivistica all'Archivio Centrale.

Strage di Ustica

La strage di Ustica fu un disastro aereo avvenuto nella sera di venerdì 27 giugno 1980, quando un aereo di linea Douglas DC-9 della compagnia aerea italiana Itavia, decollato dall'Aeroporto di Bologna e diretto all'Aeroporto di Palermo, si squarciò in volo all'improvviso e cadde nel braccio di mare compreso tra le isole tirreniche di Ustica e Ponza. Nell'evento persero la vita tutti gli 81 occupanti dell'aereo.

Molti aspetti di questo disastro, a partire dalle cause stesse, non sono ancora stati chiariti. Nel corso degli anni sulla strage di Ustica si sono dibattute principalmente le ipotesi di un coinvolgimento internazionale (in particolare francese, libico e statunitense), di un cedimento strutturale o di un attentato terroristico (un ordigno esplosivo nella toilette del velivolo).

Nel 2007 l'ex-presidente della Repubblica Cossiga, all'epoca della strage presidente del Consiglio, ha attribuito la responsabilità del disastro a un missile francese «a risonanza e non ad impatto» destinato ad abbattere l'aereo su cui si sarebbe trovato il dittatore libico Gheddafi. Tesi analoga è alla base della conferma, da parte della Corte di Cassazione, della condanna al pagamento di un risarcimento ai familiari delle vittime inflitta in sede civile ai ministeri dei trasporti e della difesa dal Tribunale di Palermo.

Strage di Peteano

La strage di Peteano è un atto terroristico avvenuto il 31 maggio 1972 a Peteano, frazione del comune di Sagrado. in provincia di Gorizia. Fu compiuta dal reo confesso Vincenzo Vinciguerra e da Carlo Cicuttini, neofascisti aderenti ad Ordine Nuovo.

La strage, definita anche trappola di Peteano per le modalità con cui si svolse[senza fonte], provocò la morte di tre uomini dell'Arma dei Carabinieri: il brigadiere Antonio Ferraro di 31 anni e i carabinieri Donato Poveromo e Franco Dongiovanni di 33 e 23 anni. Rimasero gravemente feriti il tenente Angelo Tagliari e il brigadiere Giuseppe Zazzaro.

La notte del 31 maggio, alle ore 22.35, una telefonata anonima giunse al centralino del pronto intervento della Stazione dei Carabinieri di Gorizia: a riceverla e a registrarla fu il centralinista di turno Domenico La Malfa. Il testo della comunicazione in lingua dialettale è il seguente:

« Senta, vorrei dirle che xè una machina che la gà due busi sul parabreza. La xè una cinquecento bianca, visin la ferovia, sula strada per Savogna. »
Sul posto segnalato giunsero tre gazzelle dei carabinieri, che rinvennero la Fiat 500 bianca con i due buchi sul parabrezza, così come aveva comunicato in dialetto l'anonimo informatore. La prima pattuglia che viene inviata è quella dei carabinieri di Gradisca, con l'appuntato Mango e il carabiniere Dongiovanni. Dieci minuti dopo i due sono sul posto e trovano la Cinquecento targata GO 45902. È visibile in un viottolo di terra battuta, subito dopo una curva, al chilometro 5. Mango decide di chiamare il suo ufficiale, il tenente Tagliari, che parte anche lui accompagnato dal brigadiere Antonio Ferraro e dal carabiniere Donato Poveromo e arrivano sul posto con una seconda gazzella alle 23.05, poi raggiunta da una terza pattuglia da Gorizia.

I carabinieri Antonio Ferrero, Donato Poveromo e Franco Dongiovanni tentarono di aprire il cofano del mezzo, provocando l'esplosione dell'auto e rimanendo uccisi, mentre altri due rimasero gravemente feriti.

 

Strage dell'Italicus

La strage dell'Italicus fu un attentato terroristico compiuto nella notte del 4 agosto 1974 a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna.Una bomba ad alto potenziale esplose alle 1:23 nella vettura 5 dell'espresso Roma-Monaco di Baviera via Brennero. Nell'attentato morirono 12 persone e altre 48 rimasero ferite.

Strage di Piazza Fontana

La strage di piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico compiuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano. Viene da molti ritenuta, convenzionalmente, l'inizio del periodo passato alla storia in Italia come strategia della tensione.

Le indagini si susseguiranno nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e di destra; tuttavia alla fine tutti gli accusati saranno sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni verranno condannati per altre stragi, e altri si gioveranno della prescrizione).

 

Strage di piazza della Loggia

La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell'on. del PCI Adelio Terraroli e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. L'attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue

 

Strage di Gioia Tauro

Con strage di Gioia Tauro si indica comunemente la conseguenza del procurato deragliamento al treno direttissimo Palermo-Torino (detto treno del Sole) del 22 luglio del 1970, avvenuto a poche centinaia di metri dalla stazione di Gioia Tauro.

Le cause non vennero mai accertate ma nelle conclusioni della relazione del giudice istruttore del tribunale di Palmi si legge che l'attentato dinamitardo sia l'ipotesi più probabile.

 

Strage di Bologna

La strage di Bologna, compiuta la mattina di sabato 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, è uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra, da molti indicato come uno degli ultimi atti della strategia della tensione.

Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai NAR, tra cui Giuseppe Valerio Fioravanti.

Nell'attentato rimasero uccise 85 persone ed oltre 200 rimasero ferite.

 

Strage rapido 904

La strage del Rapido 904 o strage di Natale è il nome attribuito ad un attentato dinamitardo avvenuto il 23 dicembre 1984 presso la Grande galleria dell'Appennino, ai danni del treno rapido n. 904 proveniente da Napoli e diretto a Milano.

L'attentato è avvenuto nei pressi del punto in cui poco più di dieci anni prima era avvenuta la strage dell'Italicus. Per le modalità organizzative ed esecutive, e per i personaggi coinvolti, è stato indicato dalla Commissione Stragi come l'inizio dell'epoca della guerra di mafia dei primi anni novanta del XX secolo.




CITTA’ METROPOLITANE: SIAMO SULLA STRADA GIUSTA?

di Daniele Rizzo

Lo scorso 3 aprile la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge Del Rio, dal nome dell’allora Ministro per gli Affari Regionali e delle Autonomie oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Il ddl prevede, in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione, la ridefinizione delle Province e l’istituzione delle Città Metropolitane.

L’abolizione delle province, caposaldo della recente ondata populista, è difatti solo rimandata; per il momento ci si deve “accontentare” di uno svuotamento dei poteri degli organi provinciali e dell’abolizione (questa vera) di nove di essi. Le città in cui le province nel giro di nove mesi non esisteranno più sono: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Questi capoluoghi dal 1° gennaio 2015 prenderanno il titolo di Città Metropolitane. Ma cosa sono queste Città Metropolitane, e in cosa sono diverse dalle province?


LE CITTA’ METROPOLITANE
Innanzitutto partiamo col dire che le due aree territoriale coincidono, quindi dove arrivava la Provincia (in termini puramente geografici) arriverà anche la Città Metropolitana. Cambia invece tutta la parte relativa all’amministrazione. Viene abolito il ruolo di presidente della Provincia e il relativo Consiglio (che però resteranno in carica fino al 31 dicembre 2014); entro il 30 settembre dovranno essere indette le elezioni del nuovo Consiglio Metropolitano su ordine del sindaco del comune capoluogo. Il Consiglio Metropolitano sarà eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali delle città appartenenti al territorio della Città Metropolitana, e sarà principalmente un organo di indirizzo e controllo, approverà regolamenti, piani e programmi o adotterà ogni altro atto sottoposto dal sindaco metropolitano. Il Sindaco Metropolitano, per l’appunto, sarà di diritto il sindaco della città capoluogo, e dunque non elettivo (a meno di una apposita legge previamente istituita); sarà il rappresentante dell’ente, sovrintenderà al funzionamento dei servizi e degli uffici nonché all’esecuzione degli atti, potrà convocare e presiedere il Consiglio e la Conferenza. A questi due organi dobbiamo infatti aggiungere la Conferenza Metropolitana, composta dal Sindaco Metropolitano e dai sindaci dei comuni della città metropolitana, che avrà poteri prepositivi e consultivi e adotterà o respingerà lo statuto. L’incarico di sindaco metropolitano, consigliere metropolitano e di componente della conferenza metropolitana sarà svolto a titolo gratuito, novità che nelle intenzioni del governo andrà a favorire i tagli ai costi della politica.

LE FUNZIONI
Le Città Metropolitane, laddove istituite, andranno a sostituire le province in tutte le loro funzioni fondamentali, e in più si occuperanno di sviluppo strategico, economico e sociale del territorio, mobilità e viabilità, gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, informatizzazione e digitalizzazione, relazioni istituzionali.

LE PROVINCE
Cosa ne sarà delle altre province? In attesa dell’abolizione le province avranno funzioni ridotte in quanto enti di area vasta al servizio dei comuni. Dal prossimo 25 maggio non si voterà più per presidenti e consigli provinciali. Le province saranno guidate dai sindaci e dai consiglieri comunali a titolo gratuito, con un risparmio minimo stimato intorno ai 700 milioni di euro. Molte funzioni delle province saranno trasferite alle regioni e ai comuni, insieme al personale necessario. Alle province resteranno le competenze per quel che riguarda l’edilizia scolastica, l’ambiente, le pari opportunità e le strade provinciali.

ROMA CAPITALE
Dal comma 101 al comma 103 il ddl Del Rio affronta invece il tema di Roma Capitale, organo già di per sé differente dagli altri comuni e/o capoluoghi d’Italia, a cui andrà ad affiancarsi anche la Città Metropoli di Roma capitale. E’ previsto dunque un ordinamento a se stante che regoli i rapporti tra questi due organi relativamente anche ai rapporti con gli altri comuni dell’area della Città Metropolitana. Ovvio che in un momento così critico per Roma (basti pensare ai debiti delle aziende controllate dal comune) l’affiancamento di questi due organi porterà ad una situazione di caos estremo; ad onor del vero dobbiamo però sottolineare che da un punto di vista economico le Città Metropolitane subentrano alle Province sia nei rapporti attivi che in quelli passivi, quindi erediteranno sì i debiti, ma anche i crediti dell’ente provinciale. 

UN PASSO INDIETRO?
I detrattori di questo disegno di legge accusano il governo di aver pensato un organo statale slegato dal territorio, decentrato e privo di legittimazione elettorale. 
Sicuramente la Città Metropolitana appare come il definitivo colpo di grazia a tutti coloro che vedevano nel federalismo l’unica via d’uscita alla mala gestione del pubblico. 
C’è poi da dire che effettivamente di quest’organo faranno parte persone non elette direttamente dai cittadini, ma dal sindaco e dai consiglieri comunali. Inoltre se prima si poteva eleggere direttamente il presidente della provincia, adesso l’elezione diventa diretta solo in presenza di un’apposita legge, e quindi il rischio di poca rappresentanza all’interno dell’organo è concreta. Bisogna però ammettere che era l’elezione diretta ad essere un caso unico all’interno del panorama dei sistemi elettivi italiani, e quindi l’elezione indiretta (o la nomina nel caso la legge non esistesse) rientra paradossalmente nel sistema consuetudinario italiano.
Insomma, i motivi per contestare il decreto legge ci sono tutti, e c’è chi prontamente ha sfruttato l’occasione per farlo; non dimentichiamoci però che governare un paese non è la cosa più semplice del mondo, e che su carta siamo tutti bravi a stabilire regole e leggi di qualità. La verità è che dobbiamo confrontarci con il reale, che nella fattispecie coincide con anni ed anni di gestione fallimentare dell’organizzazione pubblica e statale. Tentare di rivoluzionare le province è un primo passo per rivoluzionare l’Italia; non sarà forse il più indicato da cui partire, ma se è stata la mossa giusta non possiamo certo dirlo in questo momento. L’auspicio è che questo cambiamento istituzionale non trovi impreparate le amministrazioni locali, che prontamente dovranno sapersi adattare a queste novità. In quest’ottica invitiamo tutti i candidati alle prossime elezioni comunali ad affrontare il tema nelle loro campagna elettorali.




AREZZO: QUANDO L'OLTRAGGIO AIUTA UNA VEDOVA CON DUE FIGLI IN DIFFICOLTA'

Redazione

Arezzo – Un gesto ammirevole da parte di due poliziotti che hanno deciso di aiutare una donna in condizioni critiche, restata sola con due figli da mantenere. Ma vediamo cosa è successo. Tutto nasce da un servizio di controllo svolto da due poliziotti alla Polizia stradale di Arezzo la notte del 25 febbraio.

Durante il turno di servizio, gli agenti hanno fermato un trentenne aretino alla guida della sua autovettura. L'uomo aveva un tasso alcolemico cinque volte superiore a quello consentito e, pertanto, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e l'auto è stata sequestrata. Nonostante l'evidenza dei fatti, probabilmente proprio per effetto dell'alcol, l'uomo aveva inziato ad inveire pesantemente contro i due poliziotti, che a quel punto erano stati costretti a denunciarlo anche per oltraggio a pubblico ufficiale.

Il guidatore sarebbe dovuto andare in giudizio per i fatti commessi ma una norma del codice penale permette di estinguere il reato se vengono risarcite le parti offese che, in questo caso, erano i poliziotti e l'Amministrazione della pubblica sicurezza.

Ed è proprio ciò che ha fatto l'uomo denunciato quella notte, presentando pochi giorni fa un'offerta economica.

I soldi destinati all'Amministrazione della pubblica sicurezza, 2 mila euro, sono stati versati nelle casse dello Stato; i poliziotti della Stradale hanno invece deciso di devolvere la somma a loro destinata ad una famiglia di Arezzo in grandi difficoltà economiche, in seguito ad un lutto che ha lasciato una vedova sola con due figli.




GUBBIO SCIAME SISMICO: UN'ALTRA SCOSSA DI TERREMOTO

Redazione

Gubbio – Tanta paura a Gubbio e dintorni per una scossa di terremoto. Un evento di cui si parla sempre più frequentemente nella zona perché, questa di oggi non è la prima scossa. E' stata avvertita dalla popolazione la scossa di magnitudo 3.7 registrata nel bacino di Gubbio, interessato da tempo da uno sciame sismico. Diverse chiamate sono giunte ai Vigili del Fuoco di Perugia. La scossa è stata comunque avvertita anche in diverse zone del capoluogo umbro. Secondo la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile, i comuni prossimi all'epicentro sono stati Gubbio, Scheggia e Pietralunga. Non risultano danni o feriti.




CROMO ESAVALENTE, CANCEROGENO PER L'UOMO: ATTENZIONE AI PRODOTTI CHE SI ACQUISTANO, SI TROVA NELL'ABBIGLIAMENTO PER NEONATI, OGGETTISTICA E ALTRO

di Cinzia Marchegiani

L’Aquila – Dal video di Abbruzzo Web si apprende di un altro sequestro tramite un blitz importante, di materiale tossico di provenienza cinese di un megastore aquilano, l’IPERCINA. Al microfono della giornalista Elisa Marulli, il dirigente della squadra mobile de L’Aquila Maurilio Grasso, spiega questo importante contributo di prevenzione sanitaria che ha permesso di non mettere in commercio merce contraffatta, non conforme alla normativa di sicurezza che risultava con marchio ingannevole CE. Erano destinati al mercato aquilano. La task-force composta da personale di diversi uffici della questura e dall'agenzia delle dogane e dei monopoli aveva fatto dei controlli amministrativi nel megastore riscontrando diverse irregolarità. Tra questi, svariati specchietti, tettarelle, confezioni di salviettine liofilizzate e altro. Gli accertamenti sui campioni di prodotto con il diffrattometro a raggi X, strumento in dotazione all'Agenzia, è emerso che alcune merci, nella loro composizione basica delle materie prime contenevano il di cromo esavalente (un fissante per i colori molto cancerogeno), altamente nocivo per la salute pubblica. I livelli registrati del cromo esavalente, ha dichiarato Grasso, erano superiori alla norma ed è stato trovato soprattutto nella merce usata dai bambini, calzature, maglie e piccoli giochi.. Si apprende che per tale motivo è stato denunciato il proprietario di etnia cinese nell’ambito di questo maxi sequestro da parte della squadra Mobile della questura de L’Aquila. E’ un residente nel capoluogo, in possesso di permesso di lungo periodo rilasciato dalla questura di Pescara.

Su di lui pesano i capi di imputazione di contraffazione e alterazione di prodotti industriali, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione.
Il giornale locale riporta che gli oggetti sequestrati sono stati repertati e accumulati in scatoloni e accostati in un angolo del negozio e affidati in custodia giudiziale al titolare dell’esercizio commerciale, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente che ha convalidato il sequestro, di natura probatoria, su decisione del pm titolare dell’inchiesta, Fabio Picuti. Proprio nel 2010 l’attuale questore dell’Aquila, Vittorio Rizzi, e il dirigente della Mobile, Maurilio Grasso, avevano compiuto un’operazione simile a Roma, dove Rizzi guidava la Mobile e Grasso lavorava con lui.


Torna l’incubo dei materiali al cromo esavalente. Sono numerosi i sequestri di merce contraffatta e senza alcuna sicurezza per la salute se si pensa che molti di questi prodotti vanno a diretto contatto con la pelle dei neonati e bambini. Nel Lazio il maxi sequestro da parte della squadra mobile di Roma, ha permesso di arrestare quattro cinesi a giugno del 2010. La merce pronta ad essere immessa nel mercato, capi, jeans, scarpe e magliette alla moda per i giovani, in tutto 10 mila tonnellate, realizzati con una percentuale di cromo esavalente erano in un deposito nella zona di Casal Morena, in Luigi Arcella, gestito da due sorelle cinesi.
A Tivoli Terme in via Consolini, una quarantina di agenti della polizia municipale dell'VIII Gruppo di Roma diretti dal comandante Antonio Di Maggio nell’Agosto 2010 sequestrarono un grande quantitativo di merce, tra cui abbigliamento da uomo, donna, bambino (anche bavaglini), scarpe non idonee alla vendita, stoccata in un edificio di oltre 6mila mq. Nell’Esquilino nell’ottobre 2012, la Polizia di Roma Capitale ha sequestrato migliaia di scarpe cancerogene durante i controlli all'Esquilino.
Nel novembre del 2013 a Trento, la Guardia di Finanza sequestrava 140.000 pastelli destinati a ragazzi e bambini anche in età pre-scolare. Le analisi chimiche eseguite hanno conclamato la tossicità della quasi totalità dei pastelli a causa della presenza, sulla superficie esterna, di una sostanza per un valore anche 3 volte superiore al consentito ed in grado di causare deficit mentali e fisici nel bambino, in particolare per lo sviluppo dell'apparato riproduttivo, e provocare danni seri e permanenti agli organi interni ed alla salute dei più piccoli sino ad effetti anche cancerogeni. A settembre infatti la Guardia di Finanza sempre di Trento, in concomitanza dell'inizio del periodo scolastico, aveva avviato un piano di controlli a tutela del mercato e della sicurezza dei prodotti destinati in particolare alla scuola, che ha permesso di individuare, sugli scaffali di diversi supermercati, migliaia di pastelli di produzione cinese privi del marchio CE di sicurezza ex d.lgs. n. 54/2011, reclamizzati anche su un volantino promozionale di tre grandi catene distributive italiane.
Il prodotto veniva immediatamente sequestrato e, sotto il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Reggio Nell'Emilia – Dott. Giorgio Grandinetti, le Fiamme Gialle Trentine risalivano l'intera filiera distributiva sino all'importatore e primo distributore, che li aveva acquistati da un fornitore cinese, per poi eseguire un'attività di sequestro su tutto il territorio nazionale, che ha interessato 800 punti vendita. Sono infinite le attività investigativa che hanno permesso di monitorare questo commercio della morte. Il 17 gennaio 2014 all’interno di un magazzino al Prenestino di Roma, tutta la merce è stata sequestrata; 45.000 paia di scarpe e di 15.000 capi d’abbigliamento con Cromo esavalente e piombo ben al disopra dei limiti consentiti. Denunciati anche qui due cittadini cinesi per violazione relativa alla tutela della salute e dell’incolumità pubblica e violazione concernenti la normativa sul transito e sull’importazioni delle merci. All’indagine degli agenti della Divisione Amministrativa della Questura, hanno collaborato anche gli uomini dell’Ufficio Immigrazione, dell’agenzia delle Dogane, della Direzione Centrale Antifrodi, della Direzione Territoriale del Lavoro e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

La presenza del cromo esavalente è considerata altamente tossica sulla base di evidenze sperimentali ed epidemiologiche è stato classificato dalla IARC come cancerogeno per l’uomo, classe I. Riguardo agli effetti sulla salute diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione a cromo esavalente “è una delle possibili cause di tumore al polmone e ai seni paranasali”. Infatti l’apparato respiratorio rappresenta il principale bersaglio dell’azione tossica e cancerogena.

Un sottobosco di criminalità che si approfitta della crisi globale e della povertà arrivata anche nei ceti medi, che costringe spesso, per una manciata di euro a preferire questi prodotti rispetto a quelli nazionali, ma anche un cane che si morde la coda… questo tipo di economia dello spendi meno ha generato nel corso degli anni una maggiore richiesta commerciale estera e relativa concorrenza sleale che ha portato alla chiusura molte attività. Mai nulla è per caso, se solo cominciassimo a rivalutare la nostra economia, ad apprezzare le sue eccellenze anche territoriali, si porterebbe ossigeno allo scheletro del commercio. Inutile far finta di nulla, se nel campo della merce cinese esiste questa patologia chimica che divora la salute soprattutto dei più piccoli, nel campo alimentare le truffe sono le insidie ancora più pericolose. Si sa, con il potere d’acquisto finito sotto le suole, gli italiani non hanno più la priorità della prevenzione alla salute e spesso nel concreto e nell’esigenza, si preferisce un uovo oggi, che una gallina domani, senza mettere nel carrello della spesa il benessere, un patrimonio ormai sequestrato a scelte opinabili.




L'AQUILA: ARRESTATA BANDA DI ROMENI SPECIALIZZATI IN FURTI E RAPINE

Redazione

L'Aquila – Fermata dalla Squadra mobile di L'Aquila una banda di romeni specializzata in furti e rapine in bar, farmacie, negozi, e distributori di carburante.

A finire in carcere, questa mattina, tre romeni accusati di aver messo a segno una ventina di colpi tra aprile e novembre del 2013 per un valore di 50 mila euro.

Le indagini erano partite proprio nell'aprile 2013 per la crescente attività criminale; erano aumentati i furti presso esercizi commerciali del capoluogo, l'attività di ricettazione di materiale rubato e le rapine.

Ai tre sono stati contestati anche la ricettazione di tagliandi di gioco "gratta e vinci" e la rapina ai danni di una ragazza alla quale hanno portato via il telefono cellulare mentre si trovava all'interno di un locale del centro.




AMELIA: ARRESTATO PREGIUDICATO PER LESIONI PERSONALI E DANNEGGIAMENTO

Redazione

Amelia (TR) – Nella serata di ieri 16.04.2014, i Carabinieri della Stazione di Amelia hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari a carico di G.M., classe 1960, pregiudicato. L’uomo, nell’estate del 2013 in più distinti episodi, si era reso protagonista di lesioni, violenza privata, atti osceni e danneggiamento in danno di parenti e di alcuni cittadini dell’amerino.
I Carabinieri di Amelia, dopo aver raccolto in un’unica e circostanziata informativa tutte le condotte poste in essere dall’uomo, hanno segnalato all’A.G. l’esigenza di limitarlo per scongiurare la commissione di atti di maggior gravità. In una circostanza l’uomo aveva aggredito una propria parente al termine di una accesa discussione, in un’altra aveva turbato lo svolgimento di un rito funebre, poi una sera addirittura aveva impedito al medico di guardia, da lui stesso chiamato per un asserito malore, di lasciare l’appartamento, uscire e tornare al suo lavoro. In un altro episodio aveva percorso le vie della cittadina coperto solo da un lenzuolo, inveendo contro i passanti e danneggiando alcuni veicoli in sosta. Ora è stato posto agli arresti domiciliari, in sostituzione dell’obbligo di presentazione alla p.g., a cui era stato precedentemente sottoposto per tentare di arginare queste condotte delittuose.
 




COTRAL SPECIALE INCHIESTA L'OSSERVATORE D'ITALIA

di Angelo Parca

Speciale Cotral – L'inchiesta del nostro quotidiano L'osservatore d'Italia sull'azienda di trasporto pubblico laziale Cotral prosegue.

Dopo la prima puntata dello scorso 19 marzo 2014 [ COTRAL: APRIAMO IL VASO DI PANDORA – PRIMA PARTE INCHIESTA L'OSSERVATORE D'ITALIA ] in cui evidenziavamo il fatto, pubblicando anche diverse foto, che numerosi mezzi della flotta Cotral sostavano in presunta manutenzione presso una officina privata di Nettuno (Rm) in via Campana 53 per l'esattezza presso le Officine Meccaniche Amati Carlo & C. Snc. Notavamo che i bus Cotral entravano ed uscivano con cadenza che arrivava a toccare anche un autobus ogni 15/20 minuti.

L'inchiesta è proseguita con una seconda puntata del 27 marzo 2014 [ COTRAL: APRIAMO IL VASO DI PANDORA – SECONDA PARTE. TRA OFFICINE PRIVATE E “BUONEUSCITE” D’ORO NON DOVUTE… L’INCHIESTA CONTINUA ] anche in questa occasione, documentavamo numerosi mezzi della società di trasporto pubblico Cotral di proprietà della Regione Lazio – socio unico – sostare presso un'altra officina privata, per l'esattezza "Pennesi" che si trova a Roma a due passi dal Grande Raccordo Anulare in via Salvatore Barzilai. In questo caso documentavamo con svariate fotografie e anche riprese video, oltre ai mezzi adibiti al trasporto delle persone anche un andirivieni nell'officina del privato di mezzi griffati Cotral.

A questo punto abbiamo pensato di sentire cosa ne pensava l'assessore regionale ai trasporti Michele Civita, sopratutto in tema di affidamenti diretti a privati della manutenzione dei mezzi, ponendogli alcune domande che a tutt'oggi sono rimaste senza riscontro. [ COTRAL APRIAMO IL VASO DI PANDORA: NOVE DOMANDE ALL'ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI MICHELE CIVITA ]

Oggi 16 aprile abbiamo pubblicato la terza puntata della nostra inchiesta e abbiamo tanto altro materiale per andare avanti con la nostra inchiesta fino a quando non riterremo di aver fatto chiarezza su molti punti nebulosi.

Abbiamo intenzione anche di capire qual'è il sottile limite che separa la politica dalla gestione all'interno di Cotral. Abbiamo la volontà di andare a verificare i proclami che in queste ore continuano ad uscire da parte dell'azienda. Questo silenzio da parte di chi dovrebbe rispondere ci sprona ad andare avanti, sicuri che prima o poi le risposte arriveranno tutte. Soprattutto perché si tratta di soldi pubblici, di soldi di cittadini e quindi è nostro leggittimo interesse e volontà tirare dritto forti della nostra indipendenza e capacità di informare senza bavaglio. Se i vertici Cotral vorranno rispondere alle nostre domande saremo ancora più contenti. 

PER LEGGERE LA TERZA PUNTATA DELL'INCHIESTA SU COTRAL CLICCARE QUI




LIVORNO LADRI DI PROSCIUTTI E DI COMPUTERS. 2 ARRESTI E 2 DENUNCE PER FURTO

Redazione

Livorno – Nelle ultime ore i Carabinieri della Compagnia di Livorno, nell’ambito dei quotidiano servizi di controllo del territorio e di prevenzione dei reati contro il patrimonio, hanno tratto in arresto 2 pregiudicati  denunciandone in stato di libertà altri 2 sempre per il reato di “Furto aggravato”.

Il primo a finire in manette, nel pomeriggio di ieri, è stato un cittadino polacco, residente da tempo a Livorno, il 23enne Kamil KOSTRZYCKI.  Il giovane, introdottosi all’interno del negozio “COMPUTER S.R.L.”, in via D’Azeglio, è stato sortpreso dal personale mentre tentava di allontanarsi portandosi dietro un computer portatile  del valore di circa 1.000 €. I militari del Radiomobile intervenuti hanno provveduto quindi a recuperare la refurtiva e riconsegnarla ai proprietari , mentre per il giovane polacco sono scattate le manette.

Questa notte, invece, i Carabinieri del Radiomobile hanno arrestato  con l’accusa di “Furto aggravato” il 43enne Emilio PATANE’, di Livorno, con numerosi precedenti penali alle spalle.
L’uomo, intorno all’una di notte, dopo aver forzato e danneggiato la porta di accesso si è introdotto all’interno del Ristorante “L’angolino”, sito in questa via Giusti. Una volta dentro, il PATANE’ ha fatto razzia di generi alimentari infilandoli all’interno di un sacco nero in plastica. L’allarme è scattato grazie alla segnalazione di un cittadino che è stato svegliato dal frastuono causato dal PATANE’ nel tentativo di forzare la porta di ingresso. Quest’ultimo, accortosi dell’arrivo dei militari ha abbandonato la refurtiva nelle vicinanze del Ristorante allontanandosi poi a bordo di una bicicletta. L’uomo, però, evidentemente poco disposto a rassegnarsi a dover abbandonare del tutto la refurtiva, pochi minuti dopo ha pensato bene di tornare sul luogo del furto e recuperare il carico di generi alimentari. Ad aspettarlo però c’erano i militari che lo hanno sorpreso e bloccato mentre era intento a prelevare il sacco nero, all’interno del quale i Carabinieri hanno trovato caciotte, prosciutti e carne.
Il PATANE’ è al momento rinchiuso in camera di sicurezza in attesa della direttissima prevista per la mattinata odierna.

Infine, i militari della Stazione di Livorno hanno denunciato in stato di libertà due extracomunitari, di origine senegalese, entrambi minorenni responsabili del reato di “Furto aggravato in concorso”.
I due giovani, uno dei quali pregiudicato, sono stati sorpresi all’interno dei Magazzini “Zara”, in via Grande, mentre tentavano di asportare diversi capi di abbigliamento, del valore di circa 100 €..
 




TERNI, CONTROLLI A TAPPETO DEI CARABINIERI SU TUTTA LA PROVINCIA: UN ARRESTO E TRE PERSONE DENUNCIATE IN STATO DI LIBERTA’.

Redazione

Terni – Nella serata di lunedì su tutta la provincia i Carabinieri hanno effettuato numerosi servizi di controllo a soggetti sottoposti agli arresti domiciliari, nonché preventivi per scongiurare la commissione di reati predatori ed in particolare i furti in appartamento. In particolare i militari della Stazione CC. di Terni hanno tratto in arresto una donna di 47 anni M.C. che, già sottoposta agli arresti domiciliari, non veniva trovata in casa durante un controllo; attivate le ricerche dopo circa un’ora veniva trovata nei pressi dell’abitazione mentre stava rientrando a casa. Bloccata ed arrestata per evasione, veniva risotto posta dall’A.G. agli arresti domiciliari.
In Alviano Scalo (TR) la Stazione CC di Guardea ha proceduto al controllo di un cittadino di nazionalità Serba, G.S. 48enne, domiciliato in Roma; il predetto risultava sprovvisto permesso soggiorno e pertanto veniva deferito stato libertà alla competente A.G. per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato.
In Amelia l’Aliquota Radiomobile del Compagnia CC. ha deferito in stato di libertà due cittadini Serbi: M.T. 24enne e M.A. 19enne entrambi penalmente censiti e dimoranti in Napoli. I due giovani venivano controllati in Narni a bordo di un’Alfa 147 intestata ad un pregiudicato campano, unitamente ad altri due connazionali. Nel corso del controllo emergeva che M.T. era alla guida senza patente perché mai conseguita, mentre M.A. risultava inottemperante al decreto di espulsione emesso dalla Prefettura di Taranto, nonché si rendeva responsabile di falsa attestazione alla P.G.. e, quale immigrato, di essere privo di documenti d’identità. Gli stessi venivano quindi denunciati in  stato di libertà ed allontanati con foglio di via obbligatorio.
 




SILVIO BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI: POTRA' SEGUIRE LE EUROPEE E NON E' RITENUTO "SOGGETTO PERICOLOSO"

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Era da aspettarselo e poi la decisione è arrivata e dovrà essere resa esecutiva entro 10 giorni. Il Cav dovrà scontare la sua pena presso i servizi sociali. Sì, proprio così, Silvio Berlusconi è stato affidato ai servizi sociali, da svolgere almeno una volta allla settimana per quattro ore consecutive. Sarà inoltre autorizzato ad andare a Roma dal martedì al giovedì, con il rientro previsto al suo domicilio in Lombardia entro le 23. Sono le restrizioni decise dai giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano che hanno concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali all'ex premier, condannato per frode fiscale a quattro anni di carcere (di cui tre indultati) nel processo sui cosiddetti diritti tv.
Berlusconi svolgerà il suo affidamento alla fondazione Sacra Famiglia a Cesano Boscone, comune nell'hinterland di Milano. Attività di volontariato che lo impegnerà "almeno una volta alla settimana e per un tempo non inferiore a quattro ore consecutive", secondo le indicazioni che verranno concordate con l'Uepe, l'Ufficio esecuzioni pene esterne.
Le restrizioni gli consentiranno di seguire la prossima campagna elettorale per le europee. L'ex premier è infatti autorizzato "come da sua richiesta a recarsi in Roma, presso il domicilio da lui indicato, dal martedì al giovedì, con rientro al suo domicilio in Lombardia, entro le ore 23 del giovedì stesso"
, si legge nel comunicato stampa diffuso dal presidente del collegio Pasquale Nobile de Santis.
I giudici hanno dunque accolto la richiesta proveniente sia dal pg Antonio Lamanna che dalla difesa dello stesso ex premier. Per i legali dell'ex premier, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, "la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano appare equilibrata e soddisfacente anche in relazione alle esigenze dell'attività politica del presidente Berlusconi".
Entro dieci giorni il leader di Forza Italia dovrà dare il suo ok ai 'divieti' imposti dal collegio di sorveglianza e iniziare il suo percorso di reinserimento dopo la condanna per frode fiscale.
In uno dei passaggi del provvedimento emesso dai giudici del Tribunale di sorveglianza di Milano si legge che Berlusconi ha pagato le spese processuali e il risarcimento danni dopo la condanna per frode fiscale nel processo sui diritti tv ed è stato lui a mettersi a disposizione dell'Uepe per iniziare l'attività rieducativa; elementi che "evidenziano la scemata pericolosità sociale di Berlusconi e appaiono indici di volontà di recupero di valori morali perseguiti dall'ordinamento".