COTRAL APRIAMO IL VASO DI PANDORA – NONA PARTE – BILANCIO 2013: FORTI CRITICITA’ E RISCHIO DI APPROPRIAZIONE INDEBITA

di Chiara Rai

Cotral / L'inchiesta
Cotral potrebbe incorrere nel reato penale di appropriazione indebita che sarà immediatamente perseguibile se entro il 31 luglio 2014 la società di trasporto non verserà all'erario 8 milioni di euro per ritenute irpef non pagate nel 2013 oltre ad interessi. Una eventuale  verifica fiscale, oggi, impedirebbe anche il ricorso al "ravvedimento operoso" per la riduzione delle sanzioni amministrative.

Ciononostante il bilancio di esercizio Cotral 2013 chiude con un utile di 2.610.456 euro. Un positivo ottenuto grazie alle valutazioni degli amministratori in ordine al valore di presumibili entrate commerciali, finanziarie e di altra natura vantati da Cotral nei confronti della Regione Lazio e della società incaricata delle vendite dei titoli di viaggio integrati Metrebus, nonché nei confronti della consociata Cotral Patrimonio. In pratica si chiude in positivo grazie all'iscrizione di circa 30 milioni di euro di soldi che Cotral deve ancora avere. Domani  venerdì 27 giugno sarà con tutta probabilità nominato il nuovo Consiglio d'Amministrazione Cotral. Il Cda uscente, con presidente Domenico de Vincenzi e Amministratore Delegato Vincenzo Surace, traghetta l'azienda regionale di trasporto su gomma del Lazio priva di un Piano Industriale, dopo la bocciatura del 17 aprile 2013 da parte dell'assemblea dei soci che prevedeva tra l'altro l'acquisto di 200 autobus da parte di Cotral spa e di 400 da parte di Cotral Patrimonio spa.

Non avere un Piano Industriale significa nessuna strategia e che i soldi vengono spesi secondo "necessità" o all’occorrenza. Ma c'è di più, perché la Regione, e più in particolare l'assessorato di competenza, attualmente retto da Michele Civita, non controlla, o meglio non effettua il dovuto "controllo analogo" .

A dirlo è la relazione del collegio dei sindaci a chiusura del bilancio di esercizio 2013 che in merito al controllo analogo sui provvedimenti dell'Ad, appunto sostiene che "irragionevolmente" non viene esercitato dal 16 marzo del 2012.

L'Ad ha poteri di spesa sino a 700 mila euro, ma ad eccezione di una mancata autorizzazione per l'acquisto di un veicolo di servizio, tutte le spese sono state "tacitamente" autorizzate dal controllo analogo (Regione) in palese contrasto con la previsione di controllo esplicito del regolamento legato al contratto di servizio. Cotral Patrimonio, che doveva sostituire gli autobus fatiscenti e obsoleti, non lo ha fatto e non è neppure in condizione di rimborsare i presunti debiti milionari verso Cotral. La società di trasporto su gomma non ha provveduto ancora ad indire la gara per l'esternalizzazione del 10 per cento del servizio di trasporto previsto, nonostante il richiamo della Regione dello scorso 10 febbraio. Riguardo la manutenzione esterna poi si brancola ancora per affidamenti diretti: i mezzi vengono affidati ai privati senza gara d'appalto e questo sistema di affidamento non controllato e non del tutto informatizzato nel sistema informatico aziendale "Sap", crea il rischio di doppie fatturazioni: E' stato rilevato sulla manutenzione esterna che come su 22.531 fatture registrate ben 9.381 fatture presentavano importi ricorrenti, parliamo di quasi il 50 percento di fatture con stessi importi. C’è dunque anche discrezionalità nell’affidamento all’esterno dei servizi di manutenzione. Un modus operandi, quest’ultimo, più volte denunciato dal collegio dei sindaci. La manutenzione è divisa tra circa 20 ditte delle quali soltanto tre o quattro hanno vinto, di recente, l’appalto per la esternalizzazione, tra cui Ceriv, Palleschi, Officina Pontina. Poi ci sono le altre: Pennesi, Amati, Arma, Effedi e Amiata Motori che non hanno partecipato a gara pubblica ma rispettivamente hanno migliaia e migliaia di euro di manutenzioni effettuate per Cotral nel 2013: Pennesi ha manutenzioni per circa 2 milioni di euro, Amati (tra Officina 2000 e Drive Line Service) circa 5 milioni di euro, Arma circa 1 milione e 600 mila euro, Effedi circa 1 milione e 700 mila euro, Amiata Motori circa 1 milione e 200 mila euro. Altra tegola arriva dalla società di revisione Mazars, sempre in merito al bilancio: "Non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio di esercizio della Cotral al 31 dicembre 2013". Ciò a causa dell'impossibilità della società di revisione di poter accertare la correttezza dei saldi contabili e dell'eventuale esistenza di passività potenziali.

La documentazione contabile è stata più volte richiesta a Cotral ma non è mai pervenuta a Mazars. Il 28 giugno 2013 Cotral e' stato ricapitalizzato dalla Regione, ovviamente a spese degli utenti, con 26 milioni di euro, per coprire la voragine di bilancio. E se sommati con quelli avuti per il risanamento del proprio deficit, Cotral ha ottenuto almeno 56 milioni di euro. La società di trasporto pubblico si regge , economicamente, con un contratto di servizio stilato tra assessorato regionale e Cda: "Voi Cotral fornite 100 milioni di km annui e noi vi paghiamo con circa 130 milioni annui". Risultato? I chilometri contrattualizzati sono calati del 30 percento, il servizio è peggiorato tanto che anche la Corte dei Conti ha chiesto spiegazioni, la cifra erogata dalla Regione e' rimasta invariata.

Una azienda che da tre anni non ha un piano industriale, che non fa gare, e che quando le fa, come nella manutenzione, vanno per la stragrande maggioranza di volte deserte, che non effettua il servizio anche per ridurre il costo del gasolio.

Per non parlare del personale: L'Ad Vincenzo Surace prima dichiara l’esubero degli autisti poi correggendosi la carenza. Ebbene sì, si esulta di avere abbassato il costo del personale infatti, non sembra che abbiano assunto gli autisti indispensabili, si e' lavorato con 300 unità in meno, con conseguenti danni al servizio e quindi agli utenti. E dunque? Anche gli operai hanno lavorato sempre meno a differenza dei privati esterni ai quali sono state affidate moltissime manutenzioni addirittura senza gara d'appalto. Si pensi solo, ad esempio, al costo dei dirigenti, non solo Blasucci stipendiato senza mansioni ben precise o a Sigillino, accompagnato con 200 mila euro alla pensione pochi giorni prima che compisse i 66 anni. Ci sono quelli apicali che hanno un premio di risultato, sempre riscosso nonostante tutto, che e' anche del 45% dello stipendio, cioè circa 50 mila euro netti in più l'anno.

Non ci sono confronti in Europa. Per la Regione Lazio si apre una occasione storica: ripristinare l'efficienza nel rispetto delle leggi; il rispetto degli utenti e dei soldi dei cittadini; il rispetto dei lavoratori onesti, stragrande maggioranza, che non si sono piegati, umiliati dagli arbitri e dal non lavoro, da promozioni arbitrarie, da atti di forza per coprire i propri misfatti, dai tanti personaggi con guardaroba ricchi e adatti per ogni occasione, non solo tra i dirigenti di cui vi abbiamo parlato nelle scorse puntate.

Auspichiamo che il governatore del Lazio Nicola Zingaretti colga questo bisogno e che reintegri anche i tre dirigenti licenziati su due piedi perché andava fatto, perché così volevano, come si evince dalle intercettazioni ambientali tra Surace e Cherubini. Auspichiamo che il nuovo Cda, quindi compreso il nuovo AD, non scaturisca dalle pressioni delle correnti del PD o dalle pressioni dei gruppi di potere di sempre, figli di altre epoche, che magari già hanno esercitato in ATAC o FS , legati a stagioni sotto il vaglio della magistratura.

Aria nuova: Professionisti con i titoli, giovani nuovi, anche donne che finora hanno scarseggiato, che avviino una nuova stagione. Un appello a Nicola Zingaretti: Cercare di abbattere questo obsoleto sistema, il pericolo è venirne assorbiti e perdere la fiducia degli elettori.

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CAMPOBASSO: BANCA CONDANNATA A RISARCIRE IMPRESA

A. De. M.

Campobasso – Un’impresa di Campobasso, patrocinata dagli avvocati Aldo De Benedittis e Carmine De Benedittis, del foro di Campobasso, aveva contestato, davanti al Tribunale di Campobasso, l’applicazione della capitalizzazione trimestrale degli interessi (cd.anatocismo), delle commissioni di massimo scoperto e delle spese di tenuta e chiusura conto  contro un  istituto di credito con il quale aveva intrattenuto  rapporti di conto corrente bancario per diversi anni.

L’impresa chiedeva, pertanto, la restituzione di quanto indebitamente percepito dall’ istituto  di credito. Con una sentenza  dello scorso 19 giugno 2014, il Tribunale di Campobasso, G.U. dott.ssa Barbara Previati, ha accolto le domande proposte dall’impresa ed ha condannato la banca al pagamento complessivo della somma di euro 210.190,35,oltre interessi dalla domanda al soddisfo, da restiture al correntista.

Questa sentenza si aggiunge alle decine gia’ ottenute  a favore dei consumatori e delle imprese molisane  contro lo strapotere del sistema bancario italiano.

Gli avvocati Aldo De Benedittis e Carmine De Benedittis ricordano ai correntisti che la prescrizione del diritto alla restituzione dell’indebito, per consolidato orientamento giurisprudenziale, matura in  dieci anni dalla chiusura del conto corrente.

Basta inviare alla sede legale delle banche una lettera raccomandata con avviso di ricevimento per interrompere i termini di prescrizione. Opporsi sempre ai decreti ingiuntivi entro 40 giorni dalla loro notifica.

Un altro importante fronte si e’ aperto in materia di mutui fondiari e finanziamenti in genere. Gia’ sono iniziate le mediazioni obbligatorie e, a fronte del rifiuto delle banche, a breve inizieranno le prime cause davanti ai Tribunali molisani e non.
 




PARTITI POLITICI ITALIANI: TUTTI I CONTI IN ROSSO

di Maurizio Costa

Gli aiuti di Stato non ci sono più e la politica italiana entra in crisi. I maggiori partiti del nostro Paese hanno stilato i bilanci per l'anno 2013 e i dati sono sconcertanti: Pd, Forza Italia, Pdl e Lega Nord hanno chiuso l'anno scorso con un passivo di 55 milioni di euro.

Dopo anni di aiuti pubblici ai partiti, adesso le cose sono cambiate: se nel 2010 lo Stato elargiva 290 milioni di euro ai vari colori politici, quest'anno gli schieramenti incasseranno solamente 91 milioni, per arrivare a zero nel 2017. Le condizioni economiche dei vari partiti continueranno a tendere verso il segno meno e l'unico modo per risolvere la situazione è tagliare fino all'ultimo spreco.

Vediamo come sono messi i conti dei vari schieramenti per quel che riguarda il bilancio 2013.

Partito Democratico – Il Pd versa in una condizione estremamente complessa. Se gli introiti derivanti da contributi pubblici e privati hanno raggiunto la quota di 37 milioni di euro, il partito ha registrato oneri che arrivano a più di 48 milioni di euro, con una perdita complessiva di 10 milioni di euro. Il Partito Democratico ha affidato la revisione dei conti allo studio "DLA Piper", uno dei migliori in Italia, che, analizzando le carte, ha riscontrato le falle maggiori soprattutto nelle forniture e nei costi del sito web. Inoltre, le elezioni politiche sono costate 7 milioni di euro e le rispettive iniziative un altro milione. Il Pd punta nel 2014 a raggiungere il pareggio di bilancio, tagliando le spese di vitto e alloggio e i vari rimborsi spesa, disdicendo, inoltre, gli inutili affitti in Via Tomacelli e in Via del Tritone.

Forza Italia – Il partito di Berlusconi avrebbe un buco di 15 milioni di euro. Pochi giorni fa, infatti, il Cavaliere ha dichiarato che il partito versa in condizioni disastrose, tanto da essere arrivato con l'acqua alla gola. Oltre ai debiti con i vari fornitori, Fi deve ancora versare 87 milioni di euro alla sua vecchia gloria, il Pdl, che però, a febbraio, aveva ricevuto da Berlusconi un assegno da 15 milioni di euro.

Lega Nord – Il tesoriere della Lega Nord, Stefano Stefani, è stato glaciale: "Al Carroccio rimangono due anni di vita." Il partito di Salvini si ritrova un buco di 14,4 milioni di euro. I tagli dovranno essere d'obbligo per non incorrere nel default finanziario.

Popolo delle Libertà – Infine, il Pdl, ha un passivo di 14 milioni, con altri 18 milioni di debiti da pagare. Senza Berlusconi sarà difficile recuperare tutto.

I partiti vanno incontro al disastro totale. Un politica di tagli è l'unico modo per uscirne, anche perché, nel 2017, i soldi dello Stato non arriveranno più. 




PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, DEBITO RECORD:MASSIMO STORICO DI 2.146,4 MILIARDI DI EURO

Il Codacons attribuisce alla politica gli errori che invece di investire seriamente sulla spesa pubblica, ha solo impoverito le famiglie italiane con reazioni a cascata sull'economia nazionale, sforzi richiesti che non hanno prodotoo alcun risultato utile

di Cinzia Marchegiani

Ad Aprile 2014 è statao raggiunto un nuovo recor, tutto negativo. Bankitalia annuncia il massimo storico del debito pubblico che ad aprile 2014 è cresciuto di 26,2 miliardi, raggiungendo quota di 2,146,4 miliardi di euro. Codacons non fa attendere la sua riflessione, ed attribuisce alla continua crescita del debito delle Amministrazioni pubbliche alla conseguenza e la dimostrazione di come gli sforzi economici richiesti ai cittadini non abbiamo prodotto alcun risultato utile. 

Il Presidente Carlo Rienzi tuona:“La classe politica ha sbagliato, perché invece di intervenire seriamente sulla spesa pubblica, ha solo impoverito le famiglie con effetti a cascata sull’economia nazionale, oggi più evidenti che mai. Il debito va ridotto non aumentando la pressione fiscale, ma intervenendo laddove si annidano gli sprechi e le spese improduttive, mettendo la crescita e la ricchezza del paese in primo piano.”

Nulla cambia per le famiglie italiane, che apprendono dalle news dei media scandali su scandali, che hanno divorato  tangenti con cifre da capogiro per infrastrutture che dovevano risollevare l'Italia, mentre il cittadino viene spremuto come un limone, quando ormai non c'è più assistenza sanitaria, diritto al lavoro. Esistono solo le  tasse annunciate come spot progresso, quello più contestae quello sulle casa, unico patrimonio che rappresenta il regno della famiglia… Un vuoto e degrado di valori che non sembrano scuotere l'andamento forzoso delle tasse. A sollevare l'Italia ci hanno pensato questi politici, svuotando le casse hanno reso leggeri i conti, quelli ancora rimasti in credito, per essere leggeri di volare. 




MARE NOSTRUM RAGGIUNGE LA QUOTA DI 50 MILA IMMIGRATI, IL CODACONS ANNUNCIA LA DENUNCIA ALLA PROCURA DI ROMA E ALLA CORTE DEI CONTI PER EVENTULAI OMISSIONI DI ATTI D’UFFICIO E DIFFIDA AL MINISTERO

Mentre la giunta della Regione Siciliana ha deliberato ieri lo stato di emergenza per i comuni dell'Isola che sostengono le spese di accoglienza dei migranti, la mozione della Lega Nord di sospendere Mare Nostrum è stata bocciata.

di Cinzia Marchegiani

Il bollettino non si arresta, e gli sbarchi sulle coste siciliane degli immigrati che fuggono dai paesi in guerra crescono in modo esponenziale e questa situazione sta portando al collasso il nostro sistema non solo per l'accoglienza doverosa, ma all’incessante impegno di denaro pubblico al di sopra delle possibilità di un’Italia dove la crisi e la sofferenza è diventata la piaga da lenire. Era stato fatto l’annuncio da parte della Lega Nord di sospendere l’operazione Mare Nostrum, che a conti fatti divora 300 mila euro giornalieri dalle finanze italiane, ma proprio oggi ha ricevuto la bocciatura della propria mozione. Sembra un’odissea Mare Nostrum dove nessuno è capace di organizzare una risoluzione in grado di dare dignità agli immigrati e gli stessi italiani soffocati anch’essi da questa immane tragedia. Il problema è dover ammettere che l’Italia non se lo può più permettere. A denunciare questo quadro irreale interviene anche il Codacons che spiega come il totale degli immigrati che ha raggiunto il nostro paese dall’inizio dell’anno superando quota 50 mila, sta mettendo a dura prova non solo le unità impegnate nell’operazione Mare Nostrum ma anche le strutture di accoglienza italiane che sono ormai al collasso, al punto che oggi la giunta della Regione Siciliana ha deliberato ieri lo stato di emergenza per i comuni dell'Isola che sostengono le spese di accoglienza dei migranti. Ma Codacons fa emergere una situazione degna di indagine:”Da quanto si apprende dai media, uno dei problemi alla base di tali flussi incontrollabili è legato al non corretto svolgimento delle attività nelle ambasciate italiane all’estero. Risulterebbe, infatti, che la stragrande maggioranza delle persone che si imbarcano per la Sicilia prive di valido documento, si sarebbero rivolte al contrabbando solo dopo essere transitati presso le ambasciate italiane dei rispettivi paesi d’origine, che illegittimamente avrebbero negato loro i visti.” E proprio in merito a questa situazione delle Ambasciate il Codacons ha deciso di presentare una denuncia alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti della Sicilia, in relazione ad eventuali omissioni di atti d’ufficio e per i danni prodotti alla collettività, e una diffida formale al Ministero degli Esteri e alle ambasciate del nostro paese di 8 Stati esteri dai quali parte il maggior flusso di profughi (Libia, Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Nigeria, Liberia e Ghana) da cui si legge:“Evidente che, privati della possibilità di chiedere protezione agli stati attraverso le ambasciate e i consolati o gli uffici preposti nei rispettivi territori, devastati da guerre, conflitti e alla ricerca di una dignità e del diritto alla propria libertà individuale, molti, troppi, si rivolgono al mercato di chi sfrutta e specula sulla disperazione delle persone, al contrabbando dei barconi incrementando l’immenso flusso migratorio verso le coste Italiane. Alle Ambasciate indicate, ciascuna per propria competenza territoriale, ai sensi dell’art. 22 e ss., Legge n. 241/90, nonché del DPR n. 184/2006, si chiede di prendere visione degli atti e/o documenti inerenti il numero delle richieste di visto presentate negli ultimi due anni; i tempi di elaborazione delle stesse; il numero dei dinieghi e delle relative motivazioni; l’intera procedura adottata dalle ambasciate per controllare e monitorare i flussi migratori”.
Il Codacons ha inoltre chiesto di ottenere l’intercorsa corrispondenza tra le ambasciate indicate e il Ministero degli Affari Esteri in merito al fenomeno immigrazione, diffidando lo stesso dicastero ad attuare una politica volta a garantire il diritto alla vita, alla libertà individuale e alla dignità degli esseri umani intesa nella previsione di interventi volti a consentire il rilascio di visti umanitari anche temporanei che possano consentire anche un breve transito e la mobilità verso gli altri paesi europei, nell’ottica del contrasto all’immigrazione clandestina.

Un impeachment che sembra non finire, al 21 esimo secolo assistiamo alla tratta di umani in paesi civili, dove tutto diventa e rientra nella quotidianità…dove si stanno esacerbando le tensioni ovvie tra immigrati e italiani anch’essi ormai dei disperati e inascoltati nelle proprie terre…




VITERBO, COMMERCIALISTI: SCADENZE IUC (IMU, TASI, TARI)

Redazione

Viterbo – «Non è più tollerabile che il contribuente che voglia adempiere puntualmente alle sue obbligazioni tributarie debba conoscere l’importo delle imposte dovute solo il giorno prima, se non addirittura lo stesso giorno della scadenza», lo afferma il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Viterbo , Marco Santoni unendosi a quanto espresso anche da altri importanti Ordini del Lazio. Queste, infatti,  le tempistiche stringenti con cui Commercialisti ed Esperti Contabili sono costretti a fornire ai loro clienti gli importi delle imposte dovute, senza alcun tempo utile e a ridosso delle scadenze.

Le notevoli difficoltà operative nell’applicazione delle nuove norme, che ha numerosi precedenti soprattutto negli ultimi anni, si è ripetuta anche in occasione delle scadenze relative alla IUC – Imposta Unica Comunale (introdotta dall’art. 1 comma 639 e seguenti della L. 147/2013 cd. legge di stabilità 2014), con proprietari di immobili e consulenti che rischiano di non poter rispettare la prossima scadenza di pagamento fissata per il 16 giugno.

Come è noto la IUC si compone dell’IMU (Imposta Municipale Propria), della TASI (Tributo per i Servizi Indivisibili) e della TARI (Tassa Rifiuti), per la cui quantificazione gli Enti Locali devono adottare specifiche delibere con cui fissare le aliquote di tassazione e le detrazioni spettanti per diverse tipologie di immobili e contribuenti. Aliquote che avrebbero dovuto essere inviate dai singoli comuni al MEF entro il 23 maggio scorso, per essere pubblicate sul sito del ministero entro il 31 maggio 2014. La decisione del legislatore, di far slittare al prossimo 16 ottobre la scadenza per il pagamento dell’acconto TASI, esclusivamente per gli immobili situati nei comuni che non hanno approvato né comunicato al MEF entro il 23 maggio scorso le aliquote e le detrazioni per detta tassa, lasciando tuttavia fissata al prossimo 16 giugno la scadenza per tutti gli altri immobili situati nei Comuni che hanno deliberato le aliquote nei termini previsti dalla Legge, crea una ingiustificata disparità di trattamento tra i contribuenti. Alcuni proprietari di immobili nei prossimi giorni dovranno sostenere un esborso finanziario per l’acconto TASI, altri, a parità di patrimonio immobiliare, potranno affrontare l’esborso ben quattro mesi dopo. Inoltre, se un contribuente tenuto al versamento dell’acconto TASI entro il 16 giugno non disponesse delle risorse finanziarie necessarie per eseguire il pagamento nel termine prescritto, e quindi effettuasse lo stesso in ritardo (entro il 16 ottobre), tale contribuente sarebbe sanzionato per il tardivo versamento, mentre un contribuente nella medesima difficoltà finanziaria ma proprietario di un immobile situato in un Comune “ritardatario” nell’approvazione delle aliquote, potrebbe regolarmente eseguire il pagamento entro il 16 ottobre senza aggravio di alcuna sanzione.

Lo scenario che si ripropone anche in questa occasione a Commercialisti ed Esperti Contabili, per mettere in condizioni i propri clienti di adempiere con puntualità al pagamento della TASI e della IMU, è quello di lavorare e far lavorare ad oltranza i propri dipendenti in condizioni di “emergenza”, oltre il normale orario e anche nei giorni festivi e di riposo. Una condizione necessaria, visto che i conteggi possono essere eseguiti solo manualmente in quanto le software house non sono in grado di fornire tempestivamente software capaci di recepire tutte le delibere che ogni singolo comune ha adottato per la quantificazione della IUC. Dunque, per la determinazione dell’imposta è necessario: verificare preliminarmente se il comune di ubicazione degli immobili è tra quelli che ha deliberato l’aliquota; reperire sul sito del singolo comune il regolamento per l’applicazione della IUC; interpretare il regolamento del comune, che oltre a stabilire l’aliquota, prevede meccanismi di detrazione ed agevolazioni diverse da comune a comune; se il contribuente possiede immobili ubicati in diversi comuni, il procedimento va ripetuto per ogni comune. Il tempo massimo a disposizione del contribuente, e di conseguenza il suo consulente, per fare tutto ciò: 16 giorni (dal 1° al 16 giugno 2014).

Una sorta di “caccia al tesoro” al termine della quale si può finalmente procedere al calcolo della imposta dovuta, con buona pace dell’art. 3 commi 1 e 2 (efficacia temporale delle norme tributarie), dell’art. 5 commi 1 e 2 (informazione del contribuente), dell’art. 6 comma 3 (conoscenza degli atti e semplificazione), e dell’art. 10 comma 1 (tutela dell’affidamento e della  buona fede) dello Statuto del contribuente (Legge n. 212 del 27.07.2000).

Ci si potrebbe domandare quale sia la valutazione degli investitori esteri, abituati alla certezza delle norme e delle modalità, abituati a ricevere nel loro Paese la dichiarazione dei redditi precompilata al proprio indirizzo. Cosa penseranno di fronte al caos italiano, se per caso avessero acquistato immobili in diverse regioni del Bel Paese?
 




SUMMIT BRUXELLES AL G7: GRANDE ASSENTE VLADIMIR PUTIN

Il 4 giugno 2014 al summit G7 di Bruxelles  partecipano  alle trattative Canada, Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Giappone e Italia, esclusa la Russia dove doveva avvenire inizialmente il G8 poi trasformato in G7 dagli stessi leaders e trasferito a Bruxelles. I primi temi affrontati la crisi ucraina, siriana e  del Mar Cinese Meridionale, oltre il programma nucleare della Corea del Nord


di Cinzia Marchegiani


Bruxelles– E’ terminata la prima giornata del G7 a Bruxelles, dove le sette nazioni hanno concordato linee guida da poco pubblicate sul sito istituzionale dell’UE. Vengono schematizzate le decisioni appena concordate, riguardo alle diverse questioni affrontate al summit che anche oggi seguirà in agenda l’incontro:

Ucraina
1. Accogliamo con favore il positivo svolgimento in circostanze difficili delle elezioni in Ucraina il 25 maggio. La forte affluenza alle urne ha sottolineato la determinazione dei cittadini dell'Ucraina per determinare il futuro del loro paese. Diamo il benvenuto a Petro Poroshenko come presidente eletto dell'Ucraina e lo lodiamo per raggiungere a tutte le persone di Ucraina.
2. A fronte di ingerenza inaccettabile negli affari sovrani dell'Ucraina da parte della Federazione russa, ci leviamo in piedi dal governo ucraino e la gente. Chiediamo ai gruppi armati illegali di disarmare. Incoraggiamo le autorità ucraine a mantenere un approccio misurato nel perseguire le operazioni per ristabilire la legge e l'ordine. Sosteniamo pienamente il contributo sostanziale da parte dell'Organizzazione per la cooperazione per la sicurezza in Europa (OSCE) per la de-escalation della crisi attraverso la missione di vigilanza speciale e di altri strumenti dell'OSCE. Lodiamo la volontà delle autorità ucraine a proseguire il dialogo nazionale in modo inclusivo. Accogliamo con favore il "Memorandum di Pace e Unità", adottato dalla Verkhovna Rada il 20 maggio ed esprimere l'auspicio che possa essere attuato rapidamente. Incoraggiamo inoltre il parlamento ucraino e il governo ucraino a continuare a perseguire la riforma costituzionale, al fine di fornire un quadro per approfondire e rafforzare la democrazia e accomodante i diritti e le aspirazioni di tutti i popoli in tutte le regioni d'Ucraina.
3. Il G7 si sono impegnati a continuare a lavorare con l'Ucraina per sostenere il suo sviluppo economico, la sovranità e l'integrità territoriale. Incoraggiamo l'adempimento di impegno dell'Ucraina a proseguire le riforme difficili che saranno cruciali per sostenere la stabilità economica e sbloccare la crescita guidata dal settore privato. Accogliamo con favore la decisione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per approvare un programma di 17 miliardi dollari per l'Ucraina, che ancorare gli altri interventi e finanziamenti bilaterali e multilaterali, di cui circa 18 miliardi dollari previsti, data dai partner del G7. Accogliamo con favore la rapida erogazione di sostegno macroeconomico per l'Ucraina. Sosteniamo un meccanismo internazionale di coordinamento dei donatori per garantire la consegna effettiva di assistenza economica e accogliamo con favore l'intenzione dell'UE di tenere una riunione di coordinamento ad alto livello a Bruxelles. Accogliamo con favore gli sforzi in corso per diversificare le fonti di gas dell'Ucraina, anche attraverso recenti passi nell'UE a consentire capacità di flusso inverso del gas e attendo con ansia la conclusione positiva delle trattative, agevolata dalla Commissione europea, sul transito del gas e di fornitura della Federazione Russa in Ucraina.
4. Siamo uniti nel condannare continua violazione della Federazione Russa della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Annessione illegale della Russia di Crimea, e le azioni di de-stabilizzare Ucraina orientale sono inaccettabili e devono cessare. Queste azioni violano i principi fondamentali del diritto internazionale e dovrebbe essere una preoccupazione per tutte le nazioni. Esortiamo la Federazione russa di riconoscere i risultati delle elezioni, completare il ritiro delle sue forze militari al confine con l'Ucraina, fermare il flusso di armi e militanti attraverso il confine e di esercitare la sua influenza tra i separatisti armati a deporre le armi e rinunciare alla violenza. Chiediamo alla Federazione russa a rispettare gli impegni assunti nella dichiarazione di Ginevra comune e cooperare con il governo dell'Ucraina in quanto attua i suoi piani per promuovere la pace, l'unità e la riforma.
5. Confermiamo la decisione da parte dei paesi del G7 per comminare sanzioni a persone fisiche e giuridiche che hanno attivamente sostenuto e attuato la violazione della sovranità dell'Ucraina e l'integrità territoriale e che minacciano la pace, la sicurezza e la stabilità dell'Ucraina. Stiamo attuando una rigorosa politica di non riconoscimento rispetto alla Crimea / Sebastopoli, in linea con la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 68/262. Siamo pronti a intensificare le sanzioni mirate e ad attuare significative misure restrittive supplementari per imporre ulteriori costi sulla Russia dovrebbe eventi lo richiedano.
6. I progetti finanziati dalla comunità dei donatori per convertire il sito di Chernobyl in una condizione stabile e sicuro per l'ambiente hanno raggiunto una fase avanzata di completamento. Pur riconoscendo la complessità di queste prima di un progetto tipo, ci appelliamo a tutte le parti interessate a fare un ulteriore sforzo per portarli a una conclusione soddisfacente e invitare le parti del progetto per tenere i costi sotto controllo. Questa rimane una priorità per noi.
 

Siria
7. Condanniamo fermamente la brutalità del regime di Assad, che guida un conflitto che ha ucciso più di 160.000 persone e lasciato 9,3 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria. Denunciamo le elezioni presidenziali del 3 giugno farsa: non c'è futuro per Assad in Siria. Abbiamo ancora approvare il comunicato di Ginevra, che prevede un organismo di transizione di governo esercitano pieni poteri esecutivi e concordato di comune accordo, sulla base di una visione per una Siria unita, inclusiva e democratica. Condanniamo fermamente le violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani e indiscriminati bombardamenti di artiglieria e bombardamenti aerei da parte del regime siriano. Ci sono prove che i gruppi estremisti hanno perpetrato gravi violazioni dei diritti umani. Tutti i responsabili di tali abusi devono essere chiamati a risponderne. Accogliamo con favore l'impegno della Coalizione Nazionale e dell'Esercito siriano libero a rispettare il diritto internazionale.Deploriamo la Russia e la decisione della Cina di porre il veto al progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), che autorizza il ricorso alla Corte penale internazionale e impegnativa la responsabilità per i crimini gravi e continue commesse in Siria.
8. Siamo impegnati a sostenere i paesi confinanti che portano il peso dei flussi di rifugiati siriani e deploriamo la mancata attuare la risoluzione UNSC 2139 in materia di assistenza umanitaria. Esortiamo tutte le parti in conflitto per consentire l'accesso agli aiuti a tutti i bisognosi, per le vie più dirette, tra cui oltre i confini e le linee di conflitto, e sosteniamo ulteriore intervento urgente da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU a tal fine. Nel nostro finanziamento decidiamo di dare un sostegno particolare per gli operatori umanitari che possono raggiungere i più bisognosi, anche a livello transfrontaliero. Chiediamo alla comunità internazionale di rispondere alle enormi esigenze di finanziamento degli appelli delle Nazioni Unite per la Siria ei suoi vicini.Intendiamo intensificare i nostri sforzi per affrontare la minaccia derivante da combattenti stranieri che viaggiano verso la Siria. Siamo profondamente preoccupati per le accuse di uso ripetuto agenti chimici e chiediamo a tutte le parti in Siria a cooperare pienamente con l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) missione esplorativa. Esortiamo la Siria a rispettare i suoi obblighi ai sensi risoluzione UNSC 2118, le decisioni del Consiglio Direttivo della OPCW e la convenzione sulle armi chimiche al fine di garantire la rapida rimozione del suo restante scorte chimiche per la distruzione, e di distruggere immediatamente le proprie strutture produttive e rispondere a tutte domande riguardanti la sua dichiarazione di all'OPCW.
 

Libia
9. Ribadiamo il nostro sostegno per una Libia libera, prospera e democratica, che giocherà il suo ruolo nella promozione della stabilità regionale. Esprimiamo seria preoccupazione per le recenti violenze e invitiamo tutti i libici a impegnarsi nel processo politico attraverso mezzi pacifici e inclusivi, sostenuta dal rispetto dello Stato di diritto. Sollecitiamo l'impegno costante e coordinato dalla comunità internazionale per sostenere la transizione libico e gli sforzi per promuovere il dialogo politico, in coordinamento con le Nazioni Unite e con la missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia svolgere il proprio mandato in questo senso. Chiediamo a tutti nella comunità internazionale a rispettare la sovranità piena del libico e il principio di non intervento negli affari. In questo contesto, lodiamo la proposta della Commissione Elettorale Nazionale Alta, approvato dal Congresso Nazionale Generale, di convocare le elezioni del 25 giugno. Sottolineiamo l'importanza di queste elezioni nel riavviare il processo politico e apprezziamo il lavoro vitale della Costituzione Redazione dell'Assemblea.
 

Mali e Repubblica Centrafricana
10. Accogliamo con favore il cessate il fuoco firmato il 23 maggio da parte dei gruppi armati del governo e del Mali nel Nord del Mali, grazie agli sforzi dell'Unione africana, attraverso la sua presidenza, e le Nazioni Unite.Riaffermiamo il nostro forte impegno per una soluzione politica e di un processo di dialogo inclusivo che deve iniziare senza indugio, come prescritto dall'accordo di Ouagadougou e le decisioni del Consiglio di sicurezza.Sosteniamo pienamente multidimensionali Missione di stabilizzazione integrato delle Nazioni Unite negli sforzi Mali a stabilizzare il paese e, con l'impegno dei paesi vicini, tra cui l'Algeria, la Mauritania e la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, a lavorare per una soluzione durevole rispettosa dell'unità, l'integrità territoriale e la sovranità nazionale del Mali.
11. Lodiamo il ruolo svolto sul terreno nella Repubblica Centrafricana dal AU-led sostegno della missione internazionale per la Repubblica Centrafricana, insieme alle forze inviate dalla Francia e l'Unione europea, a sostenere la transizione e incoraggiare le autorità di transizione a prendere misure concrete urgenti nei confronti della holding, elezioni eque, trasparenti e inclusivi gratuiti. Sosteniamo pienamente gli sforzi delle Nazioni Unite nei settori della sicurezza, la riconciliazione, la preparazione delle elezioni, e l'assistenza umanitaria.
 

Iran
12. Riaffermiamo il nostro forte impegno per una soluzione diplomatica della questione nucleare iraniana e accogliamo con favore gli sforzi della E3 +3, guidati dall'Alto Rappresentante Ashton, e l'Iran a negoziare una soluzione completa che fornisce la fiducia nella natura esclusivamente pacifica del nucleare iraniano programma.Sottolineiamo l'importanza di proseguire l'effettiva attuazione da parte E3 +3 e l'Iran del piano d'azione comune. Esortiamo l'Iran a cooperare pienamente con l'Agenzia internazionale dell'energia atomica sulla verifica delle attività nucleari dell'Iran e di risolvere tutte le questioni in sospeso, tra cui, in modo critico, quelle relative alle possibili dimensioni militari. Chiediamo con forza l'Iran a rispettare pienamente i suoi obblighi dei diritti umani. Esortiamo l'Iran a svolgere un ruolo più costruttivo nel sostenere la sicurezza regionale, in particolare in Siria, e di respingere tutti gli atti di terrorismo e gruppi terroristici.
 

Corea del Nord
13. Condanniamo fermamente continuo sviluppo della Corea del Nord dei suoi programmi nucleare e balistico.Invitiamo la Corea del Nord ad abbandonare tutte le armi nucleari ei programmi nucleari e missilistici balistici esistenti e di rispettare pienamente i suoi obblighi ai sensi pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e degli impegni nel quadro della dichiarazione congiunta settembre 2005 i colloqui a sei. Chiediamo alla comunità internazionale di applicare sanzioni pienamente delle Nazioni Unite. Ribadiamo le nostre gravi preoccupazioni per le continue violazioni sistematiche, diffuse e gravi dei diritti umani in Corea del Nord documentati nella relazione della commissione d'inchiesta dell'ONU, e sollecitiamo la Corea del Nord a prendere misure immediate per affrontare queste violazioni, anche sulla questione rapimenti, e cooperare pienamente con tutti i pertinenti organi delle Nazioni Unite. Continuiamo a lavorare per consolidare la responsabilità per gravi violazioni dei diritti umani della Corea del Nord.
 

Medio Oriente processo di pace
14. Sosteniamo pienamente gli sforzi degli Stati Uniti 'per garantire una soluzione a due Stati negoziata. Ci dispiace che maggiori progressi non sono stati compiuti dalle parti e li esorto a trovare il terreno comune e la forza politica necessaria per riprendere il processo. Una soluzione a due Stati negoziata resta l'unico modo per risolvere il conflitto. Chiediamo a entrambe le parti di esercitare la massima moderazione e ad evitare qualsiasi azione unilaterale che possa ulteriormente minare gli sforzi di pace e influenzare la vitalità di una soluzione a due stati.
 

Afghanistan
15. Rinnoviamo il nostro impegno a lungo termine per un Afghanistan democratico, sovrano, e unificato e la nostra partnership duratura con il governo dell'Afghanistan basata sui principi del rispetto reciproco e la responsabilità reciproca. Il primo turno delle elezioni presidenziali e le elezioni dei consigli provinciali ha segnato un traguardo storico, soprattutto per i più di 2,5 milioni di donne che hanno votato, e non vediamo l'ora al completamento del processo elettorale. Continuiamo ad assistere il governo afghano a rafforzare le loro istituzioni di governo, ridurre la corruzione, la lotta al terrorismo, sostenere la crescita economica, e la lotta al narcotraffico. Continuiamo a sostenere attivamente un processo inclusivo afghana e afghana di proprietà della riconciliazione.
 

Navigazione marittima e aerea
16. Ribadiamo l'importanza di mantenere un ordine marittimo sulla base dei principi universalmente concordati di diritto internazionale. Restiamo impegnati alla cooperazione internazionale per combattere la pirateria e altri reati marittimi, coerenti con il diritto internazionale e dei principi riconosciuti a livello internazionale di competenza in acque internazionali. Siamo profondamente preoccupati per le tensioni in Oriente e Mar Cinese Meridionale. Ci opponiamo a qualsiasi tentativo unilaterale di una parte a far valere le sue pretese territoriali o marittime attraverso l'uso di intimidazione, coercizione o la forza. Chiediamo a tutte le parti a chiarire e perseguire i loro rivendicazioni territoriali e marittime in conformità del diritto internazionale. Sosteniamo i diritti dei ricorrenti a cercare una soluzione pacifica delle controversie in conformità del diritto internazionale, anche attraverso meccanismi di risoluzione delle controversie legali. Sosteniamo anche misure di fiducia.Sottolineiamo l'importanza della libertà di navigazione e di sorvolo e anche la gestione efficace del traffico aereo civile basata sul diritto internazionale e delle norme e delle prassi dell'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile.
 

Altre questioni
17. Riaffermiamo il nostro impegno per la tutela e la promozione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, compresa la libertà religiosa, per tutte le persone. Riconosciamo la necessità di mostrare determinazione senza precedenti per promuovere la parità di genere, per porre fine a tutte le forme di discriminazione e di violenza contro donne e ragazze, per finire bambini, matrimonio precoce e forzato e di promuovere la piena partecipazione e responsabilizzazione di tutte le donne e le ragazze. Saremo lieti di Global Summit per porre fine alla violenza sessuale nei conflitti che si terrà a Londra a fine mese.
18. Ribadiamo la nostra condanna del terrorismo e del nostro impegno a cooperare in tutte le sedi competenti per prevenire e rispondere al terrorismo con efficacia e in modo globale, nel rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Noi condanniamo il rapimento di centinaia di studentesse da Boko Haram come un crimine ingiustificabile e intendiamo fare tutto il possibile per sostenere il governo nigeriano per restituire queste giovani donne alle loro case e per portare i colpevoli alla giustizia.
19. Confermiamo che le questioni non-proliferation/disarmament rimangono una priorità assoluta e accolgono la non proliferazione dichiarazione Amministrazione del Gruppo G7 pubblicata oggi.




SUMMIT BRUXELLES AL G7 IL GRANDE ASSENTE VLADIMIR PUTIN, PUBBLICATE LE PRIME DECISIONI

Il 4 giugno 2014 al summit G7 di Bruxelles  partecipano  alle trattative Canada, Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Giappone e Italia, esclusa la Russia dove doveva avvenire inizialmente il G8 poi trasformato in G7 dagli stessi leaders e trasferito a Bruxelles. I primi temi affrontati la crisi ucraina, siriana e  del Mar Cinese Meridionale, oltre il programma nucleare della Corea del Nord


di Cinzia Marchegiani


Bruxelles- E’ terminata la prima giornata del G7 a Bruxelles, dove le sette nazioni hanno concordato linee guida da poco pubblicate sul sito istituzionale dell’UE. Vengono schematizzate le decisioni appena concordate, riguardo alle diverse questioni affrontate al summit che anche oggi seguirà in agenda l’incontro:

Ucraina
1. Accogliamo con favore il positivo svolgimento in circostanze difficili delle elezioni in Ucraina il 25 maggio. La forte affluenza alle urne ha sottolineato la determinazione dei cittadini dell'Ucraina per determinare il futuro del loro paese. Diamo il benvenuto a Petro Poroshenko come presidente eletto dell'Ucraina e lo lodiamo per raggiungere a tutte le persone di Ucraina.
2. A fronte di ingerenza inaccettabile negli affari sovrani dell'Ucraina da parte della Federazione russa, ci leviamo in piedi dal governo ucraino e la gente. Chiediamo ai gruppi armati illegali di disarmare. Incoraggiamo le autorità ucraine a mantenere un approccio misurato nel perseguire le operazioni per ristabilire la legge e l'ordine. Sosteniamo pienamente il contributo sostanziale da parte dell'Organizzazione per la cooperazione per la sicurezza in Europa (OSCE) per la de-escalation della crisi attraverso la missione di vigilanza speciale e di altri strumenti dell'OSCE. Lodiamo la volontà delle autorità ucraine a proseguire il dialogo nazionale in modo inclusivo. Accogliamo con favore il "Memorandum di Pace e Unità", adottato dalla Verkhovna Rada il 20 maggio ed esprimere l'auspicio che possa essere attuato rapidamente. Incoraggiamo inoltre il parlamento ucraino e il governo ucraino a continuare a perseguire la riforma costituzionale, al fine di fornire un quadro per approfondire e rafforzare la democrazia e accomodante i diritti e le aspirazioni di tutti i popoli in tutte le regioni d'Ucraina.
3. Il G7 si sono impegnati a continuare a lavorare con l'Ucraina per sostenere il suo sviluppo economico, la sovranità e l'integrità territoriale. Incoraggiamo l'adempimento di impegno dell'Ucraina a proseguire le riforme difficili che saranno cruciali per sostenere la stabilità economica e sbloccare la crescita guidata dal settore privato. Accogliamo con favore la decisione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per approvare un programma di 17 miliardi dollari per l'Ucraina, che ancorare gli altri interventi e finanziamenti bilaterali e multilaterali, di cui circa 18 miliardi dollari previsti, data dai partner del G7. Accogliamo con favore la rapida erogazione di sostegno macroeconomico per l'Ucraina. Sosteniamo un meccanismo internazionale di coordinamento dei donatori per garantire la consegna effettiva di assistenza economica e accogliamo con favore l'intenzione dell'UE di tenere una riunione di coordinamento ad alto livello a Bruxelles. Accogliamo con favore gli sforzi in corso per diversificare le fonti di gas dell'Ucraina, anche attraverso recenti passi nell'UE a consentire capacità di flusso inverso del gas e attendo con ansia la conclusione positiva delle trattative, agevolata dalla Commissione europea, sul transito del gas e di fornitura della Federazione Russa in Ucraina.
4. Siamo uniti nel condannare continua violazione della Federazione Russa della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Annessione illegale della Russia di Crimea, e le azioni di de-stabilizzare Ucraina orientale sono inaccettabili e devono cessare. Queste azioni violano i principi fondamentali del diritto internazionale e dovrebbe essere una preoccupazione per tutte le nazioni. Esortiamo la Federazione russa di riconoscere i risultati delle elezioni, completare il ritiro delle sue forze militari al confine con l'Ucraina, fermare il flusso di armi e militanti attraverso il confine e di esercitare la sua influenza tra i separatisti armati a deporre le armi e rinunciare alla violenza. Chiediamo alla Federazione russa a rispettare gli impegni assunti nella dichiarazione di Ginevra comune e cooperare con il governo dell'Ucraina in quanto attua i suoi piani per promuovere la pace, l'unità e la riforma.
5. Confermiamo la decisione da parte dei paesi del G7 per comminare sanzioni a persone fisiche e giuridiche che hanno attivamente sostenuto e attuato la violazione della sovranità dell'Ucraina e l'integrità territoriale e che minacciano la pace, la sicurezza e la stabilità dell'Ucraina. Stiamo attuando una rigorosa politica di non riconoscimento rispetto alla Crimea / Sebastopoli, in linea con la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 68/262. Siamo pronti a intensificare le sanzioni mirate e ad attuare significative misure restrittive supplementari per imporre ulteriori costi sulla Russia dovrebbe eventi lo richiedano.
6. I progetti finanziati dalla comunità dei donatori per convertire il sito di Chernobyl in una condizione stabile e sicuro per l'ambiente hanno raggiunto una fase avanzata di completamento. Pur riconoscendo la complessità di queste prima di un progetto tipo, ci appelliamo a tutte le parti interessate a fare un ulteriore sforzo per portarli a una conclusione soddisfacente e invitare le parti del progetto per tenere i costi sotto controllo. Questa rimane una priorità per noi.
 

Siria
7. Condanniamo fermamente la brutalità del regime di Assad, che guida un conflitto che ha ucciso più di 160.000 persone e lasciato 9,3 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria. Denunciamo le elezioni presidenziali del 3 giugno farsa: non c'è futuro per Assad in Siria. Abbiamo ancora approvare il comunicato di Ginevra, che prevede un organismo di transizione di governo esercitano pieni poteri esecutivi e concordato di comune accordo, sulla base di una visione per una Siria unita, inclusiva e democratica. Condanniamo fermamente le violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani e indiscriminati bombardamenti di artiglieria e bombardamenti aerei da parte del regime siriano. Ci sono prove che i gruppi estremisti hanno perpetrato gravi violazioni dei diritti umani. Tutti i responsabili di tali abusi devono essere chiamati a risponderne. Accogliamo con favore l'impegno della Coalizione Nazionale e dell'Esercito siriano libero a rispettare il diritto internazionale.Deploriamo la Russia e la decisione della Cina di porre il veto al progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), che autorizza il ricorso alla Corte penale internazionale e impegnativa la responsabilità per i crimini gravi e continue commesse in Siria.
8. Siamo impegnati a sostenere i paesi confinanti che portano il peso dei flussi di rifugiati siriani e deploriamo la mancata attuare la risoluzione UNSC 2139 in materia di assistenza umanitaria. Esortiamo tutte le parti in conflitto per consentire l'accesso agli aiuti a tutti i bisognosi, per le vie più dirette, tra cui oltre i confini e le linee di conflitto, e sosteniamo ulteriore intervento urgente da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU a tal fine. Nel nostro finanziamento decidiamo di dare un sostegno particolare per gli operatori umanitari che possono raggiungere i più bisognosi, anche a livello transfrontaliero. Chiediamo alla comunità internazionale di rispondere alle enormi esigenze di finanziamento degli appelli delle Nazioni Unite per la Siria ei suoi vicini.Intendiamo intensificare i nostri sforzi per affrontare la minaccia derivante da combattenti stranieri che viaggiano verso la Siria. Siamo profondamente preoccupati per le accuse di uso ripetuto agenti chimici e chiediamo a tutte le parti in Siria a cooperare pienamente con l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) missione esplorativa. Esortiamo la Siria a rispettare i suoi obblighi ai sensi risoluzione UNSC 2118, le decisioni del Consiglio Direttivo della OPCW e la convenzione sulle armi chimiche al fine di garantire la rapida rimozione del suo restante scorte chimiche per la distruzione, e di distruggere immediatamente le proprie strutture produttive e rispondere a tutte domande riguardanti la sua dichiarazione di all'OPCW.
 

Libia
9. Ribadiamo il nostro sostegno per una Libia libera, prospera e democratica, che giocherà il suo ruolo nella promozione della stabilità regionale. Esprimiamo seria preoccupazione per le recenti violenze e invitiamo tutti i libici a impegnarsi nel processo politico attraverso mezzi pacifici e inclusivi, sostenuta dal rispetto dello Stato di diritto. Sollecitiamo l'impegno costante e coordinato dalla comunità internazionale per sostenere la transizione libico e gli sforzi per promuovere il dialogo politico, in coordinamento con le Nazioni Unite e con la missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia svolgere il proprio mandato in questo senso. Chiediamo a tutti nella comunità internazionale a rispettare la sovranità piena del libico e il principio di non intervento negli affari. In questo contesto, lodiamo la proposta della Commissione Elettorale Nazionale Alta, approvato dal Congresso Nazionale Generale, di convocare le elezioni del 25 giugno. Sottolineiamo l'importanza di queste elezioni nel riavviare il processo politico e apprezziamo il lavoro vitale della Costituzione Redazione dell'Assemblea.
 

Mali e Repubblica Centrafricana
10. Accogliamo con favore il cessate il fuoco firmato il 23 maggio da parte dei gruppi armati del governo e del Mali nel Nord del Mali, grazie agli sforzi dell'Unione africana, attraverso la sua presidenza, e le Nazioni Unite.Riaffermiamo il nostro forte impegno per una soluzione politica e di un processo di dialogo inclusivo che deve iniziare senza indugio, come prescritto dall'accordo di Ouagadougou e le decisioni del Consiglio di sicurezza.Sosteniamo pienamente multidimensionali Missione di stabilizzazione integrato delle Nazioni Unite negli sforzi Mali a stabilizzare il paese e, con l'impegno dei paesi vicini, tra cui l'Algeria, la Mauritania e la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, a lavorare per una soluzione durevole rispettosa dell'unità, l'integrità territoriale e la sovranità nazionale del Mali.
11. Lodiamo il ruolo svolto sul terreno nella Repubblica Centrafricana dal AU-led sostegno della missione internazionale per la Repubblica Centrafricana, insieme alle forze inviate dalla Francia e l'Unione europea, a sostenere la transizione e incoraggiare le autorità di transizione a prendere misure concrete urgenti nei confronti della holding, elezioni eque, trasparenti e inclusivi gratuiti. Sosteniamo pienamente gli sforzi delle Nazioni Unite nei settori della sicurezza, la riconciliazione, la preparazione delle elezioni, e l'assistenza umanitaria.
 

Iran
12. Riaffermiamo il nostro forte impegno per una soluzione diplomatica della questione nucleare iraniana e accogliamo con favore gli sforzi della E3 +3, guidati dall'Alto Rappresentante Ashton, e l'Iran a negoziare una soluzione completa che fornisce la fiducia nella natura esclusivamente pacifica del nucleare iraniano programma.Sottolineiamo l'importanza di proseguire l'effettiva attuazione da parte E3 +3 e l'Iran del piano d'azione comune. Esortiamo l'Iran a cooperare pienamente con l'Agenzia internazionale dell'energia atomica sulla verifica delle attività nucleari dell'Iran e di risolvere tutte le questioni in sospeso, tra cui, in modo critico, quelle relative alle possibili dimensioni militari. Chiediamo con forza l'Iran a rispettare pienamente i suoi obblighi dei diritti umani. Esortiamo l'Iran a svolgere un ruolo più costruttivo nel sostenere la sicurezza regionale, in particolare in Siria, e di respingere tutti gli atti di terrorismo e gruppi terroristici.
Corea del Nord
13. Condanniamo fermamente continuo sviluppo della Corea del Nord dei suoi programmi nucleare e balistico.Invitiamo la Corea del Nord ad abbandonare tutte le armi nucleari ei programmi nucleari e missilistici balistici esistenti e di rispettare pienamente i suoi obblighi ai sensi pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e degli impegni nel quadro della dichiarazione congiunta settembre 2005 i colloqui a sei. Chiediamo alla comunità internazionale di applicare sanzioni pienamente delle Nazioni Unite. Ribadiamo le nostre gravi preoccupazioni per le continue violazioni sistematiche, diffuse e gravi dei diritti umani in Corea del Nord documentati nella relazione della commissione d'inchiesta dell'ONU, e sollecitiamo la Corea del Nord a prendere misure immediate per affrontare queste violazioni, anche sulla questione rapimenti, e cooperare pienamente con tutti i pertinenti organi delle Nazioni Unite. Continuiamo a lavorare per consolidare la responsabilità per gravi violazioni dei diritti umani della Corea del Nord.
Medio Oriente processo di pace
14. Sosteniamo pienamente gli sforzi degli Stati Uniti 'per garantire una soluzione a due Stati negoziata. Ci dispiace che maggiori progressi non sono stati compiuti dalle parti e li esorto a trovare il terreno comune e la forza politica necessaria per riprendere il processo. Una soluzione a due Stati negoziata resta l'unico modo per risolvere il conflitto. Chiediamo a entrambe le parti di esercitare la massima moderazione e ad evitare qualsiasi azione unilaterale che possa ulteriormente minare gli sforzi di pace e influenzare la vitalità di una soluzione a due stati.
 

Afghanistan
15. Rinnoviamo il nostro impegno a lungo termine per un Afghanistan democratico, sovrano, e unificato e la nostra partnership duratura con il governo dell'Afghanistan basata sui principi del rispetto reciproco e la responsabilità reciproca. Il primo turno delle elezioni presidenziali e le elezioni dei consigli provinciali ha segnato un traguardo storico, soprattutto per i più di 2,5 milioni di donne che hanno votato, e non vediamo l'ora al completamento del processo elettorale. Continuiamo ad assistere il governo afghano a rafforzare le loro istituzioni di governo, ridurre la corruzione, la lotta al terrorismo, sostenere la crescita economica, e la lotta al narcotraffico. Continuiamo a sostenere attivamente un processo inclusivo afghana e afghana di proprietà della riconciliazione.
 

Navigazione marittima e aerea
16. Ribadiamo l'importanza di mantenere un ordine marittimo sulla base dei principi universalmente concordati di diritto internazionale. Restiamo impegnati alla cooperazione internazionale per combattere la pirateria e altri reati marittimi, coerenti con il diritto internazionale e dei principi riconosciuti a livello internazionale di competenza in acque internazionali. Siamo profondamente preoccupati per le tensioni in Oriente e Mar Cinese Meridionale. Ci opponiamo a qualsiasi tentativo unilaterale di una parte a far valere le sue pretese territoriali o marittime attraverso l'uso di intimidazione, coercizione o la forza. Chiediamo a tutte le parti a chiarire e perseguire i loro rivendicazioni territoriali e marittime in conformità del diritto internazionale. Sosteniamo i diritti dei ricorrenti a cercare una soluzione pacifica delle controversie in conformità del diritto internazionale, anche attraverso meccanismi di risoluzione delle controversie legali. Sosteniamo anche misure di fiducia.Sottolineiamo l'importanza della libertà di navigazione e di sorvolo e anche la gestione efficace del traffico aereo civile basata sul diritto internazionale e delle norme e delle prassi dell'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile.
 

Altre questioni
17. Riaffermiamo il nostro impegno per la tutela e la promozione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, compresa la libertà religiosa, per tutte le persone. Riconosciamo la necessità di mostrare determinazione senza precedenti per promuovere la parità di genere, per porre fine a tutte le forme di discriminazione e di violenza contro donne e ragazze, per finire bambini, matrimonio precoce e forzato e di promuovere la piena partecipazione e responsabilizzazione di tutte le donne e le ragazze. Saremo lieti di Global Summit per porre fine alla violenza sessuale nei conflitti che si terrà a Londra a fine mese.
18. Ribadiamo la nostra condanna del terrorismo e del nostro impegno a cooperare in tutte le sedi competenti per prevenire e rispondere al terrorismo con efficacia e in modo globale, nel rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Noi condanniamo il rapimento di centinaia di studentesse da Boko Haram come un crimine ingiustificabile e intendiamo fare tutto il possibile per sostenere il governo nigeriano per restituire queste giovani donne alle loro case e per portare i colpevoli alla giustizia.
19. Confermiamo che le questioni non-proliferation/disarmament rimangono una priorità assoluta e accolgono la non proliferazione dichiarazione Amministrazione del Gruppo G7 pubblicata oggi.




UE, RUSSIA E STATI UNITI D'AMERICA: LA TRIADE DEL GRANDE IMPEACHMENT

di Cinzia Marchegiani

G7 Bruxelles – E’ incredibile come le notizie che arrivano dall’Europa e dal resto del mondo siano fittamente dense di significato e mirabilmente incatenate in fatti apparentemente estranei che lasciano intravedere nuovi scenari di guerra, tra battute al vetriolo e imposizioni sfacciatamente moraliste di chi si arroga il diritto di essere il tutore di legge e garanzie mondiali. Forse è la storia di sempre, ma ora con l’UE che ha tessuto un legame sempre più stretto con gli USA, si concretizzano gli impegni e i vertici che in questa settimana profonderanno accordi che condizioneranno il futuro neanche troppo lontano. Non è un caso che nell’area Asia Pacifico le due grandi potenze (USA e Russia) hanno allacciato legami indissolubili tali da diventare nemiche anche in terre lontane, dove l’America conclude con il Vietnam patti strategici che gli permettono di accedere a porti militari in cambio di aiuto “disinteressato”, mentre la Cina conclude patti bilaterali economici straordinari attesi da almeno dieci anni con la Russia. In Europa, il peso e l’influenza dell’America non si è fatta attendere, il G7 a Bruxelles è un esempio concreto di quanto sia presente nelle sfere economiche e politiche quotidiane. Barack Obama profonde sostegno transatlantico alla Polonia dove si è incontrato con il Presidente Bronislaw Komorowski , la sua presenza con la visita a Varsavia di questi giorni non è semplice atto di diplomazia, e il suo discorso evoca orizzonti che lasciano poco alla fantasia, ma teso a stabilire relazioni transatlantiche nel contesto della situazione dell’Ucraina:“Un attacco a uno è un attacco a tutti. Come alleati abbiamo il dovere solenne, l’obbligo vincolante previsto dal Trattato di difendere la vostra integrità territoriale e lo faremo. Saremo uniti ora e per sempre. Perché la vostra libertà è la nostra. La Polonia non sarà mai sola. E non solo la Polonia. L’Estonia non sarà mai sola. La Lettonia non sarà mai sola. La Lituania non sarà mai sola. La Romania non sarà mai sola.” Scioccanti e forse ambivalenti gli avvertimenti che lo stesso Obama pronuncia dopo l’incontro di ieri con il presidente appena eletto dell’Ucraina Proshenko: ”Le nazioni più grandi non devono essere autorizzate ad intimidire le piccole, a imporre la loro volontà con le armi, o con uomini mascherati che occupano edifici. E un colpo di penna non potrà mai legittimare il furto del territorio di un vicino. Non accetteremo l’occupazione russa della Crimea e le violazioni della sovranità ucraina, le nostre nazioni libere saranno unite affinché ulteriori provocazioni da parte della Russia portino a un maggior isolamento e a maggiori costi per la Russia.” Un tour in Europa quello di Barack Obama che mette al centro di ogni incontro la situazione dell’Ucraina e la volontà di convincere gli alleati europei ad isolare la Russia. Il 4 e il 5 giugno 2014 saranno ricordate come le date del famoso vertice G7 a Bruxelles dove Canada, Francia , Germania, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti, Giappone, si sono incontrate presso l’edificio Justus Lipsius. Non è un semplice caso che il G7 ha sostituito concretamente il G8 che doveva essere ospitato in Russia e precisamente a Sochi, poiché gli stessi leader del G7 hanno maturato questo cambio presso la riunione dell’Aia lo scorso 24 marzo. Oltre la situazione in Ucraina,sono l’economia globale e la sicurezza energetica al centro delle consultazioni, lo stesso Barack Obama ha annunciato che chiederà al Congresso per un miliardo di dollari per rafforzare la presenza militare statunitense in Europa. Gli obiettivi dichiarati dalla Casa Bianca che anticipava il proprio tour europeo sono inequivocabili:” Obama sostiene il popolo e il governo dell'Ucraina, gli sforzi per rafforzare e modernizzare la NATO, la sicurezza energetica e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico in Europa, così come questioni di partenariato commerciale transatlantico. Stiamo rivedendo la questione della nostra presenza militare in Europa alla luce delle nuove sfide alla sicurezza sul continente. Questi sforzi non saranno a scapito di altre attività nel settore della difesa, come i nostri obblighi in materia di Asia e il Pacifico." Vladimir Putin mette allo scoperto il ruolo degli Stati Uniti in un’intervista ieri sera rilasciata ai giornalisti di Europe1 e TF1 Jean-Pierre e Gilles Elkabbashu Bulo dalla sua residenza di Sochi. In merito al rapporto tra Russia e Europa si augura che non subentri nessuna nuova fase della Guerra Fredda:” Mosca non intende cambiare la sua posizione sulla situazione in Ucraina. Insisto che le persone, ovunque essi vivano, hanno diritti e devono essere protetti. Non c'è forza militare, né istruttore russo  nel sud-est dell'Ucraina, il governo ucraino dovrebbe stabilire un dialogo con la propria popolazione non con i carri armati, ma con l'aiuto del processo di negoziazione.” Putin ha lanciato una proposta al neo presidente Ucraino Poroshenko, con cui è disposto a parlare in Francia domani 6 giugno in occasione della commemorazione dello storico Sbarco di Normandia dove si incontreranno molti leader mondiali, ma allo stesso tempo accusa di imperialismo l’azione dell’America: "Non è un segreto che la politica degli Stati Uniti è la più grave e la più aggressiva. In tutto il mondo, ci sono basi militari statunitensi, le truppe statunitensi si trovano a migliaia di chilometri dai loro confini. Difficile dare la colpa di violenza a noi."” Putin ricorda il generale francese Charles de Gaulle, riportando le sue parole:” "sempre cercato di difendere la sovranità della Francia", e in merito dichiara di aderire agli stessi principi:”Ogni paese che entra volontariamente in un'alleanza militare o gli altri sindacati, si da loro una parte della loro sovranità. Per la Russia, questo è inaccettabile. Lasciate che gli altri paesi decidono per se stessi”. Il presidente Russo dichiara anche che non ha motivo di credere che il presidente Obama non voglia parlargli.
Difficile dare torto al presidente Putin quando lo stesso Obama ha dichiarato senza alcuna sorta di interpretazione che il suo tour in Europa è per sostenere il popolo e il governo dell'Ucraina, per rafforzare e modernizzare la NATO, la sicurezza energetica e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico in Europa, così come questioni di partenariato commerciale transatlantico. L’Europa sta stendendo definitivamente il tappeto rosso agli Stai Uniti, anche con le nuove riforme atte a rinegoziare e vincolare sempre con forme più aspre il controllo dell’inquinamento energetico che attribuisce alla co2 la responsabilità del surriscaldamento del pianeta…Sarebbe ora di parlare chiaro poiché dai dati emersi da più fonti scientifiche accreditate, l’effetto antropologico non riesce a condizionare i cambiamenti climatici della terra. Ci si chiede quali mostri si nascondono dietro queste politiche che stanno impoverendo e desertificando aziende e completi settori dell’economia per strategie che sembrano rivelarsi infondate. Le strategie e le egemonie cambiano volti e nomi, ma il condizionamento che riescono a perpetrare a danni di intere nazioni si sta toccando con mano. La frontiera scientifica ha sempre navigato in uno spartiacque netto, ognuna con le proprie assolute verità, ma si fa fatica a comprendere come la politica possa aver impostato la sicurezza energetica con vincoli senza logica, adottando, senza alcuna riserva o dubbio, quella che ipotizza il modello del surriscaldamento del globo terrestre dagli incrementi dei livelli di anidride carbonica “co2”. Il non senso è evidente e si traduce nelle politiche economiche scriteriate che impongono ai paesi industrializzati una burocrazia costosa ed inefficiente da attuare che ne ha cristallizzato ogni attività, mentre nei paesi sottosviluppati si permette di inquinare oltre ogni decenza. Ma il dato oggettivo che emerge è forse il più inquietante, le teorie non sono avvalorate dai dati che si stanno registrando nel tempo, come la crescita inaspettata della ghiaccio polare. La scienza, tale rimane, un’insieme di ipotesi e tesi che si evolvono in maturazione degli eventi che per propria ammissione della natura stessa si evince che “nessun evento è mai uguale al precedente”. Infinite variabili creano i cambiamenti che l’uomo prova a studiare, ne rimane affascinato, ma nella sua stupidità, cerca di contenerlo in una piccola equazione. Stiamo pagando a suon di crediti verdi la nostra morte grazie a strategie che hanno poca logica se non quella forse di spostare ingenti somme di denaro da una parte all’altra dell’emisfero terrestre, alimentando il nuovo business che trova nella Green economy scelte squisitamente calate dall’alto, con l’appannaggio che stiamo contribuendo alla salute del nostro pianeta, come se l’aria e l’acqua si potessero contenere nei confini e frontiere stabilite dall’uomo.
L’impeachment è più grave di quello che sembra, quando si perde la sovranità, le competenze, la logica, l’uomo è destinato a perire tra subdoli ricatti, trattative pseudo segrete. L’America sta ancora colonizzando, il prossimo nell’agenda si chiama Europa, con le sue basi Nato, con i suoi aiuti strategici…A proposito di energie alternative a bassa emissione Co2, sembra che senza gas russo, stiamo messi proprio male, che nulla evidentemente sono servite queste tecnologie denominate sostenibili. Il freddo alle porte farà scoccare un bel contratto con l’amata America? Coincidenza fortuita il suo tour in Unione Europea ne saremo riconoscenti a vita. La Guerra Fredda è già iniziata, solo che per estremo ottimismo, ancora non ce ne siamo resi conto.




EUROPA: CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

di Maurizio Costa

Il Consiglio Europeo, l'organo composto da tutti i Capi di Stato dei Paesi membri europei, ha lanciato nel 2010 il Piano "Europa 2020", una nuova strategia che, in poche parole, impone ai vari Governi il raggiungimento di alcuni obiettivi per risanare l'economia e avvicinarsi il più possibile al pareggio di bilancio. Queste "imposizioni", celate sotto il nome di "raccomandazioni", orientano le politiche economiche dei Paesi che fanno parte della Comunità Europea. L'Italia è stata annoverata tra i Paesi più a rischio e per questo ha avuto bisogno di un esame approfondito da parte del Consiglio, che, in poco tempo, ha stilato una serie di raccomandazioni per risanare il nostro Paese.

La raccomandazione principale che l'Europa impone all'Italia è il raggiungimento del pareggio di bilancio, in termini strutturali, entro il 2016; un obiettivo non facile da perseguire per un Paese che versa già in una grave situazione economica. Il problema è che, in un'economia disastrata e che stenta a crescere, imporre la realizzazione del pareggio di bilancio significa bloccare gli incentivi e i finanziamenti che potrebbero rilanciare i consumi e la produzione.

Questo era solo l'antipasto. Le raccomandazioni UE sono molte e adesso le elencheremo, tenendo sempre a mente che il Consiglio impone una piena e tempestiva attuazione di queste regole.

1. BILANCIO
Entro il 2015, l'Italia dovrà ridurre il debito pubblico attraverso il ricorso alle privatizzazioni. L'UE è stata chiara: "Il bilancio deve essere sanato ricorrendo ai significativi risparmi annunciati che provengono da un miglioramento duraturo dell'efficienza e della qualità della spesa pubblica a tutti i livelli di governo." Questo è quanto si legge da una nota del Consiglio Europeo.

2. FISCO
Da questo punto del decreto si capiscono molte scelte del Governo sia di Renzi sia dei suoi predecessori; infatti, al punto dedicato alla pressione fiscale, il Consiglio raccomanda all'Italia di "trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all'ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio". L'aumento dell'IVA e la reintroduzione dell'IMU, sotto le mentite spoglie della TASI, adesso hanno una ragione logica.

3. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
L'UE ci obbliga a "garantire una migliore gestione dei fondi dell'UE con un'azione risoluta di miglioramento della capacità di amministrazione, della trasparenza, della valutazione e del controllo di qualità a livello regionale, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno". Quindi, in poche parole, l'Italia dovrà aumentare le riforme anticorruzione e attuare interventi tempestivi nelle zone più disagiate.

4. BANCHE
Dato che il Consiglio Europeo ci impone il pareggio di bilancio, l'economia dovrà ripartire dalle banche, che dovranno aumentare l'erogazione di prestiti a piccole e medie imprese. L'Europa ci impone di aggiungere debito al debito, portando la situazione a livelli ancora più gravi.

5. LAVORO
L'UE ci raccomanda di aumentare l'intervento del Governo nel campo del lavoro, valutando se e dove intervenire per aumentare la tutela sociale dei disoccupati (senza aumentare la cassa integrazione), incrementare l'occupazione femminile, offrire apprendistati e tirocini di qualità ai giovani e aiutare le famiglie con un reddito basso. In questo quadro possiamo annoverare il famoso "Jobs Act" di Renzi, che rivede e ripianifica i contratti di lavoro, e soprattutto gli 80 euro in busta paga, oggetto di numerose discussioni.

6. SCUOLA
L'Italia, nel 2014, dovrà "rendere operativo il sistema nazionale per la valutazione degli istituti scolastici per migliorare i risultati della scuola e, di conseguenza, ridurre i tassi di abbandono scolastico".

Un Piano di intervento che abbraccia tutti gli ambiti di un'economia che ha bisogno di molte riforme. Il fatto che ce le imponga l'Europa può essere una cosa positiva (una scossa per cambiare in meglio), ma anche negativa, perché ci fa capire che l'Italia da sola non riesce a fare nulla di concreto. Inoltre, portare i "compitini fatti a casa" ci fa passare dalla parte passiva, dalla parte del Paese che fa tutto quello che dice "mamma Europa". Matteo Renzi, dal canto suo, non fa che aumentare questa percezione negli italiani, attuando norme che non sono altro che le "imposizioni" europee.




RAPPORTO ILO: OLTRE LO SFRUTTAMENTO SESSUALE… LE VITTIME DEL LAVORO FORZATO

Lo studio redatto in “Profitti e povertà: l’economia del lavoro forzato” riporta senza veli come i due terzi del totale stimato di 150 miliardi di dollari, cioè 99 miliardi, deriverebbero dallo sfruttamento sessuale a fini commerciali, mentre i restanti 51 miliardi sarebbero il risultato dello sfruttamento forzato a fini economici in settori come il lavoro domestico, agricolo e altre attività economiche. 21 milioni di uomini, donne e bambini sono le vittime di un sistema non etico e civile

 

di Cinzia Marchegiani

Il 20 Maggio 2014 l’ “ILO” ha pubblicato un rapporto shock sui “Profittti e povertà, l’economia del lavoro forzato”. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro, acronimo ILO, è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere il lavoro dignitoso e produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana per uomini e donne, è l’organismo internazionale responsabile dell’adozione e dell’attuazione delle norme internazionali del lavoro. In un nuovo rapporto appena redatto afferma che nell’economia privata, il lavoro forzato genera annualmente profitti illeciti tre volte superiori a quelli precedentemente stimati.

Il nome del documento lascia poco all’immaginazione, “Profitti e povertà: l’economia del lavoro forzato” e riporta dati allarmanti, i due terzi del totale stimato di 150 miliardi di dollari, cioè 99 miliardi, deriverebbero dallo sfruttamento sessuale a fini commerciali, mentre i restanti 51 miliardi sarebbero il risultato dello sfruttamento forzato a fini economici in settori come il lavoro domestico, agricolo e altre attività economiche. Il Direttore Generale dell’ILO, Guy Ryder ha dichiarato :«Questo nuovo Rapporto porta la nostra comprensione della tratta, del lavoro forzato e della moderna schiavitù ad un livello superiore. Il lavoro forzato è nocivo per le imprese e per lo sviluppo, e soprattutto per le sue vittime.

Lo studio dell’ILO pubblicato nel 2012 riportava il numero delle persone vittime del lavoro forzato, tratta e schiavitù moderna che ammontava a 21 milioni. Ora secondo il nuovo rapporto, più della metà delle vittime sono donne e ragazze, principalmente sfruttate sessualmente a fini commerciali e nel lavoro domestico, mentre gli uomini e i ragazzi sono perlopiù sfruttati per fini economici nei settori dell’agricoltura, costruzioni e minerario. La ripartizione dei profitti generati dallo sfruttamento forzato a fini economici viene individuata e classificata in fasce precise e dettagliate:

• 34 miliardi di dollari nei settori delle costruzioni, manifatturiero, minerario e servizi.
• 9 miliardi di dollari in agricoltura, tra cui silvicoltura e pesca.
• 8 miliardi di dollari risparmiati dalle famiglie che non pagano o sottopagano i lavoratori
domestici in condizioni di lavoro forzato.

Secondo il rapporto, i problemi di reddito e la povertà sono i due principali fattori economici che spingono gli individui verso il lavoro forzato. Altri fattori di rischio e di vulnerabilità comprendono la mancanza di istruzione, l’analfabetismo, la parità di genere e la migrazione.

Beate Andress, la Direttrice del Programma speciale d’azione dell’ILO contro il lavoro forzato, traccia le nuove sfide: «Se dei progressi sono stati raggiunti nella riduzione del lavoro forzato imposto dallo Stato, dobbiamo ora concentrarci sui fattori socio-economici che rendono le persone vulnerabili al lavoro forzato nel settore privato». Conclude Beate Andress con delle linea guida dove indica una serie di misure tese a ridurre la vulnerabilità al lavoro forzato, come rafforzare la protezione sociale di base per evitare che le famiglie più povere chiedano prestiti in caso di perdite improvvise dei redditi; investire nell’istruzione e nella formazione professionale per rafforzare le opportunità di lavoro per i lavoratori vulnerabili; promuovere un approccio alla migrazione fondato sul rispetto dei diritti al fine di prevenire il lavoro irregolare e abusi nei confronti dei lavoratori migranti; e per finire, sostenere le organizzazioni dei lavoratori, in particolare nei settori più vulnerabili al lavoro forzato.

«Se vogliamo portare un cambiamento reale alle vite di questi 21 milioni di uomini, donne e bambini vittime del lavoro forzato, dobbiamo agire concretamente e rapidamente», ha dichiarato Guy Ryder. «Questo vuol dire lavorare con i governi per rafforzare le legislazioni, le politiche e la loro applicazione, con i datori di lavoro per rafforzare la loro due diligence contro il lavoro forzato, in particolare nella loro catena di fornitura, e con i sindacati perché possano rappresentare e rafforzare le persone a rischio».


Nuovi schiavi, nuove tratte che aprono la voragine di questo pianeta teso a immagazzinare tesori e sfruttare miserabilmente bambini, adolescenti, precari, disabili…. gli invisibili che sembrano essere protagonisti di un enorme bilancio, ma che difficilmente trovano garanti speciali capaci a ristabilire quei diritti etici soprattutto… Speriamo solo di non essere di fronte al solito vuoto parlare.