AIFA, MA QUALE TRASPARENZA SUI FARMACI?

Due sentenze pesanti a carico dell’Agenzia dei Farmaci italiana, la condannano per gravi irregolarità sulla trasparenza dei farmaci, la Lorenzin la premia

di Cinzia Marchegiani

L’Agenzia italiana per il farmaco continua, a nostro avviso, la sua caduta libera riguardo la trasparenza. Ad accusare la gestione fatta di luci e ombre di questa agenzia regolatoria dei farmaci interviene il M5S sulla base del ricorso presentato da un’azienda farmaceutica accettato dal Consiglio di Stato con sentenza n.3977/2015, depositata il 21 agosto, che chiedeva all'Aifa più trasparenza sui dati che determinano il budget della spesa farmaceutica ospedaliera.

Ma quale trasparenza. Il M5S fa osservare come il sito dell'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) si definisce: “L'autorità nazionale competente per l'attività regolatoria dei farmaci in Italia, ed Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità, sotto la direzione del ministero della Salute e la vigilanza del ministero della Salute e del ministero dell'Economia” e ironicamente commenta: “Peccato però che uno dei punti cardine a cui deve conformarsi la pubblica amministrazione, cioè quello della trasparenza, sia un principio poco conosciuto dalle parti di Via del Tritone, dove ha sede l'Agenzia”.

Sentenze come macigni a carico dell'AIFA. La sentenza sopra citata, la n.3977/2015 arriva appena poco dopo un'altra sentenza, questa volta del Tar del Lazio (n. 04538/2015), che aveva stroncato sempre la stessa Agenzia riguardo il ripiano per il superamento del tetto di spesa a carico delle aziende del settore farmaceutico. Anche in questo caso, tra le motivazioni, vi era riportata la poca trasparenza in merito ai dati della distribuzione diretta e per conto che l'agenzia fornisce solamente a livello di aggregato nazionale.

Sentenze pesanti che mettono dietro il banco degli imputati un’Agenzia regolatoria dei farmaci dipendente tra l’altro dal Ministero della Salute che dimostrano una reale di mancanza di trasparenza e con ragione, il M5S constata che non sono gli unici ad accusare di tale delitto un'Agenzia che governa un aggregato di spesa da circa 20 miliardi di euro.

Il M5S è duro e spiega:In questi giorni, ovviamente in gran segreto, l'Aifa sta incontrando tutte le aziende del settore per l'aggiornamento del prontuario farmaceutico nazionale. Non solo, il Decreto legge Enti Locali ha assegnato all'agenzia il compito di concludere le procedure di rinegoziazione del prezzo dei farmaci, a carico del Ssn, nell'ambito di raggruppamenti di medicinali terapeuticamente assimilabili. Purtroppo anche in questo caso, constatiamo con rammarico che l'Agenzia, dimenticando di essere ente pubblico, non fornisce alcuna informazione a riguardo agendo con la massima discrezionalità”.

Il M5s accusa la stessa maggioranza che in questi mesi pontificano sulla necessità di razionalizzazione ed efficienza del sistema sanitario: “Domandiamo, secondo loro la gestione dell'Aifa è efficiente? A noi non sembra per nulla ed è per questo che auspichiamo venga quanto prima discussa e approvata la nostra risoluzione, che è stata incardinata in commissione, con la quale principalmente chiediamo trasparenza sui trattati commerciali stipulati tra l'Aifa e le aziende farmaceutiche”.

Aumentati i fondi all'AIFA mentre si taglia alla sanità. Ciliegina sulla torta, mentre si sono delineati meno diritti dei malati e alla salute con tagli sanciti con le proposte emendative del governo al decreto legge "Enti che recepiscono i tagli alla sanità " sanciti nell’intesa Stato Regioni dello scorso 2 luglio che stanno facendo accapponare la pelle, non solo ai malati, ma anche agli stessi lavoratori e medici professionisti,  il M5S dovrebbe sapere che per la stessa l'Aifa è stato previsto un incremento del personale dalle attuali 389 unità a 630 da qui al 2018 con lo scopo di adeguare l'assetto organizzativo e il numero di personale dipendente dell'Aifa ai compiti istituzionali in continuo aumento.  

Scandali al sole tra AIFA e Minstero della salute. Memori dello scandalo Avastin Lucentis, il dicastero della Lorenzin ha dimostrato fattivamente di togliere ai cittadini diritti, ai professioni nel settore medico la libertà deontologica e premiare a go go l’Aifa un’Agenzia troppo spesso finita sotto lente d’ingrandimento e condannata dai tribunali amministrativi. Ma queste sentenze saranno pubblicate sul sito dell’Agenzia dal direttore Generale Luca Pani?




MADE IN ITALY: UE AUTORIZZA OLIO D’OLIVA TUNISINO

di Cinzia Marchegiani

Beffa al Mady Italy un’altra volta sotto attacco dalla emanazione di leggi europee, che vanno contro i produttori italiani e soprattutto semplificando la circolazione di beni alimentari scadenti. La notizia che la Commissione UE ha adottato una proposta legislativa per autorizzare un accesso supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato comunitario suona come una beffa per l’olivicoltura italiana, e per quella siciliana e del sud in particolare. Lo afferma il presidente regionale della sezione olivicola di Confagricoltura Sicilia, Giovanni Selvaggi che interviene con un comunicato secco pieno di amarezza e per questo il Presidente Selvaggi dichiara di essere pronti a bloccare i porti per scongiurare questo attentato all’olio italiano: “Sollecitiamo i nostri parlamentari europei affinché tutelino un pezzo importante dell’agricoltura Made in Italy” –  aggiunge Selvaggi. La Commissione afferma di voler sostenere il governo e i cittadini tunisini e proteggere l'economia tunisina a seguito dei recenti attentati terroristici.

Selvaggi commenta la decisione della Commissione UE da una parte nobilissima, ma che rischia di far saltare in aria l’economia del settore olivicolo: “Siamo già esposti a una concorrenza al limite della slealtà da parte dei paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, che riescono a produrre ed esportare in Europa olio d’oliva a basso costo, e spesso di pessima qualità, grazie alle maglie larghe della legislazione comunitaria – continua Selvaggi – e ora ci tocca anche assistere all'invasione programmata e senza pagamento di dazi di ben 35 mila tonnellate di olio d’oliva, in aggiunta alle attuali 57 mila tonnellate previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia”.

Il presidente di Confagrigoltura quindi annuncia battaglia commentando questa decisione intollerabile e inaccettabile.




FISCO, BERNAUDO "SOS PARTITE IVA": BENE LEGA SU 'SOLVE ET REPETE'. SUPPORTI LA NOSTRA PROPOSTA

Redazione
 
 Prima paga e poi richiedi (quando hai ingiustamente pagato). E' possibile che sia ancora in vigore questa clausola? "Alla Lega diciamo benvenuta! Finalmente una forza politica presente in Parlamento si occupa dei barbari ed incostituzionali metodi di riscossione del fisco italiano". Così in una nota Andrea Bernaudo, presidente del movimento SOS partita IVA, commentando la mozione presentata da Armando Siri (Lega Nord) che mira alla revisione del "solve et repete" dall'ordinamento tributario.

 "Occorre restituire dignità ai contribuenti produttivi italiani, oggi trattati da presunti evasori. A questo punto chiediamo alla Lega di fare propria la nostra proposta di legge per l'abolizione del "solve et repete" dall'ordinamento tributario, già ddl al Senato, ma ferma lì da ben nove mesi perché insabbiata dalla paralisi politica che ha aggredito Forza Italia. Il centro-destra deve ripartite dai diritti dei contribuenti italiani, e unirsi compatto per l'abolizione del "solve et repete" che rappresenta una questione di civiltà giuridica, oltre che politica"


La clausola Si tratta di una clausola che le parti possono inserire nei contratti con prestazioni corrispettive, per effetto della quale, se uno dei soggetti non esegue la propria prestazione,l’altro non può rifiutare la propria, ma deve in ogni caso eseguirla. Successivamente, perdurando l’inadempimento della controparte, colui che ha adempiuto potrà richiedere quanto ha dato. Solve et repete in sostanza vuol dire: prima paga e poi richiedi (quando hai ingiustamente pagato). La possibilità di inserire la detta clausola è prevista dall’art. 1462 c.c., ma con limitazioni: essa non ha effetto per le eccezioni di nullità, di annullabilità e di rescissione del contratto; la parte che solleva queste eccezioni, cioè, non potrà mai essere tenuta ad effettuare, prima, la propria prestazione. Inoltre, nei casi in cui la clausola è efficace, il giudice, se riconosce che concorrono gravi motivi, può sospendere la condanna dellaparte ad eseguire la prestazione, imponendo, se del caso, una cauzione. Nel diritto tributario il principio del solve et repete significava che il contribuente non poteva adire il giudice per sentir dichiarare non dovuta un’imposta richiestagli se prima non l’aveva pagata: prima egli doveva, cioè, pagare l’imposta e poi doveva richiedere, tramite il giudice, quanto indebitamente pagato. Il principio serviva ad assicurare più facilmente alla Pubblica Amministrazione le entrate tributarie ed era attuato in varie leggi, che però sono state tutte dichiarate incostituzionali, a partire dalla sentenza 29.3.1961 n. 21 della Corte Costituzionale, per contrasto con gli arti. 3, 24, 113 Cost. Il principio, perciò, non trova oggi più attuazione nel diritto tributario.




COLDIRETTI DICE STOP ALLE POLITICHE EUROPEE CHE FAVORISCONO I PRODOTTI "TAROCCATI" COME MADE IN ITALY

di Cinzia Marchegiani

Brennero / Bruxelles – Migliaia di agricoltori e allevatori hanno iniziato la protesta lunedì 7 settembre 2015 sia al valico del Brennero che davanti alla sede del parlamento europeo a Bruxelles per dire basta alle "schifezze taroccate" vendute come Made in Italy.

Il messaggio dei giovani della Coldiretti per le autorità comunitarie è stato chiaro, stop alle politiche europee che favoriscono gli inganni a tavola e snaturano le caratteristiche e la qualità dei prodotti alimentari. Una provocazione che si è svolta contestualmente all’invasione del valico del Brennero da parte di migliaia di agricoltori della Coldiretti provenienti dalle diverse Regioni per denunciare gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell’Unione Europea che favoriscono le speculazioni provocando l’abbandono delle campagne con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia e sull’ambiente.
Così dopo un giorno lunghissimo di tensioni e proteste anche a Bruxelles la Coldiretti non si è fermata e ha annunciato che la mobilitazione degli agricoltori alle frontiere del Brennero si allarga dal latte alla carne fino all’ortofrutta ed è stata fatta proseguire anche nella giornata di oggi 8 settembre 2015.

L’UE stanzia 500 milioni per gli agricoltori. E mentre i ministri hanno discusso proprio il giorno della protesta lo stato di avanzamento dei mercati agricoli nell'UE, comprese le difficoltà nel settore del latte e la produzione animale, Fernand Etgen, presidente del Consiglio Agricoltura ha annunciato: "Alla luce delle preoccupazioni espresse, l'Unione ha ribadito il suo sostegno al settore agricolo, che contribuisce e continuerà a contribuire al lavoro, la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile. Il Consiglio ha preso atto del pacchetto di sostegno proposto dalla Commissione, che farà € 500 milioni immediatamente disponibili per gli agricoltori ". I Ministri hanno sottolineato l'importanza di rispondere rapidamente ed efficacemente alle difficoltà in fase incontrate dagli agricoltori".

Oltranza delle proteste. Nonostante l’annuncio diramato dal Presidente del Consiglio dell’agricoltura europeo, le proteste si allargano e a Bruxelles continuano le manifestazioni anche di altri lavoratori e imprenditori degli altri Paesi membri dell’UE. Continua e si allarga dal nord al sud e da latte e carne all’ortofrutta la mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti alla frontiera del Brennero dove è arrivato il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina reduce dal Consiglio dei Ministri dell’agricoltura a Bruxelles dove sono state varate importanti misure di sostegno all’agricoltura. A dare aiuto agli agricoltori del Nord sono giunti rinforzi dalla Sicilia, Sardegna, Marche, Umbria, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria. Sono migliaia gli agricoltori della Coldiretti presenti con trattori, bandiere e manifesti che stanno verificando i contenuti dei camion dove sono stati scoperti prodotti stranieri sfacciatamente “spacciati” per italiani.

Blitz a Bruxelles anche Coldiretti. Sacchi di polvere di latte, cagliate, imitazioni di prodotti italiani tipici sono consegnati dai giovani agricoltori della Coldiretti a Bruxelles all’Ambasciatore Stefano Sannino della Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione Europea a Rue du Marteau, dove è intervenuto il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo insieme al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina in occasione del vertice straordinario dei Ministri europei dell'Agricoltura per protestare contro i traffici di una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca alle schifezze.

Il 29 settembre scadrà "l’ultimatum” fissato dalla Commissione Europea sulla richiesta all’Italia di porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari previsto storicamente dalla legge nazionale. La lettera di “diffida” della Commissione Europea sull’infrazione n.4170 vuole imporre all'Italia di produrre “formaggi senza latte” ottenuti con la polvere con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni.

Ma la Coldirette avverte: “Si tratta in realtà solo dell’ultima trovata delle burocrazie dell'Unione Europea da dove sono arrivate incomprensibili decisioni sulla tavola che allontanano cittadini e imprese dall'Europa, dal vino senza uva alla carne annacquata mentre circa la metà della spesa è anonima”. 

Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni come la carne e il latte mentre ancora troppo debole è l’iniziativa comunitaria nei confronti del falso Made in Italy nel mondo, dichiara: “Nell'Unione che si disinteressa e temporeggia sull’emergenza immigrati si consentono invece trucchi e inganni nel momento di fare la spesa con l’appiattimento verso il basso della qualità alimentare, anche a danno di Paesi come l’Italia che possono contare su primati qualitativi e di sicurezza alimentare".

A differenza di quanto sta accadendo con le persone, per le merci il principio della libera circolazione è diventato per l’Europa un dogma da applicare senza limiti nonostante – continua Moncalvo – le situazioni di dumping economico e sociale ed i rischi per la sicurezza alimentare. Qualche cosa sta cambiando e la richiesta di trasparenza, tracciabilità ed etichettatura di origine per la quale si batte da anni la Coldiretti – conclude Moncalvo – è diventata un patrimonio comune come dimostrano la proposta alla Commissione Ue formulata dai Ministri Agricoli di Italia, Francia, Spagna e Portogallo ma anche le richieste avanzate da molti altri paesi dell’Unione.




COLDIRETTI: IL FINTO "MADE IN ITALY" DISTRUGGE LE AZIENDE

di Cinzia Marchegiani

 

Brennero – Quante aziende hanno chiuso in Italia? Molte,troppe grazie alla concorrenza sleale difesa dall'UE. La Coldiretti non ci sta al traffico illecito del Made Italy taroccato che sta distruggendo le aziende italiane, e i posti di lavoro. Per questo motivo il prossimo lunedi 7 settembre 2015 dalle ore 9,30 migliaia di agricoltori della Coldiretti provenienti dalle diverse Regioni presidieranno il valico del Brennero per denunciare gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell’Unione Europea che favoriscono le speculazioni che stanno provocando l’abbandono delle campagne con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia e sull’ambiente.

L'appuntamento. Il campo base è all'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia).

La denuncia. Sotto accusa è una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare, sulle quali si fanno affari a danno degli agricoltori e dei consumatori. Autobotti, camion frigo, container saranno verificati senza tregua dagli agricoltori per smascherare il "finto Made in Italy", dai prosciutti ai pomodori, ma anche il commercio di surrogati e sottoprodotti che abbassano la qualità, come le polveri di latte e le cagliate da utilizzare per fare formaggi Made in Italy al posto del latte vero senza indicazioni in etichetta.


La Coldiretti ricorda che in assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti, la concorrenza sleale è insostenibile con prezzi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi al di sotto dei costi di produzione con la drammatica chiusura delle aziende e senza alcun beneficio per i consumatori, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti.

Brennero in contemporanea con la manifestazione a Bruxelles. L’iniziativa si svolge contemporaneamente alla mobilitazione dei giovani agricoltori della Coldiretti che a Bruxelles mostreranno le tante schifezze spacciate come Made in Italy per chiedere un impegno più forte dell’Unione Europea. L’appuntamento è a partire dalle ore 9,30 alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione Europea a Rue du Marteau, 7-15, 1000 Bruxelles, in occasione del vertice straordinario dei Ministri Europei dell'Agricoltura.




CHIAUCI: PAGARE MENO PER PAGARE TUTTI

Redazione

 

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Chiauci (IS)

Un tentativo di giungere a una soluzione ragionevole, che non pesi troppo sulle finanze dei singoli cittadini, e che nel contempo sia risolutiva per le casse comunali, che a ogni latitudine, e a ogni dimensione dell’ente, sono sempre bisognose di fondi per garantire i servizi essenziali.

Una scelta in questo senso è stata effettuata dall’amministrazione comunale di Chiauci, piccolo paese dell’alto Molise, che ha legato al maggiore controllo sui ruoli contributivi evasi, una diminuzione della Tasi, per cercare di far risparmiare un pochino le singole famiglie, quelle che pagano quanto dovuto.

In una nazione dove troppo spesso, a fronte dell’evasione contributiva e fiscale, l’unica soluzione dettata dagli enti, centrali o periferici, è stata quella di inasprire le imposte a coloro che le rispettavano, creando così uno squilibrio tra i cittadini onesti e “furbi”, la lettera che il vicesindaco ha mandato ai propri concittadini è decisamente ragionevole.

In seguito alleghiamo il testo della comunicazione:

COMUNE DI CHIAUCI

 (Provincia di Isernia)

L’amministrazione comunale di Chiauci, ben consapevole delle difficoltà finanziarie che attanagliano famiglie ed imprese e tenuto conto delle problematiche legate alla finanza pubblica ha deciso di ridurre dello 0,50 la TASI. Orbene, occorre però far osservare che, da una preliminare verifica con gli uffici competenti si rileva un elevato tasso di evasione tributario. Diventa prioritario il perseguimento dell’obiettivo del recupero di tale ‘malvezzo’ dei contribuenti ‘distratti’. Pertanto, si invitano coloro che, pur tenuti, non abbiano ancora denunciato e quindi versato i tributi dovuti (tassa rifiuti, IMU, TASI e Acqua) a regolarizzare la loro posizione tributaria senza oneri aggiuntivi entro il prossimo 30.09.2015 (coloro a carico dei quali l’obbligazione è sorta nel 2014) ed entro il 30 giugno 2016 (coloro per i quali è sorta nel 2015). In caso contrario, si provvederà a dare un incarico per coloro che, nonostante questo accorato appello, perseverano nel malvezzo. Costituisce questo un ultimo tentativo di venire incontro a chi non paga, per mettersi in regola.

Gli uffici sono a disposizione per qualsiasi informazione ai fini dell’emersione.




IMMOBILIARE. FIMAA-CONFCOMMERCIO: “SU STOP RENZI A TASI E IMU RIMANIAMO CAUTI”

Redazione

“Il taglio dell’Imu agricola e della Tasi sulla prima casa, annunciato dal primo ministro Renzi, potrebbe ridare linfa vitale alla filiera immobiliare, rimettendo in moto anche il comparto delle compravendite. Siamo sempre convinti che l’elevata pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie costituisce una zavorra pesantissima per la ripresa economica”. È il commento di Santino Taverna, Presidente Nazionale FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari, Agenti Immobiliari, Mediatori Creditizi, Mediatori Merceologici e Agenti in Attività Finanziaria) – aderente a Confcommercio – alle parole del premier Renzi che, ieri a Pesaro, ha illustrato i primi tasselli del taglio delle tasse a partire dal 2016, annunciato lo scorso luglio. Misure che entreranno nella prossima legge di Stabilità e che peseranno alle casse dello Stato per circa 4,3 miliardi di euro. “Una riforma finalizzata alla riduzione della pressione fiscale – continua il Presidente Taverna – è la premessa fondamentale per far ripartire l’economia di tutto il Paese. Ridurre le tasse sul mattone riordinandole in un’unica tassa sulla casa, la local tax, tagliare l’Imu sui terreni agricoli e quella sui macchinari delle imprese fissati a terra, è un percorso condivisibile per la ripresa del mercato immobiliare. Ma la cautela rimane d’obbligo visto che ancora si deve capire se e da dove arriveranno le coperture necessarie al riordino fiscale. I fondi necessari potrebbero essere recuperati tagliando la spesa pubblica inefficiente”.
 




GRECIA PRIVATIZZAZIONE: LA GERMANIA GESTIRA’ 10 AEREOPORTI REGIONALI. "BENVENUTA TROIKA"

Il giallo dell’evasione fiscale di una società tedesca in Grecia non ha allertato nessuna commissione, mentre la Franport, il nuovo gruppo tedesco, spenderà circa 330 milioni di euro nei primi quattro anni per migliorare gli aeroporti, che poi andrebbero a gestire per i prossimi 40 anni

di Cinzia Marchegiani

Atene (Grecia) – La Grecia svende i suoi gioielli di Stato. Il programma di questa privatizzazione in Grecia si sta ultimando, come mamma Troika aveva imposto. E’ stato ripreso dal governo di Tsipras gli accordi affinché i fondi del FMI possono entrare nelle casse elleniche. La privatizzazione ora prevede anche la gestione di 14 aeroporti greci regionali, come precedentemente concordato, alla società Fraport di Francoforte. Fraport e la greca Copelouzos si erano accordati con l'agenzia ellenica per le privatizzazioni nel 2014 per la gestione di 14 aeroporti in diverse destinazioni turistiche, tra cui Corfù.
Così ora il governo ellenico, dopo un’estate di tiri alla fune ha ceduto su tutta la linea e ha confermato che darà in gestione gli aeroporti regionali alla tedesca Fraport e l'accordo che vale 1,2 miliardi di euro, inizialmente congelato, verrà ora finalizzato nelle prossime settimane. Il nuovo gruppo dovrebbe spendere circa 330 milioni di euro nei primi quattro anni per migliorare gli aeroporti, che poi gestirebbero per i prossimi 40 anni.

Game over per Tsipras. La pubblicazione della decisione sulla gazzetta ufficiale conferma l'impegno del governo a procedere coi termini già fissati in precedenza, infatti l’accordo preliminare era stato raggiunto nel 2014, ma poi bloccato dopo l'elezione a gennaio del primo ministro Alexis Tsipras, che ne aveva annunciato una revisione. Anche se il portavoce di Fraport ha detto che la decisione del governo è "la base per ulteriori negoziati", e che ancora non è stato firmato alcun contratto, di certo quest’accordo, una volta ratificato, rappresenterà la prima privatizzazione completata dal governo Tsipras, che invano si è opposto alla vendita delle imprese strategiche statali, ma che ha svendere e cedere per ricevere l'ok all'implementazione delle privatizzazioni in cambio di nuovi fondi.

Il giallo dell'evasione fiscale di una società tedesca in Grecia. Interessante la notizia che invece vede come il più grande evasore fiscale in Grecia una società tedesca. Un tribunale di Atene ha rilevato che la Hochtief, che è la più grande società di costruzioni tedesca, specializzata negli aeroporti, è la società tedesca che progettava l'aeroporto "Eleftherios Venizelos" di Atene International non pagava l'IVA da 20 anni. Le notizie riportano che la società Hochtief, dovrà pagare più di 500 milioni di euro per arretrati di IVA. Insieme ad altri pagamenti in sospeso, come quelle ai fondi di previdenza sociale, che potrebbe ammontare più di 1 miliardo di euro. Se non fosse ironico, ci sarebbe da chiedersi cosa c’è sotto, poiché nell'ambito del programma di austerità imposto dalla "Troika" i dipendenti greci hanno perso circa 400 milioni di euro dai tagli ai loro stipendi. Questa notizia non ha allertato però  alcuna commissione d'indagine della Comunità Europea. Chapeaux.

 




IMMIGRAZIONE INARRESTABILE: L’UE PREOCCUPATA STANZIA 2.400 MILIONI DI EURO SOLO PER ASSISTENZIALISMO

di Cinzia Marchegiani

L'Africa, il contenente più grande del globo, è stato deciso che deve riversarsi nei paesi che la Merkel sta comprando, Italia, Spagna e Grecia. Questa transumansa è stata definita la più grande migrazione planetaria della storia, eppure molti di questi migranti non avrebbero diritto a rimanere in Europa, o meglio Italia, Grecia e Spagna, poiché sono le uniche nazioni in cui questi richiedenti asilo vengono convogliati e devono rimanere, gli altri paesi membri hanno deciso con forza e determinazione che devono più varcare i loro confini, devono essere rispettati gli accordi di Scenghen. Si è creato un ciclo vizioso dove all’emergenza è stato sostituita il termine normalità, così senza alcuna lungimiranza flussi abnormi di persone vengono spostate costantemente e a qualsiasi prezzo umano e di logica pertinente nei paesi che hanno invero svenduto sovranità e decapitato i diritti dei suoi cittadini che ormai denunciano gravissime forme di discriminazione nei loro confronti. I malati, i disoccupati, i senza tetto sono quella parte della società di cui non ci deve più occupare, non producono, danno fastidio e cosa ancora più grave, non permettono, ai politici mafiosi, alla corruzione, al giro di affari di coop e confraternite di vattelapesca di alimentare quel business dell’accoglienza.

Immigrazione inarrestabile, nuovo intervento Commissione europea, 2.400 milioni di euro per assistenzialismo. L’Europa, preoccupata per l’invasione che evidentemente non accenna a termina, affrontate esclusivamente con l’accoglienza e l’assistenzialismo e a cifre da capogiro, Dimitris Avramopoulos Commissario europeo ha annunciato nella conferenza stampa del 14 agosto 2015 che la Commissione europea ha deciso di stanziare ulteriori 2.400 milioni di euro fino al 2020 per i paesi (ovviamente che accolgono) per aiutarli a migliorare i propri programmi per risolvere la situazione. Il finanziamento prevede la costruzione di nuovi rifugi per gli sfollati, il miglioramento delle procedure e dei metodi di integrazione e di accelerare il rimpatrio di coloro che non hanno ricevuto il permesso di rimanere in Europa in materia di asilo.
L'UE è preocupata. Il Commissario Avramópulos su richiesta del Presidente Juncker, ha di fatto rilasciato alla vigilia di Ferragosto un discorso affrontando la questione immigrazione dichiarandosi seriamente preoccupato per la situazione dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, speigando (per chi non se ne fosse accorto NdR), che l’Europa sta di fronte alla peggiore crisi di rifugiati dalla seconda guerra mondiale. Ed è proprio l'Europa che deve affrontare gli afflussi ingenti di persone che cercano rifugio all'interno dei nostri confini. Avramópulos, dopo la tensione sociale scoppiata a Kos riporta i dati della Grecia, dove la situazione nel paese è diventato particolarmente urgente: “Quasi 50mila migranti sono arrivati nel mese di luglio rispetto a meno 6 mila l'anno scorso per lo stesso mese”. Il Commissario spiega che il 13 agosto si è recato ad Atene per incontrare il ministro degli Interni e dei ministri responsabili per le migrazioni, il coordinamento di lavoro del governo, dell'ordine pubblico e del cittadino di protezione, gli affari marittimi e la salute e la sicurezza sociale: “Insieme siamo arrivati a un piano di gioco. Un piano per come possiamo lavorare insieme per affrontare un problema che non è greco. Un problema che è europeo”.

Ed ecco che dal cappello a cilindro dell’UE escono fuori una serie di finanziamenti per l’assistenzialismo ai migranti:
•  475 milioni alla Grecia. All'inizio di questa settimana, la Commissione europea ha approvato i programmi di finanziamento nazionali per la Grecia che ammontano a 474 milioni di euro. Come Primo Ministro Tsipras ha confermato già la scorsa settimana, la Grecia sta istituendo l'autorità di gestione di questi fondi. Una volta formalizzata, la prima erogazione di 30 milioni di euro sarà fatta a tempo di 4-5 giorni e poi il denaro può iniziare a fluire immediatamente. In totale, il paese ellenico ha ricevuto 124.000 immigrati di quest'anno, con un incremento del 750% rispetto allo scorso anno.
•  Dei 2.400 milioni di euro fino al 2020 gran parte del denaro andrà a Italia, Spagna e Grecia (548 milioni, 512 milioni e 475 milioni, rispettivamente), che hanno accolto il più grande afflusso di immigrati, per lo più provenienti dall'Africa e dal Medio Oriente, per foraggiare l’indotto dell’accoglienza.
•  Poi ci sarà un finanziamento di emergenza: la Commissione sta rapidamente rintracciando la richiesta greca per 2,74 milioni di euro in fondi di emergenza sotto il finanziamento di sicurezza interna per sostenere la prima risposta accoglienza consegnato dall'UNHCR ai migranti sulle isole dell'Egeo appena arrivato. Nel mese di maggio, i soldi di emergenza è stato raddoppiato da 25 milioni a 50 milioni di euro per il 2015, con i paesi in prima linea come la Grecia in testa. E’ stato chiesto alla Grecia di mettere in un ulteriore richiesta di finanziamento di emergenza nell'ambito del “Fondo Asilo”, che ovviamente faranno.

L’immigrazione non si arresta, favorita da un feedback e un loop infinito, più sbarchi, più finanziamenti stanziati per l’asilo e assistenza in strutture alberghiere, resort, caserme, scuole e strutture non più in utilizzo, e con un passa parola che ha generato viaggi della speranza anche per molti giovani in cerca di lavoro. Questo flusso epocale non ha allertato invero alcuna strategia lungimirante in grado di affrontare e attuare politiche di integrazione. Ad oggi esiste solo l’assistenzialismo, che brucia milioni di tasse, e al contempo la transumanza sta divorando i diritti e i doveri degli stessi popoli che in questi paesi per legge devono rispettare. All’improvviso avverrà probabilmente che non saranno più sostenibili queste logiche dell’accoglienza e assistenza, e ovviamente si dovrà rispondere a tutte queste persone che sono state autorizzate a rimanere in Europa. Nuove forme di sfruttamento già si sono messe in atto, migranti utilizzati in caso di emergenze per lavori destinati alla Protezione Civile. Senza alcuna logica, senza strumenti concreti questa Europa sta tracciando solchi ben evidenti, dove nuovi diritti si formano, quelli vecchi si cancellano, mentre si creano forme di lavoro senza alcun rispetto dell’uomo e delle leggi nazionali che in virtù di emergenze saranno utilizzati chissà per quali impieghi. Dove vivranno queste persone dopo usciti dai resort, chi li affamerà, dove lavoreranno, come si integreranno? Enormi numeri che rappresentano adulti e bambini, che devono riprendere a vivere in un mondo che si definisce evoluto ma senza progetti e in balia di chissà quale politiche di integrazione all’orizzonte. Impensabile impegnare fondi milionari senza alcun limite per l’assistenzialismo mentre, molti cittadini europei, vivono per strada, nelle macchine, e muoiono nella completo silenzio delle istituzioni. Non si arginano le tensioni sociali mentre alcuni parlano di nuove forme di schiavitù, in fondo i cicli della storia dovrebbero insegnare. Ma questi scenari erano stati già predetti da tempo, visionari derisi da chi questa Europa le va proprio a pennello, in genere sono gli stessi che prendono lauti stipendi al parlamento europeo per decidere delle sorti della popolazione della metà del pianeta




CRISI GRECA: LA GERMANIA BENEFICIA DI 100 MILIARDI DI EURO ESCLUSIVAMENTE DAL DEFAULT

Secondo i calcoli effettuati da un istituto tedesco Leibniz IHW la Germania ha fatto più di 100 miliardi di euro di risparmi di bilancio a partire dall'inizio della crisi greca del 2010, più del 3% del suo PIL, grazie alle notizie negative sulla Grecia

di Cinzia Marchegiani

Le crisi finanziarie portano benessere e producono affari ultramilionari? Sembra proprio si, ma non per i Paesi che sono minacciati dalla Troika e dal Fondo Monetario Internazionale, ma per i falchi che hanno volato sopra il loro cielo, soprattutto quello del popolo ellenico. Crisi che fanno fare affari d’oro e si legano indiscutibilmente alle notizie negative relative alle difficoltà economiche della Grecia. A svelare chi ha guadagnato grazie alla epocale crisi della Grecia è uno studio condotto dall’Istituto Leibniz per la ricerca economica IEWH, che in poche parole spiega come la Germania ha intascato 100 miliardi di euro di economie di bilancio dall’inizio della crisi del 2010, cifra che rappresenta circa il 3% del suo PIL.

Il pareggio di bilancio in Germania è dovuto in gran parte ad un risparmio di interessi derivanti dalla crisi del debito. I calcoli mostrati dal Leibniz-Institut für Wirtschaftsforschung Halle (IWH), spiegano dalla crisi del 2010 protratta fino ad oggi ha prodotto risparmi per il bilancio tedesco di circa 100 miliardi di euro (più del 3% del prodotto interno lordo, PIL), e può essere fatta risalire alla crisi greca. La Germania ha così beneficiato in ogni caso, dalla crisi greca, questi risparmi ottenuti sono stati superiori al costo della crisi.

E l’Istitiuto Leibniz spiega nel dettaglio i meccanismi di questa grande abbuffata tedesca. Se gli investitori si trovano ad affrontare una crisi, si cerca mettere i loro soldi più sicuro possibile (fuga verso la sicurezza). Mentre c’era la crisi del debito europeo, la Germania ha sproporzionato beneficiato di questo effetto: “Ogni volta che c'erano notizie negative sulla Grecia per i mercati finanziari negli ultimi anni, i tassi di interesse sui titoli di Stato tedeschi crescevano, e ogni volta che c'era una buona notizia a favore della Grecia, i tassi di interesse sono scesi sul Bund di circa 30 punti base in un giorno, come nel gennaio di quest'anno quando una vittoria di Syriza era sempre più probabile, o quando il nuovo governo ulteriori negoziati con la troika avevano rifiutato (Unione Europea – UE, Banca centrale europea – BCE e internazionali Fondo Monetario – FMI). Sempre in giugno, quando il governo greco ha deciso di effettuare un referendum sulle misure di riforma con un risultato esplicito, i tassi di interesse sui titoli di Stato tedeschi salirono. Cumulativamente, le notizie positive sulla Grecia che sono intercorse tra la fine del 2014 e la metà del 2015 hanno di riflesso condizionato un aumento dei tassi di interesse sui titoli di stato tedeschi di circa l’ 1,6%. Anche le obbligazioni di altri paesi hanno beneficiato (z. B. Stati Uniti, la Francia oi Paesi Bassi), ma in misura molto minore".

Calcoli dettagliati della grande abbuffata tedesca, alle spalle del popolo ellenico.Anche se queste cifre mostrano chiaramente che la Germania ha beneficiato finanziariamente dalla crisi greca, rimane difficile calcolare i risparmi fino al centesimo. Per questo l’IWH ha utilizzando una semplice regola di decisione (regola di Taylor) che simula una politica monetaria indipendente tedesca e derivato da ipotetiche tassi di interesse sui titoli di Stato tedeschi. L'adozione di una politica monetaria indipendente tedesco rappresenta uno scenario in cui la Germania sarebbe influenzata positivamente o negativamente da una crisi in Grecia. Il presupposto è che la politica monetaria della BCE sarebbe stato molto vicino alla politica ottimale per la Germania singolarmente sulla scia della crisi del debito sovrano europeo senza grossi squilibri sarebbero stati sostenuti nella zona euro. Così, un tale metodo è adatto per isolare l'effetto della crisi del debito sovrano sulla politica dei tassi di interesse della banca centrale ei tassi di interesse sui titoli di Stato. Con questo approccio, si arriva ai tassi di interesse simulati sui titoli di Stato tedeschi, che oggi sono in media circa superiore al 3% tra il 2010 e come osservato nella realtà. Tenendo conto della struttura per scadenze attuale del debito pubblico tedesco, i risparmi per il contribuente tedesco importo di 100 miliardi di euro nel corso degli ultimi quattro anni e mezzo.
Questi risparmi realizzati superano anche i costi potenziali della Germania anche se la Grecia non ha rimborsato il suo debito. Si stima che la quota tedesca sui pacchetti di salvataggio per la Grecia (sul meccanismo europeo di stabilità – ESM, la BCE e il FMI) per quantificare a circa 90 miliardi di euro. Il pacchetto attualmente da negoziare è già stato preso in considerazione. Anche se la Grecia ha rimborsato un centesimo, il settore pubblico tedesco avrebbe quindi beneficiato finanziariamente dalla crisi.

Insomma, l’evidenza vuole che la Germania abbia l’interesse economico ad alimentare con imposizioni sempre più restrittive le tensioni economiche nei paesi membri dell’Unione Europea, un ghiotto boccone che le regole di un gioco spietato glielo permette ancora. Siamo in Unione Europea, ma ogni nazione partecipa a questa strana staffetta con diverse armi e accessori, che l'IHW dimostranoe ssere impari.

E l’Italia ancora sta a guardare, prossima fermata per la Merkel sarà il bel paese nostrano. La Germania, grazie alla politica della Merkel di fatto guadagna sulle imposizioni della Troika e del FMI e la deriva dei paesi membri. Più sono vicino allo sfintere dell’infero, con tagli imposti alla sanità, pensioni e un default sempre più concreto, più la Germania trae vantaggio economico e accresce il suo impero. Chapeau! In Italia questo processo si chiama aggiotaggio….




LA GRECIA RAGGIUNGE L'ACCORDO

Redazione

La Grecia e creditori internazionali hanno raggiunto l'accordo su un nuovo piano di salvataggio che consetirà di tenere il paese nell'Eurozona. Restano tuttavia da definire dei dettagli, secondo quanto riferito dal ministro delle Finanze, Euclid Tsakalotos, e un funzionario del ministero. Restano aperte, ha spiegato Tsakalotos ai giornalisti dopo 18 ore di trattative, "due o tre piccole questioni". "È stato raggiunto un accordo. Finalmente abbiamo la fumata bianca", aveva detto in precedenza un alto funzionario del ministero delle Finanze spiegando che i team tecnici discuteranno i dettagli delle misure prioritarie per il salvataggio, e che l'intesa è stata raggiunta sulla funzione del fondo di privatizzazione e sull'amministrazione dei non performing loans

L'accordo L'accordo raggiunto tra la Grecia e i suoi creditori prevede 35 misure prioritarie. Le azioni includono la liberalizzazione del mercato energetico, la revisione del sistema previdenziale con l'eliminazione delle pensioni anticipate, tagli ai pezzi dei medicinali generici, la revisione sulla tassa sul tonnellaggio delle navi, una revisione del sistema del welfare, il rafforzamento della Sdoe (equivalente greco della guardia di Finanza) e la realizzazione di una serie di riforme proposte dall'Ocse. Inoltre è stato raggiunto un primo accordo sull'avanzo primario greco che dovrà essere dello 0,5% nel 2016 e dell'1% nel 2017

Borsa in rialzo La borsa di Atene ha aperto in rialzo dopo l'accordo tra il governo e i creditori. L'indice Atg sale al momento dell'1,2% trainato dal comparto bancario che guadagna oltre il 6%. Il titolo della National Bank of Greece registra un progresso del 6,6%