ISTAT, L'ITALIA RALLENTA LA CRESCITA RISPETTO GLI ALTRI PAESI D'EUROPA. IL PIL SOTTO LE ATTESE

Redazione

Frena dunque la crescita del Pil italiano nel terzo trimestre. Il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente (+0,3% nel secondo trimestre e +0,4 % nel primo) e dello 0,9% nei confronti del terzo trimestre del 2014. Lo rileva l'Istat nella stima preliminare. Il dato tendenziale è il più alto dal secondo trimestre del 2011, oltre 4 anni.

Il terzo trimestre del 2015 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in piu' rispetto al terzo trimestre del 2014.
La variazione congiunturale e' la sintesi di un incremento del valore aggiunto in tutti i principali comparti (agricoltura, industria e servizi).

Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta. Nello stesso periodo il Pil e' aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si e' registrato un aumento del 2% negli Stati Uniti e dello 2,3% nel Regno Unito.

La variazione acquisita del Pil per il 2015, invece, è pari a +0,6%. Non solo: il risultato del terzo trimestre e la crescita acquisita per il 2015 inoltre sono sotto le attese: nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana di settembre l'Istituto di Statistica dava infatti una crescita acquisita dello 0,7% per il 2015 e un Pil a +0,3% per il terzo trimestre




CONTRIBUTI. INPS, OLTRE 900.000 ASSUNTI CON SGRAVI IN 9 MESI

Redazione

Nei primi 9 mesi del 2015 gli assunti a tempo indeterminato con gli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità per quest'anno sono stati oltre 906.000. Lo afferma l'Inps nel suo Rapporto sul precariato, spiegando che si tratta di 703.890 nuove assunzioni e 202.154 trasformazioni di contratti a termine.

Nei primi 9 mesi del 2015 si sono registrate oltre 1,7 milioni di assunzioni a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni di rapporti a termine e di apprendisti) a fronte di 1,2 milioni di cessazioni (+469.000 rapporti di lavoro stabili). Lo rileva l'Inps spiegando che rispetto allo stesso periodo 2014 (+98.046 posti) si registra una variazione positiva per 371.347 posti.

Tra gennaio e settembre 2015 – si legge nell'Osservatorio sul precariato pubblicato oggi – i nuovi rapporti di lavoro subordinato (esclusi i lavoratori pubblici, i domestici e gli operai agricoli) nel complesso sono stati 4,09 milioni a fronte di 3,49 milioni di cessazioni di rapporti di lavoro (con un saldo positivo di 599.000 unità). Se si guarda ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato si sono registrati 1,7 milioni di nuovi contratti (comprese le trasformazioni di rapporti a termine e di apprendistato) a fronte di 1.232.000 cessazioni. (469.393 il saldo positivo nei 9 mesi). Rispetto al saldo positivo di 98.046 unità dello stesso periodo del 2014 il 2015 registra una variazione netta positiva per i contratti stabili di 371.347 unità. Per i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato (1.330.964) nei primi 9 mesi dell'anno si registra un +34% sullo stesso periodo del 2014 mentre per le trasformazioni di contratti a termine (306.894) si segnala un +17,7%. Per le trasformazioni di contratti di apprendistato (64.258) si registra un +20% sullo stesso periodo del 2014 mentre per le cessazioni di rapporti a tempo indeterminato l'aumento è stato del 2,1%.

Inps in 9 mesi venduti 81,3 milioni voucher, +69% – Prosegue la crescita sostenuta della vendita dei buoni lavoro: nei primi 9 mesi del 2015 – si legge nell'Osservatorio sul precariato dell'Inps – sono stati venduti 81,38 milioni di voucher per al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto allo stesso periodo del 2014 (48.067.353 di pezzi), pari al 69,3%. Nel periodo si sono registrate punte del +99,4% in Sicilia e del +87,7% in Puglia




SANITÀ E CORRUZIONE: IN ITALIA VALE 23 MILIARDI, MA SI TAGLIA SULLA PELLE DEI CITTADINI

Dalle inefficienze agli sprechi e corruzione un mondo sommerso che ancora i politici fanno fatica a relazionare. Dai vaccini ai chemioterapici, quanto guadagnano le case farmaceutiche?

di Cinzia Marchegiani

Sanità italiana, un tempo un valore aggiunto che rappresentava il fiore all’occhiello di una nazione al passo con la crescita economica e con l’evoluzione della civiltà. Ora assistiamo a tagli repentini sulle prestazioni sanitarie che stanno minando l’assistenza sanitaria e il patrimonio indiscusso della prevenzione, forma acclarata di contenimento della spesa pubblica. Ora invece con colpi micidiali, la legge di stabilità ha deciso tagli lineari che i cittadini pagano sulla propria pelle con l’impossibilità concreta di poter accedere alla sanità pubblica diventata una chimera andando anche a ledere la libertà deontologica dei medici. Ma chi nel tempo non è riuscito a saper individuare i buchi neri dove i soldi pubblici venivano inghiottiti per poi presentare il "conto beffa" agli utenti che avendo perso lavoro non riusciranno ad andare nel privato? Quanti disabili o malati rari con necessità quotidiane sono stati privati di diritti inalienabili che uno stato garante dovrebbe tutelare?

La corruzione in sanità vale 23 miliardi annui. Dai dati pubblicati nel “Libro Bianco sulla corruption in sanità” realizzato da ISPE (Istituro per la Promozione dell’Etica in Sanità) emerge che la sanità italiana brucia ogni anno circa 23 miliardi di euro tra sprechi, inefficienze e corruzione. Il libro è una vera denuncia, frutto di un lavoro eccellente svolto in questi anni sullo studio del fenomeno e nella definizione di strumenti di prevenzione e contrasto al malaffare a danno della salute dei cittadini – come ha sottolineato Francesco Macchia, presidente di ISPE Sanità.

Tagli sulla sanità, sulle prestazioni e analisi mediche, mentre 23 miliardi l’anno vanno in tasca alla corruzione o inefficienza. In Italia quindi 23 miliardi di euro annui nel settore sanitario vengono fagocitati dalla corruzione, dalle inefficienze e sprechi che dovevano invece servire a dare più offerte agli utenti soprattutto in un paese sempre più povero dove il cittadino medio non riesce ad accedere ai servizi pubblici e quindi necessariamente ha rinunciato a curarsi, anche se il privato conviene a dispetto dei costi pubblici.

Sistema Sanitario Nazionale definanziato di altri 4,4 miliardi oltre i 25 degli anni 2012-2015. Appurato che ogni anno vengono sottratti ai cittadini 23 miliardi di euro di cui nessuno risponderà vista la legge italiana e l’incapacità di sanzionare concretamente chi non solo ruba, ma anche chi, pagato profumatamente, è incapace a gestire e amministrare denaro pubblico, dall’altra parte vengono tolti miliardi essenziali al SSN come previsto dal Patto nazionale per la salute 2014-2016, infatti il Disegno di Legge prevede che il SSN nel 2015-2016 venga definanziato di 4,4 miliardi, signora cifra che inoltre va ad aggiungersi ai 25 miliardi di euro sottratti al SSN delle precedenti manovre finanziarie nel quadriennio 2012-2015.

Verità paradossali, l’OCSE dimostra che la spesa sanitaria è crollata. Mentre si definanzia il SSN di altri 4,4 miliardi e prima ancora 25 miliardi, l’OCSE studia quanto la spesa sanitaria sia stata incisiva alle tasche dello stesso SSN. Ciò che emerge è paradossale, gli ultimi dati mostrano il perdurare del calo della spesa sanitaria nel nostro Paese:”Record negativo nel 2011 con un – 1,9% rispetto all'anno precedente. E la nostra spesa procapite è la più bassa di tutti i grandi paesi europei”. Ciò significa che la spesa sanitaria pubblica e privata italiana continua a scendere e nel 2011 quando ha segnato un record negativo del – 1,6%. Il dato diffuso dall’Ocse pone l’Italia tra i Paesi che spendono meno tra i 32 dell’area Ocse. Sia in termini di incidenza sul Pil (la nostra spesa pubblica e privata incide per il 9,2% contro medie superiori all’11 in molti paesi europei come Olanda, Francia e Germania) che in termini procapite.

Colpiti gli utenti ma non le case farmaceutiche. Nel paese degli eclatanti paradossi si colpisce il cittadino che con difficoltà sempre più emergenti si trova impossibilitato ad accedere ai servizi sanitari, ma non il business della case farmaceutiche. La riprova di questa dinamica vede in primo piano un accanimento nel voler continuare a rendere obbligatorio il vaccino esavalente quando la legge di stato obbliga solo 4 vaccini, ma di fatto i genitori non hanno possibilità di scegliere poiché esiste solo la forma farmaceutica dell’esavalente presso i centri vaccinali, con un aggravio di altri 114 milioni di euro annui in favore dell’industria farmaceutica, spesa importante che grava però sulle casse statali e un danno erariale di cui ancora nessuno è stato ritenuto responsabile.

Vaccini e il caso Lorenzin. Il ministro Lorenzin si è spinta talmente tanto a difesa di questa campagna mediatica che andando in tv ha spaventato molti genitori spiegando che se non si vaccinano si muore e come si può morire ad esempio di pertosse perché non esiste un farmaco per questa malattia.. Ecco, vogliamo ricordare ai genitori che ciò non solo è falso, per la pertosse esiste un farmaco e contrarre le malattie non significa perire per esse. E’ stata attivata una campagna aggressiva quando non esiste una pandemia in atto, ma forse chissà solo la necessità di giustificare la preparazione esavalente quando lo Stato non attiva bandi per quello quadrivalente. Per questo l’antitrust da maggio 2015 sta indagando porpio sul monopolio dei vaccini ad uso umano. Gli altri vaccini come ad esempio il MPR (Morbillo, Parotide e Rosolia) pur essendo raccomandati deve rimanere una scelta personale dei genitori e/o su consiglio pediatrico. Per questo molti si chiedono come mai non esiste un garante istituzionale che possa sanzionare o capire come mai il proprietario del dicastero della salute possa affermare che si muore di pertosse e impaurire le persone.

Inchieste giornalistiche svelano troppi sprechi a favore delle case farmaceutiche. In questo paese si deve venire a scoprire sempre tramite inchieste giornalistiche come quelle prodotte da Report gli sprechi che non vengono affrontati che sembrerebbero sempre tutelare le case farmaceutiche.

Dalla puntata del 1° Novembre 2015 la trasmissione Report ha scoperto altri sprechi dalle risonanze magnetiche "al succo d'ananas" alla cura dei tumori radioresistenti con l'innovativa "adroterapia". Due storie in cui ricerca e passione nella sanità si dimostrano più forti di qualsiasi taglio. Di solito le radiologie comprano un liquido di contrasto da un'azienda farmaceutica. Alla radiologia del policlinico S.Orsola di Bologna invece danno da bere il succo d'ananas ai pazienti che devono fare gli esami alle vie biliari. "E’ un succo normale – spiega la dottoressa Rita Golfieri, direttore del reparto – ma potrebbe essere impiegato anche un succo di mirtillo normale, perché anche il mirtillo contiene il manganese". L'ananas costa meno, i pazienti lo gradiscono e il Policlinico risparmia ogni anno 13 mila euro. Ma non è l'unica iniziativa: rimettendo mano ai servizi di ristorazione, logistica e pulizie sono riusciti a tagliare i costi di due milioni e mezzo e a ridistribuire ai dipendenti un milione, per esempio eliminando i piatti di plastica e tornando a quelli di ceramica.
Se poi vogliamo vedere quanto l’Italia può essere all’avanguardia nella sanità allora bisogna andare a Pavia, dove un gruppo di fisici coinvolgendo 500 ditte italiane ha realizzato il sincrotrone, una tecnologia che nel mondo si può trovare solo in altri tre centri in Giappone, Cina e Germania e cura i tumori radioresistenti. Pensate a un gigantesco microonde, un anello di 80 metri di diametro che genera un fascio di protoni o di ioni carbonio che percorrono la circonferenza un milione di volte in mezzo secondo. Il carbonio richiede grandi macchine per essere accelerato ma quando arriva a colpire la cellula tumorale è tre volte più efficace dei raggi X. I sarcomi sono radio resistenti, con questa terapia significa curare i malati.

Insomma, si è intuito che manager in seno all’Istituto Superiore della Sanità, né in seno al Ministero della Salute siano stati in grado di abbattere fortemente gli sprechi milionari che giorno dopo giorno vanno a ledere proprio le casse delle Stato che di fronte alla legge di stabilità pensa bene a togliere il diritto alla salute invece di eliminare le inefficienze, gli sprechi e la corruzione.

Le case farmeceutiche, la fidelizzazione efficace con la vendita dei vaccini. Intanto le case farmaceutiche ringraziano, le stesse che con i vaccini hanno una forte tendenza a fidelizzare sempre di più lo Stato ai propri Cluster poiché grazie alla fidelizzazione le industrie riescono ad anticipare le previsioni di incasso a prescindere dalle malattie, incassi sicuri che permettono alle stesse aziende di poter anticipare altri investimenti per progetti e/o sperimentazioni che non potrebbero avere se non esclusivamente con i vaccini. Fidelizzare un numero cospicuo di utenti è fondamentale per molti motivi: 1) è efficace perché sono la prima risorsa aziendale; 2) permette di azzardare acquisti; 3) programmare svendite e acquisti; 4) permettevi avere prezzi costanti e quindi essere fortemente concorrenziale; 5) evita svendite non produttive.

Paradossali i dati che emergono sui costi sanitari, gli sprechi oltre la corruzione e l’inefficienza. Buchi milionari che vengono fatti pagare a caro prezzo soprattutto ai cittadini che per una crisi economica o casi di malattie croniche, rare o disabilità saranno colpiti con maggiore violenza da questa scure, mentre si esonerano i responsabili della mala gestione sanitaria. Non si capisce la motivazione che spinge a tutelare sempre gli introiti delle case farmaceutiche che vanno ad incidere con una doppia lama i diritti dei cittadini.

La scienza economica deve coincidere con il diritto alla salute, il diritto di avere terapie le più efficienti ed efficaci, il diritto di sapere se vaccinando i propri figli si sta alimentando un business che non ha nulla a che fare con la prevenzione, visto che non sempre vaccinare corrisponde ad immunizzare. Nel mondo delle vaccinazioni servirebbe un controllo epidemiologico su come i vaccini siano efficaci e sicuri…d’altronde quando si autorizza un farmaco occorrerebbe verificare se lo stesso è capace di sostenere la sua azione, di fatto in farmacovigilanza si dichiara che la mancata o minore efficacia di un farmaco, rispetto alla risposta attesa, è una reazione avversa da segnalare. Vaccini e chemioterapici inclusi verrebbe da sottolineare. Ci si riuscirà? 




CATASTO: NIENTE PIÙ CONTEGGIO DE VANI, NELLA VISURA CI SARANNO I METRI QUADRI

Redazione

Oltre ai dati identificativi dell'immobile (sezione urbana, foglio, particella, subalterno, Comune) e ai dati di classamento (zona censuaria ed eventuale microzona, categoria catastale, classe, consistenza, rendita), da oggi sarà riportata direttamente in visura anche la superficie catastale, calcolata come stabilito dal Dpr n. 138/1998. Una semplificazione che riguarda circa 57 milioni di unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria, iscritte in catasto e corredate di planimetria. Per gli stessi immobili sarà inoltre riportata la superficie ai fini Tari che, per le sole destinazioni abitative, non tiene conto di balconi, terrazzi e altre aree scoperte di pertinenza e accessorie.

Mq Tari, a ciascuno il suo dato Le visure si arricchiscono di un'altra informazione importante per i cittadini: la superficie ai fini Tari. Ciascun proprietario avrà così a portata di mano anche questa informazione, già fornita dall'Agenzia delle Entrate ai Comuni grazie ai flussi di interscambio dati già attivi, per poter verificare la base imponibile utilizzata per il calcolo del tributo sui rifiuti. In caso di incoerenza tra la planimetria e la superficie calcolata, inoltre, i contribuenti potranno inviare le proprie osservazioni, attraverso il sito dell'Agenzia, e contribuire quindi a migliorare la qualità delle banche dati condivise tra Fisco ed enti locali. Già dal 2013 i Comuni possono segnalare errori di superficie riscontrati su immobili presenti nella banca dati catastale.

Verso l'allineamento delle banche dati La novità, che arriva al termine di un periodo di sperimentazione che ha coinvolto gli uffici provinciali-Territorio di Brindisi, Foggia e Ravenna, lascia al momento fuori, in attesa delle opportune verifiche nell'ambito delle attivita' di allineamento delle banche dati, gli immobili che presentano un dato di superficie "incoerente". Quanto agli immobili non dotati di planimetria, che risalgono per lo più alla prima fase di censimento del Catasto edilizio urbano, e sono di conseguenza privi anche del dato relativo alla superficie, i proprietari possono presentare una dichiarazione di aggiornamento catastale, con procedura Docfa, per l'inserimento in atti della piantina catastale. Una regolarizzazione che e' d'obbligo se si e' intenzionati a vendere, come prescritto dal Dl n. 78/2010 (art. 19, comma 14).




PENSIONI, ECCO LA PROPOSTA DELL'INPS: TAGLI AI VITALIZI E REDDITO MINIMO PER GLI OVER 55

di Matteo La Stella

Dal reddito minimo per gli over 55 all'uscita dal mondo del lavoro a partire dai 63 anni, il tutto, finanziato tramite tagli considerevoli alle pensioni d'oro e ai vitalizi, da ricalcolare secondo la norma.

“Abbattere del 50% la povertà” tra gli italiani ultra 55enni che ancora non hanno maturato le condizioni per incassare la pensione: questa la dottrina dell'INPS nell'era della trasparenza, scesa in campo al fianco dei più deboli con la pubblicazione del pacchetto di normative “Non per cassa ma per equità”, già consegnato al Governo nel giugno scorso.

Una sorta di salto dell'ostacolo da parte di Tito Boeri, numero uno dell'Istituto e cofondatore della pagina web “lavoce.info”, che dopo aver sondato il disinteresse da parte del Governo, intento – come lui stesso ha sottolineato- ad adottare tramite legge di Stabilità solo “interventi selettivi e parziali” in questo campo, ha optato nella giornata di mercoledì per la pubblicazione in rete della proposta.

La risposta del Governo. La pubblicazione ha mosso in serata la risposta da parte del Governo che ha escluso categoricamente il conflitto con l'INPS. “Nessuno scontro” tra Palazzo Chigi e l'Istituto, la diffusione del documento era concordata. Questa la controffensiva del Governo che successivamente ha passato la parola al ministero del Lavoro, per cui il pacchetto è:“Un contributo utile al dibattito”, salvo sottolineare che le misure: “Mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi”. Mentre, per sciogliere il nodo e: “Non far pagare questi costi ai pensionati servono risorse che, al momento, non ci sono. Si vedrà presto come intervenire in modo organico sul tema, ma senza effetti collaterali”. In fine è intervenuto anche il dicastero dell'interno che tramite Angelino Alfano ha fatto sapere:”Bisogna distinguere la demagogia dalle cose concrete quindi ci sarà da studiare e vedere se l'intero sistema proposto regge”. Una soluzione che, al momento, sembra non incontrare l'appoggio del premier Renzi, convinto che in questo momento l'importante sia regalare solo iniezioni di fiducia al paese, senza approntare tagli alle pensioni che superano i 2mila euro. Un ordine d'arresto, dunque, proveniente non solo dal ministro Poletti, che, anzi, ha suscitato malumore diffuso nella maggioranza dopo la pubblicazione.

16 tabella. Il pacchetto proposto dall'INPS è costituto di 16 norme, utili ad offrire secondo il primo punto ( tabella dal primo all'ottavo, ndr):”una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su- proprio nella fascia d'età in cui- la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell'area euro”.

Tagli alle super-pensioni. Per tamponare i costi della manovra, secondo Boeri, sarebbe sufficiente andare ad attingere dalle 230mila famiglie ad alto reddito, dalle 25mila pensioni d'oro, assegnate tramite gestioni speciali e non giustificate dai contributi versati negli anni e dai circa 4mila percettori di vitalizi per “cariche elettive”. Nel mirino dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, però, sarebbero anche altre classi di super-pensionati, privilegiati rispetto al resto della popolazione perche sottoposti a regole più dolci rispetto al resto degli italiani. Dai piloti di aerei ai ferrovieri, passando per i dipendenti del settore elettrico e quelli delle forze armate fino ai componenti delle Autorità indipendenti e ai dirigenti sindacali.

Via le integrazioni al minimo per i pensionati fuori Ue.
Il documento “Non per cassa ma per equità” contiene, tra le altre misure, l'eliminazione delle pensioni al minimo con maggiorazione degli assegni versati per i pensionati che risiedono fuori dall'area Ue. Infatti, i pensionati emigrati, come spiegato tempo fa da Tito Boeri, avrebbero già diritto all'assistenza nel di base nel paese ospitante.

Reddito minimo per gli over 55. L'articolo uno del testo targato INPS prevede l'inserimento di un reddito minimo garantito per le famiglie con almeno un componente ultra 55enne. L'assegno previsto sarebbe di 500 euro a regime ( 400 euro nel 2016 e nel 2017). In pratica, un nucleo familiare formato da 2 persone con reddito complessivo pari a 500 euro e di cui una over 55, avrebbe diritto ad un “bonus” da 250 euro mensili.

Pensione flessibile dai 63 anni: l'assegno si abbassa. L'uscita flessibile dal lavoro, secondo L'INPS, prevederebbe una diminuzione dell'assegno di previdenza ai “pensionati precoci”. “Il principio è che chi va in pensione prima non può avere diritto ad una pensione piena per quanto riguarda la quota retributiva dovendo spalmare questi diritti su molti più mesi di chi va in pensione più tardi”. Dunque:”Ogni anno in meno di lavoro rispetto alla età normale di pensionamento comporta una riduzione di questi pagamenti mensili”. Un'ipotesi, dunque, che prende in considerazione uscite anticipate ai 63 anni e 7 mesi, con un taglio dell'assegno da applicare alla sola quota retributiva che andrebbe poi a scomparire.
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L'ISTAT PENSA POSITIVO E RIALZA LE STIME DEL PIL DEL 2015

Redazione

Secondo il rapporto dell'Istat nelle prospettive per l'economia italiana 2015-2017, già nel 2015 si prevede una crescita del prodotto interno lordo italiano pari allo 0,9% in termini reali, cui seguirà un aumento dell'1,4% nel 2016 e nel 2017. Lo indica l'Istat. Nel 2015 la domanda interna al netto delle scorte contribuirà positivamente alla variazione del Pil per 0,7 punti percentuali mentre la domanda estera netta sottrarrà un decimo di punto percentuale all'espansione del prodotto. Nell'anno in corso è previsto un contributo significativo delle scorte (+0,3 punti percentuali). Il rafforzamento dell'economia determinerà, nel 2016 e nel 2017, un apporto crescente della domanda interna (+1,2 punti percentuali) cui si accompagnerà un contributo lievemente positivo da parte della domanda estera netta (+0,1 punti percentuali), aggiunge l'Istat.

Le previsioni autunnali "Il quadro previsivo delineato è soggetto a rischi al ribasso, connessi a un eventuale più pronunciato rallentamento del commercio internazionale e all'impatto delle clausole di salvaguardia nel 2017". Così l'Istat nelle sue previsioni autunnali sull'economia italiana.

In rialzo spesa famiglie L'Istat rivede al rialzo le stime sui consumi: nel 2015 la spesa delle famiglie aumenterà dello 0,8% (era lo 0,5% in primavera). In aumento anche le previsioni sui prossimi due anni, quando si potranno registrare rialzi dell'1,2% (nel 2016) e dell'1,1% (nel 2017). Tutto ciò, spiega, "a seguito del miglioramento" su occupazione e reddito.

Gli investimenti salgono Inversione di rotta per gli investimenti, che quest'anno torneranno a salire (+1,1%) per decollare nel 2016 al 2,6% e al 3,0% nel 2017, "anche per effetto delle misure di politica fiscale a favore delle imprese" con gli incentivi del maxi-ammortamento per macchinari e attrezzature. Così l'Istat, aggiornando le sue previsioni.

Pil Eurozona in crescita "Pur a fronte di un contesto esterno meno favorevole, procede la ripresa economica dell'area dell'euro, sempre più sorretta da fattori interni, in particolare dai consumi privati. Nel secondo trimestre del 2015 il
PIL in termini reali è salito dello 0,4 per cento sul periodo precedente, dopo un incremento dello 0,5 per cento nel primo. Gli indicatori più recenti segnalano un ritmo di crescita pressoché simile nel terzo trimestre. In prospettiva, la ripresa economica dovrebbe continuare, benché attenuata da una domanda esterna più debole delle attese". Lo indica il Bollettino economico della Bce. "La domanda interna dovrebbe essere ulteriormente sostenuta dalle misure di politica monetaria della Bce e dal loro impatto favorevole sulle condizioni finanziarie, nonché dai progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali -continua la Bce. Inoltre, il calo dei prezzi del petrolio dovrebbe corroborare il reddito disponibile reale delle famiglie e la redditività delle imprese, fornendo sostegno ai consumi privati e agli investimenti. Nondimeno, i rischi per le prospettive di crescita dell'area dell'euro restano orientati verso il basso, riflettendo in particolare una maggiore incertezza riguardo all'evoluzione delle economie emergenti, potenzialmente in grado di esercitare ulteriori effetti sulla crescita mondiale e sulla domanda esterna di esportazioni dell'area dell'euro. La maggiore incertezza che si è manifestata di recente negli andamenti dei mercati finanziari potrebbe avere ricadute negative anche sulla domanda interna dell'area".




GALA LAB: IL PRIMO VENTURE ACCELERATOR PER LE START UP

di Simonetta D'Onofrio

L’operatore di energia GALA, quarto a livello nazionale per il mercato libero, e con investimenti consistenti nel mercato asiatico, ha creato una struttura, chiamata GALA LAB, dedicata al supporto per le start up a elevata innovazione tecnologica nei settori green energy, smart building, mobilità e trasporti, industria 4.0, smart tourism, life sciences.

GALA LAB si pone l’obiettivo di seguire le start up, per portarle a un percorso che permetta loro di riuscire a crescere e consolidare la propria posizione, per poter sfruttare gli investimenti che il mercato mette a disposizione. Negli ultimi anni gli investimenti per le start up sono cresciuti a tassi vertiginosi, solo il 5% delle aziende però è attiva nel settore delle smart cities, mentre molte sono focalizzate su applicazioni web.

Con queste prerogative GALA LAB ha lanciato una Call for Ideas per raccogliere e selezionare le candidature di iniziative da inserire nel suo esclusivo programma di accelerazione e sono già in fase avanzata i processi di due diligence relativi alle prime possibili operazioni di investimento in equity ed accelerazione di start-up innovative nei settori target. “L’obiettivo di questa prima Call for Ideas – spiega il prof. Roberto Guida, A.D. di GALA LAB – è sollecitare l’ecosistema delle startup italiane, cercando di individuare e sostenere le innovazioni che saranno alla base della produzione, della distribuzione e dell’uso dell’energia e delle tecnologie per le smart cities & factories di domani”.

La presentazione di questo progetto si è avuta ieri, 4 novembre, presso la Casa del Cinema a Villa Borghese, con la presenza di Guido Fabiani, assessore regionale per lo sviluppo economico, con la Regione Lazio che sostiene questa iniziativa, perché “Sostenere Gala Lab – ha aggiunto Fabiani – è un modo, peraltro, di applicare la politica regionale per le startup, l’innovazione e la reindustrializzazione del Lazio avviata in questi primi due anni e mezzo di legislatura. Una politica basata sul riconoscimento della necessità di definire un nuovo modello di sviluppo che permetta al territorio di essere protagonista nella nuova globalizzazione mondiale, superando i ritardi e le incertezze dell’ultimo quindicennio”.

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LA FERRARI CORRE A WALL STREET

Redazione

Dopo la partenza boom, sopra i 60 dollari per azione, contro un prezzo di collocamento di 52 dollari, il titolo Ferrari a Wall Street si è stabilizzato poco sotto i 56 dollari per azione.

Per il debutto a suonare la campanella che ha dato l'avvio alla seduta odierna della Borsa di New York c'erano i vertici del gruppo Fiat Chrysler, dal presidente John Elkann all'amministratore delegato Sergio Marchionne.

"Il mondo è grande e per Ferrari ci sono enormi opportunità": lo ha detto Marchionne subito dopo il debutto della casa di Maranello a Wall Street.
La quotazione di Ferrari a Wall Street e' ''una soddisfazione enorme, un grandissimo lavoro''. Ha affermato Marchionne sottolineando che l'importante e' ''assicurarsi la continuita' del processo di gestione che in Ferrari e' stato unico e che non puo' essere interrotto''. Ferrari ora ''ha visibilita''.
''Dobbiamo continuare a fare quello che facciamo, farlo bene e vincere in Formula 1, che e' una cosa importantissima''. Per Marchionne l'ipo ''rende visibile'' il marchio, che ''faceva parte di un conglomerato dell'auto che la oscurava. Ora iniziamo a capire il suo vero potenziale, con l'espansione in campi che sono correlati all'auto e che possono farla crescere, sempre in Italia e sempre con italiani''.

Elkann, è prova che prodotti eccellenti apprezzati – ''Non c'è dubbio che l'Italia ha sempre avuto un grande appeal nel mondo per quello che sa fare bene. E Ferrari ne è una forte prova. Se uno è in grado di fare dei prodotti eccellenti e di grande qualità il mondo li apprezza''. Lo afferma il presidente di Fca, John Elkann, sottolineando che Ferrari sbarcherà a Piazza Affari all'inizio del 2016, senza sbilanciarsi su quanto sarà quotato.

Prezzo dell'ipo a 52 dollari – Il prezzo dell'ipo Ferrari – che si e' quotata alla Borsa di New York col nome in codice "Race" – e' stato fissato a 52 dollari per azione. La casa di Maranello offre sul mercato 17,18 milioni di titoli che, a un prezzo di 52 dollari per azione, portano la raccolta con la quotazione a 893,36 milioni di dollari. Il valore complessivo della società si aggirerebbe quindi sui 10 miliardi di dollari.




L'UE BACCHETTA L'ITALIA: NON SIAMO IN LINEA CON LE SCELTE FISCALI

Redazione

All'Europa sembra non piacere i passi che sta facendo il governo in tema di economia. Monito dell'Ue nel giorno in cui la manovra sbarca in Senato. Il vice presidente della commissione, Dombrovskis 'boccia' "alcune azioni prese a livello di politica fiscale" dall'Italia che non sarebbero in linea con l'indicazione dell'Europa di spostare il carico di tasse dal lavoro verso consumi e proprietà. Intanto Matteo Renzi difende a spada tratta la manovra che arriva in Senato, garantisce che i castelli e le ville continueranno a pagare la Tasi e spazza via le critiche sul fronte del contante, misura "liberale" che "non aiuta né combatte l'evasione" e che "aiuterà i consumi".

C'è anche da dire che nella limatura del testo, proseguita fino a tarda notte ieri e che in serata ancora non è stato trasmesso al Quirinale, si sta definendo anche la stretta sugli acquisti della pubblica amministrazione, cardine di quel che resta della spending review, con i dirigenti che risponderanno anche con tagli al salario accessorio, se non saranno approvati per tempo dei piani biennali sulle spese della P.a. La spending, assicura comunque Padoan, non è affatto sparita, anche se magari non emerge "dai numeri", ma prosegue "chirurgica" su ogni voce di spesa e anche grazie alle riforme strutturali come quella della pubblica amministrazione. Così ad esempio la stretta per i dirigenti riguarderà anche i fondi generali per il trattamento accessorio, mentre il blocco del turnover per tutta la P.a. si fermerà al 40%. Insieme ai fondi per il rinnovo del contratto, considerati "inadeguati e fittizi", queste ultime sono le motivazioni alla base della mobilitazione "durissima" annunciata dai sindacati del comparto che prevede anche una manifestazione nelle prossime settimane.

"Alcune azioni prese a livello di politica fiscale" dall'Italia "non sono in linea con le raccomandazioni generali" dell'Ue di spostare il carico di tasse dal lavoro verso consumi e proprietà. Così il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis, aggiungendo di stare "valutando" la L. di stabilità e la richiesta di flessibilità sui migranti. "Stiamo valutando, quindi non sono in grado di commentare" la Legge di stabilità italiana, ha aggiunto Dombrovskis parlando in un incontro ristretto con la stampa a cui l'Ansa ha partecipato, ricordando di dover anche "prendere in considerazione le previsioni economiche previste il 5 novembre e, basandoci su questi dati, faremo la nostra valutazione del rispetto delle regole di bilancio". Quanto alla flessibilità per la crisi dei migranti, ha aggiunto il vicepresidente della Commissione Ue, "l'Italia è uno dei paesi che ha chiesto di prendere questo in considerazione, quindi stiamo valutando anche questa spesa ulteriore" che il Paese sta sostenendo.




IL GOVERNATORE DELLA BANCA D'ITALIA VISCO INDAGATO PER TRUFFA

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ll Fatto Quotidiano scrive oggi che il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco sarebbe indagato, insieme ad altre persone, dalla Procura di Spoleto in un'inchiesta, per corruzione e truffa, sul commissariamento della Banca Popolare di Spoleto (Bps) e la successiva vendita a Banca Desio, avvenuta lo scorso anno. Il commissariamento è stato poi annullato dal Consiglio di Stato.

L'inchiesta della magistratura umbra, diretta dal pm Gennario Iannarone, coinvolge – scrive il Fatto -, quali indagati, i commissari nominati da Bankitalia (Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile), i componenti del comitato di Sorveglianza (Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio) e l'attuale presidente di Bps, Stefano Lado, che è vicepresidente di Banco Desio. Il commissariamento di Bps e della cooperativa Spoleto Crediti e Servizi (21 mila soci), che controllava l'istituto al 51%, fu deciso da Bankitalia dopo un'ispezione avviata nel 2012. Nel 2014 – è la ricostruzione del quotidiano – i commissari decisero di vendere Bps a Banco Desio. La quota di Spoleto Credito e Servizi scese al 10%, con grave danno economico per i soci della cooperativa. Nello scorso mese di febbraio il Consiglio di Stato ha annullato sia il commissariamento di Bps, sia quello di Spoleto Crediti e Servizi, per cui sono stati promossi ricorsi da parte dei soci della coop per l'annullamento degli atti dei commissari, compresa la vendita dell'istituto di credito. L'intera vicenda, attraverso alcuni esposti, è finita anche all'esame della Procura di Spoleto, che ha avviato approfondimenti sul commissariamento e sulla vendita di Bps, iscrivendo nel registro degli indagati – secondo quanto scrive il Fatto – tra gli altri, il nome del governatore di Bankitalia e dei commissari di Bps

Bankitalia non a conoscenza indagini ''Con riferimento alla notizia comparsa oggi sulla stampa relativa alle vicende della Banca Popolare di Spoleto, la Banca d'Italia non è a conoscenza di alcuna iniziativa dell'autorità giudiziaria''. Lo riferiscono fonti della stessa Banca d'Italia.




MANOVRA VERSO LA CONDIVISIONE, PAROLA DI PADOAN

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L'Italia riuscirà ad uscire dalla crisi ma soprattutto a portare a casa una manovra che adesso sembra essere condivisa. C'è "buon clima" in Commissione, dopo una prima lettura della Legge di stabilità. Qualificate fonti indicano che l'Italia è "più solida" del 2014 e "non ci sarà rinvio" della manovra al mittente entro la settimana, possibilità prevista dal 'six pack' in caso di gravi mancanze. Resta aperta però la questione dello 'sconto migranti'.

Padoan: avanti con i tagli, soprattutto ai ministeri – "Con la Legge di Stabilità dell'anno passato, di cui ci siamo dimenticati, abbiamo tagliato moltissimo. Quest'anno continueremo con i tagli, toglieremo soprattutto ai ministeri e, per quanto riguarda gli altri enti di governo, si tratterà di un minore aumento di spesa". Lo ha detto in un'intervista ad Agorà su RaiTre il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, secondo quanto riporta una nota della trasmissione.

"L'abolizione della Tasi sulla prima casa e di altre imposte comunali sarà totalmente restituita ai comuni. Le coperture per tali operazioni sono nella Legge di Stabilità". Padoan ha sottolineato che "come l'anno scorso" il "deficit si riduce e il debito diminuisce (dall'anno prossimo), ma allo stesso tempo forniamo sostegno espansivo alle famiglie e alle imprese. Quindi è la quadratura del cerchio".

"La trattativa con Bruxelles è un processo continuo, vale per la legge di stabilità e per il piano nazionale di bilancio che verrà valutato a novembre". Padoan intervenendo a un convegno sulle pensioni: "Questo non vuol dire – ha puntualizzato – che le opinioni di governo e commissari siano assolutamente identiche".

Sangalli, bene contanti, rilancia i consumi – L'aumento della soglia di utilizzo del contante a 3mila euro "è certamente una scelta buona, una scelta che si aspettava, una scelta in linea con l'Europa e, in un momento anche di ripresa difficile, semplifica la vita delle aziende. Certamente va a favore del rilancio dei consumi". Lo afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.