IL MERCATO AZIONARIO SARÀ L'ASSET MENO RISCHIOSO DEL 2016

Redazione

Si dice che l'economia non è affatto roba per tutti. Parole come azioni e asset non sono certo utilizzate nella quotidianità in maniera molto diffusa. Si tratti di termini tecnici, che vengono compresi solo da chi è davvero esperto in materia. Ma, mettendoci un po' di impegno, forse, non è poi così difficile. Un'azione, nel mondo della finanza, è un titolo rappresentativo di una quota della proprietà di una società per azioni e il possessore è detto azionista. Asset è un termine inglese traducibile in italiano con il termine cespite, o anche con attività (reale, materiale o immateriale, oppure finanziaria). Il termine è usato per indicare i valori materiali e immateriali facenti capo ad una proprietà. Nello stato patrimoniale coincidono con le attività.

Ovviamente, se si vuole investire in azioni è necessario sapere alcune cose. E' possibile comprarne di ogni tipologia, ma la scelta è limitata dall'offerta e questo perché, innanzitutto, occorre essere al corrente  delle opportunità che offre il mercato e sapere quali siano effettivamente alla ricerca di nuovi azionisti. Inoltre è importante compiere studi sull'andamento dei prezzi dei mercati finanziari nel tempo per cercare di prevederne le tendenze future. Infine, sarebbe intelligente investire in più titoli, evitando così di subire i rischi legati ad una singola azienda ed essendo legati invece al trend dell'intero settore, molto più facile da analizzare. Appare opportuno sottolineare che, secondo le previsioni, il mercato azionario sarà l'asset meno rischioso del 2016. Perché? Proviamo a scoprirlo.

Il tutto dipende dal differenziale tra dividendi azionari,
che non sono altro che tutti quelli utili che vengono distribuiti da una società ai suoi azionisti. e cedole dei titoli di stato. Questo, nel linguaggio tecnico, viene definito “premio al rischio” e non è mai stato così alto nella zona euro. Questo, stando alle parole degli esperti, favorisce il mercato azionario. Perché? Semplice. La BCE continuerà a comprare titoli di stato, immetterà liquidità sul mercato e ciò porterà ad un congelamento della curva dei tassi, abbassando i pericoli ed aumentando la sicurezza. E poi c'è l'ottimismo degli investitori istituzionali, di cui non si può non tenere conto. Anche se essi sono un po' preoccupati per la volatilità del mercato, la cui causa, a parer loro, è costituita dalle politiche globali. Aumenterà, inoltre, il peso degli investimenti alternativi e l'utilizzo di strategie a rendimento assoluto. Ma, parlando di azionariato, un occhio andrà dato a tutti quei mercati emergenti, destinati a crescere e divenire sempre più importanti.

Insomma, per concludere, si può dire che investire conviene e il 2016 sarà un anno importante per le azioni.
Senza alcun dubbio però lo si deve fare in maniera intelligente, razionale, cosciente, non sprovveduta e folle. Non va assolutamente dimenticato che gli squali pronti a prosciugare il conto in banca sono sempre dietro l'angolo. Occorre leggere, informarsi, capire, analizzare e studiare. A volte, sta anche semplicemente tutta qui la differenza tra un grande successo e un doloroso e pesante fallimento. Perché forse l'economia, sotto certi aspetti, non è poi così difficile come si crede e si pensa.
 




ALSTOM E NTV: ECCO TUTTI I SEGRETI DEL NUOVO PENDOLINO

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di Gianfranco Nitti
Flavio Cattaneo, Amministratore Delegato di Ntv e Pierre-Louis Bertina, Presidente e Amministratore Delegato di Alstom Ferroviaria hanno presentato, nella sede di NTV,  il design e le caratteristiche tecniche del nuovo Pendolino che Alstom sta realizzando appositamente per l’operatore privato Italiano.

Una vera strenna natalizia. Rosso fuoco, dalla linea accattivante, muso avveniristico studiato per garantire elevata protezione al conducente in caso di impatto e migliori prestazioni aerodinamiche. ll nuovissimo design del treno è curato dal centro Design & Styling di Alstom, che ha già curato lo stile (eterni) dell’AGV Italo. Gli interni verranno scelti e presentati nei prossimi mesi.

Il Pendolino è progettato per essere un treno verde, grazie alla sua elevata riciclabilità, capace di garantire ridotte emissioni in atmosfera di CO2. La motorizzazione ripartita ottimizza le fasi di frenatura e accelerazione di ogni vettura, permettendo di diminuire il livello di consumo di energia.
Da un punto di vista delle caratteristiche tecniche, il treno che Alstom fornirà sarà l’evoluzione del Pendolino: un treno ad alta velocità a trazione distribuita che può raggiungere i 250 km/h. La configurazione del treno sarà a 7 casse e potrà ospitare 480 passeggeri grazie ai 187 metri di lunghezza.
La novità importante, rispetto alle generazioni precedenti di Pendolino, è la compatibilità con le recentissime Specifiche Tecniche di Interoperabilità (TSI ) 2014. Condizioni e norme comuni stabilite dall’Unione Europea, che contribuiscono a garantire livelli elevati di sicurezza ed efficienza. Il Pendolino è parte della famiglia Avelia, la gamma di treni alta velocità e altissima velocità di Alstom, che include altri prodotti come l’AGV-Italo, treno precedentemente acquistato da Ntv.

I Pendolino andranno ad integrare la flotta esistente di 25 AGV 575 portando a 33 i treni a disposizione di Italo, che potrà così ampliare il suo network rispondendo ad una richiesta sempre crescente. L’obiettivo  è, infatti, quello di sviluppare l’offerta dell’alta velocità principalmente sulle trafficate direttrici nord-est e nord-ovest,  ma il treno potrà essere utilizzato anche su altre destinazioni di domanda in crescita. L’ingresso in queste aree rappresenterà una nuova opportunità per milioni di viaggiatori che costantemente si muovono lungo queste direttrici e si inserirà nel processo di sviluppo, intrapreso da Italo, che nel 2015 ha trasportato oltre 9 milioni di passeggeri, con un incremento del 40% rispetto all’anno precedente.

Flavio Cattaneo, ha dichiarato "la serietà, l'affidabilità e la capacità di Alstom di offrirci il massimo nel minor tempo possibile sono alla base della nostra scelta. Abbiamo iniziato il nostro cammino insieme e continueremo insieme lungo una strada, che ci sta portando a crescere in un mercato difficile, ma che offre grandi possibilità di sviluppo per tutti. La domanda di mobilità in Italia è altissima e Italo si ripromette, con i suoi servizi di alta qualità e con i suoi nuovi treni ad altissima tecnologia, di riuscire a soddisfarne una parte sempre più importante. Il treno, come avete visto, sarà bellissimo”
“Siamo lieti che il successo del Pendolino, un treno versatile e performante che nel corso degli anni ha venduto più di 500 modelli in tutto il mondo, con oltre di 1 miliardo di chilometri di percorrenza, abbia conquistato anche Ntv. – Ha dichiarato Pierre-Louis Bertina– Questa scelta contribuisce al sostegno dell’industria locale. L’Italia ha un grande fabbisogno di trasporti, e la preferenza nazionale, a parità di qualità e di prezzo, si è sempre dimostrata un vantaggio per gli operatori.”
Gli 8 treni, acquistati da Ntv il 28 ottobre scorso, con un investimento di circa 460 milioni di euro,sono già entrati nella pianificazione degli stabilimenti Alstom di Savigliano (Cuneo), che si occuperà della progettazione e produzione del treno, Sesto San Giovanni progetterà e produrrà i sistemi di trazione e Bologna, si occuperà del segnalamento. La manutenzione del nuovo treno verrà effettuata nello stabilimento di Nola (NA), già responsabile della manutenzione di Italo. I treni  saranno consegnati a partire a fine del 2017 pronti ad entrare in servizio ad inizio 2018.
Alstom

Promotore della mobilità sostenibile, Alstom sviluppa e commercializza sistemi, apparecchiature e servizi per il settore ferroviario. Alstom gestisce la gamma più completa di soluzioni sul mercato – dai treni ad alta velocità, alle metropolitane e ai tram – oltre alla manutenzione, all’ammodernamento, all’infrastruttura e alle soluzioni di segnalamento associati. Alstom è leader mondiale nei sistemi ferroviari integrati. Ha conseguito un fatturato di 6,2 miliardi di euro e ha registrato commesse per 10 miliardi di euro nell’esercizio 2014/15. Con sede centrale in Francia, Alstom è presente in oltre 60 Paesi e conta attualmente 32.000 dipendenti.
NTV

E’ il primo operatore privato italiano sulla rete ferroviaria ad alta velocità e ha avviato la sua attività commerciale  il 28 aprile 2012. L'attuale flotta dei treni Italo è composta da 25 treni Agv 575 di ultima generazione in grado di viaggiare  fino a 360 Km/h. Con l’orario invernale Italo collega  15 stazioni di 11 città: Salerno, Napoli, Roma Termini, Roma Tiburtina, Firenze, Bologna, Reggio Emilia, Milano Rogoredo, Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Torino Porta Susa, Verona, Padova, Venezia Mestre, Venezia Santa Lucia (. Italo offre viaggi ricchi di esperienze di intrattenimento e servizi personalizzati, nel massimo comfort, e pensati per le diverse esigenze di ogni tipo di viaggiatore. 4 gli ambienti di viaggio: la Smart offre grande qualità a prezzi competitivi. L’extra Large è il mix perfetto tra la convenienza della Smart e il comfort della Prima. La Prima è dedicata a chi, in viaggio, cerca comodità e un servizio curato e attento, la Club,  un ambiente di viaggio esclusivo per i viaggiatori più esigenti. Per acquistare i biglietti di Italo, sono disponibili i numerosi canali di vendita: il sito web italotreno.it, l’app “Italo treno”, il Contact Center Pronto Italo (06.07.08), le agenzie di viaggio convenzionate e le biglietterie di Casa Italo in tutte le stazioni servite dal treno Ntv.
 




INPS: DIMINUISCONO NOTEVOLMENTE LE ORE DI CASSA INTEGRAZIONE

di G.G.

Nel corso del mese di novembre 2015, il numero di ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate è stato pari a 52,4 milioni, con una diminuzione del 38,5% rispetto agli 85,1 milioni dello stesso mese del 2014.

I dati destagionalizzati, calcolati per le sole componenti Ordinaria e Straordinaria, evidenziano – rispetto ad ottobre 2015 – una variazione congiunturale pari a -14,1%.

L'Inps ha reso noto che la notevole diminuzione delle ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) è ascrivibile anche al blocco autorizzativo disposto dall’Istituto e finalizzato all’allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal d. lgs. N. 148/2015.
Infatti, nel periodo intercorrente tra il 24/9/2015, data di entrata in vigore del d. lgs. 148/2015 – che ha introdotto importanti novità in merito agli ammortizzatori sociali – ed il 2/12/2015, data di pubblicazione della relativa circolare applicativa redatta sulla base del nulla osta del Ministero del Lavoro fornito in data 2/12/2015, l’Istituto ha bloccato le autorizzazioni delle richieste di CIGO pervenute.
 




LA FED FA VOLARE LE BORSE EUROPEE

Redazione

Forte rialzo per le borse di tutta Europa a seguito della decisione della Fed di aumentare i tassi, sintomo che l'economia statunitense può tenere un costo del denaro più alto.
Milano sale del 2%, in linea con Parigi (+2,2%) e Francoforte (+2,1%) e un passo avanti a Londra (+1,5%). Gli investitori sono confortati dalle rassicurazioni sulla gradualità della stretta monetaria. Attesi in Europa l'indice Zew sulla fiducia delle imprese tedesche e le vendite al consumo in Uk. Ancora giù il petrolio.

Asia si fida dell'economia Usa –  I listini asiatici hanno reagito bene alla promessa del presidente, Janet Yellen, di procedere a ulteriori strette in modo "graduale" e sono convinti che l'economia americana sia abbastanza forte da reggere a un aumento del costo del denaro. Tokyo ha chiuso in rialzo dell'1,6%, Sydney dell'1,5%, Seul dello 0,4%. Shanghai sale dell'1,7% e Hong Kong dello 0,6%.

Euro in calo dopo Fed a 1,0868 dollari
– Quotazioni dell'euro in calo dopo euro in calo dopo dopo il primo rialzo dei tassi di interesse dal 2006 deciso ieri dalla Federal reserve: la moneta unica europea viene scambiata a 1,0868 dollari e a 132,8 yen.

Petrolio: in calo poco sopra 35 dollari  – Continua la discesa del petrolio che arriva su prezzi vicini ai minimi da sette anni a questa parte: i contratti sul greggio Wti con scadenza a gennaio passano di mano a 35,42 dollari al barile; il brent viene scambiato a 37,12 dollari.
 




CONFINDUSTRIA: L'ECONOMIA ITALIANA NON DECOLLA

Redazione

L'economia italiana non "decolla", la crescita e' piu' lenta delle attese e sul sistema Italia pesa come un macigno il 'cancro' dell'evasione fiscale, che brucia 122,2 miliardi nel 2015, il 7,5% del Pil. Il Centro studi di Confindustria traccia un consuntivo di fine anno poco rassicurante dell'economia italiana e malgrado qualche elemento positivo come la ripresa dell'occupazione (ci saranno 650 mila nuovi posti in tre anni, stima viale dell'Astronomia) certifica di fatto quello che l'Istat e lo stesso governo hanno ammesso qualche settimana fa: il segno piu'' davanti al Pil c'e', ma la ripresa e' ancora molto timida. Il quadro fa dire al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan che "c'e' una ripresa ma debole, non un'accelerazione. Viviamo in un mondo post recessione e io sono tra quelli che ritengono che l'ipotesi di stagnazione secolare non sia cosi' peregrina". Il Centro studi dell'associazione degli Industriali mette nero su bianco insomma che l'Italia crescera' dello 0,8% quest'anno (e non piu' dell'1% come ci si aspettava a settembre) e dell'1,4% nel 2016. Un passo piu' deciso e' previsto nel 2017, con il Pil a +1,7%. Salvo che pero' la variabile terrorismo non assesti una ulteriore spallata alle speranze di ripresa. "Le ragioni per cui non si riesce a prendere il vento favorevole sono legate al fatto che ci sono comportamenti piu' prudenti, si tende a essere meno risoluti – spiega Il Csc – c'e' un tasso di risparmio molto basso, che e' ai minimi storici. Per noi resta un mistero questo rallentamento. Pensiamo comunque che nel corso di questo autunno ci sia una ripresa di slancio legati ai giudizi sugli ordini delle imprese che producono beni di consumo"

Quel che e' certo, ribadisce Confindustria, e' che i pesi che tradizionalmente l'Italia si porta alle caviglie non facilitano il recupero: un fisco vorace e una evasione fiscale da capogiro. Secondo una simulazione del Csc, una famiglia di due lavoratori dipendenti con un figlio in eta' scolare destina il 54,9% del reddito al pagamento dei contributi sociali e delle imposte, dirette e indirette. Quanto all'evasione fiscale e contributiva, certifica Confindustria, ammonta a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil. Solo la Grecia fa peggio di noi. Se si riuscisse a dimezzare questo fenomeno, secondo gli industriali, si potrebbe arrivare ad un 3,1% di maggiore Pil e in oltre 335mila occupati aggiuntivi. Un dato positivo viene invece dall'occupazione: per Confindustria la domanda di lavoro in Italia "e' ripartita" e nel triennio fino al 2017 saranno creati 650 mila posti di lavoro che portano a 815 mila il totale da quando sono ricominciati ad aumentare", ovvero dal 2014. Il recupero e' frutto dell'azione del governo, riconosce viale dell'Astronomia, secondo cui "sull'andamento dell'occupazione hanno avuto certamente un ruolo importante l'introduzione degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo determinato e le regole previste dal Jobs Act". Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, chiede un colpo di reni: "L'Italia continua in una fase di stentata crescita, migliora la percezione e l'ottimismo di consumatori e imprese ma lo scatto netto, bruciante, che lascia sul posto il passato e la crisi per agganciare una crescita stabile, quello ancora non c'e'", conclude.




RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA: SIGLATO ACCORDO TRA INTESA SANPAOLO E SCUOLA IMT

di Gianfranco Nitti

La Scuola IMT Alti Studi Lucca e Intesa Sanpaolo hanno sottoscritto un importante accordo di programma che apre alla collaborazione attiva tra IMT e l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo, il cui obiettivo è la ricerca e l’analisi delle innovazioni utili per il gruppo e per la sua clientela, a livello italiano e internazionale.

L’intesa è stata firmata da Carlo Messina, consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, e Pietro Pietrini, direttore di Scuola IMT Alti Studi Lucca, nell’ambito della cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2015-2016 di IMT.  L’accordo permetterà di avviare la pianificazione di progetti di ricerca che studenti e ricercatori di IMT condurranno insieme a Intesa Sanpaolo negli ambiti di reciproco interesse, focalizzando l’attenzione su profili innovativi e che interessano il settore della ricerca scientifica e tecnologica. Scuola IMT (istituzioni, mercati, tecnologie) Alti Studi Lucca, infatti, è all’avanguardia in questo campo e mediante l’accordo di collaborazione intende fornire ai proprio studenti e ricercatori un’ulteriore possibilità di approfondimento e specializzazione.

Il modello su cui è incentrata l’organizzazione della ricerca della Scuola IMT Alti Studi Lucca è quello della multidisciplinarietà all’interno del quale le scienze umane, le scienze naturali e matematiche e le scienze sociali dialogano grazie ad approcci versatili e innovativi, anche per la considerazione delle implicazioni applicative.  "L’accordo testimonia la rilevanza applicativa delle ricerche condotte in IMT, che vanno a interessare i sistemi del comportamento sociale ed economico e dei grandi fenomeni di risposta alle situazioni di crisi economica – ha dichiarato Pietro Pietrini – In questo senso è fondamentale l’approccio multidisciplinare e integrato che rappresenta il metodo della nostra scuola". La Scuola IMT Alti Studi Lucca in tal senso, proprio in considerazione di ciò, reputa di fondamentale importanza strategica l’accordo di programma con Intesa Sanpaolo consapevole che esso sia motivo, da una parte, di grande orgoglio e gratificazione, dall’altra, di grande responsabilità per la fiducia riposta. L’importanza strategica della collaborazione con Intesa Sanpaolo è sancita dal fatto che referente per l’accordo sia il direttore della Scuola IMT Alti Studi Lucca, Pietro Pietrini. "Reputiamo di grande importanza l’accordo sottoscritto con la Scuola IMT Alti Studi Lucca – ha sottolineato Maurizio Montagnese, Chief Innovation Officer di Intesa Sanpaolo -perché il nostro Gruppo ha da sempre l’obiettivo di sviluppare l’innovazione attraverso la ricerca e l’evoluzione dei processi in campo scientifico e tecnologico. Il nostro traguardo è quello di mettere a disposizione di un bacino sempre più ampio di clienti servizi e prodotti innovativi e di qualità. Siamo certi che, grazie al lavoro comune con un partner di questo livello, i risultati arriveranno e saranno di grande utilità per tutti i soggetti coinvolti".
 




CRAC BANCHE, 100 MILIONI PER RIMBORSARE I RISPARMIATORI

Redazione

I risparmiatori saranno tutelati. Sarà un ''fondo di solidarietà'' finanziato con 100 milioni proveniente dal Fondo interbancario per la tutela dei depositi la ''ciambella'' per salvaguardare i risparmiatori coinvolti dal crac delle 4 banche interessate dal decreto del governo. E' quanto prevede l'emendamento del governo presentato a Palazzo Chigi. Non sarà la Consob a svolgere il ruolo di "giudice" qualora si realizzasse l'idea degli arbitrati individuali per il ristoro di azionisti e obbligazionisti delle quattro banche alle quali si è applicato il decreto del governo. Sarebbe incoerente, affermano, che un "player" della vicenda possa ergersi a "giudice" per dirimere la controversia. Gli 'arbitri' saranno "scelti tra persone di comprovata imparzialità, indipendenza, professionalità e onorabilità" con decreto del presidente del Consiglio, su proposta del Mef e su delibera del CdM. Un altro emendamento prevede invece che "le modalità e i termini per la presentazione delle istanze" di rimborso dei risparmiatori , "i criteri di quantificazione, nonchè le procedure da esperire, che possono essere in tutto o in parte di natura arbitrale" saranno fissate con un decreto del Mef.

Inoltre arriva un finanziamento ponte da 2,5 miliardi per il fondo di risoluzione unico previsto dal decreto ''salvabanche''. Lo prevede uno degli emendamenti del governo sulle banche coinvolte dal crac. Prevista anche una norma che agevola gli istituti che contribuiscono, consentendo di evitare la penalizzazione dovuta al previsto calo dell'Ires.

Ci sono quasi 16 miliardi di euro di azioni di banche, medie e piccole, non quotate sui mercati regolamentari e difficilmente scambiabili che potrebbero inoltre perdere una parte consistente del loro valore nei prossimi mesi oltre che essere soggetti a eventuali bail in. E' quanto si ricava dai dati Consultique elaborati dall'ANSA che tengono conto di circa 20 istituti di credito.

I dati, spiegano dalla società di analisti indipendenti Consultique, prendono in considerazione il capitale netto che è poi il primo a rispondere delle eventuali perdite sia con le nuove regole che con le precedenti. Le azioni non sono necessariamente titoli 'a rischio' perchè dipende appunto dalla situazione della banca ma in alcuni casi sono illiquide, ovvero non scambiabili facilmente sul mercato come in Borsa e sono state vendute dalla rete delle filiali alla clientela retail magari in cambio di agevolazioni su finanziamenti, mutui o costi commissioni. Scorrendo la lista ai primi due posti vi sono la Popolare Vicenza e la Veneto Banca che possiedono un patrimonio rispettivamente di 3,7 e 2,9 miliardi di euro ma che vedranno, secondo gli analisti, presumibilmente una riduzione del valore delle azioni nel momento della prossima quotazione in Borsa da alcuni stimata fino all'85%.

Da notare che i due hanno anche rispettivamente 1,2 miliardi e 440 milioni di bond subordinati. E va considerato che i titoli delle due banche, come si è già visto, sono stati soggetti a pesanti revisioni del loro valore come ad esempio alla Popolare Vicenza dove le azioni sono state riviste da 62 a 48 euro per adeguarle ai pesanti interventi sul bilancio con l'emersione dei crediti deteriorati. Insomma una severa correzione che investirà gli azionisti e che però, secondo Consultique, non arriva senza avvisaglie. Ancora la Vicenza vedeva 'prezzate' le sue azioni a 1,5 rispetto al patrimonio netto a fronte di un rapporto a 1 o sotto questa soglia, delle altre principali banche italiane. Valori quindi elevati con l'aggravante che tali azioni non potevano essere scambiate sul mercato. Subito dopo le due venete vi è la Popolare di Bari con 1,3 miliardi, istituto cresciuto molto negli ultimi anni grazie alle acquisizioni ma su cui non stati rilevate anomalie particolari. Più staccata arriva la Cassa Risparmio Asti con 771 milioni e la Banca Sella con 617 milioni seguita dalla Cassa risparmio di Bolzano con 504 milioni. Chiude la lista la Banca di credito Popolare con 231 milioni.

L'obiettivo del governo è cercare "di salvaguardare tutti quei cittadini che hanno sottoscritto azioni ed obbligazioni in maniera inconsapevole, che non sono stati adeguatamente informati. Questo è un fatto gravissimo, che va appunto corretto". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, oggi alla Leopolda, parlando della vicenda 'salvataggio banche'. "Il governo – ha aggiunto – come ha detto il ministro Padoan, farà di tutto per trovare le vie per risarcire questi cittadini". "Siamo favorevoli al fatto che ci sia una commissione di inchiesta per capire chi ha mancato di vigilanza, di responsabilità, quindi non abbiamo paura di dire la verità, come sempre". Lo ha detto il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio rispondendo ai giornalisti alla Leopolda sulla vicenda salvabanche.

"Il governo intende dare una risposta. Stiamo preparando una norma che dispone la creazione di un fondo con il contributo delle banche". Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in Commissione Bilancio della Camera.

Il governo "ritiene che sia possibile definire un intervento compatibile con la disciplina europea degli aiuti di Stato", ha aggiunto Padoan, ricordando che sul caso delle 4 banche sono "in corso verifiche con la Commissione Ue".

"Non si può escludere che le 4 banche abbiano venduto obbligazioni subordinate a persone che presentavano un profilo di rischio incompatibile con la natura di questi titoli di investimento ma questo è quanto andrebbe accertato con un'analisi di ogni singola posizione", ha spiegato il ministro dell'Economia.

A 7 anni dall'inizio della crisi, "il sistema bancario italiano è rimasto in piedi e si è rafforzato in molti suoi punti senza usare neanche un euro di quei 1.100 miliardi spesi da altri in Europa per salvare le banche", ha rivendicato Padoan. Il progetto che coinvolgeva "il fondo di garanzia dei depositanti" non "è risultato praticabile dal nuovo quadro europeo. Quindi la Banca d'Italia ha avviato la procedura di risoluzione, preferibile alla liquidazione", che avrebbe avuto "conseguenze disastrose".

"Non c'è stato nessun baratto, è totalmente falso pensare che ci sia stata qualche forma di baratto tra flessibilità" e scelta di ricorrere al meccanismo di risoluzione anziché al fondo interbancario per il salvataggio delle banche. Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan alla Camera.

Via libera della Ue alla corte d'arbritato per aiutare le vittime del crac dei 4 istituti bancari. La costituzione di una corte d'arbitrato per andare in aiuto agli investitori privati vittime dei crac delle quattro banche è un'ottima idea, sottolineano fonti europee in attesa che da Roma venga resa nota ufficialmente quale soluzione il governo intende adottare.

L'idea di una procedura arbitrale presso la Consob, dunque, riceve parere favorevole da Bruxelles: spetterà a questa stabilire se sono stati venduti prodotti fraudolenti ai privati. A quel punto possono scattare i rimborsi a carico delle bad bank. Per realizzarli in tempi brevi, lo Stato può fare un pre-finanziamento alle bad bank, ma queste dovranno restituire i soldi nel corso del processo di risoluzione.

Riguardo la possibilità di aiuti umanitari per le vittime dle crac, le stesse fonti europee sottolineano che il fallimento di una banca e l'eventuale perdita, per esempio, di un appartamento da parte degli obbligazionisti che hanno subito perdite non può essere considerata una crisi umanitaria come quelle provocate da alluvioni o altri disastri




MATRIMONI DI LUSSO: ITALIA SI CONFERMA META PREFERITA

Roma fra le città più amate dagli stranieri facoltosi per sposarsi in Italia. Nei giorni scorsi siè tenuta a Roma la seconda edizione di BMII che fa incontrare buyer e seller italiani ed internazionali. Giulio Gargiullo Online Marketing Manager esperto di business con la Russia conferma i dati e segnala dati relativi alle coppie russofone. Aumentano i matrimoni di turisti internazionali in italia portando il fenomeno del “wedding tourism” ad un indotto di 350 milioni di euro, una crescita del +42% e una spesa media di 50 mila euro per matrimonio di 30 persone.

 

Redazione
Roma – L'Italia è la meta preferita al mondo per il wedding tourism. Secondo quanto segnala Federturismo su dati JFC Tourism & Management: “L'Italia è il Paese leader al mondo in questo settore: su 44 milioni di turisti che ogni anno visitano l'Italia, 352 mila – circa l'8% – lo fanno per sposarsi, festeggiare anniversari o per viaggi di nozze. La Francia è al secondo posto con 330 mila viaggiatori”.

Giulio Gargiullo Online Marketing Manager esperto del mercato russo commenta i dati: “Sono dati molto importanti questi che confermano l'abilità tutta italiana di attrarre, incantare ed accogliere persone da tutto il mondo persino per dire il sì più importante di tutta la vita. Fra le località preferite dai turisti internazionali per sposarsi in Italia ci sono: Verona, Venezia, Firenze, Roma, la campagna senese, la costiera amalfitana con Capri e in costante crescita il Salento”.

“Nel 2014 sono state 6.724 le nozze di stranieri celebrate in Italia, mostrando una forte crescita rispetto il 2013 che registrava 4.728 matrimoni e constatando quindi una crescita del +42% “ continua Giulio Gargiullo. Il 2 e 3 dicembre si è svolta a Roma presso il Salone delle Fontane dell'EUR BMII, la Borsa Internazionale del Matrimonio in Italia, l'evento B2B da più anni organizzato da Romafiere che fa incontrare buyer e seller italiani ed internazionali.

L'indotto totale del turismo matrimoniale in Italia è di ben 350 milioni di euro. Fra le prime nazionalità a sposarsi in Italia: inglesi, americani e russi. Come segnala l'organizzazione di BMII la spesa media di tali matrimoni è decisamente alta: 51mila euro per un matrimonio con 30 persone presenti, sposi inclusi.
Secondo una ricerca Jfc: "l’Italia rappresenta in primis 'storia e bellezze culturali' (16,3%), ma anche 'fascino e luogo desiderato' (12,9%), senza tralasciare motivazioni legate al fattore 'romanticismo e bellezza' (12%) e al 'cibo' (11%). E' importante anche il motivo del 'racconto' dell’esperienza, che hanno fatto amici o conoscenti che si sono sposati in Italia (10,5%), e il 'paesaggio' (10%)". Conclude Giulio Gargiullo Online Marketing Manager da più anni impegnato nel business Italia-Russia:” Secondo dati Yandex i russi e i russofoni preferiscono per sposarsi in Italia queste località: Venezia, Roma, la Sardegna, Firenze, il Lago di Como, la Sicilia”.
“Mentre le location preferite dagli sposi internazionali sono: hotel di charme ed i relais (29,6%), ville (19,3%) castelli e fortezze (14,8%). agriturismi (11,1%, prevalentemente in Toscana e palazzi storici (9,6%)”.




ECCO L'ITALIA CHE SI IMPOVRISCE: AUMENTANO I SENZATETTO, OLTRE 3 MILA IN PIÙ IN QUATTRO ANNI

Redazione

Si stimano in 50 mila 724 le persone senza dimora che, nei mesi di novembre e dicembre 2014, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l'indagine. Tale ammontare corrisponde al 2,43 per mille della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall'indagine, valore in aumento rispetto a tre anni prima, quando era il 2,31 per mille (47 mila 648 persone). Lo rende noto l'Istat che nel 2014 ha realizzato la seconda indagine sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, a seguito di una convenzione tra Istat, ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e Caritas Italiana.

Il collettivo osservato dall'indagine include tuttavia anche individui non iscritti in anagrafe o residenti in comuni diversi da quelli dove si trovano a gravitare. Circa i due terzi delle persone senza dimora (il 68,7%) dichiarano di essere iscritte all'anagrafe di un comune italiano, valore che scende al 48,1% tra i cittadini stranieri e raggiunge il 97,2% tra gli italiani. La quota di persone senza dimora che si registra nelle regioni del Nord-ovest (38%) è del tutto simile a quella stimata nel 2011, così come quella del Centro (23,7%) e delle Isole (9,2%); nel Nord-est si osserva invece una diminuzione (dal 19,7% al 18%) che si contrappone all'aumento nel Sud (dall'8,7% all'11,1%).

Rispetto al 2011, vengono confermate anche le principali caratteristiche delle persone senza dimora: si tratta per lo più di uomini (85,7%), stranieri (58,2%), con meno di 54 anni (75,8%), anche se, a seguito della diminuzione degli under 34 stranieri, l'età media è leggermente aumentata (da 42,1 a 44,0), o con basso titolo di studio (solo un terzo raggiunge almeno il diploma di scuola media superiore). Cresce rispetto al passato la percentuale di chi vive solo (da 72,9% a 76,5%), a svantaggio di chi vive con un partner o un figlio (dall'8% al 6%); poco più della metà (il 51%) dichiara di non essersi mai sposato. Anche la durata della condizione di senza dimora, rispetto al 2011 si allunga: diminuiscono, dal 28,5% al 17,4%, quanti sono senza dimora da meno di tre mesi (si dimezzano quanti lo sono da meno di 1 mese), mentre aumentano, le quote di chi lo è da più di due anni (dal 27,4% al 41,1%) e di chi lo è da oltre 4 anni (dal 16% sale al 21,4%).




UDINE: LA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI MANZANO LANCIA IL SOSTEGNO PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI

di Gianfranco Nitti
Udine
– L’Università, da oggi, si paga a rate,, e più sei bravo, meno ti costa. L’idea è della Banca di Credito Cooperativo di Manzano di Udine che offre agli studenti friulani l’opportunità di iscriversi all’Università in piena indipendenza economica, chiedendo loro di meritarsi il sostegno della banca attraverso lo studio.

L’importo concesso potrà essere restituito dopo 18 mesi dal conseguimento della laurea, a tasso molto vantaggioso (tarato a seconda del merito dello studente, estinguibile in un periodo massimo di 7 anni). Un sistema rivoluzionario ma già sperimentato in diversi Paesi per lo più anglosassoni (come Inghilterra e Usa ma anche in Scandinavia), che oltre ad allegerire il ‘peso’ delle spese universitarie alle famiglie, responsabilizza il giovane a impegnarsi nello studio per mantenere le condizioni del prestito. Tutto questo è University Banca Manzano, iniziativa accolta positivamente anche dai rettori degli atenei di Udine e Trieste, Alberto F. De Toni e Maurizio Fermeglia.

University Banca Manzano funziona così: il prestito viene concesso senza richiedere alcuna garanzia bancaria, se non lo studio, l'impegno e il rendimento scolastico. L’iniziativa si rivolge agli studenti residenti nel territorio di competenza di Banca Manzano e iscritti alle Università di tutta Italia, con un’età pari o inferiore ai 30 anni. Il requisito del merito è molto importante per accedere a University: per le ‘matricole’ vale il voto di diploma (almeno 75/100), per gli iscritti agli anni successivi servono almeno 45 crediti formativi universitari (cfu) per ogni anno di corso e una media voto minima di 26/30. Per la definizione della rata, invece, beneficiano di maggiori agevolazioni gli studenti soci (o figli/nipoti di soci) più meritevoli (voto di diploma 100, media voto universitaria 29/30), seguiti dagli studenti soci (o figli/nipoti di soci) e da tutti gli altri studenti. Per maggiori dettagli e informazioni, oltre alle filiali di Bcc Manzano, è possibile visitare il sito internet www.university.bancamanzano.it, dove, oltre alle Faq, è disponibile una sezione per il calcolo della rata del prestito. E’ attiva anche la pagina Facebook ‘UniversityBancaManzano’.

 "Abbiamo pensato a un progetto di questo tipo – chiarisce il presidente Silvano Zamò – perché comprendiamo i piccoli e grandi sacrifici a cui le famiglie sono chiamate per far studiare i propri figli. Con University Banca Manzano diamo la possibilità ai ragazzi più in gamba di frequentare l’Università e rendersi indipendenti, mettendo al primo posto il merito e la voglia di fare. Come già avvenuto con l’avvio del progetto Factory – aggiunge Zamò – dimostriamo con i fatti di credere nei giovani e nel loro desiderio di mettersi in gioco: rappresentano il nostro futuro, quindi scendiamo in campo con iniziative pensate per stimolarli e accompagnarli nel loro percorso di crescita, umana e professionale".

I commenti di De Toni e Fermeglia. "Riteniamo che iniziative capaci si supportare i giovani in un percorso di formazione superiore non possano che essere salutate con favore – dichiara il magnifico rettore di Udine Alberto F. De Toni –.  Come ateneo, accanto alla forte attenzione al tema del diritto allo studio, promuoviamo anche le azioni private. Un esempio sono i bandi che l’Università di Udine emana annualmente per l’istituzione e l’assegnazione di premi di laurea per valorizzare il lavoro di studio e ricerca dei nostri studenti, e che sono suddivisi nelle tre tipologie del sostegno al merito, della promozione dell’eccellenza e dell’investimento in cultura». Positivo anche il commento del magnifico rettore di Trieste, Maurizio Fermeglia: «Questa iniziativa si posiziona come un affiancamento alle azioni pubbliche di diritto allo studio per avvicinare il maggior numero possibile di giovani all'università, nella consapevolezza che il futuro del nostro territorio dipende da una popolazione giovane, dinamica, acculturata e competente. Nei prossimi anni – chiude il rettore – i mestieri caratterizzati da un elevato livello di competenze culturali, scientifiche e tecnologiche avanzate saranno preponderanti rispetto ad altri mestieri. L'alta formazione universitaria sarà sempre più rilevante nello sviluppo di un territorio".
 




FARMACO EPATITE C: SOSPETTI SULL’AIFA. CHIESTO L’INTERVENTO DELL’ANTITRUST

Il M5s definisce "grave" la modifica apportata dall’AIFA che riguarda il meccanismo di rimborso, che passa da pay back (cash) a nota di crediti: "Lede gravemente gli interessi dei pazienti”

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di Cinzia Marchegiani

Sul farmaco supercostoso che sembrerebbe alla base di un trattamento ad uso compassionevole che costa quasi dai 45 mila euro a 75 mila euro prezzo al pubblico, mentre se sostenuto dalle ASL il prezzo si dimezzerebbe notevolmente, l’AIFA con Determina n. 1.427/2015 pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 12 novembre 2015 andava a modificare il meccanismo di rimborso prezzo/volume per le specialità medicinali Sovaldi e Harvoni. Con la modifica apportata l'azienda Gilead dovrà provvedere all'emissione di note di credito, anziché pagamento cash (pay back), per le strutture sanitarie autorizzate fino a concorrenza degli importi dovuti alle regioni per un totale di 193.780.597 euro. Non solo ma è stato anche dichiarato che seguiranno prossime determinazioni al raggiungimento dei successivi scaglioni di trattamento – associate a sconti crescenti – attesi in funzione della rapidità con cui le Regioni provvederanno ad avviare al trattamento con Sovaldi/Harvoni i pazienti che rientrano nei criteri di rimborsabilità fissati dalla CTS.

Chiesto l’intervento dell’AGCOM da parte dei deputati M5s in commissione Affari Sociali. Tuonano i deputati del M5S in commissione Affari Sociali: “La modifica del meccanismo di rimborso, che passa da pay back a nota di credito, riguardo uno dei farmaci innovativi più importanti per l’eradicazione dell'Epatite C, lede gravemente gli interessi dei pazienti. Con la modifica contrattuale introdotta dalla Determina AIFA n.1.427/2015, la ditta Gilead, di fatto, non restituirà alle Regioni oltre 193 milioni di euro bensì darà solo l’opportunità di acquisire, esclusivamente presso di lei, nuovi trattamenti fidelizzando i centri deputati alla somministrazione del farmaco”.

Un’interpellanza per vigilare sull’AIFA. “Il M5S da mesi lamentava una gestione dell'Agenzia Italiana del Farmaco che non fa gli interessi del Paese e, quanto accaduto riguardo la rivisitazione delle clausole contrattuali sul pay back del Sovaldi, ne è solo un’ulteriore dimostrazione. Sull’argomento presenteremo alla Camera un’interpellanza urgente, a prima firma Giulia Grillo, per chiedere ai ministri della Sanità e dell’Economia, che dovrebbero vigilare sull'Agenzia, se sono informati della situazione. Riteniamo – aggiungono i deputati – che questa modifica al contratto possa ledere gravemente la concorrenza in quanto vincola importanti risorse per acquisire trattamenti che potrebbero essere meno costosi, autorizzati dalla stessa Aifa – tutti i contratti sono secretati, per cui è impossibile avere informazioni certe – Più volte, senza mai ottenere risposte serie, abbiamo chiesto al ministro Lorenzin di intervenire affinché l'Aifa agisca nel rispetto dei principi di trasparenza e risparmio".

I deputati del M5S chiedono l’intervento dell’antitrust per contrastare la gestione scellerata dell’AIFA. "Chiederemo – concludono i deputati M5s – all'Autorità garante della Concorrenza del Mercato e a quella dell'Anticorruzione di porre fine a questo scellerato modo di gestire un'Agenzia che governa una spesa superiore ai 25 miliardi di euro l'anno”.
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