GAETA, OLIVE: VERSO LA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA

Red. Economia

Gaeta (LT) – Partita ufficialmente, la protezione transitoria a livello nazionale dell’Oliva di Gaeta con la conseguenza che, l’utilizzo di tale denominazione viene riservato al prodotto ottenuto in conformità al disciplinare di produzione trasmesso alla Commissione Europea per la registrazione come denominazione di origine protetta.

Si aprono quindi le iscrizioni al Consorzio di Tutela e all’Organismo di Controllo 3A-PTA per gli agricoltori e le imprese di lavorazione (come le imprese di trasformazione e di confezionamento), costituenti le categorie di soggetti economici interessati dalla filiera dell’Oliva di Gaeta.

L’adesione all’Organismo di Controllo e la certificazione da parte di questo delle produzioni di olive da mensa derivanti dalla cultivar Itrana, sono essenziali ai fini della commercializzazione, delle olive stesse, con la denominazione Olive di Gaeta in Protezione Transitoria. La Protezione Transitoria terminerà e sarà sostituita dalla Denominazione di Origine Protetta con l’approvazione definitiva, da parte dell’Unione Europea, del Disciplinare di Produzione già trasmesso a dicembre del 2015.


A renderlo noto è il Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell’Oliva di Gaeta D.O.P. – in qualità di soggetto legittimato dal MIPAAF a presentare domanda di riconoscimento per la DOP ai sensi del regolamento (CE) n. 1151/2012 – costituito da produttori e trasformatori interessati alla migliore valorizzazione di questo importante prodotto dell’economia agricola Laziale; l’areale di produzione riguarda quarantaquattro comuni, quarantadue dei quali sono compresi nelle province di Latina, Frosinone e Roma, mentre due nella provincia di Caserta.

Il presidente del Consorzio proponente la D.O.P., dottor Maurizio Simeone e il Vice Presidente dottor Giuseppe Suprano (UNAGRI), esprimono soddisfazione e ringraziano tutti i soggetti che hanno fornito il loro contributo per questo importante traguardo, in particolar modo l’ARSIAL (l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio) il cui contributo tecnico è stato determinante.

 




CANONE RAI IN BOLLETTA: ARRIVA LA BOCCIATURA DEL CONSIGLIO DI STATO

Redazione

Mancanza di "un qualsiasi richiamo ad una definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo", dal momento che sul mercato sono ormai disponibili molti "device" per la ricezione dei programmi. Nessun riferimento allo scambio dati tra vari enti necessario per l'addebito. Formule tecniche di non facile comprensione.
Segnalando queste "criticità", il Consiglio di Stato invita l'amministrazione a rivedere il regolamento sul canone Rai in bolletta, sospendendo il proprio parere in merito.

Il Consiglio di Stato osserva anche che la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy, vista l'elevata mole di dati che si scambieranno gli "enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l'energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell'interno, Comuni e società private)". Eppure il decreto ministeriale non prevede neanche uno straccio di "disposizione regolamentare" che assicuri il rispetto delle normativa sulla riservatezza.

Sempre il Consiglio di Stato stigmatizza la scarsa chiarezza del decreto ministeriale che pure tratta una materia molto sentita dagli italiani. Oscuro, ad esempio, è il passaggio che definisce le categorie di utenti tenute al pagamento dell'imposta per Viale Mazzini. E poi c'è il capitolo della dichiarazione che bisogna inviare all'Agenzia delle Entrate per attestare di non avere il televisore. Gli adempimenti in capo a chi non deve versare la gabella tv sono tali da imporre allo Stato una campagna d'informazione capillare, che il decreto però si guarda bene dal chiedere.

Infine il Consiglio di Stato punta l'indice sul fatto che il ministero dell'Economia non ha dato un formale via libera (attraverso il meccanismo del "concerto") al decreto scritto dal ministero dello Sviluppo Economico. Il ministero dell'Economia si è limitato ad una presa d'atto dell'esistenza di questo atto. In assenza del "concerto", però, si rischia di inficiare la "correttezza formale" dell'iter amministrativo




UN REPORTAGE SUL GIOCO D’AZZARDO LEGALE IN ITALIA

Redazione

i dati forniti dagli operatori attivi nel mercato del gioco online, confermano che  in Italia prosegue la crescita dei casinò online. Grazie a una spesa che supera i 30 milioni di euro nel mese di gennaio, possiamo dire che è stato registrato un aumento pari al 34% rispetto al 2015. Si tratta di dati che sono coerenti con le campagne mediatiche che i principali siti di gioco digitale stanno portando avanti con successo da diversi mesi, ormai.

Si tratta di un settore che potenzialmente non conosce grande crisi, visto che non risponde a regole economiche e finanziarie standard. Così, mentre in un primo momento, parliamo del trend di 8-9 anni fa, c’era stata una certa diffidenza e riluttanza verso il gioco d’azzardo online, oggi grazie anche a strumenti come Paypal che rendono più semplice avere un conto online o una prepagata, tutto diviene veloce, semplice e automatico. Del resto gli store di Google Apple e Amazon, hanno contribuito a rendere più normale fare transazioni monetaria attraverso internet. Il problema principale riguardava infatti la sicurezza e la trasparenza. Ed ecco che qui entrava in gioco l’ente AAMS a controllo e verifica che i casinò online operassero in trasparenza e in correttezza.

Superato questo ostacolo, è stata una gara in discesa per i siti specializzati nel gioco online. Infatti oggi per chi gioca online, è diventato tutto molto semplice, chiaro e sicuro. Ci sono sistemi di pagamento che sono creati appositamente con un sistema crittografico fatto per rendere sempre più affidabile il servizio. Anche per queste ragione probabilmente la spesa registrata negli scorsi mesi è dovuta all'aumento del numero di giocatori sul territorio italiano. La motivazione più importante che ha fatto registrare un segno positivo così netto rispetto all'anno scorso è da ricercare nell'intervento dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha fatto un buon lavoro in ottica di recupero crediti per il gioco non autorizzato. Bisogna poi tenere conto del fatto che la probabilità conta tantissimo, in ottica di gioco online per quanto riguarda sale da gioco e casinò online. Molti esperti e matematici che hanno trattato il legame tra gioco e teoria dei numeri nonché di dati statistici, si sono posti il problema di applicare le leggi della probabilità ai giochi per cercare di dedurne il comportamento, potendo così effettuare delle previsioni. Per quanto riguarda giochi come la roulette o il blackjack esistono dei veri e propri metodi per aumentate le probabilità di vincita, che spesso gli utenti più navigati conoscono bene in quanto giocatori esperti.




BORSE: VOLA UNICREDIT

Redazione
 
Roma – Stamattina Piazza Affari è in netto rialzo con le Banche, a mezz’ora dall’apertura è salito al 2% il Ftse Mib con Unicredit che ha guadagnato il 5%, Bper ha guadagnato il +4,8%. Spiccano il volo anche assicurazioni, industriali, utility. Soltanto un titolo è rimasto in rosso, ovvero Yoox Net-a-Porter che cede però soltanto lo 0,12%. Nel finale di seduta recuperano anche le borse asiatiche che limitano le perdite, al primo calo dello yen che in sei giorni dal calo ha tenuto a galla i mercati azionari. Tokyo è salita dello 0,46%, Hong Kong rimane allo 0,5%, Shanghai e Shenzen perdono l’1%, Seoul chiude con -0,09%. Anche le borse europee ottengono un netto rialzo. Londra sale dello 0,46% a 6.165,61 punti. Francoforte sale con 0,49% a 9.576,40 punti e Parigi sale con 0,31% a 4.259,10 punti.



ENASARCO, STORICHE VOTAZIONI : 270MILA AGENTI CHIAMATI AL VOTO

di Vincenzo Giardino

Per la prima volta in 70 anni di storia dell’Enasarco, 270mila agenti di commercio potranno votare direttamente per eleggere i propri esponenti nell’Assemblea dei Delegati. L’obiettivo è rendere l’ente più accessibile, efficiente e adeguato ai bisogni della categoria, migliorare la copertura sanitaria e l’aggiornamento professionale, consolidando la collaborazione con il mondo della formazione e fornendo più servizi ai rappresentanti e alle ditte mandanti.

La Fondazione Enasarco fu creata più di 70 anni fa per tutelare il futuro della categoria. Una lungimirante intuizione che assicura ogni anno più di 100mila pensioni e 70mila liquidazioni FIRR e l’assistenza  previdenziale e sanitaria agli agenti di commercio italiani. Negli ultimi anni, la Fondazione, è stata oggetto di attenzione da parte di programmi televisivi (Le Iene) e di alcuni giornali, per le critiche sulla gestione dei fondi usati per investimenti discutibili, che hanno causato pesanti perdite di liquidità, gravate sui contributi di questa categoria di professionisti non sempre considerati con il giusto peso. 

Queste elezioni danno l’opportunità di essere rappresentati da agenti di commercio, consentendo di offrire interlocutori che capiscano le problematiche previdenziali e professionali della categoria. Sono molte le liste presentate, alcune di esse sono sponsorizzati dalle grosse organizzazioni sindacali che non hanno fatto molto per regolarizzare nel corso degli anni una adeguata tutela agli iscritti.

La categoria degli agenti di commercio è costituita da persone che possiedono un altissimo senso pragmatico, derivante dal  tipo di attività, pertanto sapranno scegliere i loro rappresentati non influenzati dalle solite logiche della politica dei sindacati, che in Italia ha danneggiato più di una categoria di lavoratori.

 




EQUITALIA, ARRIVA LA SANATORIA PER I VECCHI DEBITI: ECCO COME FUNZIONA

Redazione

Obbligare Equitalia ad accettare la rateizzazione dei debito dei cittadini insolventi con l'erario o con l'Inps. Anna Maria Bernini, ex ministro delle Politiche Ue nel governo Berlusconi IV e oggi senatrice di FI, vuole lanciare un salvagente a chi se la passa male con il fisco. Insieme al collega Emilio Floris e dietro l'impulso di Italo Furlotti, presidente del 'Movimento oppressi dal fisco', ha depositato e presentato ieri al Senato un testo sul quale, ha assicurato, si impegnerà a raccogliere tutte le firme dei senatori.

Il ddl di 'rottamazione dei ruoli' (così denominato dalla stessa Bernini) è destinato a due diverse tipologie di cittadini:

– in 'grave difficoltà finanziaria', ovvero con un debito per oltre il 50% precedente al 31 dicembre 2010;

– in 'momentanea difficoltà finanziaria', con un debito oltre il 50% precedente al 21 dicembre 2012.

I primi accettano il pagamento integrale dell'Iva, pagamento integrale contributi o il 75% dei tributi, ottenendo lo stralcio integrale di sanzioni, interessi e dell'aggio di riscossione.

Quelli in momentanea accettano lo stesso trattamento, pagando il 95,5% dei tributi, fermi restando lo stralcio come nel caso precedente.

Per importi inferiori a 50mila euro, il debito si estingue con 8 rate trimestrali pagabili in 2 anni.

Per quelli superiori a 50mila euro: 12 rate trimestrali, pagabili in 3 anni.

"Non è un condono – ha spiegato Bernini – perché non ha come destinatari dei biechi evasori fiscali ma persone normali che lavorano – artigiani, commercianti, imprenditori – che a fine mese si trovano davanti al drammatico interrogativo se pagare il mutuo, i dipendenti o le rate del fisco. E dato che la soglia della povertà è aumentata drasticamente, non di rado a domandarsi come fare per mantenere i figli e la famiglia e con quali soldi comprare da mangiare".

Le cifre non lasciano scampo: al 28 febbraio 2015, scrive Bernini, le somme iscritte a ruolo a carico dell’agente della riscossione ammontavano a 682,2 miliardi ma 580,2 di questi sono da considerare prudenzialmente inesigibili e il loro recupero risulta incerto. "Invece, con la nostra proposta, l'erario è in grado di recuperare questi crediti", ha assicurato la senatrice di FI.

"Ora – ha spiegato Bernini – il contribuente va da Equitalia e chiede 'per favore' di poter negoziare un piano di rientro. Con la nostra proposta invertiamo l'ordine dei fattori: obblighiamo l'agente della riscossione, sulle base di un calcolo aritmetico che consente all'erario di recuperare i crediti deteriorati, riducendo l'importo del capitale eliminando gli interessi, ad accettare un piano concordato di rientro, con una rateizzazione compatibile con le possibilità finanziarie del contribuente".




UNIVERSITÀ: LAUREATI IN ECONOMIA IN PRIMA FILA NEL MONDO DEL LAVORO

Red. Economia
La scelta del proprio percorso universitario è un momento molto importante, perché traccia quel sentiero professionale che il giovane studente percorrerà fino al conseguimento della laurea, per poi entrare attivamente sul mercato del lavoro. Ed è proprio in questo senso che la scelta di una facoltà di Economia può rivelarsi una mossa particolarmente azzeccata: oltre a garantire un'altissima percentuale occupazionale, questo percorso si rivela l'ideale per chi ama studiare gli scambi, il reddito, i movimenti di capitali e le interazioni economiche che si svolgono nella nostra società. Se vi piace la matematica e volete appropriarvi di tutti gli strumenti per comprendere il funzionamento delle transazioni e delle logiche commerciali, questo è quello che fa per voi.

Dove studiare economia La professione dell'economista è una prova lampante di quanto possa diventare affascinante questa laurea. Si tratta, infatti, di una figura fondamentale per le aziende, in quanto si occupa di studiarne i flussi finanziari e di adattarne le strategie ai comportamenti del mercato. Ma come diventare economisti? La Capitale offre un centro fondamentale per tutti coloro che vivono nel Lazio e non solo, infatti vi è una grande concentrazione di atenei molto validi per tutti gli interessati allo studio della materia. L'unica difficoltà è quella di vivere a Roma. Tra affitti troppo costosi, mezzi pubblici non efficienti, non considerando anche le normali difficoltà di tutti i giorni, sono in centinaia (specialmente coloro che vivono fuori città) che, nonostante decidano di studiare questa facoltà a Roma, optano per una delle università telematiche più rinomate della capitale, in modo da eliminare tutte le problematiche legate al recarsi giornalmente in città per seguire le lezioni, riducendo non solo lo stress ma anche i costi.

Una laurea che ripaga La professione dell'economista è anche una delle più ricche in circolazione. infatti, non solo gli economisti trovano nell’87,9% dei casi un lavoro davvero ben retribuito, ma riescono anche ad arricchirsi facilmente. Tanto che l'8% delle persone più ricche al mondo abbracciano appunto questa professione. In altre parole, se il vostro desiderio è di ambire ad una posizione di prestigio in una delle tante aziende internazionali, e di guadagnare uno stipendio da capogiro, la laurea in economia potrebbe rappresentare un ottimo biglietto da visita. Certo, per ambire alle posizioni più importanti dovrete per forza proseguire con una specializzazione e successivamente con un master: e anche da questo punto di vista, le facoltà di economia offrono l'imbarazzo della scelta.

Gli sbocchi lavorativi con una laurea in economia I possibili sbocchi lavorativi con una laurea in economia nel taschino sono davvero ampi e variegati. Innanzitutto, va specificato che potrete lavorare non solo per le aziende, ma anche come liberi professionisti (aprendo un vostro studio da commercialista), oppure facendovi ingaggiare dalle amministrazioni comunali. Inoltre, avrete l'opportunità di lavorare in diversi settori: dalla contabilità alla gestione delle risorse, passando ovviamente per il marketing. Soprattutto quest'ultima è una professione particolarmente adatta a chi ama i numeri, ma anche la creatività.

 




IL MERCATO DEI CASINÒ ONLINE: ECCO I NOMI DEGLI OPERATORI CHE GUADAGNANO DI PIÙ

Red. Economia

Il mercato del gioco online, e in particolare quello dei casinò online, continua a crescere senza sosta da diversi mesi. Infatti, dopo aver fatto registrare un +31% nei 12 mesi del 2015, anche gennaio e febbraio del 2016 stanno proseguendo questo trend positivo per tutto il settore. Possiamo dire che in Italia i casinò online stanno vivendo un vero e proprio boom che, a detta degli analisti, è continuato a durare ancora per diverso tempo.

In questo scenario è inevitabile che i grandi operatori del settore si diano battaglia per conquistare fette di mercato sempre più ampie, eppure la situazione rimane sempre piuttosto frammentata tanto da non trovare un operatore che domina sul resto. Certo, guardando le stime della rivista specializzata gioconews.it ci sono due operatori che guidano il settore avendo le stesse quote di mercato, ovvero il 10,3% a testa. Ci riferiamo a Lottomatica e Microgame. C’è da dire, però, che rispetto al mese di gennaio proprio Lottomatica, ha subito un calo di introiti in quanto aveva il 12,6% delle quote. Sul terzo gradino del podio troviamo Sisal con un buon 7,7%. I primi tre posti, dunque, sono tutti occupati da società italiane, mentre a seguire in questa speciale classifica ci sono i grandi player europei che per forza di cose sono costretti ad inseguire visto rispetto agli operatori italiani che godono di un vantaggio notevole in quanto brand già affermati da diversi anni nel nostro Paese. Ad inseguire, come detto, ci sono quasi esclusivamente operatori stranieri come ad esempio William Hill che ha il 7,5% e Pokerstars con il 6,4, ma troviamo anche un altro operatore italiani, Snai Cogetech, che però è decisamente più attivo sul fronte scommesse più che sui casinò online. Tra gli operatori che sono presenti in entrambi i mercati con quote interessanti troviamo Bwin 6,1% e Paddy Power Casinò Online con il 2,5%. Nei prossimi mesi immaginiamo, poi, che il colosso delle scommesse Bet365, riesca a migliorare le sue performance del suo neonato casinò online rispetto all’1,7% attuale.
 




DRAGHI, COLPO DI SCENA DELLA BCE: TASSI AZZERATI

Redazione Economia

Tassi di interesse a zero, l'ammontare degli acquisti mensili di titoli nell'ambito del 'quantitative easing' esteso a 80 miliardi, l'allargamento del programma alle obbligazioni delle aziende e Tltro a tassi negativi, ovvero le banche potrebbero di fatto essere pagate dalla Bce per fornire credito all'economia. Piu' che un bazooka, una "bomba nucleare", ha scherzato un giornalista durante la conferenza stampa di Mario Draghi, che ha stupito i mercati con un allentamento della politica monetaria molto piu' vasto di quanto si attendessero i mercati, i quali puntavano su un'estensione del 'Qe' da 60 a 70 miliardi e un intervento limitato ai soli tassi sui depositi. Francoforte, invece, non ha solo portato questi ultimi dal -0,3% al -0,4% ma ha abbassato il 'refi', ovvero il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, dallo 0,05% a zero e il tasso marginale dallo 0,3% allo 0,25%.

Oltre all'allargamento del 'Qe' ai corporate bond, e' stato poi alzata una seconda volta, dal 33% al 50%, la quota di titoli che l'Eurotower puo' acquistare per ogni singola emissione. E la nuova tornata di 'Tltro', ovvero di prestiti agevolati alle banche condizionati all'emissione di prestiti all'economia, potra' avere tassi bassi fino ai livelli dei tassi sui depositi, ora negativi. Cio' significa, quindi, che le banche, cosi' come ora devono pagare per parcheggiare le riserve nelle casse di Francoforte, potrebbero venire pagate per fornire credito. Questo allentamento senza precedenti, approvato – ha spiegato Draghi – a "maggioranza schiacciante" (e senza Jens Weidmann, il falco della Bundesbank, tra i membri del direttivo con diritto di voto) e' dovuto al radicale mutamento del quadro macroeconomico avvenuto negli ultimi mesi, con il forte aumento della volatilita' dei mercati e una ripresa che ancora stenta. Le nuove stime della Bce illustrate da Draghi stesso parlano chiaro: le stime sul tasso di inflazione nell'Eurozona per il 2016 sono state abbassate drasticamente dall'1% allo 0,1% e quelle sul Pil dall'1,7% all'1,4%.

Sarebbe però superficiale ritenere che Draghi abbia messo in campo l'artiglieria pesante solo per rispondere al deterioramento delle condizioni finanziarie. Come ha sottolineato lo stesso presidente della Bce, andranno "sfruttate le sinergie" di misure che sono l'una il presupposto dell'altra. E' l'abbassamento ulteriore dei tassi e l'allargamento del 'Qe' ai corporate bond che consente agli acquisti di salire a 80 miliardi al mese. Dal momento che la Bce non puo' comprare titoli che abbiano un tasso inferiore a quello sui depositi, l'ulteriore flessione di quest'ultimo consente infatti di allargare la platea di obbligazioni acquistabili. Non dimentichiamo che gia' un anno fa, quando il 'Qe' parti', piu' di un analista aveva paventato che l'Eurotower poteva rischiare di trovarsi presto senza piu' bond da comprare, dato che i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi si stavano piantando sotto lo zero su scadenze sempre piu' estese. Cosi' come il nuovo piano 'Tltro' mitiga le possibili ripercussioni dei tassi negativi sulla redditivita' delle banche, un problema che Draghi non ha registrato "a livello aggregato" ma ha riconosciuto che puo' verificarsi.

Il rally sui mercati innescato dalle nuove misure e' pero' sfumato subito e le principali borse europee hanno chiuso negative, con la sola Madrid appena sopra la parita' (+0,07%). L'Ftse 100 di Londra ha perso l'1,78%, il Dax di Francoforte il 2,31%, il Cac 40 di Parigi l'1,70% a 4.350 punti e l'Ftse Mib di Milano lo 0,50%. La brusca inversione di tendenza non e' semplice da interpretare. I listini mostrano una flessione forte e generalizzata dei titoli industriali e delle materie prime (il prezzo del petrolio era pero' tornato in calo gia' stamattina). Cio' e' probabilmente connesso all'impennata dell'euro successiva alla dichiarazione di Draghi secondo la quale non e' previsto un ulteriore abbassamento del costo del denaro. I titoli delle imprese esportatrici che speravano in un tonfo della moneta comune sono quindi stati puniti. L'andamento dei finanziari e' stato invece diseguale. Milano e Madrid se la sono cavata perche gli acquisti sui bancari sono stati abbastanza robusti da limitare i danni.

A Francoforte invece sono andate in rosso anche le banche, sia pur di poco. Cio' esprime probabilmente il differente impatto dei nuovi stimoli sui diversi sistemi bancari dell'Eurozona. Le banche italiane e spagnole, con la pancia piena di sofferenze, hanno guardato con sollievo al nuovo piano di 'Tltro' e all'estensione del 'Qe' ai covered bond, che avra' un impatto positivo su quelle aziende che della banche sono debitrici. Cio' sembrerebbe confermato dalla chiusura in rialzo di Atene (+2,09%) e dalla lievissima flessione di Lisbona (-0,11%). L'erosione della redditivita' degli istituti connessa ai tassi negativi preoccupa invece soprattutto le banche tedesche, come dimostrato dalle forti critiche delle 'sparkasse', le casse di risparmio teutoniche, nei confronti della politica della Bce.




GUARDIA DI FINANZA, RAPPORTO ITALIA: DANNI PATRIMONIALI PER 4 MILIADI

di Angelo Barraco
 
Roma – La Guardia di Finanza ha reso disponibile sul suo sito internet e sul profilo Twitter un rapporto che indica come l’Italia, nell’anno 2015, abbia subito un danno patrimoniale superiore ai 4 miliardi a causa degli sprechi nella Pubblica amministrazione e le truffe ai finanziamenti pubblici. Le operazioni della Guardia di Finanza hanno portato alla scoperta di finanziamenti pubblici illeciti, comunitari e nazionali, che ammontano ad un miliardo. Le operazioni eseguite hanno portato alla denuncia di 4.084 soggetti e all’arresto di 38 soggetti. La Guardia di Finanza ha sgominato truffe al sistema previdenziale e sanitario nazionale che ammontano a 300 milioni, vi sono state anche le denunce che ammontano a 6.779, inoltre 27 dei denunciati sono stati arrestati. Sono 2.644 gli accertamenti svolti su delega della Corte dei Conti, tali accertamenti hanno portato alla segnalazione di 8.021 soggetti. Per quanto riguarda l’ambito della pubblica amministrazione, sono state svolte 3.870 indagini e sono state denunciate 3.179 persone, il 56% per abuso d’ufficio, il 21% per peculato, il 23% per corruzione e concussione e 177 sono stati arrestati. Dal rapporto inoltre emerge che nel 2015, quasi un terzo degli appalti pubblici è stato assegnato illegalmente per un valore che ammonta a 3,5 miliardi. Sono state denunciate 1.474 persone e sono scattate le manette per 73 soggetti. Come non parlare degli evasori fiscali totali, ovvero soggetti che sono sconosciuti al fisco malgrado abbiano prodotto reddito. I dati del 2014 riportavano un numero di soggetti pari a 8mila. Nel 2015 invece la Guardia di Finanza ha scoperto 8.485 soggetti, 13.665 sono stati denunciati e 104 arrestati. Le forze dell’ordine hanno posto sotto sequestro diversi beni appartenenti ai responsabili di reati fiscali. La Guardia di Finanza ha condotto intense attività investigative in merito alle frodi e all’evasioni, le indagini sono state circa 20mila e le verifiche circa 85mila. I finanzieri hanno smascherato 2.466 casi di società fantasma che operava attraverso crediti iva fittizi, denominati “frodi carosello”, sono stati individuati 444 casi di evasione internazionale. Inoltre sono stati individuati 5.184 datori di lavoro che hanno fatto lavorare in nero circa 11.290 soggetti, e 12.428 lavoratori irregolari. Nell’ambito delle sale scommesse, è stata rilevata un’irregolarità del 30%. La GDF ha effettuato 5.765 controlli in numerosi centro scommesse e nel 30% dei casi sono state individuate delle irregolarità. Sono stati sequestrati 576 apparecchi da gioco e 1.224 postazioni di scommesse clandestine. Sono state individuate 36milioni di giocate nascoste al fisco. Sempre nel 2015 sono stati sequestrati 390 prodotti contraffatti, per un valore che ammonta a 3 miliardi. Il numero di prodotti tolti dal mercato agroalimentare ammonta a 8.800 tonnellate e 31 milioni di litri di prodotti che violavano le normative e/o contraffatti. Sono stati sequestrati inoltre 603 siti internet che si occupavano della vendita di prodotti contraffatti. Sono stati sequestrati circa tre miliardi alla mafia, quote societarie, beni mobili (1.819) e immobili per un valore che ammonta a 2,9 miliardi. Sono 9.180 i soggetti condannati o indiziati di appartenenti ad associazioni mafiose e le società implicate sono 2.182. Le aziende confiscate sono 93, le quote societarie invece ammontano a circa 747 milioni. 



FISCO, SCUOLA E SANITÀ IN UN UNICO PIN: ECCO LA NUOVA IDENTITÀ DEL CITTADINO ITALIANO

Redazione

Un'unica password che apre a una nuova identità del cittadino, un'identità digitale. L'acronimo scelto è Spid, sistema pubblico d'identità digitale. E dopo annunci, decreti, sperimentazioni è arrivato il debutto. Per cominciare, sono accessibili online 300 servizi, dal fisco alla sanità, con un pool di una decina di amministrazioni. Chiunque vuole potrà fare richiesta per ottenere la 'chiave'. L'obiettivo dell'Esecutivo è coprire 10 milioni di utenti entro l'anno prossimo.

Dal 15 marzo, esattamente tra una settimana, Tim, Poste Italiane e Infocert renderanno disponibili le prime identità digitali, per cui è stata scelta la sigla Spid, attraverso cui poter accedere con una sola password ai servizi online della pubblica amministrazione e non solo. E' quanto è emerso in occasione della conferenza stampa di lancio del pin unico che si è tenuta al ministero della Pubblica amministrazione. Entro giugno, fa sapere l'Agenzia per l'Italia Digitale "saranno oltre 600 i servizi che permetteranno l'accesso tramite Spid".

Ecco le principali 'avvertenze' per Spid.

LA PASSWORD UNICA PER TUTTI GLI 'SPORTELLI' ON LINE. Una sola identità che rimpiazza i diversi codici esistenti, per entrare via web, senza fare code, nei servizi pubblici ma anche in quelli privati (la sfida è fare in modo che il sistema si estenda a tutti). Basta inserire il nome utente e una password composta da minimo otto caratteri, con alcune condizioni: almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. La password va aggiornata ogni sei mesi. Sarà comunque il gestore dell'identità digitale, a dettagliare gli standard.

I SERVIZI ON LINE, DAL FISCO ALLA SANITA'.
I servizi a cui si può accedere sono quelli pubblici: dal pagamento della Tasi al bollo auto. Anche le prestazioni sanitarie o il fascicolo dell'Inps sono gestibili via web, tramite pc, tablet o smartphone. Le indiscrezioni parlano per ora di 114 servizi dell'Istituto nazionale di previdenza (riscatto della laurea, richiesta degli assegni familiari), a cui si aggiungono 103 servizi dell'Inail (consultazione Cud, richiesta bollettini) e molti dell'Agenzia delle Entrate. Ci sono poi sei Regioni già pronte con alcuni servizi locali: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana (con la possibilità di saldare tributi, mensa scolastica e ticket sanitari via web). Ma fanno sapere dall'Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale, altre amministrazioni sarebbero pronte martedì ad annunciare la propria partenza. Tra i Comuni a fare da apripista sarà Firenze.

TRE LIVELLI DI SICUREZZA, ANCHE UNA SORTA DI 'SMART CARD'. Le regole per l'attuazione dell'identità digitale sono state sottoscritte anche dal Garante della Privacy, proprio per assicurare la riservatezza. Con questo obiettivo sono stati disegnati tre livelli di sicurezza, a seconda del servizio. Al livello base serve solo il Pin unico (username e password), al secondo gradino si affianca una "one time password" (usa e getta, come quelle degli home banking), al terzo si aggiunge una sorta di "smart card", un supporto fisico (è il caso di operazioni come il trasferimento di fondi o lo scambio di documenti con dati sensibili).

LA 'FACCIA' DI SPID, LA STESSA PER TUTTE LE AMMINISTRAZIONI.
A un solo Pin si associa anche un unico link, un 'bottone' telematico contraddistinto da un logo, la sigla Spid in blu e bianco. Non sarà solo una questione di grafica, Agid ha lavorato affinché il sistema fosse semplice e accessibile per tutti i cittadini, partendo dal fatto che spesso i servizi digitali non vengono sfruttati proprio perché difficili e poco chiari. Il Governo sta anche lavorando a costruire un mega portale, un'interfaccia per tutta la P.a digitale e il progetto ha già un nome: Italia login. D'altra parte Spid è la punta di diamante di un nuovo corso in cui rientrano anche l'Anagrafe unica i pagamenti elettronici e il domicilio digitale.

COME OTTENERE IL PIN, E' GRATIS MAIL O RACCOMANDATA. Lo Spid arriva per raccomanda o per mail. Ma l'invio non sarà automatico, si deve fare richiesta al gestore dell'identità digitale: un'operatore dedicato, accreditato dalla P.a. e iscritto in un apposito albo (per ora Tim, Poste e Infocert). Per ottenere lo Spid occorre dare dati anagrafici: nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d'identità, mail, numero di cellulare. Tutto sarà poi sottoposto a verifica (a vista o per vie digitali). L'Agid, l'Agenzia per l'Italia digitale che guida le operazioni, assicura che lo Spid é a costo zero (esclusa la "smart card").

LE TAPPE, PARTENZA IN RITARDO, ORA DI CORSA. La prima password doveva essere rilasciata dopo l'estate e si puntava ad avere già 3 milioni di utenti a settembre dello scorso anno, poi c'è stato un rinvio. D'altra parte è stata necessaria una lunga fase di test per far sì che l'operazione fosse conclusa con tutte le rassicurazioni del caso. Marzo dovrebbe essere il mese giusto, vista la presentazione in calendario, annunciata dal ministro della P.A. Marianna Madia. Martedì è prevista una conferenza stampa a palazzo Vidoni con tutti i principali attori, tra gli altri, oltre al ministro, Antonio Samaritani (Agid), Tito Boeri (Inps), Marco Patuano (Tim) e Francesco Caio (Poste). L'intento è quello di accelerare per arrivare entro il 2017 ad avere tutti i servizi pubblici online.