Confindustria, l'Italia ha perso 15 anni di crescita

Redazione

Sul piano dell'avanzamento economico l'Italia ha alle spalle un quindicennio perduto e l'appuntamento ai livelli pre-crisi e' rimandato al 2028. E' spietata l'analisi del Centro studi Confindustria contenuta nel rapporto 'Le sfide della politica economica'. L'associazione degli industriali allo stesso tempo ha tagliato le stime sul Pil per il 2016 e il 2017 e parla di crescita "bassa e insoddisfacente": per l'anno in corso il prodotto interno lordo passa a +0,7% (da +0,8%) e per il prossimo anno a +0,5% (da +0,6%).

"Nel contesto di accresciuta turbolenza globale l'economia italiana presenta una debolezza superiore all'atteso. La risalita del Pil si e' arrestata già dalla scorsa primavera. Gli ultimi indicatori congiunturali non puntano a un suo rapido riavvio, piuttosto confermano il profilo piatto. I rischi si mantengono verso il basso. La crescita indicata per il 2017, sebbene già del tutto insoddisfacente, non e' scontata e va conquistata". "L'urgenza di misure a favore degli investimenti e che spronino la produttività e' ribadita dalla sostanziale conferma delle previsioni Csc di bassa crescita", prosegue il rapporto. "Il forte aumento dell'incertezza – spiega Luca Paolazzi, direttore del Csc – e' legato questa volta anche alla questione politica, all'evidente incertezza politica".

"Il tempo sprecato – si legge nel rapporto – si allunga notevolmente se si considera il prodotto per abitante, indicatore perfettibile ma significativo di benessere. Ai ritmi attuali di incremento del prodotto, l'appuntamento con i livelli lasciati nel 2007 e' rinviato al 2028 mentre non verrà mai riagguantato il sentiero di crescita che si sarebbe avuto proseguendo con il passo precedente, pur lento". Riemerge inoltre "con forza la questione del divario di crescita tra l'Italia e gli altri paesi europei, che pure in media non sono brillanti". Sul fronte lavoro, l'occupazione continua a salire (+1% nel 2016) ma perderà slancio a metà anno e nel 2017; dall'altra parte i disoccupati sono in lento calo ma il tasso dei senza lavoro resterà "elevato". A tal proposito, il Csc promuove il Jobs Act grazie al quale sono stati creati molti posti fissi in piu'. Anche se la strada e' ancora lunga visto che sono 7,9 milioni le persone in cerca di lavoro nel 2016, il 78,1% in piu' rispetto al 2008. Vitale, in questo senso, "proseguire e anzi approfondire il processo riformista. Cio' dipende dall'esito del referendum sulle modifiche alla Costituzione, le quali migliorerebbero la governabilità del paese e aiuterebbero a far cadere alcuni degli impedimenti agli investimenti". Per il presidente Vincenzo Boccia "serve un patto per la crescita e Confindustria e' pronta a cogliere questa sfida". "La crescita – spiega – non e' solo una questione politica ma deve essere un indirizzo collettivo e comune del Paese". 




Pensione anticipata, ci si potrà andare a 63 anni

Redazione

I lavoratori potranno usufruire dell'Ape dall'eta di 63 anni: l'anticipo sarà di 3 anni e 7 mesi. è il risultato dell'incontro al ministero del Lavoro tra i sindacati e i sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini. "Sessantré anni è la mediazione arrivata oggi, ma che era in viaggio da un po' di tempo", ha riferito il segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli. Il sistema – ha riferito il segretario confederale Uil, Domenico proietti – avrà una sperimentazione di due anni".

Proietti ha spiegato che potranno quindi andare in pensione anticipata coloro i quali hanno 63 anni nel 2017; la rata di ammortamento dovrebbe essere azzerata per le pensioni che arrivano a 1.200 euro netti. "Ma non ci sono parti completamente definite . Ha sottolineato Petriccioli – e ci siamo dati appuntamento al 21". "In quella data stringiamo e chiudiamo".

La segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, si è limitata a dichiarare: stiamo continuando a lavorare". In particolare, la parte che secondo i sindacati deve essere ulteriormente approfondita è quella che riguarda il pensionamento dei lavoratori precoci e di coloro che hanno svolto lavori usuranti: "Occorre definire meglio la platea e il bonus a contributivo".

Proietti ha spiegato che potrebbero rientrare i lavoratori dell'edilizia, le infermiere di sala operatoria, le maestre d'infanzia e i macchinisti, attraverso un allargamento della normativa esistente. I sindacati hanno, inoltre, riferito che il sottosegretario Nanninici non ha ancora parlato delle risorse che il governo è pronto a mettere sul tavolo: "C'è una posizione positiva sulla 14esima – ha detto Proietti – e sull'equiparazione della no tax area per le pensioni dei lavoratori dipendenti".




Con il terremoto il carburante schizza alle stelle

Redazione Economia

Sono 5, negli ultimi 48 anni, i disastri a cui sono seguiti aumenti delle accise sui carburanti che gli italiani continuano a pagare ad ogni rifornimento, da quello che distrusse il Belice nel 68 a quello dell'Emilia Romagna nel 2012. È questa la scheda elaborata dalla Cgia di Mestre che calcola come l'esborso complessivo sia ammontato a 145 mld nominali. – Valle del Belice (1968): l'allora Governo Moro introdusse un'accisa sui carburanti di 10 lire al litro. Dal 1970 fino al 2015 l'erario ha incassato 8,6 miliardi di euro nominali mentre la ricostruzione è costata, per il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, a 2,2 miliardi nominali. In valori attualizzati al 2016, invece, il costo è stimabile in 9,1 miliardi di euro e la copertura ricavata dal gettito fiscale di 24,6 miliardi di euro; – Friuli (1976): l'accisa introdotta sempre da un esecutivo presieduto da Aldo Moro fu di 99 lire al litro. Dal 1976 al 2015 questa imposta ha garantito un gettito di 78,1 miliardi di euro nominali, mentre per gli ingegneri il costo è stato di 4,7 miliardi nominali. Attualizzando gli importi la spesa per la ricostruzione è stata di 18,5 miliardi di euro, mentre il gettito fiscale recuperato è stato di 146,6 miliardi di euro; – Irpinia (1980): il Governo Forlani approvò l'introduzione di un'accisa di 75 lire al litro. In questi 35 anni di applicazione l'erario ha riscosso un gettito di 55,1 miliardi di euro nominali mentre dalle stime del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, la riedificazione degli immobili e delle infrastrutture è costata 23,5 miliardi di euro nominali. Attualizziamo le cifre si deduce che il costo si è aggirato attorno ai 52 miliardi di euro mentre la copertura è stata di 86,4 miliardi di euro; – Abruzzo (2009): il Governo Berlusconi ritoccò il prezzo della benzina e del gasolio per autotrazione di 0,004 euro al litro. A fronte di una spesa ipotizzata dagli Ingegneri di 13,7 miliardi di euro nominali, lo Stato finora ha incassato 539 milioni di euro nominali. Attualizzando i dati, invece, il costo è sempre di 13,7 miliardi di euro e il gettito proveniente dall'accisa di 540 milioni di euro; -Emilia Romagna (2012): l'esecutivo Monti aumentò le accise sui carburanti di 0,02 euro al litro. Stando ad una spesa per la ricostruzione che dovrebbe aggirarsi attorno ai 13,3 miliardi di euro nominali, il gettito riscosso fino adesso con l'accisa è stato di quasi 2,7 miliardi di euro nominali. Attualizzando i dati, sia i costi che il gettito sono in linea con i valori nominali.




Casino virtuali, anche d’estate il risultato è positivo

Redazione


Una volta si diceva: “Stessa spiaggia, stesso mare”, facendo riferimento a uno dei più grandi successi di Mina. Oggi però la realtà ci presenta un quadro leggermente diverso, visto che anche se gli italiani continuano a scegliere la stessa località balneare, lo fanno in compagnia di smartphone e tablet, che utilizzando costantemente per giocare online.

È quello che emerge analizzando i dati sul mercato dei casinò virtuali, che anche nel mese di luglio hanno fatto registrare performance positive, con un aumento del 44% rispetto ai risultati dello scorso anno. La percentuale si traduce in un incasso netto per le differenti case da gioco di circa 35 milioni, frutto della differenza tra incassi e premi erogati. Complessivamente, dall’inizio dell’anno, questo mercato ha generato profitti per 328 milioni di euro, con un aumento percentuale del 20% rispetto al 2015, segno che gli italiani continuano ad apprezzare la possibilità di giocare direttamente da casa o dai propri dispositivi mobile.

Questi dati rappresentano non solo un segnale positivo per chi ovviamente ottiene i profitti ma anche per il quadro economico complessivo, poiché come tutte le attività che creano un buon giro d’affari, anche quella dei casinò online porta a sua volta investimenti e un indotto, frutto della presenza di grandi brand internazionali del settore. Uno degli esempi più eclatanti è quello di William Hill, che come si nota da questa analisi ha sviluppato una proposta per il nostro paese che mira a fidelizzare i clienti per il medio-lungo periodo, ampliando così il ritorno possibile per l’economia di settore.

Andando più nello specifico comunque, si scopre che il gioco più apprezzato dagli italiani sono le slot machine, che grazie alla rapidità e semplicità di gioco, sembrano adattarsi bene anche ai periodi estivi, quando magari non si ha troppo tempo ma si ha comunque voglia di provare il brivido della giocata.

Bisogna anche sottolineare come il fatto che esitano delle piattaforme di gioco legali, dotate di licenze e che sono controllate dagli organi di garanzia italiani, permetta di contrastare il fenomeno del gioco illegale, purtroppo molto diffuso nel nostro paese e allo stesso tempo arginare la concorrenza illecita degli operatori cosiddetti “dot com”, ovvero che operano in altri paesi e non hanno le licenze statali per proporre il gioco in Italia.
 




Prima casa, ecco come avere lo sconto fiscale

Redazione

E' possibile acquistare la prima casa pagando meno tasse? Sì, purché esistano alcuni requisiti, sia per quanto riguarda le caratteristiche del contratto sia per quelle del venditore e dell'acquirente. L'agevolazione fiscale sulla prima casa, ricorda il portale 'laleggepertutti.it', concerne due tipi di contratti: quello imponibile a Iva, che abbatte l'aliquota dal 10% al 4% sul prezzo dichiarato nel contratto di compravendita, e quello soggetto a imposta proporzionale di registro, che abbatte l'aliquota dal 9% al 2%, oppure all’1,5% se l'acquisto viene effettuato con un leasing.

L'aliquota, però, non si applica sul prezzo concordato ma sul valore catastale, che si ottiene moltiplicando la rendita catastale per il coefficiente 115,5. La tassazione sarà quindi inferiore a quella sull'acquisto della prima casa imponibile a Iva. Per quanto riguarda il venditore, invece, deve essere un soggetto privato, che non agisce nell'esercizio di impresa o un soggetto Iva che, però, non effettui una vendita imponibile a Iva.

Ciò significa che ci sono alcuni casi in cui l'immobile è obbligatoriamente imponibile ed altri in cui questo vincolo non esiste. E' imponibile a Iva da parte dell'impresa di costruzione o di ristrutturazione di un immobile la vendita effettuata nel periodo in cui l'abitazione è in corso di costruzione o di ristrutturazione, la vendita di un'immobile i cui lavori di costruzione o di ristrutturazione siano finiti da meno di 5 anni, oppure la vendita di un'abitazione i cui lavori siano finiti da più di 5 anni nel caso in cui l'impresa scelga di applicare comunque l'Iva all'operazione.

Non è, invece, imponibile a Iva, anche se sulla fattura bisogna riportare la relativa esenzione la vendita di un'abitazione i cui lavori siano finiti da più di 5 anni nel caso in cui l'impresa non scelga di applicare comunque l'Iva all'operazione e la vendita effettuata da un soggetto Iva diverso dalla società che ha eseguito i lavori di costruzione o ristrutturazione (ad esempio una società che ha, a sua volta, acquistato l'immobile dall'impresa).

L' agevolazione fiscale per l'acquisto della prima casa si può ottenere sia per l'acquisto della piena e nuda proprietà anche per quello dei diritti reali (ad esempio il diritto all'usufrutto o di abitazione) e per l'acquisto di quote di comproprietà di un immobile. Per usufruire dello sconto fiscale sull'acquisto della prima casa l'abitazione deve essere classificata nelle categorie catastali del gruppo A tranne le A/1, A/8 e A/9, cioè quelle di maggior pregio, deve essere ubicata nel comune in cui l'acquirente ha la residenza o stabilirà la sua residenza entro 18 mesi dalla data del rogito, oppure nel comune in cui svolge la propria attività di studio o di lavoro o ha sede il datore di lavoro, se l'acquirente viene trasferito dall'azienda all'estero. L'abitazione, infine, può essere ubicata in qualsiasi comune italiano se l'acquirente è un cittadino straniero che non possiede altre case in Italia.

L'acquirente deve dichiarare di non essere titolare esclusivo, o in comunione con il coniuge, di un'altra abitazione, in proprietà o in usufrutto, nel comune in cui è stata comprata la prima casa, e non possedere, neppure per quote, su tutto il territorio nazionale un'altra abitazione acquistata con le agevolazioni per la prima casa in vigore dal 1982 in poi.

Questo, a meno che l'acquirente che intenda comprare un'altra casa con lo sconto fiscale venda quella vecchia entro un anno dal nuovo acquisto agevolato. Viceversa, chi possiede un immobile acquistato senza l'agevolazione per la prima casa, può comprarne un altro con lo sconto purché prima venda quello vecchio.




Venezia, colorificio San Marco: distribuiti 2mila euro di premio produzione per ogni dipendente

di Vincenzo Giardino
VENEZIA
– Il Colorificio San Marco di Marcon , condivide il successo della crescita di fatturato con i propri dipendenti, distribuendo un premio di produzione di ben 2mila euro procapite, facendolo lievitare del 77% rispetto ai 1.200,00 euro distribuiti nel precedente anno. Un importante segno di riconoscimento per le persone che contribuiscono al successo dell’azienda e che induce all’ottimismo per la lenta ripresa economica del Paese. Il Colorificio San Marco è uno dei maggiori produttori di pitture, smalti,vernici, sistemi per la ristrutturazione di edifici storici e tanto altro. Una delle leve del successo di questo glorioso brand e proprio da imputare all’attenzione verso i propri collaboratori, i quali partecipano con impegno, entusiasmo e professionalità alla mission dell’azienda veneziana.

"Vogliamo contribuire a rendere migliore l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei nostri dipendenti— rileva Mariluce Geremia, vicepresidente del gruppo San Marco — coinvolgendoli, ascoltandoli e motivandoli perché possano essere orgogliosi dei risultati raggiunti. In azienda stiamo già lavorando con i sindacati per il prossimo rinnovo quadriennale cercando di sviluppare proposte innovative come, ad esempio, la conversione delle ore di flessibilità nella gratuità della mensa o della palestra".

Secondo Onofrio Rota, segretario generale della Cisl del Veneto, "il welfare aziendale e quello territoriale sono destinati a crescere rapidamente nei prossimi anni sia nella quantità di aziende e lavoratori dipendenti coinvolti che per qualità e consistenza economica delle prestazioni essenzialmente per due fattori. Il primo è la consistenza degli incentivi che il governo ha messo a disposizione sia delle aziende che dei lavoratori nel caso che esso sia regolato da accordi sindacali sul premio di risultato, con un’aliquota Irpef agevolata fissa al 10% se corrisposto in denaro oppure del tutto annullata se trasformato in equivalenti prestazioni di welfare, caso, quest’ultimo, che permette alle aziende di scaricare dal bilancio tutte le spese sostenute a questo titolo". Il secondo incentivo alla diffusione della contrattazione di secondo livello è, per il segretario della Cisl, "la sempre maggiore sensibilità dei lavoratori verso la mutualità, generata sostanzialmente dalla riduzione del campo di protezione, rispetto alle esigenze attuali, del welfare pubblico". Naturalmente c’è anche un rovescio della medaglia: se il salario viene erogato in welfare non ha effetti previdenziali e quindi la scelta non potrà non riflettersi sul calcolo finale dell’assegno di pensione.

E’ auspicabile che tali iniziative siano emulate da tante altre aziende su tutto il territorio nazionale, in quanto è scontato che darebbero un notevole imput alla crescita dei consumi e conseguentemente alla faticosa ripresa economica, che in Italia è  ormai in stallo da quasi un decennio.




Stress Press: Unicredit e Mps tra le peggiori d'Europa

Redazione
 
“Dopo gli stress test, il cielo e' piu' sereno: il sistema bancario italiano e' sicuro. Le popolari, poi, hanno un coefficiente patrimoniale medio ben piu' alto di quello richiesto dalla legge” è quanto ha dichiarato Corrado Sforza Fogliani, presidente di Assopopolari aggiungendo inoltre che anche l’Ue deve darsi una regolata e “non sconvolgere ancora, con propri provvedimenti, la fiducia degli italiani e i conti delle banche con normative dispendiose”. Tre sono le banche italiane che passano gli stress test europei, tra le 10 peggiori figurano Unicredit e Mps, la stangata più forte la riceve Montepaschi con un scivolone fino a -2,44% del coefficiente patrimoniale CET1  che porta ad un azzeramento del capitale e illustra chiaramente le forti tensioni dell’ultimo periodo, prima che ci fosse un aumento del capitale e prima che vi fosse una maxicessione di crediti per correre ai ripari. Fonti del Tesoro annunciano che “gli stress test dimostrano la solidità del sistema bancario italiano nel suo insieme” e che le misure del governo saranno utili per smaltire i crediti deteriorati. Inoltre emerge che le autorità europee non stanno monitorando soltanto l’Italia poiché tra le 51 banche che sono state esaminate, emerge che la Royal Bank of Scotland e la Allied Irish Bank se ne escono con notevoli danni, con capitale poco sopra il 7%. La Deutsche Bank, va invece al 7,80% . Monte Paschi di Siena, dopo la trattativa europea e lo sbocco che esclude l’intervento pubblico, riceve una stangata: Il capitale CET1 è azzerato e precipita al -2,44%, i test del 2015 prevedevano invece il 5,5%. Bce in una nota emessa dopo i risultati spiega “con una eccezione, tutte le banche mostrano livelli di capitale CET1 ben al di sopra del benchmark del 5,5% usato nel 2014”. Malgrado Unicredit raggiunga quota 7,10%, si colloca al quarto posto tra i 51 istituti europei. L’istituto ha appena nominato Jean Pierre Mustier alla guida che ha dichiarato “se siano necessarie ulteriori misure o modifiche del piano di capitale”. Le condizioni di Mps sono all’attenzione della vigilanza europea poiché vi sono stati due salvataggi pubblici e 8 miliardi in due aumenti di capitale in due anni. Va bene invece Banca Popolare con 9,05%, Ubi con 8,85%. 



Vienna, turismo: pernottamenti in crescita nel 1 semestre 2016

di Gianfranco Nitti
Vienna ha registrato 6,6 milioni di pernottamenti in tutto di visitatori tra gennaio e giugno 2016, circa il 4,9% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. "Vienna ha dimostrato la sua attrazione turistica nella prima metà del 2016, con un incremento del 4,9% per circa 6,640,000 di pernottamenti visitatori", sottolinea Norbert Kettner, direttore dell’ente del turismo della capitale austriaca. I più importanti mercati di origine dei flussi, a metà 2016, sono stati la Germania con 1,382,000 di pernottamenti (+ 8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), seguita da Austria (1.370.000, + 10%), Stati Uniti (367.000, + 6%), Italia (316.000, – 4%), e il Regno Unito (295.000, + 24%). Le posizioni da 6 a 10 sono state appannaggio di Svizzera (213.000, + 2%), Spagna (177.000, + 13%), Francia (173.000, + 5%), Russia (157.000, -28%) e Cina (121.000, + 9% ). La città ha inoltre registrato una forte crescita rispetto al 2015 da visitatori provenienti da India (56.000, + 39%), Paesi Bassi (111.000, + 16%) e Turchia (80.000, + 13%).

Nonostante la lieve flessione, l'Italia rimane il 4° più importante bacino di origine di visitatori. Vienna ha attualmente circa 63.400 posti letto d'albergo, con un un tasso di occupazione medio del 67% da gennaio a giugno 2016. Circa l'80% di tutti i pernottamenti sono stati prodotti da ospiti internazionali. "Questo non solo riflette la costante attrattiva di Vienna, ma dimostra che la nostra strategia di internazionalizzazione sistematica e diversificazione su molti e diversi mercati sta pagando", spiega Kettner. L'obiettivo di Vienna ora è quello di aumentare i pernottamenti a 18 milioni entro il 2020. Anche il turismo congressuale svolge un ruolo importante, pari al 12% del volume totale di pernottamenti nel 2015. Circa 3.700 congressi, eventi aziendali e viaggi incentives hanno avuto luogo a Vienna lo scorso anno, costituendo un nuovo record.
 




Rivoluzione eco: anche gli elettrodomestici si adeguano

Redazione
Risparmiare le risorse energetiche del nostro pianeta? Una missione sempre più spesso tenuta in grande considerazione non solo dai consumatori, ma anche dalle aziende, sempre più attente ad un ciclo produttivo eco-sostenibile, che sfrutti le energie rinnovabili e che non produca rifiuti complessi da smaltire e dunque particolarmente deleteri per l'ambiente.

Una lezione che l'Italia dimostra di aver imparato: stando all'Enea e al suo V Rapporto sull'Efficienza Energetica, infatti, il nostro Paese negli ultimi 10 anni è riuscito a risparmiare oltre 3 miliardi di euro in combustibili fossili. L'unico fattore che ci separa da un successo su tutta la linea, come spesso accade in Italia, è la burocrazia: al contrario, i cittadini dimostrano di avere particolarmente a cuore questo tema.

L'attenzione all'eco-sostenibilità sta diventando sempre più virale:
sono infatti tantissimi i comparti della nostra produzione e distribuzione che stanno tingendo di verde la loro supply chain, andando incontro alle richieste dei consumatori e alle necessità dell'ambiente. Dalla produzione industriale al commercio, passando per l'obbligatorio trasporto, tutti i settori stanno dimostrando di mirare all'eco-friendly, anche se questo significa intervenire investendo cifre alle volte anche molto ampie.

Poco male, perché il mercato dei prodotti green presto diventerà molto più forte, per via delle numerose iniziative che lo stato sta avviando in questo comparto:
si pensi alle agevolazioni fiscali proposte dalla Legge di Stabilità 2016, per arrivare alla legge che dal 1 luglio renderà obbligatorio l'utilizzo dei frigoriferi di classe A+++.

Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo dunque contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e allo stesso tempo risparmiare sulla bolletta. Infatti la nostra casa è oramai piena di ogni tipo di elettrodomestico, che se da un lato ci aiuta a vivere più comodamente, dall’altro è una fonte importante di consumo energetico. Su alcuni elettrodomestici di uso quotidiano, come la lavatrice, ci si dice che non si può fare molto, visto che l’utilizzo è quasi obbligatorio. In realtà non è del tutto vero: ad esempio online non è difficile trovare in vendita lavatrici di ultima generazione, che consentono di risparmiare risorse e consumare di meno rispetto a modelli più obsoleti, che sprecavano chilowatt e acqua: un ottimo modo per proteggere l'ambiente e per abbattere le spese.

Volete fare di più, e risparmiare ulteriori risorse energetiche? I modi sono tanti: basta semplicemente cambiare un poco le vostre abitudini ed acquisire dimestichezza con le nuove. Ad esempio, potreste attivare elettrodomestici come la lavatrice dopo la mezzanotte, usufruendo del regime energetico agevolato. E ancora, potreste imparare a limitare il consumo dell'acqua, utilizzando una bacinella per non disperdere l'acqua corrente del rubinetto, oppure chiudendolo durante operazioni quali il lavaggio dei denti.

Infine, cercate anche di non tenere aperto il frigo troppo a lungo: la temperatura interna tende infatti ad alzarsi bruscamente, consumando davvero tanta energia elettrica. Investire nell'eco-sostenibilità, dunque, è un processo che conviene sia a noi, sia al nostro importantissimo pianeta, che ha sofferto troppo a lungo dello sfruttamento delle sue risorse.

 




Borse: mercati altalenanti. Pesa ancora la paura per il fallito golpe

Redazione
MILANO – Apre in rialzo la Borsa di Milano, con il Ftse Mib allo 0,22% a 16.820 punti, Mps invece scivola a -3%, l’indice St Microelectronics invece sale a +2,96%, Bpm a +1,94%, Telecom +1,49%. Anche Unicredit guadagna punti e sale all’1,2%.
 
Oggi è una giornata importante per la società dell’editore de La7 poiché dovrà approvare un aumento di capitale pari a 70 milioni a seguito della vittoria per la scalata di Rcs e Cairo. La giornata di venerdì è stata dura per entrambi i titoli poiché avevano sofferto per l’esito e la contesa tant’è che Rcs aveva chiuso con lo 0,94, subendo una scivolata dello 0,27%. Anche Cairo Communication aveva subito una perdita 4,402 pari all’1,30%. Entro 12-24 mesi è prevista la fusione tra Rcs e Cairo ed è previsto un margine operativo lordo pari a 215 milioni, con 1.340 milioni di ricavi, per il 2018. I soci storici di Rcs e Andrea Bonino hanno rilasciato la seguente nota “"Le azioni RCS portate in adesione all'offerta IMH saranno pertanto restituite nella disponibilità dei rispettivi titolari, senza addebito di oneri o spese a loro carico, entro oggi 18 luglio 2016”  poiché l’offerta IMH non è efficiente e non ha raggiunto il quantitativo minimo. C’è comunque l’intento di collaborare con gruppi editoriali come Rizzoli, Cairo Communication, con i canali web, tv, con la carta stampata. 
 
La borsa di Londra è in calo e raggiunge -0,18%, Parigi invece +0,09%. Non vi sono segnali di ulteriore spinta per la borsa di Francoforte, che si ferma a -0,1%.
 
Il fallito Golpe in Turchia ha influito sull’andamento delle borse e gli investitori si sentono meno sicuri. Stabile invece lo Spread tra Btp e Bund, raggiunge 125 punti, con rendimento pari a 1,23%. Sale l’Euro e raggiunge lo 0,2% a 1,1057 sul dollaro. Continua ancora la scivolata scoscesa dello Yen, oggi i mercati asiatici sono chiusi. L’MSCI Asia Pacific Idex sale a +0,2%. Ottimo anche Hong Kong che raggiunge lo 0,37%, sale anche Taiwan con lo 0,65% e sale anche Seul con 0,19%, Shangai invece non ottiene grandi risultati e si ferma allo 0,06%. Il fallito golpe in Turchia non sembra aver intaccato l’andamento di quei mercati poi la lira Turca sale a 2,9%, a discapito invece del dollaro che arriva a 2,955. 



ISTAT, SCENDE LA PRESSIONE DEL FISCO E IL DEFICIT-PIL

Redazione

Il potere d'acquisto delle famiglie è aumentato dell'1,1% nel primo trimestre del 2016 rispetto al precedente trimestre. Lo rileva l'Istat, spiegando che sull'aumento si riflette anche la dinamica dei prezzi: il "deflatore implicito dei consumi delle famiglie è sceso in termini congiunturali dello 0,3%", ricorda l'Istituto. Su base annua la capacità di spesa sale del 2,3%, il rialzo maggiore dal secondo trimestre del 2007, ovvero prima del deflagrare della crisi.

La spesa per consumi finali delle famiglie nel primo trimestre del 2016 è rimasta ferma a livello congiunturale mentre è cresciuta dell'1,6% su base annua.

Nel primo trimestre del 2016 la pressione fiscale è stata pari al 38,9%, segnando una riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il deficit-Pil dell'Italia nel primo trimestre del 2016 scende al 4,7%, "in miglioramento" di 0,5 punti percentuali su base annua. Lo rileva l'Istat. Dalle tabelle dell'Istituto risulta essere il valore più basso, in base a confronti tendenziali (gli unici possibili), dal 2000, quando si attestò al -3,0%.

La propensione al risparmio delle famiglie, ovvero il rapporto tra quanto messo da parte e il reddito disponibile (al lordo), nel primo trimestre 2016 risulta all'8,8%, con rialzi di 0,8 punti percentuali sul trimestre precedente e di 0,7 punti su base annua. Lo rileva l'Istat. "L'aumento congiunturale della propensione al risparmio deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (0,8%) a cui ha corrisposto una stabilità della spesa per consumi finali", spiega l'Istituto di statistica.