Trading online: i migliori broker per le opzioni binarie

Negli ultimi anni c’è una nuova forma di investimenti che sta conquistando milioni di utenti. Ebbene sì, stiamo proprio parlando del trading online, in grado di attirare l’attenzione di milioni di utenti interessati a questo genere di investimenti che consentono, anche ai meno esperti, di piazzare soldi su diversi movimenti e di guadagnare cospicue somme di denaro.

Il trading online è figlio della evoluzione digitale che ha creato nuove figure lavorative e nuove possibilità di guadagno. Fino a qualche anno fa gli investimenti, specie quelli in rete, erano destinato solo ad una stretta cerchia di persone, spesso professionisti, che facevano fortune sui titoli bancari, sulle valute e su altre soluzioni.

Il trading sulle opzioni binarie

Il trading sulle opzioni binarie è lo strumento in assoluto più immediato per fare trading online. Ma cos’è una opzione binaria? Si tratta di un particolare derivato che può assumere solo due valori, “in the money” e “out of money”. Fare trading con le opzioni binarie significa fare una previsione sull’andamento del prezzo di un asset quotato. Il trader, dunque, deve stabilire se alla scadenza dell’opzione il prezzo dell’asset sarà più alto o più basso rispetto a quello iniziale. La scadenza può variare da 30 secondi fino a diversi mesi. Se la previsione è corretta, il trader guadagna con un rendimento che arriva al 91% del capitale investito. Se la previsione non è corretta la perdita è del 100%.

Per investire con le opzioni binarie il primo passo da fare è quello di scegliere il broker con il quale aprire un conto deposito per effettuare transazioni. Ci sono diversi broker che offrono ottime garanzie in termini di affidabilità, sia per quanto riguarda le percentuali di guadagno che delle proposte. È fondamentale, in ogni caso, scegliere i broker di opzioni binarie legali e soprattutto certificati ed autorizzati dalla Cyprus Securities and Exchange Commission, ente addetto al controllo e alla sicurezza per il trading online. Molti di questi broker offrono la possibilità di aprire un conto demo che è una sorta di conto gioco con il quale i neo traders possono investire una certa somma di denaro virtuale per fare la dovuta esperienza senza rischiare un solo centesimo. Il conto demo può essere utilizzato in combinazione con un altro strumento di trading che si sta diffondendo tra gli operatori, vale a dire insieme alla tecnica del copy trading.

A questo punto diamo un’occhiata alle piattaforme broker più conosciute ed affidabili.

24Option

Una delle piattaforme più utilizzate e stimate per il trading binario è senza dubbio 24Option. Di proprietà della Rodeler Ltd, questa realtà opera ormai da diversi anni nell’ambito del trading e lo fa con tanto di regolamentazione dietro. Ciò che agli utenti piace di 24Option è proprio questa sua lunga esperienza nel settore che non molti altri broker possono vantarsi di avere. Come si legge nella recensione di 24Option sul sito specializzato meteofinanza.com si tratta di una piattaforma completa, professionale e semplice al tempo stesso. Il successo di 24Option è legato soprattutto alla capacità di aver saputo puntare sull’operatività in quanto tale, indipendentemente dal fatto che dall’altra parte dello schermo ci fosse un trader esperto o principiante. L’applicazione ufficiale è disponibile sul Google Play Store e su Apple Store, perchè compatibile tanto con device Android quanto con dispositivi basati su sistema operativi iOS. Il broker offre anche un’area dedicata alla formazione. Questa si compone di diverse sottoaree, per cui trovate un ambito webinar, un ambito incentrato più che altro sugli strumenti operativi e uno che punta sulla strategia.

IqOption

Altra piattaforma per il broker binario molto conosciuta ed utilizzata è quella di IQ Option. Su questa piattaforma, con un deposito minimo di 10 euro, è possibile piazzare un investimento anche con un solo euro, con una redditività fino al 90%. Anche in questo caso l’app ufficiale è disponibile su dispositivi iOS e Android.

EtX

ETX Capital è un broker di servizi di trading con CFD e forex per clienti retail, HNW e istituzionali. Di proprietà della Monecor Ltd, società membro del London Stock Exchange autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority, nel 2013 ETX ha vinto l’UK Forex Award per i Migliori strumenti e software di trading per il forex. EXT Capital è disponibile su dispositivi fissi e mobili per Android e iOS e permette di fare trading sulle opzioni binarie con pochi click, con rendimenti fissi fino al 100% e con contratti da 60 secondi a un mese.

BD Swiss

Il broker BDSwiss nasce in Germania, dove ottiene grande successo grazie alla sua esperienza e professionalità. In Italia il broker ha cominciato ad operare da poco, ma ha tutte le carte in regola per poter ottenere successo. BDSwiss offre asset su 4 mercati differenti, materie prime, indici, valute, azioni. La piattaforma offre un deposito minimo di 100 euro, trade minimo di 25 euro, opzioni 60 secondi a 5 euro. Insomma, col trading online è possibile investire anche piccole somme di denaro e cercare di guadagnare al massimo dalle opzioni binarie disponibili sui vari broker presenti sul web.




Roma Capitale: I revisori bocciano il bilancio 2016

ROMA – L’organismo di revisione economica e finanziaria ha bocciato il bilancio consolidato di Roma Capitale. In particolare nel parere, reso noto oggi, l’Oref “non ritiene che le risultanze esposte in bilancio rappresentino in modo veritiero e corretto la reale consistenza economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo amministrazione pubblica di Roma Capitale”. Quindi “esprime parere non favorevole all’approvazione del bilancio consolidato di esercizio 2016”. Inoltre invita il Comune ad “adottare i provvedimenti di competenza potenziando le strutture preposte al controllo e alla verifica dei rapporti con le società partecipate”.

“La nostra amministrazione approverà il Bilancio consolidato 2016 di Roma Capitale – replica l’assessore capitolino al Bilancio Gianni Lemmetti – E non si farà fermare da chi approfitta del suo ruolo tecnico per esprimere giudizi politici che non gli competono. Giunta e maggioranza M5S andranno avanti compatti nel dare via libera al Bilancio consolidato entro la scadenza di legge del 30 settembre anche se l’Oref, l’organismo di revisione economico-finanziaria del Campidoglio, ha espresso un parere negativo nei confronti del documento. Un parere non richiesto, visto che la normativa prevede che sul consolidato i revisori rilascino solo una relazione”. “Ancora una volta, dunque, l’organo di revisione utilizza la valutazione di un documento contabile del Comune per ritagliarsi uno scampolo di protagonismo che esula dal suo ruolo istituzionale – aggiunge – Così come esula dai compiti dei revisori rilasciare interviste ai giornali su temi sensibili dell’amministrazione, cercando di dettare la linea sulle politiche di bilancio in spregio delle regole deontologiche della professione di revisore contabile. L’Oref esprime dunque pareri politici. Ma se i revisori vogliono fare politica devono candidarsi e ottenere il consenso dei cittadini.

Altrimenti devono attenersi alla loro funzione e lasciare ai portavoce dei romani, legittimamente eletti, il compito di compiere le scelte per il futuro della Capitale. Noi riteniamo che il Bilancio consolidato sia costruito in maniera corretta, grazie a un grande lavoro svolto dalla ragioneria comunale, e fotografi in modo veritiero la situazione economica-finanziaria di Roma Capitale e delle sue partecipate. Una situazione che, tra l’altro, ereditiamo da un passato fatto di debiti e ruberie. Per questo lo approveremo e non consentiremo che venga ostacolato il percorso di un’amministrazione che, dopo decenni, ha ristabilito la legalità nei conti di questa città”.




Fincantieri: via libera all’accordo Italia – Francia

Accordo raggiunto tra Italia e Francia sul dossier Stx-Fincantieri. Fincantieri ottiene ufficialmente il 50% dei cantieri navali di Saint-Nazaire a cui bisogna aggiungere quell’1% “prestato” dallo Stato francese con “diritto di ritorno”, vale a dire che per i prossimi “12 anni” la Francia potrà riprendersi i cantieri Stx se Fincantieri non rispetterà i suoi impegni

Soddisfazione del governo italiano. L’accordo per Fincantieri-Stx, rilevano fonti del Mise e del Mef, “è migliorativo rispetto a quello precedente sotto tutti i punti di vista”.  “Avrà la disponibilità diretta del 51%, cosa non concessa nel precedente accordo che prevedeva 48% a Fincantieri e 4% ad un’istituzione finanziaria italiana – sottolineano le stesse fonti -. La società italiana avrà inoltre presidente, amministratore delegato e maggioranza in consiglio attraverso il casting vote”. “Sbloccata la vicenda Stx – affermano ancora le stesse fonti – si potrà procedere a studiare la costruzione di un campione mondiale nel settore navale, civile e militare, attraverso una partnership paritetica tra Italia e Francia”.

La notizia sull’accordo sembra non piacere alla Borsa: il titolo segna un calo del 2% a 1,06 euro dopo le prime indiscrezioni provenienti da fonti del Governo di Parigi. Da segnalare peraltro che, alle attuali quotazioni, da inizio anno Fincantieri è in rialzo del 132,8%. Prima dell’ufficializzazione dell’intesa il titolo aveva già ridotto i rialzi della mattinata, portandosi sulla parità.

 




Crisi reale, ripresa virtuale: la politica dei pannicelli caldi e dei rattoppi

Altri tempi quando le nostre mamme facevano le pulizie di pasqua all’avvicinarsi della festività. Oggi le pulizie si fanno in altri modi ed in altri tempi. Qualche pasticciona, per fare prima, nasconde la spazzatura sotto i tappeti, lascia la casa “pulita” ed esce a fare salotto con le amiche. E’ proprio questo quanto sta facendo il governo, sta nascondendo la crisi sotto un lancio propagandistico di  una virtuale ripresa, ancora mal digerita dalla maggioranza dei cittadini.

Una volta, la ricchezza di un paese si calcolava sulla consistenza della sua riserva aurea, lingotti d’oro custoditi nel caveau della banca centrale. La riserva rappresentava una garanzia della stabilità e credibilità del Paese. Il nuovo criterio vuole che la ricchezza di un paese sia misurata sul Pil. Detto così però, il concetto non può essere completamente condiviso. Produrre sempre di più può dire tanto e può significare poco. Il principio giusto è piuttosto: distribuire in modo appropriato i beni prodotti per renderli accessibili a tutti.

Arriviamo così al secondo concetto. Possono accedere ai beni prodotti solo coloro che posseggono i mezzi per acquistarli. Ne consegue che il fattore lavoro determina i mezzi per accedere ai beni disponibili. Dunque, quando manca il lavoro, mancano i mezzi per l’acquisto dei beni e quindi il fattore lavoro rappresenta una risorsa strategica. A chi manca il lavoro sarebbe difficile convincerlo che la crisi sia ormai alle spalle e a buona ragione chi ristagna nella povertà considera la ripresa un fattore produttivo solo virtuale.

 

Cosa dice l’Istat riguardo alla povertà? Il Rapporto annuale Istat sulla povertà relativo ai dati del 2016, pubblicato il 13 luglio scorso,dipinge un quadro di una povertà assoluta per 1.619.000 famiglie che rappresentano  4.742.000 individui. Entrando in dettaglio a questi numeri si scopre che le famiglie numerose , quelle con tre o più figli minori a carico , rappresentano oggi il 26,8% nella fascia della povertà assoluta. Nel 2016 rappresentavano il 18,3%, vale a dire che per loro, l’ombra della crisi si è addensata, lievitando di ben 8,5%,  piuttosto che diradarsi.

 

Quali sono i dati reali della disoccupazione? Gli ultimi dati Istat, precisano che il tasso di disoccupazione, in base ai dati destagionalizzati, si attesta all’11,2%, in calo di appena 0,4 punti rispetto al trimestre precedente. Benvenuto il calo di o, 4 punti però è una crescita che non può definirsi assoluta, in nessun modo si può dire che la crisi sia alle spalle. Sono i primissimi sentori di ripresa che i ceti medi e bassi non percepiscono.

 

Sempre secondo l’Istat, “la situazione occupazionale delle donne nel nostro Paese , è tra le peggiori dell’Ue”. Il 2016 ha visto l’Italia al penultimo posto tra i paesi Ue, seguita soltanto dalla Grecia. Si deve ancora salire la china, altro che uscite dal tunnel.

 

 Delocalizzazione delle aziende emigrate oltreconfine: E’ cosa saputa che solo l’imprenditoria offre la linfa della crescita del lavoro. Lo Stato può e deve solamente accompagnare il processo, facilitando  il percorso per invogliare l’imprenditore ad investire nel proprio paese, producendo ed impiegando mano d’opera locale , richiamando investimenti esteri.

 

La politica dei  pannicelli caldi e dei rattoppi, come le misure varate ultimamente non fermano l’emorragia della “linfa vitale del lavoro” che sta emigrando fuori i confini, scaricando migliaia di lavoratori nell’olimpo della disoccupazione e gettando le loro famiglie nella sempre crescente sacca di povertà. Si può parlare della Fiat che ha aperto stabilimenti in Brasile, Argentina, Russia, Serbia, Polonia e non solo lasciando in Italia  un vuoto di oltre 20.000 posti di lavoro. Un altro buco nero, vuoto di posti di lavoro , è protagonista  Telecom Italia,preferendo call center in Albania, Tunisia, Romania e Turchia mentre in Italia 9.000 lavoratori del settore sono stati dichiarati in esubero durante gli ultimi anni. Il caso della Geox è molto emblematico, nel suo stabilimento in Brasile su una forza lavoro di 30.000 dipendenti solamente 2.000 sono italiani. Di aziende dislocate all’estero con la  conseguente perdita di posti di lavoro ne possiamo citare decine, come Stefanel e Ducati con stabilimenti in Croazia, Bialetti in Cina, Omsa in Serbia,Rossignol in Romania, Calzedonia in Bulgaria, Dainese in Tunisia e altre ancora.

 

Perché queste aziende scelgono di emigrare oltre confini? Rispondere sarebbe fin troppo facile. Eppure non sempre le cose troppo facili conducono alle giuste soluzioni. Il peccato originale sta nella spietata concorrenza che gli Stati, dell’ agognata Europa Unita, fanno fra  loro.

Fra i diversi importanti  fattori che incoraggiano le aziende a dislocare in certi Stati dell’Eurozona ne citiamo i primi quattro principali che altri Stati Ue e non solo, praticano:

– basso costo del lavoro;

– meno burocrazia;

– fiscalità più leggera;

– giustizia certa e veloce.

Con molto realismo bisogna ammettere che tutti i quattro punti, fino ad oggi, sono stati trascurati o meglio dire, sottovalutati dal legislatore italiano. Da parte sua l’Europa non esce indenne, ogni Stato tira l’acqua al proprio mulino, noncurante, a volte, che stia danneggiando qualche  partner socio della stessa unione.

 

Sta davanti agli occhi di  tutti gli italiani il disinteresse dei politici politicanti nostrani. L’unico loro interesse è captare un consenso in più, allungando  la loro permanenza sui comodi scranni di Montecitorio per assicurarsi  una più congrua  pensione. Da più di un anno non discutono che di alleanze, scissioni, gruppetti, caminetti e Lingotto. Kermesse e tanto bla bla ma di problemi reali del paese non parlano. Alzano il polverone dello Ius Soli, tentando  di  imbavagliare la libertà di espressione e di pensiero con la legge Fiano, stracciano le vesti sulle intercettazioni, legge di fine vita ed altri rumori altisonanti per nascondere il vero problema: la crisi ancora c’è e morde sempre le fasce più deboli della società.

Un pensiero postumo di Bruce Lee sintetizza quanto qui non è scritto e cioè : Una pancia piena non può credere che esistono cose come la fame. Chi glielo spiega ai signori di Montecitorio?

Emanuel Galea

 

 

 

 

 

 

 

 




Relazioni Italia – Finlandia: il presidente Mattarella in partenza per la visita di Stato

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, effettua una visita di Stato in Finlandia dal 26 al 28 settembre. Ospite di  Sauli Niinistö, Presidente della Repubblica di Finlandia, insieme alla consorte Jenni Haukio. Mattarella  parteciperà ad una cerimonia di accoglienza nel Palazzo Presidenziale mercoledì 27 settembre 2017. L’ordine del giorno della visita ufficiale prevede una discussione bilaterale tra i presidenti e discussioni in un gruppo allargato. I temi delle discussioni includono le relazioni politiche ed economiche tra la Finlandia e l’Italia, le questioni relative alla politica di sicurezza, nonché altre questioni internazionali di attualità. La giornata si conclude con un cena di Stato al Palazzo Presidenziale ospitata dal presidente Niinistö e dalla signora Jenni Haukio.

Durante la sua visita, il presidente Mattarella si incontrerà anche con la Presidente del Parlamento finlandese Maria Lohela e con il primo ministro Juha Sipilä.

Il 26 sera è previsto, nella Residenza dell’Ambasciatore d’Italia ad Helsinki, un incontro con una rappresentanza della collettività italiana. Sempre il 27, il Presidente Mattarella verrà accolto nel palazzo Municipale dal Sindaco di Helsinki, Jan Vapaavuori. In quella circostanza, è prevista la Firma del Libro d’Onore, una colazione in onore del Presidente della Repubblica offerta dal Sindaco, che consegnerà  la Medaglia d’Onore della Città di Helsinki al Presidente Mattarella. Successivamente, Mattarella si recherà presso il Cimitero Monumentale di Hietaniemi. , accolto dal Comandante della Guarnigione della Guardia Jaegaer, Colonnello Ahti Kurvinen,  per una cerimonia di deposizione di due corone rispettivamente presso la Croce degli Eroi di Hietaniemi e presso il Monumento al Maresciallo Carl Gustav Emil Mannerheim. In giornata, il Presidente visiterà anche il Museo del Design, ove sarà accolto dal  Direttore del Museo, Jukka Savolainen. Il 28 mattina è previsto l’incontro col primo ministro Sipilä

La visita del presidente Mattarella assume un particolare significato in quanto il 2017 contrassegna le celebrazioni del centenario dell’indipendenza del Paese dalla Russia, nel 1917

Dal 1946 in poi le visite di Stato in Finlandia di Presidenti della Repubblica italiana ammontano, con l’attuale a quattro: la prima, del Presidente Scalfaro in Finlandia, nel settembre 1993, seguita dalla visita del Presidente Ciampi nel settembre 1999, quindi dalla visita del Presidente Napolitano nel settembre 2008. Curiosamente, sembra che il mese preferito sia settembre.

L’ultima visita di un presidente finlandese in Italia risale al novembre 2014 quando Sauli Niinistö effettuò una visita di lavoro durante la quale incontrò il presidente Giorgio Napolitano. La prima visita di Stato in Italia di un Presidente finlandese risale invece al 27 gennaio-1° febbraio 1971 con il Presidente Urho Kekkonen,seguito da Martti Ahtisaari, 28-29 gennaio 1997, e dalla signora Tarja Halonen, 7-9 settembre 2010.

Gianfranco Nitti

 

 




Anche morire costa: in Italia è boom di cremazioni

Anche morire costa. E costa troppo. Allora, in tempi di crisi, si è costretti a risparmiare. Pure sui funerali dei propri cari. Cambiano le tradizioni: al posto delle esequie tradizionali negli ultimi tempi si sta registrando un aumento delle cremazioni, decisamente meno costose. Si è passati dalle 110.710 cremazioni nel 2013 alle 141.553 del 2016 con un trend in costante crescita. In testa Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. E’ quanto emerge dagli ultimi dati raccolti dalla Sefit Utilitalia (Servizi Funerari Italiani) sulle cremazioni di cadaveri effettuate nell’anno 2016 nei crematori italiani in funzione, predisposti sulla scorta dei modelli a suo tempo inoltrati ai comuni sede di impianto e ai gestori. Dietro il fenomeno una molteplicità di fattori: dalle ragioni economiche alla questione degli spazi. La Federazione da anni effettua una raccolta sistematica di dati statistici sullo sviluppo della cremazione, fornendo i dati a istituzioni nazionali, come l’Ispra, o internazionali, come Icf ed Effs. Nel fornire i dati la Sefit specifica che alla data di emanazione della circolare non sono pervenuti, in quanto non forniti dal gestore dell’impianto, quelli relativi ai crematori di Bagno a Ripoli, Carpanzano, Domicella e Montecorvino Pugliano; di conseguenza il dato delle cremazioni registrate sul territorio nazionale – in particolare in Campania – è da considerare sottostimato.

“Da un’analisi dei dati pervenuti si può affermare che le cremazioni effettuate in Italia nel corso del 2016 siano cresciute in maniera contenuta rispetto all’anno precedente, con un aumento percentuale del 3,2%, corrispondente a 4.388 unità, determinato in particolare dal calo della mortalità generale rispetto al 2015, anno anomalo nel trend. Nel 2016 si sono registrate a consuntivo 141.553 cremazioni di feretri, contro 137.165 del 2015” rende noto la Sefit. “L’Istat – si ricorda – ha recentemente diffuso i dati sulla mortalità e popolazione 2016, anno in cui si sono registrati 615.261 decessi. Quindi l’incidenza della cremazione (per difetto, mancando i dati di 4 crematori) sul totale delle sepolture, per l’anno 2016, è del 23,01%, con un notevole incremento in termini percentuali (+1,83%, rispetto al dato 2015, che era del 21,18%)”.Analizzando il dato territoriale, le regioni dove la cremazione è più sviluppata – in termini di rapporto percentuale delle cremazioni eseguite sul territorio rispetto al dato nazionale – continuano ad essere Lombardia (25,8%), Emilia-Romagna (14,6%) e Piemonte (14,3%), che dispongono del maggior numero di impianti di cremazione operativi (12 per ognuna delle tre regioni) e sono le regioni con maggiore mortalità. In particolare la Lombardia è in testa con 36.590 cremazioni, segue l’Emilia-Romagna con 20.600 e il Piemonte con 20.285 cremazioni. Oltre a un intimo e personale desiderio dell’individuo, dietro il boom di cremazioni esiste una molteplicità di fattori.

Le ragioni economiche pesano ma all’origine della scelta vi sono anche la questione degli spazi e l’apertura della Chiesa. A spiegarlo all’Adnkronos è Pietro Barrera, responsabile Sefit. “Il boom è molto diversificato sul territorio nazionale con una differenziazione tra Nord e Sud” premette Barrera. “Indubbiamente incide il costo delle sepolture, perché la sepoltura di un’urna cineraria costa molto poco, ma un elemento che nel nostro Paese ha contribuito ad aumentare la richiesta di cremazione – sottolinea – è stata la legittimazione di questa pratica da parte della Chiesa cattolica”. Prima infatti la percezione popolare era quella di “un atto ostile alla religione e si riteneva che fosse una pratica anticristiana. Ora questa barriera è caduta”. C’è poi il tema della disponibilità degli spazi legato a quello dei costi. “Costruire tombe di famiglia era ed è costosissimo e richiede spazi” evidenzia. Inoltre, “in molte città c’era il problema di soddisfare la richiesta crescente di loculi, con il risultato che poi si finiva per costruire, si pensi ad alcune parti del cimitero di Prima Porta a Roma, dei modelli da edilizia intensiva, come il palazzone di edilizia residenziale popolare degli anni ’70”.

Di qui “l’idea di cercare una strada alternativa per far sì che il destino della salma non richieda di per sé grande spazio e conseguentemente anche grandi spese”. Si può scegliere l’affidamento familiare, la dispersione ma anche una collocazione cimiteriale “garbata, appropriata e decorosa”. Al Verano di Roma, “dove da decenni non c’è più la possibilità di costruire nuove sepolture, si trovò spazio per i cosiddetti colombari – spiega ancora Barrera – piccoli loculi che non potevano ospitare una bara ma un’urna sì, attraverso i quali si è risposto a una domanda di famiglie che cercavano una sepoltura al centro di Roma e la potevano ottenere solo in quel modo perché al Verano loculi disponibili non c’erano e non ci sarebbero stati”. Quanto al costo della cremazione, “al netto dei ricarichi che possono fare le imprese di onoranze funebri, dipende anche dalla distribuzione, efficienza e accessibilità degli impianti che non sono distribuiti in modo equilibrato sul territorio nazionale”. E, “in alcune aree del Paese”, conclude Barrera, è collegato anche al fatto “che esista una limpida e trasparente concorrenza”.

Marco Staffiero




Finlandia, Costa Crociere: partiti i lavori per la prima nave alimentata a gas naturale liquefatto

HELSINKI – Nel cantiere navale Meyer a Turku, Finlandia, si è svolto il 13 settembre scorso il taglio della lamiera della prima delle due navi di Costa Crociere alimentate con gas naturale liquefatto (LNG). Annunciato anche il nome della nuova nave, che si chiamerà Costa Smeralda, in omaggio al meglio dell’Italia e a uno dei luoghi più belli del Mediterraneo.

Costa Smeralda fa parte di un piano strategico di crescita di Carnival Corporation & plc – il più grande gruppo crocieristico al mondo con 10 diversi marchi, tra cui anche Costa Crociere – che prevede la costruzione di 7 nuove navi alimentate a LNG. A partire dall’autunno 2018, con la consegna di AIDAnova del marchio AIDA Cruises, che opera solo nei paesi di lingua tedesca, queste 7 navi andranno ad arricchire la flotta del gruppo Carnival, composta attualmente da 103 navi in servizio.

Costa Smeralda, che avrà una stazza lorda di oltre 180.000 tonnellate e offrirà più di 2.600 cabine per un totale di circa 6.600 passeggeri, entrerà in servizio nell’ottobre 2019. Nel 2021 è prevista la consegna di una seconda nave, gemella di Costa Smeralda, sempre costruita da Meyer-Turku.

Entrambe le navi Costa saranno alimentate sia in porto che in mare aperto con LNG, il combustibile fossile più “pulito” al mondo. Il gas sarà immagazzinato in appositi serbatoi a bordo delle navi e utilizzato per produrre il 100% dell’energia necessaria alla navigazione e ai servizi di bordo, grazie a motori ibridi a doppia alimentazione. L’utilizzo di LNG sarà una grande innovazione in termini di impatto ambientale, perché consentirà di ridurre in maniera molto significativa le emissioni di gas di scarico, in particolare quelle di zolfo (SO2), di azoto (NO2), di CO2 e particolato.

“Queste navi consolideranno la leadership del Gruppo Costa, già numero uno in tutti i principali mercati dell’Europa continentale,” ha affermato Michael Thamm, CEO del Gruppo Costa e di Carnival Asia. “Il contratto plurimiliardario con Meyer, che prevede la costruzione di due navi alimentate a LNG anche per il nostro marchio tedesco AIDA Cruises, rispecchia la nostra strategia di innovare costantemente le nostre offerte di vacanza e di proporre ai nostri ospiti un’esperienza di crociera insuperabile”.

Le due navi Costa rappresentano una vera innovazione a livello globale e fisseranno nuovi standard per l’intero settore” – ha aggiunto Neil Palomba, Direttore Generale di Costa Crociere – “Saranno infatti tra le prime navi da crociera in assoluto alimentate a LNG, e le prime a essere commercializzate in diversi mercati mondiali, in particolare quelli europei: daranno quindi un impulso allo sviluppo di questa tecnologia green, soprattutto nell’area del Mediterraneo. Inoltre saranno navi uniche dal punto di vista dei servizi offerti a bordo e del design: la migliore espressione del concetto di Italy’s finest che caratterizza il marchio Costa a livello internazionale.”

Negli ultimi due anni abbiamo collaborato molto intensamente con i nostri committenti sul progetto di queste nuove navi, ed il risultato è un design davvero nuovo ed originale, che si combina con una tecnologia all’avanguardia. Siamo lieti di aver portato in questo progetto tutta l’esperienza che abbiamo maturato nella costruzione di navi passeggeri a LNG. Oggi è un giorno davvero speciale, in cui le idee, la creatività, la tecnologia e il design delle nuove navi Costa iniziano a diventare realtà.” – ha dichiarato Jan Meyer, CEO di Meyer Turku.

Le nuove navi Costa a LNG saranno un’opportunità per l’Italia anche in termini di occupazione. Secondo le previsioni di Costa Crociere, circa 750 italiani saranno assunti per prendere servizio su Costa Smeralda e la sua gemella. Faranno parte di un piano di crescita del personale recentemente annunciato, che prevede 4.500 nuove assunzioni di personale di bordo italiano entro il 2022 da parte del Gruppo Costa e della sua società madre Carnival Corporation & plc.

Costa Smeralda offrirà crociere nel Mediterraneo occidentale, che saranno disponibili per la prenotazione nei primi mesi del prossimo anno. Come già annunciato, l’approvvigionamento di LNG verrà effettuato da Shell Western LNG B.V. (Shell).

Le due navi Costa a LNG, così come quelle di AIDA Cruises, fanno parte di un contratto del valore di diversi miliardi di dollari siglato con i due cantieri Meyer di Turku (Finlandia) e Papenburg (Germania). Il contratto con Meyer è il risultato di un più ampio documento di intesa, già reso pubblico, tra Carnival Corporation & plc e i costruttori navali Meyer Werft, Meyer Turku e Fincantieri S.p.A. per la costruzione di nove nuove navi tra il 2019 e il 2022.

Gianfranco Nitti




Deutsche Bank: chiusa indagine a Trani

TRANI – Il pm di Trani, Michele Ruggiero, ha fatto notificare un avviso di conclusione delle indagini per manipolazione del mercato a cinque ex top manager di Deutsche Bank Italia e allo stesso istituto di credito. Il reato contestato si riferisce al periodo gennaio-luglio 2011.Sono indagati gli ex vertici dell’istituto di credito: l’ex presidente Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen, l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger, e Stefan Krause, ex direttore finanziario.
Al centro dell’indagine la “massiccia” vendita “nel brevissimo termine”, da parte della Deutsche Bank, di 7 degli 8 miliardi di euro di titoli di Stato italiani che all’inizio del 2011 aveva in portafoglio, vendita che fu compiuta – secondo quanto era scritto nell’avviso di garanzia – con “condotte artificiose, a carattere informativo ed operativo, da ritenere manipolative del mercato”. L’istituto di credito da tempo afferma che l’indagine è “priva di fondamento”.




Milano, nasce la Camera di commercio metropolitana: è la prima in Italia per numero di imprese

MILANO – E’ Carlo Sangalli il presidente della Camera di commercio di Milano, Monza-Brianza e Lodi, la nuova Camera di Commercio Metropolitana, la più grande d’Italia per numero di imprese rappresentate, che sostituirà i singoli Enti camerali, come stabilito dal decreto del Ministero dello sviluppo del 2016. Sangalli è stato eletto all’unanimità dal consiglio camerale. L’accorpamento delle tre Camere di Commercio ha comportato la creazione di un unico Ente con sede legale a Milano e sedi secondarie a Monza e Lodi e la nascita di un nuovo Consiglio camerale unico, insediatosi oggi, di cui fanno parte infatti le organizzazioni imprenditoriali dei diversi settori economici rappresentativi del territorio, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei consumatori, che saranno chiamate a seguire una procedura ad hoc.  La nuova Camera metropolitana rappresenta mezzo milione di imprese, 2 milioni di addetti e 576 miliardi di fatturato. Ospiti oggi, alla prima riunione del consiglio camerale, che ha eletto Sangalli per il prossimo quinquennio, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il vice presidente Fabrizio Sala e Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico, oltre a Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere.
“La nascita di questa nuova realtà – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio Milano, Monza Brianza e Lodi – significa più efficienza e semplificazione per mezzo milione di imprese. Ma non è solo la somma algebrica di tre Camere di commercio, è la realizzazione di un progetto complesso di ampia visione. In concreto: maggior ascolto del mondo imprenditoriale e nuove azioni pubblico-privato per vincere le sfide locali e globali”.




Milano, boom edilizia: 20 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni

MILANO – Nell’area di Milano “siamo di fronte a uno sviluppo senza precedenti”, con la previsione, “nel prossimo decennio di piu’ di 15 milioni di metri cubi da rigenerare con un valore di investimenti di circa 20 miliardi”, da Ema agli scali ferroviari, poi “Cascina Merlata, Citta’ Studi, Citta’ della Salute, Ortomercato, Arexpo, progetto Periferie, il nuovo polo Eni a San Donato, il nuovo ospedale dei Santi Carlo e Paolo”: di fronte a questo “un attento esame delle opportunità non e’ dilazionabile” e serve “un radicale cambiamento delle agende amministrative”. Cosi’ il presidente di Assimpredil Ance Marco Dettori, nella sua relazione all’assemblea generale degli operatori dell’edilizia di Milano, Monza e Lodi, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, dell’assessore regionale alla Casa Fabrizio Sala, dei sindaci di Monza e Lodi, Dario Allevi e Sara Casanova, e del presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci.

“Qui ci sono tutte le condizioni perche’ riparta un ciclo di investimenti del mercato immobiliare che possa rigenerare il territorio, qui puo’ essere superato – ha detto – il drammatico stallo delle risorse pubbliche, qui e’ possibile il dialogo all’interno della filiera e con le istituzioni”. Per questo, per Dettori, a Milano “nasce un laboratorio permanente di modelli da testare ed esportare” e la richiesta, rivolta in particolare alla pubblica amministrazione, e’ di “nuove alleanze per un nuovo modello di sviluppo del territorio”: per la tutela “di chi opera nel rispetto delle regole” e “delle piccole e medie imprese nella partecipazione alle procedure ad evidenza pubblica” e per la semplificazione delle procedure.




Castelli Romani: al Buy Lazio 13 operatori della Tuscia

Turismo: al Buy Lazio

vetrina internazionale per la Tuscia

Al via a Monte Porzio Catone il workshop internazionale che prevede anche un tour nel fine settimana tra i borghi della provincia di Viterbo. Premiati Vincenzo Peparello e Luca Balletti.

Sono 13 gli operatori turistici della Tuscia presenti alla ventesima edizione del workshop turistico internazionale Buy Lazio, che ha preso il via oggi nella suggestiva cornice del Centro Congressi di Villa Mondragone, a Monte Porzio Catone in provincia di Roma, per concludersi il prossimo 17 settembre.

Si tratta di Agriturismo Poggio di Montedoro, B&B Santa Rosa Dimora Storica, Balletti Hotels & Resort, Federagit, Guest House l’Incontro Residenza Medievale, Hotel Salus Terme, Il Grillo Viaggiante, InTuscia, La Locanda della Chiocciola, La Maidalchina, Promotuscia viaggi e congressi, Stop in Italy, Tuscialand.

 

Il Buy Lazio – che quest’anno prevede la partecipazione di 70 buyer provenienti dai mercati europei e del Nord America e 136 seller del Lazio espressione dei vari prodotti turistici – è organizzato da Unioncamere Lazio, dalla Camera di Commercio Viterbo e dalle altre Camere della regione, in collaborazione con Enit, Regione Lazio, tramite l’Agenzia del Turismo, il coinvolgimento delle Associazioni di categoria di settore e il patrocinio del MIBACT.

 

“Il Buy Lazio – dichiara Francesco Monzillo, segretario generale della Camera di Commercio Viterbo – rappresenta un’ulteriore opportunità di visibilità e di crescita per il nostro territorio, una crescita della domanda turistica sempre più evidente nella Tuscia, che ha però bisogno di essere continuamente rafforzata e sostenuta con l’impegno dell’Ente camerale ma anche delle altre istituzioni pubbliche e le strutture private con le quali collaboriamo principalmente nel progetto Tuscia Welcome”.

 

Il programma della manifestazione  prevede venerdì 15 settembre la giornata degli incontri tra buyer e seller (domanda e offerta) gestiti attraverso la piattaforma telematica di agenda on-line, con oltre 1.500 appuntamenti tra gli operatori presenti. Terminato il workshop i tour operator presenti potranno conoscere e apprezzare le straordinarie bellezze de territorio attraverso i sei itinerari turistici tematici che si svolgeranno, nelle giornate di sabato 16 e domenica 17, nelle diverse province laziali. Per la Tuscia al gruppo di buyer sarà proposto il percorso che toccherà il borgo di Civita di Bagnoregio, Montefiascone e la Rocca dei Papi, Viterbo con la visita al centro storico e al Palazzo dei Papi, Sutri e il parco archeologico tra cui anfiteatro e Mitreo.

 

Da evidenziare che per celebrare il traguardo della ventesima edizione del Buy Lazio il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti hanno premiato il presidente di Confesercenti Viterbo Vincenzo Peparello, per aver contribuito in questi anni alla nascita e sviluppo del Buy Lazio, e l’ amministratore di Balletti Hotel e Resorts Luca Balletti per l’assidua partecipazione alla manifestazione.

 

Questa edizione del Buy Lazio si avvale del pieno sostegno e collaborazione del “Sistema dei Castelli Romani” composto dalla Comunità Montana dei Castelli Romani e Monti Prenestini, dal Parco regionale dei Castelli Romani, dal Consorzio Sistema Bibliotecario Castelli Romani, dal GAL Castelli Romani e Prenestini e da Cna Roma Castelli.

 

 

I DATI DELLA VENTESIMA EDIZIONE DEL BUY LAZIO

 

Analisi Buyer

La ventesima edizione del Buy Lazio fa registrare la presenza di 24 Mercati Esteri per un totale di 70 Buyer partecipanti.

 

La mappa geografica di provenienza dei Buyer si configura con la seguente ripartizione: Austria 3, Belgio 2, Canada 4, Danimarca 2, Estonia 3, Finlandia 2, Francia 3, Germania 7, Irlanda 1, Lettonia 2, Lituania 2, Norvegia 1, Paesi Bassi 2, Polonia 4, Regno Unito 5, Repubblica Ceca 4, Russia 6, Slovacchia 2, Spagna 4, Svezia 3, Svizzera 1, Ucraina 2, Ungheria 2, USA 3.

 

I Buyer destination specialist (repeater), che hanno già preso parte ad edizioni precedenti e che hanno consolidato i rapporti con l’offerta del territorio, rappresentano il 36% dei partecipanti, mentre l’elevato numero di nuovi partecipanti (pari al 64% dei Buyer invitati) testimonia che sono sempre di più i nuovi operatori interessati ad avviare e potenziare la programmazione turistica nel Lazio.

 

I prodotti turistici richiesti dai Buyer partecipanti al Buy Lazio 2017, in ordine di preferenza, sono: città d’arte (23%), mare (19%), enogastronomia (18%), ambiente-natura-parchi (16%), wellness/SPA (9%), sportivo (6%), religioso (6%), congressuale (3%).

 

All’interno del prodotto turistico, i Buyer hanno espresso delle preferenze sull’offerta dei Seller che possono essere così sintetizzate: hotel 4 stelle (14%), castelli, ville e dimore storiche (14%), hotel 3 stelle (14%), tour operator incoming (10%), hotel 5 stelle (10%), trasporti (8%), agriturismi (7%). Seguono le voci DMC/PCO (6%), appartamenti/case vacanza (5%), bus operator (5%), camping (5%) e centri conferenze (1%).

 

Analisi Seller

L’offerta turistica del Lazio, in questa edizione, è rappresentata da 136 aziende, con una proposta che riesce a presentare l’intero volto turistico della regione attraverso prodotti turistici personalizzati e rispondenti alle caratteristiche delle singole realtà provinciali.

 

I territori del Lazio presentano tematiche innovative e prodotti “forti” grazie alla presenza di qualificati operatori, così suddivisi: Roma (36%) e provincia (27%), Rieti (17%), Viterbo (10%), Latina (5%), Frosinone (5%). Questi dati mettono in evidenza due aspetti fondamentali, il primo conferma che il turismo nel Lazio è rappresentato principalmente da Roma (più del 90% degli arrivi di turisti nella regione vanno a Roma), il secondo che gli operatori di Roma non si fermano ad aspettare che il turista arrivi ma sfruttano tutte le occasione, come il Buy Lazio appunto, per proporre i propri prodotti e pacchetti.

 

I prodotti turistici rappresentati dai Seller sono così articolati: città d’arte (30%), ambiente-natura-parchi (19%), enogastronomia (12%), turismo congressuale (11%), mare (10%), sport (6%), turismo religioso (6%) e wellness/SPA (5%).

 

Il Buy Lazio rappresenta un appuntamento irrinunciabile per il 56% dei Seller iscritti e, allo stesso tempo, una nuova straordinaria opportunità per il 44% di imprese che per la prima volta parteciperanno alla manifestazione in questa edizione.

 

Questa la tipologia delle imprese laziali partecipanti in ordine di categoria: tour operator (24%), hotel 4 stelle (17%), servizi turistici (11%), agriturismi (10%), ristoranti (7%), associazioni (6%), DMC (5%), hotel 3 stelle (5%), castelli e dimore storiche (3%), catene di hotel (3%), albergo diffuso (2%) country/guest house (3%), B&B (2%), appartamenti/case vacanze (2%), consorzi (1%).