Turismo, Enit si rifà l’immagine e sostiene le imprese

L’ENIT -Agenzia Nazionale Italiana del Turismo in collaborazione con il Ministero del Turismo, nell’ambito delle iniziative previste nel Piano Strategico del Turismo 2017-2022, ha previsto la concessione di risorse finanziarie per 9 milioni di euro a imprese e agenzie di comunicazione esperte del mondo digitale per sviluppare nuovi processi e interventi di promozione turistica. La presentazione delle domande doveva avvenire entro il 19 aprile. Le imprese interessate dovranno essere idonee a migliorare la comunicazione digitale dell’offerta turistica organizzata italiana e favorire la ripresa dei flussi turistici nazionali ed internazionali. Si punta al rafforzamento del posizionamento competitivo della destinazione “Italia” nel mercato interno, internazionale di prossimità ed extraeuropeo, ampliando i mercati di riferimento con un’offerta differenziata; allo sviluppo di iniziative integrate tra diversi ambiti tematici quali cultura, economia, ambiente e turismo; alla valorizzazione delle offerte turistiche e delle esperienze territoriali, con il sostegno alle identità locali nell’ambito di una strategia unitaria, coerente e omogenea con la destinazione “Italia”. Progetti, programmi e campagne di informazione e di promozione devono essere realizzati, coerentemente con quanto previsto dal Piano Strategico del Turismo 2017-2022 e dall’Agenda Onu 2030, nell’ambito di politiche di sviluppo sostenibile e di valorizzazione dei territori e delle comunità con il loro patrimonio culturale, in armonia con l’ambiente, in una concezione ecologica ed ecosistemica complessa. “Un nuovo concreto tassello per la crescita e il rilancio della filiera turistica, un modo per non lasciare indietro nessuno e per guardare con ottimismo al futuro” ha dichiarato il Presidente ENIT Giorgio Palmucci.

Nuova immagine

L’ENIT fa un aggiornamento della propria immagine rinnovando il logo per meglio affrontare l’impegnativo percorso di trasformazione, con una ristrutturazione profonda per della propria identità, a partire dal logo, presentato alla BIT, Borsa Italiana del Turismo di Milano, alla presenza del ministro del Turismo Massimo Garavaglia. L’importante rinnovamento del marchio è segno di un cambiamento dell’agenzia, della sua missione e visione e del suo orientamento strategico. Nel corso delle prossime settimane sarà infatti adottato un nuovo quadro promozionale che, guardando al 2030, orienterà l’azione di ENIT per ottenere progressi concreti sui fattori di competitività del sistema turistico.

“Stiamo lavorando ad un ente moderno ed al passo con le migliori agenzie nazionali dei competitor internazionali che oggi hanno un riconoscimento di apprezzamento dai propri portatori di interessi. Le donne e gli uomini di ENIT tra dieci anni potranno guardare indietro ed essere orgogliosi di avere contribuito in modo determinante a rafforzare la competitività del turismo italiano”, ha dichiarato Roberta Garibaldi, amministratore delegato di ENIT. “ENIT è in percorso espansivo di ampio respiro iniziato in questi lunghi anni insieme e ora amplificato da ulteriori metodi e standard che vanno ad affinare il lavoro. L’ampio respiro è anche quello che sentiamo di condividere con tutta la filiera turistica in un approccio partecipativo che continuerà ad infondere valore e credibilità al marchio Italia” ha commentato il presidente Palmucci. Il nuovo stilema vede il ritorno dell’acronimo “ENIT”, comunicato con un carattere semplice, dal tradizionale colore azzurro della comunicazione sociale. In questo acronimo, con un gioco di forme, domina il contorno di una stella che dà lustro al 1919, anno di fondazione dell’ente e che rievoca un simbolo storicamente di conoscenza. Si tratta della stella serale che guidò Enea in Occidente. Il carattere scelto, tra l’altro, riprende filologicamente l’emblema ENIT del 1954. L’ENIT, che nel suo logo aveva inserito un simbolo di amicizia tra i popoli, assolveva quindi anche al ruolo di mediatore e approssimatore di nazioni attraverso la divulgazione della conoscenza abolendo così i pregiudizi scaturiti dall’ignoranza. La regia di questa ristilizzazione è stata affidata alla consulenza creativa di Iabicus, mentre il progetto di marchio all’agenzia PG&W, sotto la direzione creativa di Fabrizio Pato Donati e direzione artistica di Guglielmo Oselladore.




Montalto di Castro, Enel: nell’area della ex centrale nucleare inaugurato il museo dell’energia

Per favorire l’uscita dell’Italia dal carbone, all’interno della centrale “Alessandro Volta” resteranno attivi impianti turbogas rinnovati e resi più efficienti

Un innovativo centro culturale dedicato alla transizione energetica all’interno della centrale Enel “Alessandro Volta” di Montalto di Castro: il TECCC, Centro di Cultura e Conoscenza della Transizione Energetica, è stato presentato ieri dal Direttore Enel Italia Nicola Lanzetta e dal sindaco Sergio Caci alla presenza di Francesco Battistoni, Sottosegretario di Stato del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, Ministero della Cultura e Patricia Viel, Architetto e Co fondatrice, Studio ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel.

Il progetto punta alla rigenerazione dell’area del sito – originariamente destinata ad una centrale nucleare mai entrata in esercizio – attraverso la creazione di un vero e proprio distretto dell’innovazione, nel quale la narrazione del passato si intreccia con attività orientate al futuro. La creazione di uno spazio museale visitabile oltre che spazi funzionali dedicati ad attività di formazione, rappresenta una straordinaria opportunità che permette di fondere insieme aspetti tecnici, economici, sociali ed ambientali. All’interno del TECCC, prenderà vita il Museo della transizione energetica, coprendo una superficie complessiva di oltre 5.000 mq. A questo, si aggiungono circa 15.000 mq di spazi espositivi all’interno di due strutture esistenti (dedicati ad installazioni d’arte sul tema dell’energia, sale di esposizione divulgativa riguardanti il tema della transizione energetica) e una sala per eventi collegata ad una terrazza panoramica.

“Il progetto prevede anche un percorso di visita sopraelevato – spiega l’architetto Patricia Viel, co-fondatrice di ACPV ARCHITECTS Antonio Citterio Patricia Viel – che circonda l’area e immergerà il visitatore in un paesaggio che ben restituisce la complessità del sito, con l’obiettivo di valorizzare e rendere accessibili manufatti dallo straordinario valore storico e architettonico.”

“Poter raccontare passato e futuro dell’energia è particolarmente importante in un momento storico come questo, in cui la transizione energetica sta cambiando radicalmente l’intero settore, dalla produzione al trasporto fino al consumo, spingendo verso un modello più sostenibile”, commenta Nicola Lanzetta, Direttore Enel Italia. “Farlo all’interno della centrale di Montalto di Castro ha un valore anche simbolico e arricchisce ulteriormente il programma di valorizzazione del sito, che sarà il più grande dei nostri poli energetici integrati e multifunzionali in Italia. Grazie a uno spazio innovativo e aperto potremo coinvolgere anche i più giovani”.

“L’attività di un’amministrazione comunale è più efficace se al centro della sua azione politica pone lo sviluppo culturale”, commenta il sindaco Sergio Caci. “Il progetto che oggi Enel presenta e che noi, ma mi sento di dire anche le future amministrazioni, sosteniamo, va esattamente in questa direzione. Recuperare uno spazio in disuso, di rilevanza storica per la narrazione energetica del paese per raccontare la transizione energetica creando un polo museale e di conoscenza mai realizzato prima”.

“Il progetto energetico integrato che nasce a Montalto di Castro è un’importante occasione di sviluppo e di crescita non solo per il Lazio, ma per tutta l’Italia – dichiara il Sottosegretario al Mipaaf Francesco Battistoni. – Ambiente e territorio cresceranno in sinergia fra loro, coniugando transizione energetica e sostenibilità andando a creare le basi programmatiche per un progresso non solo energetico, ma anche occupazionale e di sistema”.

“Il progetto per la realizzazione di un polo energetico e culturale integrato nell’area della centrale nucleare di Montalto di Castro è un’ottima notizia – commenta Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, Ministero della Cultura. – Si restituisce finalmente dignità ad un pezzo di territorio di grande valore paesaggistico e storico: ci troviamo nel territorio di influenza di una delle maggiori città dell’Etruria, la città di Vulci, localizzata, con le sue sterminate necropoli, tra i comuni di Canino e, appunto, Montalto di Castro. Si tratta di un’ottima notizia anche perché conferma ancora una volta che fare imprenditoria e creare valore culturale non sono concetti antitetici, tutt’altro, possono convivere nella comune vocazione di apportare benefici alle comunità di riferimento. Diamo dunque il benvenuto al nuovo Museo della Transizione Energetica all’interno del variegato e vivace mondo dei luoghi della cultura italiani, con l’auspicio di poterlo presto accogliere nel nostro Sistema Museale Nazionale”.

La centrale di Montalto di Castro è al centro di un importante sviluppo a partire dalle necessità del sistema elettrico e dalle opportunità create dalla transizione energetica, piano che vedrà la realizzazione di un nuovo polo energetico integrato tra iniziative nel settore energetico, sviluppate da Enel, e nuove soluzioni imprenditoriali sviluppate da terzi. L’iniziativa rientra nel più ampio impegno del Gruppo Enel per un nuovo sviluppo dei siti dei propri impianti, secondo una strategia che pone come priorità la valorizzazione delle strutture esistenti e l’integrazione con nuovi impianti di produzione rinnovabile e sistemi di accumulo, combinati con nuovi progetti imprenditoriali in ambiti differenti.

Nel sito sono in corso le demolizioni dei gruppi ad olio già dismessi. Enel ha avviato l’iter autorizzativo necessario per poter realizzare nel sito un nuovo impianto fotovoltaico su una superficie di circa 20 ettari, per una potenza di circa 10 MW. Altre aree in fase di sviluppo (6 ettari) saranno destinate a ospitare sistemi di accumulo di energia per circa 245 MW, fornendo così un ulteriore contributo all’utilizzo delle energie rinnovabili e alla stabilità del sistema elettrico: anche in questo caso sono già in corso gli iter autorizzativi. In linea con le indicazioni del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e per favorire l’uscita dell’Italia dal carbone, all’interno della Alessandro Volta resteranno attivi impianti turbogas rinnovati e resi più efficienti. Il nuovo sviluppo del sito è aperto anche a progettualità esterne: un’area non più utilizzata per produrre energia è stata affittata ad un’impresa del viterbese che avvierà una propria produzione di tracker solari generando occupazione e valore a livello locale. Sono in fase di studio ulteriori soluzioni, attualmente oggetto di dialogo con le istituzioni, che permetteranno di valorizzare asset e strutture esistenti garantendo ricadute positive per il territorio; tra queste, un innovativo progetto di serra idroponica, per il quale sono in corso analisi di fattibilità tecnico economiche e che potrà beneficiare delle aree e di parte delle strutture esistenti.




Covid, in 2 anni chiudono 7mila bar: il Lazio la regione con il dato più alto

Quasi 7mila bar hanno chiuso i battenti causa Covid negli ultimi due anni. La fotografia, scattata da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese, mostra infatti che dei 169.839 bar esistenti a fine 2019, ne sono rimasti 162.964 a fine 2021, vale a dire 6.875 in meno (-4,05%).

Una riduzione elevata, che ha colpito prima di tutto il Lazio, dove questi esercizi pubblici sono diminuiti del 10,09% pari a 1.860 strutture in meno. A seguire la Valle d’Aosta, che segna una variazione percentuale del -9,7% e un calo numerico di 51 bar.




Turismo enogastronomico: la Puglia conquista la Finlandia con i prodotti dei monti Dauni

Nei giorni scorsi il Gal Meridaunia ha svolto una missione ad Helsinki per promuovere le specialità enogastronomiche dei Monti Dauni pugliesi e le destinazioni turistiche dell’area

. Si è trattato di due giorni di eventi, incontri, presentazioni, promozione, degustazioni e racconti della terra e dei prodotti di Puglia e Daunia.

All’interno in uno spazio espositivo nel centro di Helsinki, Vanha Ylioppilastalo, una delle sedi più rappresentative della città, esponenti delle aziende partecipanti hanno incontrato operatori turistici, acquirenti e importatori di prodotti agroalimentari di nicchia.

E tutto questo alla presenza degli imprenditori che hanno accompagnato le loro produzioni di eccellenza, le hanno presentate e promosse al pubblico finlandese selezionato. E non solo loro. A rendere tutto direttamente sperimentabile, anche un cuoco, Mario Falco, che ha saputo trasformare i prodotti dei Monti Dauni in piatti deliziosi, apprezzati moltissimo.

Era presente anche il presidente del Gal,Pasquale De Vita; Meridaunia è un Gruppo di Azione Locale (GAL) per gestire, in quanto soggetto attuatore dell’Iniziativa Comunitaria Leader II, i fondi comunitari mirati allo sviluppo di aree rurali e marginali con problemi di sviluppo economico nel territorio dei 16 Comuni dell’area dei Monti Dauni meridionali. è quindi una vera e propria “Agenzia di Sviluppo” del territorio, con una funzione complessiva di supporto allo sviluppo e alla creazione di impresa e di lavoro.

Suo compito istituzionale consiste essenzialmente nella elaborazione e nella attuazione di strategie di sviluppo del territorio, attraverso il coinvolgimento del maggior numero di attori socio-economici locali (pubblici e privati) oltreché delle comunità locali. La missione in Finlandia rientrava nelle azioni di promozione e di internazionalizzazione delle aziende dei Monti Dauni (mis. 3.2 Por Puglia) e, allo stesso tempo, nelle azioni di promozione dei Monti Dauni come destinazione turistica della Regione Puglia (mis. 6.8 Por Puglia), due progetti che il Gal sta realizzando in questa progettazione.

Le aziende daune presenti:

Per il settore alimentare:
Bioricci – https://bioricci.it, agrico0ltura biologica, Birra Leone – https://leonebeercompany.it, microbirrificio artigianale, Cantine De Canto – www.cantinedecanto.it, prodotti vitivinicoli;
Olio Monte Fedele- https://oliomontefedele.com, oleificio e prodotti derivati; Fattibene – https://fattibene.it, salumificio; Famiglia Consiglio – www.facebook.com/pianadellemandrie
Agriturismo e azienda agricola.

Operatori turistici:

Il Gal Meridaunia rappresentava gli imprenditori turistici dell’area pugliese. Ma erano presenti operatori anche di altre regioni: in particolare, per l’Emilia-Romagna, Parma Incoming – www.parmaincomingtravel.it, per il Piemonte, Consorzio Fortur – www.consorziofortur.it, per l’ Umbria, Ludomar Travel – www.ludomartravel.com, per il Veneto, Itinera Bike – www.itineratravel.com, www.itinerabike.com

Riferimenti:

Regione Puglia – Puglia Promozione Agenzia Regionale del Turismo, Regione Puglia Visit Monti Dauni Regione Puglia – Assessorato all’Agricoltura Pugliesi nel Mondo Regione Puglia




Sos crisi energetica: allevamenti italiani a rischio

Sos di Coldiretti Lazio per migliaia di allevamenti italiani. Solo nel Lazio rischia di chiudere una stalla su quattro solo a causa della crisi energetica e per la guerra in Ucraina. A questo ora si aggiungono le nuove scelte della Commissione europea, che compromettono la capacità di approvvigionamento nazionale del Paese, già deficitario per carne e latte. E’ quanto afferma la Coldiretti Lazio in riferimento alle anticipazioni sulla proposta della Commissione UE per la revisione della Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (IED), per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento attesa per martedì 5 aprile. Le bozze attuali allargano una serie di pesanti oneri burocratici ad un maggior numero di aziende zootecniche e aggiungono all’ambito di applicazione il settore delle produzioni bovine, che prima era escluso. “E’ una scelta inaccettabile – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – che rischia di condannare alla chiusura tantissimi allevamenti con un nuovo carico di burocrazia che fa aumentare i costi del sistema zootecnico”. Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini ha già sollecitato personalmente i Commissari Wojciechowski e Gentiloni, oltre ai parlamentari europei italiani delle commissioni ambiente, industria ed agricoltura, per modificare una decisione che rappresenta un attacco al sistema allevatoriale europeo. “In un momento in cui è sempre più evidente la necessità di puntare sulla sicurezza alimentare e sull’autosufficienza – aggiunge Granieri – a Bruxelles si rischiano di fare scelte che aprono la strada alla “carne sintetica”. La carne italiana nasce da un sistema di allevamento, che per sicurezza, sostenibilità e qualità non ha eguali al mondo, consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatoricon l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne. Le nuove scelte Ue rischiano di aprire le porte alle importazioni di carne da paesi terzi, che spesso garantiscono minori standard di sicurezza alimentare e maggiori impatti ambientali di quelli europei”. E poi l’appello: “Difendere la carne Made in Italy – conclude Granieri – significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il foraggio e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado spesso da intere generazioni, anche in aree difficili”. L’Italia dipende già dall’estero per il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.




Inflazione, Cgia di Mestre lancia l’allarme: rischio usura per le famiglie italiane indebitate per oltre 22mila euro

L’inflazione alle stelle, tra post Covid e guerra in Ucraina, mette sotto pressione le famiglie italiane che, denuncia la Cgia di Mestre, sono sempre più indebitate. Al 31 dicembre 2021 il debito delle famiglie italiane ammontava complessivamente a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto a un anno prima). L’importo medio per nucleo famigliare era di 22.237 euro; se confrontato con il dato di 12 mesi prima, la variazione è stata positiva e pari a 851 euro. A preoccupare l’Ufficio studi della Cgia, comunque, non è tanto ciò che si è in grado di misurare, ma quello che non si riesce nemmeno a intravedere, come, ad esempio, il rischio usura.

Situazione critica ma non drammatica

Ancorché lo stock dei debiti sia in aumento e gli effetti negativi del caro vita e del caro bollette siano esplosi solo dopo l’inizio di quest’anno, la situazione è critica, ma non drammatica. E’ probabile che l’incremento sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta l’anno scorso. Va altresì segnalato che le aree provinciali più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati. Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori potrebbero essere legati ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono riconducibili a famiglie benestanti.
Altra cosa, invece, è interpretare i dati del Mezzogiorno; benché in termini assoluti la situazione sia meno critica che nel resto del Paese, il peso dell’indebitamento delle famiglie più povere è sicuramente maggiore che altrove. Va altresì ricordato che la maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nelle famiglie economicamente più deboli, ovvero in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale. I dati dell’Istat ci dicono, inoltre, che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi.

Bollette: gli autonomi stanno pagando i rincari due volte

L’aumento esponenziale dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette energetiche potrebbero peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie italiane. Segnaliamo, in particolar modo, che molti artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Una situazione che per molte attività sta diventando impossibile da sostenere.

Usura: a rischio artigiani, commercianti e partite iva

 – Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria non è possibile dimensionare l’usura. Questo fenomeno è molto “carsico”; chi finisce nella rete di questi criminali spesso ha paura di denunciare i suoi aguzzini perché teme per l’incolumità propria e dei suoi familiari. E con la crisi economica ormai nuovamente alle porte, anche le forze dell’ordine denunciano da tempo molti segnali di avvicinamento delle organizzazioni criminali al mondo dell’imprenditoria. In particolar modo di quella composta da artigiani, negozianti e partite Iva.

Lavoratori autonomi che si indebitano per poche migliaia di euro, ma nel giro di qualche mese si trovano nell’impossibilità di restituire questi soldi, perché nel frattempo gli interessi hanno raggiunto livelli spaventosi. Sono queste, secondo l’Ufficio studi della Cgia, le realtà più a rischio. Questo dimostra che lo Stato deve intervenire con massicce dosi di liquidità, altrimenti molte imprese cadranno prigioniere di questi fuorilegge. Non solo, ma è necessario incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura. Uno strumento, quest’ultimo, presente da decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto ai più e, conseguentemente, con scarse risorse economiche a disposizione.




Caro carburanti, atteso taglio accise per riduzione di 25 centesimi

Ma tutti chiedono di più. Assopetroli minaccia mobilitazione

Bisognerà attendere ancora qualche giorno per vedere la benzina sotto i due euro: potrebbe arrivare lunedì in Gazzetta Ufficiale e quindi scattare il giorno successivo, martedì, la riduzione di 25 centesimi delle imposte applicate sui carburanti.

Servirà qualche giorno in più, invece, per l’arrivo del decreto legge con tutte le altre norme, dalla sterilizzazione degli aumenti di energia per le famiglie sotto i 12mila euro di Isee alle rate per le imprese in difficoltà, fino al prelievo del 10% sugli extraprofitti delle società energetiche.

Le misure adottate valgono nel complesso 4,4 miliardi, ma questo non basta a frenare un vero e proprio coro di critiche, più o meno aspre. Dalle imprese ai sindacati, dai consumatori ai partiti, tutti chiedono di più. Anche nella maggioranza. Il leader del Pd, Enrico Letta plaude alle scelte ma dice che bisogna essere pronti ad ulteriori misure. Da Forza Italia si chiede un intervento con uno scostamento del deficit o con una spending review mentre Fassina (Leu) sostiene che si è stati ‘timidi’ sugli extraprofitti e Crippa (M5s) chiede più coraggio sulle bollette.

Lo sconto di 25 centesimi al litro (che inizialmente veniva ipotizzato di soli 10 centesimi) non accontenta poi i consumatori, che criticano sia l’importo insufficiente a colmare il divario con gli aumenti subiti, sia il fatto che l’intervento sia limitato nel tempo. Il testo iniziale prevedeva la riduzione per 30 giorni ma il Premier Draghi ha parlato di un intervento che durerà fino a fine aprile, in pratica avrà una durata di 40 giorni.

Sarà la pubblicazione del provvedimento a chiarire i dettagli, ma è già arrivata, dura, la reazione delle società che distribuiscono e stoccano i carburanti. Assopetroli e Assoenergia spiegano che con il taglio delle accise i carburanti già immagazzinati con la vecchia accisa saranno venduti con la riduzione e quindi “subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico” con un “danno enorme per il settore distributivo” che annuncia – se non ci saranno indennizzi – una mobilitazione. Ma va anche segnalato che, se in Sardegna la protesta dei tir è al sesto giorno, gli autotrasportatori di Fai e Conftrasporto hanno deciso di ‘congelare’ il blocco in programma per il 4 aprile.

Ad usare toni fortemente critici è comunque anche Confindustria che esprime “forti perplessità nonché delusione”.

L’indice è puntato contro “l’indisponibilità ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti” ma anche verso la non immediata applicabilità della rateizzazione delle bollette per gli imprese e verso il prelievo degli extraprofitti sugli operatori che – dice – rischia di incorrere in rilievi Costituzionali. “Tutt’altro sarebbe stato un tetto nazionale al prezzo del gas”, scrivono gli industriali. Un tema questo che il governo ha però posto a livello di Consiglio Europeo che si discuterà tra qualche giorno a Bruxelles. Anche Confcommercio chiede un intervento “più incisivo e duraturo” La tassa sugli extraprofitti viene criticata anche dai sindacati, ma da una visuale diametralmente opposta. Il prelievo viene definito “doveroso ma debole” dal leader Cisl, Luigi Sbarra, che chiede uno sforzo in più sulle misure sociali, gli ammortizzatori sui lavoratori delle imprese in crisi. Il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, afferma che la tassa sugli extraprofitti è nella giusta direzione, anche se servirebbe più coraggio e magari l’estensione del prelievo anche alle altre multinazionali per trovare le risorse che aiutino lavoratori e famiglie alle prese con i rincari.

Sicuramente sul fronte dei rincari si è acceso un faro anti-speculazione. Ad indagare per verificare se ci sono stati abusi sono ora ben sette procure e la Guardia di Finanza che ha risposto così alle sollecitazioni arrivate dagli esposti inviati all’inizio della settimana da Codacons. Al momento – afferma l’associazione dei consumatori – si contano due diverse indagini a Roma, e inchieste sono state avviate dalla magistratura anche a Cagliari, Belluno, Prato, Ancona, Perugia, Verona. A Pescara, Trieste e Napoli è la Guardia di Finanza ad aver avviato verifiche sui listini dei carburanti.




Gas, carburanti e energia elettrica. La Procura di Roma indaga sull’aumento dei prezzi

Cingolani in merito all’aumento dei prezzi aveva parlato di “colossale truffa”

Alla luce dell’aumento del prezzo di gas, energia elettrica e carburanti la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine.

Si tratta di un procedimento al momento contro ignoti senza indagati e senza ipotesi di reato.

“L’indagine è volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabili”, spiega la Procura.

Gli accertamenti sono stati affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma. Nei giorni scorsi il ministro per la Transizione ecologica Cingolani in merito all’aumento dei prezzi aveva parlato di “colossale truffa”.




Prima casa e riforma del catasto: una patrimoniale nascosta?

La video intervista al V. Presidente della X Commissione in Regione Lazio delle Politiche Abitative e al titolare della Ariete Immobiliare per cercare di capire cosa succede

Respinto per un solo voto l’emendamento presentato dal centrodestra in Commissione finanze che voleva cancellare l’articolo 6 della delega fiscale ovvero lo stop alla revisione del catasto con la nuova mappatura a partire dal 2026, che aggiorna i valori di mercato degli immobili.

NELLA PRIMA PARTE DI OFFICINA STAMPA ABBIAMO PARLATO DELLA RIFORMA DEL CATASTO INSIEME ALL’ON. FABRIZIO GHERA PRESIDENTE DEL GRUPPO FRATELLI D’ITALIA AL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO E VICEPRESIDENTE DELLA X COMMISSIONE POLITICHE ABITATIVE E AL DR. MAURIZIO ZAMBONI TITOLARE DEL GRUPPO ARIETE IMMOBILIARE

Una riforma che secondo il centrodestra nasconde una patrimoniale che andrà a pesare sulle tasche degli italiani.

La votazione è finita con un solo voto di scarto, 23 a 22, con Lega, Forza Italia e Fdi che hanno votato insieme per abrogare la riforma, spaccando quindi la maggioranza di governo.

L’articolo 6 della legge prevede la delega al Governo per l’adozione di norme dirette a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da mettere a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate.
Il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze, Daniele Franco hanno più volte spiegato che l’obiettivo della riforma è quello di facilitare l’individuazione e la corretta classificazione degli immobili che non si tradurrebbe in innalzamento automatico delle tasse. La norma indica, in particolare, i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati.
La vera novità della riforma è la necessità di aggiornare l’archivio con gli immobili e i terreni non dichiarati. L’Agenzia delle Entrate, che ha assorbito la vecchia agenzia del Territorio, insieme con i comuni avrà quindi strumenti per andare a caccia degli immobili “fantasma” ma anche di quelli che non rispettano la reale consistenza, la destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita.




Prezzi del cibo, aumenti dal 50 al 150 percento: Coldiretti Lazio chiede alla Regione lo stato di crisi del settore agricolo

Granieri: “Dalla fine di novembre ad oggi ci siamo trovati con la moltiplicazione dei costi di produzione, causati da scompensi internazionali di cui per primi gli agricoltori fanno le spese”

Dalla pandemia al conflitto in Ucraina, che ha fatto lievitare ulteriormente i prezzi del cibo, con il costo delle materie prime, già prima della guerra, arrivato ad un aumento che va dal 50% al 150%. Due anni da incubo che hanno spinto Coldiretti Lazio a chiedere alla Regione lo stato di crisi del settore agricolo. 

In questa situazione decisamente complessa e complicata – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – abbiamo chiesto lo stato di crisi, con l’impegno di un confronto utile alla ricerca di soluzioni che ci possano aiutare a consentire la vita dell’agricoltura e dunque anche la cura dei territori della Regione Lazio”.

Dalla zootecnia che non riesce più sostenere i costi per l’acquisto dei mangimi per il bestiame e deve fare i conti con le speculazioni, all’ortofrutta con i prezzi del gasolio agricolo triplicato per i trattori, così come per i fertilizzanti. Dal florovivaismo che necessita di scaldare le serre e fa fatica a saldare le bollette dell’energia elettrica e gas ormai lievitati, al grano che ha messo a segno un aumento del 40,6% in una settimana per un valore ai massimi da 14 anni di 12,09 dollari per bushel (27,2 chili) che non si raggiungeva dal 2008. Non è esclusa la pesca con i prezzi del gasolio arrivato a +90, che costringe i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite. Tutto questo favorisce anche l’importazione di prodotti stranieri. 

“Non c’è una sola filiera – spiega il presidente di Coldiretti Lazio – che non sia stata toccata prima dalla crisi economica determinata dal Covid e ora dalle ripercussioni del conflitto in Ucraina. Una situazione insostenibile per gli agricoltori, che da due anni cercano di rialzarsi a fatica e poi ricadono inevitabilmente, schiacciati da una situazione che non consente loro di essere ripagati neanche dai costi sostenuti per la produzione. Eppure durante la pandemia l’agricoltura non si è mai fermata e gli agricoltori hanno continuato a lavorare per garantire il cibo sugli scaffali dei negozi e dei supermercati, nonostante abbiano perso anche molto prodotto per le continue chiusure e riaperture di bar e ristoranti”. 

Due anni che pesano enormemente sulla filiera agroalimentare che assorbe da sola il 10% dei consumi energetici, il caro energia mette a rischio le forniture di cibo e alimenta le speculazioni, con costi insostenibili per gli agricoltori e l’inflazione nel carrello della spesa con prezzi troppo alti per cinque milioni di italiani, che sono già nell’area della povertà alimentare.

“In un momento di grandi tensioni internazionali – continua Granieri – come quello che stiamo vivendo deve essere centrale e prioritario il tema della sovranità alimentare per non dipendere dall’estero. In questo scenario dobbiamo necessariamente garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende che possa consentire agli agricoltori e agli allevatori di continuare a lavorare. I prezzi non devono e non possono scendere sotto i costi di produzione”.

Dalla fine di novembre ad oggi “ci siamo trovati con la moltiplicazione dei costi di produzione, causati da scompensi internazionali – conclude Granieri – di cui per primi gli agricoltori fanno le spese. Il primo anello della filiera resta il più debole, soprattutto quando la grande distribuzione non sostiene alcun aumento per non mettere in difficoltà il consumatore finale. Come due anni fa ci stiamo trovando a pagare le conseguenze di un conflitto internazionale, rispetto al quale gli aumenti delle materie prime, usate in agricoltura ogni giorno, lievitano in modo smisurato. Questi aumenti stanno gravando in modo trasversale su ogni settore”.




Benzina, superati i 2 euro al litro per il servito: crescono anche i prezzi del Gpl

Schizzano i prezzi della benzina: quanto al servito, per la benzina il prezzo medio e’ a 2,024 euro/litro (ieri 2,015) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi tra 1,965 e 2,111 euro/litro (no logo 1,927).

La media del diesel servito aumenta a 1,904 euro/litro (ieri 1,895) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi tra 1,844 e 1,974 euro/litro (no logo 1,809).

Anche i prezzi del Gpl crescono e vanno da 0,828 a 0,857 euro/litro (no logo 0,823). Infine, il prezzo medio del metano auto risulta ancora in saliscendi, con rialzi soprattutto nei distributori Eni, tra 1,753 e 1,885. Lo riporta Quotidiano Energia.

Scende con decisione dai picchi di giornata il prezzo del gas: dopo aver toccato in mattinata il record storico di 200 euro (esattamente 199,99) al Megawattora. Il metano è sceso sotto quota 170 con il future Ice Ttf, che è il riferimento della materia prima per l’Europa. In un clima sempre molto volatile e nervoso, il prezzo oscilla sui valori della chiusura di ieri, poco sopra i 165 euro al Mwh.

Continua la corsa del prezzo del grano sulla Borsa merci di Chicago, quella di riferimento mondiale: i futures sul frumento, del quale l’Ucraina è uno dei maggiori esportatori mondiali, correggono ancora il record storico e crescono del 7% a 1.134 dollari al bushel, l’unità di misura anglosassone utilizzata per questo genere di materie prime. Vola anche il mais, in aumento del 3% a 747 dollari, ai massimi dal 2013.

Petrolio sempre sui massimi, in attesa degli sviluppi in Ucraina e dopo la decisione dell’Opec di mantenere inalterato il rialzo della produzione. il Brent dopo una fiammata oltre i 117 dollari e’ scambiato a 116,95 dollari al barile (+3,56%), mentre il Wti e’ a 114,56 dollari (+3,58%). 

Quotazioni dell’oro sempre alte ma ferme sui livelli della vigilia: il metallo prezioso e’ a 1.928,27 dollari l’oncia con un calo dello 0,02%.