Ristrutturazione a costo zero: tutti i consigli per risparmiare

La ristrutturazione della casa si rende necessaria quando l’edificio è ormai obsoleto o quando nascono delle nuove necessità da parte di chi vive la casa ogni giorno. In entrambi i casi, gli obiettivi di una ristrutturazione sono: migliorare il comfort abitativo e ridurre i consumi energetici grazie all’efficienza.
Grazie ai bonus casa previsti dal governo, la ristrutturazione può anche essere a costo zero, considerando che ci sono agevolazioni che permettono di recuperare l’intero investimento. 
Bisogna però fare attenzione non solo ai requisiti, ma anche alle scadenze delle singole agevolazioni che con la legge di bilancio 2022 sono state prorogate fino al 2025, ma con delle specificità da tenere sotto controllo. Il consiglio è quello di rivolgersi ad aziende esperte nel settore per avere un’idea chiara su come procedere e per capire, ad esempio, quanto costa rifare un bagno ex novo alla luce delle possibilità di sconto. In questo approfondimento ci sono tutti i consigli per risparmiare tenendo conto dei bonus previsti per legge e delle relative scadenze.

Superbonus 110%

Parliamo dell’agevolazione più conveniente di tutte, che permette di avere un’abitazione ad alta efficienza energetica recuperando tutto l’investimento in maniera immediata, con la cessione del credito e lo sconto in fattura.

Negli ultimi mesi ha generato alcune criticità, poiché non erano ben chiari i sistemi di controllo e si è generato un blocco agli accrediti per le aziende che si erano esposte.

Nel decreto aiuti bis, tali problemi per il Superbonus 110% sono stati risolti, con alcune modifiche chiave per liberare i fondi a favore di chi aveva realizzato un progetto a norma e senza rischio truffa.
Alla luce delle nuove regole, si può quindi procedere, per i progetti edilizi con i bonus casa, alla richiesta di fondi per riqualificare la propria abitazione.
La scadenza per il Superbonus è fissata al 2025, ma dal 2023 cambieranno le percentuali di sconto in base al tipo di intervento:

  • per i lavori effettuati dai singoli contribuenti il 110% spetta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, con la condizione di aver saldato il 30% entro il 30 giugno 2022;
  • per gli interventi in condominio o in edifici da 2 a 4 unità immobiliari il bonus è prorogato fino al 31 dicembre 2023. Nel 2024 la percentuale scende al 70% e nel 2025 al 65%;
  • per la ristrutturazione di edifici, quali ex case IACP e cooperative edilizie, la detrazione è valida fino al 31 dicembre 2023 se entro il 30 giugno 2023 siano stati effettuati almeno il 60% degli interventi.

Ecobonus e bonus casa

Queste agevolazioni esistevano già prima del Superbonus 110%, e sono destinate agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Danno la possibilità di recuperare rispettivamente il 65% (fino all’85% per casi particolari) e il 50% delle spese sostenute. Sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2024 con le stesse condizioni e, se si effettuano lavori particolarmente avanzati dal punto di vista del risparmio energetico, i costi si possono detrarre direttamente in fattura, senza il rimborso Irpef nella dichiarazione dei redditi, che verrebbe spalmato su più anni.

Bonus mobili ed elettrodomestici

Chi ha eseguito lavori di ristrutturazione con i bonus, può anche richiedere il bonus mobili ed elettrodomestici, che consente di avere una riduzione delle spese del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici a basso consumo. Valido fino al 31 dicembre 2024, subirà delle modifiche per il budget massimo disponibile, che dal 1° gennaio 2023 passerà dai 16 mila euro attuali ai 10 mila euro.

 




Turismo, conclusa la 59esima edizione di TTG Travel Experience di Rimini

L’evento ha ospitato il debutto della Destinazione Lazio Meridionale D.M.O.
 
Appena conclusa la 59° edizione di TTG Travel Experience di Rimini, la manifestazione nazionale B2B di riferimento per la promo-commercializzazione del turismo mondiale in Italia e per la commercializzazione dell’offerta turistica italiana nel mondo. L’evento ha ospitato il debutto della Destinazione Lazio Meridionale D.M.O., l’associazione di promo-commercializzazione turistica nata a cavallo delle province di Frosinone e Latina grazie all’impegno di Enti sia pubblici che privati. La delegazione partecipante era composta dal presidente Giorgio De Marchis e dal Destination Manager Stefano Soglia che hanno registrato un primo, fondamentale, interesse da parte degli operatori sulla proposta proveniente da questo territorio, tanto ricco e variegato.

Una tre giorni intensa che ha visto i due rappresentanti prendere parte ad una serie di appuntamenti in quella che figura tra le principali fiere di settore in Italia. Particolare risalto ha avuto infatti il panel tenuto in collaborazione con la D.M.O. Latium Experience, la presentazione è stata tenuta dai rispettivi Destination Manager: Stefano Soglia per la Destinazione Lazio Meridionale e Paola Cosimi per Latium Experience.

L’evento si è svolto nel segno della ripartenza, confortato dai dati diffusi dal Unwto World Tourism Barometer, secondo i quali il settore turistico ha recuperato quasi gli stessi numeri arrivi/presenze pre-pandemia, riflettendo la forte domanda repressa di viaggi internazionali e l’allentamento delle restrizioni di viaggio.

Lo staff della D.M.O., finanziata dalla Regione Lazio attraverso l’Avviso pubblico “Attuazione di interventi a sostegno delle destinazioni turistiche del Lazio” del 11/02/2021, ha espresso grande soddisfazione per l’accoglienza ricevuta e per aver ritrovato in loco alcuni degli associati all’appuntamento riminese volto a promuovere il turismo.

“Siamo in una fase molto importante sia per la nostra D.M.O. che per il turismo nazionale” -ha dichiarato il Presidente Giorgio De Marchis– “in questo periodo infatti stiamo ultimando gli strumenti utili agli operatori del turismo territoriale per garantire un posizionamento sul mercato in linea con i principali competitor. La strategia che stiamo portando avanti prevede un’azione tanto in linea con la proposta regionale, quanto integrata con le vicine D.M.O. di Latina e della Valle di Comino. L’impegno sinergico e la standardizzazione dei prodotti garantiranno ai tre territori a Sud di Roma di rimanere sul mercato con le proprie migliori proposte ben oltre la fine del progetto finanziato dalla Regione Lazio. L’esperienza a Rimini di questi giorni ci ha dimostrato concretamente che, sia a livello nazionale che estero, c’è grande interesse intorno ai territori emergenti come il nostro. È stato un piacere annunciare in un contesto tanto prestigioso che a breve presenteremo il brand e l’immagine coordinata della nostra destinazione, in un evento appositamente realizzato.”




Energia, aumento incontrollato dei prezzi: AGCM e ARERA pronti a intervenire

Il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), Roberto Rustichelli e il presidente dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), Stefano Besseghini, si sono incontrati a Roma per parlare della situazione del mercato dell’energia.

A valle della riunione, con una nota congiunta, intendono contribuire a chiarire natura e vincoli delle “Modifiche unilaterali dei contratti di energia elettrica e gas” anche alla luce delle norme del decreto Aiuti bis (Decreto-Legge n. 115 del 2022 art.3) al fine di garantire la tutela dei clienti e l’equilibrio del sistema energetico nazionale.

L’aumento incontrollato dei prezzi dell’energia e lo stato di incertezza generale causato dalle tensioni internazionali stanno coinvolgendo sia i consumatori che gli operatori del settore energetico, traducendosi talvolta in iniziative che possono configurarsi come pratiche commerciali scorrette o violazioni della regolazione di settore.

Ne sono testimonianza diverse segnalazioni alle Autorità, da parte di consumatori, per violazioni del suddetto art.3 del DL Aiuti bis, principale novità nel contesto delle variazioni unilaterali di contratto, nonché per utilizzi impropri degli strumenti del recesso del venditore e della risoluzione per eccessiva onerosità.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – afferma il presidente dell’AGCM, Roberto Rustichelli – sottolinea come la sua azione sia guidata, ancora una volta, dalla centralità della figura del consumatore, soprattutto nell’attuale congiuntura economica che sta vedendo progressivamente peggiorare le prospettive di qualità della vita dei cittadini. L’Autorità confida che le imprese del settore manterranno una compliance aziendale rispettosa della legge, ma è pronta ad intervenire qualora venissero adottate condotte lesive dei diritti dei consumatori e degli assetti del mercato”.

Per il presidente di ARERA, Stefano Besseghini“In un momento tanto complesso che tiene l’intero sistema energetico in un delicato equilibrio e nella marcata esigenza di contemperare gli interessi a volte confliggenti dei diversi soggetti coinvolti, è assolutamente necessario che il quadro di regole entro cui muoversi sia chiaro, condiviso e correttamente applicato. Da sempre il sistema energetico è caratterizzato da asimmetrie informative e vulnerabilità diverse. Nel richiamare con forza al rispetto delle regole, l’Autorità esorta ad un senso di responsabilità ulteriore, ognuno per la sua parte, invitando gli operatori a non sfruttare tali asimmetrie e i consumatori ad un uso corretto degli strumenti di agevolazione. Non mancherà una precisa azione di enforcement da parte di ARERA che sarà tanto più efficace tanto più questi basilari principi verranno rispettati”.

Si ricorda brevemente che il DL Aiuti bis definisce alcune misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali. Soprattutto nel caso di contratti sottoscritti sul mercato libero dell’energia elettrica ed il gas in corso, l’art. 3 prevede la sospensione delle clausole contrattuali che consentano modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas naturale relativamente alla definizione del prezzo, fino al 30 aprile 2023.

Sempre fino al 30 aprile 2023 (comma 2) definisce “inefficaci” i preavvisi comunicati per queste stesse finalità prima della data di entrata in vigore del decreto, a meno che le modifiche contrattuali si siano già perfezionate.

Alla luce degli approfondimenti svolti congiuntamente e delle segnalazioni pervenute agli uffici delle due Autorità, ARERA ed AGCM ritengono utile riassumere il quadro complessivo delle regole e degli strumenti disponibili per consentire a consumatori ed imprese una corretta interpretazione dei reciproci comportamenti, anche nell’ambito di applicazione dell’art. 3 del d.L.115/22

   a.   le variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali (art. 13 Codice di condotta commerciale).

i. Sono i casi in cui, durante il periodo di esecuzione e di validità di un contratto di fornitura, il venditore decide di avvalersi, per giustificato motivo, di una clausola contrattuale nella quale è prevista esplicitamente la possibilità di variare unilateralmente specifiche condizioni contrattuali;

ii. trattandosi di clausole che esplicitamente attribuiscono al venditore la possibilità di variare unilateralmente le  condizioni contrattuali che definiscono il prezzo, esse rientrano pienamente nell’ambito di applicazione dell’art. 3 del DL.115/22.

   b.    le evoluzioni automatiche delle condizioni economiche (art. 13 Codice di condotta commerciale).

i. Si tratta di modifiche/aggiornamenti delle condizioni economiche già previste dalle condizioni contrattuali all’atto della stipula. Di norma esse comportano un aumento dei corrispettivi unitari determinati dal venditore, lo scadere o la riduzione di sconti, il passaggio da un prezzo fisso ad un prezzo variabile ovvero il passaggio da un prezzo variabile ad un prezzo fisso.

ii. Essendo già previste nelle condizioni contrattuali, sulle quali entrambe le parti hanno espresso il loro consenso, non hanno il carattere della unilateralità.

iii. Non rientrano nell’ambito applicativo dell’art. 3 del DL115/22, trattandosi, appunto, di evoluzioni automatiche delle condizioni economiche già predeterminate e concordate tra le parti.

   c.   Offerte PLACET: rinnovi delle condizioni economiche.

i. Il rinnovo è una fattispecie che, in linea teorica, non costituisce un’ipotesi di variazione unilaterale, in quanto consiste in attività volta a concludere un nuovo contratto alle medesime condizioni previste da quello in scadenza. Il rinnovo, peraltro, può essere variamente regolato nell’ambito di un contratto concluso tra le parti.

ii. Nel caso delle cd. offerte PLACET – che consistono in offerte contrattuali le cui condizioni sono interamente stabilite dall’Autorità ad eccezione del prezzo di cui l’Autorità stabilisce solo la struttura, mentre il valore è deciso dal venditore, la regolazione prevede una specifica procedura per il rinnovo delle condizioni economiche (che deve avvenire ogni 12 mesi).

iii. Tale rinnovo non rientra quindi nell’ambito di applicazione dell’art. 3 del DL 115/22.

   d.  Proposta di rinegoziazione per sopravvenuto squilibrio delle prestazioni a causa dell’aumento dei prezzi (gli operatori invocano la forza maggiore).

i. Sono giunte segnalazioni di operatori che propongono offerte a prezzi superiori informando i clienti che in caso di non accettazione ricorreranno alla risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta del contratto in essere.

ii. L’aspetto problematico della casistica attiene alla prospettazione da parte del venditore della risoluzione del  contratto non invece la proposizione di un nuovo contratto.

iii. Va precisato che l’incremento dei prezzi potrebbe determinare non un caso di “impossibilità sopravvenuta”, ma, al più, di “eccessiva onerosità” che, alle condizioni previste dall’art. 1467 cod. civ., autorizza il venditore a domandare al giudice la risoluzione del contratto.

iv. Ciò che il venditore non può fare è ritenere di per sé risolto il contratto senza pronuncia giudiziale e chiedere l’attivazione dei servizi di ultima istanza per risoluzione contrattuale: quest’ultima condotta viola la regolazione dell’ARERA in materia di attivazione dei servizi di ultima istanza.

   e.  Esercizio del diritto di recesso dal contratto di fornitura con i propri clienti.

i. L’esercizio del diritto di recesso può sollevare problematiche qualora avvenga in violazione della regolazione dell’Autorità in materia (sono stati segnalati, ad esempio, casi di esercizio di recesso con effetto praticamente immediato) e conseguente attivazione dei servizi di ultima istanza.

ii. In proposito si evidenzia che per i c.d. clienti di piccole dimensioni (domestici, bassa tensione, e altri usi elettrici e gas entro i limiti di 200.000 Smc), la regolazione dell’Autorità riconosce la facoltà di recesso in capo al venditore, qualora si tratti di contratti di mercato libero e tale facoltà sia espressamente contemplata nel documento contrattuale, prevedendo un periodo di preavviso non inferiore a sei mesi.




Porto di La Spezia: gru portuale mobile per aumentare la produttività e l’eco-efficienza

TDG, Terminal Del Golfo, parte del Gruppo Tarros, ha ordinato una gru portuale mobile Konecranes Gottwald di Generazione 6 per le sue operazioni alla Spezia, nell’Italia nord-occidentale. La gru rappresenta l’ultimo ritrovato della tecnologia delle gru portuali mobili: sarà dotata di un’alimentazione elettrica esterna che abbassa i costi operativi riducendo al contempo il rumore e le emissioni di scarico. L’ordine è stato prenotato nel luglio 2022 e la gru sarà consegnata nel primo trimestre del 2023.
La nuova gru aumenterà la capacità e migliorerà la flessibilità del terminal. Può movimentare container, carichi generici e carichi pesanti, e la sua alimentazione esterna aumenterà le prestazioni operative e ridurrà le emissioni di carbonio locali. Quando è scollegata, la gru utilizza una trasmissione ibrida, composta da un motore diesel EU Stage V abbinato a ultracapacitori ricaricati dall’energia di abbassamento e di frenata.
La gru lavorerà al Terminal del Golfo (TDG), un terminal container e multiuso alla Spezia; TDG è gestito dal Gruppo Tarros, un operatore portuale con una rete di depositi e terminal in tutta la regione del Mediterraneo.
“Siamo entusiasti di utilizzare la più recente tecnologia di gru portuali mobili eco-efficienti per sostenere il nostro progetto di ampliamento del terminal della Spezia. Ci ha convinto la combinazione di produttività, flessibilità ed eco-efficienza che la Generation 6 offre”, afferma Andrea Natale, Terminal Manager di TDG.
 
La gru è la prima gru portuale mobile di Generazione 6 di TDG. La decisione di acquistarne una è stata supportata dal Product Advisor MHC di Konecranes, uno strumento virtuale che aiuta gli operatori a trovare la gru portuale mobile giusta. La gru sarà dotata di funzioni intelligenti come la lubrificazione automatica per ridurre gli interventi di manutenzione, una scala di emergenza sulla parete della torre per una maggiore sicurezza e servizi digitali che semplificano le operazioni in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0 italiano, una strategia statale che incoraggia l’innovazione industriale.
 
“Questo ordine sottolinea i punti di forza della gru Generation 6, con la sua elevata produttività, affidabilità ed eco-efficienza, e siamo orgogliosi di supportare TDG nell’espansione del suo terminal”, afferma Gino Gherri, Regional Sales Manager, Port Solutions, Konecranes.
Questo ordine fa parte di Ecolifting™, sistema continuo di Konecranes per ridurre l’impronta di carbonio dei clienti. Dall’eco-ottimizzazione delle unità diesel all’ibridazione e alle flotte completamente elettrificate, l’obiettivo è di fare di più con meno.
La forte attenzione ai clienti e l’impegno per la crescita aziendale e il miglioramento continuo fanno di Konecranes un leader del settore del sollevamento, impegno sostenuto dagli investimenti nella digitalizzazione e nella tecnologia, oltre che dal lavoro per rendere più efficienti i flussi di materiali con soluzioni che decarbonizzano l’economia e promuovono la circolarità e la sicurezza.
 
Il gruppo finlandese Konecranes è leader mondiale nel settore del sollevamento, serve un’ampia gamma di clienti, tra cui industrie manifatturiere e di processo, cantieri navali, porti e terminal. Konecranes fornisce soluzioni di sollevamento che aumentano la produttività e servizi per attrezzature di sollevamento di tutte le marche. Nel 2021, il fatturato del Gruppo è stato di 3,2 miliardi di euro; ha circa 16.600 dipendenti in circa 50 Paesi. Le azioni di Konecranes sono quotate al Nasdaq Helsinki (simbolo: KCR).




Ue, Von der Leyen: “I nostri stock sono del 90% oggi, il 15% più rispetto all’anno scorso”

“Dopo sette mesi dall’inizio della guerra siamo molto più preparati per l’inverno” sul fronte energia. “I nostri stock sono del 90% oggi, il 15% più rispetto all’anno scorso”. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

“Ora è tempo di discutere di come limitare i picchi nei prezzi dell’energia e la manipolazione operata da Putin – ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, arrivando al Castello di Praga -. La seconda cosa importante da discutere è il level playing field, ovvero che le aziende di ogni Paese abbia la stessa possibilità di partecipare al mercato unico, con equità. Il terzo punto è il RePower, e come potenziarlo. Non ci saranno decisioni oggi, essendo un Consiglio informale ma è in preparazione del Consiglio di ottobre”.

“La Commissione aveva proposto un tetto al gas a marzo ma all’epoca non era attrattivo – ha spiegato von der Leyen -. Ma ora la situazione si è evoluta e gli Stati membri vogliono discutere ora il price cap. Confido si possa trovare una soluzione”.

“Si sta tornando a parlare di ricostruzione, ci sarà una grande conferenza in Germania per un piano di ricostruzione. Sull’Ucraina c’è grande unità, molti si sono lamentati per una propaganda russa nei loro Paesi più aggressiva”. Così il premier Mario Draghi a Praga.  “Sull’energia le cose si stanno muovendo. La Commissione presenterà al Consiglio del 19 ottobre una proposta in cui i tre elementi – tentare di diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e inizio della riforma del mercato dell’elettricità – ci saranno” ha precisato il premier.  “Sono d’accordo sulla proposta di Gentiloni e Breton. Proposte simili c’erano anche 5-6 mesi fa. E’ una proposta molto naturale, tanto più dopo la decisione tedesca. E’ quello che serve per mettere tutti i Paesi, sia quelli che hanno spazio fiscale sia quelli che non ne hanno, su un livello uguale”. Lo ha detto il premier Mario Draghi a Praga.

“Ogni intervento rivolto ai prezzi” del gas “sul mercato solleva automaticamente interrogativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento, quindi dobbiamo discutere queste cose con molta attenzione”. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine del vertice informale Ue a Praga. “Siamo tutti concordi che i prezzi del gas sono troppo alti e dobbiamo discutere con la Norvegia, gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea su come abbassarli”, ha aggiunto.

“I nostri cittadini chiedono soluzioni, devono pagare le bollette, e noi dobbiamo dare soluzioni, come per il Covid”, ha detto la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola entrando al Castello di Praga. “E’ tempi di trovare soluzioni comuni e sono abbastanza ottimista sul fatto che le troveremo”, ha aggiunto. “Io sono molto soddisfatta del fatto che, sin dal 24 febbraio, l’Ue ha mostrato una unità senza precedenti. Dobbiamo fare di più? Si. C’è il rischio di una frammentazione? Dobbiamo dimostrare che non ci sia”, ha ancora sottolineato Metsola. “Vorrei vedere un accordo su un cap, gli Stati non competano l’uno con l’altro facendo offerte, non bisogna mettere cittadini diversi su un campo di gioco diverso”.

Nel suo discorso al vertice informale Ue, Metsola ha ribadito che “abbiamo bisogno di un forte segnale di unità. Per questo è indispensabile un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Non possiamo fare offerte più alte degli altri. Molte compagnie energetiche stanno facendo enormi profitti sulle speculazioni di mercato. I profitti in eccesso dovrebbero essere destinati ad alleviare la situazione delle famiglie, delle Pmi e delle industrie alle prese con bollette alle stelle. La mia proposta è che impariamo dalla pandemia e, come per i vaccini, negoziamo in blocco e fermiamo la speculazione sui prezzi“.

Vienna però frena sull’ipotesi del price cap che “non dovrebbe trasformarsi in un embargo al gas dalla Russia”, come ha detto il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, precisando di essere tuttavia favorevole ai negoziati per arrivare a una soluzione comunitaria per abbassare i prezzi del gas e dell’energia.

A Praga per il vertice informale dei leader europei anche il premier Mario Draghi. Il supporto all’Ucraina, il dossier inflazione e la crisi energetica sono i principali temi sul tavolo del vertice, al quale si collegherà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

In mattinata il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, a Radio Anch’io, su Radio1. “L’idea di un price cap bloccato può avere delle controindicazioni nel senso che l’andamento dei mercati, il trattamento verso i Paesi – perché è chiaro che l’atteggiamento verso la Russia non può essere lo stesso che quello verso la Norvegia o l’Algeria -, richiedono uno strumento abbastanza sofisticato, un price cap dinamico potrebbe andare incontro a questa necessità“, ha indicato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, a Radio Anch’io, su Radio1. 

“La discussione tecnica andrà avanti, però se la Commissione europea mette sul tavolo una proposta in vista del vertice” dei leader Ue “del 20 e 21 ottobre, io penso che ormai le posizioni” tra i Paesi “si stiano avvicinando”, ha ribadito il commissario, facendo appello tuttavia a “non demonizzare” bensì a “capire anche le posizioni di chi dice ‘occhio che col tetto al prezzo del gas rimaniamo senza’”. “Nel frattempo però – ha precisato – abbiamo stoccaggi sopra il 90% e abbiamo ridotto il gas russo dal 40 al 7,5%, quindi quel rischio si è molto ridotto in questi mesi”.

Sul tetto al prezzo del gas “ci sono interessi diversi e ci sono ancora posizioni diverse” tra gli Stati membri, “credo che si stiano avvicinando, ci abbiamo messo un po’ di tempo anche quando ci fu la crisi della pandemia”. “Penso che sia giunto il momento che questa divergenza tra chi chiede il tetto al prezzo del gas e chi teme che questo tetto provochi un problema di forniture è andata ormai avanti troppo a lungo, e credo che la Commissione europea sia ormai pronta a fare una proposta”, ha aggiunto.

“Penso che” l’idea di nuovi finanziamenti comuni sul modello del Sure “si farà strada, abbiamo messo un piede nella porta per dire che davanti a questa situazione” di crisi, il tetto al prezzo del gas “non sarà di per sé una soluzione miracolosa” e serviranno “strumenti comuni”, ha spiegato il commissario europeo all’Economia. “Avremo bisogno di più solidarietà, non basta il tetto al prezzo del gas perché se ciascuno usa i propri quattrini per conto proprio, visti gli squilibri che ci sono nei nostri spazi di bilancio, non è sufficiente”, ha aggiunto

“Non so se ci sia uno scontro, non mi pare – ha detto Gentiloni rispondendo a una domanda sul presunto scontro tra la leader di Fdi, Giorgia Meloni, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi -. L’Italia ha fin qui raggiunto gli obiettivi che doveva raggiungere nei tempi previsti. E’ uno dei due Paesi per i quali la Commissione ha già dato parere favorevole alla seconda erogazione, l’altro è la Spagna”. “Fin qui i tempi sono stati rispettati” ma “è una corsa contro il tempo” che “deve continuare. L’urgenza c’è, ma non ci sono ritardi al momento”, ha evidenziato.




Caro energia, elettricità a +60%: arrivano le super bollette

Cingolani: si proceda con il price cap

Arrivano i maxi rialzi della luce sul mercato tutelato e per i consumatori si annuncia quindi un vero salasso: l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente comunicherà la nuova tariffa dell’elettricità, che sarà più alta di circa il 60%. A fronte di questa situazione, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani torna alla carica sul price cap per fermare il caro-energia: “Non torneremo ai prezzi di un anno e mezzo fa, ma almeno cercheremo di evitare certi picchi inaccettabili”. 

Bollette e super aumenti 

Il maxi-aumento disposto dall’Autorità rientra, ha spiegato il presidente Stefano Besseghini, rientra “in un quadro rilevante di variazione in cui tutto il sistema viene trascinato. Il tema del risparmio energetico o meglio dell’efficienza energetica è rilevante oggi come mai”. Sulle tariffe del gas, l’Arera ha scelto di aggiornarle ogni mese, non più ogni tre, con un metodo ex post e non più ex ante: il prossimo aggiornamento sarà quindi nei primi giorni di novembre, disgiungendo le variazioni di prezzo da quelle dell’elettricità. L’Autorità non farà infatti più riferimento al Ttf del mercato di Amsterdam ma alla media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso Psv italiano, molto più bassi.

Cingolani: si proceda con il price cap

A fronte di una situazione sempre più allarmante, Cingolani incalza la Commissione Ue, che proprio oggi 30 settembre è finalmente chiamata a formalizzare le sue proposte contro il caro-energia e, in un’intervista alla “Stampa”, chiarisce: “La lettera che abbiamo scritto rappresenta un macigno anche perché è firmata da molti Paesi, tra i quali alcuni molto grandi come Francia, Spagna e Polonia. Devo dire la verità: se un’istanza di questo livello fosse ignorata bisognerebbe farsi qualche domanda”. 




Caro energia, cresce preoccupazione per tenuta sistema sicurezza idrogeologica

Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI: “Al governo che verrà chiediamo di guardare ad un nuovo modello di sviluppo per l’Italia e non alla prossima scadenza elettorale”

“Al Governo, che verrà, chiediamo di avere una visione, che vada oltre la prossima scadenza elettorale, perché l’Italia ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo, che abbia il territorio al centro”: a ribadirlo è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) attraverso le parole del suo Direttore Generale, Massimo Gargano, intervenuto al Congresso Nazionale della FILBI (Federazione Italiana Lavoratori Bonifica e Irrigazione) – UIL.

“Mentre è ormai evidente come l’alluvione di Senigallia sia conseguenza di un purtroppo generalizzato mix di lentezze burocratiche e disattenzioni della politica – interviene Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – è bene ricordare che circa il 30% della Penisola, soggiacente al livello del mare, esiste solo perché c’è un sistema idraulico ed un esercito di oltre 800 idrovore, che provvede ad allontanare le acque di pioggia, evitando che ristagnino sul territorio,  riportandolo allo stato acquitrinoso; tale rete è però oggi messa in seria difficoltà dall’aumento dei costi energetici che, in assenza di specifici provvedimenti, rischia di minare l’operatività degli impianti, aumentando il rischio idrogeologico, già accentuato dalla crisi climatica.,”

Dopo quelli di Emilia Romagna e Campania, il più recente allarme arriva dal Lazio.

“E’ una situazione d’emergenza di guerra – afferma Sonia Ricci, Presidente di ANBI Lazio – Il nostro settore, assieme all’agroalimentare, sta pagando un prezzo altissimo per le conseguenze dell’elevato costo dell’energia. Al proposito, siamo in contatto con la Regione Lazio, che sta dimostrando sensibilità ed auspichiamo possa concorrere a dare una risposta.”

“Senza adeguati interventi a sostegno dei bilanci dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, tali aumenti mettono a rischio la tenuta stessa delle strutture – aggiunge il Direttore di ANBI Lazio, Andrea Renna – Le risposte per quanto sta accadendo servono subito. Gli importi relativi al costo dell’energia sono più che triplicati!”

La causa è anche l’eccezionale andamento climatico, caratterizzato da siccità ed alte temperature, che stanno comportando un +30% tra oneri gestionali e consumi energetici, quantificabili nel Lazio in oltre 51 milioni di kilowattora, per una spesa che supera i 20 milioni  con un incremento di oltre  9 milioni di euro fino alla fine dell’anno. 

“Se da un lato – prosegue Garganooccorrono interventi immediati per evitare che i Consorzi di bonifica, obbligati per legge al pareggio di bilancio, riversino gli aumenti sulle già risicate economie di famiglie ed aziende agricole, dall’altro torniamo a chiedere l’autorizzazione al cosiddetto scambio sul posto, cioè la possibilità di utilizzare completamente l’energia rinnovabile, autoprodotta dai nostri enti consortili per l’esercizio degli impianti, senza doverla cedere ad un gestore elettrico e poi riacquistarla a prezzo maggiorato: è una posizione dominante, non più tollerabile” conclude il DG di ANBI.

Ora l’attenzione si deve rivolgere comunque anche a ciò, che si potrà fare a livello sistemico per migliorare, in modo resiliente, un contesto sottoposto periodicamente a stress idrici, ormai troppo frequenti da sostenere senza nuovi ed ulteriori investimenti mirati.

E’ del 2017 il Piano Nazionale Invasi (2.000 bacini da realizzare in 20 anni) proposto da ANBI e dall’allora Struttura di Missione #italiasicura, cui seguono nel 2020 il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica (858 interventi) e  il recente Piano Laghetti avanzato da ANBI e Coldiretti (10.000 serbatoi medio-piccoli e multifunzionali da realizzare entro il 2030).

“Se si considera che di tali progetti, perlopiù già cantierabili e con significative ricadute anche occupazionali, solo pochi o nulla sono stati finanziati e che il periodo per la realizzazione di un’importante opera pubblica  in Italia è mediamente di 11 anni – chiosa Francesco Vincenzi – si capisce perché siamo molto preoccupati per le conseguenze, che ne potranno derivare, di fronte ad una stagione climaticamente incerta, in un Paese, dove si cementificano 19 ettari al giorno ed il 94% dei Comuni è ormai toccato dal rischio idrogeologico.”




Gas, danni “senza precedenti” al Nord stream

Il governo federale tedesco ritiene possibile che i gasdotti Nord Stream siano stati danneggiati da attacchi

Fughe di gas stanno interessando i gasdotti Nordstream 1 e 2: lo fa sapere il governo danese annunciando di aver elevato il suo livello di allerta sulle infrastrutture energetiche.

Il gasdotto Nord stream ha registrato danni “senza precedenti” a tre linee del gasdotto ed “è impossibile in questo momento stimare la tempistica per la ripresa delle operazioni di ripristino” dell’infrastruttura. E’ quanto comunica in una nota il Nord Stream, secondo quanto riferisce Bloomberg.

Ieri il Nord Stream aveva riferito di un calo di pressione su due sue linee, con le autorità svedesi e danesi che avevano identificato perdite di gas nel Mar Baltico, in prossimità della rotta del Nord Stream.

Il governo federale tedesco ritiene possibile che i gasdotti Nord Stream siano stati danneggiati da attacchi. Lo scrive il quotidiano Tagesspiegel , citando le proprie fonti e aggiungendo che “si è verificato un calo di pressione nei due gasdotti a breve distanza l’uno dall’altro”. Secondo il quotidiano, Berlino non considera la contemporanea interruzione dei gasdotti una “coincidenza”.

Accelera il prezzo del gas ad Amsterdam dopo che il Nord Stream ha dichiarato fuori uso per danni “senza precedenti” tre sue linee. I future Ttf avanzano del 5,8% a 184 euro al megawattora.

Perdite di gas nel Mar Baltico

Sono state identificate due perdite sul gasdotto Nord Stream 1 Russia-Europa nel Mar Baltico, poche ore dopo un incidente simile sul suo gasdotto gemello, il Nord Stream 2, hanno affermato le autorità scandinave. “Le autorità sono state ora informate che ci sono state altre due perdite sul Nord Stream 1, che, come il 2, non è in funzione ma contiene gas”, ha detto in una nota il ministro danese del clima e dell’energia Dan Jorgensen all’AFP, aggiungendo di aver chiesto “livelli più elevati di vigilanza nel settore elettrico e del gas” nel Paese. Una delle perdite sul gasdotto Nord Stream 1 si è verificata nella zona economica danese e l’altra nella zona economica svedese. Come la fuga di notizie su Nord Stream 2 del giorno prima, gli incidenti sono “soggetti a misure di sicurezza”, con limiti alla navigazione e al sorvolo nell’area. Le perdite del Nord Stream 1 sono state individuate ieri sera, un’ora dopo che è stato segnalato un calo di pressione nel Nord Stream 2, secondo l’Amministrazione marittima svedese (SMA). “Intorno alle 20:00 abbiamo ricevuto un rapporto da una nave di passaggio che diceva di aver visto qualcosa sul loro radar un po’ più a nord dell’isola di Bornholm”, ha detto all’AFP Fredrik Stromback, portavoce della SMA. A seguito delle perdite, sono stati emessi avvisi di navigazione entro una distanza di cinque miglia nautiche e un’altezza di volo di 1.000 metri dal tracciato dei gasdotti. “Gli incidenti sui due gasdotti non hanno alcun impatto sulla fornitura alla Danimarca”, ha affermato Jorgensen.




Come rispondere a una notifica di recupero crediti

Può accadere che un soggetto privato o un’azienda si trovi in una situazione di sovra-indebitamento e debba fare i conti con una società di recupero crediti delegata dal soggetto creditore. Cosa fare in questi casi?

Il recupero crediti è un’attività che può essere svolta dapprima in modalità stragiudiziale e successivamente attraverso azioni giudiziarie. In genere, quando un creditore non ottiene il suo credito alla scadenza prevista da contratto, dopo un primo sollecito si rivolge a una società specializzata in recupero crediti insoluti.

Le società di recupero del credito provvedono a effettuare un primo sollecito telefonico nei confronti del debitore, a cui segue la lettera di messa in mora se i solleciti effettuati in via preliminare non sono andati a buon fine. Arrivati a questo punto, come può un debitore rispondere alla notifica di recupero crediti? Puoi scoprirlo nei prossimi paragrafi.

Rispondere a una notifica di recupero crediti: come fare

Nel corso degli anni sono state fissate numerose regole che le società di recupero crediti devono rispettare per non ledere in alcun modo la dignità, la privacy del soggetto debitore in alcuna forma.

Ad esempio, le telefonate non possono essere registrate senza autorizzazione e il linguaggio utilizzato durante le chiamate non deve essere in alcun modo intimidatorio. Per proteggersi dalle pratiche illegali è possibile utilizzare numerosi strumenti legali, a partire dalla collaborazione con uno studio legale.

Ma come è possibile rispondere a una società di recupero crediti? Ci sono diversi metodi da poter utilizzare. Innanzitutto, il debitore è tenuto ad inviare quanto prima una raccomandata AR in cui comunica alla società di recupero crediti una propria risposta all’ingiunzione di pagamento.

Rispondere telefonicamente a uno specialista recupero crediti

In questo caso, il debitore si trova ad affrontare la prima fase di riscossione del credito e ha il diritto di:

  • Chiedere le generalità di chi sta chiamando;
  • Chiedere gli estremi delle fatture scadute e non saldate, comprensivi di importi;
  • Prendere tempo per valutare l’effettivo debito non saldato, sulla base dei pagamenti effettuati nel corso del tempo.

Per l’apertura di un dialogo sereno, è consigliato utilizzare un metodo di risposta accogliente, con frasi come: “Capisco la sua richiesta di pagamento” – “Verifico i dati che mi ha comunicato, può chiamare entro…”.

Lettera con raccomandata A/R

Quando il debitore ha verificato l’effettiva presenza di un debito, può inviare una lettera con raccomandata A/R, valida legalmente, in cui afferma la sua volontà di voler pagare il debito e in cui apre una possibile strada da percorrere che possa andare sia in suo favore, sia a favore del creditore.

All’interno della raccomandata è consigliato chiedere nuovamente i termini di pagamento e le modalità, eventualmente richiedendo se è possibile effettuare un pagamento rateale.

Se il debitore non possiede il denaro per saldare il credito insoluto, può effettuare una promessa scritta, allegando il primo pagamento effettuato in base alla disponibilità economica del momento.

Il consiglio degli esperti è di dialogare sempre con un soggetto intermediario, in presenza di un creditore non disposto al dialogo, utilizzando metodi di conversazione considerati atti legali e che possono essere utilizzati come “documentazione di prova” da presentare in un eventuale tribunale.

Ricordiamo, inoltre, che le società specializzate in recupero crediti con un carattere professionale si dimostrano sempre aperte al dialogo e con la volontà di tutelare il rapporto tra il creditore e il soggetto debitore.




Caro energia, in Campania è allarme agricoltura e sicurezza idrogeologica: consorzi di bonifica a rischio blocco di idrovore

“Abbiamo chiesto  un intervento urgente alla Regione Campania, al fine di scongiurare un eventuale distacco delle utenze da parte degli enti gestori del servizio elettrico, con pesanti conseguenze per il comparto agricolo a causa dell’interruzione del servizio irriguo, ma anche per tutta la società civile, perché verrebbero a fermarsi le idrovore, che garantiscono sicurezza idrogeologica ai territori”: a segnalare il pericolo è  il Presidente di ANBI Campania, Vito Busillo, a fronte di una bolletta energetica a carico dei Consorzi di bonifica ed Irrigazione, lievitata  di 20 milioni di euro, rispetto alle attese.

“Quello campano è un ulteriore, preoccupante segnale della situazione di grave difficoltà, che stanno vivendo i conti dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, schiacciati tra l’obbligo normativo di chiudere i pareggi in bilancio e la volontà di non gravare ulteriormente sui consorziati, cioè agricoltori e cittadini, già alle prese con i problemi della difficile congiuntura economica” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

L’allarme arriva dopo una stagione irrigua estiva, condizionata da siccità e caldo torrido, che hanno comportato un aumento della domanda d’acqua da parte delle utenze in un contesto di scarsità, evidenziato dai livelli idrometrici dei fiumi Volturno, Garigliano e Sele, spesso sotto le medie stagionali, a causa di una sofferenza idrica, iniziata sin dallo scorso Gennaio. 

“Il sistema irriguo campano ha sostanzialmente tenuto – sottolinea Busillo – nonostante l’eccezionalità delle condizioni ambientali: l’acqua nei campi non è mancata in una regione, dove i 104.570 ettari  bagnati da  impianti consortili superano il 50% della superficie irrigata complessiva.”

“La situazione registrata in Campania testimonia anche un’altra necessità per il Paese di fronte ai cambiamenti climatici: quella di nuove infrastrutture idrauliche a servizio del territorio, perché a favorire la resilienza dell’agricoltura nella regione sono stati, infatti, gli investimenti in moderne tecnologie irrigue:  circa 315 milioni di euro sono stati  spesi negli anni su circa 5.000 chilometri di reti irrigue in pressione – precisa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI  – Disporre oggi di vasche di compenso per accumulare acqua di notte e distribuirla di giorno, attraverso efficienti reti, su richiesta dell’agricoltore assistito dal consiglio irriguo satellitare, ha consentito di ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica in un contesto oggettivamente difficile. Sul piano nazionale ANBI ha da tempo individuato e proposto 858 interventi primari di efficientamento della rete idraulica, perlopiù già cantierabili; l’investimento previsto è di circa 4 miliardi e 339 milioni di euro, capaci di garantire oltre 21.000 posti di lavoro.”

GRAZIE




Dl aiuti bis, Superbonus, il Senato trova l’intesa

C’è l’intesa al Senato sul testo riformulato dell’emendamento sul superbonus al dl aiuti bis.

Lo riferiscono i presidenti delle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama e relatori del provvedimento, Daniele Pesco (M5s) e Luciano D’Alfonso (Pd), che esprimono soddisfazione e ringraziano governo e funzionari.

Il testo sarebbe quello illustrato ieri sera a grandi linee e sul quale i gruppi avevano espresso un consenso di massima. Il testo ha l’ok di Palazzo Chigi e, ha detto il sottosegretario all’economia Federico Freni, “accontenterà tutti”.

 “Sul Superbonus, come avevo anticipato ieri, abbiamo individuato una soluzione che ritengo possa trovare il consenso del Parlamento. Abbiamo depositato la norma in Commissione e verrà votata in mattinata”. Lo conferma il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, in una nota. “Serve – ha aggiunto Castelli – a garantire cittadini ed imprese, e soprattutto a far camminare una misura che abbiamo fortemente voluto e costruito, con l’obiettivo di garantire, in questi anni post Covid, la ripresa del settore edile e la crescita del Pil. Un obiettivo che è stato ampiamente raggiunto”.