Il viaggio verso il “Premio Castel Gandolfo 2019” Intervista esclusiva all’Avvocato Giuseppe Mazzotta sul “Servizio di ascolto e sostegno per prevenire tragedie Familiari”

“Il rapporto tra creditore e debitore vive nel quadro di una relazione complessa, che esprime valori anche nelle sue criticità, poiché l’eventuale scarsità di risorse induce i suoi protagonisti a scegliere e a valorizzare: recuperare situazioni di crisi del debito significa favorire la crescita di tutti i soggetti coinvolti”.
Questo, in estrema sintesi, il pensiero dell’Avvocato Giuseppe Mazzotta, presidente Unione giuristi cattolici di Pisa, che abbiamo contattato per avere una sua valutazione sociale del “Servizio di ascolto e sostegno”
per le situazioni Sovraindebitamento, in vista del suo intervento al convegno sul tema: “La persona umana come valore fondante del nostro ordinamento Costituzionale”, programmato per le ore 17 del 25 gennaio, a Castel Gandolfo.

L’avvocato pisano è stato chiamato dal Prefetto Francesco Tagliente a portare la sua testimonianza al Convegno promosso dal Sindaco Milvia Monachesi insieme agli organizzatori del Premio Castel Gandolfo: la giornalista Chiara Rai e la dottoressa Maria Grazia Piccirillo.

L’avvocato Mazzotta dell’Unione Giuristi cattolici è stato uno dei componenti del Servizio di ascolto e sostegno, attivato a Pisa dopo il suicidio di un imprenditore colpito dalla crisi economica, e si è occupato personalmente della difesa legale di alcuni assistiti dimostrando una grandissima vocazione e solidarietà sociale .

In attesa di sentire la sua testimonianza lo abbiamo raggiunto per rivolgergli alcune domande. Ecco il testo dell’intervista esclusiva che ci ha rilasciato.

Avvocato Mazzotta, ci anticipa cos’è e di cosa si occupa il servizio di ascolto e sostegno?
Un nucleo di persone espressione delle più diverse competenze, economiche giuridiche ed anche psicologiche ma, soprattutto, operanti in un ambito professionale ed in una posizione istituzionale altamente pertinente e sensibile rispetto alla condizione dell’indebitato.

Con quale modalità?
Volendo sintetizzare in un’immagine, possiamo pensare ad un’orchestra, nella quale ciascuno, dagli avvocati ai commercialisti, da Agenzia delle Entrate, all’Ordine degli Avvocati, dei Commercialisti, dei Notai, dai rappresentanti delle Banche alle Organizzazioni di Volontariato, degli Artigiani e delle Camere di Commercio, e tanti altri ancora, operano su uno spartito unico, in armonia tra loro, e con una comune finalità, azionando ogni strumento utile a recuperare ad una presenza sociale e, possibilmente,
professionale e di mercato, quei soggetti che, data la loro condizione indebitamento, non avrebbero più alcuna oggettiva possibilità di riprendersi con i soli e unici mezzi posti a contenuto del rapporto
obbligatorio.

Con quali benefici per il sistema?
Vede, una famiglia sovraindebitata, che viene recuperata ad una condizione di solvibilità, ricomincerà a lavorare, a stabilire nuovi e più virtuosi rapporti economici, rientrerà nel sistema del mercato, azionando altre risorse economiche, e tutti gli altri soggetti economici torneranno a relazionarsi economicamente e socialmente con essa: l’ingrediente più prezioso dei rapporti economici è la fiducia e le scelte volte al recupero di situazioni di crisi la rafforzano.

Mi faccia un esempio concreto
Le posso citare l’ultimo è più complicato caso che è stato possibile risolvere, ovviamente rispettando la riservatezza dei soggetti coinvolti: una famiglia con una piccola impresa entra in una condizione di sovraindebitamento ovvero, a fronte di una condizione di insolvenza, mette in atto azioni che, complice la crisi economica degli ultimi anni, non fanno che portarla ad un indebitamento sempre maggiore, sino a quando la produzione del suo debito, divora, giorno dopo giorno, ogni sua energia, aumentando per effetto di un proprio moto, ormai spontaneo e inarrestabile, privandola di ogni speranza di possibile ripresa.

Quindi? Che succede?
In quella famiglia vive un ragazzo con gravissimi problemi di salute, dalla nascita: mentre ci si accorge che non si riesce a pagare, anche per le più immediate necessità, si guarda a quel ragazzo sul cui futuro non si è
più in condizione di rassicurare, arrivano anche i tradizionali mezzi di esecuzione, precetto, pignoramento, che aggrediscono l’unico bene di proprietà di quella famiglia, ma che soprattutto minacciano la condizione
di quel giovane, in gravissime condizioni di salute che, se costretto ad uscire da quell’immobile, ne riceverebbe un trauma ulteriore ed irreparabile.

Come siete intervenuti?
E’ stato esaminato il caso, con un gruppo di esperti, di una commissione costituita ad hoc, con le esclusive competenze necessarie al caso stesso e si è rilevato come la disastrosa prospettiva di una vendita all’asta dell’appartamento di quella famiglia, da un lato, avrebbe privato il debitore del suo essenziale appartamento e, dall’altro, avrebbe privato invece il creditore del 80 – 90% dell’ammontare originario del proprio credito: vi era anche, però, la possibilità di ricorrere a risorse che, ad una valutazione professionale, risultavano essere state sino a quel momento totalmente trascurate.

Come vi siete mossi?
Nel rispetto di quella famiglia che, per ragioni identificate e curate anche mediante competenze professionali in abito sociale e psicologico, oltre che economico, non aveva azionato quei meccanismi di salvaguardia della propria attività che avrebbero impedito il tracollo di fronte alla difficoltà.

Con quali tempi?
Quelli iscritti nella struttura e nella genetica codice di quello specifico rapporto credito – debito e, in particolare, quelli necessari a ricostituire un tessuto organizzativo e relazionale funzionale al recupero di quel credito: oggi quella famiglia ha compreso che cosa non ha funzionato, ha reperito risorse utili a soddisfare il credito evitando la vendita all’asta, in tal modo permettendo al creditore di rientrare al 70% del proprio credito. Si è arrivato ad una transazione che lasciato a quella famiglia la propria casa, la
possibilità di conservare nel proprio congiunto ammalato la fiducia di poter essere curato dai propri famigliari. Il mercato ha recuperato un soggetto economico che, restituito ai normali rapporti sociali ed economici, attiverà meccanismi, questa volta virtuosi e ricomincerà a sentirsi utile agli altri con la propria attività, creando anche lavoro per gli altri.

Ottima iniziativa forse sarebbe il caso di diffonderla …
Mah, vede, non si tratta di una pur lodevole iniziativa personale di alcuni volenterosi pionieri, bensì di Protocollo di Intesa per l’Istituzione di un Servizio di Ascolto e Sostegno dei soggetti che versano in situazioni di disagio originate da motivi economici o comunque riconducibili alla situazione di crisi economica, un servizio pubblico e gratuito, nato, il 19 settembre 2013, ad un tavolo convocato dall’allora Prefetto di Pisa Francesco Tagliente che, previa individuazione delle regole di funzionamento dell’organismo, ha predisposto un regolamento successivamente approvato dal Ministero degli Interni, con l’appoggio sottoscritto da oltre cinquanta realtà professionali e istituzionali della città, che hanno messo a disposizione la propria competenza e presenza nel tessuto economico sociale per la soluzione delle situazioni di crisi delle quali parliamo

Un protocollo insomma…
Direi meglio, una risposta, un atto di servizio, ma anche l’esercizio di una responsabilità verso chi si trova in difficoltà, non perché ha deciso di andare a vivere in un atollo del Pacifico ma perché vive ed opera in un
sistema di relazioni sociali ed economiche delle quali tutti noi facciamo parte integrante con i benefici dei quali possiamo, invece di scartare, rendere partecipe chi ha contribuito a produrlo prima di essere
sopraffatto dalle difficoltà.

Allora buon lavoro …
Grazie, accetto e ricambio ma nell’ambito dell’augurio che, nel nostro lavoro professionale, con i nostri collaboratori ci scambiamo ogni mattina sapendo che non facciamo nulla di più del nostro dovere quotidiano poiché, per tentare di risolvere situazioni di grande difficoltà, non abbiamo necessità di aggiungere alcun impegno professionale a quelli che già abbiamo salvo orientarci in sintonia con le competenze e i servizi già espressi dagli altri.

Alle 17 di venerdì 25 aprile verro ad ascoltare il sui intervento a Castel Gandolfo. Parlerà di questo caso ?
Non mi è stato assegnato un tema specifico quindi mi adeguerò alle esigenze che mi saranno rappresentate dal prefetto Tagliente che mi ha chiesto di partecipare al Convegno e che per la circostanza interviene
anche come chairman e moderatore dell’evento.




Napoli, metro: full immersion d’arte nelle stazioni museo

NAPOLI – Fra le tappe nel capoluogo campano che sono luoghi dell’arte da visitare sono le stazioni della linea metropolitana 1 distribuite in tutta l’area urbana Partenopea e sono chiamate “Stazioni-Museo”, sono luoghi di transito, ma che offrono ai passeggeri un “viaggio” nel viaggio nel mondo dell’arte antica e contemporanea durante gli spostamenti.

“Le stazioni dell’arte”

Negli anni sono diventate un attrattore turistico della citta di Napoli, è sono una confluenza di maestranze a livello mondiale senza precedenti, che ha dato vita ad una sinergia dal risultato di grande impatto visivo per i viaggiatori, l’intero progetto di tutta la linea è stato coordinato dal critico d’arte Achille Benito Oliva, l’intera linea metropolitana offre ai viaggiatori la possibilità di fruire circa duecento opere di artisti contemporanei.

Ogni stazione
è una galleria d’arte che coinvolge tutta l’area, dal sottosuolo all’area
sovrastante con un dialogo artistico inscindibile, ogni “Stazione-Museo” ha un
suo linguaggio artistico e un suo messaggio, offre ai viaggiatori un’experience
unica e meditativa nel suo genere, grazie alle opere antiche, contemporanee e
futuribili.

Un’esperienza interattiva e sensoriale

I passeggeri
vivranno durante gli spostamenti su strada ferrata all’interno della citta di
Napoli  un’esperienza interattiva e
sensoriale come gli osservatori che si troveranno a visitare la “Stazione  dell’arte” dal nome “Università”, progettata
dall’artista Karim Rashid, fra le opere in esposizione all’interno della
stazione come “Synapsis” oppure l’opera “Ikon Lenticular” posto sulle pareti
sul luminoso fondo bianco con decorazioni multiple e variopinte di figure virtuali
tridimensionali, un moving ad ogni spostamento dell’osservatore grazie
all’impiego della stampa lenticolare, il viaggiatore con queste opere e questo
nuovo modello di “museo” avranno modo di vivere un momento contemplativo in un
luogo che generalmente è sinonimo di fretta o di momenti stasi alienanti.

Un momento di meditazione e di crescita culturale

Ogni
stazione è destinataria di un messaggio e ognuna di loro ha un tema ben preciso
e il viaggiatore è catapultato  nel mondo
dell’arte mutandone il proprio percorso interiore, difatti i passeggeri non
vivranno  un momento alienato dall’attesa,
ma vivranno  un momento di meditazione e
di crescita culturale obbligata, come ha ben sottolineato il curatore del
progetto il critico d’arte Benito Oliva, egli ha infatti affermato che ogni
stazione è “Un museo obbligatorio”, in linea con i musei tradizionali che anche
loro hanno cambiato la loro destinazione d’uso, non più contenitori di opere,
ma soggetto attivo della città.

 I viaggiatori durante il percorso non vivranno
più un semplice spostamento, ma vivranno un viaggio emozionale, partecipativo e
sensoriale, i viaggiatori inconsapevolmente visiteranno un nuovo modello di museo,
le stazioni sono luoghi concepiti solitamente non come spazi espositivi per
opere d’arte contemporanea e tale cambiamento di destinazione d’uso ha reso
attualmente le stazioni dell’arte nei “musei” 
più suggestivi e fotografati della città di Napoli.

La Stazione più bella d’Europa: via Toledo

Le stazioni dell’arte sono tutte meritevolmente da visitare e fra queste c’è anche la Stazione più bella d’Europa, così definita la Stazione di via Toledo progettata dal Oscar Tusquets Blanca definita dal quotidiano inglese “The Daily Telegraph”,  la stazione più bella del vecchio continente è ubicata nel quartiere di San Giuseppe, è questo primato è stato confermato anche dalla CNN.

Il “viaggio
nella Stazione -Museo” incomincia fin dall’area sovrastante con la statua dal
titolo “Il Cavaliere di Toledo” dall’artista sudafricano William Kentridge e con
le strutture-lucernario che dalla strada convogliano  la luce solare negli ambienti sottostanti
nella monumentale sala sotterranea nella bocca ovale dal nome “Crater de Luz”,
guardando all’interno si ammira il gioco tra la luce solare con le luci al LED
governate dal software programmato da Robert Wilson (Relative Light).

La ‘Stazione
di Via Toledo’ è la catarsi stessa dell’arte e dell’ingegno umano, grazie
all’utilizzo delle tecniche artistiche antiche e i nuovi linguaggi dell’arte
con le ultime innovazioni tecnologiche, ad accogliere il visitatore oramai non
più semplice passeggero è l’opera in mosaico dal titolo “Naples Procession”
progettato da W. Kentridge, il mosaico è stato realizzato dalle maestranze odierne
di tutta Italia con la stessa tecnica della famiglia dei Cosmati risalente al
medioevo tra il XII e il XIII secolo, famosi per i loro mosaici.

Il mosaico di
W. Kentridge  “Naples Procession” ha
raffigurato un progetto ed è stato preso dalla “Ferrovia Centrale per la città
di Napoli, 1906” dove vi è raffigurata la mappa ferroviaria della metro ed è
l’attuale linea 2, la prima metropolitana d’Italia, la scena raffigura in
processione San Gennaro, il Toro Farnese e lo stesso Kentridge in un duplice
autoritratto e venditore ambulante di tammorre, ad unire tutta l’opera è un
filo rosso che rappresenta la musica e il suo legame con la città di Napoli, il
soffitto è di colore nero ed è l’allusione all’asfalto della citta.

Il secondo
mosaico collocato sopra le scale mobili, s’intitola “Bonifica dei quartieri
bassi di Napoli in relazione alla ferrovia metropolitana, 1884 (Naples
Procession)”, sullo sfondo del disegno dell’opera vi è la mappa per una
metropolitana progettata nel 1872 a Napoli, ideata dall’architetto e poliedrico
Lamont Young (1851-1929), il progetto all’epoca risultò troppo futuribile e giudicato
visionario dai media di allora e che Young non vide mai realizzato.

Scendendo le
scale mobili il viaggiatore è accompagnata dall’uso sapiente dei colori
rassicuranti caratteristici  della dimora
della sirena di Partenope, come gli azzurri del mare, al tufo napoletano ai
colori caldi della terra, i visitatori man mano che scendono hanno la stessa percezione
di libertà che si prova a guardare il cielo.

Fra le opere
che i viaggiatori avranno la possibilità di fruire durante il percorso nella
stazione di Via Toledo sono le “Olas” onde in rilievo progettata da Oscar
Tusquets Blanca sulle pareti della hall “sommersa”. Procedendo all’interno  vi sono dei pannelli del mare di Robert Wilson
dal titolo: “By the sea…you and me” realizzati con la tecnica lenticolare, in
prossimità delle scale fisse c’è anche l’intervento del fotografo Achille
Cevoli dal titolo “Men at Work” posto sulle pareti, un omaggio ai lavoratori
della stazione.

L’intera
stazione è arricchita da artisti di famosi come Oliviero Toscani con l’opera
dal titolo “Razza Umana” posta nella seconda uscita in largo Montecalvario ed è
una parte di uno studio fotografico sulla morfologia degli esseri umani,
presenti nell’opera personaggi famosi. Fra gli artisti di fama internazionale c’è
anche Lawrence Weiner esponente della corrente concettuale, che ha fatto il
valore grafico della parola il suo mezzo di espressione privilegiato, egli
infatti propone “Molten copper poured on the rim of bay of Naples( Rame fuso
colato sulle rive del golfo di Napoli)”.

“Il teatro è
vita. La vita è teatro – Don’t ask where the love is gone” è l’installazione di
Shirin Neshat di origine iraniana di un’intensa drammaticità posta a pochi
passi all’uscita di Montecalvario, ha nove grandi ritratti di grandi
personalità appartenenti al mondo del teatro. Ad accogliere i viaggiatori all’uscita
di Montecalvario è l’opera “The Flying – Le tre finestre” di Ilya ed Emilia
Kabakov in ceramica di Faenza, ed è una chiara visione panoramica che vede gli
esseri umani librarsi nel cielo insieme a stormi di uccelli e ad aeroplani. Per
il piano atrio vi è posta l’opera di Francesco Clemente protagonista della
Transavanguardia fin dagli anni ’80 con l’opera “Engiadina”, una spettacolare
opera in mosaico e ceramica lunga sedici metri e raffigura un paesaggio alpino,
sullo sfondo oltre quaranta donne in corteo.

 I mezzi di transito con le Stazioni-Museo diventano
medium per identificare e far conoscere le radici del popolo e la loro cultura.

Il nesso storico

Il connubio tra arte e i mezzi di transito, seppur in maniera minore, risale fin dalle prime carrozze con le riproduzioni di dipinti sopra i poggiatesta, ad esempio le carrozze UICx di seconda classe dalla metà degli anni ’60 fino ai primi anni ’90, in seguito sono nate le carrozze speciali, come le carrozze del Treno Reale ricche di decorazioni che si trova attualmente nel Museo di Pietrarsa. Le stazioni hanno spesso ospitato opere d’arte in passato come oggi affreschi, tele, bassorilievi e sculture, la stazione di Roma Termini ha ospitato esposizioni temporanee, ad esempio la Mostra di Caravaggio (2006-2007) presso il GATE Termini che faceva parte  della Royal Collection della Regina il cosiddetto “Caravaggio della Regina”.

Giuseppina Ercole




Tricolore, Ancri celebra la festa a Montecitorio. Intervista esclusiva al Prefetto Tagliente

Il 7 gennaio è stata celebrata la “Giornata nazionale della Bandiera” presso il Palazzo del Quirinale e a Reggio Emilia. Altre iniziative culturali hanno coinvolto la società civile su tutto il territorio nazionale.

Quest’anno a celebrare da protagonista la “Festa del Tricolore” è scesa in campo l’Associazione nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI), da tempo impegnata a promuovere i valori richiamati nella nostra Carta Costituzionale con due progetti “Viaggio tra i valori e i simboli della Repubblica” e “Decoro del Tricolore”.

Il presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove ha impegnato tutte strutture territoriali italiane ed estere a celebrare il compleanno della nostra Bandiera. A Roma, il prefetto Francesco Tagliente, ha organizzato un evento celebrativo, con un Concerto della banda musicale della Polizia di Stato, nell’Aula della Camera dei deputati, nell’ambito della manifestazione “Montecitorio a porte aperte”.

Dalle ore 12 di domenica 13 gennaio gli orchestrali diretti dal Maestro Maurizio Billi, con la partecipazione del tenore Francesco Grollo, hanno eseguito alcuni brani musicali presentati da un grande storico del risorgimento, Michele D’Andrea, che ha dedicato molta parte della sua attività a far conoscere nella corretta luce i simboli della Repubblica.

E’ stato un successo organizzativo e musicale senza precedenti.” Grazie – scrive Angelino Mugnaini sulla pagina fb del prefetto Tagliente – E’ stato uno dei momenti più esaltanti e commoventi da me vissuti”

A margine della Manifestazione abbiamo intervistato il prefetto Francesco Tagliente.

Come è nata l’idea di un Concerto celebrativo del Tricolore a Montecitorio?

Premetto che la celebrazione nella Capitale si inserisce nel più ampio progetto di festeggiare la “Giornata nazionale della Bandiera” con il coinvolgimento di tutte le strutture territoriali.

Il presidente dell’Associazione Nazionale insigniti dell’Ordina al Merito della Repubblica (ANCRI) Tommaso Bove ha impegnato tutte le strutture dell’ANCRI, italiane ed estere, a promuovere iniziative per festeggiare il 222mo compleanno del nostro Tricolore.

Per rendere omaggio al Tricolore quest’anno, nella veste di delegato ai rapporti istituzionali dell’associazione ho pensato a un alto profilo istituzionale: la sede di un organo Costituzionale come l’Aula Montecitorio, la Banda Musicale della Polizia di Stato diretta dal Maestro Maurizio Billi, il tenore Francesco Grollo per l’esecuzione di alcuni brani e del Canto degli Italiani e un narratore d’eccezione dei brani musicali come Michele D’Andrea storico del Risorgimento. Ci è stata concessa la possibilità di celebrare la “Giornata nazionale della Bandiera” nell’ambito della manifestazione “Montecitorio a porte aperte”.

E’ stato molto apprezzato e applaudito l’intervento della Vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, che ha introdotto l’evento con un messaggio di saluto parlando del valore della Bandiera 

Si, parlando del valore del Tricolore ha toccato le corde dei presenti ed è stata apprezzata molto anche quando rivolgendosi al pubblico ha detto: “questa è casa vostra, qui condividiamo con voi oggi la storia, la bellezza e l’arte di questo luogo che rappresenta il cuore pulsante della democrazia italiana”.

Nel corso del Suo intervento oltre a ringraziare la Vicepresidente Mara Carfagna per la presenza i contenuti del messaggio di saluto, il Presidente Roberto Fico, il Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli e il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove ha sottolineato l’importanza di celebrare la Festa della Bandiere nell’Aula della Camera

Si perché celebrare il compleanno della nostra Bandiera nell’Aula di Montecitorio, con gli orchestrali della Polizia di Stato diretti dal Maestro Maurizio Billi, con il tenore Francesco Grollo e con uno storico del Risorgimento come Michele D’Andrea nella veste di narratore segna un momento alto, una tappa importante dei nostri progetti “Decoro delle Bandiere” e “Viaggio tra i simboli e i valori della Repubblica” che stiamo portando avanti da tempo.

Segna un momento alto perché abbiamo avuto la possibilità di festeggiare il Tricolore con tantissime persone che hanno manifestato una particolare sensibilità verso la nostra Bandiera.

Oltre al vice capo vicario della Polizia, prefetto Luigi Savina ed ai tantissimi rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico, dei Rotary e Lions e ai delegati delle 75 strutture territoriali dell’ANCRI c’erano tantissimi alunni e studenti accompagnati da insegnanti, genitori o nonni.

Grandi emozioni

Dopo la spiegazione di Michele D’Andrea, aiutato dalla Banda della Polizia di Stato e dal tenore Francesco Grollo, abbiamo visto che il pubblico si è unito nel canto dell’inno Novaro Mameli restituito alla sua originaria bellezza, in un entusiasmo che ha coinvolto tutti i rappresentanti delle istituzioni presenti dai vertici delle Forze di Polizia e delle Forze Armate a prefetti e questori.

Applausi anche dai rappresentanti del mondo accademico, della comunicazione e dell’informazione, come Osvaldo Bevilacqua, il fotoreporter Rino Barillari, il professor Guido Melis, il neuroscienziato Pietro Pietrini e molti altri.

Un apprezzamento caloroso è venuto dai delegati del Rotary Club, dei Lions Club, dai ragazzi di varie scuole italiane con insegnanti e genitori, dai soci dell’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana in rappresentanza delle 75 strutture territoriali nazionali e delle 12 sezioni all’estero, oggi rappresentate dal delegato di Cipro.

Grande partecipazione

Per rendere omaggio al Tricolore c’erano tantissimi i rappresentanti delle istituzioni.

Oltre alla Vice Presidente della Camera On Mara Carfagna, sono intervenuti tra gli altri il prefetto Luigi SAVINA, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie, in rappresentanza del Capo della Polizia Franco Gabrielli; il Generale Ilio CICERI in rappresentanza del Comandante Generale dei Carabinieri; il Generale Salvatore TATTA delegato dal Comandante Generale della Guardi di Finanza; il Generale Antonio Bettelli delegato dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito; il Contrammiraglio Massimo Martucci in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Marina; il Generale Basilio Di Martino delegato dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica; il Generale Domenico Rossi ex Sottosegretario di Stato del Ministero della Difesa; il prefetto Maria Teresa Sempreviva; il generale della Guardia di Finanza Salvatore Tatta; il Generale Francesco Gargano Comandante provinciale Carabinieri Roma; i generali dell’Aeronautica Settimo Caputo, Achille Cazzaniga e Leonardo Tricarico; Questori Roberto Massucci e Lorenzo Suraci; il vicario del questore di Roma Giovanni Scali, i Dirigenti della Polizia di stato Alfredo Matteucci, Filiberto Mastrapasqua, Giampaolo Monastra; Colonnelli Andrea Brancadoro e Mario Conio dei Carabinieri, gli ex responsabili del cerimoniale di Palazzo Ghigi Ilva Sapora ed Eugenio Ficorilli.

Consistente anche la partecipazione del mondo accademico, come il neuro scienziato Pietro Pietrini direttore della Scuola IMT Alti Studi di Lucca, il Prof Guido Melis, cosi come la delegazione dei Rotariani e Lyons laziali e Toscani con Patrizia Cardone, Franco Angotti, Arrigo Rispoli, Antonio Nicotra, Sandro Addario, Patrizio Giaconi, Eugenio Ficorilli e tanti altri.

Presenti moltissimi ragazzi di scuole romane e di altre regioni accompagnati da insegnanti, genitori o nonni. E ancora, personaggi dello spettacolo e della comunicazione come Osvaldo Bevilacqua.

Presenti circa 200 associati provenienti da 16 Regioni in rappresentanza delle 75 strutture territoriali.

Presente anche il responsabile della delegazione di Cipro, in rappresentanza delle 12 delegazioni estere dell’ANCRI.

C’era anche Rino Barillari

Con Rino Barillari abbiamo un rapporto di grande amicizia.

Non è mai mancato alle manifestazioni importanti che ho organizzato negli ultimi decenni. Con Rino c’era anche l’inseparabile Antonella Mastrosanti e alcuni amici storici di Rino Barillari come Piero Lepore, don Felice Riva, Andrea Nemiz, e ancora Roberto Massucci e Paola Marinangeli, Nicola Colucci e Antonietta Greco, Maria Teresa Magrini con Eliana e Irene Tagliente.

Ho visto Rino seduto accanto alla moglie questa volta paparazzato dai suoi colleghi

Si, a paparazzarlo c’erano tre amici comuni Umberto Battaglia, fotografo ufficiale della Camera dei deputati, Luciano Di Bacco e Ferdinando Mezzelani

Un coinvolgimento importante. Ci presenta la Banda della Polizia?

La Banda musicale della Polizia di Stato è stata fondata a Roma nel 1928.

Composta da 103 elementi, guidati da un direttore il Maestro Maurizio Billi e da un maestro vice direttore Roberto Granata, tutti provenienti dai più prestigiosi conservatori e selezionati attraverso rigorosi concorsi nazionali, svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero, partecipando alle più importanti celebrazioni istituzionali.

Con i suoi 90 anni di storia, segnati da continui successi che hanno lasciato un segno importante nel paesaggio culturale e musicale, ha fornito significativi segnali di modernità nel tempo, rendendosi modello di riferimento per analoghi complessi strumentali.

Ne sono un’eloquente testimonianza le collaborazioni con prestigiose Istituzioni musicali quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro San Carlo di Napoli, il Comunale di Firenze e i numerosi concerti trasmessi dalla RAI in occasione di importanti eventi istituzionali.

Di particolare interesse sono stati i concerti svoltisi presso la santa Sede in occasione delle udienze straordinarie del Santo Padre Papa Francesco.

Le qualità timbriche, l’ottima fusione e omogeneità del suono, lo spiccato livello virtuosistico e la straordinaria duttilità interpretativa, nei diversi generi musicali qualificano, oggi, la Banda Musicale della Polizia di Stato tra le migliori Orchestre di fiati a livello internazionale.

Se dovesse presentarci il Maestro Maurizio Billi?

Il Maestro Maurizio Billi è un musicista, compositore e direttore d’orchestra.

Ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio S. Cecilia di Roma conseguendo, tra gli altri titoli, il diploma in Direzione d’orchestra col massimo dei voti e in Composizione, perfezionandosi in seguito all’Accademia Nazionale di S. Cecilia con Franco Donatoni.

Primo Dirigente della Polizia di Stato, dal 1992 è Direttore della Banda Musicale con la quale ha eseguito più di 600 concerti in Italia e all’estero contribuendo a divulgare, anche attraverso il linguaggio della musica, i valori istituzionali.

E’ impegnato in una intensa attività di promozione e diffusione della musica originale per fiati contemporanea e del Novecento.

E’ stato docente di Analisi Musicale presso il Conservatorio di Teramo e di Direzione e Prassi Strumentale per Orchestra di Fiati al Conservatorio S. Cecilia di Roma.

Si è esibito in tutti i più importanti teatri italiani e all’estero, prendendo parte a eventi di particolare rilievo quali il Ravello Festival e la Stagione Sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova, debuttando nel 2016 alla Philarmonie Berlin.

Altro protagonista del Concerto è stato il tenore Francesco Grollo

Si, Francesco Grollo è un grande Tenore.

Il tenore Carlo Bergonzi ha detto di lui: “Voce di rara bellezza, naturalmente dotata di luminoso squillo argenteo e di carattere eroico…”

Ospite in varie trasmissioni televisive e radiofoniche, per un noto programma della Rai, ha presentato in anteprima mondiale” La Musica Sacra di Tito Schipa e Ruggero Leoncavallo”, programma musicale eseguito per la prima volta in assoluto con il Gruppo d’Archi del Teatro dell’Opera di Roma, nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

Grollo è stato l’unico tenore, tra i grandi della musica, al grande concerto evento “100 Años Compay”, accompagnato dall’ Orchestra sinfonica Nacional de Cuba e il Grupo Compay Segundo (24 Novembre 2007, Teatro Amedeo Roldan all’Avana). Peraltro, proviene dalla mia grande famiglie della Polizia di Stato.

Ha iniziato lo studio del canto lirico con Renato Bardi Barbon perfezionandosi, in seguito, con il grande tenore Franco Corelli.

Nel 1996 venne scoperto dal Maestro Francesco Siciliani che, in qualità di direttore artistico del “Gran Teatro La Fenice” di Venezia, lo fece debuttare, con il ruolo di “F.B.Pinkerton”, nella “MADAMA BUTTERFLY” di Giacomo Puccini.

Nel 1996 venne scoperto dal Maestro Francesco Siciliani che, in qualità di direttore artistico del “Gran Teatro La Fenice” di Venezia, lo fece debuttare, con il ruolo di “F.B.Pinkerton”, nella “MADAMA BUTTERFLY” di Giacomo Puccini.

Nell’Aula di Montecitorio abbiamo ascoltato un Inno Nazionale diverso

Come ha spiegato lo storico Michele D’Andrea, che ha presentato lo spettacolo e lo ha “sezionato”.

Il Canto degli Italiani, il nostro inno non è una marcetta, ma un possente canto di popolo rovinato, negli anni, da una cattiva esecuzione che ne ha stravolto l’espressione originaria, allontanandolo dal genere operistico in cui lo aveva innestato Michele Novaro, musicista di teatro.

La partitura di Novaro – ha raccontato D’Andrea – è la descrizione di una grande scena d’insieme in cui un popolo “calpesto e deriso” riceve un forte annuncio di speranza e di esortazione a combattere per la propria libertà: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta”.

Le parole scuotono la gente come pugni sullo stomaco e il popolo allora ripete quelle parole, prima pianissimo, timoroso e incredulo, e poi sempre più forte, fino a quel sì! finale che non compare nella poesia di Mameli ma che il musicista ha posto come il suggello di un giuramento sacro”.

Dopo la spiegazione di Michele D’Andrea, aiutato dalla Banda della Polizia di Stato e dal tenore Francesco Grollo, il pubblico si è unito nel canto dell’inno Novaro-Mameli restituito alla sua originaria bellezza, in un entusiasmo che ha coinvolto tutti i rappresentanti delle istituzioni presenti dai vertici delle Forze di Polizia e delle Forze Armate a prefetti e questori. Un coinvolgimento emotivo importante anche grazie a un narratore d’eccezione. Ma chi è Michele D’Andrea?

Un passato nella dirigenza del Quirinale, Michele D’Andrea si occupa di storia, di cerimoniale, di musica del Risorgimento e di araldica militare.

Suoi sono lo stendardo presidenziale, gli attuali stemmi dell’Esercito, della Marina dei Carabinieri e della Polizia di Stato, per la quale ha creato anche i nuovi distintivi di qualifica.

Ha pubblicato libri di protocollo e di storia, tiene in tutta Italia conferenze dal taglio originale e brillante, è socio fondatore dell’Accademia del Cerimoniale.

Oltre al Concerto celebrativo alla Camera dei deputati, dove è stato celebrato il Compleanno del Tricolore da parte dell’ANCRI?

A Valencia la delegazione ANCRI di Spagna, oggi ha celebrato la festa del nostro Tricolore al locale Consolato d’Italia.

Sono intervenuti tra gli altri il Console Adriano Carbone, il delegato di Spagna Riccardo Lafuenti e il colonnello Francesco Caldarola in rappresentanza del contingente militare italiano in servizio presso il comando NATO RAPID DEDPLOYABLE CORPS –SPAIN di Valencia e numerose altre autorità cittadine e residenti italiani in Spagna.

A Pisa il delegato regionale ANCRI per la Toscana, Antonio Cerrai, il 9 gennaio, ha organizzato un momento di riflessione condivisa con i Rotary club della Toscana sul significato di coesione che il Tricolore ha per il Paese.

A Messina, la sezione territoriale ANCRI, il 7 gennaio, ha promosso un convegno nel salone delle Bandiere del Comune con interessanti relazioni del Prof. Luigi D’Andrea su “Il Tricolore: simbolo dell’Unità della Repubblica”, del prof Corrado Savasta su “Lettura dell’Emblema: La stella, la ruota dentata, i rami dell’ulivo e di quercia”.

A Foggia, nella stessa giornata, la locale sezione territoriale dell’ANCRI ha promosso una manifestazione tematica presso l’istituto scolastico “Giovanni Bovio” dove il presidente della Sezione ANCRI Aurelio Vieri ha parlato dell’Evoluzione storica della Bandiera d’Italia.

A seguire l’Avv. Luigi Miranda ha parlato del significato della Giornata Nazionale della Bandiera.

A San Giovanni Rotondo, lo stesso 7 gennaio, la locale sezione territoriale ANCRI ha promosso analoga iniziativa, presso l’Istituto Comprensivo “Pascoli-Forgione”, parlando della “Storia della Bandiera italiana”.

A Catania, il presidente della sezione territoriale Giuseppe Adernò, nella stessa mattinata del sette gennaio ha organizzato una manifestazione presso l’Istituto Comprensivo Statale “San Giovanni Bosco” per una riflessione comune sul valore del Tricolore.

Un’ultima domanda. A conclusione del suo intervento di saluto ha fatto riferimento anche a una squadra che lavora da tanto su questi progetti e alla speranza di poter celebrare la festa del Tricolore insieme anche nei prossimi anni

Il Concerto celebrativo nell’Aula di Montecitorio è anche frutto della sensibilità istituzionale di una bella squadra impegnata da tempo a promuovere i valori dei simboli della Repubblica.

Il sette gennaio di 9 anni fa, da Questore di Firenze ho festeggiato il Tricolore con la Banda musicale della Polizia, con Maurizio Billi, Michele D’Andrea e i Rotary dell’area medicea.

Quest’anno ci siamo ritrovati insieme nell’Aula della Camera per una iniziativa dell’ANCRI. La mia speranza è di poter celebrare insieme il nostro Tricolore anche il prossimo anno.




Tarquinia, migliaia di persone incantate dal corteo dei re magi

TARQUINIA (VT) – Emozione e spettacolo per l’arrivo dei re magi. Il presepe vivente di Tarquinia chiude con un grande successo di pubblico l’edizione 2018. Migliaia di tarquiniesi, turisti, persone venute da Roma e dalle vicine Toscana e Umbria hanno accolto il 6 gennaio il corteo che, accompagnato dai tamburini della contrada Santa Lucia, ha sfilato nelle vie del centro storico, dalla barriera San Giusto al convento di San Francesco.

I re magi a dorso di cammello hanno raggiunto la Natività, per omaggiare il salvatore. Sono stati 2500 i visitatori che hanno varcato l’ingresso della chiesa della Trinità, dimora della fastosa corte di re Erode, per fare un tuffo nel passato. Nell’antica Palestina, tra la via degli artigiani, il chiassoso mercato, l’accampamento della legione romana, il giardino degli olivi e le stalle dei pastori.

È tempo di bilanci per l’associazione presepe vivente di Tarquinia. “Più di 6mila persone, tantissime quelle venute da fuori, hanno scelto di vedere la rievocazione nelle tre date. Un ottimo risultato che conferma questa manifestazione tra le più importanti del Lazio. Un evento che la città vive con grande trasporto. L’obiettivo è migliorarci e presentare uno spettacolo sempre più bello, apportando ogni anno cambiamenti e novità”.

Ed è anche il momento dei ringraziamenti: “Ai figuranti, senza cui non sarebbe possibile realizzare il presepe. – conclude l’associazione – Ai volontari della protezione civile e della croce rossa. Alla polizia locale e alle forze dell’ordine che hanno garantito una presenza discreta ma costante nei giorni della manifestazione. Alle maestranze che hanno lavorato per mesi nel realizzare le splendide scenografie, come acquedotto che muoveva il mulino ad acqua. A chi, a vario titolo, ha messo a disposizione il proprio tempo per organizzare l’evento”.

Il presepe vivente di Tarquinia è patrocinato dalla Regione Lazio (Lazio eterna scoperta), dalla Provincia di Viterbo, dal Comune di Tarquinia, dalla Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia, ed è stato realizzato in collaborazione con la Pro loco Tarquinia, il comitato San Martino e l’associazione Anziani con l’hobby del modellismo.




Sicilia Outlet Village: migliaia di visitatori per il primo giorno di apertura

Al via i saldi invernali al Sicilia Outlet Village negli oltre 140 negozi dei marchi più prestigiosi che propongono ulteriori sconti sui prezzi outlet delle collezioni Autunno/Inverno.

Una realtà unica in Sicilia

“Sicilia Outlet Village è una realtà unica in Sicilia, anche grazie alla presenza delle più prestigiose firme italiane e internazionali a prezzi outlet e all’ambiente elegante, ai molteplici servizi dedicati alle famiglie e a quelli più esclusivi pensati per i clienti più esigenti – dichiara Victor Busser Casas General Manager di Arcus Real Estate.
I risultati di questo primo giorno di saldi e l’affluenza crescente dei clienti confermano il trend positivo di Sicilia Outlet Village, punto di riferimento per lo shopping di lusso da oltre 8 anni.”

Migliaia di visitatori al Village

L’affluenza durante il primo giorno di saldi è stata ottima, migliaia i visitatori che hanno approfittato dei prezzi ulteriormente ribassati: i grandi marchi del panorama fashion presenti all’interno del Village propongono infatti saldi fino al 70% sui prezzi outlet, già scontati tutto l’anno. Fare shopping diventa così un’occasione irresistibile e l’Outlet Village ancora più vicino grazie agli speciali collegamenti con navette dedicate in partenza da Palermo e Messina. Inoltre, per il primo weekend dei Saldi, a disposizione dei suoi clienti ci sarà un servizio gratuito di Hands Free Shopping, grazie al quale sarà possibile lasciare temporaneamente gli acquisti in un’area dedicata e continuare lo shopping in tutta libertà.

La storia del Sicilia Outlet Village

Il Sicilia Outlet Village, fondato nel 2010 da Arcus Real Estate, è il primo e unico Outlet Village del lusso dell’isola siciliana. Situato in provincia di Enna, nel cuore della regione, lungo l’autostrada A19 che unisce le città di Catania e Palermo, il Village ospita le boutique dei marchi più esclusivi in un contesto di impareggiabile bellezza naturale, storica e culturale che solo il territorio siciliano può offrire.
Lo sviluppo del Sicilia Outlet Village, che copre una superficie di 30 mila metri quadrati, è avvenuto in due fasi: nel 2010 sono state inaugurate 120 boutique monomarca dedicate a moda (abbigliamento e accessori), design (complementi per la casa) e lifestyle (sport, beauty). Successivamente, nel 2014, sono state aggiunte 20 boutique, portando a 140 il numero complessivo dei marchi presenti.

Grazie a questa offerta così ricca e variegata, il Sicilia Outlet Village è divenuto una destinazione turistica capace di attrarre e soddisfare una ampia clientela locale ed internazionale, richiamata anche dai vicini parchi naturali e siti archeologici come il Monte Etna o la valle dei Templi di Agrigento.

Proprio per facilitare lo shopping agli ospiti stranieri o di passaggio, ma anche per fornire un’esperienza esclusiva alla clientela locale, sono stati previsti molti servizi volti a rendere più piacevole la visita e la permanenza nel Village: dallo shopping “hands free” alla spedizione worldwide degli acquisti, dai consigli di una personal shopper ai bus navetta da e per le principali città dell’isola. Un calendario stagionale di eventi, concerti e appuntamenti gastronomici contribuiscono a rendere il tempo speso nell’Outlet Village una tappa fondamentale del proprio personale itinerario alla scoperta della Sicilia, sia da parte degli stranieri sia degli isolani.

Arcus Real Estate

Arcus Real Estate è una società italiana della “galassia” Percassi fondata nel 2006 e specializzata nella commercializzazione e nella gestione di progetti immobiliari per il retail di lusso, outlet e full price. Oltre alla commercializzazione di Orio Center che ha portato la presenza di marchi premium per la prima volta in un centro commerciale, tra i progetti di successo della società vi sono Sicilia Outlet Village (2010) che conta oggi oltre 140 boutique dei marchi più prestigiosi, Torino Outlet Village (2017) che nel primo anno di attività ha confermato ogni attesa di successo e Roma Outlet Village entrato recentemente nel portafoglio dei progetti dell’azienda ed attualmente oggetto di un restyling completo. Lo sviluppo di San Pellegrino Outlet Village e la commercializzazione di Westfield Milano, l’attesissimo shopping center alle porte di Milano, sono le prossime sfide che Arcus Real Estate affronterà. Tutti i progetti di Arcus Real Estate sono concepiti per essere vere e proprie “destinazioni turistiche per lo shopping” che aggiungono valore al territorio che li ospita essendo un polo di attrazione turistica ed un’occasione di crescita economica locale.




Napoli, 1220 opere da non perdere al Museo e Real Bosco di Capodimonte

“Depositi di Capodimonte – Storie ancora da scrivere” al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli visitabile fino al 15 maggio 2019.

Il Museo di Capodimonte mette in mostra 1220 opere finora custodite nei suoi ben 5 depositi di dipinti, sculture e oggetti vari, l’intera esibizione costituisce circa il 20% del totale delle opere in essi contenute.

L’intento di Depositi non è solo di dare una nuova vita alle opere finora accantonate dalla selezione, dal gusto e da una ragione storica artistica, per la quale in passato si decise di non far vedere perché volta ad individuare una nuova corrente che meritava di essere vista, ma la mostra dà una nuova collocazione all’immaginario collettivo del deposito stesso dei musei, non più luoghi inaccessibili di tesori nascosti o di universi chiusi, ma luoghi pieni anche di capolavori sconosciuti.

La mostra Depositi offre la possibilità agli studiosi e appassionati di arte di tutto il mondo, grazie alla digitalizzazione delle immagini ad alta definizione delle opere, l’opportunità di fruire appieno l’opera d’arte, di interagire con il museo contribuendo alla rigenerazione stessa dell’opera, rafforza ancor di più il Museo e Real Bosco di Capodimonte nell’ottica mondiale dando ulteriori “racconti” alle opere.

L’esposizione Depositi con il progetto della digitalizzazione si scrive nuove pagine della storia dell’arte, con questa mostra si è creato un nuovo dialogo e senza barriere con il museo, con le opere e con la storia dell’arte, i fruitori potranno contribuire alla catalogazione di opere prive di notizie e alla storia dell’arte.

La conoscenza dell’arte con le immagini ad alta definizione, si diffonde in maniera esponenziale grazie anche alla campagna Google attivata dall’estate 2018, con l’immissione di oltre 500 capolavori del Museo di Capodimonte (di cui 200 sono stati fotografati con la tecnica di ultima generazione “Art camera”), sulla piattaforma dedicata Google Arts & Culture, offre agli studiosi di arte la possibilità di visite virtuali a 360° delle sale del Museo e dei viali del parco.
Il Museo di Capodimonte grazie al virtuale anticipa il reale, rende visibile ciò che è nascosto e quanto è esposto, muta grazie alla digitalizzazione la storia dell’arte, che consapevolmente, non è stata mai oggettiva, offre un nuovo Grand Tour agli appassionati d’arte che non hanno la possibilità di poter visitare il museo, a differenza dei viaggiatori del passato del settecento e ottocento in visita in Italia nei luoghi dell’arte.

La fotografia storicamente è sempre stata legata alla storia dell’arte, le immagini ad alta definizione rappresentano un’innovazione nella disciplina, infatti da casa si potrà fruire l’opera d’interesse dal proprio computer e osservare ancor meglio da vicino segni, pennellate, dettagli iconografici e consistenze materiche dei pigmenti, estendendo le possibilità visive dell’occhio umano ad una maggiore analisi e lettura dell’opera.
Walter Benjamin nel saggio degli anni ’30 del 900 con “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità” accusava la fotografia della perdita dell’aura di un lavoro artistico, con la digitalizzazione si scrive un nuovo capitolo della storia dell’arte, perché dà agli studiosi una lettura maggiore all’opera d’arte.

Il Museo di Capodimonte ha avviato, con la mostra Depositi, un progetto scientifico in collaborazione con la Regione Campania e il Mibac, finalizzato alla digitalizzazione progressiva dell’intero patrimonio storico artistico, con bibliografie articolate per facilitare le ricerche degli studiosi di tutto il mondo.

Con la mostra “Depositi di Capodimonte – Storie ancora da scrivere” si ha una nuova visione dei depositi, non più luoghi chiusi da non mostrare al pubblico perché all’interno contenenti oggetti di poca importanza, con questa esibizione la visione cambia nell’immaginario collettivo, mutando la visione del deposito in un luogo contenente tesori che hanno ancora da raccontare, perché rappresentano la testimonianza storica di un determinato momento, a prescindere dal valore estrinseco.

I musei europei sono responsabili di un patrimonio inalienabile, di un’eredità storica ed identitaria, le collezioni devono essere preservate nella loro unitarietà.

Giuseppina Ercole




Castel Gandolfo, successo per il Concorso Fotografico “Il Movimento”: aspettando il prestigioso Premio “Castel Gandolfo”

Premiati al Centro Arte e Cultura di Castelgandolfo i fotoamatori che hanno partecipato al Concorso Fotografico “Il Movimento”.

Di seguito i nomi di tutti i partecipanti : NANDO PIZZINI – ROMA, CLAUDIO GIULI- ROMA, RICCARDO SALVATELLI VELLETRI, ROBERTO SABATINI – RAVENNA, STEFANO RUZZINI – ALBANO, MARCO SORRENTINO – ROMA, SIMONA PERONI – ALBANO, CLAUDIO TEMPOBUONO – CIAMPINO, MARCO FUNARI- SANTA MARIA DELLE MOLE (MARINO), MASSIMO IENCO -CASTEL GANDOLFO.

La mostra collettiva rimarrà aperto presso il Centro Arte e Cultrura di Corso della Repubblica fino a Martedì prossimo, dalle 16 alle 18. Le Associazioni culturali “Centro Arte Castel Gandolfo”, “CulturiAmo” e “AgenSal” hanno organizzato la 7^ edizione del Premio di Fotografia “Cultura e Arte – Castel Gandolfo”, con il patrocinio gratuito del Comune di Castel Gandolfo.

Un concorso fotografico con il fine di promuovere e divulgare l’Arte e la cultura della fotografia valorizzando e promuovendo il territorio. La premiazione si è tenuta alla presenza del fotogiornalista del Messaggero Luciano Sciurba e del direttore artistico del Centro Culturale Dario Pettinato.

La commissione giudicatrice è stata composta da membri afferenti a varie categorie professionali, specializzati nel settore della fotografia, del fotogiornalismo e dell’arte.

Sono stati omaggiati con una pergamena tutti i dieci finalisti, le migliori tre fotografie sulla base della qualità e della tecnica fotografica, della creatività e della migliore espressione del tema proposto, hanno vinto : 1° classificato: mostra personale di una settimana e candidatura per il prestigioso “Premio “Castel Gandolfo” nella sede del Centro Arte Castelgandolfo, 2° classificato: targa ricordo e piccola scultura del maestro Dario Pettinato, 3° classificato: cena per 2 persone in un noto ristorante di Marino.

I primi 3 classificati sono stati : Marco Funari, di Santa Maria delle Mole ( Marino), giovane tecnico sulle piattaforme petrolifere, con la foto “ L’Attesa” che ritraeva alcune donne su un isola di Zanzibar, in attesa che si asciugassero i loro panni stesi su due bastoni. 2° posto Nando Pizzini, romano, 30enne, con la foto della Foca Pulcinella che si posa su una roccia nel mar della Norvegia, 3° posto Caludio Giuli, 40enne infermiere di Roma, con la foto di un pugile in un angolo, bagnato dalle gocce d’acqua lanciate dal suo allenatore.

Premio della critica giornalistica a Massimo Ienco, di Castelgandolfo, con la foto di uno scorcio di Castelgandolfo centro, con due cornacchie in volo, scattata alle prime ore del mattino.

Tutti i ragazzi sono stati lodati dalla giuria per le bellissime foto esposte, tra cui uno scorcio di Atene su una strada con i una veduta dei pedoni dall’alto, un bus nella notte romana, in via della Conciliazione, davanti alla Cupola di San Pietro, con un gruppo in movimento ed una signora anziana ferma ad osservare, un salto di gioia di una ragazza che balla, migliaia di stelle nel cielo soprastante a delle croci sferzate dal vento, un ballo di gruppo mosso e molto colorato. Appuntamento al prossimo anno, con l’ottava edizione del Premio Fotografico “Cultura e Arte Castelgandolfo”




Napoli, al Museo Nazionale Archeologico i tesori del Sichuan nell’antica Cina

NAPOLI – La mostra “Mortali e immortali. I tesori del Sichuan nell’antica Cina” visitabile fino all’11 marzo 2019 al Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

L’esposizione-mostra “racconta” attraverso manufatti di una straordinaria originalità e tecnica una cultura millenaria diversa dalla nostra, attraverso di essi un focus sull’Oriente del Paese del Dragone in particolar modo sulla regione del Sichuan appartenenti all’età del bronzo a confronto con la cultura antica partenopea.

La mostra rinnova un dialogo millenario tra l’Oriente e l’Occidente, tra il paese del Dragone e il Bel Paese, culture che hanno viaggiato parallelamente ma anche incrociandosi come testimoniano reperti archeologici in bronzo, oro, giada e terracotta, databili dall’età del bronzo (II millennio a.C.) e fino all’epoca Han (II secolo d.C.). All’esposizione nel Salone della Meridiana del Mann sono evidenziati i tratti evocativi ed enigmatica della tradizione Shu, come testimoniano le maschere in bronzo ed alla dedizione al culto del sole.

La città di Napoli è aperta allo scambio culturale continuo contribuendo alla crescita del nostro paese d’immagine a livello internazionale, dando ulteriori “racconti” alla storia stessa sia dell’Oriente e dell’Occidente, tessendo un dialogo tra culture logisticamente lontane, ma vicine.

“Mortali e Immortali”

I tesori del Sichuan nell’antica Cina” è uno scambio culturale bilaterale con il fine di lavorare con reciprocità, per far conoscere la cultura dei rispettivi popoli, infatti attualmente la Cina ospita i reperti di Pompei registrando ben 2milioni di visitatori e rafforza ancor di più il Museo Archeologico di Napoli in un’ottica mondiale.

L’aspetto semantico di tutto il percorso espositivo nel Salone della Meridiana al Mann evidenzia attraverso le statuette di terracotta, il cavallo di Sanxingdui, il sole di Jinsha un dialogo contiguo e senza tempo con i nostri tesori, ad esempio con il bronzo di Apollo ed il cavallo di Ercolano, la gioia di vivere dei bassorilievi cinesi dimostrano la grande affinità con i reperti della Pompei antica, i visitatori potranno “viaggiare” nelle culture di epoche millenarie, ripercorrere attraverso i reperti archeologici appartenenti ad un mondo spirituale di un’antichissima civiltà, ma anche fruirne la loro quotidianità.

La mostra è realizzata sotto la guida dell’Ufficio provinciale della cultura del Sichuan e patrocinata da Regione Campania, Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e Comune di Napoli, la mostra “Mortali Immortali” raccoglie reperti provenienti da importanti istituzioni cinesi: tra queste, è necessario ricordare il Museo di Sanxingdui, il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, Il Museo del Sichuan, Il Museo di Chengdu, l’Istituto di ricerca di reperti e archeologia di changdu, il Museo di Mianyang, il Museo Etnico Qiang della Contea di Mao.

Il Direttore del Mann, Paolo Giulierini: ”Questa importante esposizione, che chiude idealmente l’anno del turismo Europa-Cina del Mibac”,- procede – “procedura da un momento di studio sulle tecnologie nella comunicazione museale, conferma sempre il più solido legame tra il Museo Archeologico di Napoli e il paese del Dragone per la promozione del patrimonio culturale italiano, ma anche di quello cinese in Italia”. Prosegue sempre Giulierini – “Ricordiamo che le mostre del Mann su Pompei, itineranti nei maggiori musei cinesi fino al luglio 2019, contano già oltre due milioni di visitatori. Come Direttore del Mann e del parco dei Campi Flegrei ho firmato lo scorso settembre a Chengdu un doppio protocollo di intesa e cooperazione sulla Conservazione e Valorizzazione del Parco Archeologico di Donghuamen, a testimonianza dell’altissima considerazione in quel paese per la competenza archeologica italiana. Il dialogo tra il Mann e la Cina continuerà per tutto il 2019”.

Giuseppina Ercole




Napoli, a palazzo Zevallos Stigliano “Rubens, Van Dick”: una mostra da non perdere

NAPOLI – Da non perdere a Napoli la bellissima mostra a Palazzo Zevallos Stigliano Sede museale di Intesa Sanpaolo dal titolo “Rubens, Van Dick, Ribera. La collezione di un principe” visitabile fino al 7 aprile 2019. 

L’appuntamento nell’arte del XVII secolo ricompone in parte, una prestigiosa collezione nella sua sede originaria.

“La collezione di un principe” è il risultato di collaborazioni, di una sinergia composta da diversi enti, infatti la quadreria barocca è organizzata con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e dal Comune di Napoli, organizzata in partenership con il Museo e Real Bosco di Capodimonte ed in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. 

La mostra è curata da Ernesto Denunzio, con la presenza di Gabriele Finaldi come consultant curator e con la collaborazione di Giuseppe Porzio e Renato Ruotolo.

L’intera mostra-esposizione “Rubens, Van Dyck, Ribera

La collezione di un principe” originariamente apparteneva ad una famiglia fiamminga molto importante di mercanti dal nome Vandeneynden, provenienti dalla citta portuale di Anversa, negli ultimi decenni del Seicento abitò a Napoli nello storico e sontuoso Palazzo Zevallos a Via Toledo, successivamente l’intera quadreria appartenne ai principi Colonna di Stigliano e poi dispersa.

L’esposizione rappresenta un momento culminante di un periodo florido per quanto riguarda la stagione dell’arte e del collezionismo a Napoli in età barocca e del Palazzo Zevallos, l’intero percorso espositivo riporta, in maniera immersiva, indietro nel tempo i fruitori nella storia dell’arte e nella storia della città di Napoli, da diversi decenni che gli studi di storia del collezionismo e del gusto, hanno dedicato un’ampia attenzione alle raccolte della famiglia Vandeneynden e di Gaspar di Roomer famiglie mercanti d’arte e finanzieri. La quadreria è composta da 36 opere di altissimo valore artistico provenienti da musei nazionali e internazionali, le opere con questa esposizione ritornano nella loro collocazione originarie, difatti la mostra è allestita nel piano nobile del Palazzo Zevallos Castiglia, negli ambienti dove erano anticamente conservati.

La collezione è allestita insieme ad altre opere che fanno parte della collezione permanente di Galleria D’Italia Palazzo Zevallos Stigliano, prima fra tutte IL “ Martirio di sant’Orsola” di Caravaggio eseguito nel 1610 pochi mesi prima della sua morte, “Sansone e Dalila” di Artemisia Gentileschi e tante altre opere di artisti di notevole importanza culturale. L’esposizione è stata resa possibile grazie prestiti eccezionali, i capolavori della collezione dei Vandeneynden in esposizione al Palazzo Zevallos Stigliano da ammirare sono il “Martirio di San Bartolomeo di Mattia Preti, Maestranze come uno Stipo del Museo di Capodimonte secondo quarto del XVII secolo, oppure l’opera del Guercino “Cristo e la Samaritana al pozzo”, Aniello Falcone “Riposo nella fuga in Egitto” 1642 e tante altre.

La mostra si colloca fra gli appuntamenti da non perdere per chi è in visita nella dimora di Partenope e per i napoletani, la città di Napoli vive una “primavera” dal punto di vista turistico di notevole importanza visibile e senza bisogno di dati alla mano, grazie anche a iniziative artistiche, promosse sia da parte di Enti pubblici e da gallerie private, questi eventi danno la possibilità di poter “viaggiare” tra linguaggi artistici in maniera esaustiva e partecipativa per i fruitori in visita. Le mostre in corso danno spazio sia a linguaggi che appartengono all’arte figurativa e sia all’arte contemporanea sperimentale, questo tipo di exhibition collocano in maniera fortemente improntata la città di Napoli nel circuito internazionale nell’ambito artistico.

Michele Coppola, Direttore Centrale Arte, Cultura e Beni storici, Intesa Sanpaolo, ha affermato durante la conferenza stampa il 5 dicembre a Palazzo Zevallos:” Promuovere arte e conoscenza è l’impegno profondo di Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo e lo concretizziamo con iniziative originali che permettono di riscoprire il valore e la bellezza di opere, maestri e stagioni della straordinaria storia artistica italiana”- prosegue sempre Coppola – “La collezione di un principe ne è piena testimonianza, risultato di un lavoro di ricerca e di prestiti in collaborazione con importanti musei italiani e istituzioni internazionali”- continua sempre il Direttore di Intesa Sanpaolo –“I capolavori in mostra celebrano il respiro europeo dell’arte e del collezionismo di fine Seicento a Napoli, confermando il forte legame della nostra Banca con il territorio e il ruolo delle Gallerie d’Italia quale luogo di riferimento culturale, sempre più significativo, per la città”.

Giuseppina Ercole




“La sicurezza delle città tra diritti e Amministrazione”, Tagliente: “Servono tanta prevenzione, sfogatoi del disagio sociale” e certezza della esecuzione della pena, della condanna e dei provvedimenti di espulsione”

Iside Castagnola presenta il libro di Vincenzo Antonelli “La sicurezza delle città tra diritti e Amministrazione”

ROMA – Si è appena conclusa nella Sala del Carroccio, in Campidoglio, presentazione del libro “La sicurezza delle città tra diritti e Amministrazione”, edito da CEDAM, Wolters Kluwer Italia, scritto da Vincenzo Antonelli.

Oltre all’Autore, moderati magistralmente dall’Avvocato Iside Castagnola, sono intervenuti il prefetto Francesco Tagliente, già questore di Roma; Luca Bergamo, Vice Sindaco Roma Capitale; Maurizio Fiasco, Sociologo; Antonio Ragonesi, Responsabile sicurezza e legalità ANCI; Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale Avviso Pubblico e tanti altri.

“ Il libro del prof Antonelli – ha detto l’Avvocato Iside Castagnala chiudendo il dibattito- è il primo saggio completo che dà una visione sistemica di tutti gli strumenti a disposizione delle amministrazioni comunali per la tutela della sicurezza urbana alla luce del Decreto Legge 14 del 2017, credo profondamente che temi come Legalità e sicurezza vadano trattati con approccio scientifico e competenza, la sicurezza oggi anche a livello europeo è tra gli indicatori della qualità di vita delle città”

Al termine dell’incontro dibattito, abbiamo chiesto al Prefetto Tagliente una sua riflessione sulla sicurezza partecipata. Ecco casa ci ha detto.

“Partiamo da un una considerazione preliminare. I cittadini, i turisti e gli operatori economici chiedono di poter vivere ed esercitare l’attività lavorativa in sicurezza.

Secondo il recente rapporto realizzato dal Censis, si avverte più paura e voglia di armarsi. Il 39% degli italiani è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale.
E questo allarme sociale rimane nonostante lo stesso rapporto sulla sicurezza realizzato dal Censis ci dice che in Italia abbiamo una generalizzata diminuzione della criminalità. I reati denunciati risultano in calo del 10%, mentre gli omicidi del 43,9%, le rapine e del 37,6% e i furti del 13,9%.
Con questi dati la percezione di sicurezza dovrebbe aumentare. Invece, paradossalmente, sembra non essere così.
Dobbiamo cercare di capire il paradosso della diminuzione dei reati e dell’aumento della percezione di insicurezza.
Delle due l’una: O c’è un grave difetto di comunicazione con un linguaggio che alimenta l’insicurezza con gravi ripercussioni anche sull’economia oppure i dati statistici non sono fedeli alla realtà per difetto di rilevazione o perché la gente alle prime difficoltà ad accedere ai Servizi rinuncia a fare la denuncia o la segnalazione.
Il dato certo è che bisogna riflettere e prendere seriamente in considerazione una diversa politica della sicurezza.
Non c’è dubbio che la priorità, oggi, sia quella di far crescere nei cittadini la percezione della sicurezza. Per far questo occorre intervenire sul rapporto di fiducia tra questi e le Istituzioni chiamate a vario titolo a concorrere nella correzione ambientale, strutturale e sociale.
Per rispondere al diffuso senso di insicurezza è indispensabile che ai cittadini sia offerta una risposta efficace e idonea alle aspettative di chi si dovesse trovare in una condizione di disagio o di pericolo.
Le istituzioni, le amministrazioni e tutti gli altri soggetti interessati hanno il dovere di promuovere tutte le iniziative possibili sul piano legislativo, amministrativo ed operativo per garantire sicurezza e vivibilità.
Serve innanzitutto coesione interistituzionale e un lavoro di squadra. Bisogna assicurarsi che tutti svolgano attivamente il proprio ruolo e il proprio dovere. Immaginiamo la sicurezza come una catena, essa potrebbe sussistere solo se tutti gli anelli sono legati gli uni negli altri perché la rottura o il semplice indebolimento di una sola di essi potrebbe vanificare l’impegno degli altri a scapito della sicurezza generale.
Le Forze di polizia fanno la loro parte. Lo stesso rapporto Censis mette in evidenza che le Forze dell’ordine godono di una grande fiducia da parte degli italiani. Gli operatori di polizia che impegnandosi e rischiando su tutti i fronti assicurano alla giustizia gli autori dei delitti e i familiari delle vittime di quei criminali non vorrebbero rivedere il giorno dopo fuori dal carcere gli autori dei crimini violenti.
È necessario impegnarsi sul piano politico, giudiziario e diplomatico per garantire la certezza della esecuzione della condanna e della esecuzione dei provvedimenti di espulsione, serve ogni possibile iniziativa sul piano delle convenzioni e accordi internazionali per l’esecuzione della pena nel Paese di origine del condannato. Bisognerebbe valutare attentamente la concessione delle misure alternative alla detenzione carceraria a criminali sanguinari recidivi. Una diversa politica della sicurezza alimenta sfiducia nei cittadini e rassegnazione delle forze di polizia.
Servono delle sartorie sociali, serve un ascolto attivo per cercare di comprendere il disagio e ridurlo, serve andare lì dove l’orecchio e l’occhio del poliziotto, delle forze di polizia, delle istituzioni non possono arrivare. E’ necessario che tutte le maglie della rete svolgano il proprio dovere, è necessario evitare sfilacciamenti che portano a un disagio sociale, a un allarme sociale con la richiesta di ricorrere alle armi per difendersi.
Serve un partenariato territoriale, servono “sfogatoi del disagio” nelle aree più critiche dei centri urbani per consentire un ascolto attivo. Un luogo fisico (come circoscrizione, comitato di quartiere ecc,) dove i rappresentanti delle Forze di Polizia, del Comune, delle Società partecipate e degli enti erogatori dei servizi pubblici di interesse generale ascoltino, viso a viso, le esigenze dei rappresentanti delle categorie economiche e dei cittadini dei vari quartieri.
Per invogliare a denunciare i reati, servono corsi di psicologia della comunicazione e della testimonianza e grande determinazione ad assicurare immediata accessibilità ai servizi, disponibilità e risposte più rispondenti alle aspettative di chi ha bisogno.




Roma, palazzo dei congressi: Officine del sapore e Accademia della cultura enogastronomica pronte al “cambiamento culturale”

ROMA – Al palazzo dei congressi si parla del supporto della tecnologia e della conoscenza al corretto stile di vita, tra alimentazione ed attività fisica.

L’importante incontro-dibattito è stato organizzato da “le Officine del Sapore” e dalla “Accademia della Cultura Enogastronomica” al Palazzo dei Congressi a Roma