Equipe 84: la Storia in concerto

 

Redazione
 
PESCARA – Prosegue il tour estivo della “Equipe 84 – La Storia”. La prossima data live del gruppo sarà in provincia di Macerata: appuntamento a Montecosaro giovedì 10 agosto per un atteso concerto in piazza, a ingresso libero. Inizio alle ore 21,30.
 
L’Equipe 84, vero e proprio “simbolo” del periodo beat italiano, nasce a cavallo del 1963. La line up originaria è composta da Alfio Cantarella alla batteria, Franco Ceccarelli alla chitarra ritmica e voce, Victor Sogliani al basso e voce, e Maurizio Vandelli alla chitarra solista e voce. Dopo circa due anni di lavoro in balere e night club come orchestra di base, il gruppo incide il suo primo 45 giri: “Quel che ti ho dato”/“Papà e Mammà”. Nel giro di pochi mesi il singolo entra in classifica, e da quel momento inizia la straordinaria storia dell'Equipe. Nel 1965 i quattro inaugurano, in coppia con i Rokes, il mitico Piper di Roma, dove continueranno a esibirsi anche in seguito alternandosi ai vari “complessi” di quel periodo. Nel 1966 registrano la celeberrima “Io ho in mente te”, che li porta alla vittoria del Cantagiro e alla grande notorietà. C’è poi la fortunata collaborazione con Mogol-Battisti, che porta all’incisione di autorevoli evergreen quali “29 settembre”, “Nel cuore nell'anima” e “Ladro”. Inoltre il cantautore emiliano Francesco Guccini, vecchio amico dell’Equipe 84, scrive per loro “Auschwitz”, “L’antisociale” ed “E’ dall’amore che nasce l'uomo”. Seguono ancora importanti successi come “Bang Bang”, “4 marzo '43” (in coppia al Festival di Sanremo con Lucio Dalla, che li farà piazzare in terza posizione nella graduatoria finale), “Casa mia”, “Una giornata al mare”, “Tutta mia la città”, “Nel ristorante di Alice”, “Un angelo blu” e “Pomeriggio ore sei”. Tutti brani che oggi la band ripropone abitualmente in concerto.

Nel 1984, dopo lo scioglimento di tre anni prima, Franco Ceccarelli e Victor Sogliani ricostituiscono l'Equipe 84 dando la priorità alle esibizioni dal vivo perché amano il rapporto con il pubblico e la vita “on the road”.
Da questo momento, come è capitato a tutti i gruppi storici della nostra nazione, è un continuo succedersi di musicisti capitanati alla fine dal solo Ceccarelli (Sogliani morirà nel 1995), fino a trovare la definitiva stabilità con l'ingresso di Tony Mione (chitarra e voce), Marco Di Marco (piano, tastiere e voce), Giuliano De Leonardis (basso) e Roberto De Vincentis (batteria).

Nell’arco di sette anni, l’Equipe 84 tiene più di cinquecento concerti, fino a quando Franco Ceccarelli scompare il 21 dicembre 2012, all’età di 70 anni, lasciando il gruppo con un solo desiderio:
continuare a girare in lungo e in largo la penisola portando sempre in alto il nome e la storia dell'Equipe 84. Ed è proprio ciò che oggi fa l’Equipe 84 – La storia, sbalordendo il pubblico con il suo elevatissimo tasso professionale e l'attenzione al programma storico dell'Equipe 84 grazie a elaborazioni da autentiche star. Tra l’altro, è recentemente uscito un album con le maggiori hit della formazione più due inediti, uno dei quali si intitola “Il Maestro” ed è dedicato proprio al compianto Franco. La leggenda, dunque, continua anche ai giorni nostri.

L'attuale line up è da intendersi come la vera Equipe 84 e non è assolutamente né una tribute band né un gruppo non ufficiale.
La formazione che oggi suona in tutta Italia è stata riconosciuta e autorizzata dal fondatore storico Franco Ceccarelli, insieme al quale gli attuali componenti hanno suonato sin dal 1998. Ceccarelli, il più longevo dell’Equipe con 34 anni di militanza nel gruppo, era proprietario del marchio storico; dopo la sua morte, avvenuta nel 2012, gli attuali componenti hanno proseguito l’attività live dell’Equipe 84 su espressa volontà dello stesso Ceccarelli, tenendo più di mille concerti con recensioni positive e consensi sbalorditivi. Dunque si può affermare, senza alcuna ombra di dubbio, che oggi si esibisce la band che con il nome ‘Equipe 84’ ha accompagnato per anni Franco Ceccarelli, e ne ha poi raccolto l'eredità.
 




Matera 2019 capitale del futuro: una grande occasione per investire

Si è svolta recentemente a Roma la presentazione  di “Matera 2019, capitale del futuro. Dove investire è cultura”. Matera è oggi una delle città più visitate d’Italia e tra le più vivaci dal punto di vista culturale e punta a crescere come centro di produzione creativa materiale e immateriale, d’esempio per il Sud e per tutto il Mediterraneo. I pilastri su cui poggia il programma culturale di Matera 2019 sono stati pensati e studiati per essere di importanza strategica non soltanto per la città e la sua regione, ma per l’intero Paese.

 

L’evento – promosso dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 – è stato occasione per presentare ad un pubblico qualificato di imprenditori e politici le attività di Matera 2019 da oggi al 2020, illustrandone con chiarezza le opportunità in termini di visibilità e sviluppo di affari e turismo per quelle realtà che decideranno di sostenere il progetto. E’ intervenuto, a sostegno dell’iniziativa, il ministro dei Beni, Attività Culturali e Turismo,  Dario Franceschini .

Matera 2019, una storia che parte da lontano
Il 17 ottobre 2014 Matera è stata proclamata Capitale Europea della Cultura per il 2019 a chiusura di un intenso percorso di candidatura e a seguito della valutazione di una giuria internazionale. L’idea di candidare Matera a questo prestigioso titolo era stata promossa alla metà del 2008 da un gruppo di giovani, costituitisi nell’Associazione Matera 2019 con l’obiettivo principale di avviare il percorso della candidatura attraverso il coinvolgimento dal basso dell’intera comunità lucana. Per rafforzare e rendere condiviso tale percorso, le istituzioni regionali hanno dato luogo nel luglio del 2011 al Comitato Matera 2019, con una sua autonomia giuridica, volto specificamente a preparare e sostenere unitariamente la candidatura. Dopo l’entrata nella rosa dei candidati, nel settembre 2014, è stata costituita la Fondazione Matera-Basilicata 2019 come soggetto preposto ad attuare le linee di intervento delineate nel dossier finale di candidatura al fine di consolidare il posizionamento acquisito da Matera e dalla Basilicata a livello europeo nel settore della creatività e di diventare una piattaforma culturale per il Mezzogiorno d’Europa.
Matera 2019 sarà una grande occasione per allargare e qualificare il pubblico della cultura, sperimentando nuovi modelli di ascolto, condivisione e produzione abbracciando l’idea di un “abitante culturale” che partecipi attivamente ai processi di co-creazione e di cogenerazione.

Futuro Aperto
La filosofia di Matera 2019 è racchiusa in due parole: “Futuro Aperto”, uno slogan scelto per rappresentare al meglio la natura e l’essenza dell’intero programma culturale. Matera 2019 vuole infatti essere un’opportunità per creare una cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perché “accessibile a tutti”; aperta perché “non oscurantista nei confronti dei pensieri e delle sensibilità”; aperta perché “disponibile al dialogo”. Da un punto di vista operativo, aprirsi significa perciò confrontarsi con gli abitanti culturali del resto d’Italia e dell’Europa; liberare i dati e condividere la conoscenza, in modo particolare all’ambito dei beni culturali; garantire trasparenza in tutte le azioni pubbliche; accogliere operazioni culturali inaspettate.


La forza sono e saranno i cittadini:
gli abitanti di Matera, della Basilicata ma anche del Mezzogiorno e di tutta l’Europa. Chi deciderà di visitare Matera non sarà un turista, quanto piuttosto un “cittadino temporaneo”, partecipante attivo di un progetto civico a lungo termine per la costruzione di un nuovo futuro per l’Europa basato su apprendimento reciproco, creatività e valori condivisi.


Eventi, cultura, sviluppo: l’effetto moltiplicatore per il territorio
Partecipazione, inclusione, apertura. Con questi punti fissi Matera 2019 si propone al territorio. L’80% del programma culturale di Matera 2019 prevede il coinvolgimento della cittadinanza attraverso azioni di co-creazione. Tutti i ragazzi delle scuole elementari e medie di Matera e della Basilicata verranno coinvolti, mentre almeno 8.000 operatori e artisti arriveranno da tutta Europa per programmi di residenze europee e di mobilità. Saranno ospitati 40 raduni, incontri internazionali e scuole estive delle comunità e delle reti del cambiamento europeo.
Il progetto culturale di Matera 2019 si articola in cinque principali filoni tematici, ognuno dei quali diviso in cluster, o gruppi progettuali, che sviluppano l’indagine su un determinato aspetto del tema attraverso una serie di iniziative di grande, media e piccola scala: Futuro remoto, Radici e percorsi, Riflessioni e connessioni, Continuità e rottura, Utopie e distopie.


Due sono i progetti chiave su cui il programma di Matera 2019 pone le basi:
l’Open Design School (ODS) e l’istituto Demo-Etno-Antropologico (1-DEA). L’I-DEA sarà un luogo in cui arte e scienza si incontreranno a partire dagli archivi condivisi reperiti in regione, in Italia e nel resto d’Europa. Partita nel 2016, l’ODS permetterà invece di creare una nuova generazione di designer con capacità e competenze necessarie a sviluppare localmente gran parte delle strutture e delle tecnologie necessarie per realizzare il programma del cartellone del 2019.


Quattro le grandi mostre che caratterizzeranno l’offerta culturale di Matera 2019.
Ars Excavandi sarà la prima vera indagine sulla storia dell’architettura rupestre attraverso i secoli, analizzata da una prospettiva contemporanea esplorando anche le più innovative direzioni future. Rinascimento riletto svelerà le tracce che ha lasciato questo incredibile periodo artistico e culturale attraverso i territori della Basilicata e della Puglia. La poetica dei numeri primi svelerà l’antica bellezza della matematica svelandone la centralità nel lavoro di artisti di tutte le età. La quarta mostra, Osservatorio dell’Antropocene, contribuirà al vasto dibattito intorno al presunto inizio di una nuova era geologica definita dalle azioni dell’uomo.

Il programma di costruzione di capacità Matera 2019 ha impostato un programma di costruzione di capacità a livello sistemico che riguarderà gli operatori socio-culturali: orientamento alla collaborazione, superamento della logica assistenziale, capacità di networking internazionale, ricerca di nuovi modelli di sostenibilità e di imprenditorialità, attenzione alla rilevanza sociale dovranno costituire il DNA progettuale degli operatori del settore culturale e creativo. Nella gestione di un’iniziativa complessa come la Capitale Europea della Cultura, le risorse umane rivestono un ruolo chiave. Il programma di costruzione di capacità consentirà di intraprendere iniziative innovative e al contempo doterà le strutture culturali già esistenti di un pool di collaboratori per il futuro.

 

Una grande occasione per investire Una stima prudente quantifica in un milione le presenze che gli eventi culturali in programma porteranno a Matera nel 2019. Un numero che si innesta in una favorevole congiuntura per chi abbia la capacità di investire sul territorio. Secondo gli ultimi dati macroeconomici la Basilicata è la regione del Sud Italia che cresce di più: dopo aver risentito in maniera considerevole della crisi, mostra segni di ripresa in tutti i settori. L’ultimo rapporto Svimez (2016) mostra che il PIL della regione cresce del 5,5% nel 2015, mentre il Mezzogiorno dell’l% e il resto del Paese dello 0,8%. ln particolare, il PIL della provincia di Matera cresce del 6,4% ed è in costante aumento nelle serie storiche.


I dati che riguardano i flussi turistici a Matera sono il primo effetto visibile del titolo di Capitale Europea della Cultura.
Dal 2014 (anno della proclamazione) al 2016, gli arrivi nella città di Matera sono passati da 150 mila a 253 mila (+63%) e le presenze da 244 mila a 409 mila (+67%). Un visitatore su 4 che arriva a Matera è straniero, 16.000 in più rispetto al 2014. Il tessuto cittadino e imprenditoriale ha risposto alle nuove esigenze di accoglienza: gli esercizi ricettivi sono passati da 184 a 482 e i posti letto da 2.908 a 4.527.
Si stima che i 200 milioni di euro investiti sul territorio per turismo e opere pubbliche possano generare un ritorno pari a un miliardo di euro sul territorio in quattro anni.

Gianfranco Nitti




Storica costumista della Rai: intervista a Itala Scandariato

Un giorno di qualche anno fa ero particolarmente emozionata, la Rai mi aveva finalmente chiamata per fare l’aiuto costumista a Itala Scandariato per la fiction “La Squadra” al CPT di Napoli, me lo ricordo come se fosse ieri, mi colpì la sua pacatezza, la sua bravura e la sua grande generosità professionale. Quando le ho telefonato l’altro giorno e le ho detto che mi sarebbe piaciuto intervistarla non se l’ è fatto dire due volte, riconfermando la mia ammirazione verso di lei.

Itala Scandariato è una nota costumista italiana ed internazionale, ed è un tassello importante del cinema italiano, è stata candidata al nastro D’argento con Sophia Loren nel film “Madame Sans Gene” regia di Christian Jaque. Cominciò giovanissima a lavorare nel cinema, a soli quattordici anni, fece una comparsa per un film a Palermo e restò affascinata dal mestiere da costumista osservando Annamaria Fea lavorare dietro le quinte. Dopo il liceo artistico che frequentò a Palermo si trasferì a Roma e partecipò alle selezioni come aiuto costumista per il film “Ben Hur” regia di W. Wyiler rincontrando di nuovo Annamaria Fea, venne selezionata tra trenta candidati e restò a Cinecittà per un anno.

Dopo l’esperienza con il film Ben Hur da allora ha continuato a fare questo affascinante e difficile mestiere della costumista, lavorando in Francia, in Spagna e in Inghilterra.
Ha avuto come assistenti Raffaele Romano noto costumista del CPT Rai di Napoli e Daniela Ciancio che ha vinto il premio David di Donatello come costumista del film “La Grande Bellezza “di Paolo Sorrentino. Itala ha dato molto al cinema, ha addirittura inventato un metodo di lavoro adottato tra i costumisti, infatti per l’appunto è chiamato il “Metodo Itala” ed è un modo di fare lo “spoglio” dei copioni dei film o fiction. Ancora adesso quando le telefono starei ore a sentire le sue esperienze lavorative, ed ho difficoltà ad elencare i suoi lavori..; ha vestito i grandi attori come Vittorio De Sica nel film “Colpo grosso” regia di Ken Anakian. Si è fatta valere anche all’estero come costumista per il film “House of cards” con Orson Welles, è stata supervision per l’immagine di Elisabeth Taylor nel film ” Mercoledì delle ceneri”. Ha lavorato per Giorgio Albertazzi al Giardino Di Boboli a Firenze per la rappresentazione di “Lorenzo il magnifico”, mandato in onda su Rai-Uno con uno speciale dal titolo “Palazzo Pitti” regia Michele Guardì. Consulente d’immagine per diverse presentatrici come Grazia Francescato per il programma “Geo” e per diversi programmi Rai come “Chi L’ha visto” con Giovanna Milella.
Ha lavorato con tutti i grandi professionisti del cinema come il direttore della fotografia Nino Celeste per la fiction “La Squadra”, con l’attrice Martin Brochard, Renato Carpentieri e Anna Foglietta .

1) Itala ritorneresti sui set?
Si! a patto che diano più importanza ai costumi, il lavoro è cambiato molto da quando ho cominciato io ma, l’idea di ritornare sul set non mi dispiacerebbe!

2) Di cosa ti occupavi nel film di Ben Hur?
È stata una grossa scuola, era una produzione americana ed io ho imparato tanto da quell’esperienza, mi ricordo che entravo alle sei del mattino a Cinecittà e finivo alle sei di sera. Mi occupavo sul set solo delle donne , mentre i disegni che facevo erano sia per gli uomini che per le donne! Tutti gli accessori e disegni che ho fatto sono esposti ad Hollywood!

3) Hai lavorato con Giorgio Albertazzi cosa ricordi di lui?
Lo ricordo come un grande professionista. Andai al primo incontro con bozzetti e campionature di tessuti, l’incontro sarebbe dovuto durare un quarto d’ora ma il Maestro rimase affascinato dai dettagli del costume rappresentati nei bozzetti che includevano anche la biancheria del personaggio, tanto che mi trattenne con lui per oltre due ore offrendomi anche un te!

4) Qual’è il segreto per essere una brava costumista?
Deve collaborare con gli attori e il regista per far uscire fuori il personaggio!
Io addirittura pensavo anche alle scarpe di scene anche se non si sarebbero viste per aiutare l’ attore a calarsi nel personaggio.

5) Hai vestito grandi nomi e lavorato a film che hanno fatto la storia del cinema, c’è qualcosa che non hai fatto?
Come costumista sono molto appagata e ho avuto tante soddisfazioni, mi sarebbe piaciuto fare i costumi per il teatro dell’opera e lavorare di più come scenografa, avrei voluto mettere in pratica il biennio di Architettura frequentato a Valle Giulia e il corso di scenografia di Belle Arti di Via di Ripetta entrambe a Roma.

6) Progetti futuri!
Ho intenzione di fare una mostra antologica e ho due libri in cantiere..
Grazie, a presto                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Grazie a te Giusy




Marsala, "Re…estate a Pastorella": resoconto di una Sicilia fatta di longeve tradizioni

 

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di Angelo Barraco

MARSALA (TP)
– Immaginatevi un cielo d’estate di fine luglio illuminato dalla luna, frammentato dai festoni colorati che tagliano orizzontalmente una lunga strada, il fragore della gente rimbomba sulle pareti delle case adibite a festa che si amalgamano perfettamente con le urla dei bambini e la musica che risuona in lontananza. Colori, luci e suoni si uniscono in un abbraccio collettivo per l’ormai rinomata “Re…Estate a Pastorella”, manifestazione che si svolge nell’omonima contrada marsalese ormai da nove anni. La manifestazione nasce circa trent’anni fa, quando un gruppo di baldi giovani, forgiati dallo spirito rivoluzionario degli anni 70/80, decise di allargare notevolmente i propri punti di aggregazione, trasformando il piacere individuale in collettivo, condividendo quindi gli ideali con la comunità. Concerti, spettacoli teatrali, ospiti nazionali e internazionali e giochi di vario tipo. La manifestazione fu messa nel cassetto dei ricordi per svariati anni e successivamente rispolverata, ringiovanita e contestualizzata perfettamente con quelli che sono i costumi odierni ma agganciata a quello che era negli anni 80 lo spirito di unione, armonia e collaborazione che ha spinto il comitato organizzativo a creare una manifestazione nella città e per la città.

Il nastro della nona edizione è stato tagliato il 28 luglio, con la presenza delle autorità civili e militari che hanno dato il via ad una serata ricca di eventi e spettacoli senza precedenti. Rosalba Pizzo, presentatrice e agente della Sicilia occidentale ha aperto la kermesse delle selezioni per il Cantagiro, tenutasi precedentemente a Trapani , nella cornice del Cine Teatro Don Bosco con l’organizzazione di Fernando Daidone e Gianluca Almanza dell’Associazione Culturale “Impronte Musicali” e prima ancora a Mazara con Riccardo Russo. Tanti i giovani talenti che hanno calcato il palco mostrando le loro doti canore, in vista della successiva serata del 29 luglio in Piazza della Riviera a Cornino. Dopo la Kermesse canora, si sono aperte le danze con Enzo Sachez Y Star Dance Accademy. La serata è stata piacevolmente conclusa con la pasta cu matarocco, che ha accarezzato il palato dei presenti. Sabato 29 luglio ancora balli in Piazza con la fisarmonica di Lorenzo Martino e i Makusù Band e Domenica 30 luglio, dopo la Santa Messa, si è tenuto il memorial a Gaspare Sammartano con lo spettacolo di musica e varietà con la scuola di canto “Academy of Music” di Daniela e Nadia Sammartano e per finire il buon pane cunzato (pane condito) introdotto e mostrato al Sindaco, con la moltitudine di ingredienti che lo rendono prelibato e dal sapore inconfondibile al palato. I giochi pirotecnici hanno sancito la fine di una festa di cui ancora oggi si parla ma che sicuramente, il prossimo anno, regalerà ulteriori sorprese.




Monte di Procida: grande attesa per la Sagra del Mare Flegrea

MONTE DI PROCIDA (NA) – Grande attesa per la famosa “Sagra del Mare Flegrea” organizzata dall’associazione “Vivi L’estate” che ogni anno si svolge nella località di Monte di Procida (Na) nel porticciolo di Acquamorta. L’evento si terrà il giorno 3 di agosto fino al giorno 6 e accoglierà i maggiori ristoratori flegrei attirando migliaia di turisti, anche oltre regione. Durante la manifestazione ad accompagnare le degustazioni tipiche flegree come primi piatti, frittelle di alghe, pepate di cozze, frittura mista di pesce ecc ci saranno anche stand dei vini locali, dolci tipici flegrei come “la lingua montese” ecc.
Ad intrattenere i visitatori mentre degustano le pietanze e a rendere unica la serata saranno gli artisti flegrei, che con i loro spettacoli musicali e danze folcloristiche allieteranno l’evento…L’intera manifestazione ospiterà ben 30 gazebo che offriranno ai visitatori ampia scelta e professionalità, offrendo pietanze appena cucinate al momento, “dal vivo”. Ci sono ben cinque stand che accoglieranno i ristoratori, altri due stand per le fritture, uno stand per le cozze, quello delle bruschette, bibite ecc…; ma, non solo infatti, la sagra accoglie anche stand con i prodotti tipici dell’artigianato locale e degli
sponsor che hanno contribuito all’evento …il tutto verrà vissuto sotto un cielo stellato rendendo le serate davvero magiche…
Per chi ha la fortuna di arrivare prima del calar del sole può fruire anche di uno splendido tramonto, accompagnato dal suono delle onde, dal profumo del mare e del cibo fresco appena pescato. La manifestazione è presente su internet con il sito/pagina facebook o cliccare su YouTube “sagra del mare flegrea”, avendo a disposizione tutte le informazioni dell’evento. “La Sagra del Mare Flefrea” ha il patrocinio del Comune di Monte di Procida.




Officina Stampa: a settembre parte la seconda serie

 

Redazione

 

Officina Stampa, il primo talk show trasmesso in diretta sul web ripartirà a settembre e sarà visibile sul canale www.officinastampa.tv  o su www.youtube.com/officinastampa o su www.facebook.com/OfficinaStampatv

 

“Stiamo girando in questi giorni le video riprese per la nuova sigla di apertura e di chiusura di Officina Stampa – fanno sapere dalla produzione – e per quanto riguarda la musica sarà mantenuta la sigla composta appositamente per la prima serie del programma da Primiano Di Biase, componente della storica band “Dire Straits legends”, rivisitata per la nuova serie di Officina Stampa in un remix all’insegna degli anni d’oro della disco music e del Funk.


Confermata anche la prestigiosa location del Black Jack Cafè di Grottaferrata, messa a disposizione dalla direzione del locale dell’imprenditore Lino Ventriglia. Appuntamento fissato quindi per giovedì 21 settembre alle 18 in punto per la prima puntata di questa seconda serie di Officina Stampa che sarà condotta sempre dalla giornalista Chiara Rai che approfondirà le varie tematiche affrontate durante il programma insieme ai vari ospiti della politica, cronaca e attualità.
 




Pescolanciano: al castello dei Duchi D'Alessandro il convegno “Molise, storie di successo e offerta turistica”

 

Redazione

 

PESCOLANCIANO (IS) – “Molise, storie di successo e offerta turistica”, è il tema del convegno che si terrà a Pescolanciano, cittadina in provincia di Isernia, sabato 29 luglio alle ore 15 presso il Castello della Famiglia dei Duchi D’Alessandro. All’evento, realizzato all’interno della manifestazioneLa Fucina and friends”, organizzata dal Birrificio La Fucina, patrocinato dal comune di Pescolanciano e dall’assessorato alle Politiche dello Sviluppo Economico della Regione Molise, interverranno diverse realtà molisane che, tramite progetti e azioni virtuose, utilizzando anche strumenti di marketing territoriale, hanno contribuito alla crescita del turismo. Saranno presenti anche alcune attività produttive del settore agroalimentare che hanno destinato il loro know-how in un ruolo particolare, di stimolo per attirare turisti, con strumenti di valorizzazione, contribuendo a incrementare il flusso dei viaggiatori in Molise, attirandoli da ogni angolo del mondo, ottenendo un buon risultato sotto il profilo economico e di ricaduta occupazionale.


Il convegno moderato dalla dottoressa Simonetta D’Onofrio, giornalista de L'Osservatore d'Italia, vedrà la partecipazione dell’onorevole Laura Venittelli, deputato e del dottor Carlo Veneziale, assessore alle Politiche Svuluppo Economico della Regione Molise. Nel corso dei lavori, dopo i saluti del sindaco di Pescolanciano, Manolo Sacco, interverranno Peter Farina, amministratore di “ITALYMONDO”, l’associazione “LE ROTAIE”, Eugenio Auciello, responsabile dell’associazione “INTRAMONTES”, Emilio D’Alessio, direttore commerciale “DOLCEAMARO SRL”, Angelo Scacco, amministratore del “BIRRIFICIO LA FUCINA”.


A concludere l’incontro “Molise, storie di successo e offerta turistica” sarà il dottor Silvio Rossi, giornalista de L'Osservatore d'Italia e presidente dell’associazione molisana “Terra Tricolore”, che presenterà in anteprima assoluta il magazine Giornale del Turismo, rivista di settore dedicata alle iniziative innovative e pregevoli nei settori turistico, culturale ed enogastronomico. Il primo numero della testata è dedicato specificamente al Molise. Alla fine dell’evento è previsto aperitivo e buffet.




Venezia, Biennale: oltre 40 sculture per la mostra Jan Fabre


di Gianfranco Nitti

VENEZIA – Jan Fabre torna a Venezia, con un progetto inedito, appositamente studiato per gli spazi dell’abbazia di San Gregorio, situata tra il ponte dell’Accademia e la punta della Dogana. Evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, dal 13 maggio al 26 novembre 2017, la mostra Jan Fabre. Glass and Bone Sculptures 1977-2017, curata da Giacinto Di Pietrantonio, Katerina Koskina e Dimitri Ozerkov, promossa dalla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, in collaborazione con EMST – National Museum of Contemporary Art di Atene e The State Hermitage Museum di San Pietroburgo, presenta oltre 40 sculture di Jan Fabre (Anversa, 1958), in grado di ripercorrere la sua ricerca fin dalle origini, innescando una riflessione filosofica, spirituale e politica sulla vita e la morte attraverso la centralità della metamorfosi.

 

Per la prima volta, sono riuniti insieme lavori in vetro e ossa, realizzati nell’arco di un quarantennio, tra 1977 e il 2017. A cura di Giacinto Di Pietrantonio, Direttore GAMeC, Bergamo Katerina Koskina, Direttore EMST, Atene Dimitri Ozerkov, Responsabile del Dipartimento di Arte Contemporanea del The State Hermitage Museum, San Pietroburgo. Affascinato dall’alchimia e dalla memoria dei materiali, Jan Fabre si è ispirato alla tradizione pittorica dei maestri fiamminghi che erano soliti miscelare ossa triturate con i pigmenti colorati e all’artigianalità dei vetrai veneziani. L’artista ha deliberatamente scelto questi due materiali duri, che sono forti a dispetto della loro delicatezza e fragilità, per mettere in risalto la durezza e la fragilità della vita stessa. “La mia idea filosofica e poetica – ricorda Jan Fabre – che riunisce assieme il vetro con le ossa umane e animali, nasce dal ricordo di mia sorella che da bambina giocava con un piccolo oggetto di vetro. Questo mi ha fatto pensare alla flessibilità dell’osso umano in confronto con quella del vetro. Alcuni animali e tutti gli esseri umani escono dal grembo materno come il vetro fuso esce dal forno di cottura. Tutti possono essere modellati, curvati e formati con un sorprendente grado di libertà”.
I due materiali modellano parti e insiemi di corpi umani e animali: a volte, questi mantengono la loro naturalezza cromatica; altre volte, sono dipinti con il colore blu tipico della penna a sfera Bic che l’artista usa da anni per raccontare l’Ora Blu, ovvero quel momento crepuscolare in cui avviene il passaggio dalla notte al giorno o viceversa, che segna il punto di confine e di mutamento del tempo naturale. Lungo tutta la sua carriera, Fabre si è sempre confrontato con questi due materiali; fin dal 1977, quando realizzò The Pacifier, un ciucciotto realizzato in osso, ma avvolto da schegge di vetro che non può essere usato a meno che non ci si voglia ferire. E di vetro era l’altare primitivo di ossa umane di The Future Merciful Vagina and Phallus (2011) sulla cui sommità c’erano un osso pelvico e un fallo. Nella ricerca di Jan Fabre, le ossa si associano alla morte. Nella Pietas, presentata durante la Biennale d’Arte del 2011 alla Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia a Venezia, che riproduceva in scala 1:1 la Pietà di Michelangelo, il volto della Madonna era stato sostituito da un teschio, immagine della morte.

Jan Fabre (Anversa, 1958). Note biografiche
Per oltre 35 anni, Jan Fabre è stato uno delle più innovative e importanti figure del panorama dell'arte contemporanea internazionale. Come artista visivo, sceneggiatore teatrale e autore, Fabre riflette sulla vita e la morte, sulle trasformazioni fisiche e sociali, oltre che sulla rappresentazione crudele e intelligente di animali ed esseri umani. Jan Fabre è stato il primo artista vivente a tenere una grande mostra al Museo del Louvre di Parigi (L'ange de la Métamorphose, 2008) e al Museo di Stato di San Pietroburgo (Knight of Despair / Warrior of Beauty, 2016-2017).
Jan Fabre. glass and bone sculptures 1977-2017- La Biennale di Venezia. Venezia, Abbazia di San Gregorio (Dorsoduro 172).
La mostra è aperta al pubblico fino al 26 novembre 2017, Orari: 11.00-19.00, Ingresso libero
Catalogo: Forma edizioni

 




Giorgia Ferrero si racconta: "Vorrei interpretare un film in costume dell'800"

 

di Giusy Ercole


Sembra la materializzazione dei dipinti di Gustav Klimt pittore austriaco. Giorgia Ferrero la bella e brava attrice di origini di Savona ha un volto molto raffinato e uno sguardo molto comunicativo. Di certo non poteva passare inosservata ai grandi del cinema italiano, ha infatti lavorato con il Maestro Paolo Sorrentino nel film "La grande bellezza" premio Oscar, e tante altre esperienze come teatro e fiction. Frequentò qualche anno fa una scuola di recitazione a Roma dove vive attualmente e da allora il lavoro
non le è mancato.


1) Raccontami della esperienza come attrice che hai avuto e soprattutto cosa hai provato quando si è aperto il sipario per la prima volta?
Interpretavo il personaggio di Liza ne "Il terrorista" tratto da i "Demoni" di Dostoevskij per la regia dell'iraniana Shahroo Kherdmand. Il debutto fu alla Sala Uno di Roma che già di per sè un teatro magico, ricavato sotto la scala Santa di San Giovanni in Laterano; eravamo un gruppo molto affiatato e stare in
scena per quasi un mese è stata un'esperienza meravigliosa. Ricordo di essere stata mo!to emozionata e credo che in scena mi tremassero antrambe le gambe, sentivo l'energia del pubblico con tutta la sua potenza; iniziai a respirare e per fortuna andò tutto bene. Quando è finito lo spettacolo avevo già nostalgia del palcoscenico e sarei andata di nuovo in scena da subito, non vedevo l'ora che tornasse il giorno dopo per provare la stessa emozione. Amo il teatro perché ogni sera è come se fosse la prima volta…Ricordo ancora l'emozione che provai e le così dette "farfalle nello stomaco" da allora non mi hanno mai abbandonata. Subito dopo è arrivato il cinema d'autore e sono molto grata per questo. Ero in vacanza ad agosto mi chiamò la produzione dicendomi che Paolo Sorrentino voleva incontrarmi; tornai subito a Roma e ci rimasi quattro giorni perché feci tre provini uno di seguito all'altro con il regista. Ricordo ancora che quando mi comunicarono che ero stata scelta scoppiati a piangere. Per questo film ho dovuto prendere lezioni di ballo e ingrassare, avevo realizzato un sogno quello di lavorare con Sorrentino e Tony Servillo e gli altri attori del set che da allora abbiamo instaurato un bellissimo rapporto di amicizia. Nel 2015 sono stata scelta per interpretare il ruolo di Martina Landi in "Un Posto al Sole". Una bella sfida e fortuna, il mio personaggio è ben diverso da me. Martina è un'imprenditrice tessile che vive e lavora a Siena ed è cugina di Arianna nella serie. Farà di tutto perché sua cugina torni a lavorare nell'azienda di famiglia pur di darle un futuro migliore e di allontanarla dal marito Andrea. Sono molto grata a questo personaggio e a tutta la squadra che rende ogni giorno il nostro lavoro così speciale.

2) Quali sono i progetti futuri?

Nei miei progetti futuri c'è sempre lo spettacolo "Labirinti del male" contro la violenza sulle donne insieme al generale Luciano Garofano. Ho sostenuto ultimamente alcuni provini….vediamo cosa succederà..


3) Sei un'attrice mutevole, ma Giorgia che tipo di personaggi ama interpretare?
Mi piacerebbe interpretare un film in costume fine 800 oppure negli anni '30. Poi ci sono in cantiere dei miei progetti uno su Camille Claudel e un testo di Mamet per il teatro.




Tutti al mare, ecco cosa bisogna evitare per non cadere nel cattivo gusto

 

di Giusy Ercole

 

Con l'arrivo della "bella stagione" si ha voglia di sentirsi più liberi e di fruire appieno i benefici del mare, ma attenzione a non cadere nel cattivo gusto e di vestire in maniera inappropriata. Fra gli errori che maggiormente si fanno quando siamo al mare e di andare a mangiare in costume al ristorante del lido, anche se a pochi metri dalla spiaggia ricordiamoci di mettere un pareo o un camicione, la stessa regola vale per gli uomini, pantaloncini e t-shirt. La spiaggia non è una beauty farm, limarsi le unghie o peggio ancora depilarsi le sopracciglia potrebbe dar molto fastidio ai nostri vicini, in quanto è anche antigienico. Recarsi in spiaggia con i tacchi vertiginosi e anche a spillo sotto il sole cocente non fanno di certo "moda"; al mare è consigliato di andare con infradito raso terra e espadrillas con in testa un cappello in fibra naturale, paglia, lino o altro. In estate si ha voglia di libertà e uno dei scivoloni che si fanno maggiormente è di volere a tutti i costi un'abbronzatura integrale, ma non dimentichiamo di scegliere spiagge adatte per stare in topples o in perizoma, in una spiaggia con famiglie e bambini potrebbe risultare non gradita la nostra presenza con il rischio di ricevere tante "occhiatacce" dai nostri vicini di ombrellone, meglio scegliere una spiaggia in una località trandy, lidi con la maggioranza di persone adulte oppure su un gommone. In barca o su un traghetto durante la navigazione è consigliato di restare vestiti, mettersi sulla prua in costume può anche dare molto fastidio, tieniamo presente che si tratta di un bus del mare. Vale sempre la vecchia regola fin dall'antichità che una donna elegante non deve dimenticare che ogni capo ha una destinazione d'uso e un momento adatto per indossarlo. Il caftani sono di gran moda ma, meglio portarli di giorno e non la sera. Per gli uomini è consigliato la camicia con la manica lunga anche se fa molto caldo, in spiaggia è preferibile una t-shirt o una polo con pantaloncini corti. Gli shorts corti alle signore che hanno superato gli "anta" e sconsigliato in città e in spiaggia non troppo corti se non si ha una gamba snella. Ricordiamoci che se ci vien voglia di una sigaretta, prima di accenderla di chiedere al nostro vicino se il fumo dà fastidio, ma soprattutto di non lasciare le cicche per terra e di usare apposite ceneriere; non dimentichiamo che per i mozziconi ci vogliono molti anni per dissolversi in condizioni normali, di lasciare la spiaggia come vorremmo trovarla.




Nel disordine che c'è: Valentina Ventriglia debutta nel nuovo brano di Simone Barotti

 

Redazione

 

“Nel disordine che c’è” il nuovo brano del cantautore Simone Barotti che racconta una storia d’amore tormentata dove l’autore recrimina alla sua ex compagna la disattenzione, la superficialità ed il rancore con cui ha affrontato la relazione.

 

Presentato anche il videoclip, diretto dal regista Luca Matteucci, che in modo sottilmente ironico mostra un diverbio acceso in un ristorante tra una coppia ormai ai ferri corti. Le riprese sono state effettuate nella prestigiosa location di Grottaferrata "Black Jack Cafè".

La ragazza, interpretata da Valentina Ventriglia al suo splendido debutto come attrice, è completamente indifferente all’uomo che ha di fronte fino invece ad inveirgli contro con violenza continuando anche quando ormai il ragazzo si è alzato dal tavolo. La finalità è quella di mostrare come spesso le tante discussioni in una coppia nascano da un proprio disagio fino a che per il confronto , paradossalmente, non sia addirittura più necessario l’interlocutore.

Il metodo di scrittura e l’aria del brano si discostano notevolmente dalla produzione a cui ci aveva abituato Simone Barotti. Segno di una svolta musicale che ritroveremo anche nell’intero Ep in uscita ad Ottobre. Gli arrangiamenti e la produzione sono affidati a Valerio Ciccarelli (StudiOvale) per SI.FI. Record.