Marino: “Cappuccetto rotto” arriva in teatro

MARINO (RM) – Sabato 14 ottobre alle ore 21 l’auditorium Monsignor Grassi di Marino (via Garibaldi 54) sarà il proscenio di una grande prima. Va in scena “Cappuccetto Rotto”,  un recital del maestro Mario Alberti nasce da un progetto presentato e messo in piedi con l’associazione  “Famiglie e Gnosis Insieme Onlus – Nuova Linfa” grazie a un intenso e significativo laboratorio teatrale tenutosi presso la sede della Gnosis cooperativa sociale onlus, specializzata nell’ambito della cura, riabilitazione e reinserimento di persone – per lo più giovani –  con patologie mentali.
Co-organizzatrice dell’evento anche la Chiesa Valdese che ha potuto finanziare l’iniziativa grazie ai fondi dell’8 per mille.
Un progetto  che nasce, dunque, dalla comunione di numerose realtà e al quale hanno voluto dare la loro adesione morale, attraverso il patrocinio, anche il gruppo marinese della Caritas e il Comune di Marino (Roma).

LO SPETTACOLO – “Cappuccetto Rotto” è un  atto unico con testi e arrangiamenti originali che vede la partecipazione di trenta interpreti costituiti da: volontari, operatori, psicologi, psichiatri e ospiti della cooperativa Gnosis, in un perfetto connubio tra una messa in scena teatrale e un musical. Ispirata alla fiaba di Perrault, l’opera teatrale analizza e commenta alcuni fatti di cronaca quotidiana, come il bullismo, il disagio sociale, i conflitti familiari, per citare solo alcuni aspetti dell’opera che già dalla locandina annuncia proprio come la favola diventi un fatto di cronaca.

GLI ORGANIZZATORI  – Tra gli attori in scena, come detto, anche dei genitori che interpreteranno illoro ruolo più naturale come fa e spiega il presidente di Nuova Linfa, Paolo Angelini, tra i familiari che vedremo in scena :“Mi sono lanciato in questa esperienza del teatro realizzata con molta professionalità e con l’obiettivo di creare un contatto sempre maggiore delle persone con l’esterno, con la società che è l’elemento ulteriore. L’Associazione Nuova Linfa, in questo senso, è veicolo utile anche a raccogliere fondi per migliorare ulteriormente la qualità della vita degli ospiti. Noi d’altra parte, come è naturale che sia, pensiamo molto a quello che è il “dopo di noi”. In questo senso quando termina il periodo terapeutico e riabilitativo bisogna chiedersi di cosa c’è bisogno dopo. Da un anno, per esempio, abbiamo inserito tre persone, che hanno ultimato il percorso in Comunità,, a lavoro in una multinazionale. Stanno condividendo un appartamento e le famiglie stanno dando tutto il supporto per poter replicare questa esperienza anche con altri ragazzi. Perché il vero obiettivo resta proprio l’inserimento nella società”.
“Le attività del teatro e della musica del resto – aggiunge Bruno Pinkus, responsabile clinico dei progetti terapeutico- riabilitativi  Gnosis  – aiutano le persone a ricostruire relazioni sociali, a stare insieme e a immettersi nuovamente nella società esterna. In questo senso, è bene sottolineare sempre che la compagnia teatrale stessa è mista ed è composta da persone in comunità assieme a familiari, amici.  D’altra parte Gnosis ha promosso, stimolato e incentivato la nascita dell’associazione collaterale proprio perché degli utenti, delle persone che sono nel percorso di cura e riabilitazione prendessero più facilmente parte ai progetti come protagonisti e in questo caso attori e musicisti che compongono lo spettacolo.
Il punto importante di questo lavoro, grazie al preziosissimo contributo artistico ed umano del maestro Mario Alberti e di Martina Nasini con l’associazione La Terzina, è che la rappresentazione è il prodotto di un lavoro di gruppo, partito da un processo di conoscenza diretto delle persone ed arrivando a dare vita ad una sorta di teatro patologico, in una co-costruzione fondamentale per le persone che vivono il disagio e che in questo contesto vengono considerate “persone”.
La durata dello spettacolo è di un’ora e mezza circa, l’ingresso è libero




Matera, Capitale della Cultura 2019: attesa per oggi la firma di Paolo Gentiloni

MATERA – Grande attesa a Matera per la firma, prevista per oggi alle 15, del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che a Palazzo Chigi dovrebbe porre sul contratto istituzionale di Capitale della Cultura 2019 a Matera.
Come noto Matera vanta numerosi siti archeologici e punta all’annullamento delle barriere che non rendono la cultura a tutti accessibile. La giuria che ha dichiarato Matera idonea alla carica di Capitale della Cultura, ha evidenziato processi tecnologici di sviluppo visionari. Inoltre la grande mostra “Rinascimento nel Mezzogiorno” ha scosso l’attenzione europea che è stata colpita dall’impegno della Regione e delle associazioni culturali per la riuscita di questo obiettivo molto ambizioso.

Matera punta quindi ad ampliare il settore turistico, già ben marcato sul territorio, con mezzi davvero innovativi: piattaforme di insegnamento digitali, mostre interattive ed un pieno coinvolgimento di tutta la cittadinanza per il corretto funzionamento del progetto. L’iniziativa viene basata non solo sulla cultura ma soprattutto sulla riscoperta, da parte di tutto il popolo europeo, di far parte di un unico e grande patrimonio culturale.
Nel dopoguerra i Sassi di Matera erano sinonimo di degrado e abbandono, in realtà sono un modello abitativo sostenibile, intriso di storia. Negli anni sessanta però si pensò al recupero degli stessi, con indecisione tra museo o riconvertire il tutto ad abitazioni stanziali in cui le persone costrette al trasferimento nei nuovi palazzi, avrebbero potuto far ritorno. Il primo riconoscimento venne già nel 1993, anno in cui l’Unesco iscrisse la cittadina lucana nella lista come patrimonio dell’umanità. Possiamo dire di essere ad un passo dal raggiungimento dell’obiettivo principe in Basilicata, terra dalle meraviglie sconosciute.

Giulia Ventura




Napoli: che incanto la mostra “Le mille luci di New York”

NAPOLI – Bellissima mostra a Napoli a Palazzo Zevallos a via Toledo alla Galleria d’Italia di Intesa Sanpaolo dal titolo “Le mille luci di New York”, curata da Luca Beatrice. L’exhibition accoglie in tutto sedici opere ed è iniziata il 15 settembre fino al 5 novembre, l’intento è di fare una rilettura degli anni Ottanta partendo dai suoi principali protagonisti; l’intera esposizione ospita artisti super quotati come Andy Warhol, Keith Haring, Francesco Clemente, Jean-Michel Basquiat e chiude con il regista e pittore Julian Schanabel.
Il titolo dell’esposizione è ispirato al romanzo di Jay McLnerney, l’intento è di sottolineare il rapporto con la città di Napoli con gli artisti partendo dal maestro della pop art Andy Warhol quando fu ospite del gallerista Lucio Amelio e la collection dedicata alla città partenopea. Già nel 2014 le sue opere furono esposte al Palazzo delle Arti di Napoli (Pan) curata da Benito Oliva. Negli anni Ottanta Warhol a Napoli lavorò alla serie di opere dal nome “Vesuvius” e “Fate presto” dedicato al terremoto del 1980 in Irpinia ed esposto alla Reggia per la collezione “Terra motus”.

Emerge alla mostra e al suo rapporto con la città Keith Harding con le sue opere, l’artista Jean- Michel Basquit che sintetizza il graffitismo e la pittura più colta. Basquit è entrato nel pantheon degli artisti più quotati come Picasso, Giacometti, Bacon e Warhol, basti pensare che un’opera dell’artista realizzata nel 1984 a New York è stata comprata ad un’asta di Sotheby’s a New York dal giapponese Yusaku Maezawa alla bellezza di oltre i 100 milioni di dollari è sarà esposto in un museo costruito appositamente per l’opera. Spiccano le opere dell'artista partenopeo Francesco Clemente esponente della transavanguardia che negli anni Ottanta quando si trasferì nella Grande Mela, e il suo lavoro alla discoteca il Palladium molto di tendenza in quegli anni negli ambienti newyorchesi. L’exhibit chiude con il pittore e regista Julian Schanebel con un ritratto a forma di film dedicato all’amico Basquit. Giuseppina Ercole




L’isola di Pietro: stasera la fiction con Morandi

CAGLIARI – Parte questa sera la fiction con Morandi protagonista girata  nell’Isola di Carloforte, in Sardegna. La storia parla di un esplosione dell’antica Tonnara durante una festa tra ragazzi del liceo. Nell’esplosione muoiono 4 giovani, il dottor Pietro Sereni (Gianni Morandi) corre verso i quattro ragazzi per dare soccorso uscendone ferito. Con questa catastrofe la figlia di Pietro Sereni  Elena (Chiara Baschetti) ritorna nell’Isola dopo 15 anni ripercorrendo il suo tragico passato.

Il cantante torna dopo 20 anni nelle vesti di attore. “Prima non avevamo mai trovato la storia e l’occasione giusta, io ho fatto tante cose soprattutto cantato, fatto molti concerti e dischi, c’è stato Sanremo, questo era momento giusto per riprovarci, sono quasi più credibile adesso di 20 anni fa, ho la faccia più vissuta” ha detto Morandi presentando la fiction a Milano. “Qui ci sono dei valori e dei sentimenti importanti” ha aggiunto commosso dopo la proiezione di qualche minuto della fiction.

Nella serie, ambientata in Sardegna nell’isola di San Pietro, Morandi è un pediatra che conosce tutti, è una figura di riferimento nella sua comunità, un saggio come lo ha definito Luca Bernabei, ad di Lux Vide: “In questo paese succede un evento scatenante, una tragedia e lui diventa elemento sanante, ha cresciuto i ragazzi conosce tutti i loro segreti, sarà quello che entrerà dentro e aiuterà a dipanare la matassa di questo grande thriller” ha detto il produttore. “Abbiamo cercato di mettere insieme noi e Gianni, due mondi diversi ma affini, qualcosa di profondo e di nazionalpopolare, parola che qualcuno rifugge ma la fiction per funzionare bene deve essere così le nicchie le fanno gli altri – ha aggiunto Bernabei – c’è una drammaturgia molto forte per tenere lo spettatore legato e farlo in modo attento per un pubblico di oggi che usa troppo spesso il telecomando”. Massimo Forte




Fiuggi, finali Cantagiro 2017: riflettori accesi sulla storica kermesse

FIUGGI (FR) – Riflettori accesi per le fasi finali del Cantagiro 2017, che si svolgeranno al teatro comunale di Fiuggi a partire dal 24 settembre per terminare con la proclamazione dei vincitori la sera del 7 ottobre.

L’evento in grande ascesa, essendo ormai a carattere mondiale, necessita di un forte impegno da parte dell’organizzazione, che con abnegazione e grande passione, lo sta riportando ai livelli dei migliori anni, ma con uno scenario ed una vetrina al di là dei confini nazionali. dopo innumerevoli serate di “Una voce per il Cantagiro ” e selezioni in Italia e nel mondo, sono finalmente terminate le finali regionali, scegliendo le migliori promesse canore che approderanno e si cimenteranno nella fase finale di Fiuggi. L’ enorme successo della manifestazione ottenuto quest’anno, porterà nella famosa cittadina ciociara, dove nacque il Cantagiro nel 1962, oltre trecento cantanti delle varie categorie, compresi junior e baby. Quindi avremo per due settimane, dal 24 settembre al 7 ottobre, una ventata di gioventù ed allegria, a dimostrazione che Fiuggi, non è soltanto un luogo famoso nel mondo per le cure termali, ma ormai, è fonte di incontri culturali e manifestazioni dello spettacolo.

Il patron Enzo De Carlo ed il direttore generale Elvino Echeoni, migliorando lo staff anno per anno e creando nuove importanti innovazioni, si sono superati, presentando un evento che cresce continuamente e crescerà sempre più in futuro.

Personaggi importanti saranno presenti come ospiti, i produttori discografici più noti, saranno pronti a identificare i probabili big musicali del domani, in una cornice di speranza, allegria, ansia, curiosità, interesse, che per molti rappresenteranno una valvola di sfogo in questo momento critico che l’Italia ed il mondo intero sta attraversando. Ben vengano tutte le manifestazioni culturali, ma certamente il Cantagiro rappresenta qualcosa di più importante, non solo per il suo valore storico musicale, ma perchè si svolge nell’arco di un anno intero, itinerante in ogni angolo del nostro paese.

Le innumerevoli selezioni, dopo un anno di confronti e gare musicali, consentono allo staff del Cantagiro, di portare sul palcoscenico finale, un numero incredibile di talenti, dai quali certamente scaturiranno gli idoli del domani.

Non mancheranno le piacevoli sorprese, tenute al momento segrete, novità nei personaggi che interverranno e la spettacolarizzazione che la stessa scenografia rappresenterà, cornice indispensabile di un grande evento.

Ancora non sono state svelate le novità e le sorprese a cui assisteremo, ma certamente, due menti scaltre e rigorosamente esperte nel mondo artistico come il patron Enzo De Carlo ed il direttore generale Elvino Echeoni, sapranno sorprendere, a beneficio di una edizione sempre più pimpante, ricca e promettente nel presentare i nuovi talenti.

Seppur giovani, Giulia Carla De Carlo e Lorenzo Echeoni, con i collaboratori Salvatore Giordano ed il maestro Angelo Petruccetti, nonché lo staff al completo, hanno dato un contributo determinante alla brillante realizzazione del Cantagiro 2017, apportando il loro entusiasmo, ma con tanto talento che soltanto la loro preparazione culturale e le loro doti intuitive potevano far scaturire simili risultati. Non resta altro che goderci questo spettacolo entusiasmante, con la normale curiosità, di conoscere quei personaggi nuovi, che rappresenteranno il futuro della musica italiana ed internazionale.

Mario Vito Torosantucci




Formello: sindaco e assessore incoronano la nonna e il nonno più belli

FORMELLO (RM) – Serata all’insegna del divertimento e dell’amicizia tra nonni e nipoti, sono stati gli ingredienti della sfilata che si è svolta a Formello, in provincia di Roma, presso i giardini comunali.
Presentato dal noto conduttore radiofonico e televisivo Roberto Frizzi, insieme alle organizzatrici Orietta Belloni, Antonella Cardellini, gli sfidanti hanno risposto alle tante domande, riservando al pubblico emozioni con le tante esperienze quotidiane e le impressioni che si prova ad essere nonni.

La spontaneità e l’entusiasmo mostrate sulla passerella da ogni partecipante sarebbero state sufficienti per regalare a tutti i nonni e alle nonne in gara il titolo e la coppa. Ad allietare la serata anche la voce di Germano Taddia, cantautore che ha incantato il pubblico con il testo delle parole. Taddia presente anche in giuria con i giornalisti Simonetta D’Onofrio e Silvio Rossi, quest’ultimo anche presidente dell’associazione “Terra Tricolore”, che si occupa a 360 gradi di promozione del territorio e comunicazione dedicata al settore dell’enogastronomia e turismo.

 

A vincere la tappa di quest’anno sono stati Claudio Zuccheri, 62 anni, ex impiegato di banca ora in pensione e Lorella Sgalippa, titolare di un negozio di abbigliamento, che hanno avuto l’onore di essere incoronati dal sindaco di Formello, Gian Filippo Santi e dall’assessore alla cultura, dott. Federico Palla.

La seconda edizione – ci dicono Orietta Belloni, che durante l’evento ha incantato il pubblico con la canzone di Mina “Grande, grane, grande”e Antonella Cardellini – ha avuto molto successo. Già stiamo pensando al prossimo anno, con tante novità per tutti, piccoli e grandi.

Simonetta D’Onofrio




Viterbo, “Il dialogo come strumento di pace nel mondo”: alla sala Regia la presentazione del libro di Domenico Scilipoti

VITERBO – Il prossimo 26 settembre, presso la Sala Regia del palazzo comunale di Viterbo, in via Filippo Ascenzi, n. 1, alle ore 19,00, con il patrocinio del Comune di Viterbo, avrà luogo la presentazione al pubblico del libro del senatore dott. Domenico Scilipoti Isgrò, dal titolo: “Il dialogo come strumento di pace nel mondo”. Interverranno: il sindaco di Viterbo, dott. Leonardo Michelini, Roberto Ragone, giornalista, coordinatore provinciale del movimento Unione Cristiana. Concluderà il senatore dott. Domenico Scilipoti Isgrò, fondatore del Movimento Politico Unione Cristiana. Moderatore sarà l’avv. dott. Antonio Pulcini, coordinatore nazionale del Movimento Unione Cristiana.

 

Roberto Ragone




Palermo apre le porte a “Piano City”: la città come polo culturale diffuso

PALERMO – Il 28 settembre 2017 alle ore 10.30, presso il Teatro Massimo, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione di “Piano City Palermo”, un festival diffuso con oltre 50 concerti di piano solo nelle piazze, nei teatri, nelle dimore storiche e in decine di altri luoghi ricchi di suggestione della città.

L’iniziativa – organizzata dal Comune di Palermo, Teatro Massimo e Piano City Milano, in collaborazione con Le Vie dei Tesori e il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini di Palermo e con il sostegno di Intesa Sanpaolo – si svolgerà da venerdì 29 settembre a domenica 1° ottobre.

“Dopo le collaborazioni di ZAC con il PAC di Milano e il concerto di Radio Italia al Foro Italico, tocca a Piano City rafforzare il ponte ideale che unisce l’Italia dal nord meneghino al sud siciliano nel segno della cultura – dichiara il sindaco Leoluca Orlando – Palermo, Capitale Italiana della Cultura nel 2018, apre le porte a Piano City già quest’anno, certi di poter consolidare fruttuose collaborazioni negli anni a venire”.

“Piano City – spiega l’Assessore alla Cultura, Andrea Cusumano – ha scelto alcuni luoghi simbolo di Palermo per questa prima edizione che interpreta la città come polo culturale diffuso. Le note dei pianoforti si irradieranno a partire dal Teatro Massimo inondando il tessuto urbano in pieno giorno, di notte ed all’alba, restituendo la magia di quel palcoscenico a cielo aperto che è Palermo”.




Poli culturali: al via il partenariato tra Palermo, Matera e Milano

PALERMO – Il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’Assessore alla Cultura Andrea Cusumano hanno incontrato ieri a Villa Niscemi una delegazione dell’Agenzia di Promozione Territoriale Basilicata, guidata dal Direttore Generale Mariano Luigi Schiavone, che ha proposto alla città di Palermo, Capitale della Cultura 2018, un partenariato con la Regione Basilicata e il Comune di Milano, quali poli culturali del nord e del sud d’Italia.

L’APT Basilicata. Infatti, sta ponendo in essere, in vista del 2019 – anno in cui Matera sarà Capitale europea della cultura – diverse iniziative; tra queste, una delle più significative si pone l’obiettivo di creare accordi stabili di collaborazione con le due grandi Città che segnano idealmente i confini Nord e Sud del nostro Paese: Milano e Palermo che, nella prospettiva di Matera 2019, diventano le grandi “porte di accesso” alla Capitale europea della cultura.

L’accordo, troverà una prima concreta attuazione fra autunno 2017 e primavera 2018 con due eventi tematicamente connessi: IDesign, che si terrà a Palermo dal 10 al 19 novembre 2017, e Fucina Madre – Expo dell’artigianato e del design, che si svolgerà a Matera nella primavera del 2018.

“L’incontro che si è tenuto – dichiara Orlando – getta le basi di una collaborazione Palermo-Matera-Milano, in occasione di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 e Matera Capitale Europea della Cultura 2019, al fine di creare un programma sinergico che possa mettere a sistema delle relazioni già instaurate negli ultimi anni, soprattutto con attività culturali e per poter promuovere il sistema Paese attraverso queste due grandi cornici”.

“Il tema che collega le programmazioni di Matera e Palermo – sottolinea Cusumano – riguarda la Mediterraneità, chiave di volta della lettura anche dell’identità europea oggi. Sulla falsariga di questo tema verrà allestita una serie di iniziative culturali di ampio respiro che potranno essere contemporaneamente realizzate sul territorio nazionale, appunto attraverso Palermo, Matera e Milano”.

“L’idea – evidenzia Schiavone – è quella di rendere possibile un contatto fra Palermo e Matera nel segno della cultura e della creatività. In questo senso le due Città, oltre ad essere unite dall’importante ruolo di Capitale che rivestiranno rispettivamente nel 2018 e nel 2019, possono trovare un terreno di comunicazione condivisa a partire da quella visione di sviluppo incentrata su innovazione e conoscenza che evidentemente le accomuna. Creatività e design sono iscritte nel DNA di queste due Città straordinarie e dalla irresistibile capacità attrattiva; in entrambe, la tradizione artigianale incontra il design creando prodotti culturali originali e nuovi scenari evolutivi”.




Milano: bande musicali in festa per il 150mo della Galleria

MILANO – “Era il 15 settembre 1867 quando Re Vittorio Emanuele II inaugurò la Galleria con i cittadini che assistevano alla cerimonia dall’alto del ballatoio interno o affacciati a finestre e balconi. Nel giorno esatto della sua ‘apertura’, 150 anni dopo, il Comune di Milano ha organizzato una mattinata di festeggiamenti con corteo ed esibizione di bande musicali”. Si legge in una nota di palazzo Marino.

La sfilata delle fanfare, si spiega, partirà poco prima delle undici da piazzetta Reale per arrivare, passando proprio dalla Galleria, in piazza della Scala dove, a partire dalle ore 11.15, si esibiranno le sei bande musicali. Ad accompagnare il corteo saranno le note della “Parata d’eroi” di Francesco Pellegrino.
In piazza Scala aprirà l’esibizione la Civica Orchestra di Fiati di Milano (diretta dal Maestro Luca Valenti) con “Galleria Vittorio Emanuele” di Costantino Dell’Argine, nell’arrangiamento di Gustavo Rossari. Dalle cronache dell’epoca risulta che questo brano venne composto appositamente – ed eseguito per la prima volta – dalla Banda Municipale di Milano (come si chiamava al tempo) proprio in occasione dell’inaugurazione della Galleria Vittorio Emanuele II. Il manoscritto originale della partitura è tuttora conservato nell’archivio musicale della Civica Orchestra di Fiati presso la Palazzina Liberty di Largo Marinai d’Italia. Successivamente la Fanfara della Brigata Alpina “Taurinense” dell’Esercito, nata nel 1965 a Torino e attualmente costituita da 28 musicisti tratti dai Reggimenti Alpini piemontesi, eseguirà la marcia d’ordinanza “Trentatré”, seguita da quella dell’Aeronautica Militare della Fanfara del Comando Ia Regione Aerea, costituita nel 1984 e diretta dal Maestro 1° Maresciallo Luogotenente Orchestrale Antonio Macciomei.

Sarà “La Fedelissima”, invece, la marcia suonata dalla Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri “Lombardia” (nata nel 1946, composta da 30 elementi e diretta dal Maresciallo Ordinario Andrea Bagnolo), seguita dalla marcia d’ordinanza della Banda Musicale della Guardia di Finanza di Roma e dalla marcia “Giocondità” eseguita dalla Fanfara della Polizia di Stato (composta da circa cinquanta musicisti e diretta dal Maestro Secondino De Palma). Prima del finale con l’Inno di Mameli diretto dal Maestro Macciomei, tutte le fanfare suoneranno insieme due brani della canzone popolare milanese, “O la bela Gigogin” e “O mia bela Madunina”, diretti dal Maestro Luca Valenti.
In caso di maltempo le esibizioni previste in piazza Scala si terranno all’interno della Galleria. Si ricorda infine che domani, dalle ore 10 alle ore 18, e sabato, dalle ore 10 alle ore 17, sarà possibile acquistare all’Urban Center la moneta celebrativa d’argento della Repubblica Italiana, dal valore nominale di 10 euro, emessa dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Sul dritto, in primo piano, all’interno di una stella a cinque punte, è raffigurato il volto di una donna che rappresenta l’Italia, con elementi dell’emblema della Repubblica. Protagonista del rovescio è, invece, una veduta della Galleria Vittorio Emanuele II, con particolare risalto alla cupola architettonica in ferro.




New York: i pezzi simbolo della moda sbarcano al MoMa

Il MoMa di New York si prepara ad accogliere la mostra “Items: is Fashion modern?” dal prossimo 1 ottobre al 28 gennaio. Sono all’incirca centoundici “pezzi-simbolo” della moda, sono capi ed accessori che hanno segnato la storia della moda in epoca moderna, ma che continuano influenzare ancora adesso la società. La mostra è curata dall’architetto Paola Antonelli del Dipartimento di architettura e design e Direttore di ricerca e sviluppo del MoMa insieme all’assistente Michelle Millar Fisher con la supervisione di Anna Winthur. L’Exhibition mette in mostra capi cult come il Little Black Dress di Coco Chanel creato nel 1926 in occasione del funerale del suo amante Etienne Balsan, oppure il famoso reggiseno Wonderbra famosissimo negli anni novanta pubblicizzato da Eva Erzigova, all’intramontabile t-shirt, al Jeans Levis’s 501 archetipo del capo che e’ simbolo della globalizzazione ma, paragonato anche alla “divisa” di MaoTze Tung oppure all’abito tagliato a laser di Jessica e Rosenkrants. L’intento della mostra “ Ithem” è di qualificare la moda come le altre forme di progettazione, di spiegare la moda sull’effetto che può avere dal punto di vista economico e sociale. Il percorso espositivo si divide in varie sezioni presentando i capi e accessori dall’archetipo fino alle sue evoluzione, ma non solo ha un’area dedicata ai cambiamenti della figura del
corpo e anche da capi portati sia da lei che da lui.
Bernard Rudofsky autore del libro “Il corpo incompiuto” nella metà del secolo scorso curò lui per prima una mostra di questo campo dal titolo “Are Clothes Modern?”, ed in un certo senso fu lui a gettare le basi della prossima exhibition particolarmente importante per il fashion sistem, anche se l’intento della mostra curata da Rudofky era interrogarsi come sarebbe stata l’abbigliamento del dopo guerra, la mostra “Items” considera la moda come le altre forme di progettazione, e il suo complesso rapporto con la politica e l’economia. Uno degli esempi basta ricordare Coco Chanel che ha dato un grosso contributo a far conoscere il tessuto “Tweed” con le sue creazioni, questo tessuto è lavorato tra le Hilghlands scozzesi e le isole dell’Atlantico settentrionale, la sua produzione dal 1993 è regolamentata da un Parliament Act, fra i capi di Chanel che sono il simbolo di un tragico evento e di un’epoca in tessuto tweed fu quando la first lady Jacqueline Kennedy nel 1963 a Dallas durante l’attentato al Presidente usava un tailleur rosa con questo tessuto. Il MoMa ha ospitato in passato anche Anna Albers famosa per aver trasformato la tessitura in una vera forma d’arte, nel 1949 venne inaugurata la sua prima mostra monografica al MoMa a new York.