La Carmen “anti femminicidio” di Leo Muscato: una braga sopra la sporca coscienza di tanti uomini

Forse non sarà conosciuto come Zeffirelli o Ronconi, che hanno diretto memorabili esecuzioni di opere liriche alla Scala, al Metropolitan o in altri teatri in tutto il mondo, ma certamente Leo Muscato, regista teatrale che ha iniziato i suoi passi nella compagnia di Luigi De Filippo, sta maturando un curriculum teatrale di tutto rispetto, in particolare nelle rappresentazioni di opere liriche.

Sue infatti le direzioni in teatri importanti come l’Opera di Roma, il Petruzzelli di Bari, la Fenice di Venezia, nel 2016 ha portato Verdi al Malmö Opera, in Svezia. Il giovane regista pugliese però rischia di diventare celebre per un contestato allestimento della Carmen, che con un imbarazzante “Politically correct”, è stata rappresentata con la scena finale stravolta rispetto al libretto originale, dove la protagonista dell’opera di Bizet non muore, anzi è lei a uccidere Don Josè.

Le rivisitazioni dei libretti originali, negli anni, sono state numerose, spesso la rappresentazione di un’opera lirica, scritta più di un secolo prima, è stata adattata ai tempi moderni, a un luogo diverso rispetto a quello che prevedeva la partitura originale, ma questa scelta, dettata non si comprende da quale paura. Crediamo che nessuno degli autori di femminicidio abbia mai preso ispirazione dal Don Josè di Bizet, o dal Don Carlo di Verdi che uccide Leonora nella Forza del Destino.

Una “precauzione”, quella utilizzata dal regista, che ricorda tanto le coperture posticce applicate da Daniele da Volterra ai personaggi disegnati da Michelangelo da Vinci, nell’affresco del Giudizio Universale alla Cappella Sistina. Anche il pittore toscano era un discreto artista, passato però alla storia per un episodio che gli ha fatto conquistare l’appellativo di “Braghettone”.

Le braghe odierne non sono applicate per tranquillizzare la corte papale scandalizzata per le forme naturalistiche di uomini e donne in attesa del giudizio divino. Sono applicate a nascondere, più che a esorcizzare, un fenomeno che caratterizza la nostra società indipendentemente dalla trama di opere liriche, romanzi o pellicole cinematografiche. Riscrivere la Carmen stravolgendone il finale non ha l’effetto di migliorarla rendendola più accettabile alle giuste rivendicazioni femminili, è piuttosto mettere una braga sopra la sporca coscienza di tanti uomini.




Cagliari, “Al di là di noi – il segreto delle anime”: l’esordio letteraio di Rita Piras

Cagliari – “Al di là di noi – il segreto delle anime” è il titolo dell’esordio letterario di Rita Piras, classe 1973 e originaria di Cagliari, dove vive ancora oggi.

Piras coltiva la passione per la scrittura sin da bambina, dove sostituisce le bambole con la scritture e trascorre le sue giornate scrivendo poesie e leggendo libri; travasava i suoi pensieri e le sue emozioni in fogli di carta che trovati sparsi per casa e che assumevano pian piano forme e colori attraverso contenuti sempre diversi, oppure faceva scivolare i suoi occhi tra le righe battute a macchina dei  libri che leggeva e che narravano storie, volti e personaggi che si sostituivano a quelle bambole tanto belle quanto ormai, divenuti ornamento da salotto. Negli anni ha collaborato con giornali e riviste dove ha pubblicato poesie, riscuotendo molto successo, è nota per essersi occupata di guarigioni spirituali e medicina alternativa. Un libro che nasce dal profondo, che porta il lettore lungo il percorso di vita dei protagonisti, attraverso prove d’ amore e di dolore si arriverà a capire chela vita è perfetta così com’è, che niente è sbagliato. Tutto porta a una evoluzione e a una crescita interiore se siamo in grado di accettare tutto, anche le sofferenze, come occasione di crescita. Il libro è un viaggio, un cammino lungo la strada della consapevolezza e l’accettazione della perfezione della vita in ogni sua sfumatura.

Il libro è stato presentato il 21 dicembre scorso, con la partecipazione esclusiva di un’attrice che ha letto una poesia scritta dall’autrice e dal titolo “Restare”: “Lasciatemi dormire. Non e’ tempo. Non e’ tempo per me. M’infastidisce la luce. Spegnetela. Fate silenzio. State urlando troppo e c’e’ chiasso. Non sono abituata,io. Ma non mi avete ascoltata e all’improvviso, io e te, mamma abbiamo chiuso gli occhi e ce ne siamo tornate lassu’. Lontane da tutto siamo rimaste sospese interminabili attese per scegliere se vivere. Tu che volevi rimandare laggiu’ me ed io che volevo rimandare te. Vinsi io quando vidi accanto a te i due volti di chi ancora dovevi tessere dentro te stessa. Ti rimandai giu’ perche’ potessi un giorno far nascere loro. Hai aperto gli occhi,mentre io li chiudevo per sempre. Ma tu non hai accettato a te mi hai stretto a te mi hai richiamato. La forza del tuo cuore mi ha tirata di nuovo giu’. Ho pianto. Ho aperto gli occhi. Ho conosciuto la vita. Siamo rimaste, mamma. Per loro che poi sono nate per noi che non potevamo dividerci perche’ dovevamo,un giorno, imparare ad amarci”.

Noi abbiamo intervistato direttamente l’autrice Rita Piras e ci ha parlato dell’opera.

Come nasce il libro e perché?

Questo libro nasce dal mio desiderio di comunicare un messaggio. “Al di là di noi” è un titolo che ho scelto nella piena consapevolezza di portare il lettore al di là di se stesso, dei propri sensi terreni, al di là dell’ idea che ci siamo fatti della vita, al di là delle barriere che la nostra mente, offuscata e confusa, ci impone. “Al di là di noi” è un libro che vuole spegnere i riflettori artificiali sul mondo e, per un attimo, illuminarlo di consapevolezza e di quella luce interiore che ognuno di noi possiede dentro se stesso. L’ intento di inviare un messaggio così forte giunge dal più intimo di me stessa quando, dopo aver superato prove dolorose a causa della malattia, mi rendo conto che non esiste niente che deve essere combattuto ma, piuttosto, soltanto accettato e compreso. Da questa nuova consapevolezza nasce il desiderio di diffondere il messaggio che anche la sofferenza, accolta come occasione di crescita interiore, abbia un profondissimo senso nel corso della nostra esistenza.

Chi sono i personaggi?

I personaggi di questo libro sono pochi fondamentali protagonisti. Sono giunti in silenzio nella mia vita, uno dopo l’altro, fino a poterne vedere perfino i contorni fisici. Ognuno di loro porta con se il proprio personale messaggio sulla Terra e, ognuno rigorosamente impegnato nel proprio ruolo, intrecceranno le loro esistenze per dare vita ad un mosaico perfetto al quale tutti avranno partecipato e contribuito con la propria personale esperienza. Non si collocano in nessuna precisa epoca storica, ne sappiamo dove hanno luogo le loro vicissitudini. Non esistono descrizioni geografiche o temporali, come ad insegnare che certe dinamiche si possono manifestare in ogni luogo ed ogni periodo storico. I personaggi restano piuttosto impressi per i loro sentimenti, gli stati d’animo, le gioie e le sofferenze che vivranno nei loro giorni terreni. Ma ognuno porta, inconsapevolmente con se, un dono per l’altro. Scelte che prendono vita durante una ipotetica esistenza precedente alla loro nascita. Queste scelte porteranno i protagonisti a compiere ognuno la propria personale missione, fino al completamento del disegno finale.

Cosa significa la frase riportata sul retro della copertina?

E’ autobiografica. Sono nata morta, estratta con il forcipe dal ventre di mia madre dopo una lunga sofferenza in cui avevo già perso la vita. Morì anche mia madre e per un attimo infinito noi tornammo a casa. Poi scelsi di rimandare giù lei per i compiti che ancora doveva svolgere, fra questi far nascere le mie sorelle. Io decisi che potevo non esserci, ma che lei doveva restare. Ma poi mia madre mi tirò giù e improvvisamente ci ritrovammo vive, entrambe, pronte per iniziare il nostro difficile cammino insieme. (Allego una poesia autobiografica sulla mia nascita.

Esiste un paragrafo che tu chiami “Ventuno”: Cosa significa?

Il paragrafo “Ventuno” inizia così: “Ventuno grammi e’ il peso dell’ anima. Quando si cessa di esistere su questa Terra, il corpo pesa improvvisamente 21 grammi in meno. E’ l’ anima che se ne va. Nel 1907 un medico statunitense, MacDougall, fece numerosi esperimenti nell’ intento di misurare il peso dell’ anima. Pesava i corpi in vita e poi li ripesava subito dopo il loro decesso. Il risultato era sempre lo stesso, pesavano sempre 21 grammi in meno. Si attribuì, pertanto, da quel momento questo ipotetico peso all’ anima. Studi scientifici dimostrano che l’ anima pesa 21 grammi ma in realtà quanto e’ più pesante l’ anima nell’ esistenza di noi tutti? Quanto ascoltiamo la parte più intima e vera di noi stessi? Quanti grammi in più di questi ci portiamo addosso senza mai dare loro il giusto peso? L’ anima è quanto possediamo di più grande e di autentico e la trascuriamo per occuparci, troppo spesso, di cose prive di senso, dimentichi totalmente di quale grande ruolo siamo chiamati a svolgere e di quanto sia grande la nostra interiorità.

C’è una frase molto significativa alla fine del secondo capitolo: “Sai mamma, non sempre le cose che desideriamo sono le migliori per noi e a volte il dono migliore che possiamo ricevere e’ che non ci vengano recapitate.” Cosa significa?

Credo che, piuttosto che ringraziare per quanto abbiamo, perdiamo molto più tempo a lamentarci di ciò che non abbiamo. Facendo questo perdiamo di vista la realtà e il valore della nostra esistenza con la sua essenzialità. Vogliamo sempre di più, desideriamo sempre di più ,spesso trascurando che tutto ciò che non ci giunge in dono potrebbe essere addirittura il nostro più grande miracolo! Ma non voglio svelare troppo su questo argomento perchè andrei ad anticipare e a svelare un passo importante del libro che porterà da solo alla comprensione di questa frase. Credo soltanto che, semplicemente, ognuno debba accettare se stesso cosi som’e’ e amare se stesso nei limiti delle proprie capacità e amare questi limiti benedicendoli e traendo da essi vantaggi e benefici, trasformandoli addirittura in occasioni di miglioramento personale e facendo di questi ipotetici limiti perfino occasione di crescita per il prossimo.

Tratti un altro argomento molto impegnativo: Il perdono. Che cos’è per te il perdono?

Tutti noi nella vita siamo incastrati in dinamiche in cui proviamo risentimenti o rancori, siano essi dettati da contrasti più o meno impegnativi con le persone con cui entriamo in contatto. Ma il perdono è un fardello enorme che grava solo ed esclusivamente sulle spalle di chi non lo concede. Perdonare significa liberarsi, lasciar cadere quel peso dalle proprie spalle e avere la capacità di non voltarsi mai più indietro. Perdonare è una parola composta da due parole: “Per” e “donare”. Pertanto “perdonare” altro non significa che “donare” a se stessi, farsi un dono per vivere una vita migliore.

Angelo Barraco




Albano Laziale: a palazzo Savelli torna il Liszt Festival

ALBANO LAZIALE (RM) – Il 7 gennaio ad Albano Laziale torna il Liszt Festival con il concerto “L’epoca di Liszt”. Domenica 7 gennaio alle ore 18 presso la Sala Nobile di Palazzo Savelli (Piazza Costituente, 1) si rinnoverà l’appuntamento con il Liszt Festival, a cura dell’Assessorato alla Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Albano Laziale con direzione artistica del Maestro Maurizio D’Alessandro.

Il titolo del concerto sarà “L’epoca di Liszt”. Musica da camera della più alta espressione con tre autentici capolavori il “Quartettsatz” di Schubert; il “Quartetto” op. 18 n.4 di Beethoven e il celebre “Quintetto” op. 115 di J. Brahms vertice assoluto della musica cameristica per clarinetto e quartetto d’archi. Interpreti saranno il giovane quartetto d’archi TAAG di Torino, una formazione ben in vista nel panorama dei giovani quartetti italiani e al quale si aggiungerà il clarinettista Maurizio D’Alessandro, oltreché direttore artistico del festival.




Anguillara, Regina Pacis: spettacolo mozzafiato, bis per “Il viaggio a Remis”

ANGUILLARA (RM) – Grande successo per il tradizionale concerto di Capodanno, organizzato dall’associazione musicale “SCUOLA ORCHESTRA”, che si è tenuto nella chiesa “Regina Pacis”. L’evento, patrocinato e realizzato grazie all’Amministrazione comunale di Anguillara Sabazia, è uno degli appuntamenti più longevi che si tiene nella cittadina lacustre e più propriamente è una delle associazioni musicali locali che opera nel territorio da ben trenta anni.

Fedele alla propria vocazione, il maestro Alfredo Bellaccini (GUARDA LA GALLERY) ha aperto nel segno del repertorio di Gioacchino Rossini, con un brano tratto dal “Il viaggio a Reims” e ha concluso con il brano più rappresentato nei concerti di inizio anno, la marcia composta da Strauss in onore del maresciallo Radetzky, eseguito in un festoso bis.

Nell’esecuzione di quest’anno il Maestro era particolarmente emozionato. Il concerto è stato dedicato alla moglie, recentemente scomparsa. Al termine dell’esecuzione, ha annunciato al pubblico che forse questa potrebbe essere la sua ultima direzione del Concerto di Capodanno.

In rappresentanza del Comune, il vicesindaco Sara Galea ha ringraziato i presenti, in un discorso con cui ha affermato che “Il concerto di capodanno, promosso dall’Associazione Scuola Orchestra, riunisce tutti nella musica di qualità, oramai ogni primo gennaio, nella Giornata Mondiale per la Pace 2018.

Le note dell’Orchestra della Scuola Orchestra, diretta dal mirabile Maestro Alfredo Bellaccini, sulle musiche di Cajkovskij, Rossini, Bizet, Strauss, in questo, che è un tradizionale appuntamento per la nostra città, ci offre l’opportunità di intraprendere un percorso rinnovato, anche in questo 2018, per essere più uniti, a favore della cultura, dell’arte e appunto della musica, uno dei principali veicoli di bellezza nella nostra esistenza. Un ringraziamento particolare va all’Associazione Scuola Orchestra, presieduta dalla prof.ssa Mara Scaperrotta, che con i suoi maestri qualificatissimi, con i suoi allievi, si occupano della formazione dei nostri giovani, finanche in collaborazione con le scuole del territorio, in particolare con la nostra ottima scuola media ad indirizzo musicale.

Un’attività preziosa per la nostra città, che oggi parte dalla sede della torre medievale, perché i ragazzi e le nuove generazioni possano affinare il loro animo nello studio dello strumento musicale e coglierne non solo una occasione di intrattenimento ma anche di elevazione dell’animo e di ulteriore sensibilità, in un apprendimento che può rappresentare anche proprio una grande risorsa di vita. La musica è onnipresente nella vita dei giovani, in ogni forma ed è giusto che vi sia a tutti i livelli, dalla classica, alla rock, alla melodica, a tutti i generi, tutte tinte cromatiche variegate e tradotte in suono, ma è straordinario quando un giovane scopre di avere un talento e lo mette in atto per creare, interpretare egli stesso la musica, produrla, con uno strumento.

Dunque un grazie infinito e forte, va alla vostra Associazione, che nonostante le difficoltà, cui la nostra Amministrazione vi affianca come può, riesce sempre a tenere alto il buon nome della nostra città e ad esprimere quella bellezza in musica che noi vorremmo per tutti tenere sempre stretta e di cui gioire”.

Presenti all’iniziativa anche il Presidente del Consiglio Comunale, Silvia Silvestri, la quale ha letto il saluto giunto dal sindaco Sabrina Anselmo, il consigliere Massimo Pierdomenico e la dott.ssa Viviana Normando, Assessore alla Cultura

Simonetta D’Onofrio




GraArt, un progetto per valorizzare le periferie della Capitale. Intervista esclusiva all’artista internazionale Flavio Kampah Campagna

Roma –  Il grande Alberto Sordi diceva che “Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi”. Le sue importanti parole, a distanza di anni, si sono rivelate profetiche e hanno certamente trovato un riscontro oggettivo nel progetto GraArt,  promosso da Anas e patrocinato dal Ministero per i Beni. L’iniziativa è partita da un’idea di Davide Diavù Vecchiato, fondatore di MURo (il Museo di Urban Art di Roma) ed esponente di spicco dell’Urban Art che ha ricevuto il patrocinio del Mibact. Il progetto è stato presentato dal Ministro Dario Franceschini in data 6 marzo, con la presenza dello stesso direttore artistico Davide Diavù Vecchiato, il Presidente di Anas Gianni Vittorio Armani, il responsabile del Brand e Immagine di Anas, Claudio Arcovito. Si tratta di un progetto di Arte Contemporanea Urbana che ripercorre il mito e la storia di Roma attraverso importanti opere di Urban Art realizzate sulle pareti del Grande Raccordo Anulare da artisti provenienti da ogni parte del mondo che si sono avvalsi della consulenza di Ilaria Beltramme, scrittrice di best seller ambientati proprio nella Capitale. Il progetto vuole valorizzare la bellezza culturale della Città Eterna, tentando di ricucire la spaccatura culturale che si era creata tra la parte storica monumentale e le periferie. I grandi artisti, infatti, hanno realizzato le loro opere in zone periferiche della città, raffigurando miti e leggende che hanno segnato indissolubilmente l’immaginario collettivo di una città da “attraversare in punta di piedi”. Il Grande Raccordo Anulare è diventato adesso un “grande museo” con i murales che ripercorrono i fasti di una Roma che affascina, incanta e fa sognare.

Flavio Campagna, in arte Kampah o F CK è un artista di fama internazionale che ha aderito al prestigioso progetto GraArt. Negli anni 70 ha frequentato  l’Istituto Statale d’Arte di Parma, successivamente ha lavorato nello studio di Grafica Pubblicitaria dell’Art Director di Fiorucci August Vignali. La sua bravura e professionalità  lo hanno spinto a viaggiare molto e lo hanno portato fino a Londra dove ha lavorato per riviste di musica e di moda. Negli anni 80 lavorato a Roma per Mario Convertino, pioniere della Motion Graphic. Negli anni 90 invece svolge la sua attività ad Hollywood presso i prestigiosi studi Pittard Sullivan Design, successivamente si sposta a Venice Beach dove apre la sua casa di produzione “Kampah Visions”. E’ importante l’incarico che gli viene assegnato nel 2000 a Sydney, dove realizza la sigla delle Olimpiadi. Successivamente si reca nuovamente ad Hollywood e lavora per il registra Ridely Scott e precisamente sui titoli di testa del film Black Hawk Down. Torna nuovamente nella Città Eterna e precisamente dall’amico vignettista satirico Stefano Disegni, dove  comincia la sua prestigiosa carriera di Stencil Artist che gli consente di esprimere pienamente il proprio pensiero politico. Flavio Kampah ha partecipato al progetto GraArt con una monumentale opera realizzata su di una parete alta 4 mt e lunga 45 mt nella zona di Cinecittà. Il tema da lui scelto è stato quello dei film Peplum che venivano girati a Cinecittà tra gli anni 50 e gli anni 60, un sottogenere dei film in costume che comprendono sia il genere dei film d’azione che il genere fantastico, entrambi ambientati in contesti storici come l’antica Grecia, la civiltà romana o contesti biblici. Kampah ha meravigliosamente raffigurato sette figure di Steve Reeves in sette colorazioni diverse. Sette come i sette Re di Roma, realizzati in otto giorni di intenso lavoro grazie anche all’aiuto di fidati collaboratori. Un lavoro intenso e viscerale che racconta un pezzo di storia del cinema e di quel “salotto da attraversare in punta di piedi” che tanto amato da Sordi.

Noi abbiamo intervistato in esclusiva Flavio Campagna, in arte Kampah o F CK e ci ha parlato di questa sua meravigliosa  esperienza professionale.

– Come nasce la tua collaborazione con il progetto GraArt?

Ho incontrato di nuovo, dopo 6 anni, in una sua galleria a Roma David Diavù Vecchiato quest’estate in Sardegna a Castelsardo, mentre io ero lì a casa di un amico e lui è venuto a dipingere una parete ad una manifestazione in cui erano presenti anche Sgarbi e Daverio. Mi ha subito messo al corrente del suo progetto ANAS con la sua associazione MURO e detto che mi avrebbe invitato prima della mia partenza dall’Italia per tornare in California a casa. E così ha fatto, una volta ricevuto l’invito mi sono precipitato a Roma e messo a disposizione della sua produzione.

– Hai dipinto muri in varie parti del mondo;  Cuba, California, Milano e in Sicilia a Petrosino. Cosa ha rappresentato portare la tua arte nelle periferie?

Dipingere per strada e soprattutto nelle periferie o paesi piccoli e quartieri mi da la possibilità di respirare le atmosfere del posto , vedere e conoscere i suoi abitanti, instaurare un rapporto reciproco di convivenza e quindi donare all’opera i giusti elementi che aiuteranno le persone a vivere al meglio questi ambienti aperti a volte trascurati o lasciati andare all’incuria del tempo e delle persone. Già con il solo intervento dei colori su pareti il più delle volte dimesse e glaciali dona agli abitanti una sferzata di energia positiva, io cerco poi con i miei soggetti e concetti di aggiungere positività al mio intervento permanente.

– Raccontaci un po’ l’opera da te realizzata, tempi di realizzazione e se ti va qualche aneddoto…

È stata un’operazione…colossale…come l’argomento cinematografico che mi era stato proposto..il KOLOSSAL appunto! Quando al mio arrivo parlando coi proprietari di un ristorante atipico del Quadraro una zona molto verace di Roma, ho spiegato che avrei dipinto 7 Steve Reeves come i 7 Re di Roma, uno di loro mi ha prontamente bloccato e nel mio stupore informato che i Re di Roma non erano 7 ma 8…anni e anni di studi scolastici mi sono crollati davanti agli occhi convinto di aver rivelato una mia ignoranza, sinché ridendo il ragazzo mi ha detto che l ottavo Re di Roma è il Capitano!!!… Francesco Totti!!!

– Come hanno reagito i cittadini dinnanzi alla monumentale opera?

In modo molto positivo ed entusiasta, molti si sono fermati per ringraziarmi e farmi i complimenti non solo per la bellezza dell opera ma anche per aver portato colore e una nota di allegria in un angolo così triste e desolato. il mio obiettivo principale credo raggiunto pienamente!

– Secondo te l’Italia valorizza sufficientemente l’arte rispetto agli altri paesi in cui sei stato?

Assolutamente no! Ne’ quella così importante, numerosa ed evidente del passato, ma tanto meno quella nuova del presente e delle nuove generazioni di artisti. Purtroppo questo paese sin da quando ero giovane io è un paese da cui si può solo che…scappare!

– Roma, la città eterna. Concetto astratto e desueto oppure qualcosa è ancora rimasto?

Purtroppo quella che io per tanti anni ho considerato la più bella città d italia (ci ho vissuto per anni sia negli anni 80 che recentemente agli inizi del nuovo millennio) è già ormai da una decina di anni allo sfascio e in costante degrado. Sono stato anche a Milano recentemente per un mese e l’ho trovata al contrario una città diversa, migliore, internazionale, efficiente e anche bella. Roma purtroppo è in una fase calante progressiva e credo non basteranno decenni per riportarla a galla e tornare ad essere quella di un tempo, nonostante la sua innegabile bellezza! F CK

Angelo Barraco

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Noci: l’opera di Pasquale Gentile al centro della festa di fine anno

La presentazione dell’opera di Pasquale Gentile “Noci antica, bella, colta…: secolari documenti di vita cittadina”, promossa dall’Associazione Terra Nucum e dall’azienda Sereco, è stata al centro della 4a edizione della Festa di fine anno, organizzata dall’associazione di promozione territoriale Pro Loco con il patrocinio dell’Amministrazione comunale che si è tenuta giovedì 28 dicembre alle ore 18.30 presso il chiostro di San Domenico a Noci.

La serata ha visto in programma l’introduzione di Giuseppe Basile, direttore della Biblioteca comunale, l’intervento di Arianna Ritella, direttore generale della Sereco, la conversazione con l’autore dell’opera Pasquale Gentile e i saluti conclusivi di Domenico Nisi, sindaco di Noci. La manifestazione si è chiusa con il dono di una copia dell’opera, 50 pagine di grande formato, a tutti i presenti.

L’elegante pubblicazione, attraverso una scelta di preziosi documenti opportunamente commentati, ha avuto lo scopo precipuo di offrire soprattutto ai nocesi un utile strumento che, attraverso la conoscenza, consenta di acquisire piena consapevolezza del proprio passato, presupposto indispensabile per rafforzare il senso di appartenenza al paese e per rivendicare un’esclusiva identità storica e culturale da salvaguardare e valorizzare. Il dono natalizio di Pasquale Gentile è il quinto della serie. È stato preceduto gli scorsi anni da Noci intra moenia (2011), Noci extra moenia (2012), Noci intra tectum (2014) e Noci extra tectum (il 2016).

Gianfranco Nitti

 

Il commento di Giuseppe Basile: “Noci antica, bella, colta… secolari documenti di vita cittadina” La globalizzazione sta soffocando e uccidendo l’identità culturale, sociale ed economica. Le unioni, anche quella dell’Europa, devono invece trovare fondamento, trarre profitto e valore aggiunto dalla pluralità delle culture e delle identità. Ogni individuo, ogni comunità, ogni nazione ha, pertanto, prioritariamente il dovere-diritto e il bisogno di ritrovare e rinnovare le proprie radici culturali. In quest’ottica il nuovo lavoro di Pasquale Gentile può, a livello di comunità nocese, essere un prezioso ed indispensabile ausilio. “Noci antica, bella, colta… secolari documenti di vita cittadina” presenta, infatti, raccolti in temi organizzati secondo la sequenza alfabetica A-Z, frammenti utili, a mo’ di puzzle, per capire e riappropriarsi della storia di Noci. Un “divertissement”, quello dell’autore, che ha lo scopo di offrire un prodotto editoriale insolito, maneggevole, accattivante anche per i “lettori deboli”, apprezzabile sotto l’aspetto grafico ed iconografico e stimolante per i contenuti; parole e, soprattutto immagini, che i non addetti alle ricerche storiche difficilmente potrebbero avere modo di visionare. Una sorta di album famigliare, dove la famiglia è allargata all’intera comunità nocese. L’elegante pubblicazione costituisce una sorta di colta “antologia-abbecedario” che, partendo dalla A di Allegazioni e Antifonario per finire alla Z di Zibaldone e Zitella, sottopone all’attenzione del lettore autentici e selezionati documenti, che vanno dal ‘500 al ‘900, rinvenuti in archivi pubblici e privati, consentendogli di fare un volo pindarico nella Noci di tutti i tempi, con la non recondita speranza di stimolare in lui la curiosità necessaria ad approfondire la storia del nostro paese e passare così dalla conoscenza, alla consapevolezza, all’orgoglio della propria identità culturale, terreno fertile su cui programmare lo sviluppo della Noci del futuro. La pubblicazione ha visto la luce grazie alla sponsorizzazione dell’azienda Sereco, della famiglia Ritella-De Tintis, che ha finanziato la stampa e ha messo a disposizione dell’autore i preziosi e rari documenti del ricco archivio privato, come la pergamena della laurea conseguita da Giulio Cesare Cassano nel 1591, riprodotta sulla copertina dell’opera. Il cadeau natalizio di Pasquale Gentile è il quinto della serie. È stato preceduto gli scorsi anni da Noci intra moenia (2011), Noci extra moenia (2012), Noci intra tectum (2014) e Noci extra tectum (2016).




Ariccia, successo per le luminarie. Filosofi: “Ripeteremo l’iniziativa”

Tutti si riservano la possibilità e le competenze per parlare di turismo, dagli operatori del settore ai politici del territorio, i canali social. Corretto, mai negare questo sacrosanto diritto. Spesso capita
però che arrivino critiche sull’operato di chi ha realizzato qualcosa di innovativo nella regione Lazio, per provare (riuscendoci con successo, in questo caso) ad andare oltre, portando nuovi
stimoli all’economia locale, ad Ariccia, una delle comunità più conosciute dei Castelli Romani, sia per le bellezze architettoniche che enogastronomiche, Quando si esercita questa facoltà però, ci si
assume la responsabilità di praticarla affermando le proprie ragioni correttamente, senza distorcere la realtà, pur di dimostrare di aver ragione.
Nello specifico le polemiche sono state sollevate dalle opposizioni per la decisione del Comune di Ariccia di realizzare, nel parco di Palazzo Chigi, uno spettacolo di luminarie natalizie, con tanto di renne, cascata con laghetto e cigni, orso polare e cerbiatti, tutti composti da strutture luminose.

Una sfida vinta, quella dell’Amministrazione, soprattutto se consideriamo che nelle prime tre settimane di attività i biglietti staccati sono stati oltre venticinquemila. Dati oggettivi, non personalizzabili, un numero che non lascia adito a dubbi. Persone, molte, che sono giunte da Roma o dai territori limitrofi, gente che a Ariccia si è fermata, spesso ha mangiato nelle vicine fraschette, ha contribuito a rilanciare le attività produttive del territorio. Il colpo d’occhio fa emozionare, anche la Generazione Y, i nativi digitali, che spesso sono attratti da altro, da un freddo virtuale, prova ne è il successo che ha ottenuto proprio nelle scolaresche, visitando in massa l’attrazione.
Proprio le polemiche tra il sindaco e la consigliera di opposizione del Partito Democratico (PD), Renata Gennusa, ha portato quest’ultima a presentare un’interrogazione a risposta scritta. Per comprendere l’effettivo stato delle cose, ci siamo recati sul posto a visitare le luminarie.

Tra l’altro, parlando con i responsabili del progetto operativo, ci hanno informato che la società che ha realizzato la “Foresta Incantata”, come contropartita, ha realizzato le luminarie per il resto del
paese di Ariccia, che a nostro avviso sono state create con gusto e un effetto complessivo piacevole.
Per quanto riguarda invece la domanda su come si intende promuovere l’immagine di Palazzo Chigi, abbiamo scoperto che, grazie a una convenzione realizzata, diverse centinaia di turisti hanno
potuto visitare la residenza storica, con pacchetti turistici ad hoc, i quali prevedono per i gruppi viaggio da Roma, visita alle luminarie, al palazzo e un pasto in una fraschetta, a un prezzo molto
conveniente, il quale può essere verificato con massima trasparenza sul sito della società organizzatrice

Da un’attenta analisi, come primo elemento, rispetto a quanto scritto nell’interrogazione dall’Opposizione, dobbiamo segnalare diverse inesattezze riportate nella stessa. Il biglietto d’ingresso, per i non residenti, è pari a cinque euro nei giorni feriali, mentre costa dieci euro nei fine settimana e nei festivi, e non sempre dieci euro così come supposto, probabilmente da una approssimativa lettura della pagina social.
Nella stessa interrogazione si fa riferimento all’articolo 6 del Regolamento Comunale, che stabilisce il comodato d’uso di un locale a tempo indeterminato (fino a eventuale revoca), o comunque
stabilito da un contratto di comodato, mentre nella delibera si parla “di concedere a titolo gratuito l’utilizzo di una parte sopra specificata del Parco Chigi”, elemento riconducibile all’articolo 20
dello stesso regolamento, dove si specifica la “concessione temporanea di locali”, essendo lo spazio affidato alla società esclusivamente nel periodo di validità della manifestazione.
Nel testo presentato ci sembra grottesca l’espressione utilizzata dalla consigliera PD Gennusa, così come è indicato nell’interrogazione, “appressamento di luminarie degno di un qualunque centro
commerciale”. Confondere le luminarie ed equiparare tali creazioni nel parco Chigi con le luci di un centro commerciale come possono essere “Porta di Roma” o di “Parco Leonardo”, è come
assimilare le decorazioni sulle mura di questi centri con un affresco rinascimentale.
La risposta alle questioni poste dal nostro giornale a chi sta governando Ariccia, arrivano dall’assessore alle attività produttive, Michele Filosofi.

 

La foresta incantata è uno spettacolo innovativo per il territorio, come è nata l’idea di realizzarla dentro il parco di Palazzo Chigi?
Ci è stato presentato questo progetto, abbiamo ritenuto che lo stesso rappresentasse un valore aggiunto per la città, un’attrattiva che avrebbe potuto rappresentare un vantaggio per tutta la città, e l’abbiamo adottato con convinzione.

Il parco è stato concesso con il comodato d’uso, cosa che è stata osteggiata dalle opposizioni. Quale vantaggio ha avuto la città da questa operazione?
Innanzitutto la società che ha realizzato la Foresta incantata, ha addobbato di luminarie le vie della città, facendoci risparmiare diverse migliaia di euro. Inoltre abbiamo realizzato una convenzione
con il museo di Palazzo Chigi. Questo ha determinato un aumento delle visite al palazzo, con un incremento per le casse comunali. Un buon incremento di incassi, lo hanno avuto anche la maggior
parte delle attività commerciali della nostra cittadina.

Per il prossimo anno quindi si pensa di ripetere l’iniziativa?
Certamente. Considerato che nel primo anno molte persone non conoscono l’iniziativa, abbiamo avuto molte migliaia di presenze, se riusciamo a renderla stabile e conosciuta, il successo non può
far altro che aumentare. Vogliamo essere un po’ in piccolo ciò che è diventata Salerno con le luci d’artista, un’attrazione che si è conquistata un successo internazionale.
Per concludere, non ci resta che segnalare i prossimi eventi che verranno realizzati collateralmente alle luminarie, in uno spazio allestito all’interno del parco.

Simonetta D’Onofrio

 

Sabato 30 dicembre

SPETTACOLO E SHOW DEI PIROVAGHI CON TRAMPOLI E GIOCOLERIA A LED

Lunedi 1 gennaio
IL MAGICO MONDO DI FROZEN
CONCERTO DI FABRIZIO AMICI

 

Venerdì 5 gennaio
SHOW DI PETER PAN

Sabato 6 gennaio
MUSICAL DISNEY SHOW E LA BEFANA ACCOMPAGNATA DAI BEFANI MUSICAL SHOW

Domenica 7 gennaio
SHOW ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE E SPETTACOLO DI PIROVAGHI SU
TRAMPOLI CON GIOCOLERIA A LED




Vittorio Cecchi Gori ricoverato in rianimazione al Gemelli: ischemia e problemi al cuore

Vittorio Cecchi Gori e’ ricoverato in rianimazione al policlinico Gemelli di Roma in prognosi riservata per un problema cerebrovascolare. Secondo quanto si apprende, le sue condizioni sono serie ma stabili.

Cecchi Gori, 75 anni, produttore ed ex presidente della Fiorentina, è giunto in ospedale a causa di una ischemia cerebrale. In conseguenza di questa condizione si sarebbero verificati anche alcuni problemi cardiaci.

I figli Mario e Vittoria Cecchi Gori con la madre Rita Rusic, ex moglie, sono in partenza da Miami per Roma dove arriveranno domani in tarda mattinata.

I figli chiedono il massimo riserbo per la privacy per le condizioni di salute del padre, rende noto all’ANSA l’ufficio stampa della famiglia, Angelo Perrone.




Conservatori di musica: arrivano le precisazioni del Prof. Macculi

Riceviamo e Pubblichiamo

Preg.ma Direttrice,

A seguito della pubblicazione lo scorso 4 dicembre 2017 del testo tratto da conversazione telefonica avuta con il Vostro giornalista Roberto Ragone desidero cortesemente riportare delle precisazioni, rettifiche e integrazioni, poiché il testo riportato non corrisponde in parte al pensiero del sottoscritto al riguardo per vari motivi.

Va premesso che questa conversazione si è svolta a tarda ora alcuni giorni prima, doveva essere una intervista, ma ha avuto un carattere completamente diverso, che a causa della complessità degli argomenti trattati si è trasformato in uno scambio di idee libero, non sistematico e non preordinato, e quindi anche molto difficile da riordinare in forma di intervista, e ciò ha dato luogo di conseguenza anche a incomprensioni, esagerazioni e “qui pro quo”; purtroppo non ho potuto conoscere il testo di questa intervista prima della sua pubblicazione (lo ho letto solo due giorni dopo), che altrimenti lo avrei completamente rielaborato, e a titolo di paragone ripropongo il testo della lettera al Capo dello Stato (scritta e meditata per circa un mese), nella quale si può facilmente constatare che il mio modo e stile di trattare determinati argomenti è completamente diverso.

In relazione a ciò ho richiesto alla Vostra Redazione anche l’annullamento o cancellazione di questo testo, ma per motivi formali purtroppo ciò non è stato possibile. Correggere le varie incongruenze che risultano da questo testo non ha molto senso perché ciò equivarrebbe a riscriverlo di nuovo, e tanto vale riprendere la su menzionata lettera al Capo dello Stato, e quindi mi limito ad evidenziare e chiarire solo alcune situazioni a titolo di esempio.

Devo premettere che anche nei miei riguardi risultano notizie approssimative, e quindi desidero precisare che non sono un direttore d’orchestra e non sono membro dell’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei.

Il Senatore Bartolomeo Amidei viene menzionato come se fosse lui stesso parte della maggioranza di membro del Governo; è evidente che qui c’è stato un “qui pro quo”, e il senso di questo passaggio era tutt’altro, e riferito a quei parlamentari della maggioranza di Governo che provengono da collegi elettorali riferiti a quelle città medio-piccole che potrebbero rischiare un ridimensionamento, o chiusura, del proprio conservatorio, e quindi sono questi i parlamentari che potrebbero trovarsi più esposti a situazioni non agevoli verso i propri elettori, col rischio di fare una brutta figura.

Vorrei ricordare la Sua grande attenzione verso le problematiche dei conservatori che si è sviluppata in forme e direzioni diverse sin dal marzo 2016, con una prima interrogazione parlamentare da Lui scritta dopo un meditato confronto sia con me che con altri colleghi. Riguardo al modo molto rude, spiacevole e scortese, col quale il Maestro Paolo Troncon è stato menzionato nel testo, sicuramente ciò non sarebbe avvenuto se avessi potuto leggere il testo prima che fosse pubblicato; per quanto possa o meno essere stato promotore, come anche l’eventuale ispiratore, o uno degli ispiratori, dei parlamentari che si sono occupati della riforma dei conservatori, mai mi sarei sognato di utilizzare termini quali “mentore segreto”, anche perché di segreti nella ventennale storia di questa riforma non credo ce ne siano più, per cui questo termine è anche insensato, e riprova sono i confronti pubblici che anche io ho avuto con il Maestro Paolo Troncon in più di un’occasione, e ho potuto sempre constatare anche la Sua disponibilità al dialogo oltre che la Sua competenza.

Fermo restando le mie pubbliche, sincere, scuse nei suoi riguardi, ho intenzione però di non fermarmi a delle semplici scuse, ma di andare oltre con delle azioni e risposte più concrete, sia pure nei limiti delle mie possibilità: così ho chiesto a questa Redazione di fare una vera intervista al Maestro Paolo Troncon, alla quale io non interverrò e non replicherò; oltre a ciò mi auguro di poter intraprendere ulteriori azioni pubbliche nei suoi riguardi, se ne avrò la possibilità.

Con i più cordiali saluti

David Macculi




“Giornata Nazionale in memoria delle vittime della strada”: attesa la puntata speciale di OFFICINA STAMPA

“Giornata Nazionale in memoria delle vittime della strada” è questo il tema principale di cui si parlerà giovedì 21 dicembre 2017 durante la diretta della trasmissione giornalistica web tv OFFICINA STAMPA.

La giornalista Chiara Rai per l’occasione proporrà un vero e proprio speciale che vedrà protagonisti illustri ospiti e istituzioni tra cui il Prefetto Francesco Tagliente, Graziano Cioni già Assessore alla Sicurezza del Comune di Firenze nonché deputato e senatore nella XI, XII e XIII legislatura, Il dottor Stefano Macarra Dirigente del Centro Operativo Polizia Stradale, Il senatore della Repubblica Bruno Astorre, già assessore regionale promotore di un provvedimento generale che tende a migliorare la sicurezza stradale, Marco Mariani e Gisa Proietti membri dell’ AIVIS (Associazione Italiana Vittime e Infortuni della Strada), Lino Ventriglia team manager già Campione Mondiale Ferrari Challenge 2009 e promotore insieme all’Associazione “Sulla Buona Strada” di convegni istituzionali sulla sicurezza stradale, Franco Medici noto stuntman di caratura mondiale promotore di corsi e aggiornamenti sulla sicurezza stradale

Sotto la regia di Ivan Galea verranno proposti video servizi che forniranno i numeri aggiornati sugli incidenti stradali, le iniziative legislative in materia e le iniziative di promozione che si svolgono sul territorio nazionale

La diretta della trasmissione OFFICINA STAMPA, visualizzata da migliaia di utenti, viene trasmessa ogni giovedì a partire dalle 18 fino alle 19:30 sui seguenti canali:

Youtube OFFICINA STAMPA / www.officinastampa.tv / Facebook OFFICINA STAMPA

Dopo 12 anni dalla Risoluzione delle Nazioni Unite anche il nostro Parlamento ha istituito la Giornata Nazionale in memoria delle vittime della strada che vede come promotore e primo firmatario il deputato Pd Emiliano Minnucci. Ogni terza domenica di novembre sarà l’occasione per ricordare chi ha perso la vita sulle nostre strade e per approfondire il tema della sicurezza stradale.

OFFICINA STAMPA sarà l’occasione per ricordare le migliaia di persone che hanno perso la vita sulle strade ed evidenziare l’impegno che svolgono le associazioni di volontariato e la pubblica sicurezza per rendere le strade più sicure per tutti.

Questo nuovo provvedimento fa seguito alla legge 23 marzo 2016, n. 41 con la quale sono stati introdotti nel nostro ordinamento l’omicidio stradale e le lesioni personali stradali. Dopo quella Risoluzione adottata, il 26 ottobre 2005, la Giornata in memoria delle vittime della strada (WDR) viene osservata annualmente in un numero crescente di Paesi.

CLICCARE PER SEGUIRE LA DIRETTA A PARTIRE DALLE ORE 18 DI GIOVEDI’ 21 DICEMBRE 2017 (O per rivedere in differita)




Anguillara Sabazia, i Presepi di San Gregorio Armeno raddoppiano

ANGUILLARA (RM) – I presepi di San Gregorio Armeno, per il quinto anno di fila, popolano l’area a nord di Roma, con l’esposizione delle opere artigiane che hanno allietato le strade di Anguillara Sabazia e di Bracciano. Nell’ultimo fine settimana di Novembre i mastri presepari erano a Oriolo Romano, nei pressi di Palazzo Altieri, con le botteghe storiche che hanno esposto le loro opere. Nelle scorse settimane alcuni negozianti di Anguillara, con la Pro Loco e alcune realtà cittadine hanno espresso la volontà di riportare nei propri vicoli le botteghe artigiane partenopee, e nel prossimo fine settimana, a pochi giorni dal Natale, verrà realizzata una seconda esposizione dei famosi presepi.

 

Abbiamo chiesto al presidente dell’associazione Asso del Lago, Riccardo Lelli, informazioni relativamente all’esposizione.

Tornano i presepi a Anguillara. Quanto è felice di questo risultato?

Molto. In fondo Anguillara è stata la prima città a ospitare queste “tournee”, oltretutto è la città dove sono nato e dove vivo, per cui va bene Bracciano, va bene Oriolo, ma per quanto mi riguarda il fascino di vedere Anguillara invasa dalle statuine, è sempre particolare.

Siamo a pochi giorni dal Natale. L’atmosfera sarà più coinvolgente?

Lo speriamo. In genere, da quando realizziamo queste giornate, c’è sempre molta partecipazione, e l’atmosfera di Natale si respira lo stesso, ma certamente ora sarà ancora più affascinante.

Come si è giunti a questa decisione di raddoppiare l’esposizione?

Sono stati alcuni commercianti cittadini che hanno espresso il piacere di far tornare le botteghe. La Pro Loco ha recepito positivamente la richiesta, i rioni si sono messi subito a disposizione per collaborare, e abbiamo subito interessato l’associazione Corpo di Napoli per vedere se c’era la possibilità di tornare. Sicuramente è stato impegnativo anche per loro, perché in questi giorni le botteghe storiche hanno molte visite giù a San Gregorio Armeno, e spostare alcune persone per venire qui significa dover far lavorare molto di più quelli che restano in sede. Dobbiamo ringraziare il presidente dell’associazione Amedeo Mango, e il vicepresidente Gabriele Casillo per aver reso possibile questa uscita.

Non ci saranno solo esposizioni, però…

Vero. Sabato pomeriggio l’artigiano Antonio Piezzo realizzerà un personaggio del presepe in diretta, per tutta la durata ci sarà una mostra di come si crea un presepe, e il tutto sarà completato da Babbo Natale e truccabimbi per allietare i più piccoli

Cosa resta da dire?
Nulla, solo invitare tutti a visitare i presepi di San Gregorio Armeno il 16 e 17 dicembre a Anguillara Sabazia

 

Silvio Rossi