Addio a Fabrizio Frizzi: lutto nel mondo della televisione

Addio a un protagonista della televisione italiana: Fabrizio Frizzi è morto la scorsa notte a Roma. A dare l’annuncio è la famiglia del conduttore in una nota. “Grazie Fabrizio per tutto l’amore che ci hai donato”. Così la moglie Carlotta, il fratello Fabio ed i familiari. Frizzi, 60 anni, si è spento nella notte all’ospedale Sant’Andrea di Roma, in seguito ad una emorragia cerebrale. Il 23 ottobre scorso Fabrizio Frizzi venne colto da un malore, una ischemia, durante la registrazione di una puntata del programma “L’Eredità”. Venne ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma dove fu dimesso alcuni giorni dopo. Il conduttore tornò in tv a dicembre, sempre alla guida del programma di RaiUno. “L’Eredità è una gioia, fa bene anche al fisico – scherzò con Vincenzo Mollica annunciando il suo ritorno sugli schermi -. L’adrenalina sento che mi aiuta a stare meglio”.

Lo scorso 5 febbraio ha compiuto 60 anni. Parlando della malattia disse: “Non è ancora finita”. “Se guarirò – sottolineò – racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando”.

Frizzi ha condotto nella sua carriera 73 programmi. Ma la trasmissione per cui viene ricordato di più è sicuramente Miss Italia: Fabrizio, infatti è stato il padrone di casa del concorso di bellezza per ben sedici edizioni, dal 1988 al 2002 e dal 2011 al 2012.

“Con Fabrizio se ne va un pezzo di noi, della nostra storia, del nostro quotidiano”. Così la Rai commenta la notizia della morte di Fabrizio Frizzi. “Non scompare solo un grande artista e uomo di spettacolo, con Fabrizio se ne va un caro amico, una persona che ci ha insegnato l’amore per il lavoro e per l’essere squadra, sempre attento e rispettoso verso il pubblico – si legge in una nota -. Se ne va l’uomo dei sorrisi e degli abbracci per tutti. L’interprete straordinario del coraggio e della voglia di vivere. E’ impossibile in questo momento esprimere tutto quello che la scomparsa di Fabrizio suscita in ognuno di noi. Così la Rai tutta, con la presidente Monica Maggioni e il direttore generale Mario Orfeo, può solo stringersi attorno a Carlotta e alla sua famiglia in questo momento di immenso dolore”.

Il direttore generale della Rai Mario Orfeo, visibilmente commosso, è arrivato all’ospedale Sant’Andrea dove stanotte è morto Fabrizio Frizzi. Dopo una breve visita ha lasciato l’ospedale, senza voler dare dichiarazioni che, ha spiegato, aveva già affidato ad una nota ufficiale.




Fiera di Grottaferrata: “L’alba di un grande cambiamento”

La 418esima edizione della Fiera di Grottaferrata, apertasi nella mattinata di oggi, inaugura di fatto, coincidendovi in pieno, la Settimana Santa che condurrà alla Pasqua, che si celebrerà quest’anno  domenica 1 aprile. Per questo il sindaco Luciano Andreotti nel suo breve saluto prima del taglio del nastro ha voluto sottolineare come l’Amministrazione comunale abbia voluto con convinzione  promuovere per il prossimo venerdì santo, 30 marzo, la prima edizione della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo che si terrà nel cortile del monastero di San Nilo.
“Nel giro di una settimana – ha detto il sindaco – Grottaferrata vivrà un grande evento religioso nel pieno dell’evento fieristico”.

Una edizione, quella appena iniziata, dell’evento più antico e tradizionale della cittadina castellana che il sindaco ha definito  “di mezzo”, “a cavallo tra passato e futuro “ “alba di un grande cambiamento” di cui in realtà già dalla logistica e dall’organizzazione degli spazi si vedono le prime tracce.
Numerosi i sindaci del territorio presenti: tra gli altri Roberto Mastrosanti di Frascati, Emanuele Pucci di Monteporzio, Emanuele Crestini di Rocca di Papa, Carlo Colizza di Marino e altri rappresentanti dei comuni castellani e di quelli gemellati nel percorso niliano, in particolare il comune salernitano di Bracisgliano, presente in fiera con uno stand e all’inaugurazione con il sindaco Antonio Rescigno.
Tra gli stand istituzionali anche quello del comune calabrese di Orsomarso.
“Ora tuttavia – ha annunciato il sindaco in un passaggio  del discorso – il compito che la mia amministrazione si assume, a partire già da domani, è quello di dare alla fiera una nuova veste e far sì che la fiera sia fattore di sviluppo economico e culturale attrattore di turismo e nuove iniziative commerciali.  Per rilanciare l’evento – ha detto Andreotti – occorrerà un vero cambio di passo affidando l’organizzazione dell’evento a un vero e proprio ente Fiera partecipato da più soggetti che possa programmare, individuare e sviluppare  nel quartiere fieristico di San Nilo le tematiche di una fiera vincente e d’eccellenza che guardi in primo luogo al territorio dei Castelli Romani”.
Il primo cittadino ha quindi salutato i numerosi colleghi sindaci presenti e ringraziato gli amministratori e gli uffici del Comune di Grottaferrata come gli uffici, i consiglieri comunali e la presidente del Consiglio comunale, Francesca Passini che ha curato il cerimoniale della mattina inaugurale.
Dopo il sindaco, è intervenuto il vescovo di Frascati, S.E. monsignor Raffaello Martinelli  che ha definito la Fiera come “un evento di unità, collaborazione perché solo attraverso l’unione delle forze, la collaborazione e il rispetto l’uno dell’altro possiamo far crescere i Castelli Romani e Grottaferrata”.
Il vescovo Martinelli ha quindi sottolineato con piacere la notizia della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, tornando a spiegare come anche un evento come la Fiera più che mai quest’anno nell’ottica pasquale possa vedere “morire gli egoismi e le divisioni per darci una mano gli uni gli altri” e vedere una resurrezione del lavoro, soprattutto di quello giovanile perché “i nostri giovani hanno diritto di sentirsi soggetti attivi nell’opera produttiva della comunità”.
Il nastro è stato tagliato dalla signora Ivonne Orzilli, matriarca di una famiglia di imprenditori vitivinicoli grottaferratesi, scelta come madrina della 418esima edizione della Fiera di Grottaferrata.
A pranzo  il sindaco Andreotti, assessori e consiglieri di Grottaferrata hanno dato il via al Callara Tour 2018 organizzato dalla frazione di Saletta di Amatrice, salutando la prima mattina della #Fiera418 con un gustoso gesto di solidarietà a base di maccheroni all’amatriciana a sostegno delle comunità del centro Italia colpite dal terremoto del 2016.




Stilista italiana: Vuitton ha rubato la mia idea

MILANO – Concorrenza sleale e, in alternativa, violazione del diritto d’autore. Sono le contestazioni mosse da Eleonora Russo Bonfrisco nei confronti di Luis Vuitton. L’artista e stilista italiana, che si cela dietro il marchio nato nel 2015 ‘Coquette art de port’, ha citato in giudizio la casa di moda parigina per il presunto ‘furto’ di un’idea. A suo dire, la riproduzione in primo piano su borse e altri accessori di “celebri icone” di quadri famosi da lei rivisitati, richiamandosi alla Pop Art e all’Art Decò, con anche la sua firma – il nome del brand da lei inventato – sarebbe stata imitata nella ‘Masters collection’ lanciata circa un anno fa dalla griffe parigina.
Il prossimo 3 ottobre davanti al Tribunale civile prenderà il via, in primo grado, il procedimento. L’avvocato di Luis Vuitton, Pier Luigi Roncaglia, dello studio Spheriens, contattato dall’ANSA da declinato ogni commento.




Frascati, vino e turismo. Un mercato in forte crescita: Venerdì il dibattito a palazzo comunale

FRASCATI (RM) – Le donne del vino Dibattito sull’enoturismo, questo il titolo dell’evento promosso dal Comune di Frascati e dall’assessorato alle politiche culturali, in programma per venerdì 23 marzo, alle ore 17:00, nella Sala degli Specchi del palazzo comunale. Il turismo del vino accoglie sempre più enoturisti provenienti da ogni parte del globo facendo registrare un fatturato in crescita sia per le cantine, che per gli esercizi commerciali e le strutture ricettive. Vino, dunque, per attrarre il turismo e l’economia dei territori: questo il leitmotiv dei vari operatori del settore.

A moderare il dibattito sarà Chiara Rai, direttore de L’Osservatore d’Italia. Interverranno Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’Associazione Le Donne del Vino, Roberto Gherardi, consigliere delegato all’Enoturismo e Basilio Ventura, delegato all’Agricoltura. Per Cia-Agricolturi Italiani interverrà al tavolo, Pina Terenzi, imprenditrice vitivinicola e vicepresidente Donne in Campo Cia.




Dalì è protagonista al Palazzo delle arti di Napoli

NAPOLI – “IO DALì” e così che si chiama la bellissima mostra al PAN |Palazzo delle arti di Napoli dal 1 marzo fino al 10 giugno 2018, exibhition dedicata al grande genio del novecento Salvador Dalì. L’intento dell’evento è di svelare ai visitatori la vita segreta del grande genio poliedrico, è vivere un viaggio attraverso dipinti, disegni, collage, video, fotografie e riviste dell’artista catalano. E’ come lui stesso ricorda egli era il SURREALISMO in persona, è l’incarnazione per eccellenza del movimento di André Breton che fondò nel 1924, ricordiamo che all’inizio era essenzialmente letterario, ma nel 25’ il teorico si pose il problema di come poteva essere la pittura surrealista scrivendo un trattato dal titolo:” Le surréalisme et la peinture” pubblicato su “Revolution Surréaliste”. Tutto  il movimento non era uno stile pittorico, letterale, ma un atteggiamento, un modo di essere, ed in questo il grande Salvator Dalì ha incarnato appieno tutta l’ideologia bretoniana.

Salvator Dalì era un’artista che operava non solo nella pittura, egli era sperimentale verso tutto ciò che era COMUNICAZIONE, si è reso immortale perché era soprattutto un artista cosiddetto della “flànerie”, ossia il suo girovagare fra le varie espressioni come un artista del Rinascimento senza meta e sempre in costante mutazione, sempre in attesa della scoperta, sempre con lo sguardo rivolto al passato, ma capace anche di proiettarsi nel futuro, tutto questo ha fatto in modo che il suo personaggio diventasse senza tempo. L’Exibhition è stata fortemente voluta dal Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dall’Assessorato alla  Cultura e al turismo Nino Daniele, in collaborazione con la Fundacio’Gala-Salvador DALì, la Direttrice dei Musei Dalì Montse Aguer. La direzione generale è del Presidente di C.O.R. (Creare Organizzare Realizzare) di Alessandro Nicosia  realizzata e co-organizzata. Ed inoltre è supportata dal Ministero della Cultura spagnola, con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia e l’Istituto Cervantes.

Precursore dell’automatismo odierno potremmo dire che è il “padre” spirituale del divismo che noi tutti siamo testimoni, di quel narcisismo esasperato nel modo di porsi sui social, e sui vari medium che l’uomo contemporaneo ha a sua disposizione. Per Salvator Dalì l’uso dei media era un modo di completare le sue creazioni, un atto performativo non solo durante gli eventi, ma anche nel suo quotidiano, infatti non appariva spesso in pubblico, il medium era da usare con condizione di causa con parsimonia, riconosceva  appieno tutta la sua potenza, egli era molto attento per le “messe in scena” di stesso quando appariva in pubblico, usava se stesso come un Brand da promuovere. Dali e sul tema dei medium ha fatto parecchie dichiarazioni, e tra queste dichiarò ad un giornalista “ Odoro la pubblicità, e se per fortuna i giornalisti mi conosceranno e si occuperanno di me, offrirò loro il mio pane, come San Francesco alle folle”.

Scoprì che l’immagine mediale è comunicazione, ma soprattutto è anch’essa un processo creativo non solo nell’atto dell’invenzione dell’artista, ma è anche capace di dare alla mente un’ulteriore stimolo a sé e al fruitore, e di dare nuove forme all’idea primordiale della creazione.

L’immagine surrealista per eccellenza era un insieme di fattori incompatibili e non accostabili tra di loro, ma ciò che la mente umana in quel momento suggeriva all’artista, ossia di mettere insieme simboli o cose senza una ragione e con diverse letture; qualche critico ha ipotizzato che il bersaglio del surrealismo era il pensiero tradizionale del mito francese della RAGIONE. Le creazioni per Dalì è una grande “scena” teatrale e molte volte fatta di immagini fantastiche, oppure lucidi paradossi con molteplici interpretazioni alle immagini, ma anche le performance e agli happening che egli dava erano delle vere opere d’arte. Tutte le sue “creazioni” erano sempre sulle orme di Freud e di Lacan, il conscio e l’inconscio erano sempre i protagonisti,  i suoi messaggi erano onirici, ma anche attenti alle problematiche reali, sociali e alle scoperte scientifiche come il ciclo dei dipinti dedicati al DNA del 1973.  Precursore dell’immagine 3D, realizzò opere che davano al fruitore la terza dimensione in un dipinto bidimensionale, queste creazioni dovevano essere viste con attrezzature adatte, questa ricerca è la testimone di come Dalì aveva un forte interesse per le nuove frontiere dell’immagine, ma rimanendo ancora al classico, le opere in 3D  sono realizzate ad olio e con il supporto di compensato. E’ il primo artista del ventesimo secolo a lavorare su questo fronte concretamente, ossia la rappresentazione dell’immagine che, senza la minima alterazione degli elementi che compongono l’opera, può trasformarsi grazie alla semplice stimolazione della volontà del fruitore, egli chiede a quest’ultimo la partecipazione per il suo completamento, dando via all’interazione tra artista e il fruitore, diventando quest’ultimo parte del processo creativo, che molte volte l’idea iniziale era diversa dell’artista.

Fra i dipinti che si possono ammirare a questa imperdibile mostra  è “l’Autoritratto con il collo di Raffaello” che realizzò nel 1921, ma anche diversi disegni per la sua autobiografia “Vita segreta” pubblicata nel  1942.

Nel 1961 alla Biennale di Venezia un giornalista  chiese a Salvator Dalì su cosa fosse il surrealismo, pronunciò la famosa frase ”il surrealismo sono io”, nonostante il suo rapporto con Breton e il gruppo del caffè Cyrano fosse terminato da anni, ricordiamo che il suo teorico considerava l’artista per eccellenza Max Ernest. L’intento della mostra “Io Dalì” è un modo di indagare un particolare aspetto della personalità dell’artista, e la sua personale visione del mondo reale ed irreale, ed è anche il modo di vedere come fece la sua vita un capolavoro. Consapevole di avere comportamenti bizzarri un giorno dichiarò “io non mi drogo, la droga è in me”, fin dalla sua nascita ha cercato di attirare l’attenzione a sé in maniera consapevole, infatti ha dovuto per tutta la vita confrontarsi con il fratello morto di cui i genitori non smisero mai di parlare come “genio”, tutto questo lo portarono a sviluppare un ego smisurato. Fin da quando era piccolo aspira ad essere un genio, nel suo diario personale tra il 1919 e il 1920 egli scrisse: “Sarò un genio e il mondo mi ammirerà. Magari sarò disprezzato e incompreso, ma sarò un genio, un grande genio, ne sono sicuro”. Nel 1928 conobbe a Parigi Picasso, Mirò, Breton ed Eluard che lo orientarono verso il surrealismo, ma aderì l’anno successivo, dando alla teoria di Breton una chiave personale che chiamò “metodo paranoico-critico”.

Al Palazzo delle Arti di Napoli si può constatare che i video, le performance e le apparizioni non hanno nulla a che fare con l’improvvisazione, anzi è ben studiato, si possono ammirare le copertine della rivista Time del 1936, oppure alla sua partecipazione in veste di ospite ad un concorso televisivo americano popolarissimo dal nome”What’s My Line?” trasmesso nel 1957 dall’emittente CBS.

Salvator Dalì domina in tutto il primo piano al Palazzo delle esposizioni partenopeo, appena si entra ad accogliere i visitatori c’è il  video con Gregory Peck del 1954 di O.Selnick, Usa, dal titolo: “ Sequenza del sogno basato su Dalì”, è un viaggio all’interno delle opere del maestro catalano, Dalì riusciva a dare colore anche ai film in bianco e nero.

In tutta la mostra si nota che il grande genio aveva “adottato” uno sguardo penetrante e un look identicativo, ad esempio i suoi famosi baffi, era come una vera star del cinema, egli interpretava se stesso quando era in pubblico, Dalì era il regista di Dalì.

Grazie alla sua abilità di promuovere la sua immagine trasformava ogni sua exibhition in un evento sensazionale, non solo si confermò al pubblico come genio, egli assicurò che la sua genialità fosse immutata nel tempo. Nel percorso al Palazzo delle arti sono presenti le foto di Philippe Halsman, le famose immagini che hanno reso ancor di più i suoi celebri baffi, il fotografo  in un’intervista dichiarò al Simon and Schuster a New York del 1954: “ Dalì è un surrealista, la più surrealista fra le sue creazioni, tuttavia è lui stesso. Non so cosa lo abbia reso più famoso, se i suoi dipinti o la leggenda che egli stesso contribuì a creare attorno a sé”. Dal punto di vista pittorico è minuzioso e delicato, in netto contrasto con i suoi soggetti, adorava gli sguardi e il gioco degli specchi dedicati a Velasquez come i dipinti dedicati a Gala dal titolo “Dalì che dipinge Gala di spalla” che si possono ammirare all’esposizione.  Amava i maestri del passato, usava i colori ad olio su supporti in legno dipingendo dipinti in 3D, al Palazzo si possono ammirare anche i dipinti stereoscopici,  queste opere sono una fusion tra il passato e il futuro.

E’ imponente il manifesto che accoglie i passanti e i visitatori che si trova all’ingresso del Palazzo delle Esposizioni a Via Dei Mille del capoluogo partenopeo nella strada dello shopping e del lusso, il suo sguardo ed i suoi celebri baffi ancora governano la scena, dando l’impressione che Dalì sia veramente immortale a distanza di molti anni dalla sua morte.

Giuseppina Ercole




Colori e ossessioni in passerella: quando la moda diventa arte figurativa

La moda come qualsiasi arte figurativa applicata come la pittura, la scultura, la ceramica ecc. ha bisogno di visibilità, questo avviene grazie ai media per avere la riconoscibilità dalle persone, e per far si che il fatturato sia notevole, e anche i grandi brand consolidati come Gucci hanno bisogno di stupire sulle passerelle.

Fino adesso faceva scalpore la magrezza delle modelle ai limiti dell’anoressia vedendole sfilare sulle passerelle o nei servizi fotografici di moda, la maison Gucci durante Settimana della moda di Milano, ha presentato un exibhition a dir poco unica, attirando a sé tutta l’attenzione dei media, ma le distanze dello stilista Giorgio Armani.

La famosissima casa di moda Gucci ha fatto sfilare sulle passerelle modelle e modelli con teste di manichino sotto al braccio, si trattava di un doppio della loro immagine, una modella aveva un occhio dipinto in fronte, ossia il “terzo occhio”, alcuni cuccioli di drago portati in mano, un camaleonte, e anche un serpente. Per l’occasione la “scena” è stata allestita come una sala operatoria, da
una fabbrica che si occupa di effetti speciali di Cinecittà la Makinarium che in passato ha collaborato con diversi registi come Ridley Scott, Matteo Garrone ecc… Per preparare l’evento ci sono voluti ben sei mesi di tempo, e molta maestria artigianale per completare il lavoro, come l’uso di calchi, gessi e scansioni 3D della testa dei modelli. Nell’epoca dell’immagine, e della condivisione per essere innovativi si ha bisogno di sensazionalismo per avere attenzione, ma questo succedeva anche con gli artisti del passato.

Dopo la nascita dell’impressionismo e le correnti artistiche l’arte è stata rappresentata in tutte le sue forme e colori, addirittura è stata rappresentata anche l’invisibile, e questo è accaduto dall’inizio del novecento in poi, ma puntualmente da oltre un secolo i galleristi presentano ai media eventi di “opere invisibili” proclamandoli come eventi innovativi, ad esempio la mostra presentata a Londra alla Hayaward Gallery con il nome di “Invisible: Art about the Unseen” . I galleristi sono arrivati a vendere a cifre importanti pur di essere innovativi anche dipinti del tipo “action painting” di Pollock realizzati dallo scimpanzé “Coco”, pur di avere nella propria galleria dipinti che davano un “taglio” alla produzione pittorica passata.

Fra le innovazioni positive contemporanee la troviamo nei musei e le gallerie, infatti attualmente ci sono in giro mostre di opere di pittori del passato scelte da personaggi famosi, oppure associando arte antica con opere d’arte contemporanea, è un nuovo modo di attirare le persone e bambini ai musei, ma anche di dare una nuova vita alle opere d’arte tenute nei musei, ed è una visione diversa di fruire l’opera d’arte da un’altra prospettiva, rigenerandola.
La moda è arte e l’arte è provocazione in tutte le sue manifestazioni, ma in merito alla sfilata della maison Gucci la provocazione non dovrebbe suscitare DESIDERIO DI POSSESSO e OSSESIONE del capo o dell’accessorio delle addicted della moda non appena hanno vista sfilare un vestito o dopo aver sfogliato riviste di fashion?
Lo stilista della famosa casa di moda si chiama Alessandro Michele, ed ha fatto aumentare il fatturato del brand Gucci a cifre vertiginose. Le sfilate di moda dagli anni novanta in poi grazie a Gianni Versace sono diventate SPETTACOLO, infatti è al grande stilista scomparso tragicamente che si deve il clamore delle top model di quegli anni come Claudia Schiffer, Naomi Campmbell, Carla Bruni e Cindy Crawford ecc…, il loro successo fu tale che arrivarono ad offuscare perfino gli abiti indossati quando sfilavano sulle passerelle in quasi tutto il decennio, le sfilate erano dei veri e propri show. Sulle passerelle si è visto quasi di tutto, perfino in alcune exibhition le modelle sono state affiancate da animali come la giraffa pur di stupire.

Marcel Duchamp nel 1914 negli Stati Uniti portò con sé una sfera di vetro contenente l’aria di Parigi rendendo “arte” anche un qualcosa che non si vedeva solo perché l’artista aveva deciso che un semplice contenitore di vetro e l’aria che la conteneva fosse OPERA D’ARTE.
“E’ opera d’arte perché è frutto del genio” come diceva Angela Vettese, addirittura in quegli anni si vendevano opere d’arte invisibili, il compratore aveva di materiale solo il contratto di un’opera che non avrebbe mai visto. In futuro gli stilisti pur di far parlare delle loro sfilate presenteranno collezioni di abiti o accessori anche loro invisibili? o modelli e modelle con le sembianze di un IBIS egiziano simbolo del dio Thot?
Il concetto di eleganza e di bellezza è sempre stato mutevole nei secoli, forse ci troviamo di fronte ad un nuovo concetto di bellezza e di eleganza? O forse siamo invasi da immagini e i creativi pur di farsi notare cercano a tutti i costi di dare un’aura a creazioni (Walter Benjamin), cercando idee e ideologie che non hanno nulla a che fare con l’artigianato, l’arte ha bisogno di sperimentazioni, ma pur di vendere si arriva a tralasciare anche il buon gusto?

Giuseppina Ercole




Il fascino dell’Italia e dell’Oriente in mostra ad Helsinki

HELSINKI – Ippolito Caffi (Belluno 1809-1866 Lissa) fu un rappresentante ed innovatore della tradizione pittorica vedutista. La sua ammirazione per Canaletto è evidente nella qualità luminosa e traslucida delle sue prime marine e dei soggetti architettonici. Caffi avrebbe continuato a mietere consensi per i suoi paesaggi avvolti dalla nebbia, eseguiti in uno stile intenso e romantico; nelle sue mani, un paesaggio urbano notturno poteva essere trasformato in un palcoscenico teatrale in cui il ruolo principale era giocato non dagli edifici ma da un bagliore di luce misterioso e onirico.

La mostra trasporta i visitatori in un viaggio attraverso Venezia, Roma, Napoli, Atene, Costantinopoli e altre città d’Oriente

Sempre determinato a non percorrere un sentiero già battuto, Ippolito Caffi era un avventuroso che preferiva destinazioni lontane, anche quando significava correre rischi. I suoi dipinti, acquerelli e disegni di Egitto, Siria e Gerusalemme ci portano in luoghi che non facevano parte del classico Grand Tour.Caffi era anche un fervente patriota italiano: partecipò ai moti del 1848-1849 e alla terza guerra d’indipendenza contro l’Austria, perdendo la vita nel 1866 durante la battaglia di Lissa quando la nave Re d’Italia affondò nel mare Adriatico.

Questa mostra ad Helsinki comprende 73 dipinti ed una selezione di 15 acquerelli e disegni della collezione della Fondazione Musei Civici di Venezia, dal primo febbraio al 27 maggio 2018 è aperta al pubblico al Sinebrychoff Art Museum di Helsinki (Finlandia) e porta per la prima volta in un museo scandinavo l’arte dell’Ottocento italiano, che viene così celebrata nella sua riscoperta e nel rinnovato successo che sta riscuotendo in Europa.

Gianfranco Nitti

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Info:
IPPOLITO CAFFI.The Lure of Italy and the Orient
Sinebrychoff Art Museum, Helsinki, Finlandia
1 febbraio – 27 maggio 2018

https://sinebrychoffintaidemuseo.fi/en/exhibitions-now/

 




Roma, il Prefetto Francesco Tagliente relatore alla presentazione del libro sul Papa emerito

ROMA – Presentata a Roma la pubblicazione “Benedetto XVI, L’Arte è una porta verso l’infinito. Teologia estetica per un nuovo rinascimento” scritta dal Monsignor Jean Marie Gervais. L’opera si presenta come un manuale d’arte con l’intervento dell’artista Bruno Ceccobelli che per l’occasione ha realizzato dieci tavole inedite che nascono da altrettanti interventi del Pontefice emerito sull’arte e sulla via pulchritudinis.

La prefazione è stata curata dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per lo stato Città del Vaticano, Arciprete della Basilica di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro.

E’ arricchita da dieci Tavole inedite dell’artista Bruno Ceccobelli, che illustrano il volume, e dal saggio critico del professor Mariano Apa, che ha commentato ciascuna tavola e il lavoro dell’artista nel panorama dell’arte contemporanea.

La pubblicazione di Monsignor Gervais, prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano, esponente della Penitenzieria Apostolica, nasce come omaggio al Papa emerito, dall’Associazione culturale Tota Pulchra. Associazione fondata nel 2016, dallo stesso Monsignor Gervais, proprio per onorare la bellezza dell’arte, in quanto manifestazione della Luce Divina nelle potenzialità dell’uomo, e per questo, mettere gli artisti in condizione di esprimere la propria arte, fornendo mezzi e luoghi appropriati. Gli artisti, infatti, attraverso le opere del loro ingegno, possono aiutare tutti a scoprire la bellezza del creato” legami proprio naturali tra fede e arte, in quanto finestra spalancata sull’immaginazione, e quindi sull’Infinito.

Con il coordinamento di Valerio Monda e Luca Alberto di Laudo, rispettivamente primo e secondo assistente dell’Associazione “Tota Pulchra si è sviluppato un interessante dibattito, con l’autore Monsignor Gervais e con la criminologa Imma Giuliani e il prefetto Francesco Tagliente.

“L’invito alla presentazione di una pubblicazione che esalta le meraviglie artistiche che ornano da secoli il Vaticano e i rapporti che hanno legato i Papi della storia agli artisti – ha scritto il Prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB – ha risvegliato la mia curiosità verso l’estetica e l’arte sacra e fatto riflettere sul mio legame con l’arte e gli artisti.

L’Osservatore d’Italia ha intervistato il prefetto Tagliente, noto per aver promosso varie iniziative per valorizzare opere monumentali

In tanti gli riconoscono l’impegno per il decoro degli ambienti architettonici del Palazzo Bonifacio sede della Questura di Firenze e del Palazzo San Vitale sede della Questura di Roma e per ultimo del Palazzo Medici sede della Prefettura di Pisa. Peraltro nella città della Torre il suo impegno per il recupero del patrimonio architettonico e monumentale, è stato documentato con quattro pubblicazioni.

Prefetto come nasce il suo interesse per l’arte?

Una delle ragioni del mio continuo interesse per l’arte è certamente da ricercare, a margine del mio percorso professionale, nella curiosità di cercare di capire la varietà dei linguaggi e la sua dialettica, nel percorso di ricerca e di confronto. Quella curiosità che spinge l’uomo alla conoscenza, a prendersi cure, a non disinteressarsi del mondo circostante, a meravigliarsi di tutte le possibili manifestazioni.

Una curiosità che si è trasformata in una passione. Come si è stata alimentata?

Una particolare passione per le opere pittoriche è stata alimentata da un’innata esigenza di arricchire il mio patrimonio culturale, cogliendo ogni possibile occasione per frequentare ambienti diversi dal mio mondo professionale, per scoprire l’altra parte dell’uomo, quella più luminosa, dove, come dice William Blake, “l’immaginazione non è uno stato mentale: è l’essenza umana stessa. Per anni, con frequenza quasi giornaliera, al mattino presto mi fermavo lungo il percorso casa-ufficio con gli artigiani del laboratorio del corniciaio e gallerista Onorato Mancini, in piazza Nicosia a Roma. Lì incontravo tanti artisti con i quali mi soffermavo a parlare, per capirne la sensibilità.

Ma c’è stato qualcosa in particolare che ha fatto scattare questa molla? Da che cosa è stato colpito?

Spesso ho riflettuto di fronte a un’opera sul mistero dell’arte. Mi ha colpito in passato, guardando “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?” di Paul Gauguin, la grande sofferenza fisica e psicologica che il dipinto mi trasmetteva. La morte della figlia, le incomprensioni che la sua pittura aveva incontrato, spinsero Gauguin a scrivere il proprio testamento spirituale, lasciando, attraverso il simbolismo del colore, il suo forte messaggio sullo svolgimento della vita dell’uomo.

Che ruolo ha esercitato l’arte nel suo percorso professionale?

L’arte può rappresentare la via della liberazione emotiva dell’individuo, il mezzo per superare, oggettivandolo anche il dolore. Io penso anzi sono convinto che l’arte nasce dalla parte più profonda dell’artista. Essa rappresenta come afferma Schopenhauer, la “conoscenza libera e disinteressata”, “sottrae l’individuo alla catena infinita dei bisogni e dei desideri quotidiani, offrendogli un appagamento immobile….

Ha frequentato degli artisti?

Si, li ho frequentati e mi sono arricchito della conoscenza di Remo Branca, Giorgio De Pasquale, Renzo Vespignani, Alberto Sughi, Sigfrido Oliva, Salvatore Provino e altri artisti come Sergio Lombardo: mi hanno consentito di avvicinandomi all’arte della grafica, all’incisione, alla serigrafia, alla litografia e alla xilografia riuscendo a capirne e a riconoscerne la differenza, fino a seguire la lavorazione delle lastre per incisione al torchio a casa del Maestro Renzo Vespignani. Frequentando la casa del Maestro, animata dalla compagna Rossana Mataloni, ho trascorso ore piacevolissime ascoltando racconti e discutendo di arte.

Parla come se fosse stato molto coinvolto dalle opere del Maestro Renzo Vespignani?

Si e ripensando alle sue opere, mi soffermo spesso a pensare come attraverso la bellezza dell’arte, l’uomo dia un senso alla realtà e alla propria esistenza, a come con l’arte trasmetta messaggi, quando non riesca a comunicare agli altri gli aspetti più profondi del proprio io.

Grazie




Corleone, bagno di folla per la fanfara dei Carabinieri

CORLEONE (PA) – A Corleone ieri alle 12.00 in occasione della Festa di San Leoluca, Santo Patrono della città di Corleone, la Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia (composta da 30 elementi, tutti diplomati presso conservatori italiani e diretta dal Maestro Maresciallo Maggiore SENA) si è esibita in un concerto in piazza Falcone e Borsellino di Corleone. L’iniziativa – fortemente voluta dal Comandante Interregionale Carabinieri Culqualber, Generale di Corpo d’Armata Luigi Robusto, dopo una sua visita alla Stazione Carabinieri di Corleone – è stata particolarmente apprezzata dalla cittadinanza che ha gremito la piazza dedicata ai magistrati uccisi dalla mafia ed ha inteso suggellare ulteriormente lo stretto legame che unisce l’Arma alla popolazione: il Carabiniere è da sempre il vicino di casa di tutti noi! La significativa presenza dei corleonesi dimostra che Corleone è cambiata. La città – in passato etichettata come luogo di mafia e di mafiosi, dove nulla poteva esser fatto senza il benestare di cosa nostra – si è ieri unita nella sua piazza principale dove tante famiglie e tantissimi bambini hanno simbolicamente abbracciato i Carabinieri in alta uniforme, ringraziando della loro presenza con innumerevoli applausi.




Cinema: Los Angeles Italia Film Festival 2018 dedicato a Zeffirelli

Intesa Sanpaolo partecipa per la prima volta al “Los Angeles Italia Film Festival 2018”, la manifestazione realizzata con MIBACT, ANICA e ICE, inaugurata domenica 25 febbraio a Los Angeles. Numerosi i film in proiezione la cui realizzazione ha beneficiato del supporto di Intesa Sanpaolo:

Hotel Gagarin; The Place (produttore Lotus Production);Start Up; Brutti e Cattivi (produttore Casanova Multimedia);Sono tornato (produttore Indiana Production);Terapia di coppia per amanti (produttore Cinemaundici);Il Premio (produttore Italian International Film).Sirene (serie tv -produttore Cross Production).

La manifestazione si concluderà venerdì 2 marzo con la proiezione speciale del film All the money of the world di Ridley Scott realizzato da SONY, cui Intesa Sanpaolo ha offerto i servizi finanziari per la fase di realizzazione in Italia.

Sostenendo questa iniziativa in qualità di sponsor, il Gruppo Intesa Sanpaolo conferma la propria attenzione nei confronti dell’industria cinematografica al cui sviluppo ha contribuito erogando finanziamenti pari a 1 miliardo di euro in 10 anni e determinando la ripresa di un settore che ha manifestato una ritrovata vitalità per competere sul mercato internazionale. Ad oggi, infatti, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha supportato più di 60 operatori,sostenendo la produzione di più di 300 opere audiovisive (oltre 150 opere cinematografiche, 150 fiction televisive, oltre 30 spot pubblicitari) -come The Young Pope, Gomorra, Romanzo Criminale, I Medici 2, Leisure Seeker, La Pazza Gioia, Capitale Umano -e la distribuzione sul mercato italiano di oltre 200 titoli esteri, tra cui numerosi blockbuster.

Con lo stesso spirito e impegno verso le arti e lo spettacolo Intesa Sanpaolo è intervenuta come associato in diverse iniziative cinematografiche, sostenendo direttamente la produzione dei film This Must Be The Place di Paolo Sorrentino (presentato al Festival di Cannes 2011),Il villaggio di Cartone di Ermanno Olmi (presentato al Festival di Venezia 2011), Il Paese delle spose infelici di Pippo Mezzapesa, Reality di Matteo Garrone (vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes 2012), Immaturi -Il viaggio di Paolo Genovese, Io e te, film diretto da Bernardo Bertolucci (fuori concorso al Festival di Cannes 2012), Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek e Baby Blues di Alina Marazzi.

Il sostegno di Intesa Sanpaolo al mondo dello spettacolo è stato possibile anche grazie alla creazione all’interno della controllata Mediocredito Italiano, del Desk Media & Entertainment, la struttura specialistica dedicata al settore audiovisivo (cinema, serie TV, spot pubblicitari), culturale (musica, teatri, arte) e dell’intrattenimento in generale (concerti, grandi eventi) che sostiene i produttori e distributori indipendenti, editori di contenuti televisivi e operatori della filiera dell’industria nell’individuazione delle più corrette strategie di sviluppo del business, proponendo prodotti e soluzioni creditizie mirate e affiancando alla consueta valutazione creditizia una specifica e approfondita analisi degli aspetti finanziari, contrattuali,operativi e normativi.
La 13a edizione di Los Angeles, Italia – Film Fashion and Art Fest, l’evento che nella settimana che precede l’assegnazione degli Oscar (25 febbraio-3 marzo) promuove il cinema italiano e i suoi protagonisti con una settimana di proiezioni e gala al Teatro Cinese di Hollywood, sarà dedicata al maestro Franco Zeffirelli, in occasione dei 50 anni dall’uscita del capolavoro ‘Romeo e Giulietta’ (1968).
Il programma 2018 su:
http://www.losangelesitalia.com/it/official-program-2017.html

Gianfranco Nitti




Roma: Beba Albanesi debutta al Puff

ROMABeba Albanesi debutta allo storico teatro-ristorante fondato da Lando Fiorini Serata emozionante e coinvolgente per il debutto dello spettacolo “50 anni di Puff in Puff “ il teatro-ristorante fondato 50 anni fa da Lando Fiorini, il re della canzone romana, scomparso tre mesi fa.

Puff ha aperto ai nuovi talenti del cabaret italiano con musica e comicità. Con la regia di Francesco Fiorini, figlio di Lando, il celebre locale romano, come fece all’inizio con Montesano, Banfi o Gullotta, si è fatto conoscere con un nuovo progetto con tanti gli artisti come Roberta Beba Albanesi, Camillo Toscano, Tommaso Zevola,Monica Cetti e Marilyn Gallo.

I nuovi spettacoli sono in programma domani sera 24 febbraio, il 10,11,16,23,24,25 marzo, il 7,14,20 e 28 aprile e il 5 e il 12 maggio.

Irene Tagliente