Roma, il Cinema America torna a sorpresa a San Cosimato

ROMA – Il Cinema America torna il 2 luglio in piazza San Cosimato, con un evento sorpresa fuori programma. Sarà la commedia del 1996, “Ferie d’agosto”, a inaugurare l’arena di Trastevere riconquistata nelle scorse settimane. A presentare il film ci saranno due ospiti: il regista Paolo Virzì e lo sceneggiatore Francesco Bruni. Dal 3 luglio e fino al 1° agosto, la programmazione riprenderà seguendo il calendario già previsto per il liceo Kennedy. Due volte a settimana, come concordato con Roma Capitale, l’audio dei film in piazza San Cosimato verrà diffuso in cuffia. Grazie alla collaborazione con Radio Rock, il pubblico sintonizzandosi sulla frequenza FM 106.6 potrà seguire la proiezione senza alcun impatto acustico. Andranno invece avanti in parallelo e senza subire mutamenti le arene del Parco Casale della Cervelletta a Tor Sapienza e del Porto Turistico di Roma a Ostia.




Monte di Procida, tutti pazzi per la cistecca montese: grandi numeri per la 3 edizione del festival

MONTE DI PROCIDA (NA) – Cresce sempre di più il ‘Festival della Cistecca montese’ in programma a Monte di Procida (Na) dal 28 giugno al 1 luglio, la location scelta è adiacente alla casa comunale in via Panoramica. L’evento che è di “scena” per la III ^ edizione è diventato uno degli attrattori turistici dell’Area Flegrea ed è considerato tra gli happening più attesi e consolidati dell’anno attirando a sé “viaggiatori” anche da fuori regione.

Come assicurano gli organizzatori le scorse edizioni hanno registrato il pienone che non ha smentito le aspettative di questa edizione, infatti la prima serata ha avuto un’affluenza notevole e significativa. Durante la kermesse non solo si potrà vivere un’esperienza a tutto tondo all’insegna dello Street Food gustando il famoso panino di carne tagliata a pezzi con formaggio e personalizzarlo con altri condimenti ed accompagnato anche da ottima birra, ma i visitatori potranno ammirare le bancarelle di qualsiasi prodotto dai salumi ai gioielli e anche ascoltare tanta musica live delle migliori cover band campane dove interpreteranno le canzoni di Pino Daniele, Vasco Rossi, U2 e Coldplay il tutto contribuirà a passare una serata in allegria in compagnia con amici e familiari.

Per l’occasione della terza edizione saranno protagonisti sei “firme” di noti locali flegrei e anche partenopei in un nuovo spazio espositivo di quasi 4.500 mq. I partecipanti delle quattro serate interamente dedicato al tanto atteso happening fanno tutti parte del ‘Consorzio alla Cistecca Montese’ nato nel 2014 da un gruppo di imprenditori e manager montesi per tutelare la storia e la qualità di questo prodotto gastronomico diventato ormai tipico della Penisola Flegrea. Gli organizzatori dell’evento per quest’anno hanno introdotto delle novità per rendere ancora di più ulteriormente le serate dell’intera manifestazione piacevole, infatti si potrà pagare il menù degustazione in Bitcoin e ricevere un ulteriore sconto. I partecipanti potranno anche interagire con la manifestazione, infatti potranno scrivere una recensione sulla cistecca preferita con l’hasthag e vincere una vacanza di una settimana in Puglia (2 adulti e due bambini in pensione completa).

Per informazione www.festivaldellacistecca.it

FB: cistecca montese

Cenni storici della “Cheese-Steak”

Intorno agli anni ’30 pressappoco due fratelli italiani Pat e Harry Olivieri venditori ambulanti di Hot dog trasferiti da poco nella città di Philadelphia negli Stati Uniti un giorno finirono gli hot dog – così narra la leggenda metropolitana- i due fratelli chiesero al macellaio della carne per poter preparare i panini ed egli propose fettine di carne di bovina molto sottili e facilmente lavorabili durante la cottura sulla piastra. Pat propose di aggiungere del formaggio per renderlo più gustoso e così nacque il panino “Cheese – Steak”, fu subito un successo ed in pochi anni si diffuse rapidamente in molte città della East Coast americana soprattutto nei ristoranti gestiti dalle prime generazioni di italo-americani. Negli anni ’70 ci fu un grande flusso di emigranti verso gli Stati Uniti di cittadini meridionali e tra le aree più interessate l’area del napoletano e nello specifico il piccolo comune di Monte di Procida.
Il piccolo comune appartenente alla Penisola Flegrea aveva una tradizione legata da sempre marittima e la sua flotta mercantile Montese sin dagli anni ’50 era un fiore all’occhiello della marineria italiana. Nel 1973 ci fu la crisi petrolifera mettendo in ginocchio la marineria montese, questa crisi spinse a cercare fortuna le persone di tutte le fasce di età di Monte di Procida verso gli Stati Uniti. Negli Stati Uniti i montesi si specializzarono nel campo della ristorazione, conobbero il panino di Pat ed Harry Olivieri e lo proposero nei loro menù e fu un vero successo. Verso gli anni ’80 ci fu il ritorno alle origini dei montesi-americani e l’apertura di molti locali proponendo nelle loro attività anche il famoso panino grazie anche alla collaborazione di altre maestranze come macellai e paniettieri ecc…
Nel 2014 un gruppo di imprenditori e manager locali dopo il grande successo trentennale del famoso panino, ma che purtroppo non era soggetto a criteri che ne rispettasse la qualità si decise di costituire un consorzio per tutelare la qualità di questo prodotto gastronomico tipico montese che oramai ben differenziato dal panino dei fratelli Olivieri. La prima cosa si decise di chiamarlo con il nome dialettale del piccolo comune flegreo ”Cistecca” poi di registrarne il marchio collettivo “La vera Cistecca Montese” e il deposito di un disciplinare di produzione che racchiudesse le regole da rispettare e gli standard qualitativi minimi per la produzione di un panino di alta qualità.

Giuseppina Ercole




Mercato San Severino, il magico ritorno di una manifestazione antica

MERCATO SAN SEVERINO (SA) – Città in festa a Mercato San Severino dove lo scorso fine settimana il centro storico si è trasformato in una vera e propria cittadella medioevale ospitando la prima edizione di una fiera dai sapori antichi che si è tenuta addirittura nel 1303.

Aperte tutte le attività commerciali sull’incantevole corso e vie limitrofe di Mercato San Severino

Una cornice festosa e rinnovata soprattutto per la fruibilità ottenuta grazie alla predisposizione dell’isola pedonale nei fine settimana. E per l’occasione è tornata in città, seppur temporaneamente, la sacra Reliquia di San Tommaso D’Aquino, conservata nella chiesa di San Domenico di Salerno dove farà poi ritorno. Si tratta della mano destra del santo che venne amputata dopo 14 anni dalla sua morte su richiesta della sorella Teodora, moglie di Ruggero Sanseverino, alla quale venne consegnata. Teodora la fece quindi riporre nella cappella del suo castello di San Severino e da lì fu poi trasferita a Salerno nella chiesa di San Domenico.

Il Castello Medievale di Mercato San Severino e’ uno dei più importanti dell’Italia meridionale

Per lungo tempo sede della famiglia dei Sanseverino. Da ricordare l’episodio che narra che nella cappella del castello S. Tommaso, recatosi a trovare la sorella Teodora, sposa di un Sanseverino, ebbe l’ultima visione prima della morte che lo colse sulla strada per la Francia, dove si dirigeva in qualità di ambasciatore del Papa.

Una tre giorni, dunque, durante la quale la città di Mercato San Severino ha rievocato il suo illustre passato

Una manifestazione che ha visto il patrocinio dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Antonio Somma, dove Vincenza Cavaliere assessore alla cultura e al turismo è riuscita a coinvolgere oltre che alle associazioni, scuole e storici del territorio, anche le amministrazioni comunali di Baronissi, Fisciano, Castel San Giorgio, Siano, Bracigliano e Marsico.

Vincenza Cavaliere: “Importante fare rete”

“È importante fare rete – ha detto Cavaliere – affinché le attività culturali acquisiscano la giusta importanza e determinano la crescita del territorio”. Obiettivo raggiunto quindi nel valorizzare la storia della città mettendo in risalto anche le bellezze paesaggistiche ed i talenti locali.

Il video servizio andato in onda il 28/06/2018 a Officina Stampa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Irene Tagliente




Roma, trionfo di colori all’ex Mattatoio: boom del burlesque

ROMA – Per tre giorni è sembrato di essere al carnevale di Rio ma in realtà nella città dell’altra economia a Testaccio –  sede quest’anno anche del Gay Village – è esploso il festival internazionale di burlesque, un divertente spazio all’interno della manifestazione appena conclusa “Caput Mundi Summer Edition”.

È stato un trionfo di colori, musica, bellezze e soprattutto di corpi. Un connubio particolare e affascinante perché c’era di tutto, dai fisici perfetti a quelli meno in forma.

E la carta vincente dell’evento è stata proprio la gioia: quei corpi felici di essere vivi ed esporsi nonostante età e fattezze, ritrovare nel teasing (così si chiamano i movimenti tecnici della seduzione nel burlesque) quel divertimento e quella seduttività giocosa che ha come unico
obiettivo godersi il proprio corpo e farne dono a tutti.

Bellezze in paillettes e abiti circensi di corsa per raggiungere il palco. Tante soubrettes e aspiranti performers sventolavano grandi ventagli di piume colorati ricordando le coreografie del film animato “Fantasia”. Avventori intenti a guardare divertiti questo spettacolo inusuale sorseggiando un aperitivo nei bar all’aperto allestiti per la stagione.

Nei workshop del pomeriggio si danzava guidati da Chris Oh, ballerino dell’etoile e boylesque di fama internazionale, si giocava alla commedia con la meravigliosa Amber Topaz, performer americana, si imparava il fire eating con Genny Mirtillo e le sue torce impregnate di “acqua di fuoco”, si studiavano i propri personaggi attraverso i movimenti degli animali.

Un parterre ricco di tante altre iniziative, spettacoli, esibizioni delle migliori scuole di burlesque italiane, come quella di Albadoro Gala, organizzatrice del festival e Burlesque Mon amour di Honey Madlene.

Obiettivo centrato dunque quello di un festival che ha trasmesso la natura del burlesque, nato come l’arte della burla, dell’inezia, della parodizzazione di qualcosa di drammatico.

Uno spettacolo che nel tempo è stato accomunato anche allo streaptease perché oltre a colorarsi di elementi di varietà, ha mostrato ragazze sempre meno vestite, seppur con alcuni elementi tipici come gli abiti esagerati, il codice del teasing e un’iconografia piuttosto caratteristica.

Oggi il burlesque riemerge con tutta la sua capacità di fascinazione facendo breccia in un epoca dove a tenere banco sono le donne  anoressiche, l’esagerata esibizione dei corpi che rivela una grande distanza da una vera intimità, il sesso fast food e un, diciamolo pure, imbecerimento generale dei costumi. E anche se per alcuni rimane un semplice esibizionismo, molti ne riconoscono la capacità pacificatoria, poetica e fintanto terapeutica di questo mezzo che permette al corpo di tornare in proscenio non come oggetto di giudizio o di utilizzo ma come luogo di scoperta della sensualità, del gioco e dell’arte più antica del mondo: l’erotismo.

Laddove una donna seminuda non fa alcun effetto fa invece colpo, finalmente, rivedere corpi con sguardi vivi, ammiccamenti, il potere che l’eleganza dei piccoli gesti ha e che molto spesso dimentichiamo consumando tutto online delivered.

Evviva il corpo che si riappropria di sé stesso, la danza dei colori, la gioia di buttare via i parametri di bellezza in centimetri e riguadagnare l’intensità della consapevolezza dell’erotismo e del gioco.

Valeria De Luca




Napoli, location d’eccezione per il festival della Musica popolare del Sud Italia

NAPOLI – Ultima giornata quella di oggi a Napoli per la prima edizione del festival della Musica popolare del Sud Italia partito lo scorso giovedì 21 giugno 2018.

Location d’eccezione per il festival quella del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli

Una grande festa della musica che ha caratterizzato la quattro giorni nel Real Bosco per ascoltare i suoni del Sud eseguiti dal vivo dalle principali compagnie di canto popolare della Campania, della Calabria e della Puglia. L’intera kermesse è dedicata a tutte le espressioni artistiche popolari, infatti si potrà oltre ad ammirare le esibizioni di canto dal vivo si potrà anche imparare a ballare le danze come la tarantella calabrese, la pizzica tarantina e le tammurriate campane. Negli incontri ci sono anche spazi dedicati ai bambini come primo approccio alle danze popolari, ed inoltre seminari e workshop del settore come la presentazione di libri dedicati alla storia della canzone popolare Napoletana, una vera indagine sotto la lente d’ingrandimento etnomusicologa delle radici popolari del Sud. Alla conferenza stampa di mercoledì 20 giugno hanno partecipato il Direttore del Museo e Real Bosco di Sylvain Bellenger, il direttore artistico Peppe Barra, Rosanna Romano direttore generale per le politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania, alla guida del Coordinamento scientifico regionale delle Arti e della Cultura, Aurora Giglio presidente di MusiCapodimonte, Antonio Acocella e Maria Varriale del Centro di Cultura popolare del Mediterraneo e Marcello Colasardo artista di musica popolare che durante la conferenza ha improvvisato una tammurriata e altri artisti del Festival. A rappresentare l’immagine di tutta la kermesse è stato scelto un dipinto di Gaetano Gigante (1770 – 1840) che rappresenta “La festa della Madonna dell’Arco”, 1825 conservato alla Certosa di San Martino.

La cultura popolare, un patrimonio da trasmettere e da condividere

L’intento del Festival è di essere un momento di aggregazione e di confronto sociale e al contempo stesso un’occasione per fortificare il senso di appartenenza alle radici del Sud, perché la cultura popolare è un patrimonio da trasmettere e da condividere oltre di essere un’occasione di divertimento e di sentimento per le proprie origini. “Questa espressione artistica dev’essere conosciuta dalle nuove generazioni prima che si estingua” come ha più volte dichiarato Peppe Barra durante la conferenza che da ben 50anni si è dedicato alla cultura popolare. Il Direttore Sylvain Bellenger durante la conferenza ha dichiarato che: ” La nostra politica è sempre stata basata sull’apertura a tutte le forme artistiche, soprattutto per ricordare che il senso dell’arte è sempre quello dell’esigenza di libertà. Con questo Festival si dà inizio ad una nuova tradizione della tradizione – ed inoltre ha dichiarato Bellenger – “il Museo di Capodimonte mira a diventare famoso anche come custode dell’arte popolare e non solo per la collezione Farnese o di Caravaggio, ed invito gli artisti di strada in questa occasione di esibirsi nel Real Bosco”. Durante la conferenza Peppe Barra e gli altri artisti di musica popolare hanno dato anche una spiegazione degli strumenti antichi del popolo che venivano usati anche durante il Carnevale napoletano come il putipù, e lo scetavajasse.

Il valore scientifico della manifestazione

L’elemento che qualifica questo Festival rendendolo unico rispetto agli altri è il suo alto valore scientifico, infatti non solo musica, ma seminari, workshop, dibattiti ed incontri tra i maggiori esperti del settore della cultura popolare del Sud, i grandi esperti del settore insieme per approfondire il grande patrimonio immateriale che è la musica delle persone meno abbienti di un tempo e dove si esprimevano maggiormente nei campi. La cultura popolare è un patrimonio di tutti i popoli che si affacciano al Sud del Mar Mediterraneo e le colonne sonore delle Tammurriate, della Pizzica e Tarantelle sottintendono da secoli la quotidianità di uomini e donne nei momenti di lavoro nei campi, nei momenti di riposo e durante le feste religiose per esprimere se stessi come momenti di gioia o anche di dolore, ma anche sentimenti sacrali dedicate alla Madonna. Nel comunicato il Presidente della Regione Campania, On Vincenzo De Luca ha dichiarato:” La musica popolare è stata per secoli, per secoli, uno dei pochi mezzi a disposizione dei meno abbienti per esprimersi e comunicare. Canti e balli venivano considerati e rappresentavano i pochi momenti di divertimento e di svago – ed inoltre ha proseguito De Luca – che fin dalla prima infanzia, erano dedite solo al lavoro per la sopravvivenza. Ogni occasione era buona per ballare e cantare: la nascita di un figlio, un matrimonio, la vendemmia, mietitura, la trebbiatura, le feste religiose, le ricorrenze e persino il decesso di persone care”.

Giuseppina Ercole




Castel Gandolfo, lo spettacolo di danza a “I Quadri” incanta il lago Albano

CASTEL GANDOLFO (RM) – Spettacolo d’eccezione di danza sulle rive del lago Albano di Castel Gandolfo quello che si è tenuto oggi nella splendida cornice dello storico ristorante e stabilimento balneare fondato dalla famiglia Carducci, tra i più rinomati della costiera gandolfina, “I Quadri”.

Lo spettacolo è stato introdotto dalla lezione conferenza

Lezione tenuta dal M° Di Vaio, sul mondo dell’Arte, in particolare della Danza. L’esibizione degli allievi della scuola professionale “La Ventana Danza” di Ciampino, fondata da Lily de Cordoba, ha visto alternarsi sul palcoscenico quadri di danza classica, contemporanea, moderna, flamenco, passo a due e hip hop. Durante la manifestazione è stata poi data la notizia che Francesco Messina, allievo della scuola reclutato dal “Percorso Educativo all’Arte dello Spettacolo dal Vivo” (voluto dal Visual Arts Department, in comunione con l’Amministrazione Comunale, per le tutte scuole di Ciampino), è stato ammesso alla Summer School della prestigiosissima scuola di Londra Royal Ballet.

Ospiti dell’evento a “I Quadri”, inoltre, i ballerini professionisti del Visual Arts Department Ballet Company

I ballerini in anteprima hanno danzato “H – Eartquake” (Terremoto del cuore), che nella splendida cornice dell’Anfiteatro Romano di Avella, il prossimo 12 luglio verrà danzato al “Gala L’Abella Danza con le Stelle” dove saranno insigniti del prestigiosissimo premio “Anfiteatro d’Oro per l’Arte della Danza” dedicato al Maestro e coreografo Ricardo Nuñez.




Napoli, lotta alle mafie: premio “Amato Lamberti” ad Andrea Alcalini e Mariabruna Stefanizzi

NAPOLI – È ormai giunta alla quinta edizione del Premio Nazionale ‘Amato Lamberti’ che si svolto presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo sede del Comune di Napoli lunedì 18 giugno, la cerimonia della consegna delle borse di studio ai vincitori sono andate a Andrea Alcalini e Mariabruna Stefanizzi per la miglior tesi di Laurea magistrale e per la miglior tesi di dottorato sui temi della criminalità organizzata, dei traffici criminali, della corruzione e delle economie globali.

Le premiazioni

Alla premiazioni hanno partecipato il Sindaco Luigi de Magistris del capoluogo partenopeo, l’assessore alla Cultura Nino Daniele, la giornalista e scrittrice Gemma Tisci ed il presidente del comitato scientifico e assessore regionale alla Sicurezza Franco Roberti. l’intento della premiazione che porta il nome della figura poliedrica personalità di Amato Lamberti è di diffondere il messaggio che le mafie si combattono con la conoscenza perché le organizzazioni criminali sono in continua mutazione e le armi per combatterle per sbarrare dall’isolamento che le organizzazioni provocano sono la fiducia da dare al cittadino e soprattutto da dare ai giovani, la cultura, l’arte e la bellezza. Andrea Alcalini (Tesi dottorato all’Università di Firenze) che è stato premiato grazie ad un lavoro dal titolo “Il governo del territorio e lo spettro della mafia” e Maria Stefanizzi ( Tesi di Laurea magistrale all’Università di Bologna) con un lavoro dal titolo “ Agromafie e truffe ai fondi pac: analisi ed evoluzione del fenomeno agro mafioso e l’intrusione della mafia dei terreni nell’acquisizione dei contributi europei di sostegno al settore agricolo”. “Quello che ho trovato nei comuni commissariati del centro nord per supposta infiltrazione mafiosa – ha dichiarato Andrea Alcalini uno dei vincitori – che la presenza dei soggetti legati al crimine organizzato è soltanto uno dei problemi che concorrono al malfunzionamento di quel territorio che ho analizzato – ha proseguito Andrea Alcalini – come ha scritto Rocco Sciarrone “bisogna prendere in considerazione l’area grigia perché il soggetto può trovare terreno fertile”.

Al Premio ha contribuito come sempre l’Associazione ‘Museo del Vero e del falso’

che ha finanziato la borsa di studio offerta dall’Associazione ‘Amato Lamberti’. La collaborazione tra le due Associazioni rafforza l’impegno nel contrasto dell’illegalità, l’intento è di diffondere la cultura della legalità e far prendere sempre più corpo a quella coscienza sociale che la comunità deve avere e che dev’essere sempre stimolata e sviluppata con progetti rivolti al pubblico, accessibili a tutti e fruibili da tutte le tipologie di cittadini. Schierarsi con la legalità significa informare il cittadini e fargli prendere coscienza di combattere la contraffazione e sui rischi che comporta per la salute dei prodotti contraffatti a causa dei materiali non controllati e scadenti, altro notevole problema che si è parlato durante la premiazione che si è parlato è il commercio dei “nuovi schiavi” chiamato anche “materiale umano”. Con questo premio si riconosce il sacrificio e la meritocrazia, queste iniziative – ha dichiarato de Magistris – servono per dare la possibilità di scegliere per i giovani che sono in una situazione a rischio – ed inoltre sempre il Sindaco de Magistris ha dichiarato – la vera emergenza è l’infiltrazione delle mafie ogni giorno nelle istituzioni, queste iniziative servono a fare squadra, la prevenzione è di massima importanza.

Hanno inoltre partecipato alla premiazione: Roselena Glielma, Daniele Lamberti, Marco e il sociologo Amedeo Zeni, segretario del premio

“Mi piacerebbe che scoppiasse la rivoluzione dei comportamenti civili. Una rivoluzione pacifica dove ognuno, per quanto lo riguarda, rispettasse le regole della convivenza civile anche nei comportamenti più usuali e si prendesse cura della citta”. Oggi con queste parole del Sociologo Lamberti siamo ancora qui per questa rivoluzione. Amato Lamberti fu tra coloro che accarezzarono la città partenopea e la regione Campania con rispetto ed umiltà di chi possiede il dono del “sentire”. Gli studi in Sociologia, il giornalismo di frontiera, le esperienze politiche, le ricerche scientifiche oltre i clamori dei “divi dell’antimafia”, le analisi del territorio durante una vita, la lotta sociale, la denuncia, le risorse di uno storico che ha insegnato metodologie nuove a tante persone impegnate a sentire. Sentire gli affanni, sentire la necessità, sentire le possibili soluzioni, sentire quell’anima che, ha sete di protezione. Oggi più che mai c’è sete di mentalità collettiva come quella che possedeva Amato Lamberti. Amedeo Zeni Segretario del Premio Nazionale Amato Lamberti

Giuseppina Ercole




Roma, Tor Pignattara e Pigneto: torna Karawan edizione 2018. Festa del cinema itinerante

ROMA – Torna a Roma, dal 20 al 24 giugno 2018, Karawan, la festa del cinema itinerante open air che, giunto alla settima edizione, porta il grande cinema nei cortili dei quartieri Tor Pignattara e Pigneto, proponendo visioni non convenzionali per trattare i temi della convivenza e dell’incontro tra culture in tono non drammatico. Proiezioni di lungometraggi, tra cui due anteprime, laboratori, incontri, una mostra fotografica, reading di poesia, un tour per il quartiere, musica e ogni sera dalle ore 20.00 il Karawan Bistrot, aperitivo e dj set, in una delle aree più multietniche della Capitale, per il secondo anno consecutivo sostenuto dal Mibact con il bando MigrArti.

Tema centrale di questa edizione è La Città, con l’hashtag #newtown

“A sottolineare – dichiarano i direttori artistici – nuove visioni della civitas come habitat aperto e inclusivo, che fa esplodere i margini e in cui nessuno è ospite, ma tutti sono membri di una nuova, plurale, comunità. Il filo rosso che unisce le storie proposte è proprio il nuovo senso di communitas che si (ri)crea partendo dall’ascolto dell’altro, che diventa globale senza perdere i legami con il territorio di riferimento”. Karawan 2018 presenta, tra gli altri, 2 film in anteprima: il pluripremiato Newton, candidato indiano all’Oscar per miglior film straniero e il surreale The Village of No Return, firmato dal maestro cinese della commedia Chen Yu-hsun. Programma completo e mappa delle location al link ufficiale: www.karawanfest.it

La serata di apertura di mercoledì 20 giugno

si svolge durante la Giornata Mondiale del Rifugiato, in una location non casuale, ovvero Casa Scalabrini 634, ex seminario dei padri Scalabriniani in via Casilina, che dal 2015 ospita una trentina di rifugiati, che vivono in semi-autonomia con un percorso di accompagnamento al lavoro. Alle ore 18:00 il tour di Tor Pignattara condotto da donne e l’inaugurazione della mostra fotografica “Viaggio alla scoperta del patrimonio culturale e dei luoghi dell’anima”, a cura delle donne della scuola di Asinitas, evento conclusivo di un lungo laboratorio in un lavoro di lettura, interpretazione del territorio ed educazione all’immagine attraverso la fotografia, in collaborazione con Ecomuseo Casilino, Alessia Tagliaventi e Silvia Magna. Alle ore 20:30, “Labili Confini”, reading di poesie di migrazione, viaggio ed esilio, a cura di Francesca Palumbo, Stilo Edizioni. Alle ore 21:00 la proiezione del film “L’altro volto della speranza”, del regista finlandese Aki Kaurismäki. Il film, vincitore dell’Orso d’Argento al Festival di Berlino per la migliore regia, racconta di un giovane rifugiato siriano, che si ritrova per caso a Helsinki come passeggero clandestino su una carboniera.

La serata di giovedì 21 giugno

si tiene nel cortile del condominio di via di Tor Pignattara 29 e alle 21 vede la proiezione, in anteprima italiana, del film cinese “The village of no return”, di Chen Yu-hsun, ambientato in un villaggio della Cina del 1914, dove l’arrivo di un misterioso prete taoista con una magica attrezzatura che cancella la memoria, crea una serie di disavventure, inganni e gag in salsa wuxia che ammicca ai vecchi film d’azione in costume, per un’acuta riflessione sulla memoria.

Venerdì 22 giugno alle ore 21:00

nel cortile della Casa delle Arti e del Gioco del Municipio V, proiezione, in collaborazione con Goethe Institut Rom, commedia turco-tedesca “Hans in salsa piccante”, della regista Buket Alakuş, tratta dall’omonimo best seller, racconta con tono divertito le dinamiche dei matrimoni misti dipingendo un affresco vivace e sfaccettato delle giovani donne di origini turche nella società tedesca di oggi.

Sabato 23 giugno, sempre alle ore 21:00

nel cortile della Biblioteca Goffredo Mameli al Pigneto con la proiezione, in anteprima romana, del film indiano “Newton”, di Amir V Masurkar, la storia di un giovane impiegato ministeriale nominato scrutatore per le imminenti elezioni. Con acuto umorismo, il regista racconta le dinamiche che si celano dietro ogni elezione democratica e il “miraggio” della libertà.

La serata conclusiva del festival, domenica 24 giugno

si tiene a partire dalle ore 21:00 nel cortile della Scuola Internazionale Carlo Pisacane, con la proiezione, in collaborazione con Rendez-vous Festival del Nuovo Cinema Francese, del lungometraggio “Good Luck Algeria”, di Farid Bentoumi, fresca e intelligente commedia sull’integrazione, ispirata all’eroica impresa dell’ingegnere Noureddine Maurice Bentoumi (fratello del regista) che partecipò alle Olimpiadi invernali di Torino nel 2006 sotto la bandiera algerina per salvare la sua piccola impresa di sci. A Nel cast, anche Chiara Mastroianni ed Hélène Vincent.

Una riflessione sui concetti di ‘centro’ e ‘periferia’

“Fin dagli esordi – sottolineano i quattro direttori artistici, Carla Ottoni, Claudio Gnessi, Alessandro Zoppo e Gaia Parrini – uno degli obiettivi della manifestazione è stimolare una riflessione sui concetti di ‘centro’ e ‘periferia’, Karawan negli anni è diventato un festival diffuso e site specific, che si sposta ogni sera in un cortile diverso, trovando ospitalità in condomini privati così come in spazi pubblici e mettendo in relazione le energie più positive nel territorio”.

KarawanFest 2018 è sostenuto da: Mibact – MigrArti Sezione Cinema III edizione e partecipa al programma Co.Heritage dell’Ecomuseo Casilino e all’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Con il contributo di Goethe Institut-Rom; Rendez-vous Festival del Nuovo Cinema Francese; SIAE. Con il patrocinio di Comune di Roma-Biblioteche di Roma; Comune di Roma-Municipio V; ideato e organizzato da: BIANCO E NERO associazione culturale. Partner: ASINITAS Onlus; con la partecipazione di: Casa Scalabrini 634; Associazione Pisacane 0-11; Cemea del Mezzogiorno; gemellato con: Cinema di Ringhiera; Yalla Shebab Film Festival.

Alessandro Poggio




Genzano, Infiorata 2018: scatti e dietro le quinte. Il reportage de L’Osservatore d’Italia

GENZANO DI ROMA (RM) – 240esima edizione della storica Infiorata per Genzano di Roma dove nella giornata clou di oggi i maestri infioratori hanno realizzato 2 mila metri quadri di opere floreali su via Italo Belardi. Un’edizione 2018 che è stata organizzata sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Regione Lazio e della Città Metropolitana di Roma Capitale.

Nata oltre due secoli fa come manifestazione locale, l’Infiorata di Genzano di Roma nel corso della sua storia si è trasformata in un evento internazionale di arte, cultura e fede che attrae ogni anno oltre 150.000 visitatori dall’Italia e dall’estero per godersi i meravigliosi quadri infiorati che colorano l’antica via Livia (oggi via Italo Belardi) rendendola una vera e propria opera d’arte. Nel 2011 è stata riconosciuta dal ministero del Turismo ‘Patrimonio d’Italia per la tradizione’ quale “espressione della capacità di promuovere il turismo e l’immagine nazionale e di valorizzare la storia e la cultura del territorio con un’interpretazione adeguata ai tempi di oggi”. Per festeggiare l’importante traguardo raggiunto si è scelto un tema che potesse dare libero sfogo all’arte dei maestri infioratori. Da qui il titolo: L’Infiorata di Genzano di Roma. 240 anni di storia, arte e tradizione.

E a fare gli onori di casa, per il secondo anno di seguito, il sindaco di Genzano Daniele Lorenzon

Un Lorenzon visibilmente soddisfatto questa mattina insieme al neo vice sindaco Giuseppe Guarrera di fronte all’ingresso di palazzo Sforza Cesarini, in attesa di tenere il discorso di benvenuto. Presenti alla manifestazione l’intera Giunta comunale, il presidente del Consiglio comunale, il Segretario comunale e numerosi ospiti istituzionali tra i quali il vice presidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo,  il vice presidente del Consiglio regionale del Lazio Devid Porrello e il primo cittadino della città di Marino, collega pentastellato nell’area castellana di Lorenzon.

“Quest’anno, per la prima volta nella storia dell’Infiorata, abbiamo ottenuto due importanti riconoscimenti – ha spiegato il Sindaco Daniele Lorenzon –: il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e l’alto patrocinio del Parlamento europeo, segno di come la nostra manifestazione abbia sempre più un respiro internazionale, lo stesso che vorrei far raggiungere anche alla dimensione culturale di Genzano. Ciò che rende viva nel tempo una meta turistica è la capacità di creare e mantenere una visione del futuro comune e condivisa”.

Gli uomini dell’IRCOT – Interforce Resilience Coordination Training si sono calati da palazzo Sforza Cesarini con la bandiera tricolore

Ad attrarre l’attenzione dei numerosi turisti intervenuti già dalle prime ore della mattinata di oggi, gli uomini dell’IRCOT – Interforce Resilience Coordination Training – che si calavano con le corde dalle finestre di palazzo Sforza Cesarini e che a mezzogiorno sono discesi portando la bandiera tricolore.

Artista ospite d’eccezione di questa edizione speciale dell’Infiorata di Genzano l’artista capitolina Veronica Montanino che ha presentato due opere.

Meritevole di particolare attenzione l’opera floreale che misura 5,5 metri di larghezza per 39 di lunghezza meglio conosciuta come il quadro delle “scalette”

Si tratta del bozzetto numero 13 dal titolo “Saluti da Genzano, tra tradizione, storia e arte” e ha visto come ideatori: Silvia D’Onorio, Marco Casini, Francesca Regano, Daniele Becherelli, Arianna Salustri, Rachele Morani, Eleonora Sciattella, Massimo Sciattella. Un’opera dedicata alla cultura della città di Genzano che racchiude gli elementi della tradizione, della storia e dell’arte italiana.
La cultura di Genzano è legata inevitabilmente all’Infiorata, tradizione che quest’anno festeggia 240 anni (1778-2018). Nell’opera sono inserite tre cartoline storiche: La Tradizione: che introduce il quadro, lo stendardo del manifesto storico del 1911, che incornicia il profilo dell’antico Duomo Santa Maria della Cima e una delle due fontane Clementine. In primo piano la figura di Donna Livia nel tradizionale costume della festa. A realizzare il quadro: Silvia D’Onorio, Marco Casini, Francesca Regano, Daniele Becherelli, Arianna Salustri, Rachele Morani, Eleonora Sciattella, Massimo Sciattella, Emanuela Amesdem, Vittoria Amesdem, Maria Grazia Barbaliscia, Patrizio Becherelli, Lorella Bianchini, Marco Bianchini, Alessandro Boccali, Vittorio Caccavale, Grazia Calamante, Giorgio Callegari, Paola Centis, Marco Colacchi, Gianluca Cucci, Filomena Mariapia Cusano, Patrizia D’Annibale, Giacomo De Angelis, Simona De Luca, Roberta Denicolò, Stefania DeTora, Fabio Di Mario, Denise Diamanti, Andrea Diamanti, Giulia D’Onorio, Paolo Ducci, Viviana Ercolani, Giada Galieti, Francesca Laurenti, Biagio La Fortezza, Giuseppe Maione, Sandro Mancini, Luca Mancini, Domitilla Massa, Massimo Massimi, Eleonora Minervini, Sara Nasoni, Manuela Reche Castillo, Gianluca Salustri, Chiara Salustri, Benedetta Sciattella, Giorgio Roberto Sciattella, Gianni Sciattella, Elisabetta Voltan, Isabella Trombetta, Riccardo Fiandra, Lorenzo Iagnocco, Paolo Schiaffini, Gianlorenzo Schiaffini, Francesca Ranauro, Jacopo La Fortezza.

Lungo l’elenco di petali, foglie, terre e cortecce necessari per la realizzazione dei quadri dalle infinite sfumature. Oltre ai circa 350.000 steli di garofano si trovano: ginestra, sausa, finocchiella, seme di pino, crisantemo, corteccia di pino, nero vite, granturco, riso, salvia, peperoncino, grano, soia, bucce di pinoli, origano, nero caffè, crusca, nero pigna.

Ad assicurare la sicurezza nel corso dell’intera durata della manifestazione diverse postazioni dei carabinieri di Genzano diretti dal Maresciallo Capo Pietro Moccia, della polizia di stato di Genzano diretta dal vice Questore Irene Di Emidio, della polizia locale di Genzano diretta dal Tenente Gianfranco Silvestri, oltre agli uomini della Protezione Civile e alle postazioni della Croce Rossa italiana.

Alessandro Poggio

 




Genzano, Infiorata dei ragazzi 2018: l’impegno dell’Istituto F. De Sanctis

A cura della professoressa Cinzia Severoni Docente Istituto F. De Sanctis

GENZANO DI ROMA (RM) – Alla Scuola Secondaria F. De Sanctis appartenente alla rete di scuole UNESCO, quest’anno, come negli altri anni e nelle altre scuole del territorio, abbiamo lavorato con i nostri alunni per la realizzazione del bozzetto dell’#infioratadeiragazzi2018. Difficilmente viene mostrato o compreso l’impegno che c’è dietro ad un bozzetto, ma i lavori che i ragazzi producono permettono di intuire l’attività che gli insegnanti svolgono con i ragazzi assieme all’Associazione Accademia dei Maestri Infioratori di Genzano.

Il gruppo di Progetto, che quest’anno è stato in parte anche Pon (Programma Operativo Nazionale), è stato unico, eterogeneo e composto da quasi 40 ragazzi di V° elementare, II° e III° media.

Nonostante la diversità delle età presenti, i gruppi che stanno dando il meglio di sé ed era giusto, per questo motivo, far vedere i lavori prodotti, in assoluta libertà creativa di gruppo o individuale, dando vita al tema di quest’anno: “In ogni bambino c’è un artista” cit. P. Picasso.

L’Istituto De Sanctis e la nostra tradizionale Infiorata

L’istituto F. De Sanctis, già da prima che si strutturasse in Istituto Comprensivo, ha da sempre avuto cura della nostra tradizione più longeva: l’Infiorata. Questa tradizione si fonda sulla identità culturale del nostro paese e si pregia di essere la seconda più antica di Italia e del mondo. Essa è stata nominata Patrimonio d’Italia per la tradizione, ed esiste, nel nostro Comune, da ben 240 anni. I suoi singoli plessi di primaria, A.Manzoni e G.Pascoli, ancora prima di esser parte dell’I.C. hanno sperimentato infiorate riservate ai ragazzi per far sì che questa tradizione, con le sue tecniche, non andasse perduta nel tempo. Già dal 1982, infatti, questi plessi parteciparono a laboratori sperimentali, che non ebbero poi seguito per la morte del Maestro Infioratore Torti, e sfociarono nel 1996, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, con gli insegnanti e gli alunni di alcune classi, in prime edizioni della infiorata dei ragazzi su via Nazario Sauro. A questa iniziativa, dagli anni ‘80, anche la scuola secondaria con il prof. Chiodo e il prof. Mastruzzi ed il loro gruppo di ex allievi della De Sanctis, affiancarono le scuole primarie Pascoli e Manzoni, ma sul nastro infiorato tradizionale, cosa che venne interrotta intorno al 2000 per il mutato Regolamento Comunale sull’Infiorata. Ancora oggi e a partire dal 2004, nel nostro Istituto continua la fervida attività di tutela della nostra storica tradizione, con una rinata Infiorata dei ragazzi voluta fortemente dall’Associazione Accademia dei Maestri Infioratori di Genzano di Roma che, con il progetto Fiori&colori, riporta, nello stesso 2004, l’infiorata negli istituti scolastici genzanesi non più a via Nazario Sauro ma sulla storica via B. Buozzi, già via Sforza, strada in cui si realizzarono storicamente i primi tappeti infiorati genzanesi.

La ScuolainFiore è il Progetto che, nell’IC. De Sanctis valorizza l’Infiorata

Sin da 14 anni dunque, a questo iniziale progetto condotto dagli insegnanti del nostro istituto con i Maestri Infioratori genzanesi, si sono affiancati altri progetti che dallo scorso anno via via hanno arricchito questo primo iniziale percorso in cui i ragazzi di classi 5° della primaria e 2° e 3° della secondaria di 1 grado con bozzetti e disegni realizzano poi quadri infiorati su strada, proprio come i Maestri Infioratori più grandi, sperimentando l’arte d’infiorare. Dallo scorso anno, anche gli alunni delle Scuola dell’Infanzia Truzzi e Rodari, con percorsi per loro strutturati dalle insegnanti e sotto la guida di un Maestro Infioratore, partecipano a questo cammino didattico di conoscenza del vissuto del nostro paese, mentre i ragazzi più grandi con il progetto di Reti di Scuole UNESCO dall’a.s. 2016/17, con la redazione del Manifesto della Infiorata dei Ragazzi 2018 e il progetto Pon sull’ Inclusione Sociale sottolineano il valore aggregante e di inclusione presente sia nella tradizione locale, sia nel nostro Istituto. Con questa piccola mostra, vogliamo rendervi noto, il lavoro che i vostri figli hanno intrapreso.

 




Rino Barillari: “The King of Paparazzi” festeggiato in Puglia

CRISPIANORino Barillari e Antonella Mastrosanti hanno festeggiato il loro primo anniversario di matrimonio alla Masseria Belfiore di Crispiano in provincia di Taranto.

La ricorrenza ha coinciso con l’inaugurazione di una mostra fotografica del celebre “King of Paparazzi”, organizzata da FotoArte, nella splendida location dell’ex Convento di Sant’Antonio di Taranto

Tra i presenti anche molti amici di Barillari come il prefetto Francesco Tagliente con la moglie Maria Teresa, don Felice Riva Cappellano del Bambino Gesù di Palidoro, Nicola Colucci con la moglie Antonietta, l’avvocato Enrico Pellegrini e la moglie Marcella, il notaio Maria Carmela Punzi ed altri tra personalità e fans.

L’inaugurazione della mostra di Barillari, da tempo ribattezzato “the king of paparazzi”, ha visto la partecipazione di moltissimi fans dell’indiscusso protagonista degli scatti della dolce vita, della cronaca e di grandi personalità delle istituzioni e personalità dello spettacolo.

Al grande evento pugliese oltre al presidente del circolo fotografico il Castello Raimondo Musolino erano presenti anche tantissime persone che hanno interagito con FotoArte: il festival più diffuso della fotografia che si tiene, annualmente, in più comuni della Puglia, con molti appuntamenti e progetti, tra mostre, seminari e workshop.

In una terra assetata di vita, di cultura e di conoscenza, FotoArte si fa promotore della creazione di un network e di momenti di socialità, di esperienze positive di crescita e di interazione.

FotoArte è un evento ormai atteso e radicato nel territorio da quattordici anni che a Taranto ha visto numerosi ospiti illustri della fotografia come Gianni Berengo Gardin, Letizia Battaglia, Uliano Lucas, Lorenzo Pesce, Bruno Taddei, Francesco Zizola, Ferdinando Scianna, Franco Fontana, Piergiorgio Branzi.

A conclusione rassegna degli scatti di Rino Barillari, il direttore del quotidiano Taranto Buonasera, Enzo Ferrari, ha incalzato Barillari con una serie di domande sui suoi scatti e sulla sua vita da fotografo spericolato. Il fotografo della “dolce vita”, ancora oggi attivissimo nel catturare volti noti a livello nazionale e mondiale, per oltre un’ora e mezza ha risposto anche alle moltissime domande rivoltegli dal pubblico: gente comune appassionata di arte, ma anche fotografi professionisti di fama nazionale e internazionale, uniti da un’unica passione, l’amore della fotografia ma soprattutto del bello.

Quest’anno sono due le sedi che hanno ospitato FotoArte: l’ex ospedale vecchio e l’ex convento di Sant’Antonio. Due meravigliosi edifici storici, prestigiosi, finalmente ristrutturati e resi disponibili per eventi culturali grazie alla sensibilità rispettivamente della Asl e della Soprintendenza Archeologica.

Altre mostre di rilievo allestite tra le due location sono quelle di Francesco Faraci con “Malacarne” e l’inedito “Atlante. Umano.Siciliano”; Filippo Venturi vincitore di Portfolio Italia 2017 con il lavoro “Korean Dream”; Raffaele Salvati con un lavoro curato da Loredana De Pace dal titolo “Ex?”, fotografie di elementi portanti, dettagli in aree industriali; “Fotografiamoci” serie di ritratti realizzati da utenti del centro diurno “Basaglia”; Massimiliano Catucci con il suggestivo “Quando il silenzio chiama”; Enzo Ferrari impegnato con la luce delle “Sacre geometrie”. Infine, sul tema dei “Frammenti urbani” sono state esposte le collettive del Circolo Fotografico Il Castello e dell’associazione Occhio Fotografico. “Frammenti urbani” è anche il tema collante delle mostre di Fotofucina di Salice Salentino, Controluce di Statte, Photosintesi di Casarano, mentre l’associazione Arti&miele vedrà la presenza di Pio Tarantini con “Sere a Sud-est”.

La missione Pugliese di Barillari si è conclusa con una serata organizzata da Maria Teresa Magrini Tagliente in onore di Rino ed Antonella alla Masseria Belfiore arricchita con le note della fisarmonica di Vito Santoro e della chitarra del cantante Franco Mirabella