Napoli nel cinema, un allestimento sotto le stelle al Real Bosco del Museo di Capodimonte

NAPOLI – Cinema sotto le stelle all’interno dell’incantevole e magico Real Bosco del Museo di Capodimonte del capoluogo partenopeo in occasione della rassegna “Napoli nel cinema” partita il 19 luglio al 25.
Per l’occasione l’intera area è stata allestita come una vera arena cinematografica, l’intento della rassegna è stata di vedere proiezioni di sette pellicole importanti gratis che hanno fatto la storia del cinema partenopeo ed italiano dal dopoguerra fino ai giorni nostri.

Le proiezioni

Le proiezioni si sono svolte sulle praterie della zona della Fagianeria, ed i visitatori per l’occasione hanno avuto la possibilità di sedersi su sedie da regista, sdraio oppure stuoie a contatto sull’erba e godersi il fresco d’estate totalmente immersi nella natura. Ad aprire le “scene” è stato il film del 1954 di Ettore Giannini dal titolo “Carosello napoletano” con Sophia Loren e Paolo Stoppa vincitore del Prix International al Festival di Cannes, la rassegna è stata chiusa con il film “L’amore molesto” (versione restaurata) di Mario Martone del 1995.

La rassegna

La rassegna inserita nel progetto Carta Bianca nel Bosco, è realizzata grazie al contributo della Regione Campania, curata da Maria Tamajo Contarini ed è stata organizzata da Marialuisa Firpo per conto della società Stella Film srl. La conferenza stampa è avvenuta il 17 luglio nel cortile del Museo di Capodimonte ed hanno partecipato alla presentazione il Direttore Sylvain Belenger direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Patrizia Boldoni Coordinamento regionale delle arti e della cultura, il produttore cinematografico Luciano Stella e Maria Firpo e la curatrice della rassegna Maria Tamajo Contarini del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Le reazioni

Entusiasta l’amministratore della Stella Film Luciano Stella: “ Il Museo e il Bosco di Capodimonte sono per Napoli un simbolo. La storia ed il passaggio antico e tranquillo ne fanno uno dei luoghi più affascinati della città, ideale per attività culturali che possono consentirne la fruizione in maniera insolita. Sono certo che il Cinema come è già accaduto diventerà veicolo di attrazione e cantore di tanta bellezza. – ha proseguito inoltre sempre Luciano Stella- Dedicare questa rassegna al cinema napoletano, dalle origini ad oggi, mette l’accento sulla ricchezza del nostro patrimonio culturale, in particolare su quello cinematografico che proprio in questi ultimi anni sta vivendo una fortissima spinta verso nuove frontiere. Siamo felici di essere al fianco del museo di Capodimonte e di Sylvain Bellenger, direttore lungimirante e molto attento alla Settima arte che già dallo scorso anno ha aperto le porte”.

Il museo

Il Museo di Capodimonte è la Casa di tutti artisti, polifunzionale aperto a tutte le espressioni artistiche pronto ad accogliere arte figurativa, musicale, letteraria e cinematografica, senza distinzioni tra le varie espressioni umane, senza schematizzazione e sempre pronto ad accogliere innovazione avendo sempre rispetto per la tradizioni delle innumerevoli espressioni umane.
Il film proiettati nel Real Bosco sono stati:

– “Carosello napoletano” di Ettore Giannini del 1954 con Sophia Loren e Paolo Stoppa
– “Vacanze a Ischia” del 1952 di Mario Camerini, Vittorio de Sica, Peppino de Filippo, Isabelle Corey, Nadia Grey
– “FF-SS”- Cioè…che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?. Di Renzo Arbore e Massimo Troisi del 1983
– “L’uomo in più” di Paolo sorrentino del 2001
– “Spara forte, più forte…non capisco” di Eduardo De Filippo, Marcello Mastroianni e Raquel Welch del 1966
– “Gatta Cenerentola” di Alessandro Rak del 2017
– “ l’amore molesto”(versione restaurata) di Mario Martone del 1995

Cenni storici sul cinema a Napoli e i personaggi che hanno segnato la produzione cinematografica a Napoli e in Italia prima degli anni trenta

ll cinema napoletano inizia alla fine del diciannovesimo secolo registrando opere cinematografiche che hanno fatto la storia del cinema italiano fino al ’31 quando il governo fascista emanò la “riforma” del cinema in cui si prevedeva la centralizzazione della produzione cinematografica a Roma ( nel ’37 la nascita di Cinecittà) e leggi censorie che proibivano l’uso del linguaggio dialettale.
Napoli divenne una location che gli storici del cinema concordano che sarebbero stati girati nel capoluogo partenopeo circa 600 film tra cui “Panorama of Naples Harbour” del 1901, prodotto dalla Warwick Trading Company. Nel 1896 il Salone Margherita dei fratelli Marino ospita la nuova invenzione “cinématographe” dei fratelli Lumière, due anni più tardi nel 1898 il padovano Mario Recanati è considerato il primo in Italia a distribuire e commerciare film ed ad aprire la prima Sala Cinematografica, in Galleria Umberto I a Napoli, al numero civico 90.

I Fratelli Lumière anche loro vennero rapiti dalla città della sirena Partenope, nel 1898 effettuarono alcune delle loro prime scene riprendendo Napoli e molte zone della città: la zona di Santa Lucia, via Marina, via Toledo ed il porto.
Il primo e vero film venne girato e proiettato da Fratelli Troncone con “Il delitto delle fontanelle” , e dagli stessi fratelli venne girato il primo cortometraggio “Il ritorno delle carrozzelle da Montevergine”(1900) di Roberto Troncone, ed anche “L’eruzione del Vesuvio”. L’entusiasmo della risposta positiva del pubblico incoraggia la nascita di case discografiche come la Tina Film e la Polifilm. La Vesuvius esporta le proprie pellicole negli Stati Uniti a beneficio della comunità italo-americana

In questi anni nel capoluogo partenopeo si incomincia a pubblicare riviste specializzate come “Il cinematografo”, “Café Chantant” ed “Il programma”.

Nel 1907 debutta Francesca Bertini e nasce anche la “regina” del cinema muto italiano con il film dal titolo “La dea del mare” di Salvatore di Giacomo. Nasce in Toscana di padre napoletano vero nome Elena Saracini Vitiello si trasferisce nel capoluogo campano ed impara la lingua napoletana, tra i film che la resero prima diva indiscussa italiana, lavorando anche come aiuto-regista fu “Assunta Spina” con la regia di Gustavo Serena nel 1915, il film è considerato tra i migliori film muti del cinema napoletano e anticipatori del neorealismo. Nei primi anni ’10 e anche nel primo dopoguerra il mito dell’attrice toscana-partenopea è stato forte, tanto che può essere paragonata a dive come Greta Garbo.
Molto abile nel dosare le sue apparizioni in pubblico è stata precorritrice del divismo e dello Star System, per lei fu infatti coniato il termine “Diva” nel 1915 rendendola prima star del cinema internazionale, ed inoltre fu anche sceneggiatrice con lo pseudonimo Frank Bert.
Intorno agli anni’10 del novecento si cominciò a sentire la crisi in Italia dovuta alla forte concorrenza straniera che offriva film più rifiniti, e per attirare a sé gli spettatori i proprietari delle sale cinematografiche inventarono una nuova formula di intrattenimento che consisteva nell’alternare le proiezioni con esibizioni di comici, fantasisti e cantanti.

Altra figura femminile che diede un impulso al cinema partenopeo definita come la pioniera del cinema italiano è stata Elvira Coda Notari, nasce a Salerno nel 1875 muore a Cava de’ Tirreni nel 1946, fondò nel 1905 (circa) FILM DORA collaborando come regista, sceneggiatrice e produttrice ed anche una scuola d’arte cinematografica. Ricordiamo che Elvira Coda Notari da semplice laboratorio artigianale nel 1915 trasformò la sua casa di produzione tra le più di maggior successo italiane, aprì inoltre a nel 1925 New York la Dora Film of America. Verso gli anni ’30 del novecento si ritirò e il marito trasformò la casa di produzione cinematografica in una casa distribuzione. Dagli anni trenta a Napoli non si produce quasi nulla a parte pellicole di repertori musicali di storie d’amore laceranti. La censura in quegli anni non arrivava nelle periferie e nei teatri di periferia ed ebbero ancora ampio spazio durante l’ avanspettacolo l’improvvisazione, la battuta forte ironica e dialettale e pungente. Il secondo dopoguerra la produzione cinematografica napoletana riprende, infatti vengono a girare Roberto Rossellini con il secondo episodio del film “Paisà” candidato all’oscar, venne girato il film “ L’oro di Napoli” del’54 di Vittorio De Sica napoletano d’adozione vincitore di due nastri d’Argento nel 1955, nel 1954 “Carosello napoletano” con Sophia Loren vincitore del Prix international del 1954 al Festival di Cannes. Girarono a Napoli, Nanny Loy, Dino Risi e Mario Monicelli e tanti altri fino ad arrivare ai giorni nostri con Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores e Matteo Garrone. Tra gli artisti partenopei ricordiamo il grande Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Sophia Loren vincitrice di Oscar nel 1960 con “La ciociara” nonché il Leone d’oro, Massimo Troisi con il film “Il postino” con ben due candidature all’Oscar

Giuseppina Ercole




Roma, conto alla rovescia al Colosseo per lo spettacolo unico al mondo: l’eclissi totale di luna del secolo e la grande opposizione di Marte

ROMA – Lo spettacolo raro e magnifico dell’eclissi totale di Luna più lunga del secolo e della contemporanea grande e luminosa opposizione di Marte, nello straordinario contesto del Parco archeologico del Colosseo: un evento di eccezionale bellezza, unico al mondo. Il prossimo 27 luglio, dopo quasi tre anni di assenza, torna nei cieli italiani lo spettacolo magnifico dell’eclissi totale di Luna. E lo farà in grande stile: in questa occasione, infatti, la Luna sarà alla massima distanza dalla Terra e raggiungerà il centro dell’ombra terrestre, generando un’eclissi con una fase totale di circa 103 minuti, la più lunga del XXI Secolo. Inoltre, proprio la notte dell’eclissi, il pianeta Marte raggiungerà l’opposizione al Sole mentre sarà prossimo alla sua minima distanza dalla nostra stella, condizione ideale di visibilità per il Pianeta Rosso, la migliore dopo quella dell’agosto 2003: sarà una cosiddetta “grande opposizione”, con Marte che brillerà luminosissimo nel cielo. “Poiché la Luna piena, condizione indispensabile per la sua eclissi, corrisponde alla fase in cui il nostro satellite si trova in opposizione al Sole, ne consegue che sia Marte che la Luna in eclissi saranno nella stessa regione di cielo, opposta al Sole, a soli sei gradi di distanza l’uno dall’altro: un raro e spettacolare abbraccio tra la Luna Rossa e il Pianeta Rosso” spiega Gianluca Masi, astrofisico, fondatore e Responsabile Scientifico del Virtual Telescope Project.

“Un fenomeno astronomico così unico ed irripetibile merita un evento culturale eccezionale, per condividere con il pubblico il valore e il significato della Bellezza, legame tra le meraviglie del cielo e della terra” aggiunge Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo. Per questo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Parco archeologico del Colosseo e il Virtual Telescope Project hanno predisposto per il 27 luglio, dalle ore 21.00 alle ore 24.00 una straordinaria serata di osservazione pubblica da un luogo di incommensurabile valore archeologico, culturale e storico: il Tempio di Venere e Roma, a pochi metri dall’Anfiteatro Flavio e dall’Arco di Costantino. Ed è proprio da questa suggestiva postazione che, al culmine dell’eclissi, sarà possibile ammirare la Luna e Marte vestiti di eleganti sfumature rosse, uno spettacolo senza eguali al mondo. Un’occasione unica per tutti i visitatori italiani ed esteri che in questo periodo affollano la Capitale, i quali, guidati nella scoperta del fenomeno astronomico e in quella dei monumenti antichi da personale specializzato, potranno osservare i due astri sia ad occhio nudo che al telescopio.
L’evento, aperto gratuitamente, avrà inizio alle ore 21.00 e si concluderà alle ore 24.00. La fase totale dell’eclissi è prevista tra le ore 21.30 e le ore 23.13. I turni di visita di 15 minuti ciascuno prevedranno la presenza contemporanea di 40 persone alla volta, che potranno assistere da 6 postazioni al fenomeno astronomico.
L’ingresso avverrà da piazza del Colosseo, angolo Via Sacra.

L’eclissi verrà trasmessa in diretta streaming attraverso le tecnologie del Virtual Telescope, al fine di condividere con il pubblico di tutto il mondo un evento prezioso e irripetibile.
UnitronItalia Instruments ha curato l’allestimento dei telescopi.

Gianfranco Nitti




Roma, isola Tiberina: boom di presenze per “Basilicata terra di cinema”

ROMA – Davanti ad una platea gremita dell’Arena dell’Isola del Cinema, la manifestazione estiva che ogni anno si ripete sull’Isola Tiberina a Roma, si è tenuta la seconda serata di Basilicata Terra di cinema. Un formato che la Lucana Film Commission da alcuni anni ha messo in piedi per promuovere a Roma le iniziative e le produzioni messe in campo in terra lucana ed inerenti alle produzioni cinematografiche. Quella di lunedì è stata una serata magica, fra musica e cinema, ed interamente dedicata alla figura di Antonio Infantino, recentemente scomparso. Un artista incredibile, dirompente, che già negli Anni 70 quando dalla sua Tricarico ( in provincia di Matera) era partito alla conquista del mondo con la sua concezione di musica, di ricerca antropologica e di recupero delle tradizioni.

Luigi Cinque, qui nella doppia veste di musicista con la sua Hyper Text O’rchestra, e di regista, autore del docufilm The Fabulous Trickster, è stato protagonista della serata.

Un concerto a più voci ha dato il via alla serata, con le partecipazioni straordinarie di artisti come Antonello Salis, Valerio Corzani, Riccardo Fassi e Badara Seck, Petra Magoni. Un’elegia composta apposta per la serata, che riprendendo i versi di Antonio Infantino ha regalato emozioni incredibili all’affollatissima platea ( oltre 700 le persone presenti) .

Andrea Satta e Angelo Pelini, del gruppo Tete de Bois hanno regalato al pubblico fra gli altri anche un brano composto da Antonio Infantino e Dario Fo (una delle tante collaborazioni del cantautore lucano) – “alla fine della festa”- , mentre il trio Lo guercio, De Rosa, D’Alessandro (già Premio Luigi Tenco) hanno eseguito due loro brani composti per celebrare Antonio infantino, da segnalare la “ Giaculatoria dell’amore indifferente”.

A seguire la proiezione del docu-film “The fabolous trickster”, in viaggio con Antonio Infantino”, prodotto da Istituto Luce e da Lucana Film Commission.

“Non un bio pic” come ha sottolineato Paride Leporace, direttore della lucana Film Commission, “quanto piuttosto un’avventura in musica e parole, in cui lo stesso Infantino, il briccone divino (parafrasando una definizione che all’artista lucano fu attribuito per la sua pitagorica attitudine al minimalismo e al vivere fuori dagli schemi seguito in un reale e al tempo stesso allegorico viaggio nella sua terra d’origine) ritrova le radici del ritmo, della taranta (“re della Taranta” è stato un altro dei tanti epiteti con cui Infantino è stato chiamato), delle tradizioni orali e contadine, della transumanza e un elogio della lentezza. Perché con la fretta ti perdi troppi pezzi di vita”.

Tra gli ospiti gli attori: Pino Quartullo, Athina Cenci, Giovanna Rei, Giglia Marra, Rosario Coppolino, Tiziana Buldini con il suo compagno (Avv. Ciro Pellegrino) Francesca Ieranò e la scrittrice Debora Scalzo.




Albano Laziale: Melania Fiore in scena all’Anfiteatro con “Odissea di Alice nel paese della realtà”

ALBANO LAZIALE (RM) – Importante spettacolo dell’attrice Melania Fiore in scena giovedì 26 luglio alle ore 21:00 presso l’Anfiteatro Severiano di Albano ODISSEA DI ALICE NEL PAESE DELLA REALTÀ promosso dall’Assessorato Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Albano Laziale. Per informazioni e prenotazioni contattare il 3453918529

Uno spettacolo che racchiude una inaspettata e travolgente magia regalata dalla maestria e bravura dell’attrice Melania Fiore

“Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi.
È dall’altra parte della vita …”

Così inizia un celebre libro di Celìne, “Viaggio al Termine della Notte”, un libro che mi ha commosso e turbato profondamente molti anni fa, ed è anche il tema fondante del mio spettacolo: il Viaggio. Il Viaggio di una giovane donna dentro se stessa e le proprie possibilità, il Viaggio verso la maturità nell’odierna società “liquida”, talvolta surreale, perversa e paurosamente demenziale, tanto che la donna-bambina protagonista di questa straordinaria avventura si chiama, non a caso, Alice.
Ma se il mio spettacolo per certi versi s’ispira, dal punto di vista iconografico e strutturale al ben noto romanzo del grande Lewis Carroll e prende in prestito alcuni nomi e luoghi dell’Odissea di Omero, per altri è esattamente il suo doppio poiché la mia Alice viaggia nello stralunato mondo fantastico e a tratti demoniaco dei sogni che è copia perfetta della “realtà” di oggi, di gran lunga più grottesca: una “realtà” dove la gente dialoga, litiga e amoreggia ore e ore con mostri elettronici di varie dimensioni, vive una vita, spesso senza accorgersene, spiata e manipolata nel pensiero e nelle azioni dagli occhi maliziosi e le braccia invisibili e industriose d’un “Grande Fratello” che non è Dio, dove abbondano nella quotidianità personaggi d’inconcepibile assurdità e la cui feroce crude tà ha il sapore di una farsa tragica. Alice, definita “occhio azzurro, mente colorata, farfalla danzante,” è una ragazza intelligente, generosa e sensibile. Conosce la sofferenza e ha imparato a convivere con la solitudine, con la sua condizione di straniera in una società mediocre dove chi è diverso o speciale è immediatamente emarginato. Non avendo interlocutori, Alice parla con se stessa, e i suoi amici di stoffa, Twinky e Memi. Un giorno, addormentata ai piedi di un albero, leggendo si addormenta e quando si risveglia vede, o crede di vedere, un essere metà uomo metà coniglio, che attraversa la strada di corsa, sparendo nel nulla. Improvvisamente capisce che il perché della sua visione è nel libro che stava leggendo: esso si trasforma in un libro “vivo”, che le parla, la fa entrare nella storia, suggerendole di seguire quello strano essere, che altri non è che un pretesto per seguire Fantasia, la dea grazie alla quale potrà raggiungere la Felicità, da lei tanto agognata.

Danzando finisce in una barca creata dalla sua immaginazione, e con essa prenderà il mare, imbattendosi fin da subito in un ragazzo timido e solo, straniero alla vita anche lui, e che tra l’altro non ricorda il suo nome. Due solitudini che s’incontrano, un’amicizia che nasce, con momenti esilaranti ma anche teneri e commoventi. E’ il suo primo vero amico. Ma non appena quell’amicizia così delicata sta per sbocciare e trasformarsi in un sentimento più grande, ecco pericoli ed insidie del destino, che metteranno a dura prova Alice. Ma è tutto così avvolgente, così colorato, così assordante, così ipnotico che la stessa Alice non riesce a ribellarsi a tutto questo, fino a che non prende coscienza del fatto che la vita non può essere vissuta senza lasciarsi andare e senza rischiare mai e seppur nella sofferenza, tra mille rocambolesche avventure, vale la pena di viverla, continuare quel Viaggio dove si fondono Reale e Sogno, Desiderio e Dolore, Coraggio e Paura, senza arrendersi all’Ineluttabilità del Fato come fece appunto Ulisse, eroe assolutamente moderno, che superò se stesso e i suoi limiti per raggiungere Itaca- la terra della felicità primigenia, la terra da cui ripartire. E’ infatti proprio nel momento in cui Alice impara ad usare con intelligenza le proprie risorse senza soccombere a quei mostri virtuali eppur reali, senza lasciarsi incantare dalle sirene, con lucidità, ironia e capacità di metamorfosi, che intravede finalmente, la felicità. Sarà un viaggio ben oltre i confini dell’immaginazione: uno spettacolo esplosivo e vitale, variopinto e tragicomico, che è insieme racconto, confessione esilarante ed esaltante al fine di illustrare ancor meglio la solitudine di chi combatte la propria battaglia per l’esistenza.
Alice è la donna di oggi: fragile, tenera ma anche forte e capace di resistere a tutte le avversità, pronta a rinunciare a tutto per un amore dichiaratamente impossibile, ma soprattutto capace di stupirsi e guardare il mondo con la stessa purezza dei bambini …..Sarà l’inaspettato la parte più interessante del suo e del nostro Viaggio.

Melania Fiore

BIOGRAFIA MELANIA FIORE

Vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti teatrali l’attrice, autrice e pianista Melania Fiore si laurea con lode in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l’Università Roma3 e si diploma col massimo dei voti presso la Scuola di formazione biennale di recitazione “MOLIERE” di Mario Scaccia nel 2002, con un saggio su Galantuomo per transazione di G. Giraud, in cui interpreta il ruolo di Elisa e Shakespeare, montaggio di varie scene tratte dalle opere del Bardo, in cui interpreta il ruolo di Rosalinda del Come vi piace. Dopo il diploma continua a studiare e a lavorare a fianco di Mario Scaccia per circa dieci anni. Il grande e compianto Maestro la sceglie come protagonista in molti suoi spettacoli, come Teatro comico e no con testi di M. L. Spaziani e Questa cosa vivente detta guidogozzano dove M. Fiore è attrice e pianista, Alcyone di G. D’Annunzio, insieme agli etoilès del Teatro dell’Opera, in tournèe in Italia, l’acclamato Chicchignola di E. Petrolini, che debutta presso il Teatro Parioli di Roma, L’amore in guerra, nella sua prima edizione, con testi di Bertold Brecht e Salvatore Quasimodo.Intanto Melania perfeziona gli studi di recitazione con laboratori importanti: dopo il laboratorio annuale di Living Theatre diretto da Cathy Marchand, va in scena presso il Teatro Ateneo della Sapienza con l’Antigone di Bertold Brecht. Continua poi con Giorgina Cantalini, Giles Smith, Daniele Salvo, Mauro Avogadro, che la dirige in una mise en space a Villa Piccolomini dove interpreta il ruolo di Cleonice in scene tratte da La Lisistrata di Aristofane. Nel 2013 frequenta a Berlino la Theatre Summer School Berlin dove studia con Nicole Kehrberger.Lavora in molte compagnie mentre continua a suonare il pianoforte, che ha studiato per oltre dieci anni sotto la guida del Maestro Lamberto Desideri e affina le capacità di scrittura teatrale. Pubblica racconti e inizia a scrivere per il teatro nel 2008.
Nel 2011 fonda insieme all’attore, regista e autore Aldo E. Castellani la Compagnia Libere onde Teatro con cui produce vari spettacoli, tra cui “L’amore in guerra”, “Tutto il mio amore”, “Partigiana”.
Nel 2012 è la protagonista femminile della pièce Assolo contro la ‘ndrangheta di Enrico Bernard, in scena presso il Teatro Dell’Orologio di Roma e il Teatro del Giglio di Lucca. E. Bernard scrive per lei anche Rosa e la Calabria Saudita, che debutta presso il Teatro Stanze Segrete di Roma a maggio 2013. Delle sue opere, La Terrazza è selezionato per il Premio Attilio Corsini e va in scena al Teatro Stabile Vittoria di Roma, Il Testamento del Marchese del Grillo con Enzo Garinei, dove è anche attrice debutta presso l’Anfiteatro Romano d’Ostia Antica e poi in tournèe in Italia; Ti richiamo tra dieci minuti viene segnalato dalla giuria per l’interpretazione al Festival della Drammaturgia Italiana 2009; presso lo stesso Festival riceve il Premio speciale della giuria 2010 con L’atto unico della felicità, che ottiene anche il premio “Artista dell’anno” al Festival Teatrale di Calcata 2011. L’amore in guerra, nella sua seconda edizione, scritto e interpretato da Melania Fiore, dedicato a Scaccia, è stato replicato per due stagioni ed è la prima delle opere che fanno parte della trilogia AMORE E TEATRO CIVILE. La terza opera della Trilogia, Tutto il mio amore, nel 2011 vince il premio come Miglior attrice al Festival della Drammaturgia Italiana e nel 2012 vince il premio “Nuda Anima” come Miglior Corto Teatrale con le seguenti motivazioni della giuria: “Per la compiutezza organica tra tema, scrittura, interpretazione e resa scenica, grazie alla quale l’artista irradiava una presenza luminosa che le consentiva di creare un mondo di senso e di renderlo vivo agli occhi dello spettatore”.
Tutto il mio amore apre inoltre il Festival della Ginestra d’Argento in Calabria nella sezione “Contro tutte le mafie”, il Festival Teatrale di Calcata, il Festival Donne D’amore a Roma e nel 2012 va in scena presso l’Auditorium di Cotronei (quest’ultima insieme al giornalista e scrittore Emiliano Morrone), presso il Teatro dell’Orologio e il Festival di Monologhi presso il Teatro Ambra Garbatella di Roma, nella Rassegna Sceneforum presso Palazzo Ricci a Pisa, ed è ospite presso il Festival dell’Ambiente, delle Scienze e delle Arti nel Parco Nazionale del Cilento, diretto da Nadia Baldi e Ruggero Cappuccio, insieme ad Alessio Boni, Lello Arena, Silvio Orlando e Claudia Cardinale.
Tutto il mio amore vince nel 2014, il Festival Dirittinscena, Festival organizzato sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubbica e di Amnesty International, svoltosi presso il Teatro Italia di Roma, con 3 premi: Premio miglior attrice protagonista, Premio della Giuria popolare e Premio Miglior Spettacolo II classificato con le seguenti motivazioni della giuria: “Interpretazione maiuscola di un bellissimo testo scritto, diretto ed interpretato da Melania Fiore, nel quale la denuncia delle ecomafie e delle organizzazioni criminali in generale che deturpano il
territorio e indeboliscono gli strati sociali che necessità di maggiori protezioni arriva attraverso il racconto di una storia d’amore che diverte e suona molto familiare”
Nel 2014 Melania Fiore vince il prestigioso Premio Calcante SIAD, premio di drammaturgia, che gli è conferito dal Sindacato Nazionale Autori Drammatici per il testo “L’amore in guerra” .
Nel 2012 viene scelta da Paolo Sorrentino per un ruolo nel suo film “LA GRANDE BELLEZZA”, vincitore, tra gli altri, del Golden Globe e dell’Oscar 2014 come Miglior Film Straniero.




Caserta, alla Reggia Modigliani Opera: prosegue il viaggio sensoriale all’interno delle opere e la vita del maestro livornese

“Modigliani Opera” prosegue alla Reggia di Caserta fino al prossimo 31 ottobre nell’area dell’ex Aeronautica della Reggia. La fondazione Modigliani in collaborazione con Visionary Mind Production llt, propone un percorso articolato in quattro sale, un laboratorio didattico, una sala con visori VR, una con ologrammi in 4K, e infine un ambiente da cui si accede ad “un’arena” – così definita dall’organizzazione – con schermo a 360° dove viene proiettato un docu-film totalmente immersivo per chi è in visita nella maestosa Reggia della provincia Campana della vita e delle opere di Amedeo Modigliani.

L’intento dell’intera exhibition è un viaggio sensoriale “all’interno” delle opere e della vita del grande maestro livornese che fu prima allievo di Giovanni fattori poi maturò la sua formazione artistica nei grandi caffè di Montparnasse, dove la cosiddetta Ecole de Paris riunivano la notte artisti provenienti da qualsiasi parte del mondo. Parigi città cosmopolita e l’Ecole de Paris ammetteva tutti i linguaggi artistici e le nuove tendenze: il linguaggio di Picasso, Matisse, il mondo fantastico di Chagall ecc…

L’intera mostra nella Reggia di Caserta si serve della tecnologia per capire le opere di uno dei più grandi artisti a livello internazionale, protagonista della storia dell’arte europea. Il suo stile identicativo, i colli allungati, i visi inglobati in forme geometriche, il suo primitivismo è visto dai “viaggiatori” sotto la lente d’ingrandimento per fruirne meglio le emozioni ed anche le inquietudini che segnarono la sua vita e l’arte contemporanea. Modigliani scomparve prematuramente e scaturendo con la sua morte altre tragedie come il suicidio della moglie Jeanne HéButerne il giorno dopo la sua morte incinta di otto mesi che egli amava molto.

“Modigliani Opera – innovazione e arte” rende i visitatori protagonisti e parte integrante di tutto il percorso espositivo, l’intento è di offrire ai fruitori un’esperienza “immersiva” e costruttiva.
Amedeo Modigliani è uno degli artisti più amati e quotati sulla scena internazionale, basti pensare che è stato battuto alla Casa D’Asta Sotheby’s di New York un nudo dal titolo “No couche (sur le cote gauche)” per ben 157,2 milioni di dollari realizzato nel 1917 prima che morisse a 35 anni. Altro è il dipinto “Ritratto di Paulette Jourdain” nel 2015 è stato venduto a 42’8 milioni di dollari da Sotheby’s a New York, all’amica Paulette Jourdain all’epoca giovanissima sei mesi prima che Modigliani morisse le disse ”morirò all’età di Cristo”.
Le sue opere emozionano ancora ed anche la sua vita incuriosisce totalmente. ”Modì” così che veniva chiamato da suoi amici artisti a Parigi quando si trasferì nel 1906 nel luogo per eccellenza che allo stesso tempo è ricco di tradizione e ben accetta all’innovazione, Modigliani poté scoprire la pittura di Cézanne padre di tutta la pittura moderna, le suggestioni di Klimt, e la secessione viennese, dai “Fauves” al Picasso blu.

La sua totale attenzione alla figura umana come testimoniano le sue opere, ma mostrata sempre con rispetto, la ricerca dell’arcaica semplicità, la grande capacità di “spogliare L’anima” e trasferire su tela l’introspezione psicologica dei suoi personaggi anche quando li dipingeva con le deformazioni espressioniste, riusciva a rappresentare i personaggi dando al fruitore una potente intimità spirituale vissuta tra lui e la sua “creatura”, ed infine la sua insoddisfazione verso la vita con una continua irrequietezza interiore (alimentata da alcool e droga ed in totale stile di artista bohémien) fecero di “Modì” sempre alla ricerca di nuove forme di espressioni come quando si dedicò alla scultura rendendo la produzione pittorica dopo quest’esperienza ancora di più unica ed incisiva. I suoi nudi hanno sempre fatto parlare, nel dicembre del 1917 si tenne la prima personale di Amedeo Modigliani presso la Galleria Well, i nudi di “Modì” fecero subito scandalo tanto che la questura ne decise il ritiro, egli aveva una predilezione per i ritratti, in tutta la produzione artistica il maestro toscano ha dipinto solo quattro paesaggi.
Con questo tipo di eventi si evidenzia che l’arte non ha schematizzazione come spesso si è abituati a credere, l’arte è unita in tutte le sue espressioni senza sbarramenti e schematizzazioni, l’arte è comunicazione umana, “ Modigliani Exeperience” ne evidenzia il legame oramai inscindibile che c’è tra le arti figurative con le nuove tecnologie, infatti gli organizzatori hanno definito l’evento molto “cinematografico”.

L’exhibition mette in evidenzia le capacità umane di esprimersi, capace sempre di adattarsi alle ultime innovazioni tecnologiche per capire meglio il messaggio degli artisti del passato e far avvicinare le persone all’arte in particolare ai giovani. La tecnologia usata come medium in una location d’eccezione, lì dove Carlo di Borbone nel 1750 decise di erigere la reggia più grande del mondo affidando i lavori all’architetto luigi Vanvitelli ( 1700 – 1773) per farne il centro ideale del Regno di Napoli.

Il “Palazzo nuovo” così veniva chiamata all’epoca la maestosa Reggia offre ai “viaggiatori” come nel passato un’esperienza unica e didattica, il fruitore è immerso dalle proiezione cinematografiche ai tempi della Belle Epoque in una location dove è stata fondata la prima pietra nel 1752 – i lavori finirono il secolo successivo – un vero portale del tempo dove lo ”spettatore” fruisce di bellezza antica e moderna ed è anche interattivo con le nuove concezioni di mostrare l’arte.

Giuseppina Ercole




Roma, tutto pronto per spiaggia sul Tevere

ROMA – Si stanno completando rapidamente i lavori per la realizzazione della spiaggia sul Tevere nei pressi di Ponte Marconi con la finitura dei viali di accesso e il posizionamento della sabbia. L’apertura della spiaggia, annunciata dalla sindaca Virginia Raggi quest’anno, ci sarà entro agosto, secondo quanto filtra da fonti del Campidoglio. La spiaggia sul Tevere sarà fruibile già da quest’estate un po’ sulla scia degli stabilimenti anni ’60.




“Cinecittà si mostra”: viaggio tra set all’aperto e la storia di un sogno

“Cinecittà si Mostra” ed apre le porte al pubblico per poter visitare gli studi cinematografici ed esposizioni permanenti di “frammenti” appartenenti a capolavori con ben tre percorsi guidati ai set che hanno fatto la storia del cinema italiano ed internazionale.

L’exhibition si rivolge agli appassionati di cinema, alle famiglie e agli studenti di ogni ordine e grado.
Cinecittà fa parte della memoria del nostro paese e del nostro patrimonio storico – artistico e culturale, 3.000 film dal ’37 ad oggi sono stati girati qui nella Citta del Cinema dove è stata riconosciuta come Bene Culturale, come esempio di Razionalismo industriale, e da visitare per
potersi arricchire dentro, i percorsi da non perdere per chi si trova nella “Città Eterna” sono: Perché Cinecittà – Girando a Cinecittà – Backstage, un percorso didattico per Cinecittà.

L’intento di rendere visitabili gli ambienti, gli oggetti, i costumi e qualsiasi “frammento” nasce dalla volontà di far conoscere la storia, e il contesto socio-politico della nascita della “fabbrica dei sogni”, così come la chiamava Federico Fellini il grande maestro cineasta della “Settima Arte” che ha lasciato a noi posteri bellissimi capolavori cinematografici, ed inoltre ha contribuito a far nascere il mito del Teatro 5 che il maestro del cinema riminese riteneva la sua casa tanto che vi fece arredare nel suo interno un appartamento.
Le esposizioni ossia “Cinecittà si mostra” svela tutti i suoi segreti, tutte e tre i percorsi sono realizzate grazie al contributo di importanti partner che hanno collaborato fornendo a vario titolo filmati, fotografie, documenti, costumi, accessori ed elementi scenografici, dando modo
ai “viaggiatori” di poter apprezzare da vicino la ricchezza delle maestranze del “Bel Paese” coinvolte nella realizzazione di un film. Nel percorso – Perché Cinecittà – svela le ragioni della nascita di Cinecittà nella prestigiosa Palazzina Fellini, ad esempio la Sala dedicata al maestro
riminese, luogo che scelse per dare forma alla sua immaginazione, sempre nella prestigiosa Palazzina vi è anche la Sala Visconti dove è presentata una selezione di filmati e di montaggi che riguardano i protagonisti della città del Cinema. Un “racconto” all’interno della Palazzina
compreso in un arco di tempo tra il 1937 e il 1943 dove si potrà ammirare il passaggio dal cinema muto al sonoro, dall’incendio della Cines alla progettazione di una modernissima città del cinema, fino ad arrivare alle ultime produzioni importanti. Un ”viaggio” nel passato che il
visitatore vive nel visitare “la fabbrica dei sogni” con i percorsi grazie a disegni, immagini, oggetti, plastici in scala ridotta di impianti scenografici e costumi, grazie a questi “frammenti” cinematografici si può ammirare la bravura delle maestranze dei sarti, scenografi, pittori ecc, il regista Dario Argento definì la Città del Cinema “una zona che nello stesso tempo è bottega dell’arte e sistema industriale”
Cinecittà è composta da 20 teatri di posa interni e da molti anni altri set all’aperto che vengono allestiti temporaneamente per produzioni cinematografiche e televisive, la mostra non chiude mai per ferie, anzi è pronta ad accogliere i visitatori per tutta l’estate
I tre grandi set permanenti visitabili tutti i giorni con guide specializzate sono:

– Antica Roma, la Roma antica realizzata per l’omonima serie televisiva
– Firenze del Quattrocento ricostruita per il film di Neri Parenti Amici miei-Come tutto ebbe
inizio
– Il Tempio di Gerusalemme, realizzato per il film The Young Messiah uscito nel 2016.

Scenografie, costumi e tracce sonore di vecchi film con queste exhibition si rigenerano e vivono una nuova vita cambiando destinazione d’uso, infatti grazie a queste esposizioni qualsiasi “frammento di capolavori cinematografici” che siano oggetti, fondali o costumi sono
diventati oggetti da esporre, delle vere opere d’arte, ma anche oggetto didattico per chi vuole intraprendere la strada del cinema. La visita a Cinecittà significa vivere un’esperienza unica e formativa, qualsiasi “traccia” con “Cinecittà si Mostra” hanno acquisito una nuova aurea,
queste esposizioni hanno fatto nascere un nuovo modo di concepire la Città del Cinema e conferiscono un ulteriore valore all’artigianato e al fitto e capillare mondo dei cineasti. I “viaggiatori” nel percorso Backstage potranno non solo ammirare durante tutto il percorso
frammenti che fanno parte della nostra memoria storica – culturale, ma anche interagire con le innumerevoli iniziative, nel percorso si potranno sperimentare il doppiaggio, ma anche realizzare virtualmente costumi nella “Stanza del Costume”.

I visitatori con “Cinecittà si Mostra” potranno “viaggiare” nei ricordi vedendo da vicino “pezzi unici” ad esempio il costume che indossò Claudia Cardinale disegnato da Piero Tosi per il film “Il Gattopardo”, il costume indossato da Silvana Mangano nel ruolo di “Giocasta” nel film
“Edipo Re” di Pier Paolo Pasolini. I visitatori quando arrivano nell’agorà della “bottega dell’arte” e passano sotto la storica entrata già respirano aria di cinema, anche il numero civico della “fabbrica” è anch’esso celebre “1055”, un numero dove unisce passato, presente e il
futuro di Cinecittà. Il regista Luchino Visconti nel 1951 girò le famosissime scene nel film “Bellissima” con Anna Magnani nel periodo ricordato come “Hollywood sul Tevere”, la storia del film racconta di una produzione cinematografica che cercava a Cinecittà una bambina per
girare un film dando via alla sequenza più celebre del neorealismo, nonché una delle più celebri scene del cinema italiano.
Con Cinecittà si ripercorrono anche momenti tragici della nostra storia da non dimenticare, infatti nel 1945 la città del cinema divenne un primo tempo campo di prigionia degli Americani e successivamente campo per i rifugiati sia per stranieri che per italiani, in quell’anno venne
girato “Roma città aperta” di Rossellini e Anna Magnani e alcuni interni non essendo disponibile a Cinecittà perché era rifugio alcune scene vennero girate nel Teatro Capitani.
Cinecittà è la materializzazione della previsione nel 1921 del critico Ricciotto Canudo alla nascita del “Manifesto” sull’invenzione del 1895 dei Fratelli Auguste e Louis Lumière, egli definì il cinema come la Settima Arte, ed avrebbe unito in sintesi l’estensione dello spazio e la
dimensione del tempo. Ma, per i cineasti contemporanei Cinecittà cosa rappresenta?
L’Osservatore Italia ha posto questa domanda a diverse figure professionali che fanno parte dell’incantevole mondo del Cinema e della Televisione italiana.

NINO CELESTE, Direttore della fotografia
Per me Cinecittà è stato quel luogo che mi ha fatto decidere di entrare nel magico mondo del
cinema, infatti il primo lavoro che ho fatto è stato al teatro 1 di Cinecittà.

DUCCIO FORZANO, Regista
Per me Cinecittà è il debutto con Fiorello nel 2001.

DANIELE FERRARI, Attore                                                                                                                                                                                  Ora è il grande passato dei miei sogni, ma in passato era la “porta magica” dei miei sogni.
Purtroppo non è mai stata la mia casa, per ora!

GIORGIA FERRERO, attrice
Cinecittà evoca un luogo magico un sogno direi. Se si pensa al Teatro 5, immediatamente la
prima immagine è appunto quella di Fellini. Qui ha girato e ambientato quasi tutti i suoi film,
oggi purtroppo ci sono per lo più studi televisivi. Se si entra a Cinecittà si possono ancora
vedere set di grandi film che sembra di essere davvero dentro quell’epoca. Se da un lato è
sogno, dall’altro è anche amarezza e nostalgia verso un tipo di cinema che non esiste più.

Cinecittà è nata nel 1937 sulle ceneri degli studi della Cines che si trovavano nella zona di San Giovanni andati a fuoco nel 1935, il progetto fu firmato da Gino Parassuti elaborando un’analisi degli studi di Hollywood. Mussolini volle fortemente la Città del Cinema non solo per
stare al pari con le altre città del mondo come a Londra, Parigi e Hollywood, la voleva fortemente perché come mezzo per la sua propaganda, infatti nell’inaugurazione fu posta la scritta “La cinematografia è l’arma più potente”. All’epoca era altissimo il numero di analfabeti
e non esisteva la televisione, quindi Mussolini capì che l’immagine era lo strumento più semplice per far arrivare il suo messaggio, ma anche per le persone che si dovevano recare nelle vere e proprie sale cinematografiche per seguire i primi telegiornali, ossia i cinegiornali.
Fra i primi film che furono girati a Cinecittà ed erano di propaganda e tra questi fu “Scipione l’Africano” di Carmine Gallone e Luciano Serra Pilota di Goffredo Alessandrini. Il progetto di Mussolini sprese forma attraverso tre organismi cinematografici tutt’ora adesso esistenti: L’Istituto Luce( fondato nel ’24 e nel 1937 nell’edificio x), Il Centro Sperimentale di Cinematografia (fondato nel’32) e gli Studi Cinematografici di Cinecittà.

Giuseppina Ercole




Velletri, Campaniliana: gli auguri del Ministro Bonisoli per la rassegna dedicata a Campanile

VELLETRI (RM) – La “Campaniliana 2018” si arricchisce di un nuovo prestigioso e onorevole riconoscimento. È di pochi minuti fa la notizia che il MIBACT, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nella persona del Ministro Alberto Bonisoli, ha concesso con una nota indirizzata al presidente della Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura il proprio patrocinio alla seconda edizione della rassegna nazionale di teatro e letteratura dedicata ad Achille Campanile.

Un giusto e sperato riconoscimento, visti i numeri dell’anno scorso, tra l’altro migliorati dal totale dei copioni pervenuti per il Premio Nazionale Teatrale 2018: sono infatti per ora ben ottantaquattro i testi inediti di genere umoristico spediti da tutta Italia alla Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura, promotrice del Premio.

Non è escluso che la cifra possa aumentare, per l’accettazione di tutti i plichi in concorso farà fede il timbro postale vista la scadenza del bando fissata per il 30 giugno appena trascorso.

Nella nota del Ministero si legge che il Ministro “ha concesso il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’iniziativa “Campaniliana”.

Nel formulare i migliori auguri per il successo dell’evento” – si legge nella missiva – “inviamo i migliori saluti”. Un riconoscimento formale molto importante per la “Campaniliana”, che adesso è investita di una grande responsabilità: quella di non deludere le aspettative e di mantenere il passo dello scorso anno, innalzando la qualità delle proposte culturali della settimana dedicata al genio di Campanile.

In tal senso, il programma che è all’attenzione del Comitato Scientifico-Organizzativo si preannuncia molto interessante: forum didattici per gli studenti appassionati di teatro, una Mostra fotografica e documentaria a tema sul giornalismo e la critica televisiva, un convegno tematico con ospiti d’eccezione (ancora da svelare) che approfondirà dal punto di vista accademico, divulgativo e biografico il periodo della maturità dello scrittore romano.

In attesa dunque delle prossime notizie, l’estate si apre con il riconoscimento del patrocinio del Mibact: un traguardo prestigioso ma meritato per una rassegna ambiziosa che Fondazione, Associazione Memoria ‘900 e Fondo Campanile hanno avuto la capacità di portare ad alti livelli nel 2017 alla sua primissima edizione.

Rocco Della Corte




Albano Laziale: aspettando l’Anfiteatro Festival

ALBANO LAZIALE (RM) – Anfiteatro Festival e non solo nell’estate di Albano Laziale. L’Amministrazione Comunale presenta, infatti, Anfiteatro Estate 2018. Concerti e spettacoli, sempre all’interno della suggestiva location dell’Anfiteatro Severiano, per attendere l’Anfiteatro Festival. Il primo spettacolo è in programma per domenica 15 luglio. Le esibizioni inizieranno alle ore 21. I biglietti potranno essere acquistati direttamente la sera dell’evento sul posto. La programmazione seguirà questo calendario: domenica 15 luglio “L’angolo segreto del cantautore”, concerto di Giulia Briziarelli a cura dell’associazione Stelle in Circolo; mercoledì 18 luglio “Mare nostro” della compagnia teatrale La Finestra; venerdì 20 luglio “Oltre il tempo” a cura della Polisportiva Comunale Ginnastica Artistica; sabato 21 luglio “Sogno perché son destro”, tratto da Shakespeare, dell’associazione Cuspide; domenica 22 luglio “Raccontando la Traviata” con la Banda Municipale Città di Albano; lunedì 23 luglio “P.P.P. il paese mancato” da Pier Paolo Pasoni, a cura di Artivazione; martedì 24 luglio “Una lunga attesa” dell’associazione Alias; mercoledì 25 luglio “VarietéVentuali” di Sophosyne Arte e Cultura; giovedì 26 luglio “Odissea di Alice nel paese della realtà” a cura de La resistenza delle Formiche Teatro (The producers); giovedì 2 agosto “…So’ sempre parole d’ammore”, Napoli in versi e musica”, de Il vaso di Pandora.




Addio a Carlo Vanzina, il regista del cinema italiano degli anni ’80 e ’90

E’ morto a Roma il regista Carlo Vanzina. A dare la notizia sono la moglie Lisa e il fratello Enrico. “Nella sua amata Roma, dov’era nato, ancora troppo giovane e nel pieno della maturità intellettuale, dopo una lotta lucida e coraggiosa contro la malattia – si legge nella nota della famiglia – ci ha lasciati il grande regista Carlo Vanzina amato da milioni di spettatori ai quali, con i suoi film, ha regalato allegria, umorismo e uno sguardo affettuoso per capire il nostro Paese”. Ecco una recente intervista a La7 in occasione della presentazione del suo ultimo film, ‘Caccia al tesoro’.

Ha firmato alcuni dei maggiori successi del cinema italiano degli anni ottanta e novanta, alfiere di quella particolare evoluzione della commedia all’italiana verso i territori più facilmente commerciali del giovanilismo e dell’umorismo di derivazione televisiva. Dopo un apprendistato con Monicelli, con il padre Steno e con Sordi, ha formato con il fratello Enrico un’affiatatissima coppia di cineasti di grande versatilità ed efficienza produttiva.

Dopo il suo debutto dietro la macchina da presa nel 1976 con Luna di miele in tre, ha realizzato in 40 anni circa 60 film. I suoi primi successi sono giunti con la scoperta di Diego Abatantuono (Eccezzziunale… veramente e Viuuulentemente mia, entrambi del 1982), seguiti subito dopo dal lancio di uno spensierato sottogenere vacanziero-nostalgico con Sapore di mare (1983).

Sempre in tema di rispolveri di modelli, ha poi rivitalizzato abilmente il film a episodi con comici di provenienza televisiva con Vacanze di Natale (1983) e Yuppies – I giovani di successo (1986), una formula che è stata la migliore garanzia della sua fortuna cinematografica anche in seguito, con Sognando la California (1992), S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa (1994) e A spasso nel tempo (1996), cui è seguito A spasso nel tempo – L’avventura continua (1997).

Meno incisivo quando ha provato a rivisitare altri generi come il noir (Sotto il vestito niente, 1985), l’avventura in costume (La partita, 1988), il poliziesco (Tre colonne in cronaca, 1990) e la commedia meno farsesca (Io no spik inglish, 1995).

Nel 1999 fa debuttare nel suo film Il cielo in una stanza il giovane Elio Germano e Gabriele Mainetti che dirigerà in seguito Lo chiamavano Jeeg Robot.

Nel 2001 sono usciti E adesso sesso e South Kensington, l’anno successivo è stata la volta di Febbre da cavallo – La mandrakata, atteso seguito del film quasi omonimo (Febbre da cavallo) diretto nel 1976 dal padre.

Nel 2003 è uscito Il pranzo della domenica e nel 2004 In questo mondo di ladri. Nel 2005 ha diretto Il ritorno del Monnezza, un omaggio ai film polizieschi interpretati da Tomas Milian; nel 2006 sono usciti Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me e Olé; nel 2007 2061 – Un anno eccezionale. Dal 2005 al 2008 dirige Un ciclone in famiglia, serie televisiva con Massimo Boldi.

Nell’estate del 2008 esce il film Un’estate al mare, che descrive sette storie divertenti[senza fonte] ambientate nei luoghi celebri dell’estate all’italiana.

Dal 2010 è tornato al grande successo popolare con “Ex – Amici come prima!” (2011) e ” Mai Stai Uniti” (2013).

Ha lavorato con quasi tutti i più importanti attori italiani Diego Abatantuono, Gian Maria Volonté, Sergio Castellitto, Renato Pozzeto, Paolo Villaggio, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Vincenzo Salemme, Christian De Sica, Massimo Boldi, Enrico Brignano, Michele Placido, Virna Lisi, Monica Vitti, Monica Bellucci, Anna Foglietta e tanti altri. Ha diretto anche molti grandi attori internazionali Faye Dunaway, Rupert Everett, Carol Bouquet, Elliot Gould, Jean Rochefort, Leslie Nielsen, Susannah York, David Warner, Dean Jones, Daryl Hannah, Matthew Modine.

Vanzina ha dichiarato in un’intervista: « In una cinematografia seria come quella americana, noi Vanzina saremmo venerati come Spielberg. Qui dobbiamo vergognarci. »




Napoli, “La Scapiliata” di Leonardo Da Vinci ospite illustre alle Gallerie d’Italia

NAPOLI – Nell’ambito della rassegna ‘L’Ospite Illustre’ alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli sede museale di Intesa Sanpaolo è in esposizione la celebre opera di Leonardo da Vinci dal titolo ‘La Scapiliata’ dal 6 luglio al 2 settembre 2018. L’exhibition Leonardesca collocata nel maestoso salone al piano terra è curata da Marco Carminati, la mostra segna la settima edizione della rassegna ‘L’Ospite Illustre’, l’esibizione riporta il celebre maestro toscano dopo trent’anni nel capoluogo partenopeo in occasione della grande mostra ” Leonardo e il leonardismo” a Roma e a Napoli al Museo e Real Bosco di Capodimonte. La presentazione dell’opera è avvenuta in occasione della conferenza stampa il 5 luglio a Palazzo Zevallos: sono intervenuti Michele Coppola, Direttore Arte, Cultura e beni Storici Intesa Sanpaolo, Marco Carminati, Curatore mostra, Chiara Travisonni Storico dell’Arte, Complesso Monumentale della Pillotta Parma.

L’opera di Leonardo da Vinci è chiamata anche ‘Testa di Donna’ ed è dipinta in terra d’ombra, ambra inverdita e biacca su legno in 27 centimetri per 21, datata con molta probabilità come concordano gli studiosi tra il 1504 – 1508, è un’opera di rilievo in prestito temporaneo proveniente dal Complesso Monumentale della Pillotta di Parma, l’esposizione anticipa le celebrazioni per i 500 anni dalla morte del genio fiorentino previste per il prossimo anno.

L’intera rassegna è una sinergia di istituzioni tra ente privato e il pubblico, una fusion con l’intento di voler far conoscere il grande patrimonio artistico italiano culturale al pubblico, l’intera rassegna è nata con la volontà di voler condividere con la cittadinanza un nucleo di opere tratte dalle proprie collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo. L’opera del genio di origine di Anchiano, ossia la ‘La Scapiliata’ è assolutamente da non perdere perché oltre che è bellissima ed emoziona fruirla è anche interessante ed affascinante tutta la storia dell’opera stessa da quando è stata creata e poi acquistata nei secoli. ‘La Scapiliata’ nata forse perché Leonardo da Vinci stava eseguendo uno studio preparatorio per dipingere con molta probabilità una Madonna, ‘Testa di Donna’ è una riscoperta di quella “normalità” del genio e la colloca tra le opere immortali appartenenti all’intera umanità. L’opera in esposizione era già ben nota già fin dal 1627 come testimonia la citazione negli inventari di Federico Gonzaga, “ un quadro dipintovi la testa di una donna scapigliata bozzata… opera di Leonardo da Vinci”.

Il dipinto ‘La Scapiliata’ è l’esempio di arte che arriva al cuore e coinvolge tutti i sensi, il suo tratto delicato, la luce che investe gli zigomi, gli occhi socchiusi e la “morbidezza” dei colori escono con forza prepotentemente fuori dalla piccola tavoletta di legno, larga e alta poco più di una spanna e danno al fruitore l’impressione di trovarsi di fronte ad una altorilievo e quindi ad una tridimensionalità scultorea che solo un genio può fare. L’opera di Leonardo ha la capacità di interloquire con il visitatore suggerendo ad egli tutta la serenità che Leonardo aveva per i soggetti femminili. “ Testa di Donna” forse incompiuta oppure il genio toscano ha voluta lasciarla così?… è un’opera tutt’ora avvolta nel mistero e sarà messa a confronto dal 7 luglio fino al 21 con il volto si Sant’ Orsola raffigurata nel “Martirio” di Caravaggio – capolavoro delle collezioni Intesa Sanpaolo ospitato alle Gallerie di Napoli, tale confronto consentirà di approfondire le tecniche e il linguaggio di questi due maestri appartenenti all’arte italiana.

Accanto alla Scapiliata di Leonardo da Vinci – un altro sorprendente esempio di genialità italica – sarà esposta una riproduzione digitale di Salomè con la testa del Battista di Bernardino Luini. L’intento di questo collocazione tra l’opera di Leonardo e di Luini che quest’ultima è datata al 1525 circa conservata agli Uffizi dal 1763, è di straordinaria importanza storica, la sorprendente somiglianza tra la Testa di Donna del genio fiorentino e la protagonista femminile del dipinto olio su tavola del pittore lombardo contribuisce a collocare a Milano il prototipo leonardesco almeno fino 1530, incidendo ancora fortemente l’influenza che il maestro toscano continuava sui più giovani artisti che si erano formati o perfezionati alla sua bottega. Questo dialogo tra i volti del capolavoro di Leonardo e l’artista Luini e reso possibile grazie all’esposizione di quest’ultimo sotto forma di DAW – DIGITAL ART WORK, copia digitale riprodotta in serie limitata, numerata e certificata in scala 1:1 in tutto fedele all’originale, realizzata dall’azienda Cinello in accordo con la Galleria degli Uffizi utilizzando un’innovativa tecnologia brevettata. L’iniziativa è promossa da Save the Artistic Heritage.

Michele Coppola, Direttore Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, ha affermato: “ Valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio artistico nazionale è una delle ragioni che dà vita al ‘Progetto Cultura’ della nostra Banca e ‘L’Ospite Illustre’ è una testimonianza – ed ha inoltre proseguito Coppola – dopo Antonello da Messina, Picasso, Caravaggio, presentati alle Gallerie d’Italia a Napoli grazie al dialogo con importanti musei italiani e internazionali, ospitiamo oggi uno straordinario dipinto di Leonardo dalla Galleria Nazionale di Parma. Ma accanto alla celebrazione di grandi capolavori, non vogliamo dimenticare le originali iniziative espositive di Palazzo Zevallos Stigliano dedicate a studiare, riscoprire e raccontare artisti e opere meno noti, ma significativi per l’identità e la storia dell’arte italiana.”

Giuseppina Ercole