Festa del Cinema di Roma, edizione 2023: la partecipazione finldandese

La Festa del Cinema di Roma, giunta alla 18a edizione, sta svolgendosi dal 18 al 29 ottobre 2023. Riconosciuta ufficialmente dalla FIAPF (Fédération Internationale des Associations de Producteurs de Films), la manifestazione, che nella Capitale celebra il grande schermo si svolge, come di consueto, presso l’Auditorium Parco della Musica che ospita le principali sale di proiezione e il lungo tappeto rosso, uno dei più grandi al mondo. Il programma coinvolge altri luoghi e realtà culturali della Capitale. e sono 18 i film in concorso quest’anno, proprio come 18 è il numero dell’edizione 2023 della Festa del Cinema di Roma.
 
La partecipazione finlandese
 
Peluri – kuolema on elävien ongelma (la morte è un problema dei vivi – death is a problem for the living) da Teemu Nikki con Pekka Strang, Jari Virman, Elina Knihtila – Vestono di nero, giacca e cravatta, scarpe un po’ a punta, capelli impomatati all’indietro, e guidano una nera Volvo, “la solida, vecchia Volvo, dove si può fumare”: un carro funebre con il quale Risto e Arto, i due vicini di casa che s’incontrano per caso e diventano amici, trasportano salme, spesso “eccentriche”. Risto ha il vizio del gioco, ad Arto manca una grossa porzione di cervello, a uno piace il jazz, all’altro il rock finlandese degli ’80, ed entrambi hanno una vita disastrata. Tra commedia e noir, tra Kaurismäki e il primo Winding Refn, il nuovo lungometraggio del finlandese Teemu Nikki (vincitore di Orizzonti Extra a Venezia 2021 con Il cieco che non voleva vedere Titanic) è un film laconico e sanguigno.
 
Ma forse il lavoro più inconsueto e raro è JE’VIDA diretto da Katja Gauriloff con Agafia Niemenmaa, Heidi Juliana Gauriloff, Sanna-Kaisa Palo, Seidi Haarla, Erkki Gauriloff – con la prima il 27 ottobre alle 20.30 @Teatro Studio Borgna
Je’vida è un affascinante e toccante viaggio nel passato, un film in bianco e nero e in formato 4:3 che trascina lo spettatore in un mondo di memorie dolorose e identità perdute. Storia di resistenza e di indissolubili legami ancestrali, il film ci trasporta nella lontana Finlandia settentrionale, in Lapponia, ed è il primo lungometraggio nella lingua Skolt Sámi, ora parlata solo da poche centinaia di persone (i Sámi della Lapponia sono l’unico popolo indigeno ufficialmente riconosciuto dall’Unione Europea). Seguendo la storia di Iida (Sanna-Kaisa Palo) una donna che ha abbandonato la sua comunità e la sua famiglia, la regista (finnica-Skolt) esplora la distruzione delle civiltà indigene a causa di un’assimilazione forzata alle culture e politiche dominanti.
 
L’anziana Je’vida alla morte della sorella torna in Lapponia, nella casa dove ha passato l’infanzia, accompagnata dalla nipote Sanna. Riaffiorano così dolorosi ricordi. Da bambina Sámi, Je’vida fu vittima di assimilazione culturale, costretta a cambiare nome e a vivere lontano dalla sua terra. Intanto Sanna, che è per lei un’estranea, scopre di essere incinta. Aprendosi l’una all’altra, le due donne ritrovano il valore di se stesse e delle loro radici.
 
La regista lo commenta così: “La sceneggiatura si basa su fatti realmente accaduti, storie che mia madre o i miei parenti mi hanno raccontato della loro infanzia e giovinezza, storie con cui anch’io sono cresciuta. Il film è ambientato dopo la seconda guerra mondiale, quando le feroci politiche di assimilazione attuate in Finlandia costrinsero molti Sámi a vergognarsi delle loro origini e ad abbandonare la loro lingua e la loro cultura. I valori e la visione del mondo tradizionali iniziarono a sgretolarsi e furono sostituiti da quelli occidentali. Il film parla dell’assunzione di un’altra cultura, dell’assimilazione, della fusione con la cultura dominante e di cose che hanno spinto le persone a fare scelte sbagliate.”
Katja Gauriloff
 
Nata nel 1972 a Inari, in Finlandia, Katja Gauriloff ha esordito nel lungometraggio con il documentario ‘A Shout into the Wind’, parlato, come Je’vida, nella lingua Sámi Skolt, oggi conosciuta solo da circa 300 persone. Ha partecipato al Festival di Berlino con i documentari Canned Dreams e Kaisa’s Enchanted Forest, un altro film sulla comunità Sami Skolt, vincitore dello Jussi, il premio nazionale del cinema finlandese. Ha poi diretto ‘Baby Jane’, il suo primo lungometraggio di finzione.
 
 
Tutto il programma del festival:
 

Privo di virus.www.avast.com




Damien Chazelle al museo nazionale del Cinema per ricevere il premio Stella della Mole e tenere una masterclass

Il regista vincitore dell’Oscar e del Golden Globe per La La Land riceverà il premio Stella della Mole in occasione di una Masterclass sui suoi classici moderni acclamati in tutto il mondo e sui film a tema musicale che hanno fatto di lui uno dei più influenti giovani autori del nostro tempo
 
 
Martedì 24 ottobre 2023 ore 18:30 – Museo Nazionale del Cinema – ore 20:30 – Cinema Massimo
 
 
Che si tratti di portare sul grande schermo straordinari spettacoli o di esplorare le più intense relazioni umane, Damien Chazelle ha costantemente dimostrato la propria abilità nell’affascinare il pubblico superando i confini dei generi tradizionali e dello storytelling cinematografico attraverso le sue vibranti immagini e la sua eccezionale dedizione all’arte cinematografica. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio a uno dei più influenti autori del nostro tempo, che continua a plasmare il panorama del cinema contemporaneo con la sua distintiva voce creativa, ricevendo i massimi riconoscimenti nel settore e facendo di lui il più giovane cineasta a vincere il Golden Globe e l’Academy Award al miglior regista.
 
Visionario regista, sceneggiatore e produttore di classici moderni acclamati in tutto il mondo e di film a tema musicale che hanno mescolato romanticismo e scandalosi eccessi dello show business, Chazelle sarà protagonista di una Masterclass, martedì 24 ottobre 2023 alle ore 18:30 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo, introdurrà la proiezione del suo ultimo sontuoso Babylon (2022), black dramedy ambientata nella Hollywood anni Venti, con un cast stellare che include Margot Robbie e Brad Pitt, entrambi nei panni di attori che affrontano la transizione dell’industria dai film muti al sonoro.
 
Il pluripremiato cineasta dialogherà con il direttore del Museo Domenico De Gaetano e il critico Grazia Paganelli riguardo a quelle fortunate imprese cinematografiche e opere meticolosamente realizzate che hanno dato il via a un tripudio di sperimentazione e innovazione, dai suoi primi successi con Guy and Madeline on a Park Bench e il pluripremiato Whiplash a un musical rivoluzionario come La La Land e all’intenso dramma biografico First Man.
 
Prima dell’evento – a cura di Marco Fallanca – Damien Chazelle riceverà la Stella della Mole, quale riconoscimento per aver apportato una prospettiva unica ai suoi progetti, infondendoli della passione, creatività e impegno senza compromessi necessari a conseguire la sua visione artistica: spesso incentrata sulla musica e sul perseguimento dei sogni, la sua filmografia ha affrontato temi come il perfezionismo, la dedizione, le difficoltà e le sfide che conseguono al raggiungimento del successo, spingendo le persone dotate di un potenziale talento oltre i propri limiti e destrutturando l’intero concetto di ambizione.
 
“È un vero onore ricevere questo premio e ritornare a Torino, dove ho presentato in concorso il mio primo film ormai 14 anni fa – racconta Damien Chazelle. Quella visita sarà sempre uno dei miei ricordi più cari: la bellezza della città, il Museo del Cinema, la sensazione di viaggiare indietro nel tempo attraverso la storia del cinema. Il cinema italiano è stato per me molto formativo e, quindi, essere di nuovo qui – nel Paese di Fellini, Pasolini e Visconti – è di per sé un’emozione: un luogo dove i fantasmi del passato del cinema infestano le strade e ci ricordano ciò per cui vale veramente la pena lottare in questa forma d’arte che amiamo”.
 
“Damien Chazelle è senza dubbio un genio del nostro tempo destinato a lasciare la sua impronta indelebile nella storia del cinema ed è un vero privilegio per questa istituzione ospitare la sua Masterclass in uno scenario evocativo come la Mole Antonelliana” – dichiara Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. “Il suo amore per la Golden Age di Hollywood traspare nella prodigiosa eccellenza dei suoi film: lo stesso amore per il cinema narrativo classico e per quello mondiale contemporaneo che vogliamo celebrare nel nostro museo, trasmettendolo al pubblico e ai visitatori”.
 
“Sin dal suo sorprendente esordio alla regia, premiato con il Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival nel 2009, Damien Chazelle ha messo in mostra il precoce talento e il suo approccio visionario allo storytelling, esplorando narrazioni innovative e trasportando gli spettatori in un viaggio toccante e coinvolgente” – sottolinea Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema – “Con la gamma emotiva dei suoi marchi visivi che spaziano dal montaggio serrato a un utilizzo virtuosistico del piano sequenza e di eleganti riprese in cinemascope a figura intera, i suoi film con cast magistralmente sublimati riescono ad approfondire l’impatto emotivo e psicologico che l’ambizione può provocare, offrendo anche un ritratto sfumato degli alti e bassi nell’inseguire i propri sogni”.
 
 
DAMIEN CHAZELLE
 
Nato a Providence, Rhode Island, nel 1985, Damien Chazelle ha studiato filmmaking presso il dipartimento di Studi Visivi ed Ambientali dell’Università di Harvard, dove si è laureato nel 2007. Ha scritto e diretto il lungometraggio di esordio come parte del suo progetto di tesi insieme con il collega di corso e futuro frequente collaboratore Justin Hurwitz: Guy and Madeline on a Park Bench ha debuttato al Tribeca Film Festival nel 2009 e ha ricevuto svariati premi nel circuito festivaliero, ottenendo una distribuzione limitata e aprendo al plauso della critica. Il successivo Whiplash (2014) ha visto la luce come prova di fattibilità concretizzatasi in un pluripremiato cortometraggio presentato al Sundance Film Festival, che ha aiutato a ottenere il finanziamento iniziale per la versione lungometraggio con Miles Teller, J.K. Simmons (vincitore del premio Oscar, Golden Globe, BAFTA, Critics’ Choice, SAG, Independent Spirit e Satellite per il miglior attore non protagonista) e Paul Reiser. Il film, che narra di uno studente di musica e aspirante batterista jazz spinto al proprio limite dal suo severo insegnante, ha vinto il Gran premio della giuria e il Premio del pubblico nella sezione competitiva U.S. Dramatic, ha guadagnato 5 candidature all’Oscar tra cui Miglior film e Miglior sceneggiatura non originale (vincendone tre, tra cui Miglior montaggio e Miglior sonoro) e ha incassato 49 milioni di dollari su un budget iniziale di 3,3 milioni. La La Land (2016) – musical sentimentale e contemporaneo con Emma Stone nei panni di un’aspirante attrice e Ryan Gosling in quelli di un ambizioso musicista jazz – ha aperto la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2016 e ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la vittoria da record di 7 premi ai 74esimi Golden Globe e ricevuto 11 nomination ai 70esimi Premi BAFTA, vincendone 5, tra cui Miglior film. Il film ha ricevuto 14 candidature agli 89esimi Academy Awards – eguagliando il record di Eva contro Eva e Titanic – e ha vinto in 6 categorie principali. Ha chiuso con un attivo di 447 milioni di dollari su un budget iniziale di 30 milioni. Chazelle ha lavorato nuovamente con Gosling in First Man (2018), tratto dalla sceneggiatura di Josh Singer che segue gli anni precedenti la missione dell’Apollo 11 e di Neil Armstrong sulla Luna. Nel 2022 ha scritto e diretto Babylon, che ha ricevuto innumerevoli candidature a premi, incluse tre ai 95esimi Academy Awards.
 
 

Privo di virus.www.avast.com




Bolsena, a Palazzo del Drago riflettori puntati sulla mostra dell’artista finlandese Hannu Palosuo

L’artista Hannu Palosuo, finlandese ma cittadino di Roma, è stato invitato a realizzare un crocifisso per la cappella disegnata da Raffaele da Montelupo al Palazzo del Drago a Bolsena. Il Palazzo del Drago è un palazzo rinascimentale, costruito nel 1500.
 
L’inaugurazione della pala d’altare si terrà al Palazzo del Drago il 29 settembre. Allo stesso tempo, si apre una mostra di Palosuo “I Am Not What You See”, che sarà aperta per il pubblico il 29 settembre e dopo su appuntamento contattando l’artista, che sarà personalmente presente al Palazzo durante il fine settimana dal 29 settembre al 1 ottobre.
 
Il tema fondamentale della mostra è la memoria. “La memoria ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella mia ricerca artistica, anche perché è governata dal conflitto tra la vita e la morte, vale dire dall’idea della fine della condizione umana. Cosa ricordiamo, cosa non ricordiamo, come ricordiamo, perché ricordiamo, perché non ricordiamo e soprattutto come la memoria influenzi la quotidianità. Penso che sia proprio questa lotta perpetua a muovere il mio lavoro”, Palosuo spiega.
 
Nella mostra si vedono vari ritratti dove il viso delle persone è parzialmente coperto con un velo di bianco. “È da qualche anno che il ritratto e la vita vissuta dal soggetto e riflessa dalla persona ritratta sono entrati prepotentemente nel mio lavoro. Per me il ritratto è come uno specchio che riflette chi siamo e cosa siamo. Le persone nei ritratti ci raccontano qualcosa solo perché abbiamo sentito così tanto parlare di loro? E se la faccia dipinta nel ritratto fosse solo un’immagine vuota? O se fosse invece vuota la nostra memoria?” si chiede Palosuo. Comunque, non è solo la memoria personale ad interessare l’artista. ”Sono attratto anche dalla memoria dei luoghi. Sin dalla mia prima visita, il palazzo del Drago a Bolsena ha cominciato parlarmi. Un luogo che racchiude in sé la memoria di generazioni in esso vissute, in tanti livelli visibili e non. Inizialmente mi interessavano soprattutto le storie raccontate dalle mura e dai numerosi ritratti del palazzo, ma poco dopo ha cominciato ad affascinarmi l’idea che il palazzo non fosse stato costruito per una famiglia, ma per e da un ecclesiastico, il cardinale Tiberio Crispo.”
 
Con la mostra “I Am Not What You See” l’artista ha voluto confrontarsi, oltre che con il tema dei ritratti, con una pala d’altare, simbolo di mistero della fede, e come, attraverso la memoria della realtà umana diventi visibile, quasi toccabile. “Nel crocifisso che ho creato per la cappella disegnata da Raffaele da Montelupo, sono partito dal passo della Bibbia di Matteo 11:27 “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Con questo mio lavoro ho voluto riflettere come e a chi Dio voglia rivelare il suo vero volto. Quello che si vede e si percepisce, quello che non si vede ma si sente.”
 

Privo di virus.www.avast.com




Colonna, uno spettacolo di Emozioni con il grande Mogol

Bagno di folla per una serata speciale andata in scena ieri sera a Colonna, paese dei Castelli Romani che ha accolto un evento dedicato al grande Lucio Battisti, nel venticinquesimo anniversario dalla sua scomparsa

Le tantissime persone che hanno riempito la piazza anche in occasione della sagra delle Pincinelle e dell’uva hanno applaudito la presenza del grande autore Mogol che ha voluto condividere il progetto con l’interprete Gianmarco Carroccia in una serata ricchissima di ‘Emozioni’.

Gremita di gente già dal tardo pomeriggio la piazza Vittorio Emanuele II con persone che hanno degustato i piatti tipici locali e dove alle 21 è iniziato il concerto: «Sono davvero orgoglioso- dice il sindaco di Colonna Fausto Giuliani – di avere avuto due ospiti d’eccezione per celebrare insieme l’intramontabile Battisti. La straordinaria presenza di Mogol ha davvero scaldato i cuori di tutti. Cerchiamo sempre di portare qualità e cultura in questa cittadina meravigliosa vicino Roma che merita di essere visitata è frequentata. Abbiamo chiesto al maestro Mogol di voler inserire la canzone “Arcobaleno” che abbiamo voluto dedicare al nostro Bruno, – Bruno Astorre Ndr. – il nostro amico che è venuto a mancare troppo presto ma che era anche Senatore della Repubblica e ha lasciato un vuoto immenso nelle nostre vite».

La vera star della serata è stato proprio Mogol che ha dato vita al progetto in tour “Emozioni” nato per valorizzare e diffondere le sue opere condivise con l’intramontabile Lucio Battisti

A Colonna è stato sicuramente un grande evento, un’occasione per rivivere la magia di canzoni che hanno segnato la storia della musica. 

Davvero interessanti i momenti in cui il più grande autore di testi della musica italiana ha raccontato i vari aneddoti e i passaggi salienti che hanno portato alla nascita di quei capolavori divenuti immortali. 

Per tutto Gianmarco Carroccia ha saputo tenere il peso della grande responsabilità di interpretare il grandissimo Lucio Battisti che rimarrà sempre impresso nella memoria di generazione in generazione anche per il suo forte carisma interpretativo, la sua voce a volte graffiante, i suoi movimenti che erano all’unisono con le parole cantate e soprattutto la sua grande capacità di trasmettere grandi emozioni .

Carroccia ha iniziato a prendere lezioni di chitarra e ha continuato gli studi universitari presso la Sapienza di Roma, laureandosi in Management e diritto d’impresa. Il suo background traspariva sul palco ma si è fatto volere bene dal pubblico per i grandi sorrisi e umiltà trasmessi più che per la sua innegabile somiglianza con Battisti.

Carroccia ha partecipato a diversi concerti, tra cui il Festival di Castrocaro, dove ha iniziato a farsi conoscere. Si è distinto soprattutto per essere un allievo di Mogol e per aver interpretato alcune delle canzoni più note di Lucio Battisti. Dopo essersi laureato, ha fondato un’organizzazione chiamata SuoniEmotivi, di cui fanno parte anche altri due soci e suo fratello. In particolare, grazie alla collaborazione con Mogol, Carroccia ha ripercorso la biografia musicale di Battisti in diverse tappe in Italia per riproporre i brani del celebre cantante italiano.

Il primo vero successo di Gianmarco Carroccia è stato ottenuto all’età di 17 anni, quando si è esibito in pubblico davanti agli studenti e agli insegnanti della scuola che frequentava, l’istituto commerciale. Da quel momento, ha ottenuto sempre più consensi e ha continuato a dedicarsi alla musica con grande passione.

Non ha nascosto l’entusiasmo il primo cittadino Fausto Giuliani per aver ospitato Giulio Rapetti in arte Mogol che da tutti è spesso ricordato per il lungo e fortunato sodalizio con Lucio Battisti, ma il suo contributo alla cultura italiana attraverso la musica pop è stato ancora più ampio. Infatti, dai primissimi anni ’60 a tutt’oggi, vanta oltre millecinquecento canzoni pubblicate e grandissime collaborazioni tra cui Mango, un grande cantautore che Mogol ha ricordato ieri sera parlando di un legame particolare con “l’aldilà” e dei tanti arcobaleni visti e grandi amici persi.

Mogol ha condiviso la sua creatività con moltissimi artisti, fra cui Tony Renis, Gianni Bella, Morandi, Cocciante, Mango, Mina, Vanoni, Minghi; ma anche, Patty Pravo, Bruno Lauzi, Equipe 84, Dik Dik, PFM, Bobby Solo, Umberto Tozzi e persino Luigi Tenco, Renato Zero, Gigi D’Alessio, Rino Gaetano.

Ieri sera a Colonna ha fatto commuovere e gli applausi sono stati davvero moltissimi.




Bolsena, al convento di Santa Maria del Giglio un fine settimana di concerti con l’Aps Punti di vista

Una due giorni di concerti al convento di Santa Maria del Giglio a Bolsena con Punti di vista Aps. Si parte sabato 16 settembre, alle 18, con un pomeriggio dedicato ai canti delle tradizioni del world music. Si esibirà l’ensemble vocale “La cantastoria”, formato da Cristina Avenali, Angela Caratozzolo, Stefania Cesare, Giada Cirone, Jacqueline Fassero e Cosetta Lomele, in uno spettacolo vivace e fantasioso, un intreccio di canti, poesie e racconti, sul tema degli spiriti della natura.

In contemporanea si terrà la mostra fotografica di Cosetta Lomele dal titolo “Il paesaggio segreto – Conversazione con il mondo vivente”. Domenica 17 settembre, alle 17,30, spazio alla musica e al ballo con il concerto-spettacolo “El corazón al sur” del trio Manuela Carretta, danzatrice, Michele Pucci, chitarra flamenco, e Alberto Chicayban, chitarra e voce. Dalle 16, nel giardino del convento si svolgerà il mercato contadino con Comunità rurale diffusa. Patrocinati dalla Pro loco Bolsena, i due spettacoli sono con entrata a offerta consapevole.




Matera, presentata la stagione concertistica autunnale 2023 dell’orchestra sinfonica F

Otto concerti a Matera e cinque ad Altamura. Dal 21 settembre al 30 dicembre, l’Orchestra accompagnerà musicisti come Benedetto Lupo e Giovanni Sollima. Fra gli ospiti anche Flavio Insinna, voce recitante ne Il borghese gentiluomo in calendario il 5 novembre all’Auditorium Gervasio a Matera
 
 
 
La valorizzazione dei talenti del Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera è il filo conduttore che soggiace all’ideazione del calendario della stagione concertistica autunnale 2023 dell’Orchestra Sinfonica di Matera.
Il programma concertistico, che si sviluppa dal 21 settembre al 30 dicembre 2023 con otto appuntamenti all’Auditorium Raffaele Gervasio di  Matera e cinque al Teatro Mercadante di Altamura, vede protagonisti: l’Orchestra che offre lavoro ai musicisti del territorio e direttori e solisti che si sono formati o che sono docenti dell’Istituto di alta formazione musicale della città dei Sassi.
 
La seconda stagione sinfonica organizzata e promossa dalla Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera (Fosm) è stata presentata ieri a Matera nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla presidente Gianna Racamato e dal direttore artistico Saverio Vizziello della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte anche il sindaco di Matera Domenico Bennardi e il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese. In rappresentanza della Regione Basilicata è intervenuto il Consigliere regionale Piergiorgio Quarto.
 
Il compositore materano Antonello Tosto, autore del brano Intanto a Matera che sarà eseguito in apertura del concerto del 21 settembre per celebrare l’ottantesimo anniversario della Resistenza al nazifascismo della città di Matera, e Benedetto Lupo, pianista che a livello internazionale ha conquistato pubblico e critica, che sempre il 21 settembre eseguirà programma il Concerto n.4 per pianoforte e orchestra in sol maggiore, op. 58, hanno studiato al Conservatorio Duni di Matera.
“A dirigere orchestra e solisti per il primo appuntamento della stagione Autunnale dell’Orchestra Sinfonica di Matera – ha illustrato il direttore artistico Saverio Vizziello – sarà il Maestro Daniele Agiman. Tra i direttori d’orchestra italiani più attivi a livello internazionale, Agiman ha avuto fra i suoi allievi anche il Maestro Pablo Varela che oggi insegna direzione d’orchestra nel nostro Conservatorio e che sarà il direttore del Concerto di fine anno (il 29 dicembre ad Altamura e il 30 dicembre a Matera) con ospite il vincitore del Premio Paganini 2023. Docente di Viola a Matera è Anna Serova che, il 14 ottobre a Matera e il 15 in replica ad Altamura, eseguirà con l’Orchestra musiche di Gulda e Dvořák. Fra i nostri allievi – prosegue il direttore artistico Vizziello – ci sono musicisti che hanno saputo affermarsi in Italia e all’estero e che abbiamo fortemente voluto che si esibissero con l’Orchestra Sinfonica di Matera e penso a Elisa Calabrese, studentessa di flauto che, il 23 novembre a Matera e il 24 ad Altamura, interpreterà il Concerto in Mi minore per flauto e orchestra di Saverio Mercadante, o al Maestro Rino Marrone direttore del concerto che presentiamo il 5 novembre con le musiche di scena de Il borghese gentiluomo di Strauss con le cantanti Nunzia De Falco, soprano, e Gianna Racamato, mezzo soprano, e la voce recitante di Flavio Insinna. L’attore amato dal pubblico ha accettato di partecipare al concerto a Matera anche in omaggio al suo maestro, Gigi Proietti che nel 1999 a Bari interpretò lo stesso ruolo”.
 
La stagione autunnale dell’Orchestra Sinfonica di Matera oltre a presentare alcune delle più belle e virtuosistiche pagine della grande musica classica d’autore, da Beethoven a Dvořák, condurrà il pubblico alla scoperta della musica contemporanea con l’omaggio a Keplero dei compositori Carla Magnan, Riccardo Piacentini e Rossella Spinosa. Il concerto, appuntamento il 5 ottobre all’Auditorium Gervasio di Matera, si intitola Il sogno di Keplero. Realizzato in collaborazione con Materelettrica, avrà in programma composizioni eseguite in prima assoluta e su commissione della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera. In collaborazione con il Comune di Pomarico, il 12 novembre a Matera, il sopranista Niccolò Balducci eseguirà un programma con arie d’opera di Antonio Vivaldi. Doppio appuntamento, il 7 dicembre a Matera e l’8 dicembre ad Altamura per ascoltare il virtuoso del violoncello: il Mastro Giovanni Sollima.
 
Un solo appuntamento, il 17 dicembre al Teatro Mercadante a Altamura con l’opera lirica: l’opera in un atto di Saverio Mercadante Don Chisciotte alle nozze di Gamaccio.
“Il programma sinfonico che abbiamo realizzato, in collaborazione con il Teatro Mercadante di Altamura, il Festival Duni, Soroptimist Club di Matera, il Premio Internazionale Paganini offrirà al pubblico la possibilità di ascoltare dal vivo solisti di indiscussa bravura e musiche che valorizzeranno l’organico orchestrale – sottolinea la presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera Gianna Racamato – Con il cda e il direttore artistico abbiamo scelto andare incontro al pubblico stabilendo il costo del biglietto d’ingresso ai singoli concerti a 10 euro. Per favorire i più giovani, abbiamo inoltre deciso che per gli studenti di ogni ordine e grado, dalle scuole primarie fino alle Università, Accademie, Licei Musicali e Conservatori di Musica, il biglietto d’ingresso è di soli 5 euro. Per chi acquisterà l’abbonamento ai concerti a Matera, le condizioni sono ancora più favorevoli: il pubblico potrà assistere agli otto spettacoli in calendario da settembre a dicembre al costo di soli 50 euro. Per gli studenti l’abbonamento è di 30 euro. Acquistare i biglietti o gli abbonamenti – conclude la presidente Racamato – significa sostenere i musicisti che compongono l’Orchestra, significa garantire la prosecuzione delle attività e dell’organico orchestrale e il lavoro di ciascun musicista”.
 
 
Informazioni sulla Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera:
 
La Fondazione Orchestra Sinfonica di Matera è partecipata da Comune di Matera, Provincia di Matera e Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera che ne sostengono le attività.
 
A queste istituzioni si aggiungono: il Ministero della Cultura che ha ammesso l’Orchestra al percorso per il riconoscimento quale ICO Istituzione Concertistica Orchestrale e la sostiene attraverso il Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus), e la Regione Basilicata, che la sostiene con fondi regionali.
 
La stagione concertistica 2023, con la direzione artistica del Maestro Saverio Vizziello, è realizzata in collaborazione con il Teatro Mercadante di Altamura, il Festival Duni, Soroptimist Club di Matera, il Premio Internazionale Paganini e si svolge con il sostegno dei Comuni di: Accettura, Bernalda, Garaguso, Grassano, Irsina, Miglionico, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Nova Siri Scalo, Pisticci, Policoro, Pomarico, Scanzano Jonico, Stigliano, Tursi e Valsinni, l’Arcidiocesi di Matera – Irsina – Tricarico, il Comitato organizzatore dei festeggiamenti per Maria Santissima della Bruna.
 

Privo di virus.www.avast.com




Lariano, conto alla rovescia per la Festa del Fungo Porcino

Dal 7 al 24 Settembre nella cittadina dei Castelli Romani tanti eventi, musica, intrattenimento, stand gastronomici e prodotti tipici del territorio 20mila mq di area espositiva, più di 150 espositori provenienti da ogni parte d’Italia, oltre 100mila visitatori nel 2022. Sono alcuni numeri della “Festa del Fungo Porcino” che si svolgerà dal 7 al 24 settembre presso via Napoli a Lariano, in provincia di Roma.
Giunta alla 31° edizione la manifestazione è considerata a tutti gli effetti la festa del fungo porcino più importante d’Italia. Ad organizzarla l’Associazione Fungo Porcino con il contributo della Regione Lazio tramite l’agenzia regionale Arsial. Anche il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) sarà presente dal 18 al 24 settembre con un proprio spazio espositivo dedicato all’acquacoltura ed alla trota di acqua dolce in abbinamento all’olio e ai funghi.
Ricco il programma degli eventi collaterali che spazieranno fra convegni, corsi di formazione, come quello dedicato all’olio extra vergine d’oliva previsto il 9 settembre, mostre, tornei sportivi e spettacoli musicali dal vivo. Ad aprire la festa sarà il concerto di Fausto Leali. In cartellone anche l’esibizione dell’Orchestra Italiana, dei comici Made in Arteteca e I Ditelo voi, di Alberto Laurenti e i Rumba del mar. Nell’ultima serata gran finale con l’Orchestraccia.
Il protagonista indiscusso della kermesse sarà il fungo porcino che potrà essere degustato e apprezzato in tutte le sue molteplici declinazioni gastronomiche nei vari stand che, nei fine settimana saranno aperti anche all’ora di pranzo.
Molte saranno le personalità che visiteranno la Festa contribuendo così alla promozione del territorio e dei suoi prodotti tipici.




Magia, letture itineranti e delizie… tutti i gusti + 1: venerdì 1 settembre a Tarquinia la seconda edizione di #BackToHogwarts

A Tarquinia già si respira un’atmosfera magica: venerdì 1 settembre torna #BackToHogwarts, la giornata a tema Harry Potter, e in città già sembra di sentire l’iconico tema musicale della saga accompagnare l’attesa.
Si inizia in mattinata, alle 10, con l’appuntamento alla libreria caffè La Vita Nova, in via Carducci, per aspettare la partenza dell’Hogwarts Express ed essere smistati nelle quattro casate della Scuola di Magia e Stregoneria dal Cappello Parlante: presso la libreria sono già disponibili i questionari per lo smistamento per chi vuole guadagnare tempo venerdì mattina.
 
Alle 17 e 30, poi, il via alla lettura itinerante che – partendo proprio da La Vita Nova – porterà grandi e bambini in giro tra la bellezze della città ascoltando i brani più suggestivi di “Harry Potter e la Camera dei Segreti”: un viaggio affascinante e ricco di sorprese per ogni fan della saga o appassionato di narrativa, con letture anche in lingua originale.
 
In serata, poi, dalle 22, al Capolinea Caffè, all’Alberata Dante Alighieri, spazio alla festa: musica, cocktail e divertimento con Dj Leo e DJ Tiz in mezzo a effetti speciali e sorprese.
Per tutto il weekend dal primo al tre settembre, poi, tanti locali di Tarquinia hanno pensato un piatto o una bevanda a tema da inserire a menu: dal Boccino d’Oro alle pozioni magiche, dalla mandragola ai Doni della Morte, tante idee curiose per fan o neofiti della saga. Su lextra.news e sui suoi canali social tutte le informazioni e l’elenco delle attività partecipanti. #BackToHogwarts è patrocinato dal Comune di Tarquinia con la collaborazione del Centro di Aggregazione Giovanile.
 
 

Privo di virus.www.avast.com




Trapani, Segesta Teatro Festival: in anteprima assoluta “La buona Novella” di Fabrizio De Andrè in siciliano

Domenica 27 agosto alle 19.30 al Teatro Antico del Parco Archeologico di Segesta
 
 
All’interno della programmazione del Segesta Teatro Festival 2023 sarà in scena “La buona novella di Fabrizio De André in siciliano” nel riadattamento che il cantautore Francesco Giunta ha realizzato quale omaggio al celebre capolavoro del grande artista genovese. Appuntamento domenica 27 agosto, alle ore 19.30, al teatro antico del Parco archeologico di Segesta, situato nel territorio del comune di Calatafimi Segesta (Trapani). Lo spettacolo verrà presentato in anteprima assoluta nella nuova versione “in concerto”.
 
Anche in questa occasione, come fu due anni fa per l’uscita dell’edizione speciale in vinile e per la presentazione del progetto a Roma, presso l’Officina Pasolini diretta da Tosca, l’evento beneficerà dell’affettuosa complicità della Fondazione Fabrizio De André Onlus grazie alla presenza di Dori Ghezzi (che ha definito il riadattamento “un atto d’amore”) e di Arnaldo Bolsi in rappresentanza della Fondazione.
 
Il nuovo allestimento si apre con un breve prologo che, attraverso alcuni frammenti del corpus dello stesso De André ispirati ai temi centrali del suo capolavoro, predispone il pubblico all’ascolto della versione in siciliano della “cantata” tratta dai Vangeli apocrifi, passando dal “Cantico dei drogati” a “Si chiamava Gesù”, vera e propria introduzione quest’ultima a “La buona novella”.
 
La partitura è affidata a un organico al femminile che (in ordine di intervento) prevede le voci di Laura Mollica, Valeria Graziani, Alessandra Ristuccia, Cecilia Pitino e Giulia Mei, accompagnate da Beatrice Cerami (pianoforte), Daniela Santamaura (violoncello), Virginia Maiorana e Federica Russo (percussioni) e che, per questa occasione, ospiterà al suo interno (direzione e percussioni) il musicista romano Alberto Laruccia, autore del nuovo allestimento musicale. L’evento è prodotto da Musica del Sud con la collaborazione di Giuseppe Greco e di Edoardo De Angelis, curatore artistico ed editoriale.
 
 
 
 
 

Privo di virus.www.avast.com




Ariccia, nel Parco Chigi torna lo spettacolo dantesco “All’Inferno”

Torna, nella meravigliosa cornice del Parco Chigi di Ariccia, “All’inferno”, suggestivo spettacolo realizzato nel giardino del Palazzo. Scritto e diretto da Giacomo Zito – che ne ha curato l’ideazione scenica – l’evento si svolgerà da sabato 9 a venerdì 15 settembre con inizio alle ore 20. La realizzazione è a cura di Arteidea Eventi e Servizi con il sostegno economico della Regione Lazio e del Comune di Ariccia, e rientra nell’ambito del programma di “Ariccia da Amare”, un ricco calendario di manifestazioni artistico-culturali per tutto l’anno 2023.
 
L’Inferno di Dante è senz’altro la cantica più suggestiva e conosciuta della “Commedia” scritta dal grande poeta fiorentino. I personaggi che lo contraddistinguono, le storie che portano con sé e il vasto apparato di metafore, rimandi e richiami a usanze, eventi e congiunture politiche ne fanno un documento letterario e artistico inarrivabile. Tuttavia le terzine dantesche si prestano a un dinamismo drammaturgico unico nel suo genere, ed è proprio questo il punto di forza dell’Inferno a Parco Chigi: gli stimoli dell’improvvisazione attoriale, i suggerimenti dell’attualità, le vicende personali e coeve consentono così al testo di Dante di arrivare a noi in maniera più diretta in una trasposizione che rispetta la natura dei personaggi ma si colloca proiettata nella contemporaneità.
 
Protagonisti di questa esperienza di teatro immersivo attori e attrici di grande livello, che interpretano i vari personaggi nelle “tappe” del percorso riservato agli spettatori: Luigi Pisani, Daniele Ponzo, Nicola Sorrenti, Francesca La Scala, Elena Crucianelli, Giordano Bonini, Mauro Ascenzi, Dario Di Luccio, Federico Lunetta, Riccardo Zito, Denise Diamanti, Ludovica Iacoangeli, Giorgio Belocchi.
 
Dante, nello spettacolo, è nostro contemporaneo e con noi condivide il suo viaggio interiore tormentato e sofferto. I personaggi incontrati, da parte loro, sono i possibili protagonisti di un inferno collettivo e quotidiano. Pur rispettando il cammino geografico dantesco, dunque “All’Inferno” punta al meccanismo di agnizione tra le dinamiche messe in scena dal cast e quelle che viviamo nella frenesia contemporanea.
 
 
 
 
 

Privo di virus.www.avast.com




Tarquinia, Museo Archeologico Nazionale: presentata “contemporanea etrusca”

Tarquinia (VT) – È stata presentata il 25 agosto, nel cortile di palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, l’installazione del ceramista Marco Vallesi, dal titolo “contemporanea etrusca” che sarà visitabile fino al 1° ottobre negli orari d’apertura del museo. Promossa dalla Società Tarquiniense d’Arte e Storia (Stas), in collaborazione con il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (Pact), l’esposizione introduce la mostra “ciò che si vede è”, che verrà inaugurata l’8 settembre, alle 18, all’auditorium San Pancrazio. All’iniziativa, aperta dal presidente della Società Tarquiniense d’Arte e Storia Alessandra Sileoni, dal direttore del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia Vincenzo Bellelli e dallo stesso artista, sono intervenuti tanti cittadini e soci della Stas e, soprattutto, molti esponenti della comunità artistica tarquiniese.
 
“L’installazione richiama e riassume in un unico contesto la presenza imperitura della simbologia e delle fascinazioni di talune, talvolta misteriose, espressioni del popolo etrusco – afferma Vallesi -: il profondo legame con il territorio testimoniato dai materiali utilizzati; la proposta innovativa di un loro nuovo uso nella direzione di un design minimalista contemporaneo; lo stimolo per un’economia del territorio verso il riciclo e il recupero di materiali di risulta o di scarto. L’opera in sé è costituita da tre blocchi di pietre diverse, tufo, nenfro e peperino, nei quali con l’inserimento di “vassoi” in gres ad alta temperatura si riproducono gli intagli a scala presenti in alcuni lastroni litici esposti al piano terra del museo”.
 
“Vallesi ha saputo meglio di ogni altro artista che vive nella Tuscia perpetuare e rendere prolifico il dialogo millenario tra uomo e ambiente, perseverando in un lavoro che ha portato lo stesso Luciano Marziano a definirlo “inesausto ricercatore”, per il rapporto primario con le risorse naturali di questo territorio – dichiara la presidente Sileoni -. In tale prospettiva, “contemporanea etrusca” rappresenta da un lato la sintesi   del lavoro di ricerca svolto finora da Vallesi, dall’altro all’interno dello splendido contesto di palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale, consente un dialogo diretto tra contemporaneo ed antico, essendo questi pezzi ispirati alle produzioni degli Etruschi di Tarquinia”. “Ricerca e sperimentazione sono le parole chiavi del percorso di Vallesi che, come i migliori modellatori di ceramica, è artista e artigiano – afferma il direttore Bellelli -. Le sue opere nascono da intuizioni e prendono forma attraverso il trattamento sapiente di materie prime e “ingredienti” scelti con cura.  Nella ricerca di Vallesi ogni passaggio è eseguito con metodo: la preparazione del lavoro, la selezione dei materiali, la modellazione, la cottura. Da decenni approfondisce il tema “bucchero” e i risultati della sua indagine, oltre che esteticamente interessanti, paiono anche filologicamente ineccepibili”.
 
Al termine degli interventi, il direttore Bellelli si è prestato a fare da guida, presentando al pubblico presente i reperti litici esposti nella sala dei “lastroni a scala”, a cui l’installazione s’ispira. Un percorso, quello di Vallesi, ben rappresentato da questa personale che si sviluppa nelle due prestigiose sedi di palazzo Vitelleschi e dell’auditorium di San Pancrazio: “contemporanea etrusca” e “ciò che si vede è” godono del sostegno del Ministero della Cultura (MiC) e si inseriscono nell’ambito del Premio Città di Tarquinia “Luciano Marziano-Vasco Palombini”, la biennale d’arte che la Stas organizza per valorizzare la produzione ceramica contemporanea, artistica e artigiana, la quale, a Tarquinia, affonda le sue radici in pratiche antiche, tanto che la cittadina è stata a pieno titolo accolta nell’Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC).

Privo di virus.www.avast.com